IL CRISTIANO SA CHE LUI C'E'
Diavolo e “pedagogia della paura” ? Il cristiano sa che “lui” c’è, ma non viene creduto. Il cristiano moderno "emancipato" non ha paura di niente: neanche del diavolo, perché nella sua smisurata superbia si sente lui stesso dio
di Francesco Lamendola
Abbiamo sostenuto che, quando la Chiesa vuole modernizzarsi, irrimediabilmente perde se stessa: e se questo sia un suicidio volontario o involontario, se sia il frutto di una sublime incoscienza o di un calcolo mefistofelico, diventa una questione secondaria, perché il risultato è quello: modernizzandosi, la Chiesa si secolarizza, e secolarizzandosi, cessa di essere la vera Chiesa cattolica e diventa una delle tante chiese presenti sul mercato delle offerte religiose. Abbiamo anche sostenuto che questo processo è in atto, in forma sempre più esplicita, a partire dal 1962, cioè da quando si è aperto il troppo decantato e troppo lodato Concilio Vaticano II, in realtà l’inizio della secolarizzazione ecclesiastica e, quindi, l’inizio della resa a discrezione della concezione cattolica del reale, alle logiche del mondo moderno, dominate dalla scienza e della tecnica e affatto incredule e scettiche riguardo al soprannaturale. La teologia cattolica post-conciliare si è posta diligentemente al seguito della teologia liberale protestante, la quale, già da tempo, si era messa sulla via del modernismo: e il risultato è stato che, nel giro di qualche decennio, la teologia, ormai pseudo cattolica, ha perso di vista le verità eterne, in cambio del piatto di lenticchie di una visione razionalista, laica e immanente del mondo. Come esempio di questa deriva verso la secolarizzazione del cattolicesimo, abbiamo citato l’affermazione del signor Bergoglio, secondo il quale la morte di Gesù deve essere considerata un fatto storico, quindi una verità oggettiva, mentre la sua resurrezione è un fatto riguardante la fede, e pertanto meramente soggettivo. Una tale affermazione denota una completa introiezione, o, per dir meglio, una completa sudditanza nei confronti della forma mentis moderna, scientista e radicalmente scettica per tutto ciò che non è scientificamente accertabile. Si può dire, anzi, si può pensare, solo ciò che appare corretto e ortodosso dal punto di vista della scienza moderna; il resto o non lo si deve dire, o lo si deve presentare come una modestissima ipotesi, valida in ambito strettamente personale e senza alcuna pretesa di universalità e oggettività.