Quando Francesco ha piantato l'ulivo insieme a Shimon Peres nel giardino della presidenza dello Stato d'Israele, in molti tra gli ebrei – laici soprattutto, ma anche religiosi - hanno visto nel gesto una volontà profonda del papa argentino di impegnare tutta la sua autorevolezza (in crescita esponenziale ogni giorno che passa). Un gesto che arrivava a poche ore dall'annuncio dell'incontro di preghiera di Roma, evento formalmente religioso ma immerso per intero dentro una concreta prospettiva politica di pace che per il Medio Oriente, e in particolare nello spicchio compreso tra il Sinai, il Giordano e il Mediterraneo, appare e scompare ormai da oltre un secolo. Ma dentro il mondo ebraico le posizioni sull'evento sono davvero molto diverse le une dalle altre.