A Madras, attorno al tempio di Kapalishwara – Shiva “Signore dei Teschi” – avevo osservato a prudente distanza altri tremendi asceti votati al Dissolvitore dei Mondi, Shiva Bhairava: nudi e imbrattati di cenere, gli adepti della setta Kapalika (Portatori di Crani) adorano il lato femmineo e terribile del dio, la sua “sposa” e potenza, Kali… nella lotta occulta fra luce e tenebra i Kapalika del Tamil Nadu, che perseguono la Liberazione attraverso la Dissoluzione di ogni ordine e forma interiore, forse a modo loro “accelerano” la venuta del Figlio d’Iniquità… A questo scopo si suscitano gli antichi dèi distruttori. Shiva, Kali, Dioniso, esistono: sono numina, forze che dormono nella psiche, nel sesso, nel corpo. Il loro silenzio secolare – mai completo, del resto – non inganni: come sapeva Plutarco, desinunt isti, non pereunt. Vanno risvegliati e torneranno a compiere stragi. (1)
(1) M. Blondet, Gli “Adelphi” della dissoluzione, Ares, Milano1999, pp. 14 ss.