ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 22 aprile 2015

Mina vagante..?

Cardinale Burke risponde alle critiche recenti

Il Cardinale Raymond Leo Burke, 66, è turbato dalla campagna negativa che è stata condotta contro di lui. Ordinato vescovo da Papa Giovanni Paolo II, nel 1995, l'esperto rispettato in diritto canonico è stato chiamato a Roma da Papa Benedetto XVI nel 2008 come Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica prima di essere nominato cardinale nel 2010. 
Negli ultimi mesi, i critici lo hanno descritto come un "fanatico ultraconservatore", "anti-conciliare", "in cospirazione contro il Papa" e anche pronto per una scissione se dovesse il prossimo Sinodo famiglia aprire cambiamenti indesiderati.

Laurent un altro Charlie?

Icona rubrica

Cattolico praticante Laurent Stefanini?

di Camillo Langone | 23 Aprile 2015 ore 06:17
Cattolico praticante Laurent Stefanini? Dubito che l'aspirante ambasciatore francese presso la Santa Sede meriti questa definizione che pure i giornali gli assegnano con la depensante disinvoltura loro propria. E non perché omosessuale: non sono sicuro si possa ricevere la comunione (grazie a Dio non faccio il confessore) ma essere sodomiti praticanti e cattolici praticanti credo si possa. Dubito che Stefanini sia cattolico perché è consapevole strumento dell'aggressione dello Stato francese alla Chiesa.

Schermaglie o controsiluri?

Il Successore di Pietro ha bisogno di «strutturazioni teologiche»?

Al Vescovo di Roma «non manca niente per “dire” la fede della Chiesa». La Curia romana è «strumentale e vicaria» rispetto al suo ministero. E il Papa, in quanto Papa, non appartiene a nessuna “Scuola” teologica particolare». Padre Benoît-Dominique de La Soujeole OP, professore di Teologia dogmatica a Friburgo, ripropone alcune distinzioni essenziali che la Chiesa cattolica riconosce e custodisce in merito alle relazioni tra teologia, dottrina e magistero

In una recente intervista a La Croix il cardinale Gerhard Ludwig Müller, in qualità di Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha indicato tra le incombenze che lo impegnano ex officio anche la mission di «strutturare teologicamente» il pontificato di Papa Francesco, visto che l’attuale Successore di Pietro non è un teologo di professione. Prendendo spunto dalle considerazioni del Prefetto dell’ex Sant’Uffizio, Vatican Insider ha rivolto alcune domande a padre Benoît-Dominique de La Soujeole OP riguardo ai compiti della Congregazione per la dottrina della fede e a quello che la Tradizione della Chiesa insegna in merito al rapporto tra teologia, dottrina e magistero. Nelle risposte del professore domenicano vengono riproposti con semplicità e chiarezza alcuni dati “fondamentali” che spesso sembrano eclissarsi nelle performaces dei numerosi “santi Uffizi virtuali” mobilitati nella blogosfera.

La felicità ?

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Bergoglio, hai torto

Certo che sono uomini e donne come noi, e guai a chi non mostra pietà (ce n'è, di gente inumana), ma questo non significa che la loro ricerca di felicità corrisponda ad una felicità reale QUI.
Qui da noi non c'è alcuna felicità. C'è solo un po' meno fame, e molta più alienazione sociale e angoscia esistenziale. Il problema non è tanto la buona fede e la legittima volontà di chi reagisce all’impoverimento emigrando. E’ la logica schiavistica di cui i disperati si fanno strumento.
DI  - 21 APRILE 2015

Martirio o rissa?

Martirio o rissa? I due linguaggi del papa e del monsignore

stefano
Prima dell’alba le due letture di papa Francesco sono la Bibbia e il giornale. Un classico. Che poi riversa, di prima mattina, nelle sue omelie nella cappella di Casa Santa Marta.
Ne è prova l’accorata e informata rassegna che Francesco ha fatto degli ultimi martiri di cui ha avuto notizia, “assassinati perché cristiani” nei giorni precedenti questa sua omelia di martedì 21 aprile, proprio come accadde al primo dei martiri, Stefano, lapidato a morte “da quelli che credevano di dare gloria a Dio”:
“In questi giorni, quanti Stefani ci sono nel mondo! Pensiamo ai nostri fratelli sgozzati sulla spiaggia della Libia; pensiamo a quel ragazzino bruciato vivo dai compagni perché cristiano; pensiamo a quei migranti che in alto mare sono buttati in mare dagli altri, perché cristiani; pensiamo – l’altro ieri – a quegli etiopi, assassinati perché cristiani… e tanti altri. E tanti altri che noi non sappiamo, che soffrono nelle carceri, perché cristiani… Oggi la Chiesa è Chiesa di martiri: loro soffrono, loro danno la vita e noi riceviamo la benedizione di Dio per la loro testimonianza”.
Così papa Francesco. Ma è difficile ascoltare giudizi altrettanto netti da parte di altri uomini di Chiesa. La pavidità del “politicamente corretto” dilaga proprio tra quelli che sono a lui più vicini e si fanno forti del mandato papale per esibire un’autorevolezza che non hanno.
Ecco che cosa ha dichiarato il 17 aprile alla Radio Vaticana il segretario generale della conferenza episcopale italiana Nunzio Galantino, creatura del papa e suo “commissario” nella CEI, a proposito dei dodici immigrati cristiani gettati in mare perché non invocavano Allah ma il Dio di Gesù Cristo:
“C’era da aspettarselo. Alcuni discorsi che finora erano stati tenuti sul piano ideologico e l’ideologia andava ad alimentare alcuni comportamenti tenuti da elementi più o meno strutturati, più o meno tenuti insieme da gruppi, da associazioni, da clan; adesso questo tipo di discorso di rivendicazione, questo tipo di contrapposizione purtroppo basata sulla religione ma che con la religione non ha niente a che fare, viene speso a livelli spiccioli e di contrasti individuali. Ecco questo, secondo me, rappresenta un passo avanti nell’imbarbarimento, nella strumentalizzazione della religione. Quando gente che vive la stessa situazione di difficoltà, qual è quella di coloro i quali stanno su un barcone e tentano di raggiungere un posto che dovrebbe essere di speranza, addirittura strumentalizzano l’esperienza religiosa e il credo religioso per dover far prevaler il proprio pensiero, la propria situazione, vuol dire che sono stati interiorizzati certi ragionamenti”.
Ed ecco come ha ridetto le stesse cose, sempre monsignor Galantino, a “La Stampa” del 18 aprile, con costrutto meno sconclusionato:
“Bisogna innanzitutto capire bene lo svolgimento dei fatti e non attribuire a questa tragedia significati che potrebbe anche non avere. Quando ci sono persone stipate per giorni nei barconi, in condizioni così precarie, ogni minima lite o risentimento può far scatenare atteggiamenti imprevedibili… Cercare di capire non significa sottovalutare la situazione generale dei cristiani, che si sta aggravando, come purtroppo quotidianamente vediamo. Significa soltanto essere prudenti prima di iscrivere subito il fatto terribile che è accaduto nell’ambito di una guerra di religione. Siamo di fronte a un imbarbarimento e alla strumentalizzazione della religione. Certi discorsi che strumentalizzano la religione si trasferiscono a livello di comportamenti individuali. Se persone disperate che si trovano nella precarietà di un attraversamento del mare arrivano a compiere questi gesti, significa che certe idee sono state interiorizzate”.

di Sandro Magister


Perché nessuno li abitua più!?


Sempre più cremazioni, ma ora la Chiesa pare correre ai ripari


camposantoE’ stata diffusa a fine marzo e subito ha fatto rumore la nota, con cui il consiglio permanente della Cei ha preannunciato come imminente la messa a punto da parte della Commissione Episcopale per la Liturgia di una lettera pastorale avente per oggetto la cremazione, fenomeno purtroppo in crescita grazie anche al «grande sforzo pubblicitario delle agenzie funebri che gestiscono queste pratiche», come ha precisato la stessa Conferenza episcopale. In effetti, il problema esiste ed i fedeli sembrano troppo sbadati o superficiali in merito.

È questa la strada che vogliamo seguire?

Dietro il “buonismo” idiota c’è il disegno d’un totalitarismo destabilizzatore

Il “buonismo”, la filosofia oggi universalmente sovrana e l’unica politicamente corretta, non è soltanto un atteggiamento sbagliato e irresponsabile nei confronti della vita, degli altri e di se stessi, vale a dire un atteggiamento degno di un perfetto idiota: è qualcosa di più, e di peggio. Dietro il buonismo all’ingrosso, dietro il permissivismo, il perdono facile, l’indulgenza a un tanto il chilo, verso tutto e verso tutti (ma specialmente verso quelli che rappresentano, per una ragione o per l’altra, un referente e un simbolo ideologico, tali da confermare gli schemi mentali del buonista ad oltranza), c’è qualcosa di più della semplice ingenuità o della semplice stupidità: c’è un disegno raffinato e tenebroso, curato fin nei dettagli, da parte di quelle centrali occulte del potere mondiale, finanziarie in primissimo luogo, le quali, ormai da molto tempo, si servono di ogni mezzo possibile e immaginabile, restando però nell’ombra, per condizionare, manipolare, stravolgere, il senso comune delle persone e per sovvertire i fondamentali etici e spirituali sopra i quali riposa la stessa possibilità di una civile convivenza fra i cittadini, fra i popoli e le culture.

Tempi strani?

Dio mai permette che l’uomo venga tentato sopra le sue forze


La modernità nel folle tentativo di valorizzare l’uomo fino a costituirlo unica ragione di se stesso, lo ha reso solamente vittima di una serie infinita di condizionamenti che lo imprigionano e lo opprimono. Ben altra è la realtà dell’essere umano nella luce della Verità cattolica che dichiara l’uomo sostanzialmente libero anche nelle più grandi prove e tentazioni.

I nostri tempi sono strani... anche se fino ad un certo punto, perché, con un po’ di sale in zucca, è possibile individuare una logica in questa “stranezza”. Dicevo: sono tempi strani i nostri, tempi in cui da una parte si vogliono valorizzare le scelte individuali a tal punto da ritenere che ogni desiderio, perché desiderio, debba necessariamente trasformarsi in diritto; dall’altra si è sempre più convinti che l’uomo sia totalmente condizionato (anzi: determinato) da fattori esterni, i più disparati: genetici, neurologici, biologici, sociali, ecc... Insomma, da una parte l’uomo sarebbe un sovrano incontrastato e incontrastabile della propria esistenza e del proprio destino, dall’altra non più che un automa costretto ad assecondare impulsi costringenti e opprimenti. 

martedì 21 aprile 2015

Rachitici si diventa..



Ragione e Fede secondo i modernisti


Il rachitismo  intellettuale del kantismo adottato dai modernisti
Il modernismo è quella corrente di pensiero, interna alla Chiesa cattolica, che disprezza la cristallina intelligenza del sacro deposito per lasciarsi infiltrare da tutte le novità del pensiero moderno nell’illusione che esso abbia ancora dei valori.
Eccettuata la Tradizione, il modernismo, infatti, non rifiuta nessun contributo da nessuno. Questi traffici, colpevoli e illeciti per un credente, in corso da oltre un secolo, hanno trasformato la fede cattolica, non superficialmente, ma in profondità, manomettendo alla radice il suo rapporto con la ragione.

La "ricerca della felicità”

A proposito dell’ultima tragedia in mare… Cito solo lo straniante concetto di “ricerca della felicità” applicato da papa Francesco ai poveretti morti nel naufragio. Concetto straziante, perché tremendamente, terribilmente, impietosamente umano. Concetto estraneo a una visione cristiana della vita e della morte, ma così caro al mondo.

Martedì 21 aprile 2015

E’ pervenuta in Redazione:

Carissimo Alessandro Gnocchi,
vorrei porle una domanda molto semplice che, temo, richieda di una risposta complessa. La domanda è questa: perché oggi i cattolici non hanno più nulla di cattolico da dire su quanto accade nel mondo? Prendo spunto dall’ultimo naufragio del barcone carico di quelli che si continua a chiamare “migranti” ma in realtà non si sa bene che cosa siano, avvenuto nei giorni scorsi nel canale di Sicilia. Ecco, prendo spunto da questa tragedia e penso alle banalità uscite dalla bocca di tanti, troppi cattolici che non fanno che ripetere quanto dicono gli altri. Ma potrei prendere spunto da infiniti altri esempi. Mi dica lei dove sta la ragione di tutto questo, di questa rinuncia a dire qualcosa di vero su quanto accade nel mondo.
Grazie per l’attenzione.
Marcello Lorenzetti

Teopolitica:1 like e 1 no


Il Papa, gli Armeni e la Turchia.

Molti giornali hanno presentato la dichiarazione sul genocidio armeno come la “Ratisbona di Francesco”, alcuni sottintendendo con compiacimento che è la prima “scivolata” di questo pontificato, altri per dire che, al di là delle caratteristiche personali del Papa, la geopolitica vaticana non cambia e non può che essere antislamica. Una lettura totalmente sbagliata e fuorviante che si ferma alle somiglianze superficiali delle cose.
Il discorso di Benedetto XVI ebbe carattere essenzialmente dottrinale (come era nel carattere del suo pontificato e come dimostra il fatto che affidava il suo giudizio sull’Islam alla citazione di un teologo del Quattrocento) e non è separabile dalla sua visione essenzialmente eurocentrica; Francesco, al contrario, è un papa eminentemente politico, come dimostra il fatto che non ha citato un teologo di se secoli fa, ma è andato dritto all’obiettivo tirando in ballo una delle questioni più scottanti del Novecento, e non è affatto eurocentrico ma portatore di una strategia globale.
Ratzinger fu sorpreso dalle reazioni politiche al suo discorso, Bergoglio non solo se le attendeva, ma le voleva e proprio di questo tenore. Ed allora, come leggere la sua sortita?
In primo luogo, questa dichiarazione fa seguito a diverse denunce dei massacri di cristiani in paesi islamici, fatte in queste settimane. Chi pensava che il Papa avrebbe assistito inerte a questi eccidi, si sbagliava: il Papa, come suo dovere, assume la difesa del suo popolo e non lo fa solo con generiche denunce o vaghe esortazioni, ma –questo è il senso dell’uscita sugli armeni- con operazioni apertamente politiche con obiettivi precisi. E il seguito dei fatti gli dà ragione: la Ue, finalmente, si è decisa a riconoscere il genocidio armeno, uno dei paesi più filo-turchi, l’Italia, è messo con le spalle al muro e deve prendere le distanze dalle reazioni del governo turco che è pienamente cascato nella trappola tesagli.
Conclusione: di ingresso di Ankara nella Ue non ne parliamo più almeno per un po’ di anni. Sarebbe stato sbagliato ammettere nella Ue una Turchia islamica, per quanto laica e Kemalista, ma di una Turchia fondamentalista ed ottomana di Erdogan non è neppure il caso di adombrare l’ipotesi. E il valente premier turco, tanto per smentire il suo razzismo nei confronti degli armeni, non trova di meglio da dire che lui potrebbe espellere i centomila armeni non cittadini turchi, che sono nel suo paese. Uno così non può entrare nemmeno nella portineria della Ue.
E questo è un assist indiretto anche alle opposizioni turche in vista delle elezioni: Erdogan porta all’isolamento internazionale del paese. Anche l’esercito ha di che meditare su questa svolta neo ottomana dell’attuale premier.
Ma perché prendersela proprio con la Turchia? Al di là delle ragioni di fondo per cui il Vaticano, pur propenso al dialogo con l’Islam, non vede di buon occhio l’ingresso della Turchia nella Ue, ci sono motivi contingenti che hanno spinto in questo senso. Diciamocela: la Turchia la sta facendo sporca con l’Isis. Da dove passano le armi, i rifornimenti, i foreign fighters diretti al Califfato? E da dove passano i flussi petroliferi che partono dallo Stato Islamico? Poi, la nozione di Califfato non sembra dispiacere molto ad Ankara, anzi… Ed allora, la sortita del Papa serve anche a puntare i riflettori sulla sostanziale slealtà di questo “alleato” dell’Europa (degli Usa), mentre le cancellerie di tutta Europa fanno finta di non vedere e di non sentire.
D’altro canto, questo non è stato un fulmine a ciel sereno: anche nel suo recente viaggio in Turchia, Bergoglio non aveva perso l’occasione di mandare segnali molto irritanti per il governo turco e, adesso, è arrivato un potente ceffone in pieno viso.
Quanto mi piace questo Papa!

Aldo Giannuli

Genocidio armeni, il Gran Mufti turco contro il papa

Le parole di Francesco definite «immorali». Il 24 aprile prima cerimonia commemorativa a Istanbul per il centenario del massacro.

Dopo la condanna del presidente Erdogan, anche il Gran Mufti turco Mehmet Gormez ha criticato papa Francesco per le sue parole sul genocidio armeno del 1915-16, che secondo quanto riferito dalla stampa di Ankara ha definito «immorali». 
Ankara ha infatti reagito duramente al riconoscimento del genocidio da parte del pontefice e ha richiamato per consultazioni il suo ambasciatore in Vaticano. «Considero la dichiarazione del papa immorale, e non posso collegarla con i valori di base del Cristianesimo», ha detto Gormez, citato da Zaman online.
LA TURCHIA NEGA IL GENOCIDIO. La Turchia continua a negare che i massacri di centinaia di migliaia di cristiani armeni negli ultimi anni dell'impero ottomano siano stati un genocidio. Venerdì sono previste a Erevan, capitale dell'Armenia, importanti commemorazioni per il primio centenario dell'inizio del genocidio armeno.
CENTESIMO ANNIVERSARIO IL 24 APRILE. Il 24 aprile, in occasione del centesimo anniversario del massacro, per la prima volta a Istanbul si terrà una cerimonia commemorativa. Lo ha annunciato il primo ministro turco Ahmet Davutoglu. Davutoglu - ha riportato la Bbc - ha anche dichiarato che il Paese «condividerà il dolore» degli armeni. Il premier ha però nuovamente rifiutato di usare la parola «genocidio» per descrivere quanto accaduto un secolo fa.

Dal Don alla Donna..( o Donessa?)

Rivoluzione nella Chiesa in immagini

Foto della settimana

Donna sacerdote in Nova Iguacu 1

Di fatto il sacerdozio femminile viene anticipato in Brasile

Con il pretesto della mancanza di sacerdoti, le donne sono sempre più assumendo il ruolo riservato ai sacerdoti in molti luoghi in Brasile. È il caso, per esempio, di Viviane dos Santos, al di sopra , che è ufficialmente incaricata nelle funzioni di lettura del Vangelo e di fare la predica quando il sacerdote è assente. 

Misericordia non kasperiana

Padre Pio e il professore di filosofia

Un uomo, con i gomiti poggiati sul balcone e la testa fra le mani, era da tempo in sacrestia. Io gli ero a fianco, pregando.
Appena ritto, gli domandai: «Non ti senti bene?». «No! Sto bene, grazie!», rispose prontamente.
 «Se ti posso essere utile, ritienimi a tua disposizione», replicai.
Dopo un grosso respiro, disse: «Padre Pio mi ha cacciato dalla confessione perché non voglio figli. Sono professore di filosofia. A parte la mancanza di volontà di mettere al mondo altri figli, non ritengo giusto che la Chiesa o Cristo mi vengano a regolare i fatti miei in casa mia e, tanto meno, mi va giù di accettare un modo di fare così duro di un frate dal quale son venuto a trovare un po’ di pace. Sono sorpreso per l’incomprensione e la durezza di Padre Pio nei miei confronti».

La goffa espressione


Se anche nella Chiesa i principi sono negoziabili                                                                        Principi non negoziabili: Giuseppe Angelini, preside della Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, nel numero di Teologia appena pubblicato, ha detto che si tratta di una «goffa espressione». Del resto, nel numero precedente della stessa rivista, veniva mossa una serie di osservazioni critiche da cui si salvava ben poco. Ma è accettabile?

Un disastro preannunciato da anni

Terremoto tra i gesuiti, al Pontificio Istituto Orientale


Esautorati dal generale della Compagnia di Gesù il rettore, il vicerettore e i due decani. L'islamologo Samir Khalil Samir nuovo reggente provvisorio. Un disastro preannunciato da anni
ROMA, 21 aprile 2015 – La scorsa settimana il Pontificio Istituto Orientale ha pianto la misteriosa scomparsa di un suo docente, padre Lanfranco Rossi, trovato senza vita in una campagna poco lontano da Roma.

Ma sempre la scorsa settimana ha investito l'istituto anche un verro e proprio terremoto istituzionale, con l'esautorazione dell'intero suo corpo dirigente.

La notifica del provvedimento, firmata dal preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Adolfo Nicolás Pachón, vice gran cancelliere dell'istituto, è rimasta affissa sull'albo solo per un giorno. Ma tanti hanno potuto leggerla e sapere.

lunedì 20 aprile 2015

Viso Domino

Ancora una riflessione pasquale: il sorgere della fede nei discepoli  

di Carla D’Agostino Ungaretti

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Gavisi sunt ergo discipuli, viso Domino” (Gv 20, 20).
 In questo periodo pasquale vorrei continuare la riflessione che ho iniziato pochi giorni fa sulla Resurrezione di Gesù, con particolare riferimento al Cap. 20 del Vangelo secondo Giovanni, che presenta un quadro affascinante della fede vissuta, e al modo in cui l’Evangelista descrive l’impatto che questo evento cardine della fede cristiana ebbe sui fortunati personaggi che ne furono diretti testimoni.

Ci paga la jizah

Isis avanza e la Chiesa condanna (con qualche precisazione)




O si paga la jizah, l’antica tassa per la protezione dei cristiani che perfino l’Impero ottomano declinante aveva mandato in soffitta, o si viene uccisi. E’ la sintesi del filmato, ventinove minuti in tutto, che Al Furqan Media ha messo in rete per spiegare cosa tocca ai cristiani se non accettano la “vera fede”. La prospettiva, come detto, è quella di finire come i ventotto etiopi, la cui esecuzione chiude il video. Alcuni decapitati, altri colpiti con arma da fuoco alla nuca. Nel filmato compare anche un’istantanea di Benedetto XVI rivestito dei paramenti sacri.

Grimaldelli cercansi?

La strategia di Bergoglio contro chi non vuole il cambiamento

Il parroco del Vaticano, il vescovo di Roma, si è trasformato, con l’indizione del giubileo della misericordia, in Francesco I, è insomma tornato papa a tutti gli effetti. Il tempo dirà se si tratta di una parentesi di metodo necessaria oppure se siamo di fronte, come sembra probabile, a una svolta nel pontificato di Bergoglio.
D’altro canto qualcosa nella grande riforma proposta dal pontefice alla chiesa si è inceppato, il processo avviato mostra segni di cedimento, le opposizioni interne resistono.

Solo stress da lavoro?

“REPUBBLICA” OFFRE A TARCISIO BERTONE UN’INTERVISTA AUTOPULENTE IN CUI L’EX SEGRETARIO DI STATO ELOGIA RATZINGER, SMINUISCE BERGOGLIO E L’UNICO MEA CULPA CHE FA È SUL CUMULO DEGLI INCARICHI: “FORSE NE HO ACCETTATI TROPPI, IOR COMPRESO”

Bertone ammette: “È difficile rifiutare gli incarichi ai quali si è chiamati, anche se a volte si sovrappongono con pesantezza. Però, col senno di poi non accetterei il cumulo di tanti incarichi, per esempio quello di presidente della commissione cardinalizia di vigilanza dello Ior, per l’impatto di problemi che mi sono trovato ad affrontare”…

Prima della venuta di Cristo..

“DAL CAMPO”, SUL TERRITORIO. Familiari (tradizionalmente) sì, familisti (borghesemente e comunque angustamente) no


«Questa è la vittoria che vince il mondo: la nostra fede». (Dalla Prima Lettera dell’Apostolo prediletto del Signore. A questo basilare riguardo, abbiamo tutti le idee chiare?)

«Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il “mistero di iniquità” sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne». (Dal nuovoCatechismo della Chiesa Cattolica)

«A che serve sapere che l’account twitter del Papa è seguito da centinaia di migliaia di persone se gli uomini non cambiano concretamente le loro vite? […] Di fronte all’ondata di soggettivismo che sembra travolgere il mondo, gli uomini di Chiesa devono guardarsi dal negare la realtà [e invece] la Chiesa deve ritrovare una visione. […] Nessuno, nemmeno il Papa, può demolire o cambiare l’insegnamento di Cristo. Nessuno, nemmeno il Papa, può opporre la pastorale alla dottrina. Sarebbe ribellarsi contro Gesù Cristo e il Suo insegnamento. […] 

Discepoli dell’errore

Il nostro parere su Alleanza Cattolica

Alcune e_mail giunte in Redazione ci chiedono un nostro parere su Alleanza Cattolica.
Quello che possiamo dire è che conosciamo alcune persone (poche) che fanno parte di tale associazione e che stimiamo in quanto siamo certi siano persone per bene; ne conosciamo altre (troppe) che invece non mancano di dare prova di un intelletto volontariamente accecato in questioni dottrinali e liturgiche, con ciò seguendo un modus operandi pernicioso e assai ambiguo nelle questioni che contano; un modus operandi che pare essere divenuto il marchio di fabbrica di AC. 
La nostra posizione non si basa sul sentito dire ma dall'aver sperimentato in prima persona e visto con i nostri occhi la posizione e l'atteggiamento di questa associazione i cui iscritti, abbiamo sempre notato, nutrono una sorta di curiosa venerazione per il prof. Introvigne, guru di un'associazione che ci ha dato spesso l'impressione di essere più che altro una sorta di movimento stile testimoni di Geova.

Diritto di critica

Il garantismo alterno del card. Bagnasco

Abbiamo il diritto di criticare la Chiesa quando pensiamo che i suoi interventi rasentano la faziosità ideologica
bagnascoPREMESSA NECESSARIA
La cultura liberale non si scandalizza se la Chiesa entra a gamba tesa nella politica italiana, perché riconosce il ruolo pubblico della religione e non la relega ad una questione privata (come vorrebbero i laicisti). La Chiesa è realtà storica complessa, portatrice di un Annuncio che attraversa la vita degli uomini e il destino del mondo da oltre duemila anni. Per il credente essa è “corpo mistico” ma, nello stesso tempo, fondante realtà sociale che forma la nostra identità; non è solo un suo diritto intervenire ma addirittura un suo dovere per il ruolo che rappresenta e il peso di responsabilità che le compete.

domenica 19 aprile 2015

Solo una fiction?

Sarà Papa Francesco A Rompere la Chiesa?

Le scelte del nuovo papa mescolano grandi speranze fra i cattolici liberali e intensa incertezza tra i conservatori. Profonde divisioni possono trovarsi davanti.


Edward Kinsella III
Nel 1979, a quasi un anno nel pontificato di Giovanni Paolo II, un romanzo intitolato Il Vicario di Cristo é rimasto per 13 settimane nella New York Times best-seller. Il lavoro di un giurista di Princeton, Walter F. Murphy, ha caratterizzato un papabile improbabile nome Declan Walsh-prima un eroe di guerra, poi giudice della  Corte Suprema degli Stati Uniti, e poi (dopo una relazione e la morte prematura della moglie) un monaco -che è convocato al trono di San Pietro da un punto morto di un conclave disperato.
Una volta eletto, Walsh prende il nome di Francesco,  Francis, -e imposta su come usare la carica in modo straordinario.

Chi sono loro che giudicano..!

Diocesi di San Francisco. Quando i suonatori finiscono suonati

appello
Negli Stati Uniti è diventato un caso nazionale l’appello pubblicato a pagamento giovedì 16 aprile su un’intera pagina del “San Francisco Chronicle”, con la richiesta a papa Francesco di cacciare l’arcivescovo della città, Salvatore Cordileone.
L’accusa rivolta all’arcivescovo dai firmatari dell’appello è di contraddire il “Chi sono io per giudicare?” detto dal papa, avendo egli ricordato agli insegnanti delle scuole cattoliche della diocesi – con un’ordinanza dello scorso 4 febbraio – l’elementare dovere di attenersi nelle parole e nei fatti alla dottrina della Chiesa in materia di vita, famiglia, sessualità.

E la vacche volano..

CHI PERSEGUITA I CRISTIANI? 

Cristiani Perseguitati. Vediamo da chi (di Maurizio Blondet) #Blondet

Nota di Rischio Calcolato: della serie Isis i cattivissimi tagliagole mussulmani, 100% made in Corano…. come no. E la vacche volano. Poi per carità ognuno fa propaganda per la propria parrocchia, vero?


Dall’inerzia alla frenesia. I cristiani sono perseguitati, ha detto il Papa, che è simpatico ai media, e allora tutti i media si son messi l’elmetto. Prima, non se n’erano accorti. E danno gran risalto ai politici: «l’opzione militare», dice Gentiloni, è possibile per proteggere i cristiani perseguitati dal Califfato ed altri islamisti. Anche l’opinione pubblica, o meglio «la ggente» se devo giudicare dai tweet ed altri messaggi istantanei che arrivano a Radio Rai, Radio 24 eccetera, sono tutti di colpo per la crociata. Bisogna intervenire, proteggere, ripetono migliaia di persone che fino a ieri manco sapevano di avere le famose «radici cristiane».

Se ne accorgerà il valdesofilo?


ECCE HOMO

Oggi, 19 aprile, si inaugura nel Duomo di Torino l'ostensione della Sacra Sindone, in occasione del bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco. L'ostensione durerà fino al 24 giugno e tre giorni prima della chiusura si recherà in pellegrinaggio a Torino anche papa Francesco. Per fare il punto sugli studi scientifici sul Sacro Lino e ricordare il significato che riveste per i fedeli, pubblichiamo l'articolo della sindonologa Emanuela Marinelli contenuto nel dossier dedicato alla Sindone del mensile Il Timone (per chiedere una copia clicca qui).
La Sindone
Il reperto archeologico più studiato al mondo, la più preziosa reliquia della Cristianità: stiamo parlando della Sacra Sindone, il venerato lenzuolo che sarà di nuovo esposto nel Duomo di Torino da domenica 19 aprile a mercoledì 24 giugno, nel bicentenario della nascita di san Giovanni Bosco.

Te rogamus, audi nos

Il batterio Xylella: una punizione di Dio per i peccati dell'uomo?

Ricevuto quest'articolo, volentieri lo pubblichiamo.

IL BATTERIO XYLELLA: PUNIZIONE DI DIO PER I PECCATI DELL’UOMO?

Da un paio di anni nella zona del Salento pugliese è apparso uno strano batterio, la xylella fastidiosa, il quale sta attaccando in particolar modo gli ulivi.
L’origine del batterio è centroamericana: probabilmente giunto in Italia attraverso i numerosi spostamenti di uomini e merci nel mondo globalizzato, la xylella è diventato ormai un problema di rilevanza nazionale e non solo.
È notizia infatti di pochi giorni fa che la Francia ha posto un embargo su diverse specie vegetali coltivate in Puglia.
La xylella sta ora provocando l’abbattimento di diversi alberi di ulivo, il cui olio, una delle risorse più preziose della Puglia e dell’export italiano, è conosciuto in tutto il mondo.
Questa piaga non è certo la prima del genere: morbo della “mucca pazza”, influenza aviaria, influenza suina, etc.
Non vogliamo in questa sede analizzare scientificamente cause e conseguenze del batterio, ma solo “spiritualmente” e ci poniamo le seguenti domande: 1) perché Dio permette tutto questo? Anche piante ed animali sono sue creature seppur al servizio dell’uomo.
2) Perché l’uomo, nonostante i suoi avanzamenti scientifici non riesce a contrastare queste epidemie? E soprattutto: 3) cosa possiamo fare per ripristinare lo status quo ante?

Porneia, chi era costei?

Divorzio sì o no. Il biblista duella col monaco


angelico
L’interpretazione che il monaco camaldolese Guido Innocenzo Gargano, valente studioso della Sacra Scrittura e dei Padri, ha proposto delle parole di Gesù sul matrimonio nel Vangelo di Matteo, non cessa di sollevare discussioni, per la sua novità e originalità:
> Giustizia e misericordia nelle parole di Gesù sul matrimonio
Questo blog ha già dato spazio a due repliche, una critica e una favorevole, e a una testimonianza:
> Matrimonio e seconde nozze. Cosa direbbe nel sinodo sant’Agostino (30.1.2015)
> Che cosa ha detto Gesù sul divorzio. Le due interpretazioni (3.2.2015)
> Divorziato, risposato, comunicante. Una testimonianza (22.2.2015)

Ma ora anche un biblista spagnolo reagisce alle tesi di padre Gargano.