Continua la Marcia Trionfale (o la danza macabra?) : “Fratello gay – Sorella divorziata” “La Sacra Scrittura e la pratica tradizionale della Chiesa vedono nelle famiglie numerose un segno della benedizione divina e della generosità dei genitori.”
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n.2373)
“Le famiglie numerose sono le aiuole più splendide del giardino della Chiesa, nelle quali, come su terreno favorevole, fiorisce la letizia e matura la santità. Più volte, e non a torto, si è voluto mettere in risalto la prerogativa delle famiglie numerose nell’essere culle di Santi; si citano, tra tante, quella di San Luigi Re di Francia composta da dieci figli, di Santa Caterina da Siena da venticinque, di San Roberto Bellarmino da dodici, di San Pio X da dieci.”
(Venerabile Pio XII, 20 gennaio 1958)
“…tanti figli: questa è anche una prova della fede, della fede in Dio. Se oggi viviamo questa grande crisi demografica, crisi della famiglia, crisi della paternità, crisi della maternità, è proprio una conseguenza della mancanza della fede in Dio.”
(San Giovanni Paolo II, 4 maggio 1986)
“Come dovremmo, se amassimo la Chiesa, temere lo scandalo degli umili, lo smarrimento del popolo, lo sgomento di quanti non sanno più riconoscere il volto della Madre nelle novità che predichiamo e sollecitiamo nella vita e disciplina della Chiesa”
(Don Divo Barsotti)
-Le citazioni riportate sopra sono state riprese dalla pagina ufficiale di face book di Antonio Socci.
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di Pucci Cipriani
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I grandi mezzi di comunicazione, i quotidiani, i settimanali, le televisioni – per la maggior parte appartenenti al mondo “liberal” e radicale – sono uniti da tempo in un coro di “Osanna”, accompagnati da un suonar di trombe, trombette, grancasse, tamburi, timpani, clarinetti, pifferi, violini e…tromboni…sì sono proprio i vecchi tromboni che guidano il coro di encomi solenni, evviva, eia eia – alalà, all’indirizzo del “vescovo di Roma” che, contento, disinvolto, rubizzo e pieno di salute, incassa gli applausi e i cori da stadio e si getta, a pesce, tra la folla, a cercar bambini da accarezzare, ammalati da baciare, studentelli brufolosi ai quali firmare l’ingessatura, e intanto si fa scattare foto ricordo…poi riparte a incontrare i turisti che gli porgono l’Erba Mate e se la beve mettendo la rotondità delle sue labbra sulla cannula…dove altri già avevano messo la loro bocca . Getta al vento lo zuccotto e si fa mettere in capo, da una selva di mani che si levano dalla folla, una serie di cappellini di varie fogge o, tanto per far contenti genitori e bambini, che glielo porgono, si mette il naso rosso da clown…poi via, a razzo, presso la locanda “Santa Marta” a telefonare, novello “Signor Pietro”.
“Le famiglie numerose sono le aiuole più splendide del giardino della Chiesa, nelle quali, come su terreno favorevole, fiorisce la letizia e matura la santità. Più volte, e non a torto, si è voluto mettere in risalto la prerogativa delle famiglie numerose nell’essere culle di Santi; si citano, tra tante, quella di San Luigi Re di Francia composta da dieci figli, di Santa Caterina da Siena da venticinque, di San Roberto Bellarmino da dodici, di San Pio X da dieci.”
(Venerabile Pio XII, 20 gennaio 1958)
“…tanti figli: questa è anche una prova della fede, della fede in Dio. Se oggi viviamo questa grande crisi demografica, crisi della famiglia, crisi della paternità, crisi della maternità, è proprio una conseguenza della mancanza della fede in Dio.”
(San Giovanni Paolo II, 4 maggio 1986)
“Come dovremmo, se amassimo la Chiesa, temere lo scandalo degli umili, lo smarrimento del popolo, lo sgomento di quanti non sanno più riconoscere il volto della Madre nelle novità che predichiamo e sollecitiamo nella vita e disciplina della Chiesa”
(Don Divo Barsotti)
-Le citazioni riportate sopra sono state riprese dalla pagina ufficiale di face book di Antonio Socci.
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di Pucci Cipriani
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I grandi mezzi di comunicazione, i quotidiani, i settimanali, le televisioni – per la maggior parte appartenenti al mondo “liberal” e radicale – sono uniti da tempo in un coro di “Osanna”, accompagnati da un suonar di trombe, trombette, grancasse, tamburi, timpani, clarinetti, pifferi, violini e…tromboni…sì sono proprio i vecchi tromboni che guidano il coro di encomi solenni, evviva, eia eia – alalà, all’indirizzo del “vescovo di Roma” che, contento, disinvolto, rubizzo e pieno di salute, incassa gli applausi e i cori da stadio e si getta, a pesce, tra la folla, a cercar bambini da accarezzare, ammalati da baciare, studentelli brufolosi ai quali firmare l’ingessatura, e intanto si fa scattare foto ricordo…poi riparte a incontrare i turisti che gli porgono l’Erba Mate e se la beve mettendo la rotondità delle sue labbra sulla cannula…dove altri già avevano messo la loro bocca . Getta al vento lo zuccotto e si fa mettere in capo, da una selva di mani che si levano dalla folla, una serie di cappellini di varie fogge o, tanto per far contenti genitori e bambini, che glielo porgono, si mette il naso rosso da clown…poi via, a razzo, presso la locanda “Santa Marta” a telefonare, novello “Signor Pietro”.