ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 30 gennaio 2018

La pietra d’angolo del relativismo e dell' indifferentismo

TEOLOGIA "PARACONCILIARE"


È sorta una teologia «paraconciliare» che vorrebbe cancellare l’idea stessa del sacro. La svolta antropologica nella cultura della Chiesa e nell’attegiamento dei vescovi e dei sacerdoti in cui ogni cosa, anche i sacramenti 
di Francesco Lamendola  



Non è successo molte volte, nella storia, che di un nome, di una espressione oggettiva, mirante a indicare un fatto preciso, si sia fatto un simbolo, un’astrazione, un programma per il futuro: e che quel programma non avesse niente a che vedere con il nome, anzi, che si sia creata una sfasatura abissale, una discontinuità incolmabile, fra il significato ed il significante – come direbbe un esperto di semiotica.
Stiamo parlando del Concilio Vaticano II: di un evento ben definito, che ha una storia ed una storiografia; che ha avuto un principio ed una fine: che ha fatto discutere, ma, soprattutto, che ha prodotto una serie di testi, di documenti, di indicazioni abbastanza precise: ma che, fin dall’inizio, prima ancora che fosse chiuso – anzi, per dirla tutta, prima ancora che fosse aperto – già aveva subito, nel racconto deformante dei media e nelle manipolazioni dell’immaginario collettivo, un significato, una portata, una direzione ed un’interpretazione univoci, discutibili, parziali, tali da forzarne la realtà e la verità, per proiettarlo in un mondo mitico, in una dimensione utopistica, in uno spazio magico sottratto alla vera e razionale discussione, tutto rivolto alla palingenesi dell’umanità, a una sorta di messianismo secolare, a una paradossale escatologia del finito, a una sconcertante metafisica dell’immanenza.

“Una persecuzione diabolica”

Una persecuzione diabolica 
Padre Paolo Siano,  tra i massimi esperti mondiali di storia della Massoneria  - in un intervento pubblicato ieri da “Corrispondenza Romana”, ripreso da “Chiesa e Post Concilio” e da molti altri siti - scrive sul destino dei Francescani dell'Immacolata, fondati da Padre Stefano Manelli. E’ un intervento coraggioso e importante. Della vicenda dei Francescani dell’Immacolata ho parlato in uno dei miei ultimi libri: “Disorientamento pastorale - La fallacia umanistica al posto della Verità rivelata?” (Introduzione Teologica di Mons. Antonio Livi - Casa Editrice Leonardo da Vinci). Avevo intitolato il paragrafo “Una persecuzione diabolica”. Ve lo propongo alla lettura e vi chiedo di diffonderlo il più possibile.
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E così via..

Oh, Cris, veramente papa Francesco progetta di abolire il celibato sacerdotale? (Conchita Wurst ha pregato con il cardinale di Vienna nella giornata mondiale contro l'Aids)

Contro i rumors della neo-chiesa sulla proposta di abolizione del celibato ecclesiastico un aforisma del papa Benedetto XV

Respingere la tentazione della disperazione

PREGHIERA PER NS. DISPERAZIONE



La disperazione si vince con la preghiera. Il disegno è quello di spingerci alla disperazione: "uomini e donne di buona volontà"; farci sprofondare nell’amarezza e nello sconforto, spegnendoci la speranza nel futuro dell'Italia 
di Francesco Lamendola  


Vorrebbero spingerci alla disperazione. Il disegno è questo: non si tratta di un esito secondario, di un effetto collaterale; no: il disegno è precisamente quello di spingere alla disperazione gli uomini e le donne di buona volontà; di sprofondare nell’amarezza e nello sconforto padri, madri, mariti e mogli, educatori e lavoratori, e soprattutto i giovani, perfino i bambini; di spegnere la speranza nel futuro, nell’avvenire dell’Italia e della nostra civiltà, nel  domani della Chiesa cattolica, nella fede che ha sorretto i nostri padri, generazione dopo generazione, per secoli e secoli. I migliori sono anche i più sensibili: se li si spinge fino alla disperazione, finiranno per auto-eliminarsi: o si ammaleranno e cadranno in depressione, oppure sceglieranno il suicidio. È la sindrome di Dominique Venner, storico francese e grande medievalista, autore di decine di libri, un intellettuale di prima grandezza ma ignorato dai grandimedia per il suo essere dichiaratamene di destra nonché attivista antigay, che si è ucciso a 78 anni, nella cattedrale di Notre-Dame, a Parigi, presso l’altare, il 21 maggio 2013, lasciando quest’ultimo messaggio: Serviranno certamente gesti nuovi, spettacolari e simbolici, per scuotere i sonnolenti, le coscienze anestetizzate e risvegliare la memoria delle nostre origini.

Il "cambio di paradigma"

"Humanae vitae" addio. Francesco liberalizza la pillola

"Humanae vitae" addio. A mezzo secolo di distanza, l'enciclica contro i metodi artificiali di regolazione delle nascite che ha segnato il momento più drammatico del pontificato di Paolo VI, rifiutata da interi episcopati, contestata da innumerevoli teologi, disobbedita da miriadi di fedeli, cede ormai il passo a una sua radicale re-interpretazione, a un "cambio di paradigma" indubitabilmente voluto e incoraggiato da papa Francesco in persona.

Misero Adamo!

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MARTEDÌ DI SETTUAGESIMA

La caduta.
Le promesse del serpente bastarono a soffocare nel cuore della donna ogni sentimento d'amore verso Colui che l'aveva creata e colmata di beni.
Vagheggiava d'essere simile a lui; la sua fede s'era offuscata; pensava che Dio poteva averla ingannata con la minaccia della morte, se violava il suo comando; e, cedendo all'amor proprio, guarda il frutto proibito; le pare "buono a mangiarsi e bello all'occhio e gradevole all'aspetto"; i sensi cospirano con la sua anima a disobbedire a Dio, e a perderla. Ormai la prevaricazione è già commessa nella sua volontà: non resta che consumarla con un atto esterno. Piena di sé, come se Dio non esistesse più per lei, stende la mano, coglie il frutto e lo porta alla bocca.

lunedì 29 gennaio 2018

Da che parte vogliamo stare?

Come la Chiesa cadde nelle mani dei neomodernisti



Studio breve: dalla teologia cattolica alla (a)teologia della neochiesa.
Dopo l’articolo di mons. Livi, L’eresia al potere, i laudatores di papa Bergoglio e delle sue “aperture” hanno cantato vittoria: secondo essi ciò prova che il magistero del pontefice regnante sia nel giusto, perché viene attaccato anche quello dei suoi predecessori. Le cose, in realtà, non stanno così. Ciò che mons. Livi denuncia è che un magistero “non dottrinale” ma squisitamente pastorale come quello di papa Francesco è l’effetto, non la causa, del fatto che la Gerarchia della Chiesa, dal Vaticano II in poi, ha voluto abbandonare la metafisica tomista, lasciando campo libero all’ambiguità… Mons. Livi, il più grande tomista italiano, spiega che (come già fece in tempi non sospetti[1]il magistero di Benedetto XVI, come quello di Giovanni Paolo II, sono assolutamente ortodossi, in quanto non contraddicono il dogma; tuttavia, non avendo potuto — o voluto — tornare alla prassi pastorale di condannare le espressioni della falsa teologia, che rifiuta le premesse razionali della fede e la legge morale naturale, è stato facile per i modernisti impossessarsi dei posti di potere nella Chiesa e da queste posizioni diffondere l’eresia in tutte le sue forme. In questo link troverete la risposta che gentilmente lo stesso mons. Livi ci ha inviato per Voi, cari Lettori del nostro sito.

Sembra di sì/Sembra di no

Una questione di principio  Gli insegnamenti conciliari
sono propriamente magisteriali?







1. L’Esortazione post-sinodale Amoris Laetitia non ha lasciato indifferente alcuno. Ma ecco che, secondo il parere dello stesso Papa, la sola interpretazione possibile del capitolo VIII di questo documento è quella data dai vescovi della regione di Buenos Aires in Argentina. I quali affermano apertamente che l’accesso ai sacramenti può essere autorizzato per certe coppie di divorziati risposati.
«Lo scritto è molto buono ed esplicita perfettamente il senso del capitolo VIII di Amoris laetitia, non v’è altra interpretazione», afferma il Papa in una lettera del settembre 2016. Ed ecco che lo scorso giugno, la Segreteria di Stato del Vaticano riconosce a questa affermazione lo status di «Magistero autentico».

2. Il che non mancherà di agitare di nuovo una questione già studiata da lungo tempo (1).
Posto che le autorità della gerarchia ecclesiastica restano in possesso del loro potere di Magistero, ci si può chiedere: che valore si può attribuire agli atti di insegnamento dispensati da queste autorità in carica nella Chiesa, il Papa e i vescovi, dopo il concilio Vaticano II? Occorre vedervi come fino ad oggi l’esercizio di un vero Magistero, nonostante tali insegnamenti si allontanino, in tutto o in parte, dalla Tradizione della Chiesa?
La posizione della Fraternità San pio X (2) è che a partire dal Vaticano II e dopo, la santa Chiesa è stata afflitta e continua ad essere afflitta da «un nuovo tipo di magistero, imbevuto di princípi modernisti che viziano la natura, il contenuto, il ruolo e l’esercizio del Magistero ecclesiastico».

Noi dell’SVF..

Servizio Valutazione Fede

    Entro in chiesa. Mi metto a recitare il rosario in latino. Mi si avvicina un signore.
Dice:
– Fossi in te eviterei.
Lo guardo. Chiedo:
– E lei chi è?
– Un prete.
– Un prete?
– Sì.
– E perché non è vestito da prete?
– Oh! Non si usa più. Dobbiamo accogliere…

“La domanda è aumentata esponenzialmente”..




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Padre Collins, esorcista, alla gerarchia: “L’apostasia cresce all’interno della Chiesa. come conseguenza vi è stato un crescendo dell’attività del maligno”. 


Dal “The Irish Catholic” del 18 gennaio
Combattere l’ondata del maligno: parla uno dei massimi esorcisti
Il sacerdote supplica il vescovo di nominare altri esorcisti in Irlanda
di Chai Brady
Strani accadimenti e casi di possessioni demoniache hanno indotto uno dei massimi esperti irlandesi sull’argomento a chiedere alle autorità ecclesiastiche di creare una squadra di esorcisti per far fronte a quella che vede come un’ondata crescente di fenomeni maligni nel paese.
Mentre per molti gli esorcismi di coloro che sono posseduti dai demoni sono roba da Hollywood, il noto esorcista padre Pat Collins ha riferito al The Irish Catholic di essere quasi giornalmente inondato di richieste da parte di persone disperate che cercano il suo aiuto per affrontare ciò che ritengono essere possessioni demoniache o altri eventi correlati all’azione del maligno.
Il prete ha detto di essere “sconcertato” dal fatto che i vescovi irlandesi non stiano prendendo iniziative per incaricare più preti ad occuparsi di tutti questi fenomeni, dalle persone che sostengono di avere visioni di spettri, a coloro che vengono scaraventati dai loro letti e persino ai casi di possessione in piena regola.

Far digerire il verbo omosessualista


  • QUESTIONI DI LOBBY 



  • Se i vescovi ci impongono il film "omo"
I protagonisti di "Chiamami col tuo nome"
Qual è il modo più veloce e sicuro per cambiare la mentalità della gente? Proporre i modelli voluti attraverso le opere di intrattenimento: canzoni, spettacoli tv, film e così via. È per questo che abbiamo via via visto popolarsi le serie tv, soprattutto quelle dirette ad adolescenti, di personaggi felicemente gay; ed è per questo che sempre più spesso chi guarda la tv si trova davanti presentatori e ospiti dello stesso sesso che indugiano nel baciarsi. Uguale al cinema, dove diventa sempre più difficile trovare film importanti che non contemplino almeno un qualche spezzone dedicato alla promozione dell’amore omosessuale. All’inizio si resta scandalizzati, poi si diventa infastiditi, quindi alla fine ci si abitua e chi malgrado tutto non condivide la nuova tendenza si rassegna e al massimo se la prende con i tempi che cambiano.
E la promozione dell’omosessualità nella Chiesa? Più o meno segue lo stesso indirizzo. Se da una parte si bombardano i fedeli con motivazioni teologiche e pastorali che rendono urgente il riconoscimento dei cattolici Lgbt, con annesse scuse per le “chiusure” del passato, molto più efficace è rendere “familiare” l’unione omosessuale nei media cattolici.

«Cosa preferisce, reverendo?»

LETTERA AD UN SACERDOTE DEL "SUMMORUM PONTIFICUM"



E adesso tocca a te. A te che, fino a qualche anno fa, pensavi di aver scoperto un sistema per fregarli, quelli del Vaticano. A te che, vestito della tua bella talare di Gammarelli come un monsignorino anni Cinquanta, credevi di esserti messo al riparo dal pericolo di esser trasferito in una parrocchietta tra i monti. 

Avevi trovato il tuo piccolo nido, un’oasi in cui avere piena cittadinanza nella Chiesa pur continuando a celebrare la Messa di sempre, quella Messa che per la sua stessa esistenza costituisce un rifiuto del Concilio. E quell’oasi dorata era eretta giuridicamente dalla Santa Sede, con i timbri ed i sigilli della Pontificia CommissioneEcclesia Dei, che ti riconosceva il diritto di esser un sacerdote cattolico, nientemeno. 

Una piccola Ecône approvata da Roma: che bello. Con la libertà di celebrare la liturgia antica, di predicare e di far catechismo. La tua chiesa in ordine, la sacristia con l’Ordo in bella vista, il tuo bell’altare col paliotto e le cartegloria, le balaustre con la tovaglia inamidata. Anzi, meglio di Ecône: perché lì, tra le montagne svizzere, i seminaristi non usano la fascia con le frange, la talare coi bottoni, la berretta, la cotta col pizzo. Un po’ giansenisti, se vogliamo; un po’ Francia anni Quaranta, con quell’allergia alla romanitas che si mostra nelle piccole cose a cui tu tieni tanto. 

I "misericordiati"

Non erano in linea con il Papa: ecco i cardinali "misericordiati"

Bergoglio "monopolizzatore" della Curia di Roma. Ecco i "misericordiati", cioè i cardinali allontanati dal pontefice perchè non in linea dottrinalmente


Papa Bergoglio monopolizzatore della Curia di Roma.
I detrattori dell'operato del pontefice insistono molto sul fatto che Papa Francesco sia solito "esautorare" o direttamente "rimuovere" coloro che si oppongono alle sue aperture dottrinali. I vaticanisti "antibergogliani" hanno coniato un termine specifico per questo fenomeno: "misericordiati", cioè uomini di Chiesa che, mediante la somministrazione della "misericordina", hanno dovuto abbandonare i loro incarichi o sono finiti ai margini delle logiche vaticane.
La Chiesa promossa dall'argentino, insomma, sarebbe sì "accogliente", ma solo a partire dall'accettazione passiva delle svolte progressiste. Poca compassione, invece, verrebbe mostrata ai cardinali conservatori, gli stessi che hanno sollevato forti perplessità su Amoris Laetitia, sulla rivalutazione di Lutero, sulla carenza di spiritualità della pastorale bergogliana e così via.

Dio non chiese loro che una sola cosa

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LUNEDÌ DI SETTUAGESIMA
I benefici di Dio.
Il serpente disse alla donna: "Perché Dio vi ha proibito di mangiare il frutto di tutte le piante del paradiso?". Così inizia il colloquio che la nostra progenitrice accondiscese di fare col nemico di Dio; e così la salute del genere umano è già in pericolo...
Vediamo di ricordare tutto ciò che accadde quel giorno. La potenza e l'amore di Dio creò due esseri, nei quali versò tutte le ricchezze della sua bontà. Aprì dinanzi a loro un destino d'immortalità, accompagnato da tutti i pregi d'una adeguata perfetta felicità. Tutta la natura era loro soggetta; sarebbe uscita da loro un'innumerevole discendenza che li avrebbe circondati d'una perpetua filiale tenerezza. Inoltre lo stesso Signore che li aveva creati trovava la sua compiacenza nel familiarizzare con loro, e nella loro innocenza non si meravigliavano dell'accondiscendenza divina.
Ma c'è di più. Dopo la prova che li avrebbe fatti degni e meritevoli, il Signore, da loro conosciuto solo attraverso benefici di un ordine inferiore, aveva loro preparato una felicità superiore ad ogni immaginazione, decretando di farsi conoscere da loro com'egli è, di associarli alla sua stessa gloria, di rendere la loro felicità infinita e nello stesso tempo eterna. Ecco ciò che fece Dio, ciò che aveva preparato a quelli che poco prima giacevano nel nulla.

domenica 28 gennaio 2018

La lunga strada sta per trovare il suo approdo

UN RACCONTO, UNA FICTION, DI ALFONSO INDELICATO SU COME CAMBIARE LA MESSA. UN PAPA E UN CARDINALE A COLLOQUIO. LA SVOLTA.



Un amico di Stilum Curiae, che non conosciamo personalmente, ci ha inviato tempo fa un piccolo racconto a contenuto ecclesiale, molto attuale, viste le discussioni sulla “messa ecumenica” e la ridefinizione del Padre Nostro. Si chiama Alfonso Indelicato; sospettavamo origini campane, invece, ci scrive, è “Laureato in Filosofia Cattolica negli anni “formidabili” anche per evitare pestaggi in Statale da parte di giovani democratici, divento insegnante, cosa che sono ancora adesso. Nel frattempo mi occupo di scrittura creativa e comunicazione efficace. Sono perito calligrafo iscritto all’Albo del Tribunale. Ho pubblicato per Solfanelli una raccolta di racconti e una narrazione in versi dedicata alla Milano dei giorni convulsi alla fine dell’aprile ’45. Tre anni fa entrato casualmente in politica divento consigliere comunale qui a Saronno, ma riesco ben presto a litigare con i miei alleati e con il mio stesso partito, che nei fatti mi giubila. Così rimango consigliere, insegnante, perito e talvolta conferenziere in splendida, o almeno dignitosa, solitudine”. Ecco il suo racconto.

Il Rito antico è stato distrutto dal nuovo




Testo dell'audio
LA DISTRUZIONE DEL RITO ROMANO

Don Pietro Leone
E PERCHÉ, O DIO, CI HAI RIGETTATI PER SEMPRE? si è infiammato il  vostro sdegno contro le pecorelle del vostro gregge? RicordateVi della vostra congregazione, che vostra fu fin da principio. Voi comperaste il dominio di Vostra eredità; il monte di Sion fu il luogo di Vostra abitazione. Alzate per sempre il Vostro braccio contro la loro superbia; quanti mali ha commesso il nemico nel santuario. E color che Vi odiano se ne vantarono nel luogo stesso della Vostre solennità. Hanno posto le loro insegne, le insegne sulla sommità del tempio come ad un capo di strada. Hanno similmente spezzato con accette le sue porte, come si fa degli alberi nella foresta; colle scuri e colle accette lo hanno atterrato. Han dato fuoco al Vostro santuario; han profanato il tabernacolo, che Voi avevate sopra la terra. Ha detto in cuor suo: Leviamo di sopra la terra tutti i giorni consacrati al culto di Dio.[1]

Come ha scoperto la Messa tradizionale?

Intervista con l'Abate Folsom OSB sulla bellezza del Rito Romano

Tratto da OnePeterFive. Traduzione di Traditio Marciana. Sottolineature nostre.

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Quest'intervista è stata realizzata di persona durante un ritiro predicato da Padre Cassian a Chicago per le oblate americane del monastero benedettino di Norcia. Padre Cassian ha generosamente concesso all'autore di pubblicare una trascrizione dell'intervista

Julian Kwasniekski: Lei aveva l'intenzione di diventare monaco in gioventù?
Padre Cassian: Beh, non esattamente. Io in gioventù volevo diventare un prete. Ma non avevo mai sentito parlare del monachesimo, finché ero al collegio.
JK: Davvero?
PC: I non avevo mai saputo che esistessero. Così, questo è stato un dono di Dio.
JK: Allora, quale fu la sua prima esperienza monastica? Come ha scoperto il monachesimo?
PC: Ero matricola all'Università dell'Indiana, che dista solo due ore da St. Meinrad. C'erano due monaci da St. Meinrad  che quell'anno studiavano all'università. E così li ho incontrati alla Messa quotidiana: questo fu il mio primo contatto con dei monaci. Allora, in seguito, mi sono recato a St. Meinrad con qualche altro amico, per una sorta di gita, tutto qui. C'era certamente l'azione di Dio in ciò; è stato amore a prima vista, ne fui attratto immediatamente. Stavo già pensando di cambiare il mio indirizzo e una serie di altre cose del genere, ed ero interessato ancora una volta a recarmi in seminario. Da quando St. Meinrad aprì un seminario, mi trasferii dall'Università dell'Indiana al collegio del seminario a St. Meinrad durante il mio secondo anno. Ho vissuto circondato da monaci...
JK: ...e quella fu la fine!
PC: Già.

“Beh sai! è il Papa che parla!”..

Papa Francesco sdogana Rahner: Dio è Padre di tutte le confessioni

Ecco applicata ora, a tutte le confessioni, la teoria del cristianesimo anonimo del gesuita tedesco.
Affermazione attraverso la quale il Papa ha salutato la Croce Rossa Italiana, raccolta in una udienza sabato 27 gennaio, vedi qui testo ufficiale, con queste parole: “E chiediamo che lo Spirito del Risorto, che è Spirito di amore e di pace, ci insegni questa via e ci aiuti a realizzarla. Chiedo per questo su tutti voi la benedizione di Dio – Dio Padre di tutti noi, Padre di tutte le confessioni – e la invoco in particolare per quanti hanno perduto la vita svolgendo il loro servizio e per i loro cari.”

L' "effetto Bergoglio"

Vaticano, su Papa Francesco l'ira di Antonio Socci: "effetto Bergoglio", la vergogna senza precedenti

"Effetto Bergoglio". Una rabbia da condividere, e far girare come si dice in gergo social. Antonio Socci, su Facebook, sposa la battaglia del vaticanista dell'Espresso Sandro Magister, che sul suo blog racconta la triste vicenda del convento domenicano più famoso del mondo.

Parce sepulto

Il rito di sepoltura dell'Alleluja all'inizio del periodo di settuagesima

Ai Vespri della domenica di Septuagesima, avveniva in antico un rituale speciale, specialmente nell’Europa continentale, noto come Funerale dell’Alleluia. In pratica, giacché nel Rito Latino dal Mercoledì delle Ceneri in poi fino a Pasqua non si canta più l’Alleluia, né si recita dopo i salmi, veniva commemorata la “morte” dell’Alleluia fino al suo ritorno, connesso alla Pasqua di Cristo. Il rito del Funerale dell’Alleluia è spiegato bene in un manuale liturgico del XV secolo, rinvenuto a Toul, in Francia:

Perché tutto ciò accade

San Marco non deve morire


Quello di San Marco a Firenze è il convento domenicano più famoso al mondo, affrescato dal Beato Angelico e per secoli faro di santità, di arte, di cultura, fino ai giorni nostri.
Eppure è ora sul punto di essere soppresso, proprio per volontà dell'ordine di san Domenico.
Il professor Pietro De Marco, fiorentino, che i lettori di Settimo Cielo da anni leggono e apprezzano, spiega perché tutto ciò accade e lancia un appello perché il convento sia salvato dalla chiusura.
Con un'annessa petizione, già sottoscritta da tanti che hanno a cuore la sopravvivenza non solo di questo luogo, ma della "civitas" di cui esso è l'anima.

La serva sciocca della CEI

https://cronicasdepapafrancisco.files.wordpress.com/2017/12/063-addio-al-pater-noster-1.jpg?w=850«Non ci indurre in tentazione»: un problema per la neo-chiesa

Già Bergoglio, parlando in una trasmissione – che ha fatto flop in tutti i sensi, venendo seguita letteralmente solo da quattro gatti (vqui. Cfr. G. ScaleseUn motivo ci deve essere, in Antiquo robore, 11.1.2018)  – dedicata alla preghiera del “Padre nostro”, aveva avuto da ridire sull’espressione «non ci indurre in tentazione», affermando che, secondo lui, la traduzione sarebbe errata (vqui. Cfr. G.G. VecchiPapa Francesco «corregge» il Padre nostro: «Dio non ci induce in tentazione, la traduzione è sbagliata», in Corriere della sera, 6.12.2017Il Papa "corregge" il Padre Nostro: «Non ci indurre in tentazione? La traduzione è sbagliata», in Il messaggero, 6.12.2017), manifestando che le traduzioni liturgiche fossero …. alterate …. ops … modificate volevamo dire (cfr. Fra CristoforoBergoglio cambierà il Padre Nostro. Ovviamente con la traduzione sbagliata, in Anonimi della Croce, 6.12.2017. Per una ricostruzione della vicenda, Finan Di LindisfarneUn enigma per tutti i lettori: la questione del Padre Nostro lanciata dagli Anonimi della Croce e tre settimane dopo l’affermazione di Papa Bergoglio…un caso?ivi, 9.12.2017).

sabato 27 gennaio 2018

Una strategia pianificata da Dio

I frequenti appelli della Vergine Maria nelle sue apparizioni


Mi sembra opportuno, dopo diversi articoli già dedicati al tema delle apparizioni mariane per cercare di offrire luci per una loro più piena comprensione, vedere in una visione prospettica molto utile e didattica, quali siano i più frequenti appelli che la Vergine Maria, da oltre due secoli, sta indirizzando agli uomini per il rinnovamento della Chiesa e del mondo, la soluzione ai mali presenti e a quelli venturi.
Presento la sintesi, chiara ed efficace, dei principali e frequenti appelli della Madonna tratta dal libro delle Apparizioni mariane del padre Angel Peña.
L’Autore passa in rassegna, uno dopo l’altro, questi appelli e noi con lui riscontriamo che nella maggior parte delle apparizioni la Vergine Santa insiste nella recita del Rosario. Afferma frequentemente che il Rosario è, dopo la Messa, la migliore arma contro Satana e che l’ideale è recitarlo in famiglia. Chiede la lettura della Bibbia, la Confessione mensile, la Messa quotidiana, per quanto sia possibile, e il digiuno a pane e acqua un giorno alla settimana. Insiste per dare più importanza nella nostra vita a Gesù Eucaristia. Parla della pratica dei primi cinque sabati del mese per riparare i peccati contro il suo Cuore Immacolato. Chiede insistentemente la consacrazione al suo Cuore Immacolato per essere protetti contro il maligno. Afferma che il trionfo di Gesù verrà per mezzo del Trionfo del suo Cuore Immacolato.

L'eccezione che distrugge la regola

I 3 DOCUMENTI DEL GOLPE



Liturgia, libertà religiosa, ebraismo: 3 documenti per scardinare la Chiesa. Il Concilio non solo è da ridiscutere ma da invalidare perché si è fatto promotore di gravi errori dottrinali oltre che di un'orgia di abusi liturgici 
di Francesco Lamendola  

 

Quando diciamo che è necessario ripensare il Concilio Vaticano II, non questo o quell’aspetto di esso, non questo o quel documento, ma il Concilio nel suo insieme, senza perdersi nelle vane distinzioni fra il Concilio stesso e il cosiddetto “spirito del Concilio” che ha imperversato e impazzato per decenni, fino ad oggi, ci rendiamo conto di dire una cosa molto forte, ossia che il Concilio non solo è da ridiscutere, ma da invalidare, perché, fino a quando sussisteranno gli errori dogmatici e teologici che ne sono alla base, la Chiesa non potrà mai tornare ad essere se stessa, quello che stata per millenovecento anni, con l’assistenza dello Spirito Santo, e cioè la Chiesa cattolica, apostolica e romana, una e santa, ma sarà sempre qualcosa di sostanzialmente diverso, anzi, di estraneo. Il Concilio è da invalidare perché si è fatto promotore di alcuni gravi errori dottrinali, oltre che di una vera orgia di abusi liturgici. Non c’è stato un Concilio “buono”, quello dei dibatti e dei documenti ufficiali, e uno “cattivo”, che vi si è sovrapposto, forzando, con la complicità deimass media, il significato di quei dibattiti e di quei documenti. D’altra parte, il Concilio non è stato, in se stesso, l’origine della deviazione della Chiesa dalla sua millenaria Tradizione: è stato, al contrario, il punto d’arrivo. I fermenti modernisti, combattuti a viso aperto da san Pio X, erano stati costretti a nascondersi, ma non erano stati eliminati; anzi, negli anni successivi alla Pascendi, del 1907, non avevano fatto che ingrossare, sempre di più incontrandosi con un certo spirito d’insofferenza anticattolica cresciuto dentro le stesse facoltà di teologia, gli stessi seminari e le stesse parrocchie; un certo spirito protestante che i cattolici tedeschi e olandesi avevano contratto dalla lunga vicinanza con gli scismatici luterani, e che poi avevano trasmesso a tutta la Chiesa, come un’infezione. E si tenga presente che le simpatie protestanti nascevano dall’aver riconosciuto nei luterani, o almeno nei luterani del XX secolo, dei cristiani ormai tali solo di nome, ma, in effetti, intimamente assai più vicini all’ateismo che alla fede; dei “cristiani” i quali, autonominandosi maturi e responsabili, pretendevano di rifare duemila anni cristianesimo.

Là dove girano i...

TUTTI UGUALI COL PARAOCCHI



Politicamente “non” corretto. Secondo il Sant'Uffizio del “pensiero unico” radical chic, al servizio di Papa Francesco "siamo tutti uguali" o meglio dobbiamo esserlo, perché non va presa in alcuna considerazione qualsiasi "differenza" 
di Gianni Porzi  

    

Oggi è di gran moda parlare e tenere atteggiamenti che siano politicamente corretti, cioè tali da non disturbare la sensibilità della sinistra; siamo ormai prossimi al “pensiero unico” dettato da quella sinistra radical chic, salottiera, snob, (pseudo) intellettuale che non perde occasione per censurare tutti coloro che pensano in modo non conforme alle loro idee. Una sorta di Sant'Uffizio della sinistra più becera e oggi al servizio della Chiesa di Papa Francesco.

La confusione è solo un prezzo da pagare?

  • AMORIS LAETITIA

«Fare chiarezza»: ai Dubia si associa il cardinale Eijk

«Le persone sono confuse e questo non va bene». Lo ha dichiarato il cardinale olandese Willem Jacobus Eijk, 64 anni, arcivescovo di Utrecht, a proposito della «confusione» che registra nella chiesa su di una domanda precisa: possono i divorziati risposati accedere all’Eucaristia?
In un’intervista concessa al giornale olandese Trouwil porporato ha detto che ci sono diverse conferenze episcopali con soluzioni contrastanti in risposta alla domanda, ma «ciò che è vero in un posto», ha detto, «non può essere sbagliato in un altro». Medico, teologo e cardinale, Eijk fa notare come l’esortazione post sinodale Amoris laetitia abbia generato dei dubbi tali per cui sarebbe necessario fare «chiarezza»; e qui il pensiero va subito ai dubia sollevati da quattro cardinali, due dei quali, Joachim Meisner e Carlo Caffarra sono morti lo scorso anno. Peraltro il cardinale Eijk, insieme a Caffarra, era uno dei tredici cardinali che firmarono una lettera inviata al Papa all’avvio del sinodo ordinario sulla famiglia nel 2015. 

«Incredibile!», sibilò il teologo.

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Vecchia formula

    In quel tempo, al termine del concilio convocato per decretare ufficialmente l’obbligo di utilizzare l’ecclesialmente corretto, i reverendi padri, dopo lunghe discussioni, raggiunsero l’accordo sulla nuovissima traduzione, riveduta e corretta, e poi ricorretta e ri-riveduta, del «Padre nostro», adottata al posto della vecchia formula, da tutti giudicata inadeguata.
Determinante fu il contributo di un noto teologo che si batté per la nuova formula riuscendo a convincere anche i più recalcitranti.
Dunque la formula ricorretta e ri-riveduta diceva: «Padre nostro (ma anche madre e comunque senza distinzioni di genere), tu che sei nei cieli (ma anche in tanti altri posti e praticamente ovunque), sia onorato il tuo nome, venga la tua democrazia, sia ascoltata la tua opinione (nel rispetto di tutte le altre e nel doveroso dialogo), come nel mondo degli ideali così come sul territorio. Dacci oggi la nostra alimentazione corretta quotidiana e sii misericordioso nei confronti dei nostri debiti così come noi siamo tolleranti verso i nostri debitori, e non ci abbandonare alla tentazione, ma liberaci da ciò che soggettivamente riteniamo essere il male nella data situazione e tenuto conto di tutte le circostanze attenuanti. Amen».