Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
...et venit locústa, et bruchus, * cuius non erat númerus (Psalmus 104, 34)
GrilloShock. "Esiliare Ratzinger per sempre". E vuole chiudere i conti con il Summorum Pontificum
Generalmente quando parliamo di certa gente non facciamo nomi, ma questa volta l'entità delle affermazioni urlate da Andrea Grillo in un'intervista è tale, che è obbligatorio citarlo. Il "teologo" di fama ha infatti rilasciato dichiarazioni sconcertanti riguardo Benedetto XVI, reo di aver semplicemente scritto una postfazione al prossimo libro del card. Sarah.
FATIMA. UN LIBRO DI SPIRITUALITÀ E TEOLOGIA DI PADRE
LANZETTA SU PENITENZA E PECCATO.
Il centenario delle apparizioni di Fatima è appena iniziato, e certamente nel corso di questi prossimi dodici mesi assisteremo a un proliferare di iniziative editoriali per commemorare e studiare quello che è stato senza dubbio il fenomeno sovrannaturale più straordinario degli ultimi secoli. Ma a quanti siano interessati ad approfondire da un punto di vista spirituale e teologico il messaggio che la Madonna ha dato ai tre pastorelli, e tramite loro a tutto il mondo permettiamo di suggerire la lettura di un’opera particolarmente ricca e approfondita: “Fatima. Un appello al cuore della Chiesa. Teologia della storia e spiritualità̀ oblativa”, di padre Serafino Lanzetta, dei Francescani dell’Immacolata, per i tipi delle Casa Mariana Editrice, Frigento (AV). E’ la casa editrice dove appaiono pubblicazioni dei Francescani dell’Immacolata.
I personaggi che difendono:
aspiranti ecclesiastici?
Allora, sabato 3 giugno 2017, dopo la festa della Repubblica del 2, la città che porta quasi ironicamente il nome “Reggio”, e cioè Reggio Emilia, si sciropperà una delle ormai solite variopinte “parate militari” di vari tipi di “froci”, invertiti, pervertiti ecc.
Sarà una giornata trionfale, visto che gli organizzatori del grande evento parlano di partecipazione corale di tutta l’area padana del Nord-Est. Una partecipazione che partendo dallo slogan truffaldino del “tutti uniti nella differenza” per costruire “una serie di ponti”, intende “procedere spediti verso il matrimonio egualitario, per il bene di tutte le coppie, e soprattutto dei bambini”.
Una cosa splendida, cioè, che più che una sfilata, sarebbe un evento politico: “a oggi sono 13 le città che hanno aderito al nostro appello, e 3 sono i patrocini in dirittura d’arrivo. A questi si aggiunge il sostegno della Regione, della Provincia di Reggio Emilia, di associazioni e realtà economiche: … ancor una volta Reggio Emilia si dimostra una città di sinistra e all’avanguardia sui diritti”.
(Dichiarazioni riportate da Reggioonline del 13 maggio).
“Troppa verbosità nella Chiesa minaccia la grandezza della Parola”. Pubblichiamo ampi stralci della Prefazione scritta dal Papa emerito all’ultimo libro del cardinale Sarah
Papa Benedetto XVI (foto LaPresse)
Da quando, negli anni Cinquanta, lessi per la prima volta le
Lettere di sant’Ignazio di Antiochia, mi è rimasto particolarmente impresso un
passo della sua Lettera agli Efesini: “E’ meglio rimanere in silenzio ed
essere, che dire e non essere. E’ bello insegnare se si fa ciò che si dice. Uno
solo è il Maestro che ha detto e ha fatto, e ciò che ha fatto rimanendo in
silenzio è degno del Padre. Chi possiede veramente la parola di Gesù può
percepire anche il suo silenzio, così da essere perfetto, così da operare
tramite la sua parola ed essere conosciuto per mezzo del suo rimanere in
silenzio” (15, 1s.). Che significa percepire il silenzio di Gesù e riconoscerlo
per mezzo del suo rimanere in silenzio?
"Nessun dolore, nessuna reazione: a Medjugorje capimmo scientificamente che non era una truffa"
Medjugorje sì o no? Oltre le opinioni personali bisogna
stare ai dati scientifici e alle risultanze degli studi medici effettuati sui
sei veggenti. Il test più completo e mai confutato da nessuno venne effettuato
nel 1985 da un'equipe di luminari italiani. Il capo spedizione, Luigi Frigerio,
racconta alla Nuova BQ gli esami, anche invasivi, su quei
pazienti speciali: "Non avevano la benché minima reazione al dolore.
Scientificamente è inspiegabile". La sorpresa di Ratzinger dopo aver letto
il dossier: "E' possibile che il divino si manifesti. Lo pensa anche
Giovanni Paolo II".
Tutte le novità su Medjugorje dopo le parole di Papa
Francesco
La sortita su Medjugorje di Papa Francesco dall’aereo papale di ritorno da Fatima ha avuto larga eco. Su migliaia di apparizioni, solo sette sarebbero autentiche, ha detto il pontefice. Ma sul lungo corso l’effetto deflagrante potrebbe essere meno clamoroso di quanto ci si potrebbe aspettare osservando le accese reazioni al giudizio di Bergoglio. Almeno stando ad alcuni precedenti che arrivano proprio dalla terra del Papa, l’Argentina.
IMPAZZA LA POLEMICA
Sconcerto per chi crede alle presunte apparizioni. Malcelata soddisfazione per chi guarda con scetticismo al fenomeno. Occasione per i critici del pontificato di attaccare Bergoglio. C’è poi una posizione limite che ogni tanto fa capolino sui social: tra Medjugorje e il Papa, si scelgono i messaggi della presunta Gospa. Un caso esplosivo. In una lettera ad Avvenire, un frate carmelitano definisce “offensive” le parole del Papa per il popolo che segue i messaggi di Medjugorje. Marina Corradi, rispondendogli, riassume i termini del pericolo: se si dovesse fare a meno del messaggio di Medjugorje, a certe persone cosa resterebbe?
Sentir dire da un prete che la preghiera offerta a Dio in
riparazione dei peccati altrui è presuntuoso, è incredibile. Mostra di non
conoscere l’essenziale differenza tra l’espiazione operata dal Signore Gesù e
l’azione riparatrice attuabile dai suoi discepoli. Scrittura, Magistero,
epserienze mistiche e Tradizione ci mostrano perché queste parole ci portano
fuori strada dalla via indicata da Cristo.
L’ignoranza delle più elementari competenze ‘professionali’, che sarebbe legittimo dare per scontate in un ministro di Dio, è causa di errori grossolani. Per la verità si deve dire che è con-causa, insieme alla impudica strumentalizzazione ideologica del linguaggio con cui si tratta delle cose più belle e più sacre della fede cattolica.
Ma quale post religione, in Francia vanno forte i "giovani bigotti"
Qualcosa
è cambiato nella patria della laïcité. Tra i giovani dai 18 ai 29 anni i
credenti sono al 53 per cento. Solo nove anni fa, erano il 34
Foto LaPresse
Roma. Giovani bigotti che rivendicano la propria fede. Con
orgoglio, s’intende. Il Monde è forse un po’ sprezzante nel descrivere
il ritorno al religioso nella Francia dove a essere sacra, negli ultimi
decenni, era la laïcité. Qualcosa è cambiato. Lo dicono gli indicatori
numerici, elaborazioni di statistiche autorevoli, e – soprattutto – le
masse di giovani che non si fanno scrupoli a esibire simboli della
propria fede, che frequentano le chiese e vanno in pellegrinaggio. Sia
chiaro, si tratta sempre di una minoranza (creativa), i giovani che si
definiscono credenti sono sempre al di sotto del cinquanta per cento
della popolazione, ma tra i giovanissimi (dai 18 ai 29 anni) i credenti
salgono al 53 per cento.
È stato proposto uno strano logo per la giornata mondiale della gioventù.
Sabato scorso è stato divulgato il logo della Giornata Mondiale della Gioventù, che sarà tenuta a Panama (22-27 gennaio 2019).
È stato progettato dalla studentessa Ambar Calvo (20 anni) e secondo l'autrice mostrerebbe il canale di Panama, la silhouette di Nostra Signora e una croce.
Molti interpretano il logo come un serpente con la bocca aperta che divora la croce, la quale sembra sciogliersi all'interno del corpo del rettile.
La curia di Reggio Emilia e la processione in riparazione del gay-pride: la fantasia al potere
Il vescovo ha già fatto sapere che lui non vede, non sente e non parla. Invece parla il responsabile della “pastorale giovanile”, al quale va riconosciuta una creatività non indifferente. Interessanti novità in tema di dottrina e di morale. Buone probabilità di dichiarare lecito anche l’omicidio. E questa sarebbe “Chiesa cattolica”? Ma per favore…
Come sapete, di Repubblica parlo spesso, volentieri e male.
Ma questa volta c’è un articolo straordinario su una delle questioni fondamentali dei nostri tempi: le centinaia e centinaia di migliaia di giovani maschi africani che rischiano la vita, e spessissimo la perdono, per arrivare in Europa.
Quando un giornalista d’Occidente cerca di raccontare storie d’altri, sappiamo che di mezzo c’è una marea di storie, un’infinità di mondi orali che esulano da ogni comprensione dell’idiota medio iperletteralizzato delle parti nostre, con i suoi Principi, le sue Certezze e tutto il resto.
IL MATTATOIO Il Dipartimento di Stato americano ha comunicato al mondo la notizia sconvolgente che Assad ha costruito forni crematori per eliminare ogni traccia delle esecuzioni di massa che sta conducendo contro gli oppositori. In una conferenza stampa il 15 maggio scorso, Stuart Jones, vice-Segretario per gli Affari del Vicino Oriente, ha dichiarato che: “a partire dal 2013 il regime siriano ha installato un forno crematorio all’interno della prigione di Saydnaya. Lo scopo è eliminare le prove e nascondere l’entità della omicidi di massa che avvengono nel carcere stesso”.
Il carcere di Saydnaya è venuto alla ribalta della cronaca nel Febbraio scorso, quando Amnesty International ha pubblicato un report di 40 pagine intitolato: “Il mattatoio umano. Stermini di massa nella prigione siriana di Saydnaya”. Il documento è un atto di accusa senza riserve dei crimini che il regime di Assad avrebbe commesso all’interno della prigione militare a 30 km a nord di Damasco, dove dal 2011 “migliaia di persone sono state giustiziate extragiudizialmente in massacri di massa effettuati di notte e nel massimo segreto”.
E. Frezza dal quotidiano La Croce: ‘Sputateci pure addosso, il 3 giugno ci saremo e sfileremo orgogliosi’
Con un articolo di rara potenza (ottimo contraltare alla rara pavidità di Famiglia Cristiana: ) Elisabetta Frezza lancia dalle colonne del quotidiano “La Croce” il suo invito alla Processione del 3 giugno. Ne riportiamo la felice conclusione [RS]:
Ora gli esperti di geopolitica cominciano a riflettere su cosa c’è dietro la misteriosa “rinuncia” di Benedetto XVI
Nell’ultimo numero – appena uscito – di Limes, l’autorevole rivista di geopolitica dello stesso gruppo editoriale di Repubblica ed Espresso, viene pubblicato un saggio del professor Germano Dottori, che si occupa di Studi strategici presso la Luiss, è consigliere scientifico di Limes, membro di altri importanti centri studi ed è stato consulente presso commissioni della Camera e del Senato in materia di affari esteri e difesa.
Dunque il saggio di Dottori – intitolato “Perché ci serve il Vaticano” – ricostruisce lo stretto e decisivo legame fra la politica estera della Stato italiano e la presenza a Roma del papato che ha un’influenza planetaria. Un rapporto anche conflittuale.
Una nuova "Controchiesa". Ma in che cosa crede, costui? francamente, fino ad oggi non lo si è capito molto bene. Lo si è sentito fare affermazioni bislacche, sgradevoli, sconvenienti, e anche proferire qualche bestemmia
di Francesco Lamendola
Dal marzo del 2013, un miliardo e 300 milioni di cattolici sono appesi al filo delle sparate incessanti di papa Francesco, il quale, col suo protagonismo, col suo autoritarismo (nessun papa lo è mai stato tanto, nei tempi moderni), col suo sfrenato narcisismo, ha attirato l’attenzione su di sé a un punto tale, che la Chiesa, e perfino il Nostro Signore Gesù Cristo, sembrano tutt’uno con lui; mentre lui, fino a prova contraria, è solamente il pastore del gregge, il servus servorum Dei, e quindi non avrebbe alcuna autorità per fare e disfare, come sta facendo, creando una situazione, come lui stesso ha detto, dalla quale non si potrà più tornar e indietro.
Sorge perciò la domanda: in che cosa crede, costui? Perché, francamente, fino ad oggi non lo si è capito molto bene. Lo si è sentito fare affermazioni bislacche, sgradevoli, sconvenienti, e anche proferire qualche bestemmia; come quando ha detto che Gesù, sulla croce, si è fatto diavolo, si è fatto brutto da fare schifo (mentre san Paolo, che alcuni citano per “scusare” quella frase, ha detto che Gesù, sulla croce, si è fatto peccato, concetto teologicamente appropriato, ma che non ha nulla a che fare con le cose dette da Bergoglio); o come quando ha dichiarato che, nella Santissima Trinità, le tre Persone sono sempre intente a litigare fra di loro (e dove lo ha sentito dire?), senza però che nulla traspaia all’esterno; non solo discordi, dunque, ma anche ipocrite. Pertanto, è lecito, anzi, è doveroso, domandarsi in che cosa creda costui.
Un nostro amico sacerdote ci esprimeva tutto il suo disagio, tutta la sua sofferenza, per l’indirizzo che la Chiesa cattolica sta prendendo, precisamente sotto l’impulso e l’incoraggiamento di papa Francesco, anche se la deriva risale a molto prima e cioè agli anni del Concilio Vaticano II.
Monsignor Sigalini: “Papa Francesco male interpretato su Medjugorje”
“Papa Francesco non ha criticato Medjugorje, sbaglia chi interpreta le sue parole in quel modo, si legga il testo con attenzione e senza prevenzione.” Lo afferma a La Fede Quotidiana Monsignor Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina che commenta il contenuto delle dichiarazioni papali al ritorno da Fatima su Medjugorje.
Eccellenza, Papa Francesco, ancora una volta, ha detto che non gli piace una Madonna postino e questa volta espressamente ha accostato le sue affermazioni a Medjugorje…
” Non mi pare una novità. Nel recente passato aveva detto le medesime cose, dove sta la notizia? Io penso, tuttavia, che non abbia parlato male o criticato Medjugorje in quanto tale. Sbaglia dunque chi interpreta le sue parole in quel modo, si legga il testo con attenzione e senza prevenzione”.
Ratzinger "torna in campo" con il cardinale isolato da Francesco
L'anticipazione della prefazione di Ratzinger al libro del cardinale Sarah fa ipotizzare un "clamoroso" ritorno nell'arena ecclesiale del papa emerito
Benedetto XVI si è sempre tenuto in disparte. O quasi. Da quanto Joseph Ratzinger ha abdicato al trono di Pontefice, non ha mancato in alcune occasioni di mandare alcuni messaggi, senza mai presentarsi in netta contrapposizione con papa Francesco.
Ratzinger vs Bergoglio?
L'ultima "discesa in campo" risale a pochi giorni fa, quando Benedetto XVI ha dichiarato che "con il cardinal Sarah la liturgia è in buone mani". A prima vista si direbbe nulla di strano. In realtà come spiegato da Riccardo Cascioli su La Bussola Quotidiana, "il Papa emerito – pur con il suo stile discreto - scende direttamente in campo a difesa del cardinale Robert Sarah che, come prefetto della Congregazione per il Culto divino, è stato ormai isolato ed emarginato dalle nuove nomine di papa Francesco, e pubblicamente smentito nel suo indirizzo dallo stesso Papa".
Credimi - concluse - per salvare l’umanità bisogna far spogliare i preti e far togliere il velo alle suore, chiudere tutti i conventi! Bisogna instaurare nella chiesa una base democratica che comandi, abolendo il potere assolutistico del Papa! Tutti devono presiedere l’assemblea come facciamo noi protestanti; bisogna togliere la Confessione, perché la Bibbia non ne parla..., l’Immacolata, perché la Bibbia non ne parla..., e tante altre idolatrie che la Chiesa ha inventato e conservato! “.
Più lo ascoltavo e più cresceva in me un odio profondo e violento contro Romano Pontefice, il Successore di Pietro. Pensavo: se riesco ad uccidere il Papa, “il capo della sinagoga di satana’’ come lo chiama Otto, libero l’umanità da tutti i mali.
A cento anni dalla prima apparizione di Fatima, tutti i media tornano a occuparsi di quella profezia sul XX secolo e dei misteri connessi.
Però qual è il punto oggi? Ho studiato per anni quella vicenda, soprattutto il giallo del «terzo segreto», la sua pubblicazione del 2000 e le polemiche sulla sua completezza.
Credo che la svolta più clamorosa sia accaduta pochi mesi fa nella disattenzione generale e sia tuttora ignorata.
È di questo che hanno bisogno i nostri bambini. L'affetto senza responsabilità doveri e sacrifici possono solo rendere un bambino orribilmente viziato e incapace di entrare con le sue gambe nella vita da adulto
di Francesco Lamendola
I nostri bambini hanno bisogno innanzitutto di affetto, su questo non ci piove. Però, quanta retorica e quanta ambiguità, a volte voluta, sull’affetto dovuto ai bambini! Anche l’affetto di due invertiti che “comprano” il bambino affittando l’utero di sua madre, anche quello è buono e valido? E poi: che vuol dire “affetto”, se lo si isola, se ne fa un valore a sé stante, e non, come dovrebbe invece essere, il trampolino da cui lanciarsi verso altre mete, verso altri orizzonti? Affetto e solamente affetto, senza responsabilità, senza doveri, senza sacrifici, possono solo rendere un bambino orribilmente viziato, dipendente, incapace di entrare con le sue gambe nella vita da adulto. Molti genitori, e specialmente molte mamme possessive, fanno questo errore: pensano che l’affetto sia tutto, che sia l’alfa e l’omega della buona educazione; ma non è così. L’affetto deve essere ben diretto; non deve essere lo sfogo di una possessività malata, non deve nascere dal bisogno di esercitare un controllo sul bambino, ma deve essere soltanto e unicamente un desiderio di bene per lui, del suo bene e non di quello del genitore o di chiunque altro. E il bene per il bambino, così come per qualsiasi altro essere umano, consiste nel divenire quel che è chiamato ad essere, cioè nel raggiungere il suo fine, naturale e soprannaturale.
Avremmo potuto non esserci? Non lo sappiamo. Dobbiamo partire dal dato del nostro esistere, del nostro esserci; la nostra domanda è possibile solo perché ci siamo: se non ci fossimo, non vi sarebbe alcuna domanda
di Francesco Lamendola
Noi siamo qui: esistiamo, e occupiamo uno spazio e un tempo determinati.
Avremmo potuto non esserci? Non lo sappiamo. Dobbiamo partire dal dato del nostro esistere, del nostro esserci; la nostra domanda è possibile solo perché ci siamo: se non ci fossimo, non vi sarebbe alcuna domanda.
E il mondo, avrebbe potuto non esistere? Sembrerebbero due ordini di cose del tutto diversi: noi e il mondo. Noi, che ci sentiamo piccoli, siamo istintivamente portati a pensare che, sì, probabilmente avremmo anche potuto non esserci, se non come specie, almeno come singoli individui: riusciamo a immaginare il mondo che esiste senza di noi, ma la nostra mente si smarrisce del tutto se proviamo a immaginare la non esistenza del mondo. L'esistenza del mondo è il dato a partire dal quale il mondo, attraverso di noi, riflette su se stesso; non possiamo fare a meno di pensare, perché esistiamo; e quindi la nostra esistenza giustifica le domande, ma la sua eventuale non esistenza ci fa ammutolire. In realtà, pensare a un mondo che esiste senza di noi è tanto difficile quanto pensare a noi, come enti che avrebbero anche potuto non esistere. Si tratta di un pensiero ozioso: non c'è alcun modo per immaginare una possibilità diversa, e questo per la buona ragione che l'essere e il non essere non sono due modalità dell’esistente (e perciò anche del pensiero) che godano di un pari statuto ontologico: l'essere è l'essere, ma il non essere non è un essere alla rovescia, è l'assenza di essere; e ciò che si può definire solo in senso negativo, non è un oggetto, non è un ente, è solo una possibilità. Da una parte il mondo, che è una cosa; dall'altra il non essere, che è una possibilità, ma una possibilità inverificabile. Nessuno può dire se le cose avrebbero anche potuto non esistere; l'unica cosa che si può constatare è che esse esistono, ed è la loro esistenza che fa nascere la domanda.
Lo scherzo del "cornuto" al gay pride reggiano E' la vendetta per la consacrazione della Diocesi
A Reggio Emilia succede di tutto: una processione di
riparazione contro il Gay Pride del 3 giugno dai toni discutibili, ma
necessaria; il vescovo che prende le distanze; la diocesi che chiude gli occhi
su una veglia anti omofobia in contrasto con la Dottrina. E l'Arcigay che
gongola e punzecchia il vescovo. Ma è la stessa Chiesa che cinque giorni fa
Camisasca ha consacrato - tra le pochissime diocesi in Italia - al Cuore
Immacolato di Maria con una partecipazione di popolo enorme. E il diavolo certe
cose non le dimentica...
Psalmus 11 Salvum me fac, Dómine, quóniam defécit sanctus: * quóniam diminútæ sunt veritátes a fíliis hóminum. ... Assad, i fake media e la riduzione "ad Hitlerum"
di ogni governo che resiste
Siamo giunti al punto culminante della riduzione "ad Hitlerum" di ogni governo che in qualche modo resiste ai piani di normalizzazione dell'imperialismo a stelle e strisce: Assad usa i forni crematori per far scomparire le tracce dei suoi genocidi! Mai si era giunti ad un simile livello nella barbarie del "bombardamento dell'indignazione", neppure con i soldati di Saddam che se la prendevano con le incubatrici negli ospedali di Kuwait City.
In sostanza potremmo riassumere così: più resisti e più la sparano grossa. Diego Bertozzi