ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 16 novembre 2016

Dopo sarà troppo tardi. Ma nessuno potrà dire di non essere stato avvertito.

«...Se non smetteranno di offendere Dio...»: gli avvertimenti della Madonna 


«...Se non smetteranno di offendere Dio...»: gli avvertimenti della Madonna


Un modo per leggere secondo criteri cristiani l’epoca ancora in corso, è quello di analizzare le apparizioni mariane succedutesi nel XX Secolo, scartando quei fenomeni che non solo sono dissimili dagli altri ma sono addirittura confutabili. In tal modo possiamo individuare una classe omogenea di eventi che sono rispondenti sia ai principi del Magistero che alla tradizione. Dalla congruità e coerenza poi dei “messaggi” dati dalla Madre di Dio e dalla loro conseguenzialità si può cercare di determinare quale ne fosse il fine.

Per la nostra salvezza

L’iniziativa a favore dei sacerdoti perseguitati. Qui non si tratta semplicemente di aiutare delle persone in difficoltà, opera in sé già meritoria. Qui si sta cercando di fornire a dei bravi sacerdoti cattolici la possibilità di continuare a essere bravi sacerdoti cattolici per la loro salvezza e anche per la nostra.

.
Mercoledì 16 novembre 2016
.
È pervenuta in Redazione:

Gentile dottor Gnocchi,
ho visto su Riscossa Cristiana l’appello della Società San Martino di Tours e San Pio da Pietrelcina a favore dei sacerdoti emarginati o persino respinti dai loro vescovi. Le faccio due domande. Ma è conciata così male la nostra Chiesa? Cosa possiamo fare in concreto per questi sacerdoti?
Un cordiale saluto e grazie per il vostro lavoro
Mariella Fossati

La grande tristezza che incombe sull’uomo è di non poter essere santo.

BLOY ULTIME NOTIZIE L'APOCALISSE

 Se vuoi sapere le ultime notizie leggi san Paolo e l'Apocalisse. Già Søren Kierkegaard aveva messo in guardia contro lo strapotere della stampa tendenziosa tipica della società moderna. Léon Bloy la nostra coscienza critica 
di Francesco Lamendola  



Quando apparve nelle librerie, nel 1887, il romanzo Le Désespéré (Il disperato), il nome di Léon Bloy venne catapultato nel mondo letterario francese con la forza d’un proiettile: lo scrittore, ancora sconosciuto al grande pubblico, che era venuto, povero diciottenne, nella capitale francese in cerca di fortuna, dalla natia Aquitania, dov’era nato nel 1846, si scagliava con ira furibonda contro i miti della cultura dominante: il progresso, il razionalismo, il positivismo, le macchine. Non era più un ragazzo; aveva già passato i quarant’anni: e per più di venti aveva vagato per le strade del mondo, cercando affannosamente una verità in cui credere, e per la quale vivere e morire. 

Ovra/Čeka PF?



Strage dottrinale, le epurazioni continuano


Come Laici con un briciolo di onesta infarinatura di storia ecclesiale, non è difficile appurare come da sempre nella Chiesa abbiamo assistito a periodi, più o meno alternati, di lotte intestine, epurazioni, persino omicidi, ma a memoria d’uomo non era mai accaduto che certe lotte avvenissero per modificare la Dottrina della Chiesa, e non era mai accaduto che un Pontefice si prestasse – con il suo silenzio o con le sue nomine  mirate – a dividere la Chiesa non per difenderne la Dottrina, ma per cambiarla.

Alle soglie di uno scisma?

Pericolosa polarizzazione


Lunedí scorso, 14 novembre, è stata resa nota la lettera con cui quattro Cardinali (Walter Brandmüller, Raymond L. Burke, Carlo Caffarra e Joachim Meisner) chiedono a Papa Francesco di dirimere le incertezze sorte dopo la pubblicazione dell’esortazione apostolica Amoris laetitia, dando risposta a cinque dubia allegati. In un paio di giorni sono stati versati fiumi di inchiostro sull’iniziativa dei quattro Porporati; inutile, quindi, ripetere cose che sono state già dette. Volevo solo evidenziare un aspetto che mi sembra sfuggito ai piú.

Ho avuto l’impressione che, in genere, i commentatori abbiano presentato gli estensori della lettera come ancora in attesa di una risposta del Papa (e quindi, si potrebbe supporre, abbiano pubblicato la lettera, in qualche modo, per “costringere” il Papa a dare una risposta). Lo stesso Magister, nell’inquietante postdi ieri sul suo blog, si esprime nei seguenti termini:
I quattro cardinali … hanno aspettato invano per quasi due mesi che il papa rispondesse all’appello. E c’è chi prevede che nemmeno da qui in avanti Francesco romperà il suo silenzio.
Anch’io, in un primo momento, avevo interpretato l’iniziativa in questo senso; ma poi, rileggendo il testo della lettera, ho capito che forse le cose sono andate diversamente. I Cardinali non stanno ancora aspettando una risposta del Papa alla loro lettera (se cosí fosse, molto probabilmente non l’avrebbero pubblicata); una risposta — non saprei dire in quale forma — devono averla già ricevuta; ed essa consiste nel fatto che il Papa non risponderà ai loro quesiti.

Premio Lazzaro


Papa Francesco, Sarah e la discussione sulla messa ad orientem                    

In parole e opere Francesco mostra di che pasta liturgica è fatto. Con l’intervista pubblicata in apertura del volume curato dal confratello Antonio Spadaro, “Nei tuoi occhi è la mia parola” (ed. Rizzoli), Bergoglio chiude la porta alla messa ad orientem e alla riforma liturgica.

I vescovi non votano l’agenda di Francesco?

The right Church

Eletti i nuovi vertici della chiesa cattolica americana. I vescovi non votano l’agenda di Francesco
foto LaPresse

Roma. Gli esperti di chiesa americana suggerivano di tenere gli occhi aperti sul nome del vicepresidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti che sarebbe uscito premiato dall’urna, nel corso dell’Assemblea generale in corso a Baltimora. Da lì, dicevano, si sarebbe capito l’orientamento delle centinaia di vescovi d’oltreoceano, investiti dalla profonda rivoluzione che il Papa ha avviato sul loro terreno: nomine che rappresentano una cesura netta rispetto al passato, nuove priorità (più attenzione al sociale e meno battaglie in strada rivendicando i cosiddetti princìpi non negoziabili) e auspicio d’un generale ravvedimento rispetto alle linee di quel conservatorismo muscolare che per lustri ha dominato la scena. Il vicepresidente eletto – e in teoria, almeno secondo la prassi, destinato a divenire presidente fra tre anni – è mons. José Horacio Gómez, arcivescovo di Los Angeles, la più grande diocesi statunitense. Nato a Monterrey, in Messico, è sacerdote dell’Opus Dei.

Errata - Corrige!?

ULTIM'ORA: il cardinale Burke dice che se il Papa non chiarirà l'errore grave', i Cardinali potrebbero compiere un 'atto formale di correzione'

Noi siamo con il Card. Burke!
Questa richietsa di chiarezza era necessaria e attesa!

ROMA, 15 novembre 2016 (LifeSiteNews) -
Traduzione di MiL

Dopo l'adesione al gruppo di quattro cardinali che hanno formulato un invito a Papa Francesco di chiarire gravi errori nella sua esortazione apostolica Amoris Laetitia, il cardinale Raymond Burke ha ora indicato i cardinali stanno prendendo in considerazione l'idea di una "correzione formale", nel caso il Papa dovesse mancare di rispondere alle loro perplessità.
I Cardinali avevano scritto al Papa esternando  le loro preoccupazioni, il 19 settembre, ma non avendo ricevuto una risposta nell'arco di due mesi, hanno reso pubblica la lettera lo scorso lunedi mattina.
 Ora, in un'intervista al National Catholic Register di Pentin Ed, Burke illustra i prossimi passi necessaria se il papa non dovesse rispondere alle preoccupazioni dei cardinali. Questa è la domanda di Pentin e segue la risposta del cardinale:
 DOMANDA:   Cosa succede se il Santo Padre non rispondesse al vostro atto di giustizia e di carità e non desse il chiarimento sui putni della dottrina della Chiesa che sperate di ottenere ?
Card. Burke:  Allora: dovremmo affrontare questa situazione: c'è infatti, nella Tradizione della Chiesa, la possibilità di correggere il Romano Pontefice. E' invero sicuramente molto raro. Ma se non vi fosse risposta alle domande sui punti controversi, allora direi che si porrebbe la questione di assumere un atto formale di correzione di un errore grave.

Ciò che molti pensano in sordina…


Lettera aperta a Papa Francesco
  

di Jean-Pierre Snyers
11 novembre 2016

Buongiorno Papa Francesco,
con tutto il rispetto che ho per Lei, ma non per un buon numero delle sue idee, Le scrivo per dirLe che sono prossimo a lasciare la sua Chiesa. Non avrei mai pensato che un papa potesse indurmi a considerare una tale rottura, ma Lei è riuscito in questa prodezza.

Da dopo la sua elezione, che Lei deve in gran parte all’oscuro gruppo San Gallo, io L’ho osservata. Per lungo tempo Le ho lasciato il beneficio del dubbio. Ma oggi, Santo Padre, io non posso più riconoscere in Lei Colui che rappresenta.
Comparando i suoi discorsi con ciò che è riportato nella Scrittura dagli Apostoli, posso solo constatare che Lei non presenta più il Vangelo descritto da essi. Un esempio: Lei parla DELLE vere religioni, le cui fondamenta (dottrine) poggiano secondo Lei sulla capacità dell’uomo di trascendere se stesso verso l’assoluto. Dicendo questo, Lei lascia chiaramente intendere che la Verità è plurale. Ebbene, mi è impossibile sottoscrivere una tale affermazione senza rinnegare puramente e semplicemente che Cristo è, come dice Lui stesso, LA Verità e la sola via che conduce al Padre e alla vita eterna.

martedì 15 novembre 2016

I tramini

Dietro a Donald Trump, le trame della massoneria progressista


Dietro alle elezioni USA che hanno portato alla casa bianca Donald Trump si sono mosse forze organizzate, trasversali, apolidi e sovranazionali. Sorprendentemente, sono proprio le trame della massoneria progressistaad avere portato al successo Donald Trump. Il come e il perché di questo apparente paradosso, lo spiega bene Gioele MagaldiGran Maestro delGrande Oriente Democratico – che ha una visione privilegiata sulle dinamiche sconosciute ai più – intervistato da Claudio Messora.

"Sodalitium Franciscanum"?

"Sodalitium Franciscanum", un covo di spie a cattivo servizio del papa

Spie
"Fare chiarezza". Questo hanno chiesto a papa Francesco quattro cardinali, con una lettera e cinque domande che – rese da loro pubbliche ieri – sono diventate la notizia bomba di questa vigilia di concistoro.
I quattro cardinali – i tedeschi Walter Brandmüller e Joachim Meisner, l'italiano Carlo Caffarra, lo statunitense Raymond L. Burke – hanno aspettato invano per quasi due mesi che il papa rispondesse all'appello. E c'è chi prevede che nemmeno da qui in avanti Francesco romperà il suo silenzio.
Però almeno, sugli stessi "dubbi" sollevati dai quattro cardinali, tutti concernenti le ambiguità di "Amoris laetitia", cercherà di portare un po' di "chiarezza" il Pontificio istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, con un "Vademecum per una nuova pastorale familiare" che sarà in libreria, edito da Cantagalli, nel gennaio del 2017, ma che già tra pochi giorni comincerà a circolare tra i vescovi, a cura dei suoi autori José Granados, Stephan Kampowski e Juan-José Pérez-Soba, tutti e tre professori di spicco dell'istituto.

Da porta santa a porta Inferi?

Santuario di Fatima invita i pellegrini a attraversare "portico Giubileo", in occasione del centenario delle apparizioni


porta speciale sarà aperto 27 novembre dal vescovo Antonio Marto


Fatima 14 novembre 2016 (Ecclesia) - Il Santuario di Fatima segnerà il centenario delle Apparizioni con l'apertura il 27 novembre, un portico Giubileo in cima alla sala di preghiera di quel luogo di culto.
Sul suo sito web, il Santuario spiega che l'obiettivo è quello di fornire i motivi "di un elemento visivo che può celebrare il centenario di Fatima" e ricordare al tempo stesso la "arco, nel 1917, ha segnato il luogo delle apparizioni e sotto che sono stati fotografati Francisco, Giacinta e Lucia ".

Il grillo papale

Il papa Achille e la tartaruga dei 4 cardinali



La tartaruga irraggiungibile dei 4 cardinali e il movimento possibile di papa Francesco
Dietro le posizioni espresse nella lettera dei 4 cardinali su “Amoris Laetitia” non vi è soltanto l’ombra lunga di una Chiesa paralizzata e inamidata, ma anche una visione filosofica statica, che nega il movimento e il divenire. Essi difendono l’essere cristiano come qualcosa di statico, cadendo fragorosamente nelle contraddizioni che già Zenone di Elea, difensore dell’essere parmenideo, mostrava con chiarezza in un famoso “paradosso”, denominato “Achille e la tartaruga”. Ascoltiamolo in una sintetica presentazione:

“Scarnificare la Chiesa”

Magistero non-convenzionale e ideologia


Venerdí scorso, 11 novembre, La Repubblica riportava l’ennesima intervista di Eugenio Scalfari a Papa Francesco. Se devo essere sincero, la cosa mi ha lasciato del tutto indifferente: di quello che il fondatore di Repubblica mette sulle labbra del Papa non mi interessa proprio nulla. Il discorso si fa diverso quando l’intervista viene rilanciata da L’Osservatore Romano, che, fino a prova contraria, è il quotidiano ufficioso della Santa Sede. Per carità, anche qui, finché il Papa si limita a dire che il male peggiore che esiste nel mondo sono le diseguaglianze, dal mio punto di vista, non è un grosso problema: si tratta di opinioni personali su cui si può essere piú o meno d’accordo. Magari qualcuno potrebbe far notare — come di fatto è avvenuto — che da un leader religioso ci si aspetterebbe un’analisi meno sociologica e piú religiosa della realtà (il male peggiore, una volta, non era forse il peccato?); ma, ripeto, si può discutere.

La punta di un iceberg

Morale ed Eucaristia, dietro i "Dubia" si gioca la partita sui fondamenti della Chiesa



L’enorme interesse suscitato dalla pubblicazione ieri dei “Dubia” di quattro cardinali riguardo l’esortazione apostolica Amoris Laetitia (la Bussola ha battuto ogni record di accessi) è segno di un disagio e di una esigenza di chiarezza molto diffusa tra i cattolici e sempre crescente.
In sé il passo compiuto dai cardinali Brandmuller, Burke, Caffarra e Meisner, per quanto previsto dalle norme canoniche, è sicuramente inusuale e si spiega con l’eccezionalità della situazione che la Chiesa sta vivendo. Anche il tentativo di sminuire la portata del gesto, confinandolo alla reazione di pochi cardinali che avrebbero perso il contatto con la realtà, è patetico. Perché gli ultimi mesi – tra documenti, appelli, commenti e prese di posizioni varie – hanno visto un grande fermento dei cattolici per riaffermare il valore di matrimonio ed Eucaristia così come trasmesso dalla tradizione e messo in pericolo da una forte corrente filo-protestante che gioca sul “non detto” delle dichiarazioni pontificie. La pubblicazione dei cinque “Dubia” dunque è solo la punta di un iceberg che tende a ingrossarsi ogni giorno che passa.

Adelante Pedro!

Un calendario liturgico italiano?


Giorni fa Don Andrea Caniato ha pubblicato, sul suo profilo Facebook, la lettera del Card. Angelo Bagnasco, con cui si comunica ai Vescovi italiani che d’ora in poi la ricorrenza di San Nicola (6 dicembre) sarà celebrata nelle diocesi italiane come “memoria obbligatoria”. La cosa non può che farmi piacere. Tale comunicazione però suscita in me anche alcune riflessioni.

1. La prima cosa che balza agli occhi è la lentezza delle procedure. La proposta fu presentata dall’Arcivescovo di Bari all’assemblea della CEI, e fu approvata a larghissima maggioranza, nel 2011. La recognitio della Congregazione per il culto divino è arrivata il 4 novembre 2016. Non so, e non voglio sapere, da chi sia dipeso il ritardo; ma, sinceramente, cinque anni, per ottenere una recognitio, sembrano eccessivi.


lunedì 14 novembre 2016

Chissà se vuol dire qualcosa..


LA CASA BIANCA: DAI NEOCON AL PALAZZINARO KOSHER



Ma dove è più, oggi, questa salutare predicazione della Fede perenne?


I NOVISSIMI con Padre Stefano M. Manelli FI (2)



10° giorno Il Giudizio particolare
“E’ destino dell’uomo morire una volta sola, e dopo la morte il giudizio”(Eb.9,27). Narra San Luca evangelista che quando San Paolo parlò del Giudizio di Dio al Prefetto della Palestina, questi, benché incredulo, ne fu così impressionato da apparire tutto spaventato davanti a lui (cfr Att.24,25). Orbene, se un pagano incredulo resta spaventato solo a sentir parlare del Giudizio di Dio sulla vita degli uomini, quanto più non dovremmo spaventarci noi credenti, pensando all’ora del nostro finale “rendiconto” (Lc.16,2).

La Chiesa non ha bisogno di damerini, ma di santi..

LA LEZIONE DEL SANTO EREMITA

 Da quel santo eremita nella foresta di faggi che lezione per noi uomini moderni. Senza spiritualità la fede è morta. Non ci servono discorsi melensi e sorrisi melliflui ma uomini di Dio, ci servono eremiti come Launomaro 
di Francesco Lamendola  



Un santo eremita vive nella foresta di Perche, in Normandia: la notizia della sua presenza si diffonde a partire da quando una banda di briganti, che lo aveva avvicinato per derubarlo (e di che cosa, poi?), è stata da lui convertita e ha promesso di cambiar vita. Ma le voci più curiose a suo riguardo parlano d’un rapporto straordinario con gli animali: egli parla con loro, e quelli gli obbediscono, come se fossero creature razionali. Uno di questi racconti narra di una cerva che, inseguita dai lupi, si era rifugiata presso di lui, ed egli l’aveva salvata,  ammonendo severamente i suoi inseguitori, che avevano desistito dalla caccia e si erano ritirati in buon ordine. È un episodio che ricorda quello del lupo di Gubbio, narrato nei Fioretti di San Francesco: solo che san Francesco è vissuto a cavallo fra il XII e il XIII secolo (dal 1181 o 1182 al 1226), mentre il santo eremita della foresta di Perche, Launomaro – in francese: saint Laumer -, è vissuto seicento anni prima, nel VI secolo: pare sia morto, ormai più che centenario, nel gennaio del 593, ed è ricordato nel Proprio dei Santi, insieme ad altri, alla data del 19 gennaio.
Che cosa ci faceva, Launomaro, in quell’angolo sperduto d’Europa, in mezzo al fitto intrico dei faggi e delle querce, residuo della selva primeva che ricopriva, in tempi antichissimi, gran parte del nostro continente?

Il dado é tratto?

https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/12/79/f7/1279f76407d035f3d1e8d0aaab3af644.jpg

La mancata risposta ai "dubia" sull'Amoris laetitia. Tutto chiaro? Ora sì

Torniamo sull’esortazione Amoris laetitia.
A causa dei gravi problemi insiti nel documento, alcuni cardinali hanno deciso di sottoporre al Vescovo di Roma ed al Cardinale Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede alcuni dubia (dubbi) circa il documento ed il mutamento di dottrina da esso operato (cfr. Amoris Laetitia, troppa confusione. Quattro cardinali scrivono al Papa: fare chiarezza, in LNBQ, 14.11.2016; «Santità, per il bene della Chiesa faccia chiarezza», iviEXPLOSIVE! 4 Cardinals OFFICIALLY ask Pope Francis to Clarify Amoris Laetitia, in Rorate caeli, Nov. 14, 2016; Amoris Laetitia: Santo Padre, parli chiaro!, in blog MiL, 14.11.2016; Nodi irrisolti di “Amoris laetitia” – Un appello di cardinali, in Corrispondenza romana, 14.11.2016; "Fare chiarezza". Nodi irrisolti dell'Amoris Laetitia. L'appello di quattro Cardinali al papa, in Chiesa e postconcilio, 14.11.2016; «Santità, per il bene della Chiesa faccia chiarezza». Le domande di quattro cardinali su Amoris Laetitia, in Il Timone, 14.11.2016; ANDREA TORNIELLI, Quattro cardinali chiedono spiegazioni su “Amoris laetitia, in Vatican Insider, 14.11.2016; EDWARD PENTIN, Four Cardinals Formally Ask Pope for Clarity on Amoris Laetitia, in NCR, Nov. 13, 2016; ID., Full Text and Explanatory Notes of Cardinals’ Questions on ‘Amoris Laetitia’, ivi; CLAUDE BARTHE, Ces cardinaux qui questionnent le pape : « Que votre oui soit oui ; que votre non soit non », in L'Homme Nouveau, 13 Nov. 2016Le pape refuse de répondre aux cardinaux !, in Riposte catholique, 14 Nov. 2016).
Sull’esortazione abbiamo già avuto modo di intervenire in altre occasioni. Lo stesso Vescovo di Roma, del resto, abbiamo ricordato, aveva avuto modo e tempo, scrivendo ai vescovi argentini della regione di Buenos Aires, la giusta ermeneutica del documento. Per cui, la questione doveva ritenersi chiusa già allora. Tuttavia, alcuni nutrivano la (segreta) speranza che quella missiva fosse solo espressione di un insegnamento quale dottore privato del Vescovo di Roma. Ed invece no. Per questi non c’è una separazione tra l’insegnamento pubblico e quello privato, visto che l’uno e l’altro si confondono e sovrappongono tranquillamente.
Eppure, alcuni vescovi come quello di Granada in Spagna (cfr. Nota del Arzobispo de Granada a todos los fieles católicos de la Diócesis, in Archiodiócesis de Granada, 16 Sep. 2016) e quello francese di Rouen (cfr. JEANNE SMITS, French bishop opens door for remarried divorced couples to receive the sacraments, in Lifesitenews, Nov. 9, 2016) hanno confermato la lettura del documento secondo la mens del suo autore. Anzi, l’arcivescovo di Granada richiamava espressamente nella sua nota la lettera del Vescovo di Roma ai vescovi argentini. Mentre la diocesi di Rouen ha addirittura previsto una Bénédiction sur les personnes séparées, divorcées, divorcées remariées ou engagées dans une nouvelle union réunies par l’archevêque le 1er novembre 2016 à la cathédrale de Rouen (in Diocèse de Rouen, 3 Nov. 2016).
Nello stesso senso si esprimevano, del resto, anche mons. Cupich di Chicago, fedelissimo del Vescovo di Roma e prossimo cardinale (cfr. Cupich, prossimo cardinale: su Amoris laetitia la penso come i vescovi argentini e il Papa, in Sinodo2015, 12.10.2016). Altre diocesi mostravano incertezza nell’applicazione dell’esortazione (cfr. Card. Vingt-Trois:Amoris laetitia richiede un immenso sforzo di formazione al discernimentoivi, 19.10.2016;Per applicare Amoris laetitia nelle parrocchie “ci vorrà tempo”ivi, 8.11.2016; SANDRO MAGISTER, A Roma sì, a Firenze no. Ecco come “Amoris laetitia” divide la Chiesa, in blog www.chiesa, 14.10.2016).
Altre diocesi ancora, come quella di Vienna, addirittura, sono molto più avanti (cfr. RODOLFO DE MATTEI, Il bollettino dell’arcidiocesi di Vienna sdogana la “famiglia” omosessuale, in Corrispondenza romana, 15.10.2016). 
Altri vescovi, infine, come mons. Sample di Portland, pubblicavano una lettera pastorale in cui davano al documento un’interpretazione non conforme alla mens del suo autore, ovverosia conforme alla dottrina della Chiesa (cfr. Un vescovo contro le manipolazioni diAmoris laetitia, in Sinodo2015, 27.10.2016), ma non in linea con il magistero novativo di colui che ricopre la carica di Vescovo di Roma, il quale, d’altronde, ricevendo l’Istituto Giovanni Paolo II sulla famiglia, aveva detto che la Chiesa sino ad allora riconosceva «un ideale teologico del matrimonio troppo astratto, quasi artificiosamente costruito, lontano dalla situazione concreta e dalle effettive possibilità delle famiglie così come sono» (cfr. Il Papa fa autocritica sul matrimonio: “Abbiamo idea astratta, lontana dai problemi reali”, in La Repubblica, 27.10.2016). Più chiaro di così …. .
Beninteso: noi siamo per la dottrina e la prassi pastorale della Chiesa di sempre. Quel a cui siamo contrari, per una questione di onestà intellettuale, è il “pompierismo”, vale a dire l’illusione (perché di questa si tratta: una semplice illusione ed un disinganno) di voler ricondurre il documento de quo nell’alveo del magistero di sempre. Bisogna prender atto, invece, della realtà. Per quanto dura. Del resto, che altro doveva e deve fare il Vescovo di Roma per mostrare quale sia la giusta ermeneutica dell’esortazione? L’ha detto in una sua lettera ad una regione ecclesiastica (documento che, a rigore, dovrebbe considerarsi indiscutibilmente come suo magistero) su una questione riguardante la fede e la morale, ovverosia la corretta interpretazione di un suo documento, ed oggi ha disposto la non risposta ai dubia proposti da alcuni cardinali; ha criticato, parlando all’Istituto Giovanni Paolo II sul matrimonio, di una visione “teologica” della Chiesa sino ad allora riguardo al vincolo nuziale … . Ergo, la questione deve considerarsi chiusa, traendone le debite conseguenze, nonostante l’ampia raccolta di firme di fedeli circa la dichiarazione di fedeltà (cfr. MARCO TOSATTI, Amoris Laetitia. 5.000 adesioni in pochi giorni alla Dichiarazione di Fedeltà all’insegnamento immutabile sul Matrimonio, in Stilum Curiae, 13.10.2016).
Questa mancata risposta alle questioni dottrinali sollevate dal gruppo di cardinali, dovrebbe spazzare via anche i dubbi sollevati in buona fede da alcuni teologi, i quali chiedevano che il Vescovo di Roma chiarisse il senso ed il significato della sua lettera ai vescovi argentini così come l’esortazione da lui pubblicata (cfr. DON TULLIO ROTONDO, Amoris Laetitia.Precisazioni e riflessioni sul documento dei Vescovi argentini approvato da Papa Francesco, in Apologetica cattolica, 20.10.2016). Aveva, dunque, pienamente ragione – e questo lo riconosciamo con onestà intellettuale – il card. Kasper, che ha parlato dell’Amoris laetitia come di un cambio del paradigma dottrinale della Chiesa (cfr. Card. Kasper:Amoris laetitia è un cambio di paradigma nella Chiesa, in Sinodo2015, 23.10.2016; MARCO TOSATTI, Amoris Laetitia, divorziati risposati: le 50 sfumature di grigio del card. Kasper e della Chiesa di Germania, in Stilum Curiae, 27.10.2016). 
Prendiamone serenamente, perciò, atto, traendo da questo quel che deve essere tratto. Secondo logica e secondo fede.
( segue articolo di stamattina di Magister)....

http://www.scuolaecclesiamater.org/2016/11/la-mancata-risposta-ai-dubia-sullamoris.html

Paolo Pasqualucci. I cinque “DUBIA” dei quattro cardinali. Riflessioni ad una prima lettura

Riflessioni ad una prima lettura

Ringraziamo di cuore la Provvidenza per l’incisivo intervento delle Eminenze Brandmüller, Burke, Caffarra, Meisner in difesa del vero insegnamento della Chiesa, effettuato il 16 settembre scorso ed ora coraggiosamente fatto conoscere a tutti i cattolici.
  1. Come spiegano essi stessi, i “dubbi” partono dalla discussa Amoris Laetitia per investire i fondamenti stessi dell’etica cristiana, messi in discussione dalle ambiguita’ della Amoris Laetitia, in quanto interpretabili (ed effettivamente interpretate, da alcuni nella Gerarchia) in modo da contraddire quei fondamenti. 
  2. I dubbi concernono soprattutto i contestatissimi parr. 300-305. Si chiede se, in base a quei paragrafi e relative note, sia ora possibile che persone sottoposte a vincolo matrimoniale valido ma conviventi “more uxorio” con un’altra, possano ricevere l’assoluzione e fare la Comunione, senza che siano adempiute le condizioni previste dalla Chiesa e ribadite da Giovanni Paolo II nel suo magistero, che riafferma sul punto l’insegnamento tradizionale della Chiesa. E cioè:
    1. le persone interessate commetterebbero ingiustizia nei confronti dei figli se si separassero;
    2. tuttavia, devono prendere l’impegno di interrompere gli atti sessuali propri degli sposi;
    3. e di non dare scandalo, inducendo così altri a peccare.
  3. Ciò premesso, gli altri quattro dubbi concernono la morale cristiana, messa in grave pericolo dalle interpretazioni scorrette che il testo ambiguo della Amoris Laetitia sembra permettere. Infatti, si è ora costretti a chiedersi se sono ancora validi questi principi fondamentali di tale etica:
3.1. che “esistono norme morali assolute, valide senza eccezioni, che proibiscono atti intrinsecamente cattivi”;
3.2 che “si trovi in una situazione oggettiva di peccato grave chi vive abitualmente in contraddizione con un comandamento della legge divina, come quello che proibisce l’adulterio”;
3.3 che “le circostanze o intenzioni non potranno mai trasformare un atto intrinsecamente disonesto per il suo oggetto in un atto soggettivamente onesto o difendibile come scelta”;
3.4 che “[nei confronti dei principi morali] si esclude un’interpretazione creativa del ruolo della coscienza”, poiché, “la coscienza non può legittimare eccezioni alle norme morali assolute che proibiscono azioni intrinsecamente cattive per il loro oggetto”.
  1. Come da prassi secolare della Chiesa, si chiede che la Suprema Autorità, mediante l’organo competente, risponda con un “sì” o con un “no”. Ma la Suprema Autorità finora ha taciuto. Per questo i quattro benemeriti cardinali hanno reso pubblico il documento, legittimando il loro atto anche con la Scrittura e la Tradizione della Chiesa. In tal modo, la contestazione alle ambiguità in odor di eresia della Amoris Laetitiapuò allargarsi e ulteriormente approfondirsi.
  2. Come ognun può vedere, data l’autorità dei suoi firmatari, si tratta di un documento di eccezionale importanza, nella grave situazione attuale del cattolicesimo. Non si tratta più della presa di posizione di singoli teologi alla quale abbiano aderito intellettuali cattolici, come nel caso delle Censure Teologiche, avanzate qualche mese fa nei confronti della Amoris Laetitia, note in rete come Lettera o Documento dei 45 (ai quali mi onoro di appartenere). Ora, invece, si è aperta una fase nuova, più avanzata: autorevoli membri del Collegio Cardinalizio, sicuramente in rappresentanza di cardinali e vescovi che per ora preferiscono tacere, chiedono in sostanza al Papa di chiarire in maniera definitiva ambiguità gravi presenti nella Amoris Laetitiaun documento magisteriale emanato dallo stesso Papa: tali, queste ambiguità, da permettere di disattendere e contraddire norme fondamentali dell’etica cristiana, che si basa sulla Rivelazione divina.  Chi deve chiarire, giustificandosi, è, per così dire, il documento stesso, vale a dire il Papa, anche se per l’interposta persona del Prefetto dell’ex Sant’Uffizio. E potrà tacere all’infinito, continuare a sottrarsi al chiarimento dottrinale, sempre più necessario e indispensabile?
    Papa Francesco, per la verità, ha  avallato in una lettera l’interpretazione dei passi contestati della Amoris Laetitia data dai vescovi argentini, che legittimava l’eversione della morale cristiana in essi racchiusa, con l’ormai famoso: “no hay otras interpretaciones”.  Si può dire che si sia schierato, che questa sia l’autentica da lui fornita?  Così sembra.  Ma la risposta aiDubia espressi dai quattro cardinali, l’unica risposta possibile ossia che le norme della morale cattolica richiamate sono sempre valide, implica di per sé l’insostenibilità radicale ed assoluta dell’interpretazione dei vescovi argentini.  
  3. Da un punto di vista filosofico, il documento rappresenta una più che necessaria presa di posizione contro il soggettivismo dominante nel pensiero contemporaneo, che ha corrotto ogni sana concezione dell’etica ed è alla fine penetrato anche nelle componenti deviate della Gerarchia cattolica, quelle intrise di modernismo.  Finalmente si comincia a rimettere autorevolmente nel suo giusto equilibrio il rapporto tra la coscienza individuale e la legge, la norma (rivelata) che stabilisce il nostro comportamento, quello voluto da Dio e a Lui gradito. La coscienza, come ci ricordato i cardinali firmatari, dà giudizi sulle norme, le riconosce, ma non le crea, non si dà da se stessa la morale, le cui leggi, poste da Dio e perfezionate dalla Rivelazione tramite Cristo Nostro Signore, esistono e sono valide indipendentemente dal riconoscimento che ne faccia la nostra coscienza individuale, libera naturalmente di rifiutarle, per la sua propria rovina.
  4. Ricordo, infine, per la cronaca, che, nel Documento dei 45 contenente le Censure Dottrinali alla Amoris Laetitia i temi ad oggetto dei Dubia sono trattati in maniera indiretta e diretta ai numeri: 6, 7, 8, 9, 10 (in quanto passibili di censura per eresia), ai numeri 12, 14, 15, 16 (in quanto passibili di censura per errore nella fede), al numero 18 (in quanto contenenti affermazioni temerarie e false).  
  5. Dubia dei quattro cardinali vengono resi pubblici alla vigilia del Concistoro dei Cardinali in Vaticano.  Preghiamo tutti perché in questo Consistoro vengano affrontati i nodi dottrinali fondamentali e sia confusa la parte dottrinalmente deviata dell’augusto Consesso.
Paolo  Pasqualucci

Al di là dei numeri

Secondo i dati forniti il 12 novembre da monsignor Rino Fisichella alla Stampa Estera, entro la fine del Giubileo saranno arrivati a Roma  21 milioni di pellegrini,   mentre 1 miliardo di persone circa avrebbero attraversato le Porte Sante aperte in tutto il mondo. Le cifre ufficiali riportate dalla Prefettura della Casa Pontificia hanno valutato però in 32 milioni  il totale di arrivi per il Giubileo dell’anno 2000. Il calo è stato dunque superiore al trenta per cento.