ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 8 gennaio 2017

Tranquilli?

Censura sul web in seguito ai leaks di orrori pedo-satanici: tranquilli è tutto vero ed è consuetudine

marina-abramovich-hillary-clinton1° La vendetta di Obama
2° I negazionisti della tragica realtà degli abusi rituali: “Le bufale possono uccidere”
3° Anni e anni di orrori ben celati dal mainstream
4° Bambini carne da macello per ottenere il favore degli “Dei”
5° Pedofilia satanica tra i potenti. E’ consuetudine
6° I messaggi in codice delle email trapelate
7° Il pallino per l’ “arte” dei fratelli Podesta
8° A cena con la strega
9° Non solo pizza nel menù della Comet Ping Pong
10° I Clinton sul Lolita Express: non affermazioni di blogger, ma soffiate dei federali

-A cura della Redazione di Antimassoneria-

Possiamo ancora salvarci?

Il suicidio della chiesa

Dall’apostasia silenziosa che affliggeva Papa Wojtyla si è passati all’autosecolarizzazione. Possiamo ancora salvarci? Wolfgang Spindler, teologo e predicatore domenicano, lo spera


Wolfgang Spindler è un teologo domenicano tedesco, ha quarantanove anni e un’idea ben precisa su quali siano i rischi che la chiesa corre in tempi come questi. Scrive su due riviste, Die Neue Ordnung (L’ordine nuovo) e Tumult, insegna, fa il prete – cioè segue una parrocchia dove celebra regolarmente messa – e scrive anche libri per bambini, perché essi, dice conversando a lungo con il Foglio, “hanno un rapporto immediato con la trascendenza. La realtà di San Nicola, ad esempio, per loro è prossima ed evidente come quella della nonna o del gatto di casa”. Ricorrono gli otto secoli dalla fondazione dell’Ordine dei Predicatori (libri suggeriti: L’Ordine dei Predicatori, a cura di Gianni Festa e Marco Rainini per Laterza e I domenicani di Massimo Carlo Giannini per il Mulino), e subito si pone l’interrogativo su quanto sia complesso e accidentato predicare il cattolicesimo nell’Europa di oggi, così provata dalla secolarizzazione.

La più grave delle moderne cinque piaghe della Chiesa

L’orfanezza della Chiesa in uscita

Nella festa della Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, fissata nella Domenica nell’Ottava dell’Epifania da papa Benedetto XV, pubblichiamo questo contributo di Franco Parresio.



Luigi Marai, Gesù nel Tempio tra i dottori, 1884, Verona


"Versus populum"



A scadenze periodiche, qualcuno fa sentire la propria voce a proposito dell'orientamento liturgico degli altari. Secondo alcuni, la Sacrosanctum Concilium non avrebbe previsto la celebrazione versus populum, che costituirebbe quindi un arbitrio che i Padri Conciliari non avevano voluto. Secondo altri, invece, il nuovo orientamento sarebbe parte integrante della riforma conciliare. 

Invito quindi alla rilettura di Non sequitur, un mio studio pubblicato il 18 Gennaio del 2013, nel quale ritengo di aver dimostrato che l'innovazione risale agli anni Trenta del secolo scorso, sull'onda del cosiddetto movimento liturgico, con il quale i novatori gettarono le basi della grande rivoluzione conciliare.


ll trait d’union fra la gnosi e il modernismo cattolico

PAUL ROCA GNOSI E MODERNISMO

    Eminenza grigia: Paul Roca, prete apostata e scomunicato, è il trait d’union fra la gnosi e il modernismo cattolico. Identifica uno di quei personaggi che, pur passando quasi inosservati sulla scena del mondo, fanno la storia 
di Francesco Lamendola  





Può darsi che il nome di Paul Roca non dica nulla alla maggior parte delle persone di media cultura, cattolici compresi; eppure è un nome importante, perché identifica uno di quei personaggi che, pur passando quasi inosservati sulla scena del mondo, fanno la storia più di quanto non la facciano altri uomini, ben visibili e conosciuti da tutti, i quali, però, detengono un potere più apparente che reale, e operano solo in superficie, mentre gli altri, le eminenze grigie, gli ispiratori occulti, stando nell’ombra arano il campo in profondità, e spargono dei semi che daranno raccolti durevoli – tanto nel bene, quanto nel male.
Proviamo a considerare questo brano di prosa:

Credo che il culto divino come è espresso dalla liturgia, il cerimoniale, il rito e i precetti della Chiesa romana subiranno prossimamente in un Concilio ecumenico una trasformazione che, restituendo ad essi la venerabile semplicità dell’età dell’oro apostolica, li metterà in armonia con il nuovo stato della coscienza e della civilizzazione moderna. […]
[Si accederà così ad una religiosità e alla] profondità e l’universalità di un cristianesimo col quale si metteranno in armonia tutti i centri religiosi della terra. […]
Il Pontefice si accontenterà di confermare e glorificare il lavoro dello Spirito o del Cristo Spirito nello spirito pubblico, e grazie al privilegio della sua personale infallibilità, dichiarerà canonicamente “urbi et orbi” che la civilizzazione presente è figlia legittima del Santo Vangelo e della Redenzione sociale.

Chi di sfregio ferisce..


Roma, entra nella basilica di Santa Maria Maggiore e sfregia al volto due frati      


Autore del gesto un uomo di 42 anni originario di Frosinone con precedenti per droga e disturbi psichici. "La Chiesa non mi ha capito"

ROMA - E' entrato nella basilica di Santa Maria Maggiore e con un coccio di bottiglia, per motivi in corso di accertamento, ha aggredito due religiosi: padre Angelo Gaeta, addetto alla sagrestia della chiesa e padre Adolfo Ralph dei frati dell'Immacolata. E' accaduto nel pomeriggio di oggi. All'interno della chiesa - una delle quattro basiliche pontificali della città - in quel momento c'erano diversi fedeli.


La guerra degli altari

La Civilità cattolica va alla guerra degli altari: "La Riforma della riforma è un errore"
La rivista dei Gesuiti contesta il cardinal Sarah e Papa Benedetto XVI sulla riforma della riforma liturgica. E cita Papa Francesco per il quale la Costituzione conciliare sulla liturgia deve continuare. Ma una eventuale “riforma della riforma” non sarebbe una revisione del Concilio, ma solo della riforma voluta dalla Commissione e promulgata da Paolo VI. Quindi non si contraddirebbe l’espressione di Papa Francesco.

sabato 7 gennaio 2017

“Ci chiediamo cosa stia succedendo ”?


Sul Vaticano II i cattolici si sveglieranno mai?
Sicuramente a svegliarsi è meglio tardi che mai!

“Guerra” vaticanaNell’attuale crisi della Chiesa, di una gravità senza precedenti in tutta la storia della Chiesa, è molto importante che i cattolici diano la dovuta importanza sia al movimento tradizionale sia alla Chiesa cattolica fuori dal movimento tradizionale. La tradizione nel senso più ampio, vale a dire tutto ciò che Nostro Signore ha affidato alla Sua Chiesa per essere trasmesso (tradendum in latino) fino alla fine del mondo, è indispensabile per la Chiesa, e il movimento tradizionale ha svolto un ruolo indispensabile nel preservare la dottrina tradizionale e i sacramenti dalla distruzione ad opera della Rivoluzione conciliare nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Ma per sopravvivere, il movimento tradizionale ha dovuto porsi al di fuori della normale struttura gerarchica della Chiesa, e tale struttura è parte integrante della Tradizione – “Pietro, pasci le mie pecorelle” (Gv XXI, 17). Quindi, per quanto profonda sia la corruzione conciliare a Roma, i cattolici devono sempre guardare a Roma.

Da qui l’interesse del seguente rapporto proveniente dall’interno di Roma ad opera del fondatore e direttore di una pubblicazione americana del Novus Ordo, LifeSiteNews. Steve Jalsevac visita normalmente Roma due volte l’anno con i colleghi per parlare con diverse persone con cui è in contatto a Roma, il modo migliore per essere in grado di valutare come si sviluppa la situazione nella Chiesa. Della sua ultima visita di novembre, egli ha pubblicato il 16 dicembre un rapporto “molto preoccupante” delle sue impressioni sull’attuale situazione a Roma. Eccone degli estratti: -

Il fine e i mezzi..?



Don Pierpaolo e la fronda. Considerazioni di inizio d'anno sulla situazione della FSSPX in Italia


Come noto, il primo di gennaio, con comunicato letto dai pulpiti delle Cappelle e subito pubblicato nel sito istituzionale della Fraternità Sacerdotale San Pio X (vedi qui) don Marco Nély dava notizia di essere stato nominato dal superiore della stessa Fraternità Monsignor Fellay responsabile ad tempus del governo del Distretto italiano. Contestualmente don Nély annunciava che con la medesima decisione il Superiore generale della FSSPX aveva "deciso di sollevare don Petrucci dall'incarico di superiore, secondo le norme di Diritto canonico".
La decisione non è priva motivazione giacché si legge che essa è stata imposta dalla constatazione, anche in seguito a "una visita canonica effettuata nel 2015", delle "difficoltà della gestione del distretto, difficoltà che si protraevano da tempo creando tensioni tra la maggior parte dei confratelli". Nè è priva dell'indicazione del fine che essa persegue ossia del "bene comune del Distretto".


Il sesto Dubia…

CARD. NAPIER: CON L’AMORIS LAETITIA ANCHE I NOSTRI POLIGAMI IN AFRICA POSSONO RICEVERE L’EUCARESTIA? IL SESTO DUBIA…



Durante uno dei due Sinodi sulla famiglia, mentre era vivo – come adesso – il dibattito all’interno della Chiesa sul problema dell’eucarestia ai divorziati risposati, un cardinale africano si lasciò andare a un battuta tagliente con un amico. “Voi in occidente avete la poligamia successiva, mentre in Africa c’è quella contemporanea”. A significare che il costume diffuso di non considerare il matrimonio un legame a vita porta a una successione di rapporti che l’ironia del porporato rendeva simili alla poligamia.

Tocca solo a noi

La devozione dei primi cinque sabati del mese domandata dalla S. Vergine a Fatima

coracaoDa questo sabato fino al centenario delle apparizioni, 13 maggio 2017, è possibile praticare per l’ultima volta la devozione dei primi cinque sabati del mese domandata dalla Madonna a Fatima per riparare alle offese arrecatele dagli uomini. Come ben sappiamo non è stata eseguita la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, ma soddisfare quest’ultima richiesta tocca solo a noi. E se già l’abbiamo eseguita, visto che è un atto di riparazione, non può nuocere rifarla.




Alla scuola di Gesù e di Maria.


La terza via

La crisi nella Chiesa è talmente grave che i sani dovrebbero far quadrato. È vero, senza ombra di dubbio. Tuttavia, se mi soffermo a osservare i difetti di certi ambienti tradizionalisti, non è per il gusto di “fare le pulci” agli altri, ma per segnalare gravi pericoli che nascono da un’impostazione tendenzialmente settaria e dall’isolamento in cui si sono deliberatamente rinchiusi. Non si tratta di piccole magagne o di dettagli di secondaria importanza, bensì dell’essenza stessa della vita cristiana; la posta in gioco è l’essere realmente sani dal punto di vista soprannaturale.

L’adesione alla verità oggettiva non può prescindere completamente dalle condizioni del soggetto che deve conoscerla e praticarla. Una tendenza eccessivamente spiccata all’astrazione finisce col perdere di vista la realtà concreta delle persone, che è evidente al semplice buon senso. Un sistema di pensiero apparentemente perfetto (perché ogni cosa è incasellata in un posto preciso e ogni problema ha una soluzione prestabilita) rischia di passar sopra le situazioni effettive degli individui e della loro epoca storica, inquadrandole in una bella cornice ma lasciandole sostanzialmente come sono. Tali considerazioni non sono un cedimento allo storicismo, al relativismo o al soggettivismo, ma una semplice professione di sano realismo.

venerdì 6 gennaio 2017

Alle frontiere dell'ecumenismo

L'ultima resa all'invasione: in chiesa si prega Maometto

All'aeroporto di Malpensa la cappella della Madonna di Loreto diventa per metà moschea. E sale la rabbia
Alle frontiere dell'ecumenismo. I tappeti per pregare Allah a pochi passi dall'altare. Sul pavimento che guarda il Crocifisso.


Accade a Malpensa, aeroporto che mette in contatto mondi lontani e frulla uomini e tradizioni. Ma forse fin qui non si era mai arrivati: i fedeli invocano il proprio Dio gomito a gomito, il tutto nello spazio sacro dedicato alla Madonna di Loreto, da sempre protettrice di chi vola. La chiesa che si fa moschea. Almeno un po'.

Devi cambiare ‘teologia’

DON PUSCEDDU, IL CALVARIO CONTINUA. MONS. MIGLIO VUOLE “RIEDUCARLO”. IN UNA COMUNITÀ. IN CASO CONTRARIO…


Vi ricordate di don Massimiliano Pusceddu, il sacerdote cagliaritano sottoposto a un linciaggio mediatico – basato su una bufala – e ridotto al silenzio e alla vita privata dal suo arcivescovo, Arrigo Miglio?
Vi rinfreschiamo la memoria. E’ il giugno dello scorso anno, infuria la battaglia sulle cosiddette Unioni Civili, e don Pusceddu in un’omelia cita un brano della lettera di San Paolo a Romani, in cui l’apostolo delle Genti, dopo aver lanciato strali contro i comportamenti omosessuali, conclude: “E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa”. Immediatamente un giornale ha scritto che don Pusceddu avrebbe detto che gli omosessuali meritano la morte. 

A maggior gloria di io

Coriandoli velenosi volano nel “cabaret” vaticano


                                                                        Un ecclesiastico ironico sostiene che                                                                                         Bergoglio non lavora a maggior gloria di                                                                                   Dio ma a maggior gloria di io.

 Antonio Socci



Non possiamo, non è consentito arrenderci alla dolce, quasi avvolgente futilità, che squilla nei paralogismi, in corsa precipitosa e incontrollata, nei discorsi (pistolotti) “ecumenici” del buonista (a corrente alternata) José Bergoglio.
 Dal Vaticano scendono discorsi curiosi e avventurosi, nei quale si esprime, ad alta ed ecumenica (o sincretistica?) voce, la temeraria, quasi eretica ed ogni modo grottesca affermazione dell'inesistenza di (un) Dio cattolico.
 Sulla cupola della basilica di San Pietro incombe la figura perdente e sgangherata del sincretismo, un guazzabuglio aperto a tutte le suggestioni emanate dalla disfatta e dallo sfacelo delle moderne scuole di pensiero e delle loro rivoluzioni. (Di tutte le rivoluzioni, da quella americana alla francese, dalla nazista alla maoista).

Siamo sicuri che sia proprio così?


Il dolore innocente e la risposta cristiana. Che c’è

Nell’udienza generale di mercoledì 4 gennaio, la prima del 2017, papa Francesco è tornato sulla questione del dolore innocente. Ne aveva già parlato nel dicembre scorso, durante il discorso rivolto alla comunità dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù, e di nuovo, come in quella occasione, rispetto al testo scritto ha voluto fare un’integrazione a braccio.
Il 15 dicembre 2015, improvvisando, Francesco disse: «Perché i bambini soffrono? Non c’è risposta. Soltanto guardare il Crocifisso, lasciare che sia Lui a darci la risposta».
E continuò con un  dialogo immaginario: «Tu potrai dirmi: “Ma lei, Padre, non ha studiato teologia?”». «Sì!». «E  ha letto libri su questo?». « Sì! E la risposta non c’è! Guarda il Crocifisso: soffre e piange, e questa è la nostra vita. Io non voglio vendere ricette che non servono, questa è la realtà: il pianto, il dolore come Gesù in croce. Piangere con lui, con lei, soltanto questo. Perché soffrono i bambini? Una delle domande aperte della nostra esistenza: non sappiamo. Dio è ingiusto? Eh sì! È stato ingiusto con  suo Figlio, lo ha mandato in croce! Eh, se seguiamo questa logica, dobbiamo dire questo? Ma è la nostra esistenza umana, è la nostra carne che soffre in quel bambino. E quando si soffre non si parla: si piange e si prega, in silenzio».

La strana sensazione

Mons. Athanasius Schneider e
la regolarizzazione canonica della Fraternità San Pio X






Il sito spagnolo Adelante la Fe, il 4 gennaio 2017, ha pubblicato il video di un’intervista esclusiva di Mons. Athanasius Schneider condotta da Sonia Vázquez.
Il sito riporta insieme, per esteso, i punti salienti delle risposte di Mons. Schneider.

L’intervista, così presentata, è stata ripresa dal sito americano Rorate Caeli e dal sito italiano Radio Spada.  Quest’ultimo ha fatto seguire alla pubblicazione dei punti salienti dell’intervista, tradotti in italiano, degli interrogativi (dubia) sollevati su tali punti da Cesare Baronio.

Riportiamo i punti salienti di questa intervista, come presentati sul sito Adelante la Fe e li facciamo seguire da una nostra nota.

Il nostro timore..

Il femminismo ecclesiastico


Il femminismo clericale rifiuta la spiritualità mariana
Lunedì 2 gennaio l’Osservatore Romano pubblicava un articolo sulla Madonna a firma di Anne-Marie Pellettier che cominciava l’anno 2017 (centenario delle apparizioni della Vergine a Fatima) affermando il suo disagio per la crescente spiritualità mariana. Ma chi più della Madonna ha fatto la volontà del Padre?                  

Lunedì 2 gennaio l’Osservatore Romano pubblicava un articolo sulla Madonna a firma di Anne-Marie Pellettier che cominciava l’anno 2017 (centenario delle apparizioni della Vergine a Fatima) affermando il suo disagio per la crescente spiritualità mariana. Perché, sostiene la teologa, la sobrietà della Madonna, che ha vissuto nel nascondimento, “contrasta incredibilmente con la sovrabbondanza, o meglio l’esuberanza, della teologia e della pietà mariane”. Ancora di più, si legge che  “l’esaltazione della Vergine Maria è ben lungi dal proteggere dalla misoginia”. In altre parole la pietà mariana favorirebbe il machismo. 

Che cosa poteva farsene Gesù Bambino dei doni di oro, incenso e mirra?

L'Epifania secondo "Il quinto evangelo"
                                                                                                                   
I Magi che con l'oro in dono rovinano il progetto di una Chiesa dei poveri, e il fermo rifiuto di Giuseppe. Così colui che divenne il cardinale Biffi volle riscrivere ironicamente anche i fatti dell'Epifania per denunciare l'ecclesialmente corretto.





La situazione della Chiesa attuale non sembra molto diversa da quella turbolenta di fine anni '60, quando quello che poi diventò il cardinale Giacomo Biffi, scrisse "Il quinto evangelo", una rivisitazione ironica del politicamente corretto ecclesiale, che usa come espediente letterario la scoperta di un manoscritto in Terrasanta fatta durante un viaggio dal commendator Giuseppe Migliavacca, parrocchiano dello stesso Biffi. Frammenti che correggono i vangeli canonici dando al vangelo una lettura più aderente ai tempi correnti. Ne proponiamo un brano che si riferisce proprio alla festività odierna, l'Epifania.

L'umanità, distratta da false dottrine e da falsi idoli

I Magi a Betlemme: l'Epifania del Signore che si rivela agli uomini

Dio si fece piccolo per essere compreso dagli uomini. Non bastava. L'umanità, distratta da false dottrine e da falsi idoli, difficilmente poteva comprendere questo evento senza che fosse Dio stesso a rivelarsi con dei segni di riconoscimento.
I primi momenti in cui Gesù si fa conoscere agli uomini sono l'adorazione dei Magi, il Suo battesimo nel fiume Giordano e il primo miracolo a Cana. Il 6 gennaio, nel calendario liturgico cattolico, si celebra il giorno dell'Epifania (Manifestazione divina, in greco), quando, i Magi, saggi orientali che la tradizione popolare individua nel numero di tre, si accostarono alla mangiatoia adorando il Dio vivente.

giovedì 5 gennaio 2017

La stella al proprio posto

Magi (particolare), VI secolo, mosaico, Ravenna, basilica di San Vitale
Come i Magi salvarono la Natività e il mondo fece la guerra per una stella



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L’iconografia ci ha ormai abituato ai tre Re Magi – Gaspare, Melchiorre e Baldassarre – di chiara provenienza orientale. Il Vangelo, in realtà, si limita a precisare il loro giungere da est, ma non ne rivela né i nomi né il numero – anche se dà notizia dei tre doni che recano con sé: oro, incenso e mirra. Un’incertezza che nella storia dell’arte ha reso il gruppo variabile, arrivando a comprendervi anche cinque Magi o più, ma che non ha impedito loro di guadagnarsi un posto di primo piano nel presepe, oltre che nella storia.

"Se lo comprendi non è Dio"

Dio non va "compreso" ma va "inteso"



Chiediamoci adesso se è possibile comprendere Dio. Bella domanda questa! Parlando di questo c'è una bella espressione di Sant'Agostino: "Se lo comprendi non è Dio". Vediamo di analizzarla un po'. Chi può comprendere Dio? Nessuno. Perché? Perché Dio è l'Infinito e l'Infinito non può essere "compreso". Comprendere significa prendere, cogliere ma si coglie solo qualcosa di finito.

Tenete pronto un obitorio da campo?


Pro pontifice antisismico


Matteo 7: "Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande."
Io ascolto le sue parole, ma non le metto in pratica – troppa fatica! – e così mi viene in mente che i terremoti, lungi dall’essere un banco dove l’imputato è Dio, sempre troppo lontano eccetto in caso di reclami, sono la miglior occasione per verificare se Matteo 7 è davvero scrittura rivelata oppure no.

Moriranno adulti?

Quella reazione violenta a Papa Francesco Gazzetta Santa Marta, mensile Jesus 
(Iacopo Scaramuzzi) Affiora, al fondo di molte critiche a Papa Francesco, un sentimento ricorrente, lo «smarrimento». Sentimento comprensibile, oltre che legittimo, con un Pontefice spesso sorprendente, ma un po’ bizzarro quando ad esprimerlo, a volte con rabbia, sono persone (cattolici o meno) che amano la tradizione con la “t” maiuscola, la gerarchia, l’ordine immutabile delle cose, insomma persone che ci si aspetterebbe, più di altri, obbedire al Romano Pontefice, chiunque egli sia. Ma è forse proprio questo il punto. 
Jorge Mario Bergoglio sembra indirizzare la sua predicazione – evangelica, ortodossa, cattolica – a persone che devono responsabilmente discernere come tradurre in pratica, nella loro vita, la fede in Gesù e il magistero papale. Non per relativismo morale ma perché, come si sarebbe detto in un’altra epoca ecclesiale, «cattolici adulti».

Pugno nell’occhio

FIGLI DI DIO E FIGLI DEL DIAVOLO

    Figli di Dio e figli del diavolo: questo linguaggio è troppo duro per i vostri orecchi? il Vangelo non è più uno, quello di Gesù ma si direbbe che ve ne siano molti: tipico riflesso della protestantizzazione del cattolicesimo 
di Francesco Lamendola  





Che cosa significa, per un cristiano, vivere da figlio di Dio? Ce lo spiega, con molta semplicità e con estrema chiarezza – oltre a Gesù stesso nel Vangelo, e san Paolo nelle sue splendide lettere -, anche San Giovanni, nella prima delle tre epistole che portano il suo nome (3, 1-16; traduzione della Bibbia di Gerusalemme):

Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato.  Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro. Chiunque commette il peccato, commette anche violazione della legge, perché il peccato è violazione della legge. Voi sapete che egli è apparso per togliere i peccati e che in lui non v’è peccato. Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non  lo ha visto né l’ha conosciuto.
Figlioli, nessuno v’inganni. Chi pratica la giustizia è giusto com’egli è giusto. Chi commette peccato viene dal diavolo, perché il diavolo è peccatore fin dal principio. Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo. Chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché un germe divino dimora in lui, e non può peccare perché è nato da Dio.
Da questo si disinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello.
Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per qual motivo l’uccise? Perché le opere sue erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste.
Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia.  Noi sappiano che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.
Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli…