ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 29 marzo 2017

L’angoscia di una madre i cui figli si perdono*

Il messaggio URGENTE della Madonna di Fatima è sempre valido. Le daremo retta?


Antoine Mekary/ALETEIA
Sono le cinque del mattino nel Santuario Nazionale del Cuore di Maria. L’immagine della Vergine giunta recentemente da Fatima ha peregrinato per tutto il Panama. Oggi sosta nella mia parrocchia.
Hanno esposto il Santissimo per l’Adorazione Eucaristica tutta la notte. Molti hanno pregato fino all’alba accompagnando Gesù. Chiedendogli delle grazie. Dicendogli che lo amano.
Dalla sera precedente, la fila al confessionale è stata interminabile. L’appello della Vergine alla conversione non è caduto nel vuoto.

Impero della menzogna




01:01:11

Persecuzione ai FRANCESCANI DELL'IMMACOLATA - Gnocchi 2016

Audio del XXIV° Convegno di Studi Cattolici - A.D. 2016 - Impero della menzogna e menzogne dell’impero Violenza e arbitrio del nuovo ordine mondiale ed ecclesiastico Rimini - 28, 29, 30 ottobre 2016 

Il travisamento dell’obbedienza


Perché non bisogna discreditare la Compagnia di Gesù
(di Roberto de Mattei) Tra le conseguenze più disastrose del pontificato di papa Francesco ce ne sono due, strettamente connesse tra loro: la prima è il travisamento della virtù tipicamente cristiana dell’obbedienza; la seconda è il discredito gettato sulla Compagnia di Gesù e sul suo fondatore sant’Ignazio di Loyola.
L’obbedienza è una virtù eminente riconosciuta da tutti i teologi e praticata da tutti i santi. Essa ha il suo perfetto modello in Gesù Cristo, di cui san Paolo dice che fu «obbediente fino alla morte, alla morte di Croce!» (Fil. 2, 8). Essere nell’obbedienza significa essere in Cristo (2 Cor 2, 9) e vivere pienamente il Vangelo (Rom 10, 16; 2 Tess. 1, 8). Perciò i Padri e i Dottori hanno definito l’obbedienza come la custode e la madre di tutte le virtù (S. Agostino, De Civ. Dei, Liber XIV, c. 12). Il fondamento dell’obbedienza è la subordinazione ai superiori perché rappresentano l’autorità stessa di Dio. Ma essi rappresentano l’autorità in quanto custodiscono e applicano la legge divina.
Questa legge divina è a sua volta superiore al potere umano degli uomini che hanno il compito di farla rispettare. L’obbedienza costituisce per un religioso la virtù morale più eccelsa (Summa theologica 2-2ae, q. 186, aa. 5, 8). Tuttavia si pecca contro questa virtù non solo per disobbedienza, ma anche per servilismo, uniformandosi a decisioni dei superiori palesemente ingiuste.
Il travisamento dell’obbedienza avviene, sotto il pontificato di papa Francesco, quando i vescovi, o il Papa stesso, abusano della loro autorità, esigendo dai fedeli una sottomissione servile a documenti che inducono all’eresia o all’immoralità.

Totalmente privo di “scaltrezza”



Processo a mons. Paglia, 8 per 1000, Gayburg

Antonio Righi28 marzo 2017

La verità del 24 marzo ha dedicato una pagina al processo a Mons. Paglia che si svolge in questi giorni.
Svelando tra gli altri un dato già noto: i 25 milioni di euro di buco fatti sotto di lui dalla diocesi di Terni, sono stati appianati per metà dallo Ior e per metà dalla Cei.
La Cei ha quindi versato 12,5 milioni di euro per appianare le spesse folli di un suo vescovo: qualcuno si chiede ancora perchè molti cattolici non vogliono più dare l’8 per mille ad una Cei che li utilizza per coprire un vescovo spendaccione e filo radicale?
Vedremo come andrà il processo, per intanto Paglia può contare sull’appoggio di radio radicale e, come si vede nell’immagine in alto,
di Gayburg.

Fototeologo papale

Francesco predica un nuovo «Fiat lux»


Nel dicembre del 2015, in occasione di una serie di eventi mirati ad accrescere la consapevolezza e promuovere interventi nei confronti dei cambiamenti climatici, alcune mie fotografie sono state proiettate sulla basilica di San Pietro in Vaticano. Per tre ore, immagini della terra, dei suoi abi tanti e dei suoi animali, provenienti dagli scatti miei e di altri professionisti, hanno illuminato la facciata durante l’evento chiamato Fiat Lux: Illuminating Our Common Home, il primo di questo tipo in 390 anni di storia della basilica. Sembra che ultimamente ci siano molte novità interessanti all’interno della Chiesa cattolica romana, compresa la elezione di papa Francesco, il gesuita che ha scelto il nome in onore di san Francesco d’Assisi…

Si dovrà render conto del disastro

http://www.ilcorrieredelleregioni.it/index.php?option=com_content&view=article&id=11644:sorriso-dono-di-dio&catid=130:nuovo-umanesimo&Itemid=161Promemoria sull’intervista del generale dei gesuiti circa l’inattendibilità dei Vangeli

Il Generale dei gesuiti a febbraio ha rilasciato un’intervista, dove insinua che le parole di Gesù sull’indissolubilità del matrimonio non siano un punto di stabilità teologica, bensì un punto di partenza della dottrina, che dovrà poi essere convenientemente sviluppato. Ciò che – al limite – potrebbe anche avvenire sostenendo l’esatto contrario, ossia la compatibilità del divorzio con la vita cristiana. Tale iniziativa ha a mio avviso innescato una situazione esplosiva, a causa del prestigio della prepositura generale gesuitica; e anche per l’assordante silenzio generale, che si è levato in risposta dalla critica.
Naturalmente Arturo Sosa Abascal SJ è persona intelligente, molto accorto a non cadere in eresia conclamata. E questo, in un certo senso, è anche più grave. Occorre dunque riassumere il filo del suo ragionamento. La domanda che pone è se gli Evangelisti siano attendibili; e il nostro gesuita dice: bisogna discernere. Dunque, non è detto che lo siano.

Saldi di fine chiesa

«Parrocchie ai laici», la ricetta del cardinale Marx
Vocazioni sacerdotali in picchiata: nella diocesi di Monaco, una volta serbatoio per la Chiesa tedesca, quest'anno c'è stato l'ingresso di un solo seminarista. E l'arcivescovo, consigliere di papa Francesco, lancia il piano per il coinvogimento dei laici con apertura al sacerdozio per gli uomini sposati.

Affidare le parrocchie rimaste senza prete ai laici, ed eventualmente, esplorare la possibilità di ordinare degli uomini sposati per amministrare i sacramenti, i cosiddetti “viri probati”. Così il cardinale di Monaco di Baviera, Reinhard Marx, membro del C9, il Comitato di porporati da tutto il mondo incaricato di studiare la riforma della Curia e della Chiesa, si è espresso parlando davanti ai 180 membri del consiglio diocesano di Monaco, il più grande organismo laico della diocesi.

Scopofilia

Il pesce puzza dalla testa
A margine della visita pastorale di Bergoglio a Milano




In questa visita pastorale ricca di plausi e di migliaia di curiosi, ne sono successe delle belle: alcune segnalate e commentate dal nostro L. P.

Ma in mezzo a tanto baillamme: tra misericordiose visite carcerarie, demagogiche visite maomettane, puntate pubbliche alla latrina di plastica, ecco spuntare un paio di corna, ludicamente mostrate da un tizio vestito da prete, sbracciato e coperto da una improbabile coppola scozzese.

A seguito dello stupore dei “paparazzi”, che si sono chiesti se non si trattasse di un provocatore che voleva guastare la festa di Bergoglio,… cerca cerca si scopre che si trattava di tale Luca Raimondi, parroco a Bernareggio, nella Brianza, presente nel parco per partecipare alla “Messa del Papa”.

martedì 28 marzo 2017

Il sorriso è un dono divino fatto all’uomo

Aldo, Giovanni e Giacomo: «Caro Papa, grazie: hai trasformato ogni milanese in un terrone»

CITTÀ DEL VATICANO - L’attore del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, ringraziando Papa Francesco per la sua visita a Milano, attribuisce a Bergoglio un autentico «miracolo».

«Caro Papa ti sei reso conto che hai trasformato un milione e mezzo di milanesi, in un milione e mezzo di terroni?» L'attore in un messaggio diffuso dalla diocesi milanese allude al tifo che si respirava nelle strade, all'aeroporto, in piazza Duomo, a San Siro, a Monza. 

«Sei riuscito a tirare fuori il napoletano che c’è in ogni milanese». 

Venghino signori venghino, "senza tante filosofie" *

* Lettura sconsigliata ai minori non accompagnati da genitori

Medjugorje, Lo Bue (Ass. L'Emmanuele): ''Ecco la mia vita in attesa di Papa Francesco''


Dopo la diatriba scatenatasi in seguito alle dichiarazioni del vescovo di Mostar, Ratko Peric il quale ha negato l'autenticità delle apparizioni della Madonna a Medjugorje, si è scatenata una vera e propria bufera, che ha avuto eco in tutto il mondo. IntelligoNews ha chiesto a Emanuele Lo Bue, fondatore dell'associazione 'L'Emmanuele per la nuova evangelizzazione' che ogni anno organizza pellegrinaggi al Santuario, come stia cambiando il panorama del momento e come questa e altre vicende abbiano influito sui pellegrinaggi e sull'indotto ad essi relativo. 

Medjugorje, Lo Bue (Ass. L'Emmanuele): ''Ecco la mia vita in attesa di Papa Francesco''
Abbiamo letto la diatriba scatenatasi dopo le dichiarazioni del vescovo di Mostar. Questa faccenda ha influito sui pellegrinaggi e sull'indotto? 

''Il dato del 2015 parla di un milione e ottocentomila pellegrini circa all'anno, cifra desunta dalle comunioni effettuate nelle parrocchia di Medjugorje, unità di misura delle presenze che si muovono attorno al Santuario. Dal 2015 si è avuta una flessione verso il basso per via di diversi motivi, e uno è di sicuro quello relativo alle diatribe di cui si parla, che non fanno bene al fedele, perché lo mettono un po' in confusione.

UN ‘ANGELUS MISERICORDIAE’?


I ciechi non vedono e non capiscono

Chiese vuote e pochi preti. E' la crisi del modello religioso italiano 

(Matteo Matzuzzi) "Piccole parrocchie, sacerdoti in età avanzata, quasi nulle le ordinazioni di nuovi sacerdoti. Viene deciso l' accorpamento di parrocchie con un solo parroco e altri sacerdoti collaboratori. Ma non si possono cancellare per decreto mille e più anni di storia di tante realtà e identità parrocchiali", sbottava un paio d' anni fa don Achille Lumetti, parroco di Madonna di Sotto, nel modenese. Ce l' aveva con le "integrazioni", con le nuove unità pastorali che i vescovi un po' dovunque stanno facendo nascere per tenere in piedi una presenza cristiana in paesi di mille (o meno) anime che costellano l' Italia da nord a sud. Che poi sia un tentativo di fermare un fiume in piena con una diga di carta velina, questo lo dirà il tempo. 
Per ora si va avanti come si può, tra progetti (tanti) e speranze che con l' andare degli anni qualcosa cambi, che magari la secolarizzazione arretri e che, chissà, le arche in cui rifugiarsi della cosiddetta Opzione Benedetto costruite in attesa che la marea secolarizzante passi (è da poco uscito negli Stati Uniti il saggio The Benedict Option, di Rod Dreher di cui ha dato ampio conto su questo giornale Mattia Ferraresi) possano rientrare nei porti e dare inizio alla rievangelizzazione dell' occidente.

Piacere agli uomini

UNA BASSA DEMAGOGIA

    Quanta bassa demagogia nella visita del papa ai detenuti milanesi di San Vittore. Certo ha fatto benissimo a vistarli ma il punto è la catechesi le parole che ha rivolto ai carcerati in quella occasione: eccone un estratto 
di Francesco Lamendola  





Come è noto, il cuore della visita di papa Francesco all’arcidiocesi di Milano sono state le due ore e mezza che ha trascorso fra i carcerati di San Vittore. Certo, ha fatto benissimo a vistarli: è una delle sette opere di misericordia corporale. Gesù in persona lo ha raccomandato:  Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, Ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi (Mt., 25, 34-36). Il punto, però, non è la visita in sé, ma la catechesi che l’ha caratterizzata; il punto sono le parole che il papa ha rivolto ai carcerati in quella occasione. Eccone un estratto, riportato dalla stampa di tutto il mondo:

Vi ringrazio dell’accoglienza. Io mi sento a casa con voi… Gesù ha detto: “Ero carcerato e tu sei venuto a visitarmi”. Voi per me siete Gesù, siete fratelli. Io non ho il coraggio di dire a nessuna persona che è in carcere: “Se lo merita”. Il Signore ama me quanto voi, lo stesso Gesù è in voi e in me, noi siamo fratelli peccatori. Pensate ai vostri figli, alle vostre famiglie, ai vostri genitori. Passo tanto tempo qui con voi che siete il cuore di Gesù ferito. Grazie tanto e pregate per me.

Come sempre, come è nello stile di questo abilissimo gesuita, il suo discorso è stato in apparenza perfettamente ortodosso: per capire quel che in esso non va, bisogna darsi il disturbo di approfondire le ragioni di un qualcosa che non convince tuttavia del tutto, di un qualcosa che stride con tutto quel che ha sempre insegnato il Magistero fino ad oggi, oltre che con la lettera e lo spirito vero del Vangelo. Si sente che qui c’è qualcosa di diverso; qualcosa di sottile, il più delle volte ben nascosto (qualche volta, invece, qualcosa di tremendamente paradossale e quasi di sfrontato); qualcosa che il Buon Pastore, quello autentico, non avrebbe mai detto.

Neosantimartiri

1517-2017:
500 anni di sovversione protestante


1517 – 1617 – Un secolo di luteroterrorismo



Il carnefice che pensa di essere la vittima


Il caso non è unico, ma tra i protestanti esso riveste dimensioni grandiose. Visto nel suo insieme, il quadro è perfino sorprendente.

-    Hanno messo a ferro e fuoco l’Europa per più di un secolo, suscitando dappertutto guerre civili (solo l’Inquisizione permise all’Italia e alla Spagna di venire risparmiate) (1).
-    Si sono stabiliti col terrore in tutti i paesi in cui sono riusciti a dominare.
-    Dovunque hanno perseguitatotorturato e massacrato sacerdoti e fedeli cattolici, il cui solo crimine era di conservare la fede che avevano ricevuto.

Ma per uno stupefacente prodigio, come un lupo che riesce ad infilarsi nella pelle dell’agnello che ha sgozzato, il protestantesimo ha saputo darsi, dopo tutti i suoi crimini, un’aria di rispettabilità. Meglio ancora: si è fatto passare, ed esso stesso lo pensa, per un povero perseguitato.

Pap A e Pap B*

Kirill denuncia e condanna un'eresia globale


Il Patriarca ortodosso Kirill: la Chiesa deve combattere un 'eresia globale' senza precedenti che rivendica il diritto di peccare


Mosca, Russia, 23 marzo 2016 ( LifeSiteNews ) - Il leader di 200 milioni di cristiani ortodossi della Russia dice che il mondo moderno è intriso di eresia come mai prima.

L ' "eresia" contro cui egli parla è "adorare l'umano" sancendo leggi che danno il "diritto" di peccato, che il Patriarca chiama "la nuova idolatria che rimuove Dio dalla vita umana."

E avverte che le conseguenze di questo moderno eresia "possono diventare apocalittiche".


Salvate la g/matta Ipazia

RISPOSTA AI DUBIA DEI CARDINALI? IL SOMMO PONTEFICE RISPONDERÀ ATTRAVERSO GLI SCISMATICI LEFEBVRIANI …

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La mancanza di diritto, sostituito con la emotività, il sentimentalismo ed il singolo arbitrio, oltre alla mancanza di senso comune, ed a tratti anche alla mancanza di comune senso del ridicolo, è la migliore, ma sotto certi aspetti anche peggiore risposta, che i quattro Cardinali autori dei dubia rischiano purtroppo di ricevere.
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Ariel vescovo di Laodicea
            S.E. Mons.              Ariel S. Levi di Gualdo Vescovo titolare di Laodicea Combusta

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lunedì 27 marzo 2017

Il tormentone primaverile?

Il “fenomeno” Don Minutella 


Non si combatte il caos con altro caos. Don Minutella vuole combattere il modernismo e al contempo esalta il Concilio Vaticano II e dimentica ciò che è accaduto nella Chiesa nell’ultimo cinquantennio. Le chiare parole di Don Maffei sui “conservatori conciliari”
di Cristiano Lugli
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In genere i “tormentoni” sono estivi, ma abbiamo un anticipo primaverile. Impazza da due giorni il video-appello alla “resistenza cattolica” lanciato da don Minutella, prete palermitano che gestisce un canale Facebook chiamato Radio Domina Nostra.
Fino alla comparsa in rete di questo video, don Minutella era, almeno per chi scrive, uno sconosciuto, ma interessandosene si scopre che il personaggio in questione ha un grande seguito ed è chiamato in più località italiane a parlare, a tenere conferenze. L’interesse per il don Minutella rimane ad ogni modo lo stesso che precedeva la scoperta di questo video tormentone, con una piccola variante però: l’urgenza di un approfondimento critico, visto il fenomeno che si è creato

La farina per le camole

L'ATEISMO? COLPA DEI CATTOLICI

    No non è l’ultima sparata papale ma una constatazione: gli atei gli piacciono parecchio da Scalfari alla Bonino; ma non gli sfiora mai l’idea che forse è il suo modo di essere cattolico che ne spinge tanti fuori dalla Chiesa 
di Francesco Lamendola  




Se nel mondo moderno c’è l’ateismo, la è colpa dei cattolici. No, non è l’ultima “sparata” di papa Francesco; forse – e non è una malignità, ma una pura e semplice constatazione – perché gli atei, a papa Francesco, piacciono, e anche parecchio: tanto è vero che si circonda di amici atei, da Eugenio Scalfari a Emma Bonino, da Marco Pannella a Raul Castro. No; il concetto in questione è di uno dei più “insigni” protagonisti della stagione del Concilio Vaticano II, del quale avevamo avuto già l’occasione di occuparci: il teologo domenicano Edward Schillebeeckx (cfr. Schillebeeckx e i teologi progressisti: non riforma del cattolicesimo, ma distruzione, pubblicato su Il Corriere delle Regioni il 16/03/20017). Ma è dal suo sacco che viene la farina che spinge tanti cattolici odierni, tutti debitamente progressisti e modernisti, a profondersi in scuse e a percuotersi il petto per tutto il male che la Chiesa ha inflitto all’universo mondo, agli omosessuali, agli ebrei, ai musulmani, ai luterani, agli scienziati, alle donne, ai negri, agli ortodossi, nonché all’ambiente inquinato e alle piante e agli animali minacciati di estinzione.

Ipazia da patmos a guam?



Ariel S. Levi di Gualdo, al teatro d’arte … molto drammatica

QUELLE BRUTTE STORIE DEL VATICANO II CHE NESSUNO RACCONTA PER NON INTACCARE IL SUPERDOGMA … 


Siamo alla “caduta dell’impero” e tra non molti anni la Chiesa Cattolica come sino ad oggi l’abbiamo conosciuta e intesa non esisterà più; esisterà “altro”. Il nostro sistema ecclesiale ed ecclesiastico si è già sfasciato dall’interno, ed attualmente è in corso una inquietante trasformazione. Purtroppo, sia nel Collegio Episcopale sia nel Collegio Sacerdotale non abbiamo un numero neppure minimo di elementi in grado di fronteggiare questo progressivo decadimento
«Se non vogliamo nasconderci nulla, siamo senz’altro tentati di dire che la Chiesa non è né santa, né cattolica: lo stesso concilio Vaticano II è arrivato a parlare non più soltanto della Chiesa santa, ma della Chiesa peccatrice; se a questo riguardo gli si è rimproverato qualcosa, è per lo più di essere rimasto ancora troppo timido, tanto profonda è nella coscienza di noi tutti la sensazione della peccaminosità della Chiesa».
Joseph Ratzinger, Introduzione al Cristianesimo, 1968

Sogno o son desto?

Un progetto sbagliato



Un paio di settimane fa Aldo Maria Valli ha pubblicato sul suo blog un bel post, in cui, attraverso l’allegoria del sogno, esprime la nostalgia per una normalità che nella Chiesa odierna sembrerebbe divenuta cosí rara da essere costretti a sognarla. Si tratta di venti punti sui quali è difficile non trovarsi d’accordo: sono cose talmente ovvie (o, almeno, tali erano fino a pochi anni fa), che non ci dovrebbe essere bisogno di “sognarle”. Che i parroci debbano stare vicini alle coppie che decidono di sposarsi in chiesa; che le parole del vangelo siano chiare (e sicure) e vadano interpretate nel loro evidente significato; che la liturgia abbia la sua sacralità, e quindi tutti, dal Papa fino all’ultimo chierichetto, debbano assumere un atteggiamento consono; che le pontificie accademie debbano farsi promotrici dei piú autentici valori morali, ecc. ecc., sono cose scontate per ogni buon cattolico. Talmente scontate che non dovremmo star qui a parlarne. E invece, nel momento storico che ci troviamo a vivere, sono diventate oggetto di nostalgia, visto che la “normalità” è diventata un’altra, e coincide con l’opposto di tutte quelle ovvietà (che pertanto finiscono per essere considerate eccezioni, stravaganze, singolarità). Grazie, perciò, a Valli per averci ricordato che molto di ciò che oggi viene spacciato per normale, normale non lo è affatto.

E le finestre?

Né muri né ponti per i migranti, ma porte. Per aprire e per chiudere, con discernimento

migrazioni
"È la tragedia più grande dopo quella della seconda guerra mondiale": così papa Francesco ha definito pochi giorni fa il fenomeno delle migrazioni, che gli sta straordinariamente a cuore e sul quale interviene senza posa.
L'accoglienza è il suo dogma, sia pure in proporzione alle "capacità" di ciascun paese di "integrare" i nuovi venuti. E "non muri ma ponti" è la parola d'ordine che ripete spesso, come monito alla Chiesa e agli Stati.
Ma quanto vale questa immagine, pur suggestiva? Il monaco Giulio Meiattini, dell'ordine di san Benedetto, sostiene che un'altra immagine, quella della porta, sarebbe più appropriata, per meglio esprimere che cosa fare con i  migranti.
Ha pubblicato le sue riflessioni sull'ultimo numero della rivista "La Scala", trimestrale di spiritualità dell'Abbazia della Madonna della Scala, a Noci, alla quale appartiene.

κακός αγγἐλιον

Ma su confini e povertà non convince

Su alcuni temi i sogni di Papa Franceso sono nutriti di slogan e pie esortazioni svincolate dal buonsenso

Certo, vedere un milione di persone in piazza a Milano per il Papa allarga il cuore. Nel momento in cui a Roma va in scena l'Europa dei leader subissata dai cortei di protesta, a Milano il popolo mostra davvero da che parte sta.
Questo Papa è realmente popolare, qualcuno ha azzardato che è pure pop.

Certo che é lui, no doubt..!?

BERGOGLIO: MA E' LUI DIO ?

    Vien da chiedersi se Dio sia lui o se sia quell’Altro: il papa non sta predicando il Vangelo di Cristo ma "il suo". Che ha una tonalità tutta umana ma non eleva verso Dio di questo l’accusiamo altro che gabinetto chimico 
di Francesco Lamendola  




A vedere le folle strabocchevoli, e soprattutto scomposte, che osannano papa Francesco, vien da chiedersi se Dio sia lui o se sia quell’Altro, quel Gesù Cristo che si è fatto uomo ed è morto per amore degli uomini, e più precisamente per rimettere i loro peccati, al fine di strapparli al mondo malvagio (cfr. san Paolo, Galati, 1, 4); e vien da chiedersi se il Vangelo abbia trovato il modo di riconciliarsi con il mondo, sicché questo non è più il nemico irriducibile, che deve essere vinto, e, possibilmente, convertito, oppure lasciato alla sua perdizione, se non vuol convertirsi, bensì un interlocutore più che valido, con il quale si deve comunque “dialogare”, qualsiasi cosa ciò significhi, ma non tentare di convertirlo, perché ciò sarebbe irrispettoso della sua “libertà”. Un concetto di libertà, questo, che non è cattolico, e nemmeno cristiano, se è vero, come è vero, che il Magistero ha sempre insegnato che la vera libertà non può essere mai disgiunta dalla verità, e che fuori della Verità di Cristo (Io sono la via, la verità e la vita) non esiste alcuna libertà, ma, semmai, solo licenza e confusione.

Se sbaglia lo corrigeranno?

I dubia e la correzione Una fake news
Una conferenza negli Stati Uniti di Burke viene usata nel mondo anglosassone per confermare l'intenzione di presentare una correzione formale a Papa Francesco sulla vicenda dei Dubia. Ma il cardinale non ha detto affatto questo. Si è limitato a prendere atto che in assenza di risposte bisognerà considerare il magistero precedente. Insomma: una fake news.

Soprattutto nel mondo anglofono gira sul web quella che è ora di chiamare con il suo nome, e cioè una fake news. Si tratta della faccenda della possibile “correzione formale” del Papa evocata in qualche occasione da parte del cardinale Raymond Leo Burke a proposito del capitolo VIII di Amoris laetitia.
La questione è nota, il cardinale Burke è una delle quattro porpore che hanno presentato i famosi cinque dubia, dubbi, a proposito di alcuni passaggi di Amoris laetitia, in particolare riferiti al possibile accesso all'Eucaristia per le coppie cosiddette irregolari. I dubia, tecnicamente, pongono quesiti a cui si risponde con un “sì” o con un “no”, al fine di fare chiarezza su aspetti che vengono ritenuti poco chiari; i cinque dubia vanno al cuore della dottrina morale cattolica.

domenica 26 marzo 2017

Le nostre liturgie appaiono stanche

La liturgia c.d. tradizionale ed i gruppi Summorum Pontificum. Il senso di una presenza

Testo dell’intervento tenuto a Brindisi presso l’hotel Virgilio, giovedì 9 marzo 2017 dal dott. Antonio Alò, moderatore della sezione Liturgia della Scuola Ecclesia Mater.

La Scuola Ecclesia Mater è una realtà regionale e nasce dalla volontà dell’ecclesiologo e compianto p. Garuti, del canonista p. Jaeger e del teologo don Nicola Bux, per dare visibilità e attuazione alle scelte di Benedetto XVI in campo liturgico.
Mi permetterete di dire che chi aderisce alla Scuola Ecclesia Mater non è seguace dei fondatori, come qualcuno può pensare, ma vuole essere cooperatore della Verità, per la cui diffusione non disdegna il dialogo, ma anzi lo cerca: ad intra ad extra della Chiesa.
Ad intra: soprattutto con chi non comprende le ragioni del Motu proprio Summorum Pontificum cura di Benedetto XVI;ad extra: con chi, pur non essendo cattolico, è affascinato dal linguaggio del bello della Chiesa.
Il Beato Schuster scriveva: «Spesso nelle chiese, infatti assistono dei protestanti, degli ebrei, delle persone senza alcuna religione. L’esperienza dimostra che un coro ben eseguito, delle funzioni celebrate con ordine, con maestà e con devota pompa possono fare su quelle anime una profonda impressione».

Era tutto troppo prevedibile?

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Eleison Comments DVI
DECLINING  SLOWLY  –  I

Lento declino - I
Qui di seguito una testimonianza, abbreviata, giunta dagli Stati Uniti, che centra bene diversi problemi: -

Alla Fraternità San Pio X è stata data una nuova immagine, non è più com’era prima. Come la FSSPX originaria apparteneva alla Chiesa cattolica, così la Neofraternità appartiene alla Neochiesa. Per coloro che sono abbastanza vecchi da ricordare, è come se il Vaticano II tornasse di nuovo, solo in peggio, perché questa volta non vi è alcun attacco dottrinale diretto, né un Concilio generale, questa volta la rivoluzione si sta diffondendo lentamente, con un’impercettibile trasformazione sociale.

Mentre le apparenze della Tradizione vengono mantenute, il movimento tradizionalista sta lentamente cambiando da dentro. Esteriormente e materialmente le cose sembrano avere più successo che mai, con l’aumento della mole di denaro e degli edifici, ma interiormente e spiritualmente vi è decadenza, perché la malattia del modernismo ne ha impercettibilmente infettato i ranghi. Diversi sintomi indicano che si tratta dello stesso modernismo: per esempio, i nuovi giovani sacerdoti dalla faccia felice della Fraternità, sono esattamente come i “preti di pace” degli anni ‘60 e ‘70, come li chiamava il grande cardinale Mindszenty. A molti manca la mascolinità, a differenza della precedente generazione di sacerdoti, e sono fin troppo simili ad alcuni dei più importanti insegnanti laici della Neofraternità.