ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 17 novembre 2015

Odiens? Verba volant!

Udienza di Papa Francesco ai FFI-parteprima
Udienza di Papa Francesco ai FFI - parte prima
con il commissario Volpi ofm capp.
Papa Francesco incontra, per la prima volta dal commissariamento, i FFI con il commissario di allora Volpi. L’incontro è cordiale e apparentemente informale, ma ben si capisce di assistere ad un processo a degli imputanti assenti.
Cinque le domande fondamentali e la disponibilità e l'amabilità del Papa sono notevoli, confida ai presenti di essere reduce da febbri intestinali e quindi scusandosi chiede il permesso di poter rispondere alle domande da seduto.
Si comprende perché, nel famoso calendario 2015 citato da Blondet dove vengono riportate alcune frasi di cui non ci si capisce un granché, infatti, perché spezzate dal contesto, tutte le risposte del Papa sono state censurate specialmente la terza.

Qualcos’altro che porta al dito di Dio?

QUANDO DIO DICE : BASTA!



Non è cosa nuova che il Signore Iddio è solito usare, unitamente alla misericordia, anche la giustizia, in quanto queste due categorie ontologiche sono in Lui complementari: giusto e misericordioso in egual infinita misura.
Ma Egli dona la misericordia solo se nel soggetto reo alberghi il pentimento e si pratichi l’espiazione. Del che vale esempio palese la vicenda del così detto “buon ladrone” che ottenne di pervenire in Paradiso non solo per essersi pentito dei propri crimini ma, soprattutto, per averli espiati con la morte di croce.
Come bene ammonisce Beatrice a Dante: “Alto fato di Dio sarebbe rotto/se Letè si passasse, e tal vivanda/fosse gustata sanza alcuno scotto” (Purg. XXX, 144/146).

Suaviter in modo, fortiter in re

Cardinale Müller: La fede non è un'opinione Fermiamo la deriva protestante della Chiesa
di Gerhard Ludwig Müller*
Il relativismo etico che domina nella società è entrato con forza anche nella Chiesa, spingendola verso una concezione che appartiene al protestantesimo liberale. Ne è un esempio la tendenza a dare poteri sempre più ampi alle Conferenze episcopali, a scapito del ruolo dei vescovi, fino a concepirle come Chiese nazionali. Così pure è preoccupante la tolleranza verso il dissenso teologico, soprattutto in morale, che invece deve essere chiaramente corretto dai pastori.
Pubblichiamo il testo integrale del discorso che il cardinale Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha rivolto nei giorni scorsi ai vescovi del Cile. È un documento di grande importanza in questo momento di forte confusione e disorientamento, perché giudica in modo lucido gli aspetti critici di alcune tendenze presenti nella Chiesa cattolica.
Stimati fratelli nell’episcopato:
1. questa è l’occasione adeguata perché come collaboratore diretto di Papa Francesco, in un settore particolarmente difficile dell’attività della Chiesa, possa trasmettervi alcune riflessioni che ritengo di particolare importanza per il momento che sta vivendo la Chiesa nel mondo ed anche in Cile.

Nella Chiesa della “Nuova Pentecoste”

Un docente del mondo che verrà



crocifisso

Dinanzi a tutto quello che sta accadendo nella Chiesa odierna, negli ultimi cinquant’anni ma in particolare negli ultimissimi anni e specialmente in questo ultimo pontificato, mi viene sempre da immaginare cosa potranno mai dire i nostri posteri qualora, nel frattempo, fosse davvero avvenuto ciò che oggi moltissimi, sempre più, sperano, auspicano, attendono, ovvero una punizione radicale da parte di Dio di questa fetida immondizia e l’avvento di una nuova cristianità purificata, secondo quanto varie profezie sembrano annunciare.
Immaginiamo per un attimo, così per gioco, la situazione. Immaginiamo che un docente racconti ai ragazzi di una classe di un’umanità ormai “purificata”, i nostri giorni. Cosa direbbe, come li descriverebbe?

Requiescat..?

Tutta la fatica di essere primate d'Italia

Una critica tagliente del discorso con cui papa Francesco ha dettato la direzione di marcia alla Chiesa italiana, facendo appello al "popolo" contro i vescovi. Autore: il professor Pietro De Marco

di Sandro Magister


ROMA, 17 novembre 2015 – C'era da aspettarsi che il discorso rivolto da papa Francesco agli stati maggiori della Chiesa italiana, riuniti a Firenze lo scorso 10 novembre, accendesse un vivace dibattito:

> "Cari fratelli e sorelle…"


L'occasione infatti era di quelle che segnano la storia della Chiesa italiana, di cui il vescovo di Roma è primate. Sono raduni che avvengono ogni dieci anni circa, e ogni volta determinano il cammino successivo.

Memorabile, in particolare, fu il convegno di Loreto nel 1985, nel quale Giovanni Paolo II cambiò decisamente rotta alla Chiesa italiana dell'epoca – imponendole una presenza attiva sulla scena pubblica, come "forza trainante" – e ne sostituì la guida.

Alla leadership intellettuale esercitata dal cardinale Carlo Maria Martini e dal teologo Bruno Forte che tenne a Loreto la relazione d'apertura, succedette la lunga stagione che ebbe in Camillo Ruini la sua guida, prima come segretario e poi come presidente della conferenza episcopale italiana, in piena sintonia con Giovanni Paolo II e col suo successore Benedetto XVI.

Ma la storia ha i suoi corsi e ricorsi. Oggi Ruini è uscito di scena. Bruno Forte è diventato arcivescovo ed è stato promosso a un ruolo mondiale, come segretario speciale del doppio sinodo sulla famiglia. E il cardinale Martini ha trovato nel confratello gesuita Jorge Mario Bergoglio il papa che ne raccoglie l'eredità:

Allora sarà buio.

L’orribile strage compiuta a Parigi, lo scorso 13 novembre, riempie da giorni, com’è ovvio, i palinsesti dei mezzi di comunicazione. A ciclo continuo, in un crescendo di dettagli sugli orrori e la conta dei morti e dei feriti di quel tragico venerdì sera, un diluvio di commenti, teorie ed analisi è stato riversato su tutti noi. Ad un certo punto, io ho tolto l’audio e guardando solo lo scorrere dei servizi, ho individuato quella che mi è parsa la vera immagine simbolo di quest’atto di barbarie. Quella che credo riassume il vero dramma, non solo della Francia, ma di tutto l’Occidente ed in particolare dell’Europa che fu cristiana.

Il Kommissario sperduto nella doppia morale?

Priesthood's simulator – Il simulatore del sacerdozio 

L'ex abate di Montecassino Pietro Vittorelli

Nun ce se po' fida' più de nessuno, nemmeno sarvognuno de 'n abbate! 
De onesto ce sta ancora quarcheduno? Puro voi preti pe' campa' rubbate? 
Pare che ha combinato un bèr casino, 'sto Vittorelli inzieme cór fratello, 
si la Procura de Montecassino j'ha sequestrato tutto sur più bello! 
De certo sarà la Maggistratura, a stabbili' si questo è un gran ladrone: 
pe' lui sarà 'na grossa fregatura, de dove' rinuncia' a mezzo mijone! 
Ma è giusto che perfino un'Abbazzia, mo' deve da subbi' 'na rubberia?

La tragedia che ha coinvolto in queste ore la Francia, con gli attentati e le vittime provocate dagli estremisti islamici a Parigi contribuirà certamente a far dimenticare l'ennesimo scandalo clericale italiano del quale moltissimi italiani non hanno colto il significato profondo, vedendovi solo una grave incoerenza di tipo morale (1).

Mi riferisco all'ex abate benedettino Pietro Vittorelli (2), colto con le mani nel sacco dalla finanza che, l'11 novembre, gli ha sequestrato 500.000 euro, soldi non suoi ma impossessati dal religioso per condurre una vita di lusso, con vestiti, cene, profumi e, pure, droghe assunte in compagnie tutt'altro che edificanti.

La triste saga del Kommissario

FFI: suora smentisce sua madre
La testimonianza dall’Africa di una suora missionaria smentisce punto per punto le accuse rivolte contro la gestione dell’ordine religioso, e le denunce sensazionalistiche.


Chi segue la triste saga dei Francescani dell’Immacolata nelle settimane passate ha avuto da che leggere e vedere. Mentre la Congregazione per i religiosi commissariava anche il ramo femminile dell’ordine, con motivazioni così vaghe e generiche che se applicate fuori della Chiesa farebbero pensare al delitto di opinione, con singolare e straordinaria contemporaneità uscivano servizi giornalistici che definire sensazionalistici è dir poco. 

Nihil sub sole novum


Gli eventi di questi giorni vanno confermando le più fosche previsioni sul pontificato di Bergoglio ed aggiungono ogni volta elementi sempre più sconcertanti alla valutazione del suo ruolo destabilizzante all'interno della Chiesa. 

L'incontro che egli ha avuto con i rappresentanti della comunità luterana di Roma non rivela nulla di nuovo: sappiamo che le questioni dottrinali sono per il Vescovo di Roma degli scomodi dettagli ch'egli non si fa scrupolo a tacere o addirittura a negare, specialmente laddove esse - come è inevitabile che avvenga - dovessero ostacolarlo nel raggiungimento degli scopi che si prefigge e per i quali è stato messo sul soglio di Pietro. 

lunedì 16 novembre 2015

Papa Chichì

Del discorso con cui papa Francesco ha tracciato le sue linee guida per la Chiesa italiana, il passaggio che ha guadagnato i titoli dei giornali e che ha provocato maggiori polemiche è sicuramente quello in cui ha presentato come modello per il clero italiano il personaggio di Don Camillo, protagonista dei romanzi di Giovannino Guareschi.
Come del resto è già stato osservato, le idee “ecclesiologiche” di don Camillo emergono soprattutto nell’ultimo romanzo della serie, Don Camillo e don Chichì (conosciuto anche come Don Camillo e i giovani d’oggi). Fin dal titolo si capisce che al centro del romanzo è la contrapposizione tra due personaggi, che poi incarnano due idee contrapposte e inconciliabili su cosa sia la Chiesa e quale sia il suo compito.

Gli dèi del caos

Gli dèi del caos vogliono Roma. È questa la storia della 

Chiesa
Un libro per ricordarci che sopra la tomba di Pietro si combatte una battaglia secolare. E che dalla libertà del Santo Padre dipende la nostra. Parla Angela Pellicciarivaticano-shutterstock_301859135
Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Nel poema La ballata del cavallo bianco Chesterton scrive: «Gli dèi del caos urlano per la caduta di Roma». E gli dèi del caos urlano da un paio di millenni e oltre, aggiungiamo noi. Da che Cristo ha messo piede su questo mondo. Lo evidenzia bene Una storia della Chiesa (Cantagalli) di Angela Pellicciari. Certo, l’autrice non intende risolvere duemila anni di storia in 350 pagine. Ma traccia una sintesi che aiuta a comprendere le principali sfide e difficoltà che la Chiesa si è trovata ad affrontare nel corso del tempo. Ed è sorprendente accorgersi delle analogie, non esplicitate nel testo ma che ognuno può scoprire, con ciò che sta accadendo oggi alla Chiesa e al suo popolo, dal Medio Oriente fino a Roma. Perché parliamo di Roma? Perché, lo vedremo, tutto il mondo è terra di Roma, e se qualcuno vuole sottomettere i popoli, prima deve conquistare la città, casa della cristianità.

Libera nos Domine!

IL TRASFORMISMO DEL DIAVOLO

    Se l’uomo non sarà in grado di riconvertire la follia in ragione e la schiavitù in libertà, presto il vortice del relativismo lo risucchierà dentro un vuoto senza fine consegnando l’anima dei nostri figli nelle mani di Satana di Gianni Tirelli  




E’ pur vero che il Diavolo, in quanto personaggio allegorico, metaforico e icona, non esiste – ma in verità, come entità maligna/necrofila, Lui è già dentro di noi, in tutte le cose, rappresentazioni e comportamenti.
Così, si è integrato in ogni settore della vita pubblica e privata, occupando le istituzioni, il parlamento, prolificando dentro la Chiesa cattolica, terreno di coltura dell’Anticristo.

Dis Ordo

Ordo Orbis. Un saggio di Álvaro d'Ors per la tragica ora presente dell'Europa

Attraverso una serrata analisi che risale alle variazioni del religioso e del politico nei primordi dell'Epoca moderna Alvaro d'Ors, forse il più grande giurista cattolico del XX secolo, in un saggio pubblicato con il titolo Ordo orbis nella Revista de Estudios Politicos (1947, nr. 35, quil'originale spagnolo), ravvisa il vero momento di crisi mondiale perdurante nella mancanza di un'istanza capace di pronunciare efficacemente il diritto per tutti i corpi politici e le nazioni. I tentativi dell'umanità, o di parti di essa che di volta in volta si proclamano "umanità", di assumere la funzione di questa giurisdizione sono finora falliti causando disordine ancora maggiore. La soluzione esposta da d'Ors, a ridosso della pubblicazione dell'enciclica di Pio XII Mystici Corporis (1943) (quie a essa ispirata, può forse ai più apparire del tutto inattuale in un periodo di secolarizzazione avanzata, ma, in questo preciso momento di tragico trionfo dell'anomia anticristica e dell'errore (vedi l'opportunissimo articolo di Chiesa e postconcilio qui), ha certamente il raro pregio di dimostrare ciò che manca da troppo tempo: l'esercizio dell'autorità cattolica e della sua forza frenante di fronte a tutti gli uomini e a ogni nazione. 
Proponiamo qui di seguito alla riflessione di ciascuno la nostra traduzione del saggio di Àlvaro d'Ors:

San Michele e Giovanna D’arco ?

In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.

Fate vobis!

Sì, no, non so, fate voi. Le linee guida di Francesco all'intercomunione con i luterani

lutero
"È l’ora della diversità riconciliata", ha detto papa Francesco nella Christuskirche luterana di Roma nella quale si è recato in visita.
Una riconciliazione che per lui si sostanzia nelle opere di carità, senza troppo insistere sulle diversità dogmatiche e di "dottrina": una parola, ha detto, tanto "difficile da capire".
Jorge Mario Bergoglio ha parlato a braccio, accantonando l'omelia scritta che era stata predisposta. E naturalmente ha risposto a braccio anche alle domande che gli sono state rivolte dai presenti.

Dal foro al buco?

“Foro interno”: Come Kasper potrebbe raggiungere il suo obiettivo

di John M. Grondeleski
Pubblichiamo la traduzione (cortesia della Prof.ssa Eva Fabbri Baroncini) di un interessante articolo apparso sul blog «Crisis Magazine» il 9-11-2015. L'autore individua e confuta la strategia di Kasper, per prendersi a breve ciò che non è riuscito a ottenere al Sinodo. A meno che l'ISIS non ponga fine drasticamente al dibattito teologico, eliminando - con perfetta par condicio - i rappresentati di tutte le correnti teologiche.

“scisma sommerso” ?

Redde rationem villicationis tuae


Prima Lettura   1 Mac 1, 10-15.41-43.54-57.62-64Grandissima fu l’ira sopra Israele.

Dal primo libro dei Maccabèi
In quei giorni, uscì una radice perversa, Antioco Epìfane, figlio del re Antioco, che era stato ostaggio a Roma, e cominciò a regnare nell’anno centotrentasette del regno dei Greci.
In quei giorni uscirono da Israele uomini scellerati, che persuasero molti dicendo: «Andiamo e facciamo alleanza con le nazioni che ci stanno attorno, perché, da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali».

domenica 15 novembre 2015

Già, ma quali valori?

"Difenderemo i nostri valori". Già, ma quali valori?

Non si può “difendere” nulla, né “vincere” nulla, senza che ciò per cui ci si deve battere valga la pena effettivamente, come contenuto, come concetti e come piacere. Soprattutto, senza che ciò per cui ci si batte riempia di contenuto pieno di vita le parole altrimenti vuote e retoriche, che dobbiamo presentare come risposta a quei ragazzi appesi dalle finestre del Bataclan
Gente in fuga dal Bataclan venerdì sera a Parigi. Alcuni ragazzi per mettersi in salvo si sono appesi fuori dalle finestre
“Difenderemo i nostri valori”. Così Hollande, così Obama, così Cameron. Renzi ha detto che vinceremo di sicuro, tanto questi valori sono buoni e giusti. Ma miei cari presidenti, quali valori? È da quando ho cinque anni e ho cominciato ad andare a scuola che mi dicono che non esistono valori assoluti, che i valori sono solo prospettive, che il peggior crimine è pensare di mettere una maiuscola alla parola Verità, che non bisogna avere certezze ma coltivare dubbi, che le certezze sono sempre ideologie. E adesso, all’improvviso, scopriamo di avere valori assoluti con i quali fare una guerra? Se non avere dei valori è l’unica grande verità (che è assoluta ma si scrive senza maiuscola, chissà perché), non dovremmo convincere tutti? Non dovremmo aver già convinto quelli tra i terroristi che sono nati e cresciuti nelle nostre repubbliche, con tanto di educazione al dubbio?

Quegli straccioni

Il Giudizio di Dio !


E' vero che il Signore è buono, lento all'ira e ricco di misericordia.
E' pur vero che il giudizio di Dio si rivolge, per scopo terapeutico e redentivo, a coloro che fanno del male ai fratelli usando la terribile arma della gogna mediatica.
Ben sappiamo purtroppo che anche nella Santa Chiesa ci sono dei potentati che "... vogliono annullare dall'interno tutto ciò che rappresenta le Sante tradizioni secolari della Chiesa della dottrina, quelle dei Santi e dei Padri della Chiesa... 
Le anime consacrate a Dio immerse nella preghiera e nell'offerta riparatrice a Dio per i peccati degli uomini, agli occhi del Clero-ateo sembrano rigidi, chiusi, farisei, tristi, putrefatti nel cuore, pelagiani o gnostici, ancorati alla lettera della dottrina.  
Vari nomignoli negativi e grotteschi accompagnano nei nostri tristissimi giorni la persecuzione contro i veri cattolici . 

Falsi profeti, veste di pecore, lupi rapaci

Sant'Antonio di Padova: la simulazione degli ipocriti

Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?” (Mt 7,15-16).
Fa’ attenzione a queste tre cose: falsi profeti, veste di pecore, lupi rapaci. I falsi profeti sono gli ipocriti, dei quali dice Geremia: “Dai profeti di Gerusalemme è uscita la corruzione su tutta la terra” (Ger 23,15). Questi sono i profeti di Gezabel, nome che s’interpreta “sterquilinio”; infatti, mentre ricercano i saluti nelle piazze e i primi seggi nelle sinagoghe (cf. Mt 23,6-7), profeteggiano a favore dello sterquilinio, essi che sono diventati “come lo sterco della terra” (Sal 82,11). Di questi profeti parla anche Michea: “Così dice il Signore contro i profeti che seducono il mio popolo, che mordono con i loro denti e predicano la pace; e a chi non mette niente nella loro bocca, dichiarano la guerra santa” (Mic 3,5).

Parresia

Padre Brown il vangelo non è una via mediana

14 ottobre 2015
La Lettera ai Romani di San Paolo è una grande omelia, divisa in quattro parti, che non difetta di chiarezza, di quella che viene detta appunto parresia, quella difficile parola greca ultimamente tornata di moda.

San Paolo annuncia quello che deve annunciare. Ciò che l’Apostolo delle genti sente di dover dire ai suoi fratelli e sorelle nella fede, affinché essi godano della vita eterna, lo dice, e non lo nasconde affatto!. Non fa sconti a se stesso, prima di tutto, ma neppure agli altri.

“Non mi vergono – scrive – del Vangelo, perché è potenza di Dio e salvezza di chiunque crede in Lui”.

Questo è un ammonimento anche per tutti noi. Non possiamo far sconti a noi stessi, pensando di poter trovare una via di mezzo, un compromesso, tra il peccato e la Grazia.

E se l’uomo al centro..

Il problema non è la Chiesa “nel mondo”… ma la Chiesa “del mondo”

Vanno o sono già arrivati?

Card. Muller: alcuni ambienti cattolici vanno verso il protestantesimo liberale


“Ci sono molte sfide che riguardano la fede oggi”, per questo, ha detto il cardinale Ludwig Muller, “dobbiamo chiedere al Signore il coraggio di affrontarle con saggezza e forza.”
In un lungo intervento rivolto all’Assemblea plenaria dei vescovi del Cile, il prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede ha tracciato una strada per uscire dai pericoli principali che riguardano la fede cattolica nel mondo di oggi. E poi ha affrontato alcuni argomenti di stretta attualità ecclesiale, anche per quanto riguarda il dibattito scaturito dal recente sinodo, non ultimo il ruolo della Conferenze episcopali in un processo di “decentralizzazione” del governo della Chiesa.

sabato 14 novembre 2015

Prophetia docet?

Attentati in Francia: le profezie sulla distruzione di Parigi e Roma


La fine di Roma è segnata? E anche quella di Parigi? Almeno così fanno intuire numerose profezie del passato. Proprio nella città eterna dovrebbe avere infatti inizio il conflitto finale tra le forze del bene e del male e questo secondo illuminati, mistici, santi, sensitivi. Le elenchiamo in sintesi 

I SANTI - San Giovanni Bosco (1815-1888): Delle sue visioni informò papa Pio IX il 12 febbraio1870. Parlò circa gli avvenimenti futuri della Chiesa e del mondo. Scrisse egli stesso ciò che vide e udì. È una profezia che, come tutti i vaticini, ha i suoi punti oscuri. Ma sostanzialmente il problema era «la Parola di Dio accomodata alla parola dell’uomo».

Crociata, contro chi?

L'Islam e il mito della Crociata

I Mussulmani occuparono l’Italia Meridionale, dopo aver saccheggiato la Basilica di San Pietro in Vaticano: gli Italiani dopo due secoli, incitati dai Papi, contrapponendo la Croce alla Mezzaluna, cacciarono gli occupanti.
Nel secolo XI ci fu prima Crociata, alla quale ne seguirono altre: i Mussulmani furono cacciati anche dalla Spagna, dal mare, da Vienna e da Budapest: tutte vittoriose Crociate di liberazione.

"Non capisco " – ha detto il Papa

Il Papa condanna gli attacchi di Parigi: "E' un pezzo della terza guerra mondiale"

In allerta le parrocchie della capitale francese. Il cardinale Parolin: "Con l'Isis non si dialoga"
Il Papa ha "accolto con sgomento" le notizie che giungevano da Parigi nella serata di venerdì (Lapresse)
Roma. Il Papa, prontamente informato di quanto stava accadendo ieri sera nelle strade di Parigi, “ha accolto con sgomento le notizie sugli attacchi terroristici”.

Nomino, ergo sum!

La vera rivoluzione di Francesco è a colpi di nomine

Negli Stati Uniti e in Italia le svolte più clamorose. Con nuovi vescovi e nuovi cardinali in "stile Bergoglio". In Belgio, la rivincita di Danneels su Ratzinger. Il trionfo del club di San Gallo

di Sandro Magister


ROMA, 14 novembre 2015 – Molto più che riformare la curia e le finanze vaticane (alle quali egli si applica più per obbligo che per passione, senza un piano d'insieme e puntando su uomini e donne troppo spesso sbagliati) è ormai chiaro che papa Francesco vuole rivoluzionare il collegio dei vescovi. E lo fa in modo sistematico.


Cronaca di un linciaggio mediatico

Come fare di una non-notizia un caso mediatico
Da qualche giorno ormai, in seguito alla pubblicazione di un video sul sito internet del Corriere, è esploso il caso delle Suore Francescane dell’Immacolata e del loro fondatore, padre Stefano Maria Manelli. La vicenda ha fatto breccia anche nella televisione nazionale, conquistando qualche spazio nei programmi d’intrattenimento. Sembra necessario, per smascherare le imposture travestite da giornalismo, analizzare un attimo con il lume della ragione e con il cuore in mano le interessanti trovate mediatiche per fare di una non-notizia un caso mediatico, impressionante e molto utile, in questo momento, per fare pressione sui giudici della procura di Avellino chiamati a dare un giudizio circa una questione patrimoniale che fa gola a molti.

Credo/non credo

Credo la Chiesa

Cristo ha dotato la Chiesa di una struttura che sarebbe rimasta immutabile nella sua essenza, perché inaccessibile alle forze fluttuanti relative della città terrena. L’influenza dell’immagine mutevole della città terrena sugli uomini della Chiesa non avrebbe mai condizionato la perennità della sua essenza strutturale di Regno (padre Teodosio Maria della Croce).

Queste ispirate parole di un mistico greco fattosi cattolico, scomparso nel 1989, ci sono di grande conforto nell’ora tenebrosa che stiamo attraversando. Per quanto le sue guide, fino ai livelli più alti, possano lasciarsi influenzare dalle idee fluttuanti della città terrena, la Chiesa non può mutare né nella sua natura, che ne fa l’inizio del Regno di Dio, né nella sua struttura essenziale, invulnerabile rispetto alle forze occulte del mondo e immodificabile dalle vicissitudini della storia. È quest’anima eterna della Chiesa che noi crediamo, come si può percepire dal sussulto di vigore e di convinzione con cui un’assemblea di una dozzina di persone canta alla Messa Et unam, sanctam, catholicam et apostolicam Ecclesiam

Misericordia senza verità?


Doposinodo. Chaput cita Guardini e il papa anche, ma non si sa quanto vadano d'accordo


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Nel dare udienza il 13 novembre alla Fondazione Romano Guardini, papa Francesco ha citato un passo del grande teologo italo-tedesco che è uno dei suoi pensatori preferiti.
È il passo in cui Guardini riprende un episodio da "I fratelli Karamazov" di Dostoevskij, quando la gente "va dallo starec Zosima per presentargli le proprie preoccupazioni e difficoltà" e si avvicina a lu anche una contadina che gli dice di aver ucciso il marito malato, il quale l’aveva molto maltrattata. Lo starec vede che la donna è convinta di essere condannata e per questo "le mostra una via d’uscita: la sua esistenza ha un senso – spiega – perché Dio la accoglie nel pentimento". E lei "viene trasformata e riceve di nuovo speranza".