ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 14 agosto 2017

Domani farò festa con Lei in Cielo

L'Assunzione di Maria in Cielo


«La tomba e la morte non ebbero forza sufficiente per trattenerti. Tu sei passata alla vita, essendo madre della vita». Sono le parole di un antico inno bizantino utilizzato per la solenne liturgia dell’Assunta. Esse rivelano uno dei misteri principali della dottrina cristiana legati alla Madonna. La morte (protagonista nel dramma del peccato) non poteva riguardare la giovane Vergine Maria, colei che – per una libera e personale azione preventiva da parte di Dio – è stata concepita senza peccato. Al termine della seconda guerra mondiale, Papa Pio XII chiedeva ufficialmente ai vescovi di tutto il mondo di esprimersi circa l’opportunità di definire, attraverso un dogma di fede, l’assunzione corporea di Maria in cielo. La risposta, quasi unanime, fu affermativa.

Nel novembre del 1950, così, Pio XII proclamò solennemente, con la costituzione apostolica “Munificentissimus Deus”, l’ultimo dei quattro dogmi mariani (Verginità perpetua, Maternità divina, Immacolata concezione e Assunzione) con le seguenti parole: «Pronunciamo, dichiariamo e definiamo che l’Immacolata Madre di Dio sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, è stata assunta in corpo e anima alla gloria celeste». La possibilità che la Vergine Maria potesse essere stata “assunta” in cielo non è una prospettiva nuova, nata tra gli archivi della teologia moderna. Nessuno trovò mai il corpo, privo di vita, di Maria, ed è difficile immaginare che i primi cristiani – dalle cui testimonianze si potè risalire persino alle tombe di alcuni Apostoli – ne avessero trascurato il culto. Maria, già liberata preventivamente dal peccato originale per accogliere nel suo grembo il Figlio di Dio, adesso è compresa nella resurezione di Cristo attraverso l’Assunzione in cielo con la sua anima e il suo corpo. In Oriente a tale solennità mariana veniva dato il nome di “Dormitio Virginis”.


La talare è una provocazione

Viva la sotana! (Viva la talare!)



(Ho ricevuto da un giovane seminarista questo interessantissimo video in lingua spagnola. Ha per titolo: “Viva la sotana”. Tratta infatti il tema della talare, un tempo indossato da tutti sacerdoti. Ne parla in un modo attraente, bello, documentato e convincente. Ogni lettore poi trarrà le proprie conclusioni. Qui sotto metto il link del video originale per coloro che comprendono lo spagnolo, mentre chi non lo conosce, dopo aver letto il testo, potrà comprenderlo meglio, anche perché le immagini, molto significative, completano il quadro d’insieme. Ndt).



(Un rintoccar di campane fa da introduzione al filmato della Agnus Dei Producción, mentre scorrono sul video immagini di preti in talare. C’è poi un breve intervento
introduttivo del cardinale Raymond Leo Burke, Prefetto del Tribunale della Suprema Segnatura Apostolica. Ndt).


La rinuncia a Dio


CREDERE PER L'UOMO MODERNO

L’uomo moderno è ancora capace di credere? Da dove ha origine la sua ripugnanza nei confronti dell’idea di Dio? Avendo perso l’incanto del mondo è divenuto fragile e superbo perchè la sua struttura mentale è l’incredulità 
di Francesco Lamendola   

 
  
L’uomo moderno ha smesso di credere in Dio: tutta la cosiddetta civiltà moderna non è altro che una rivolta contro Dio e una esclusione di Dio, sia dal piano della coscienza individuale, sia dal piano della storia, e quindi della politica, dell’economia, dell’arte, della scienza, eccetera. Ma come è nato tutto questo? Come è accaduto che l’uomo, a un certo punto, ha smesso di credere? Meglio ancora: come è accaduto che egli ha trovato impossibile credere? Da dove hanno origine la sua ripugnanza nei confronti dell’idea di Dio, il suo sottile fastidio, la sua segreta irritazione, quando gli si parla di Dio? E come mai l’uomo ha potuto credere in Dio – non solo l’uomo comune, l’uomo lavoratore, l’uomo ignorante - ma anche il più raffinato intellettuale - ha potuto crederci per moltissime generazioni, per secoli e secoli, senza alcuna particolare difficoltà, conciliando perfettamente la fede e la ragione?

Vandea interiore ed esteriore


Il Riassunto del Lunedì. Siamo Vandeani


Ogni cristiano è spiritualmente vandeano. Lo ha detto il cardinal Robert Sarah durante un'omelia il 12 agosto. Un testo decisamente controrivoluzionario che trovate su MessaInLatino. "È ormai nel cuore di ogni famiglia, di ogni cristiano, di ogni uomo di buona volontà, che deve insorgere una Vandea interiore! Ogni cristiano è spiritualmente un Vandeano! Non permettiamo che sia soffocato, in noi, il dono generoso e gratuito. Sappiamo, come i martiri della Vandea, attingere questo dono alla sua fonte: il Cuore di Gesù. Preghiamo perché una possente e gioiosa Vandea interiore si levi nella Chiesa e nel mondo".


Questo papato è un disastro


MIGRANTI, LE RESPONSABILITÀ DELLA CHIESA E DEI VESCOVI. LA LETTERA DI UN COMMENTATORE DI STILUM CURIAE.

Ieri, a commento della lettera di Pezzo Grosso in tema di migranti e responsabilità, scrivevo:  Il cardinale Bassetti ha parlato, giustamente, di etica della responsabilità. Vogliamo chiederci quante vite – di quelle perite in mare – si sarebbero salvate, se invece di incoraggiare con gesti e parole lo sbarco indiscriminato il nostro governo – e i vescovi, e il Primate d’Italia, che è il Papa – avessero detto parole di legalità e di saggezza, tese a una politica simile a quella che tutti gli altri Paesi del mondo praticano, dalla Spagna all’Australia? C’è una responsabilità in tutto questo, o le cosiddette buone intenzioni (irrorate di soldi) bastano a placare le coscienze? Io, se fossi uno dei predicatori del migrantismo selvaggio, un piccolo tarlo roditore di dubbio me lo sentirei, in coscienza. Forse anche una talpa. O almeno un criceto…”.
Mi ero chiesto se forse non fossi stato troppo duro. Oggi però ho visto che anche l’ex presidente della Camera (e ci tocca rimpiangerlo!) Luciano Violante afferma che la sinistra “ha perso il contatto col popolo” e ha “confuso il politicamente corretto con il politicamente praticabile, la politica con l’estetica” quando si è parlato di questo problema; e ho letto il commento a Stilum Curiae di ieri, che vi riporto integralmente:

Irati?

Quell'autoritario di Papa Francesco


La cacciata di Müller e la messa a tacere dei dissidenti, secondo lo Spectator

Papa Francesco (foto LaPresse)
"Alla fine di giugno, Papa Francesco ha rimosso il cardinale Gerhard Müller dalla sua carica di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (Cdf), che si può dire essere la carica più importante della chiesa cattolica dopo quella del Papa stesso, dal momento che la Cdf si occupa della dottrina".

Comincia così, sullo Spectator, un pezzo di Damian Thompson sui recenti subbugli politici in seno alla chiesa di Roma. “A Müller non è stato dato nessun preavviso del fatto che il Papa volesse rompere con la tradizione non rinnovando il suo mandato quinquennale, come non gli è stata data alcuna spiegazione. Adesso anche Müller, che ha sempre fatto attenzione a non criticare il Papa, ha rotto con la tradizione. 

Un quadretto di gioia domestica


UNA SOCIETA' NEOPAGANA

Il paganesimo è già tornato: si chiama naturalismo. Quella in cui viviamo non è una società post-cristiana o anti-cristiana: è una società neopagana incompatibile con il cristianesimo e nemica mortale di esso 
di Francesco Lamendola  

In Brasile, due genitori gay hanno fatto battezzare i loro tre figli adottivi e poi hanno chiesto la benedizione di papa Francesco: giunta puntuale, insieme alle felicitazioni. E cosa potrebbe mancare a un tale quadretto di gioia domestica?

Quella in cui viviamo non è, semplicemente, una società post-cristiana; non è nemmeno, semplicemente (si fa per dire), una società anti-cristiana: è una società neopagana, in tutto e per tutto, cioè una società attivamente, consapevolmente, coerentemente pagana, basata su valori pagani, e perciò, necessariamente, incompatibile con il cristianesimo e nemica mortale di esso. Chi non ha capito questo, non ha capito il mondo in cui viviamo, né quale sia la posta in gioco, né, infine, se si tratta di un credente, in che cosa consista la dialettica che oggi dilania la Chiesa cattolica e la cultura cattolica. Fra le due culture, fra le due visioni del mondo, fra le due morali, non può esservi compromesso, né mediazione, ma solo una lotta senza quartiere: e chi non se ne vuol rendere conto, finirà per trovarsi nel bel mezzo della guerra come uno sprovveduto che s’illude di poter continuare la sua pacifica esistenza, mentre  il suo destino è già segnato, senza che lui lo sappia e vi partecipi, e dipenderà dalla vittoria dell’una o dell’altra.

La Chiesa futura di Francesco

“Parole senza Verbo”, è questa la Chiesa futura di Francesco

«In occasione di questi incontri – spiega il giornalista – Mons. Dorylas Moreau ha manifestato le sue preoccupazioni sulla penuria di preti nelle piccole comunità.
«Il Papa mi ha detto, sentite, non dimenticate due cose: l’avvenire della Chiesa è più intorno alla parola di Dio che intorno all’eucarestia». E il vescovo ha parafrasato: «La parola di Dio non necessita necessariamente dei preti per essere espressa e messa in opera nei nostri ambienti. Il Papa ha insistito molto sulla misericordia. Ciò che importa è fare del bene, prendersi cura dei poveri, essere aperti sul piano della giustizia, ecc. E’ questo che costituisce la testimonianza della Chiesa».
(Da Riscossa Cristiana)

domenica 13 agosto 2017

il clero o dorme o è ignorante o entrambi.


Anticlericalismo in Vaticano


Vorrei chiedere all’amico Giuliano Guzzo, sociologo, di prestarmi la sua competenza per costruire un sondaggio che grosso modo suonerebbe così: “secondo voi quanta speranza di successo ha la Chiesa quando scelga di dichiarare guerra al clero?” La scelta dell’Osservatore Romano di pubblicare le parole di Giulio Cirignano equivale infatti a una piana dichiarazione di guerra: il clero o dorme o è ignorante o entrambi.

A parte la domanda delle domande: “chi è mai Giulio Cirignano?” siamo proprio curiosi di capire dove pensa di andare il Vaticano una volta scaricati i propri preti. Forse ritiene sul serio che i preti della resistenza saranno smossi dalla profondità e dall’autorevolezza di Giulio Cirignano? Forse ritiene di poter evangelizzare il mondo facendo leva sugli endorsement di Scalfari e Bonino, sul servilismo mobile dei monsignori che ieri ossequiavano Benedetto XVI e oggi Francesco, sull’emotivismo di masse di fedeli ignoranti e inconsapevoli (il dubbio che sia proprio la sprovvedutezza a mantenere nell’allegrezza i sostenitori di Francesco, quello non viene mai?), sulla potenza delle reti Arcigay, sulla professionalità dei medici pronti a staccare la spina? Tutti in uscita con un libro di Giulio Cirignano sotto le ascelle!

Acta futuri beati jorgensi

Il vero Martin Lutero, letto attraverso i documenti


Di seguito una carrellata di articoli storici, con relativi documenti scannerizzati, su Martin Lutero e il suo rapporto con i principi, i contadini, gli ebrei, i bambini malati, il nazismo…

A ognuno il suo "Papi.."

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Se il papa riconosce in lettera la famiglia omosessuale

 «I pellegrini gay e lesbiche salutano papa Francesco». È lo striscione che questa mattina, durante il tradizionale Angelus  del papa della domenica a mezzogiorno a San Pietro, un gruppo di omosessuali cattolici aderenti alla rete nazionale “Cammini di Speranza” e al Progetto Giovani Lgbti esporrà in  piazza, al termine di un pellegrinaggio di due settimane lungo la Via Francigena, da Siena a Roma. Quasi venti anni fa, il 13 gennaio 1998, durante il pontificato di Wojtyla, Alfredo Ormando si diede  fuoco in piazza San Pietro, morendo in ospedale dieci giorni dopo, per protestare contro  l’atteggiamento discriminatorio della Chiesa cattolica nei confronti degli omosessuali. Oggi, sempre che la gendarmeria vaticana o le forze dell’ordine italiane non intervengano a rimuovere lo  striscione, invece gay e lesbiche «salutano» papa Francesco, per «esprimere vicinanza ad un  pontefice di cui vogliamo incoraggiare il cammino riformatore», spiega Andrea Rubera, portavoce  di Cammini di Speranza. «La nostra non vuole essere una provocazione – aggiunge – ma un  sostegno e un invito alla Chiesa ad allargare quelle frontiere affinché possano trovare cittadinanza  tutte le persone, nelle condizioni di vita in cui si trovano e che hanno scelto».

Nonostante se stessa

https://onepeterfive.com/wp-content/uploads/2017/05/BenedictHack.jpgLE MANI DEMOCRATICHE NELLA TORTA VATICANA: LA RINUNCIA DI BENEDETTO FORZATA DA OBAMA?

Il 17 maggio ho pubblicato un articolo sul quotidiano La Verità sulla rinuncia di papa Benedetto. Alcuni giorni prima, in una rinomata rivista geopolitica italiana chiamata Limes, il professor Germano Dottori aveva sostenuto che l’abdicazione di Joseph Ratzinger del 2013 e le dimissioni dell’ex ex premier italiano Silvio Berlusconi nel 2011, dopo una tempesta finanziaria venduta all’opinione pubblica come “crisi del debito pubblico “, erano il risultato di pressioni da parte dell’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Obama.
Secondo Dottori, Obama era desideroso di detronizzare Benedetto XVI per due motivi. Da una parte, la sua presidenza era vicina all’islam fondamentalista ( de facto promossa dal cambiamento di regime in Libia e in Egitto e la guerra civile in Siria, provocata dal disegno di politica estera dell’ex segretario di Stato Hillary Clinton), mentre Ratzinger, sin dalla sua famosa conferenza di Regensburg , era stato identificato a livello internazionale come un forte avversario dell’islamismo. D’altra parte, Obama era preoccupato degli sforzi di riconciliazione della Chiesa verso il patriarca ortodosso di Mosca, nell’ambito – ha scritto Dottori – “di un progetto geopolitico mirato all’integrazione europea-russa, attivamente sostenuto dalla Germania e dall’Italia”.

La felicità non è arrivata


ILLUSIONE DELL'UOMO MODERNO   
    
Incapace di pensare l’essere, l’uomo moderno vaga da un’illusione all’altra. Da Kant: il più rovinoso pensatore a Eco via Freud, Darwin e Marx l’umanità verso il progresso porta dell’immancabile felicità che non è arrivata
di Francesco Lamendola  

  
Se mai, in futuro, qualcuno si prenderà la briga di fare l’inventario dei guadagni e delle perdite nella storia del pensiero occidentale, crediamo che a Kant toccherà la palma del più rovinoso pensatore di tutti i tempi: colui che, non distruggendo, ma mettendo fra parentesi la philosophia perennis, ha dichiarato irraggiungibile la cosa in sé e affermato che il solo ambito ragionevole di cui occuparsi è quello dei fenomeni. A partire da quel momento, la filosofia è caduta verticalmente e nessuna speranza di farla volare di nuovo verso le altezze è mai stata neppure tentata, visto che, dopo di lui, tutti i pensatori, per una ragione o per l’altra, hanno accettato il suo presupposto fondamentale (cfr. il nostro vecchio saggio L’”Io penso kantiano” e l’autocastrazione del pensiero moderno, pubblicato sul sito di Arianna Editrice il 10/05/2007). Tutti, tranne quelli d’ispirazione cattolica; ma anch’essi, a ben guardare, hanno pesantemente risentito del nuovo paradigma instaurato dal criticismo kantiano, tanto è vero che c’è ben poco in comune fra i pensatori cristiani del XIX e XX secolo e tutti quelli che li hanno preceduti: ben poco in comune in quanto filosofi, beninteso, anche se poi, in quanto credenti, hanno sostenuto analoghe conclusioni. E che altro avrebbero dovuto fare? Per arrivare a tanto, cioè a mettere in dubbio il cristianesimo da un punto di vista cristiano, o apparentemente tale, ci voleva ancora del tempo, passando per la teologia liberale di marca protestante; i cattolici ci stiamo arrivando adesso, con la “teologia della strada” dei seguaci di papa Bergoglio (e con Bergoglio stesso).

La strategia del “Ni Ni, So So”


PEZZO GROSSO SPARA ALTO: CHIEDE A BASSETTI, DOPO IL DISCERNIMENTO SUI MIGRANTI, LA TESTA DI GALANTINO…

Pensavamo che Pezzo Grosso fosse in vacanza, godendosi un riposo meditato. Invece – nel week end di Ferragosto! – ci è arrivata una mail. Motivata, come vedrete, dalle parole di maggior saggezza che siamo riusciti ad ascoltare da un responsabile episcopale o della Cei negli ultimi mesi in tema di clandestini o migranti, come preferite chiamarli, e del traffico di esseri umani verso le nostre coste, fonte di benefici economici per quelli che sappiamo; e da cui il mondo ecclesiale non sembra escluso, anzi…Ma ecco la lettera. E poi ci riserviamo un post scriptum con la punta avvelenata…

Che cosa sarebbe la Chiesa senza i convertiti?

Per qualcuno il problema ora sono i convertiti
Non si ferma la caccia ai presunti nemici di papa Francesco. Dopo gli attacchi a giornalisti e non solo e la lista di proscrizione dei vescovi americani, ora finiscono nel mirino i convertiti. Riflessioni a proposito di un surreale dibattito accesosi negli Stati Uniti, ma che va collocato nel contesto di un clima di insofferenza verso chiunque non è allineato al "nuovo corso".

Mi ha incuriosito la strana battaglia di agosto sui convertiti. Una battaglia tutta anglo-americana, e di cui in Italia non si è avuta eco. Riassumendo, in breve. Tutto parte da un dibattito ospitato da Al Jazeera fra Austen Ivereigh, già uomo stampa dell’arcivescovo di Westminster Murphy O’Connor, grande protetto del Pontefice regnante, e Matthew Schmitz, direttore letterario del prestigioso sito-rivista USA “First Things” (clicca qui).

sabato 12 agosto 2017

« Dal Cielo! E perché sei venuta sin qui? »

Nostra Signora di Fatima e la Russia
[Attualità di Fatima, Città della Pieve – 1953, impr. ]
Il nostro mondo si è così abituato a giudicare gli eventi temporali in termini di altri eventi, che sta perdendo di vista un altro e più grande sistema di giudizio, cioè l’Eterno, che irrompe nella storia per annullare i valori meschini e triviali dello spazio e del tempo. Poiché da coloro che vivono in un universo bidimensionale, costituito soltanto dalla destra e dalla sinistra, non si può pretendere che conoscano queste manifestazioni celesti, sarà bene ricordare che le due più importanti si verificarono quando il mondo ne aveva più bisogno e quando ne era meno consapevole. Una di queste rivelazioni ebbe luogo nell’anno in cui nacquero le idee che crearono il nostro mondo decristianizzato, l’altra ebbe luogo nell’anno in cui tali idee furono tradotte in pratica. Se c’è un anno cui possiamo fare risalire la nascita del mondo moderno — e dicendo « mondo moderno » intendiamo contrapporlo al mondo cristiano — dovrebbe essere all’incirca l’anno 1858. Proprio in quell’anno John Stuart Mill scrisse l’Essay on Liberty ( « Saggio sulla Libertà » ) in cui la libertà veniva identificata nella licenza e nell’assenza di responsabilità sociale; in quello stesso anno Darwin aveva terminato la sua Origin of the Species ( « Origine della Specie» ) con la quale distoglieva l’uomo dalla visione del fine eterno e lo induceva a guardare indietro, al passato animale. Nell’anno 1858 Karl Marx, fondatore del comunismo, scrisse l’introduzione alla Critica dell’Economia Politica, nella quale glorificava l’economia come base della vita e della cultura. Da questi uomini sono venute le idee che hanno dominato il mondo per quasi un secolo — ossia, che l’uomo ha origine non già divina, bensì animale; che la sua libertà è licenza ed evasione dall’autorità e dalla legge; che, svuotato dello spirito, l’uomo è una parte integrale della materia del cosmo e perciò non ha bisogno della religione. – In quello stesso 1858, anno indubbiamente importante, l’11 febbraio, ai piedi dei Pirenei in Francia, nel piccolo villaggio di Lourdes, la Vergine Benedetta cominciò la prima di 18 apparizioni a una contadinella la cui famiglia si chiamava Soubirous. Costei è ora conosciuta come Santa Bernadette. Quattro anni dopo che la Chiesa aveva definito la dottrina dell’Immacolata Concezione, il cielo si aprì e la Signora, così bella, disse Bernadette, che certamente non poteva essere di questa terra, parlò a Bernadette in questi termini: « Io sono l’Immacolata Concezione ». Nello stesso momento in cui il mondo negava il peccato originale e, senza saperlo, diceva che ogni creatura era concepita immacolatamente, la Nostra Madre Benedetta affermava che tale prerogativa era unicamente Sua : « Io sono l’Immacolata Concezione». Ella non disse: « Io sono stata concepita immacolatamente ». C’era come un’identificazione analoga tra Lei e l’Immacolata Concezione che Dio aveva fatta sul Monte Sinai quando aveva detto: « Io sono Colui che è » . Come l’esistere è proprio di Dio, così l’Immacolata Concezione è propria della Vergine Benedetta. Se solo e unicamente Lei fu concepita immacolatamente, ne segue che chiunque altro è nato in stato di peccato originale; se non c’è peccato originale, allora tutti sono stati concepiti immacolatamente. L’attribuire alla Vergine l’unicità del privilegio contraddiceva a tutte le idee che il mondo decristianizzato cominciava allora a generare. A coloro che credono che l’uomo appartenga esclusivamente alla terra, il cielo oppone che la Madre invita gli uomini a recarsi in pellegrinaggio al suo santuario in testimonianza dello spirito; per rispondere a coloro che riducono l’uomo ad animale, e l’animale a natura, la Bella Signora esorta gli uomini ad elevarsi al di sopra dell’animale alla loro suprema vocazione nel Suo Figlio Divino; a coloro che degenerano la libertà in licenza, l’Eterno riafferma che solo la Divina Verità può donarci la gloriosa libertà dei figli di Dio; quelli che dicono che la religione è l’oppio del popolo, Ella desta dell’oppio della menzogna alla realtà della gloriosa possibilità dell’uomo di diventare un erede del cielo.

Fra i grandi errori della civiltà moderna

CRISTO E MENZOGNA UNIVERSALE                  

Suffragio universale o Menzogna universale? Il contrasto di fondo fra la democrazia e il bene, una verità lapalissiana: sostenere che la maggioranza ha sempre ragione è palesemente falso, assurdo e immorale 
di Francesco Lamendola  


 Ci siamo chiesti, più volte, se sia giusto e necessario che la Chiesa cattolica riconosca la democrazia come l’ultima e definitiva forma legittima della politica, specie considerando quanti essa era distante da una simile idea ancora ai tempi di Pio IX, che, nel Sillabo, collocava la democrazia fra i grandi errori della civiltà moderna (cfr., in particolare, gli articoli La democrazia del numero serve a disorganizzare i popoli e a ridurli a “masse”, pubblicato sul sito di Arianna Editrice il 23/11/2015); Ma cristianesimo deve fare rima per forza con democrazia?, pubblicato su Libera Opinione il 08/03/2016, e La distruzione della coscienza è il diabolico capolavoro della democrazia totalitaria, sempre su Libera Opinione, il 06/04/2016. E questo interrogativo non dovrebbe mai spegnersi nella mente dei cattolici, perché è falso che l’unica maniera di essere leali cittadini della Stato consista nell’accettazione acritica e preliminare della democrazia quale destino finale dell’umanità, altrimenti si svolge il ruolo di cittadini sleali e, in quanto cattolici, si fornisce, eventualmente, un valido pretesto per le possibili discriminazioni e, in prospettiva, persecuzioni che già oggi vediamo profilarsi minacciose all’orizzonte: vedi il caso del predicatore cristiano che, a Londra, viene denunciato da un cittadino, arrestato dalla polizia e messo in prigione, come un comune delinquente, per aver letto in pubblico quel passo della Lettera ai Romani nel quale si parla dell’omosessualità come di un grave peccato davanti a Dio.

“Rabies theologicorum”

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Dialogo? No, grazie. Meglio la disputa

    Oggi «abbiamo a che fare con un’inflazione del dialogo. Si vuole “aprire un dialogo” con ognuno e possibilmente con tutti… Non è tanto importante l’argomento che trattiamo; è più importante la relazione che intessiamo nel dialogo. Il percorso è la meta».
Questa critica del dialogo ecumenico fine a se stesso, coltivato come un bene in sé, al di là della questione su cui si dialoga, non arriva da qualche rappresentante del conservatorismo cattolico. Anzi, l’autore non è nemmeno cattolico. Si tratta infatti di Jürgen Moltmann (Amburgo, 1926), il teologo evangelico già docente a Tubinga e autore del celebre «Theologie der Hoffnung», «Teologia della speranza», del 1964.

L'indottrinamento

                  L'italiano nuovo: ignorante, solo, inerme


Non è mai stata una questione di soldi.
Siamo stati poveri, pezzenti e luridi, ma siamo rimasti noi stessi.
I soldi non sono il problema, l'economia non è il problema. È l’acculturazione coatta il problema, l'indottrinamento. I soldi neanche esistono; se esistono, son solo il mezzo per distorcere l'umanità, sradicarla da ciò che è sempre stata e volgerla in barzelletta.
L’usura è usata per ridurre il vecchio ordine a un balocco in disuso, altro che ricchezza.
Dominare culturalmente reca il vero potere, e il potere, eventualmente, i soldi, la parte più evidente e meno importante tanto che i veri potenti i soldi manco se li portano appresso.
Gianni Agnelli girava (giustamente) senza portafoglio.
L’economia è il sicario della nuova etica al contrario.


Avendo rigettato il messaggio evangelico

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Sulla giusta interpretazione dell'espressione "sinagoga di Satana" (a proposito dell'analisi critica di Nostra Aetate)


Sulla giusta interpretazione dell’espressione “sinagoga di Satana”
(a proposito dell’analisi critica di Nostra  Aetate)

Nella discussione su Chiesa e Postconcilio concernente l’art. 4 della Dichiarazione Conciliare Nostra  Aetate sulle religioni non-cristiane, riguardante la religione ebraica, contro le indebite concessioni conciliari e postconciliari al giudaismo, tali da mettere in ombra o in discussione la “teologia della sostituzione” e quindi addirittura il concetto stesso di Nuova Alleanza che si sostituisce completamente all’Antica, si è ad un certo punto ricordato che nella Apocalisse di san Giovanni si usa nei confronti degli Ebrei la denominazione “sinagoga di Satana”, da intendersi, a quanto sembra, come qualificativo dell’intero ebraismo, ed anzi del popolo ebraico, in quanto negatore di Nostro Signore Gesù Cristo.
A mio avviso, invece, l’espressione non va riferita agli Ebrei in quanto tali ma solo a coloro tra di essi che si distinguevano (e si distinguono) nella persecuzione ai cristiani.

Al pessimo non c'é mai fine?

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L'ERESIA PESSIMA 


 Dovendo noi valutare un'eresia, non dobbiamo forse misurarla col male che arreca ai fedeli e ai non cattolici? Non dovremmo considerarne gli effetti? La Chiesa non avrebbe severamente condannato l'eresia, se fosse una tesi teologica che lascia come li trova coloro che vengono a contatto con essa, o suscita ripulsa e riso verso di essa, o addirittura è un mezzo per riconoscere Dio. Quanto allo stabilire quando si tratti proprio di eresia, dev'essere una dottrina capace di indurre in errore grave intorno alla fede, errore seducente, che, adottato, conduce alla peccato grave e alla perdizione.
  Prendo in esame la Dichiarazione conciliare Nostra Aetate, approfittando dell'ottima disanima pubblicata su tale documento dal Professor Paolo Pasqualucci, con particolare riguardo alle religioni non cristiane e agli uomini del mondo su cui regna il maligno.

Un granello di senape


Con l’autorità della Signora


… et in Ierusalem potestas mea (Sir 24, 15).

La tradizione liturgica d’Oriente e d’Occidente utilizza nelle feste mariane i passi dell’Antico Testamento in cui parla la Sapienza di Dio personificata. La lettura cristiana di quei testi ispirati li riferisce in prima istanza al Verbo, la Persona divina in cui sussiste la Sapienza creatrice del Padre. Anche l’interpretazione mariana, tuttavia, deve essere molto antica, dato che è comune ai due grandi “polmoni” della Chiesa; potrebbe risalire persino all’epoca apostolica o subapostolica. Non c’è per questo contraddizione, dato che la Sacra Scrittura può essere compresa a partire da varie prospettive; tra Madre e Figlio, oltretutto, c’è una tale unione e affinità che quanto appartiene all’uno per natura è proprio anche dell’altra per partecipazione. Nonostante l’ultima riforma della liturgia romana abbia completamente espunto quei testi sapienziali dalle feste della Madonna, dunque, è più che lecito – se non doveroso – cercare di conservare e comprendere una primitiva intuizione che potrebbe provenire dal più intimo di Gesù e Maria, l’apostolo che, rappresentando tutti noi, La ricevette come madre sul Calvario.

La difficoltà maggiore che sembra opporsi all’applicazione mariana è l’idea che la Vergine abbia in qualche modo cooperato alla Creazione, secondo quel che la Sapienza dice in prima persona nel capitolo ottavo del libro dei Proverbi. Certamente non si intende affermare la preesistenza della Sua anima, in accordo con un errore origeniano condannato dal II Concilio di Costantinopoli nel 553. Tuttavia l’acume contemplativo di san Giovanni, grazie alla profonda familiarità con la Madonna, potrebbe aver ricevuto una luce particolare dello Spirito Santo circa il mistero della Sua persona. Senza alcun dubbio, Ella ha cominciato ad esistere al momento della Sua concezione immacolata, ma da tutta l’eternità era ben presente nel progetto di Dio, il quale L’aveva eletta e predestinata a un compito del tutto speciale nel piano di salvezza. Su questo tutti concordano; ma come concepire un Suo eventuale ruolo nell’opera creatrice? Jean-Jacques Olier, uno dei massimi autori della Scuola francese di spiritualità, in una vetta della mistica giunge a immaginarla come una gran signora che predispone la dimora dello sposo.


venerdì 11 agosto 2017

L’origine di tutti mali della Chiesa?

Concilio e storia



La settimana scorsa il Prof. Roberto de Mattei ha pubblicato sull’agenzia d’informazione Corrispondenza Romana, un breve articolo dal titolo “Il Concilio Vaticano II e il messaggio di Fatima”, nel quale, prendendo spunto da un recente intervento di Mons. Athanasius Schneider, ribadisce la propria posizione sul Concilio Vaticano II, per poi soffermarsi su un punto specifico: la mancata consacrazione della Russia al Cuore immacolato di Maria, richiesta dalla Vergine a Fatima e sollecitata, durante il Concilio, da un gruppo di oltre cinquecento Presuli, la cui petizione fu totalmente ignorata da Paolo VI e dalla maggioranza dei Padri.


Non intendo attardarmi su quest’ultimo aspetto, a proposito del quale mi trovo pienamente d’accordo col prof. De Mattei. Il Concilio Vaticano II sembrerebbe davvero una sequela di occasioni mancate: dalla mancata condanna del comunismo alla mancata consacrazione della Russia. Va detto però che la storia non si fa con i “se”; non ci si aspetterebbe di leggere da uno storico una frase del genere: «Se la consacrazione richiesta fosse stata fatta, una pioggia di grazie sarebbe caduta sull’umanità». Sarà anche vero, ma la consacrazione… non è stata fatta. E questo è l’unico dato storico che conta.

Uomo o papa?


BURKE: ATTENTI A NON CADERE NELL’IDOLATRIA DEL PAPATO. NON OGNI PAROLA DEL PAPA È MAGISTERO…

Il cardinale Raymond Leo Burke, Patrono del Sovrano militare ordine di Malta, sta tenendo una serie di conferenze negli Stati Uniti. Il 22 luglio parlava al “Forum della Chiesa che insegna”. In quell’occasione ha notato che trattare ogni parola pronunciata dal Pontefice come se fosse insegnamento ufficiale della Chiesa sarebbe “cadere in un’idolatria del papato”.
I cattolici devono cercare di restare fedeli a Cristo e alla Chiesa che ha fondato e imparare a discernere fra “le parole dell’uomo che è papa e le parole del papa come vicario di Cristo in terra”.