Francesco “non-tradizionalista” e “post-liberale”. A proposito di una intervista di M. Faggioli e una replica di A. Marchetto
La “collocazione” di Francesco nel quadro ecclesiale (e geo-politico) non è facilmente riducibile a stereotipi. Lo dimostra la bella intervista con cui Massimo Faggioli ha risposto alle buone domande de “Il Sismografo” e pubblicata sullo stesso blog nella giornata di ieri, 14 gennaio. Ne emerge una lettura convincente e acuta di alcune peculiarità di papa Francesco, il cui senso potrebbe essere così riassunto: Francesco non ha bisogno di “discutere sulle interpretazioni del Vaticano II” perché sa che il Concilio è “acquisizione irreversibile”, che deve essere anzitutto recepita e attuata. E questo viene proposto, da Francesco, attraverso una serie di atti coraggiosi, come la affermazione del primato della misericordia, la riforma della Curia romana, la fiducia in una “politica” che possa migliorare la esperienza di giustizia. In tutto ciò Francesco è assai avvantaggiato da alcune condizioni del tutto particolari: