ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 3 giugno 2014

Abbiamo davvero due Papi ?


due-papi


Nel febbraio di quest’anno il noto giornalista cattolico Antonio Socci ha pubblicato sul quotidiano “Libero” una inchiesta in quattro puntate dal titolo Due Papi in San Pietro. I perché di un evento mai visto in duemila anni. In questo scritto Socci poneva a tema la questione inedita e tutt’altro che irrilevante della copresenza di due Papi, del così detto Papato emerito, della natura della rinuncia di Benedetto XVI, etc…

“FUORI MODA”.

La posta di Alessandro Gnocchi Iniziamo oggi una nuova rubrica: “Fuori moda”. Ogni martedì Alessandro Gnocchi, giornalista e scrittore che noi tutti amiamo e apprezziamo, risponderà alle lettere che gli amici lettori vorranno indirizzargli tramite la redazione di Riscossa Cristiana.                                                                                        L’idea è nata proprio da una lettera giunta di recente, con la quale apriamo questa nuova rubrica, alla quale tutti potranno partecipare, indirizzando le loro lettere a info@riscossacristiana.it , con oggetto: “la posta di Alessandro Gnocchi”. Chiediamo ai nostri amici lettere brevi, su argomenti che naturalmente siano di comune interesse. Ogni martedì sarà scelta una lettera per una risposta per esteso, mentre si daranno, ad altre lettere, risposte brevi. Si cercherà, nei limiti del possibile, di dare risposte a tutti.

Ringraziamo quindi il carissimo amico Alessandro Gnocchi per la sua disponibilità, e attendiamo le vostre lettere. A tutti un augurio di buona lettura con questa prima puntata di “Fuori Moda”
 Paolo Deotto

Padre Serafino e il Concilio.

 Un'interessante recensione di chiesaepostconcilio



Nelle ultime pagine di Iuxta modum. Il Vaticano II riletto alla luce della Tradizione della Chiesa (Siena 2012, pp. 174-175) p. Serafino Lanzetta scriveva: "In sé, il Vaticano II provoca uno sviluppo dottrinale-dogmatico solo lì dove vi è, in modo diretto o indiretto, la definitività della dottrina, e non ogni volta che parla il Concilio. Bisogna distinguere frequentemente e non fare del Concilio Vaticano II l'universo della fede cattolica, un tutto dogmatico, o viceversa un tutto pastorale. Crediamo che un approccio errato al Concilio sia quello di dogmatizzarlo in toto o di renderlo tutto solo pastorale. Nessuno dei due approcci è corretto, o perché si fa iniziare la Chiesa dal Concilio o si deve necessariamente cestinare il Concilio per far vivere la Chiesa (di prima?).

BERGOGLIO SI TRAVESTE DA RATZINGER?

DOPO GLI APPLAUSI INCASSATI PER LE SUE POSIZIONI “DE’ SINISTRA”, BERGOGLIO SI TRAVESTE DA RATZINGER E TUONA CONTRO LE COPPIE SPOSATE SENZA FIGLI: “LA CULTURA DEL BENESSERE CI HA CONVINTO A NON AVERE FIGLI. È PIÙ COMODO PREFERIRE L'AMORE DI UN GATTO O UN CANE” -

Il Papa attacca l’edonismo moderno: “Questi matrimoni che non vogliono i figli, che vogliono rimanere senza fecondità. Questa cultura del benessere di dieci anni fa ci ha convinto che è meglio non avere i figli! Così puoi andare a conoscere il mondo, in vacanza, puoi avere una villa in campagna, stai tranquillo”… -

Andrea Morigi per "Libero quotidiano"
BERTONE E BERGOGLIO c a ac d e a a cBERTONE E BERGOGLIO C A AC D E A A C
Forse i parroci non sanno più spiegare ai nubendi che sposarsi con il rito religioso, senza la volontà di generare figli, non ha senso. Così ci ha pensato Papa Francesco in una breve catechesi sul matrimonio. 
Il Sinodo sulla famiglia è alle porte e il Pontefice ha ricordato anche al ritorno dalla Terrasanta la centralità dell’argomento. Se fin dal suo esordio sulla Cattedra di Pietro aveva ricordato l’importanza di utilizzare costantemente nella vita familiare le parole «permesso, grazie, scusa», anche in situazioni in cui i coniugi si sono lanciati dei piatti addosso, ora il Papa affronta temi più spinosi, come la contraccezione.

Il Chinagate di Bergoglio

Vaticano, Bergoglio e il piano per la visita in Cina

ESCLUSIVO: Normalizzazione con Taiwan e apertura alla Corea del Nord. Così il papa potrebbe sbarcare a Pechino.

SVOLTA




















La foresta di corpi di Copacabana era dietro le spalle e l'aereo non era ancora atterrato a Ciampino quando papa Francesco annunciava di voler visitare l'Asia entro la fine dell'anno. Tornando dallo World Youth day, il papa «venuto dalla fine del mondo» era già pronto a toccare l'altro capo del Pianeta, quasi a voler prolungare il volo senza passare per il Vaticano. 

Outing church

Francesco, il papa della “chiesa-movimento”

Nel suo discorso ai cinquantamila del Rinnovamento allo stadio olimpico, Francesco ha inserito il carisma particolare del movimento all’interno dell’ecclesiologia bergogliana: una chiesa “in uscita”; il primato dello spirituale sull’organizzazione; un ecumenismo spirituale avvertito come destino della chiesa

Fateli scendere..!

La Chiesa austriaca alla vigilia di uno scisma


Non è una semplice manifestazione di dissenso quella che agita da tre mesi la Chiesa austriaca. È molto di più. È una bomba a orologeria, che potrebbe scoppiare da un momento all’altro e portare a un vero e proprio scisma. Qualcuno, anzi, ritiene che lo scisma di fatto esista già e che si attenda soltanto che se ne prenda atto.

lunedì 2 giugno 2014

La porta aperta...


Puntualmente la questione del celibato dei preti ritorna sulle cronache dei giornali, e anche nella intervista a Papa Francesco sull’aereo di ritorno dal pellegrinaggio in Terra Santa, non è mancata la domanda sui “preti sposati”, dato che, come si sa, gli Ortodossi hanno dei preti sposati, e i ministri protestanti e anglicani – identificabili ‘grosso modo’ con i preti cattolici – sono quasi tutti sposati. La domanda del giornalista sembra poi giustificata dal fatto che in Germania i preti cattolici non aspetterebbero altro che il momento per potersi sposare!

L'eloquenza dei gesti

Il gesto ecumenico di Papa Francesco, in ginocchio davanti ai non cattolici
di Luigi Accattoli


«Mi raccomando l’eloquenza dei gesti» aveva detto Francesco ai vescovi italiani il 19 maggio: ed eccolo ieri all’Olimpico che s’inginocchia per «ricevere» la preghiera dei cinquantamila su di lui. Qui l’eloquenza sta nella capacità di quel gesto di dare un’evidenza plastica alla sua costante richiesta «pregate per me».
Quello di ieri non è un gesto pacifico nella Chiesa, perché tra la folla che pregava per lui c’erano anche i «carismatici» appartenenti a Chiese protestanti;

Tsujigiri

: sciabolata al Crocevia

tsujigiri
Un nostro caro utente ci ha fatto notare la paruzione di un ultimo numero di Concilium 2/2014
“Dall’«Anathema sit» al «Chi sono io per giudicare?» L’ortodossia oggi “
Immediatamente mi è venuto in mente uno articolo famosissimo di Mary Midgley conosciutissimo grande classico da chi riflette sui problemi etici, in particolare sulla coerenza del relativismo e specialmente l’isolazionismo culturale: “ON TRYING OUT ONE’S NEW SWORD”.
La questione esaminata dalla Midgley è sapere se l’isolazionismo culturale in materia etica fa senso, cioè se si debba non giudicare una cultura che non è la propria e porta come esempio una pratica del xvi secolo  quando il samurai nel Giappone dell’epoca dovevano provare che la loro sciabola o katana era degna per loro, cioè se era atta a sezionare un qualsiasi passante incontrato in un crocevia dalla spalla al fianco opposto in una sola sciabolata, lo Tsijigiri.

domenica 1 giugno 2014

Un relativismo che porta all'agnosticismo



"[...] E ad un esame più attento scopriamo che i dogmi sono molto meno stabili di quello che sembri. Norman Tanner, gesuita britannico, analizzando la formula del Credo di Nicea e di Calcedonia, dimostra in un acuto saggio come i primi Concilii ecumenici abbiano speso molto tempo e molta sapienza teologica nel precisare e correggersi. Dunque se lo hanno fatto in quell’epoca, perché non oggi? In pratica le definizioni dogmatiche che consideriamo immutabli non lo erano al tempo in cui furono determinate e per molti decenni sono state riviste e rielaborate".

(Concilium 2/2014, Dall’«anathema sit» al «Chi sono io per giudicare?», Queriniana, pp. 200, euro 15; www.queriniana.it).

Se si dovessero seguire tutte le voci che si sentono senza dubbio simpazzirebbe.

Oplà, come si fa carriera episcopale!

E lo zucchetto da rosso diventa nero!

Bruxelles, 27.05.2014, Grande Sinagoga, sorrisi. Click
Bruxelles, 27.05.2014, Grande Sinagoga, sorrisi. Click

Lucciole o lanterne?


 Papa Francesco ai lefevbriani: "c'è chi pensa che li scomunicherò, ma si sbaglia", e "non li condannerò, né impedirò ad alcuno di andare da loro".

Una notizia passata in sordina, ma che già circolava da un po' e che io sapevo da qualche mese. S. E. Mons. Fellay ha deciso di rivelare, l'11 maggio scorso uno scambio di confidenze tra il superiore dell'Argentina della Fraternità San Pio X, don Christian Bouchacourt e Papa Francesco. Ovviamente sono state rivelate solo le parti più salienti di queste confidenze.
I vari siti tradizionalisti, o super tradizionalisti, o meglio sedevacantisti-anonimi (ma non troppo), ovviamente o non l'hanno proprio data o hanno dato la notizia secca senza commento, oppure altri si sono prodigati a istituire un vero e proprio processo alle intenzioni di Papa Francesco mettendo a paragone ovviamente sempre e inevitabilmente il commissariamento dei Francescani dell'Immacolata.

Ratio et fides

Qualche considerazione sulle visioni mariane di Medjugorje

Qualche considerazione sulle visioni mariane di Medjugorje
Quando si parla delle apparizioni mariane, sorge in me sempre qualche dubbio, che supero soltanto quando su di esse si pronuncia ufficialmente la Chiesa. Col termine Apparizioni infatti, secondo il teologo monsignor Rino Fisichella, si fa riferimento a una manifestazione visibile del soprannaturale all’interno delle categorie spazio-temporali del soggetto che ne è destinatario.
Quindi il criterio di credibilità delle apparizioni è dato per me, e penso per chiunque, dalla personalità del veggente, quale appare antein e post visione.

Excusatio non petita...


(Luis Badilla) A proposito dell'invito del Patriarca Bartolomeo I a Papa Francesco per celebrare insieme, nel 2025, i 1700 anni del Concilio di Nicea I (aperto il 20 maggio 325), il primo ecumenico, voluto e presieduto dall'Imperatore Costantino I, in particolare sulla stampa di lingue inglese sono circolate ipotesi fantasiose, senza riscontro, che ipotizzano un Concilio Ecumenico (cattolici e ortodossi) e addirittura la possibile firma di documenti congiunti. Solo fantasia.

Verba volantes?

Riporre il tabernacolo sull'altare maggiore


[Brano tratto dal discorso pronunciato il 12-10-2005 dal Cardinale Janis Pujats al Sinodo dei Vescovi sull'Eucarestia]
Nelle chiese parrocchiali, luogo particolarmente adatto (sul presbiterio) per il Santissimo è l’altare maggiore che ospita il tabernacolo. In questo caso, l’altare maggiore con il suo retablo è veramente il trono di Cristo Re ed attrae a sé gli occhi di tutti coloro che sono in chiesa. La presenza del Santissimo nell’area principale della chiesa dà ai fedeli l’occasione di adorare Dio anche al di fuori del sacrificio della Messa (ad esempio nell’intervallo di tempo tra gli uffici divini).

Timeo danaos?

La “disperazione culturale” dei cattolici


Resa o attacco? Idee dall’America per un nuovo “engagement”

Ritirata strategica o contrattacco? Questo è uno dei dilemmi, forse il dilemma, della chiesa alle prese con un mondo sempre più radicalmente lontano dall’antropologia cristiana e dalle sue conseguenze sociali e culturali. Il disfacimento della famiglia tradizionale, che poi fuori dalla neolingua del politicamente corretto sarebbe la famiglia naturale o la famiglia e basta, è testimonianza sintetica del trend. Di fronte allo spettacolo del dispiegamento della modernità i cattolici hanno almeno due strade possibili: concedere la vittoria e ritirarsi in buon ordine, magari in riserve protette, oppure riconoscere la propria posizione minoritaria ma senza abbandonare il dibattito pubblico.

Mura leonine


Ior, ecco i misteri che turbano Bertone e assolvono Gotti Tedeschi

Ior, ecco i misteri che turbano Bertone e assolvono Gotti Tedeschi

Alla fine, la metratura dell’attico del camerlengo Tarcisio Bertone (le cui foto sono statepubblicate in settimana da Chi) sarà niente di più che la classica ciliegina sulla torta. Nulla in confronto a tutto ciò che da settimane i giornali vanno riportando sulle presunte operazioni oscure che l’allora Segretario di Stato avrebbe avallato (se non suggerito) durante la sua stagione da “vice Papa” di Benedetto XVI.

sabato 31 maggio 2014

IL MAGISTERO E L’AUTORITA’ DELLA CHIESA E DEL PAPA

parte prima
Premessa

Mentre scorrevo gli articoli ultimamente pubblicati, ho individuato alcuni spropositi sostenuti anche da brillanti scrittori in ambito tradizionalista come Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira e altri al suo seguito in merito alla corretta interpretazione del magistero ecclesiastico e petrino, ultimamente anche Mons. Richard Williamson ha sostenuto tesi non teologicamente fondate, riguardo alle canonizzazioni di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II.
A seguito della convocazione del Vaticano II, sono stati emanati gli atti del concilio e tutta una serie di documenti pontifici e di encicliche che più o meno contengono elementi che si allontanano dalla costante dottrina cattolica esposta dal magistero precedente al concilio. 

L’uomo per Iddio o Dio per l’uomo?

 La questione antropologica



Con questo articolo, con l’aiuto di Dio e invocando la sua benedizione, inizia sul Settimanale di Padre Pio, una rubrica dedicata all’approfondimento del Magistero autentico e infallibile della Chiesa sui temi in cui esso, come è noto, non solo è competente in via autoritativa ed esclusiva, ma su cui può anche definire delle verità certe e indiscusse che debbono essere ritenute da tutti i fedeli per poter essere non solo cattolici di nome (come molti...) ma, mutuando un’espressione giovannea, “coi fatti e nella verità”: i temi della Fede e della Morale. 

Frate veleno

Lo stile di padre Alfonso Bruno



A padre Alfonso Bruno, liquidatore dei Francescani dell’Immacolata, è piaciuto il mio articolo dal titolo: Tranquillo, il papa c’è, ma non sei tu.
Sono contento.
Ha voluto commentarlo così (su mediatrice.net e sulla pagina ufficiale dei Francescani dell’Immacolata):

Con il recente articolo “Il Papa c’è, ma non sei tu” di Antonio Righi , “Libertà & Persona” sembra acquistare una nuova forma e una nuova sostanza dopo che da mesi aveva assunto il ruolo di trash blog dove confluivano tutte le critiche pretestuose al commissariamento dei Francescani dell’Immacolata…
Vigilius, Peregrinus, Pacomius, sono solo alcuni pseudonimi di vili ex studenti barbuti o sbarbatelli FI, insieme ai loro ex professori in pensione anticipata, apparsi con cinico sarcasmo su Libertà & Persona.

La Chiesa-miraggio.

Sotto il sole di satana

 Sviati dalla chimera di voler scoprire i mezzi agevoli ed infallibili per realizzare finalmente l'unità religiosa del genere umano, alcuni prelati che occupano le cariche più importanti lavorano ad inventare una Chiesa senza frontiere, nella quale tutti gli uomini, dispensati in anticipo dal rinunciare al mondo e a Satana, non tarderebbero a ritrovarsi nella libertà e nella fraternità. 
Dogmi, riti, gerarchia, persino ascesi, se ci si tiene, tutto sussisterebbe della Chiesa precedente, ma tutto sprovvisto delle dovute protezioni volute dal Signore e precisate dalla Tradizione e, per ciò stesso, tutto privato della linfa cattolica, cioè della grazia e della santità. 
Gli adepti delle confessioni religiose più eteroclite e anche coloro che rifiutano ogni confessione religiosa, non avrebbero allora difficoltà ad entrare in questa Chiesa, ma entrerebbero agevolmente in una Chiesa-miraggio. 

I guasti dello spirito umbro da Assisi in poi

Passa dall’Umbria il rapporto tra Renzi e il Vaticano

Passa dall’Umbria il rapporto fra il premier Matteo Renzi e il Vaticano.
vaticanoPassa per il tramite del vescovo della diocesi di Spoleto- Norcia Renato Boccardo, amico di vecchia data del leader del Partito Democratico. Un’amicizia che è nata negli anni un cui Boccardo era la guida spirituale dell’Agesci e Renzi stava negli scout. Prima di essere nominato vescovo della diocesi umbra monsignor Boccardo ha svolto un’intensa attività diplomatica presso la segreteria di stato vaticana al fianco del cardinale Angelo Sodano.
Boccardo ha curato personalmente l’organizzazione delle Giornate mondiali della Gioventù e molti dei viaggi di Giovanni Paolo II.

Piccoli bergogli di zizzania germogliano

Chi sono io per giudicare?

TEOLOGIA E ORTODOSSIA


Un numero della rivista Concilium per discutere (molto criticamente) di ortodossia
L’idea di questo numero di Concilium è affascinante: suggerisce l’ipotesi che l’ortodossia non sia necessaria. 
A partire dalla famosa frase di Papa Francesco sull’omosessualità: chi sono io per giudicare una persona, pronunciata in aereo di ritorno dal Brasile. I vari saggi del fascicolo percorrono in lungo e largo l’idea dell’ortodossia come si è stabilita nel corso di due millenni di cristianesimo e la necessità di fare spazio a qualcosa di radicalmente diverso.

Tango?

papato non rinunciabile

ORA PERFINO IL “CORRIERE” E MESSORI SCOPRONO CHE CI SONO DUE PAPI. RIPETENDO QUELLO CHE AVEVAMO SCRITTO NOI TRE MESI FA. MA FINGONO DI NON SAPERNE LE CONSEGUENZE (RITIRANO LA MANO DOPO AVER LANCIATO IL SASSO)

Ieri una pagina del “Corriere della sera” a firma Vittorio Messori (col titolo: “Ecco perché abbiamo davvero due papi”), ci ha fatto una rivelazione clamorosa: Benedetto XVI, rinunciando al suo mandato con certe particolari espressioni, ha lasciato “solo il suo potere di governo e di comando sulla Chiesa”. 

venerdì 30 maggio 2014

Dalla balena bianca, alla bandiera bianca (e rossa di vergogna no?)

Nel corso della presentazione alla Stampa estera del libro di Massimo Franco “Il Vaticano secondo Francesco”, Romano Prodi ha rilevato che le decisioni politiche su vita e famiglia non hanno dato risultati: bisogna richiamare i valori cristiani di fondo senza usare ’ i bastoni della legge e dell’imposizione’. All’uscita è poi tornato sul ‘Family day’ del 2007: “Una strumentalizzazione vergognosa, l’hanno fatto per far cadere il governo, nessuno era interessato alla famiglia”.

Kasperate fratres

Mito e realtà delle seconde nozze tra gli ortodossi

È opinione diffusa che le Chiese orientali ammettano un nuovo matrimonio dopo il divorzio e diano la comunione ai risposati. Ma non è così, spiega Nicola Bux. Solo il primo matrimonio è celebrato come un vero sacramento

di Sandro Magister
ROMA, 30 maggio 2014 – Sull'aereo di ritorno dalla Terra Santa, a papa Francesco è stato chiesto se "la Chiesa cattolica potrà imparare qualcosa dalle Chiese ortodosse" riguardo ai preti sposati e all'accettazione delle seconde nozze per i divorziati.

Sull'uno e sull'altro di questi punti il papa ha risposto in modo elusivo. Tutti però ricordano che cosa disse a proposito delle seconde nozze in una precedente intervista in aereo, nel viaggio di ritorno da Rio de Janeiro:

"Una parentesi: gli ortodossi seguono la teologia dell’economia, come la chiamano, e danno una seconda possibilità [di matrimonio], lo permettono. Credo che questo problema – chiudo la parentesi – si debba studiare nella cornice della pastorale matrimoniale".

A questa prassi delle Chiese d'oriente ha fatto riferimento anche il cardinale Walter Kasper nella sua relazione introduttiva al concistoro dello scorso febbraio, nella quale focalizzò la discussione in vista del sinodo sulla famiglia sulla questione della comunione ai divorziati risposati.
L'idea corrente è che nelle Chiese ortodosse si celebrino sacramentalmente le seconde e anche le terze nozze e si dia la comunione ai divorziati risposati.

Quando in realtà le cose non stanno affatto così.

Il BiPapa

Una Chiesa, due papi. Benedetto ha rinunciato a metà, chi è il vero pontefice?

ROMA - Una Chiesa, due papi: Benedetto rinuncia a metà, diarchia con Francesco. Esiste da un paio di millenni una Santa Romana Chiesa che, per la prima volta, conta due papi, due guide spirituali appaiate sullo stesso soglio pontificio. Ritornava sulla questione Alberto Messori sul Corriere della Sera (“Ratzinger non si è ritirato a vita privata. Ecco perché abbiamo davvero due Papi”), cui ha subito replicato oggi Antonio Socci su Libero Quotidiano.

La religione in pensione..!

La scomunica di Noi siamo chiesa, un problemino anche per Schönborn

Di chiedere perdono, Martha Heizer non ha la minima intenzione. La fondatrice e leader austriaca del Movimento progressista Noi siamo chiesa, scomunicata perché da tre anni ormai era solita celebrare assieme al marito “messe private” alla presenza di parenti, amici e parrocchiani, non ha voluto neppure accettare dalle mani del vescovo di Innsbruck il decreto che la condanna per aver aver commesso ciò che rientra nella categoria dei delicta graviora. Se all’inizio la professoressa di Religione in pensione si era detta scioccata per la decisione delle autorità romane, ora sullo scoramento prevale la rabbia.

Commissariata anche lei..!

BUENAS NOCHES, CRISTINA! - BERGOGLIO HA GIÀ SCELTO IL SUO FAVORITO PER LA PRESIDENZA ARGENTINA: È DANIEL SCIOLI, GOVERNATORE DI BUENOS AIRES...

DAGOREPORTdaniel scioli e cristina kirchner Non ci sono solo l'attico di Bertone e i soldi alla Lux di Bernabei a preoccupare papa Bergoglio. Da alcune settimane Francesco sta tenendo d'occhio la situazione politica dell'Argentina dove in autunno si voterà per la successione di Cristina Kirchner, la presidentessa al botulino,che governa da dicembre 2007 e non potrà partecipare alla competizio...
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/buenas-noches-cristina-bergoglio-ha-gia-scelto-suo-favorito-78115.htm

BERGOGLIO HA GIÀ SCELTO IL SUO FAVORITO PER LA PRESIDENZA ARGENTINA: È DANIEL SCIOLI

    daniel scioli e cristina kirchner
    DAGOREPORT
    Non ci sono solo l'attico di Bertone e i soldi alla Lux di Bernabei a preoccupare papa Bergoglio. Da alcune settimane Francesco sta tenendo d'occhio la situazione politica dell'Argentina dove in autunno si voterà per la successione di Cristina Kirchner, la presidentessa al botulino,che governa da dicembre 2007 e non potrà partecipare alla competizione.

    giovedì 29 maggio 2014

    L’ATEISMO CONCILIARE

    Per secoli  la dottrina cattolica venne insegnata come irreformabile. E tutto ciò per una sola, semplicissima ragione: perché la si sapeva di origine divina e non umana. Ma ora quel tempo è alle nostre spalle, e nessuno – dico nessuno – osa negarlo. Per usare il linguaggio degli antropologi, si potrebbe dire che la dottrina cattolica, per secoli e secoli, è stata tabù. Ma oggi, quasi si trattasse di superstiziose credenze di popoli primitivi, quel tabù non ha più nessun credito, meno che mai presso il moderno clero. Quindi, lo si può toccare, ritoccare, riformare come e quanto si vuole, a proprio piacimento; e lo si può perché, a differenza di ciò che si attardano a immaginare le sciocche credenze primitive, si ritiene che nessuna divinità vi sia posta a guardia.
    Già da questo si dovrebbe comprendere come il Concilio Vaticano II, riformando di fatto il dogma cattolico ad uso e consumo dell’uomo moderno, ha inteso deliberatamente sfidare la stessa autorità di Dio.

    Un baciamano di troppo

    Il ruolo unico e irripetibile del Papa, istituito da Cristo stesso. L’equivoco sempre più profondo del rapporto con gli Ebrei. Una legittima aspirazione alla pace può avere come prezzo la confusione dei fedeli?

    di Paolo Deotto

    zzzzzzvdr bcmnScrivo queste riflessioni come semplice fedele, come cattolico che, non foss’altro per ragioni anagrafiche, ha fatto in tempo a studiare il catechismo sul serio, né mi permetto di “giudicare il Papa”. Ma posso ben giudicare determinati gesti.
    Il baciamano da sempre è un gesto di sottomissione, di riconoscimento dell’autorità superiore della persona a cui baciamo la mano. Sorvolo sul baciamano che si usava un tempo fare alle signore e che alcuni, per fortuna, ancora usano. Il baciamano che alcuni inveterati cattolici tradizionalisti, come il sottoscritto, fanno al prete, è un segno di rispetto per quelle mani consacrate. Così, per inciso, mi è capitato più d’una volta di incontrare preti che hanno ritratto la mano, quasi con fastidio per il gesto evidentemente non gradito. Glissons.

    A ciascuno il suo priore .. o priora..

    La scomunica di Noi siamo chiesa, un problemino anche per Schönborn

    Di chiedere perdono, Martha Heizer non ha la minima intenzione. La fondatrice e leader austriaca del Movimento progressista Noi siamo chiesa, scomunicata perché da tre anni ormai era solita celebrare assieme al marito “messe private” alla presenza di parenti, amici e parrocchiani, non ha voluto neppure accettare dalle mani del vescovo di Innsbruck il decreto che la condanna per aver aver commesso ciò che rientra nella categoria dei delicta graviora.

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    La priorità e il sesso..( o sasso?)

    Enzino e il sesso


    Come ben sappiamo Bianchi Enzo è il tuttologo. Lui sa tutto di tutto e lo esprime con suadente
     fascinosa oratoria, con voce ruggente esprimendo contenuti non di rado simili a belati.
    Mancava nella nostra galleria una raccolta del suo sterminato sapere sempre profetico su un 
    argomento "caldo". Il sesso.
    Grazie ad un nostro valido e giovane collaboratore, del quale abbiamo già pubblicato alcuni 
    interessanti scritti, riproponiamo qui una interessante raccolto in merito a quest'enzino che non ti
     aspetti.
    Don Chisciotte.
    di  Gabriel L. -dottore in filologia moderna-

    L’ENZO CHE NON TI ASPETTI…

    Vedi Enzo Bianchi col suo sguardo severo e impassibile e ti immagini quale gran moralista dovrà essere,
    visto che si presenta pure come un monaco ; un temibile fustigatore dei vizi e un acceso avvocato 
    della dottrina morale cattolica, specie di quella sessuale. Più o meno è questa l’impressione.
    È davvero esatto un simile pregiudizio?

    Non placet

    I “preti” che parlano solo di divorzio e altri sassolini che il Papa s’è tolto

    Non è piaciuto al Papa che “tante persone, anche di chiesa, preti” abbiano  detto pubblicamente che il Sinodo straordinario sulla famiglia del prossimo ottobre è stato convocato per “dare la comunione ai divorziati”. Questi preti “sono andati proprio lì, a quel punto. E ho sentito come se tutto si riducesse a una casistica”, ha aggiunto il Pontefice gesuita. Francesco ha voluto chiarire la questione durante la conferenza stampa a bordo dell’aereo che lo riportava a Roma dopo il viaggio di tre giorni in Terra Santa. Bergoglio si riferiva a quei cardinali che s’erano mostrati perplessi per la “teologia in ginocchio” del cardinale Walter Kasper, che tra i molti interrogativi posti nella sua lunga relazione presentata agli eminentissimi convenuti a Roma, s’era domandato quale fosse la ragione per negare la comunione ai divorziati risposati se la chiesa, per loro, aveva già permesso la comunione spirituale. Teologi e matrimonialisti avevano ricordato che sul tema aveva chiaramente parlato san Giovanni Paolo II con la Familiaris Consortio e il cardinale Carlo Caffarra, su questo giornale, sottolineava che “la ragione per cui la chiesa non ammette i divorziati risposati all’eucaristia non è perché la chiesa presuma che tutti coloro che vivono in queste condizioni siano in peccato mortale”. Semmai, lo fa perché “il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quella unione di amore fra Cristo e la chiesa significata e attuata dall’eucaristia”. E sulla stessa linea avevano parlato anche i cardinali Velasio De Paolis, Raymond Leo Burke e Walter Brandmüller, per non parlare di quanto detto e ripetuto più volte in modo netto dal prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, il confermato (da Francesco) ed elevato alla porpora Gerhard Ludwig Müller. Proprio quest’ultimo aveva ricordato che “se il matrimonio è indissolubile come insegna la dottrina cattolica, esso non può essere sciolto”. C’è ben poco, dunque, da discutere, anche perché “al mistero di Dio appartengono, oltre alla misericordia, anche la santità e la giustizia; se si nascondono questi attributi di Dio e non si prende sul serio la realtà del peccato, non si può nemmeno mediare alle persone la sua misericordia”. E il Papa non vuole che il dibattito sinodale si fossilizzi solo sulla questione che comunque sembra essere la più divisiva: “Il problema della pastorale della famiglia è molto, molto, molto ampio. E si deve studiare caso per caso. Bisogna studiare le procedure di nullità matrimoniale, la fede con la quale una persona va al matrimonio e chiarire che i divorziati non sono scomunicati, e tante volte sono trattati come scomunicati”. Certo, ha aggiunto Francesco, il tema dei divorziati risposati sarà affrontato, “ma nell’insieme”.
    Tra le diverse domande che i giornalisti a bordo hanno rivolto al Papa, c’è stata anche quella relativa alla possibilità di rivedere le norme ecclesiastiche che regolano il celibato sacerdotale, tema tornato all’ordine del giorno dopo la lettera che ventisei compagne di preti hanno inviato al Papa chiedendogli un’udienza privata affinché “il grido rimasto per troppo tempo inespresso venga accolto e compreso”. Francesco ha ricordato che “non essendo un dogma di fede, la porta è sempre aperta” per rivedere il celibato dei presbiteri: “E’ una regola di vita che io apprezzo tanto e credo sia un dono per la chiesa”. Se in futuro si decidesse di cambiare la norma, non sarebbe tuttavia un dramma. Dopotutto, “la chiesa cattolica ha i preti sposati, no? I cattolici greci, i cattolici copti? Ci sono, nel rito orientale, i preti sposati”. Nessuna svolta, però, è dietro l’angolo: “Abbiamo cose più forti da intraprendere”, ha aggiunto il Papa, aggiungendo che il tema non è all’ordine del giorno neppure nelle conversazioni con “il fratello Bartolomeo”, patriarca ecumenico di Costantinopoli.
    A un mese dalla duplice canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II e in attesa della beatificazione già programmata per il 19 ottobre di Paolo VI, Francesco ha anche spiegato perché per Pio XII l’iter vada più a rilento: “La causa è aperta e io mi sono informato. Ma non c’è ancora nessun miracolo, e se non ci sono miracoli non può andare avanti. E’ ferma lì. Dobbiamo aspettare la realtà, e poi pensare di prendere delle decisioni. Ma la verità è questa: non c’è nessun miracolo ed è necessario almeno uno per la beatificazione. E io non posso pensare se lo farò beato o no”.