Scrisse
una volta Giuseppe Prezzolini (“ateo con un gran desiderio di credere”)
che la Chiesa non ha mai impedito a nessuno di farsi santo. L’aveva
scritto in uno dei tanti momenti in cui fervevano polemiche sulla realtà
del cattolicesimo, con critiche più o meno forti ad esponenti della
gerarchia, a movimenti e a ipotesi di riforme.
Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
martedì 12 marzo 2013
CHE IL SIGNORE CI DIA UN PAPA SANTO
“SENZA FEDE SI VIVE DISPERATAMENTE”. CHE IL SIGNORE CI DIA UN PAPA SANTO
LA PARTITA DEL CONCLAVE -
E’ ITALIA CONTRO RESTO DEL MONDO, LA PARTITA DEL CONCLAVE -
Il pre-Conclave funestato dagli ultimi “corvi”: chi passa all’esterno le informazioni? - Bertone si lamenta, Brav de Aziz ribatte: tensione alle stelle e italiani nel mirino - Accusato di agire “col pugnale e col veleno”, il “partito romano” è sotto accusa - Scola l’unico che può sperare…
Massimo Franco per il "Corriere della Sera"
CARDINALE TARCISIO BERTONE
L'ombra dei «corvi» si è allungata di nuovo, a sorpresa, anche sulla vigilia del Conclave che comincia oggi pomeriggio. È spuntata ieri mattina, dopo che il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, ha concluso la sua relazione abile, ma ugualmente contestata, sullo Ior, la «banca del Vaticano». Bertone si è lamentato perché aveva visto sui giornali il resoconto dell'intervento svolto da Braz de Aviz, brasiliano, in una delle riunioni preparatorie di questi giorni: le congregazioni generali.
JOAO BRAZ D’AVIZ
Di più: ha larvatamente accusato il cardinale sudamericano di averlo passato alla stampa. Ma Braz de Aviz ha chiesto la parola. Ha spiegato di avere parlato a braccio. Ed ha denunciato fra applausi liberatori l'esistenza di «qualcuno» che registra le riunioni e ne rivela il contenuto per filo e per segno. In quei battimani si sono ritrovati in molti: a cominciare dagli statunitensi, che da giorni apparivano stupiti, quasi intimiditi dal modo in cui ogni parola diventava un prolungamento inopinato di Vatileaks.
Subito si è pensato a chi potesse avere diffuso quegli interventi; e soprattutto, perché. Uno dei novanta «assistenti» scelti dalla segreteria di Stato per aiutare i grandi elettori? Addirittura qualche cardinale? Difficile a dirsi; e impossibile da verificare a poche ore dall'apertura del Conclave.
LA CAPPELLA SISTINA JPEG
C'è solo da sperare che queste polemiche in extremis servano a scaricare le tensioni e il nervosismo accumulatisi in mesi; e che da oggi la clausura fra la residenza di Santa Marta e la Cappella Sistina, dove si voterà per eleggere il Pontefice, permettano di recuperare serenità e lucidità. Ma quanto è accaduto ieri rende ancora più acuta la consapevolezza che si arrivi a riforme profonde; e conferma l'incertezza che sovrasta la successione a Benedetto XVI. «Sarà un Conclave aperto. E imprevedibile». Un cardinale ha scolpito la profezia mentre scorreva sugli schermi televisivi il «borsino» dei candidati al papato.
PADRE GEORG GAENSWEIN CON PAPA RATZINGER
Può darsi che alla fine uno di loro diventi davvero Pontefice. Ma rispetto al 2005, anno dell'elezione di Benedetto XVI, non si vedono né maggioranze precostituite, né blocchi di voti in formazione. Si scommette sulla rapidità se non altro perché, a partire da domani, ci saranno quattro votazioni al giorno. Ma sembra un auspicio, non solo una previsione. Non a caso, quando è stato chiesto ad uno dei 115 «grandi elettori» su chi puntasse, ha risposto candidamente che aveva in testa una quindicina di nomi: cioè tutti e nessuno. Ma soprattutto, nei giorni scorsi è emersa la tesi del «tandem»: l'idea di riempire la casella numero uno, abbinata a quella del segretario di Stato.
PAPAGANDOLFO
Un'anomalia, perché confermerebbe implicitamente sia la desacralizzazione del profilo pontificale, quasi si trattasse di un banale «ticket» di governo; sia il tentativo di condizionarne in modo preventivo le scelte; sia l'esigenza di bilanciare un'eventuale figura di rottura con qualcuno che materializzi un compromesso accettabile alla maggioranza dei porporati: in particolare quelli refrattari a riforme radicali.
PAOLO GABRIELE E IL PAPAOMBRE BIG JPEG
Sono indizi di una scelta difficile e tormentata, nella quale è impossibile dare per scontato un esito. Ma che trascura un punto di partenza ineludibile: la controversa rinuncia di Joseph Ratzinger. Col passare dei giorni, nessuno attribuisce più il suo passo indietro soltanto a motivi di salute, sebbene questa rimanga la spiegazione ufficiale e unica. E dietro il rispetto per un gesto sconvolgente per il profilo plurisecolare del papato, si indovina la voglia di archiviare una stagione.
ODILO PEDRO SCHERER JPEG
I malumori per le fotografie che hanno sorpreso il «Pontefice emerito» a passeggio nei giardini di Castel Gandolfo insieme al segretario particolare monsignor Georg emergono anonimamente, ma in modo univoco; e non solo contro i fotografi che hanno «rubato» le istantanee, sebbene i più comprensivi concedano l'attenuante di una situazione inedita con la quale il Papa dimissionario deve fare i conti. E sull'influenza che Ratzinger potrà esercitare sul Conclave e sul successore, i giudizi sono ancora più incerti: anche per il ruolo di monsignor Georg, prefetto della Casa pontificia e dunque uomo di collegamento istituzionale col nuovo Papa.
ANGELO SCOLA
Il problema di pilotare una transizione in una delle fasi più delicate della storia contemporanea della Chiesa finisce per far convivere progetti di palingenesi e resistenze sorde. Su questo sfondo, la nazionalità promette di rivelarsi un falso problema; anzi, di diventare fuorviante. È indubbio che «gli italiani» vengono osservati come un partito sovrarappresentato e destinatario di molti sospetti. Un nordamericano li definiva «the dagger and poison lobby», il gruppo che agisce «col pugnale e col veleno».
IM BRAZ DE AVIZ AGES
Non sono stati d'aiuto i conflitti fra segretario di Stato e Cei, lo scandalo Vatileaks, le guerre di potere intorno allo Ior e le commistioni con la politica. Ma nella definizione si coglie una vena spessa di pregiudizio, e anche un certo semplicismo. Scavando un po', si intuisce che quando si allude all'italianità, il riferimento negativo è soprattutto all'appartenenza curiale. È come se gran parte dei mali della Chiesa fossero riferiti alla Roma papalina: ai riti, alle beghe, alle stanze popolate da «corvi» senza scrupoli capaci di far filtrare notizie alla stampa additata come «manipolatrice».
Anche sulle responsabilità del maggiordomo Paolo Gabriele pochi sono disposti a sostenere la tesi del malfattore isolato. Per questo, dall'idea del Conclave in cui ci si confronta in base all'appartenenza geografica, si passa ad una distinzione più sottile e più trasversale: quella fra il cosiddetto «partito romano» e gli altri, usando come spartiacque una mentalità conservatrice ed autoreferenziale, prima ancora che categorie dottrinali o generazionali.
BRAZ DE AVIZ GES
Per quanto forse esagerato dalla novità, il fatto che fra i papabili siano spuntati in maggioranza americani, del Nord o del Sud America, riflette il ridimensionamento dell'euro e dell'italo-centrismo nella geopolitica vaticana; e il bisogno prepotente di allargare gli orizzonti. In realtà, molti dei cardinali sono accomunati da una certa inesperienza in materia di Conclave. E temono di trovarsi a giocare su un terreno disseminato di insidie, prima di stringere un accordo. A sentirsi minacciato è soprattutto il gruppo di coloro che tengono in mano le redini della Curia.
BRAZ DE AVIZ IMAGES
Si avverte il tentativo di ridurre l'impatto di un Conclave «antiromano», puntando magari su candidati stranieri di nascita ma profondamente radicati nelle logiche dei Sacri palazzi. Un esponente brasiliano come l'arcivescovo di San Paolo, Odilo Scherer, è stato presentato dunque come «il candidato della Curia», che ieri ha difeso insieme allo Ior. Mentre quello di Milano, cardinale Angelo Scola, non è mai stato considerato un beniamino del «partito romano»: fin dai tempi in cui se ne parlava come possibile presidente della Cei. Nei giorni scorsi si sono sentite parole in difesa di una «Curia calunniata».
È un riflesso che porta a ritenere «tutti peccatori», e dunque ad annacquare la profondità della crisi e l'esigenza di reagire in modo forte. Eppure, il vero rischio non sono gli attacchi a «Sacri palazzi» che di sacro tendono a mostrare sempre meno. La minaccia per la Chiesa appare il silenzio, la banalizzazione dei problemi, il finto rinnovamento: un gattopardismo vaticano più destabilizzante di qualunque riforma. La rinuncia di Benedetto XVI è lì a sottolinearlo, come un monito per chi sta per scegliere il successore.
Il voto di Giona
"Extra omnes". Ma anche Michelangelo voterà
La microcultura tipica del conclave. L’effetto degli affreschi della Cappella Sistina sui cardinali elettori. Il misterioso segno di Giona
ROMA, 12 marzo 2013 – Nel pomeriggio di oggi i 115 cardinali che eleggeranno il nuovo papa faranno il loro ingresso in processione nella Cappella Sistina.
Il luogo in cui si svolgerà il conclave è unico al mondo. E gli affreschi sui quali cadrà lo sguardo dei cardinali elettori avrà su di loro un effetto anch'esso unico.
Un badante per il papa
~ CI SCRIVE ACCORATO UN LETTORE ~
In questi giorni terribili, ho ricevuto varie telefonate e messaggi
d’ogni genere tramite tutto l’armamentario della comunicazione attuale:
le persone più lontane dalla Chiesa di Roma erano quelle che mi dicevano
del loro turbamento di fronte al gesto papale. Anche i più agguerriti
nemici della Catholica non possono negare che nel mondo
contemporaneo così piatto, nel globetto dei piccoli diritti, dei
capricci, dei desideri irresponsabili, c’è un’unica eccentrica
istituzione, la Chiesa che parla (che dovrebbe parlare) della morte e
della vita, dell’apoteosi della carne sottratta alla fine umiliante,
della sensualità del mondo (che non va confusa con le banalizzazioni
correnti, che va anzi contrapposta alle astrattezze gnostiche), della
parola evangelica che risuona eterna più dell’arte, dell’immensa
questione del peccato (che non è la caricatura proposta dai laici)...
Ebbene, l’11 febbraio questa eccentricità ha ricevuto un altro duro
colpo.
SCANDALI E CORVI: IL VATICANO BLINDA LA SUA CAPPELLA
Saranno gabbie elettroniche e non vecchi catenacci a chiudere “cum clave” i cardinali elettori - E’ la seconda elezione del Terzo millennio ma la prima governata dai social: nel 2005 Facebook era appena nato e Twitter non c’era - A botte di tweet cazzoni, finirà in caciara anche l’elezione del Papa...
Vittorio Zucconi per "La Repubblica"
VATICANO DPer salire verso il cielo dei loro terrori e delle loro ambizioni questa volta c'è un piccolo gradino che i cardinali dovranno salire. In un vago aroma di legno e di vernice fresca usati per il contro pavimento provvisorio, la Cappella che racchiude un nome e una risposta alla domanda che un miliardo di cattolici si pongono da un mese ha dovuto proteggere il fondo fragile e consunto dallo scalpiccio delle eminenze. Perché i papi passano, ma la Sistina deve restare.
I QUATTRO DELL’AVE MARIA AL TAVOLO DEL CONCLAVE
I quattro favoriti sono Scola, Scherer, Ouellet e Sean O' Malley - Se nei primi tre giorni non ci sarà la sospirata fumata bianca può spuntarla Dolan, in agguato Ortega, Schoenborn e Tagle - Contro un Papa Usa il timore di difficoltà con gli arabi - Stasera prevista una fumata nera…
Francesca Giansoldati per Il Messaggero
CARDINALE SCOLAVATICANO D
Il cardinale di Santo Domingo Lopez Rodriguez scuotendo la testa, scruta da lontano il Cupolone, e a un sacerdote amico incontrato per strada affida la seguente considerazione: «Secondo me non ci siamo ancora sul nome, penso che vi siano ancora tante cose in sospeso».
“Arriva il “Papa Tecnico” ?
C’è un libro che non vogliono far pubblicare prima
dell’elezione del nuovo Papa nonostante abbia già un codice ISBN e un
editore di prestigio ovvero la
Piemme … il titolo è tutto un programma: “Vaticano
massone. Un patto segreto e una finta inimicizia”.
Conclave, sfida wojtyliani-ratzingeriani.
Dziwisz-Ruini contro Scola-Schönborn
Cinquanta cardinali creati da Giovanni Paolo II contro i 67 elevati a principi della Chiesa da Benedetto XVI. L'arcivescovo di Cracovia e l'ex presidente della Cei hanno preso in mano la regia del fronte che si rifà al Papa polacco. Dall'altra parte le guide delle diocesi di Milano e Vienna, oltre a uno dei favoriti: il canadese Ouellet
Wojtyliani contro ratzingeriani. Ovvero i 50 cardinali elettori creati da Giovanni Paolo II nei suoi ventisette anni di pontificato contro i 67 porporati al di sotto degli ottanta anni creati da Benedetto XVI nei suoi otto anni di regno. Il nuovo Papa sarà un cardinale di Wojtyla o uno di Ratzinger? In ogni caso sarà la prima volta perché nel conclave del 2005 fu eletto un porporato – Joseph Ratzinger – elevato cardinale da Paolo VI. Non è detto, però, che il fatto che un principe della Chiesa abbia ricevuto la berretta rossa dal Pontefice polacco o dal suo successore tedesco non consenta a molti porporati creati da Wojtyla di essere più affini alla visione della Chiesa nel mondo di oggi, con i suoi problemi e le sue sporcizie, di Ratzinger. Lo stesso vale nel senso inverso.
RATZINGER SI È DIMESSO PER FAR FUORI LA GANG BERTONE
L’ultima volontà dell’impotente Ratzinger per far cadere tutti i capi e le cordate di potere – Video by “Report”: Monsignor Scicluna, ex pubblico accusatore dei preti sospettati di pedofilia, fu trasferito per volere di Bertone...
Angela Camuso per "Corriere.it"
MSGR CHARLES SCICLUNAResurrectio oltreoceano?
Resurrectio oltreoceano
Le lamentazioni per il disarmo della chiesa in occidente e la “catholic awakening” americana
La litania del volgo recita più o meno così: il futuro della cristianità è roba da paesi in via di sviluppo, va bene giusto per le società appena affrancate dall’animismo, per gli spiriti sopraffatti dalla superstizione latina e dai suoi eccessi simbolici. E’ roba, insomma, per gente che non è stata ancora benedetta dalla dea ragione, che non ha avuto un Diderot che si è liberato anche dalle spoglie del deismo che avvinceva Newton (Sofia Vanni Rovighi diceva che era un “teologo che si dilettava di fisica”) ed è giunto all’essenza della modernità.
lunedì 11 marzo 2013
“I pronostici dei vaticanisti non si avverano mai”
Conclave 2013, il toto Papa: in pole il ciellino Scola e il brasiliano Scherer
Al secondo posto della classifica c'è il francocanadese Ouellet, che sembra essere il candidato ideale di Benedetto XVI. A perdere quota gli statunitensi: il cappuccino arcivescovo di Boston Sean Patrick O'Malley, autore di una grande opera di pulizia dopo lo scandalo dei preti pedofili e l'arcivescovo di New York Timothy Michael Dolan
“I pronostici dei vaticanisti non si avverano mai”. È quanto sostiene, in queste ultime ore di preconclave, il vaticanista de La Stampa Andrea Tornielli.
Gregorio XVII il Papa in Rosso
Il Cardinal Siri il 18 settembre 1988 nell'ultima intervista che concesse a Benny Lai, il più anziano dei Vaticanisti, riguardo la Sua presunta elezione a Pontefice:
Chiedendo perdono a Dio per non avere accettato la candidatura nei conclavi cui aveva partecipato, Siri lasciò intendere di provare una profonda amarezza per i cambiamenti che avevano interessato la Chiesa dopo il pontificato di Pio XII:
"Ho fatto male, perché avrei evitato di compiere certe azioni... Vorrei dire, ma ho timore a dirlo, certi errori. Quindi ho avuto un grande rimorso e ho chiesto perdono a Dio. Ho commesso un errore, e oggi lo capisco. Spero che Dio mi perdoni. » |
(Sergio Romano, Giuseppe Siri, principe vescovo di Genova, Il Corriere della Sera, 1 giugno 2006)..." |
LA CLAVE DEL CONCLAVE:
CURIA RIFORMATORI
Ok, un papa non italiano. Ma “dev’essere significativamente straniero, magari domenicano o cappuccino – “Gli americani sono, prima di tutto e troppo, americani” - La denuncia anonima, nei giorni dello scandalo, sulle porte di certi uffici furono incollate, col nastro adesivo, foto di corvi…
Giulio Anselmi per "La Repubblica"
Anche se non si vota ancora, il borsino dei cardinali sale, scende, talvolta sussulta. Mercoledì sera si segnalava l'avanzata dell'arcivescovo di Milano Scola, uno dei pochi italiani teoricamente papabili, sorretto da un'inedita cordata franco-americana: quaranta voti! Ma subito una voce proveniente dalle Congregazioni frenava: «Sul suo nome si spaccherebbe il blocco italiano ».
CONCLAVE
La squadra yankee è sempre al centro dell'attenzione, ma, anche per la scarsa sintonia con gran parte dei colleghi italiani, identificati con la screditatissima curia romana, il leone di New York Dolan e il cappuccino di Boston O'Malley non sembrano fare gran passi verso il trono pontificio (traguardo che non entusiasmerebbe, tra l'altro, il loro governo nazionale). «Gli americani sono, prima di tutto e troppo, americani», chiosa sardonico un monsignore della Segreteria di Stato. Si riferirà all'ombra lunga della superpotenza che è sempre apparsa preclusiva per l'elezione al papato o alle insistenti richieste di trasparenza da parte dei porporati Usa?
Il grande fratello universale Livio alla gospoguerra?
«Si avvicina il tempo della grande prova, e l’unico modo per rispondere è una riforma della Chiesa attraverso la santità». Padre Livio Fanzaga, direttore e vera anima di Radio Maria, non ha dubbi. Guidato anche dai messaggi trasmessi dai veggenti di Medjugorje, sa leggere in profondità questo nostro tempo così pieno di incognite, con un mondo attraversato da una grave crisi, morale ancora prima che economica, e una Chiesa che aspetta l’elezione del nuovo Papa tra tensioni e divisioni.
Padre Livio, dai microfoni di Radio Maria lei insiste molto sulla prova che aspetta il mondo e soprattutto la Chiesa. Ma quali sono i segni che questo tempo si avvicina?
«Si avvicina il tempo della grande prova, e l’unico modo per rispondere è una riforma della Chiesa attraverso la santità». Padre Livio Fanzaga, direttore e vera anima di Radio Maria, non ha dubbi. Guidato anche dai messaggi trasmessi dai veggenti di Medjugorje, sa leggere in profondità questo nostro tempo così pieno di incognite, con un mondo attraversato da una grave crisi, morale ancora prima che economica, e una Chiesa che aspetta l’elezione del nuovo Papa tra tensioni e divisioni.
Padre Livio, dai microfoni di Radio Maria lei insiste molto sulla prova che aspetta il mondo e soprattutto la Chiesa. Ma quali sono i segni che questo tempo si avvicina?
Toto Papa?
- COSA HANNO IN COMUNE SCALFARI E BISIGNANI? IL NOME DEL PROSSIMO PAPA: SEAN O'MALLEY
1. cosa hanno in comune scalfari e bisignani? il nome del prossimo papa: o'malley - 2. barba bianca, saio marrone, sandali, per eu-genio il frate cappuccino ‘’ha tutte le caratteristiche pastorali delle quali la chiesa sembra avere urgente bisogno’’ - 3. bisi invece era ieri tra i fedeli ad assistere alla messa del cardinale di boston - 4. 68 anni, o'malley è popolare perche’ incarna la semplicità e il coraggio delle sfide: ha risollevato la chiesa americana dopo gli scandali degli abusi sessuali vendendo il vescovado di boston per indennizzare chi era stato oggetto di abusi - 5. “parla un italiano un po’ come stanlio e ollio ma anche wojtyla all’inizio era così” 1. «HO GIÀ IL BIGLIETTO DI RITORNO RESTERÒ IL VOSTRO CARDINALE»
Papessa in arrivo! (ma queste non si dimettono mai?)
Il Conclave delle donne
Il 53% dei cattolici Usa è favorevole al sacerdozio femminile ma per molti nel sacro collegio è ancora un tabù. Ora religiose o laiche chiedono di essere valorizzate anche nei posti di comando. Che cosa deve cambiare?
GIACOMO GALEAZZICITTA' DEL VATICANO
I cardinali sono indaffarati nei conciliaboli pre-conclave, mentre una donna prete inglese passeggia in piazza San Pietro. Quali richieste avrebbero rivolto ai conclavisti le superiori degli ordini femminili, le religiose e le laiche impegnate nella Chiesa? Un appello a più voci: valorizzare il «genio femminile» anche nei posti di comando. Nelle congregazioni generali possono essere ascoltati tutti gli esperti richiesti dal sacro collegio, purché siano di sesso maschile.
Niños imaginan el próximo Papa
Alla vigilia del Conclave, il sostegno diviso tra quattro candidati
Per l'elezione servono 77 voti. Scola ne conta 40. Ma la sorpresa potrebbe essere l'americano Dolan.
Per essere eletto servono 77 voti. Ma alla vigilia del Conclave con cui si deve eleggere il 266° successore di Pietroancora nessun cardinale ha in mano il pacchetto di consensi necessari. E le congetture, fuori e dentro le mura blindate del Vaticano, si fanno incessanti.
Il cardinale di Parigi, André Vingt-Trois, ha parlato di «una mezza dozzina di candidati» che potrebbero uscire dalla Cappella Sistina come il futuro pontefice. Ma, dopo nove congregazioni e una decima da tenersi la mattina dell'11 marzo, sono ormai quattro i favoriti di cui si parla apertamente come successore di Benedetto XVI.
QUATTRO NOMI SUL PIATTO. Molti porporati, infatti, hanno in mente due o tre opzioni. E dunque pare probabile che al primo scrutinio, alle 16,30 del 12 marzo, si votino almeno tre o quattro candidati, ognuno con in mano un pacchetto di circa 30 voti: il teologo canadese Marc Ouellet; il sudamericano Odilo Pedro Scherer, sostenuto anche dalla Curia; e l'arcivescovo di Milano Angelo Scola, appoggiato più dagli europei che dagli italiani.
I nomi nordamericani ed europei sono più affini e potrebbero far convergere i loro voti, in nome di un intervento anti Curia per rifondare il sistema (e, soprattutto, per dare a uno straniero lontano dagli intrighi romani un posto nella potentissima segreteria di Stato).
Il cardinale di Parigi, André Vingt-Trois, ha parlato di «una mezza dozzina di candidati» che potrebbero uscire dalla Cappella Sistina come il futuro pontefice. Ma, dopo nove congregazioni e una decima da tenersi la mattina dell'11 marzo, sono ormai quattro i favoriti di cui si parla apertamente come successore di Benedetto XVI.
QUATTRO NOMI SUL PIATTO. Molti porporati, infatti, hanno in mente due o tre opzioni. E dunque pare probabile che al primo scrutinio, alle 16,30 del 12 marzo, si votino almeno tre o quattro candidati, ognuno con in mano un pacchetto di circa 30 voti: il teologo canadese Marc Ouellet; il sudamericano Odilo Pedro Scherer, sostenuto anche dalla Curia; e l'arcivescovo di Milano Angelo Scola, appoggiato più dagli europei che dagli italiani.
I nomi nordamericani ed europei sono più affini e potrebbero far convergere i loro voti, in nome di un intervento anti Curia per rifondare il sistema (e, soprattutto, per dare a uno straniero lontano dagli intrighi romani un posto nella potentissima segreteria di Stato).
Lo show è finito?
Emanuela Orlandi e gli abusi sessuali nella scuola di musica
Una pista emerge a trent'anni dalla scomparsa della ragazzina
Lo show è finito? Dopo la recita della Banda della Magliana, preceduta dal terrorismo internazionale, dal rapimento degli agenti dei servizi segreti con relativo trasferimento in misteriose cliniche e altre spettacolari amenità che hanno riempito le cronache dei giornali italiani, la pista degli abusi sessuali nella scuola che Emanuela Orlandi frequentava sembra essere quella seguita con maggiore costanza dagli inquirenti che indagano sul caso della ragazzina di cittadinanza vaticana scomparsa nel 1983. Della storia parla Libero in un articolo a firma di Gianluigi Nuzzi:
MASSONERIA, IL SERPENTE CHE STRISCIA NELLA CHIESA. 3
GIA’ PRIMA DELLA “LISTA PECORELLI”, UN PRETE CORAGGIOSO DENUNCIAVA LE INFILTRAZIONI MASSONICHE NELLA CHIESA - di Pucci Cipriani
MASSONERIA, IL SERPENTE CHE STRISCIA NELLA CHIESA. GIA’ PRIMA DELLA “LISTA PECORELLI”, UN PRETE CORAGGIOSO DENUNCIAVA LE INFILTRAZIONI MASSONICHE NELLA CHIESA
di Pucci Cipriani
Prima che in Vaticano deflagrasse la bomba della "Lista Pecorelli"(12 settembre 1978) con i nominativi dei prelati "presunti massoni", faceva scalpore la rivista mensile "SI’ SI’ NO NO" diretta dal coraggioso sacerdote don Francesco Putti, che già nell'ottobre del 1975 denunziava "...TENTATIVI PER UNA MASSONERIA 'CRISTIANA' “, in cui si poteva leggere:
domenica 10 marzo 2013
Verso la Chiesa "sine Papa"
Gli sviluppi del papato
Le analisi del teologo e giornalista Johannes Röser rilanciate nel blog sul sito della Casa Editrice Queriniana
La «rinuncia» di Benedetto XVI è un gesto di ampia portata, tutto ancora da interpretare, che andrà inevitabilmente collocato al posto giusto solo fra qualche anno, quando la storia potrà leggerlo nella prospettiva migliore. È l’opinione di Johannes Röser teologo e giornalista, caporedattore di Christ in der Gegenwart della casa Editrice Herder.
La rinuncia di Ratzinger:
Le dimissioni di
Ratzinger? «Novità assoluta: nessun Papa aveva mai rinunciato per
l’età»
Cum Clava?
CONCLAVE SOTTO CHIAVE - PER L’ELEZIONE DEL NUOVO PAPA, LA CURIA HA PREDISPOSTO MISURE DI SICUREZZA MILITARI: MESSI IN FUNZIONE GLI APPARATI DI DISTURBO DELLE FREQUENZE ELETTROMAGNETICHE (JAMMER), UTILIZZATI ANCHE DAI NOSTRI SOLDATI IN AFGHANISTAN CONTRO GLI ATTENTATI AI MEZZI BLINDATI - METAL DETECTOR OVUNQUE E AMBIENTI SCHERMATI PER EVITARE COMUNICAZIONI DA E VERSO LA CAPPELLA SISTINA - MARTEDÌ SERA LE PRIME “FUMATE”…
Giacomo Galeazzi per "la Stampa"
CONCLAVE
Odore fortissimo di vernice. Ancora non è prevedibile il nome del nuovo Papa né quando sarà eletto, ma che ci saranno delle fumate a partire da martedì sera è certo. Il seggio elettorale più prestigioso del mondo è in allestimento. Stufe a sinistra con tubi arrampicati fino al soffitto. Prima della balaustra la pedana che conduce al pavimento già rialzato e rivestito di panno chiaro. Tavoli in ordine sparso e qualche sedia sotto al Giudizio universale di Michelangelo.
Papa del Gadu
SILENZIO, PARLA GELLI - DAL VATICANO ALLA POLITICA, L’EX VENERABILE SCODELLA RICORDI E “PROFEZIE”: “RAVASI SARÀ IL NUOVO PAPA: È CONOSCIUTO, COLTO E MEDIATICO. BERTONE INVECE DEVE STARE ATTENTO A NON PRENDERE TROPPI CAFFÈ…” - “GRILLO? È UN FUOCO DI PAGLIA CHE INCARNA LA RABBIA SOCIALE” - “BERLUSCONI DA GIOVANE ERA ‘UNA BELLA TESTA’. BISIGNANI È UN ‘FIGLIOCCIO’, GRANDE TESSITORE D’AFFARI: LO METTEMMO ALL'ANSA, SAPENDO DI POTER FAR AFFIDAMENTO SU DI LUI”…
Stefano Citati per il "Fatto quotidiano"
LICIO GELLI X
Licio Gelli ascolta e parla, srotolando una memoria precisa e alla lunga inquietante. Fa nomi e previsioni. "Ravasi" prossimo nuovo papa "perché è conosciuto, colto e mediatico". "Il Camerlengo ha in questo momento tanto potere nelle mani - parla di Bertone, non facendone il nome - eppure deve stare attento a non prendere troppi caffè".
La chiesa che danza al Conclave
Tra rivoluzione, messe pop e ortodossia, le chance del cattolicesimo latinoamericano, il più grande serbatoio di fedeli del mondo. Assediato però dalle sette
Per avere una prova dello stato di salute della chiesa cattolica in America latina è sufficiente dare uno sguardo al santuario Theotokos Madre di Dio di San Paolo, in Brasile. E’ la chiesa più grande del Sudamerica, superando di gran lunga il santuario di Nostra Signora di Aparecida. Inaugurata alla fine del 2011, si estende su uno spazio di 30 mila metri quadrati. L’altare è alto cinque metri, un’enorme croce di quarantaquattro metri d’altezza conduce i visitatori al complesso voluto da don Marcelo Rossi, brillante sacerdote quarantaquattrenne di origini marchigiane che in cinque anni è riuscito a creare questo “santuario, polo di riflessione, di meditazione e attrazione turistica” capace di accogliere fino a centomila fedeli.
La paura di tutti? Un Papa “lefebvriano”
Conclave, Sant’Egidio teme, CL spera. La paura di tutti? Un Papa “lefebvriano”
Più dei casi pedofilia ad angosciare i cardinali sono le possibili retromarce sulla liturgia dopo le aperture di Ratzinger. Intanto movimenti e congregazioni (gesuiti, salesiani, cappuccini) cercano di capire quale influenza avranno. In pole position i ciellini che puntano su Scola
Il Papa lefebvriano no. Più della “pedofilia ecclesiale” è la liturgia ad angosciare in questi giorni di preconclave i 115 cardinali elettori che entreranno nella clausura della Cappella Sistina. Dopo che Benedetto XVI, nel 2007, ha liberalizzato la Messa tridentina, ovvero quella in latino delConcilio di Trento, i porporati amanti del rito post riforma liturgica del Vaticano II, ovvero nelle lingue locali, sono terrorizzati dal ritorno definitivo alla balaustra, al pulpito e al sacerdote che celebra di spalle al popolo con paramenti riesumati dalla naftalina.
La calata degli Unni
I cardinali tedeschi arrivati a Roma per “attuare il Concilio”
Attivi e organizzati, chiedono più tempo per discutere di ecumenismo, evangelizzazione e centralismo romano
Accanto agli organizzatissimi cardinali americani giunti a Roma per le Congregazioni generali e per il Conclave che eleggerà il successore di Benedetto XVI, c’è un altro gruppo di porporati che si sta dando da fare per approfondire il dibattito a porte chiuse nelle sessioni che si tengono quotidianamente nell’Aula nuova del Sinodo, contribuendo così a rimandare la decisione sull’ingresso nella Cappella Sistina di qualche giorno.
Habemus papam. Ma se l’eletto si trova in Patagonia?
Nel precedente post il professor Sergio Audano si interrogava sulla procedura nel caso dell’elezione di un papa esterno al collegio cardinalizio. E chiedeva: “Viene mandata una missione a chiedere al neo eletto se accetta? E nel frattempo si interrompono gli scrutini e le relative fumate?”.
Un lettore ci ha immediatamente scritto che le regole ci sono, anche se l’ultimo caso del genere risale al lontano 1271.
A lui la parola.
*
QUANDO IL NUOVO PAPA NON È NELLA CAPPELLA SISTINA
Vaticano, ultimi preparativi per il Conclave
Dopo giorni di pretattica, il 12 inizia la partita. Ma la tensione è alta sul toto-nome dopo la lunga stagione di scandali. Slovenia: Chiesa condannata a risarcire vittima di pedofilia.
Tutto è pronto. Le stufe sono state preparate. Le stanze sono state assegnate. L'ultimo dei 115 cardinali è arrivato nella Città eterna. E anche il camino da cui è destinato uscire il fumo bianco del nuovo pontificato ha fatto la sua comparsa sul tetto della Capella San Sistina. Le fumate sono previste ogni giorno alle 12 e alle 19. Ora l'unico conclave svolto sotto l'occhio vigile di un ex pontefice, o pontefice emerito, può iniziare.
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