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LA DEBOLEZZA DELLA CHIESA ITALIANA
AI TEMPI DI FRANCESCO
Alcuni episodi recentissimi mostrano come anche in Italia i laicisti sentano di poter picconare i fondamenti della civiltà giudaico-cristiano senza trovare adeguata resistenza in una Chiesa ormai in preda alla confusione dottrinale, dunque smarrita, dunque oggettivamente debole. Come ha insegnato la vicenda dell’approvazione delle ‘unioni civili’, con la Cei galantina ( e il suo megafono ‘Avvenire’) pronta a ogni compromesso per salvare l’8 per mille. E come insegnano le vicende di questi giorni.
Non passa giorno ormai senza che dall’una o l’altra parte d’Italia giungano notizie su atti o dichiarazioni pubbliche che contrastano palesemente con aspetti fondamentali della dottrina sociale della Chiesa.
Spulciando tra le notizie anche solo degli ultimi giorni troviamo quelle che seguono.
. Avvicinandosi le feste pasquali, con una nota il IV Municipio di Roma (grillino) ha chiesto ai 18 parroci del territorio di pagare una tassa per occupazione di suolo pubblico per le processioni o la via Crucis previste: in totale, a testa, 86 euro di bolli più un imprecisato canone. Davanti alle forti proteste la richiesta è stata ritirata.
. L’ospedale San Camillo di Roma ha emanato (per la prima volta in Italia) un bando pubblico di assunzione per medici non obiettori, così che essi possano garantire gli aborti. L’obiezione verrebbe considerata inadempienza contrattuale e dunque passibile di licenziamento. Una chiara violazione quella del San Camillo della vigente legge 194, oltre che della Costituzione. Il direttore sanitario del San Camillo Fabrizio d’Alba difende su Repubblica la scelta fatta: “Se chi ha vinto il concorso farà obiezione nei primi sei mesi dopo l’assunzione, potrebbe rischiare il licenziamento, perché sarebbe inadempiente rispetto al compito specifico per cui è stato chiamato”. La scelta è condivisa anche dal governatore del Lazio, il piddino Nicola Zingaretti (e le anime pie o fintotonte di Avvenire scrivono di essere stupite).