ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 28 novembre 2017

Se le parole hanno un senso


EPPURE LO AVEVANO DETTO


L'intervista sul Concilio e le affermazioni sempre più ambigue o scioccanti di altissimi esponenti del clero, sedicente cattolico: "Si direbbe che costoro si ritengano degli iniziati, membri di una chiesa che non è la nostra" 
di Francesco Lamendola   


  

Nel libro-intervista che Jean Guitton ha pubblicato con il titolo Il secolo che verrà (Le siècle qui s'annonce; traduzione di Antonietta Francavilla, Milano, Bompiani, 1997, pp. 141 sgg.), in cui risponde alle domande di Philippe Guyard, parlando del Concilio Vaticano II e del cardinale Newman, di cui era un grande ammiratore e che considerava come il precursore di quell'evento, il filosofo francese, fra l'altro, diceva: 
Penso che il Concilio attuale, nei tempi futuri, considererà con ragione che il personaggio che lo ha più ispirato e meglio spiegato a quelli che non lo comprendono sia il cardinale Newman. Perché? Perché un Concilio ha due aspetti: è un agente della verità, e la verità è che "due più due fanno quattro". Di conseguenza il Concilio è newmaniano nella misura in cui si dedica alla ricerca della verità. Però nel XX secolo la verità è cambiata. E la difficoltà di questo Concilio consiste nell'armonizzare l'identità col cambiamento, cioè nell'adattamento; quello che il papa Giovanni XXIII chiamava l'aggiornamento. [...]
[Alla domanda se la santa Messa esprima il ministro dell'eternità nel tempo] Sì, però penso che la messa attuale sia una messa di decadenza, e che la formula "wonderful solemnity" [di Newman] non possa applicarsi alle messe sconsacrate che ci hanno presentato talvolta dopo la fine del Concilio. [...]

Per significare lo straordinario


L’Antico Rito della Messa è incomprensibile! Ti diciamo come rispondere a chi afferma questo  


Quando si parla dell’Antico Rito della Messa l’attenzione va senz’altro alla questione della lingua, cioè del latino. Tant’è che questo Rito è da tutti ricordato come “Messa in latino”.
Prima di tutto va detto che questa questione della lingua è secondaria e non primaria. Come abbiamo avuto modo di dire, la differenza tra Antico e Nuovo Rito non sta essenzialmente nella lingua ma in ben altro. Visto però che dobbiamo trattare questa questione, è bene che la capiamo nella maniera più corretta.

PravdaFake

Le Fake News e la Pravda



La Repubblica di oggi annuncia trionfante la prossima nuova legge sulla Fake News. Non ci sarebbe che da felicitarsi per la realizzazione di una norma riguardante il selvaggio web, luogo in cui dilaga la diffamazione e la violenza verbale grazie all’anonimato e all’immunità garantita.
Però, a questa giusta opera di legiferare sull’odio via etere, si affianca un’opera di contrasto alle notizie false, le cosiddette Fake News, le cui finalità restano dubbie. Anzi pare siano proprio queste ultime il punto cruciale della questione.
I media spiegano che l’esigenza di avere una regolamentazione di internet nasce proprio dalla necessità di porre un freno a tali Fake news.
Un’esigenza, spiegano tanti analisti, nata dopo la vittoria della Brexit, di Trump e in parte dalla vittoria del No al referendum italiano sulla riforma costituzionale.

Il gomitolo


Le storie di San Randazio: la misura dell’amore
Si racconta che il santo monaco Randazio un giorno fu invitato a predicare dal Conte Guiberto davanti alla sua corte. Il conte era uomo giusto e severo, ma tra i presenti ve ne erano alcuni che erano soliti farsi beffe della religione, lodando le virtù dell’amore terreno su quello celeste. Il sant’uomo, sapendo questo, si presentò davanti a quel consesso con un gomitolo di spago. “Questo gomitolo, vedete”, disse agli astanti, “è di una corda speciale benedetta, intrecciata dalle vergini del monastero. Serve a misurare l’amore”.
Gli ascoltatori mormoravano: “Ma cosa intende dire?”
“Ve lo spiego subito”, replicò quello.

Viva il Papa!

PEZZO GROSSO SI DIVERTE CON MŪLLER E -AHIMÈ – ANCHE CON TOSATTI. LO FA INTERVISTARE DAL CORSERA…





L’intervista del cardinale Mūller al Corriere della Sera, in cui si rifiuta di farsi attribuire la leadership del partito anti-Bergoglio, chiede – che stranezza, vero? -che invece di insultare perplessità e dubbiosi si dialoghi con loro – e rivela alcune cose dell’uomo Bergoglio che ahimè ne danno la misura, ha scatenato i peggiori istinti di Pezzo Grosso. Che come vedete non risparmia neanche il suo povero anfitrione…Grazie a Pezzo Grosso, un sorriso di questi tempi è un dono raro.

Una tristezza senza fine..


NEOCHIESA E RIFIUTO DI CRISTO


La neochiesa rifiuta la croce perché rifiuta Cristo. Quando il papa Francesco alla domanda angosciata di un ragazzino rimasto orfano risponde a sua volta con una domanda ancor più "angosciata", ma costui è degno di essere papa?
di Francesco Lamendola

 


Il 2 giugno 2017 il papa Francesco ha incontrato i ragazzi del Gruppo “Cavalieri”, nell’aula dedicata a Paolo VI, e ha risposto ad alcune domande poste da loro. Di particolare interesse è stato quanto ha detto sul tema della sofferenza, specialmente la sofferenza dei bambini, allorché è stato sollecitato da un giovane studente di origine bulgara, Tanio, raccolto dall’orfanotrofio a cinque anni e adottato da una famiglia italiana, il quale aveva perso, di recente, sia la mamma adottiva, sia i nonni con i quali viveva, e che ora gli domandava lumi, appunto, sul mistero della sofferenza. Non possiamo riportare tutto il discorso; chi lo desiderasse, lo troverà facilmente in rete; ne riportiamo il passaggio in questione, che ci è sembrato particolarmente significativo:

lunedì 27 novembre 2017

Perché mi fai vedere iniquità e dolori?


Feria Tertia infra Hebdomadam XXIV post Octavam Pentecostes V. Novembris ~ IV. classis
Ad Matutinum
Lettura 1
Incomincia il Profeta Abacuc
Hab 1:1-4
1 Profezia su ciò che vide il profeta Abacuc.
2 Fino a quando, o Signore griderò io, e tu non mi esaudirai? alzerò la voce a te per la violenza che patisco, e tu non mi salverai?
3 Perché mi fai vedere iniquità e dolori, vedere la rapina e l'ingiustizia di fronte a me, si fa lite e la soverchieria prevale?
4 Per questo è straziata la legge e senza corso la giustizia; perché l'empio prevale contro il giusto, perciò ne riesce pervertita la giustizia.

Dio vuole che nessuno si perda

I tre pellegrinaggi di Giovanni Paolo II a Fatima. Il messaggio nella sua urgenza


Tra i discorsi tenuti a Fatima da Giovanni Paolo II in occasione dei suoi tre pellegrinaggi, due meritano maggiore attenzione: l’Omelia del 13 maggio 1982 e quella del 13 maggio 2000. Entrambe pronunciate in due momenti di grandissima importanza per la vita del Pontefice e della Chiesa:la prima a ridosso di quell’attentato che gli avrebbe tolto prematuramente la vita se una “mano” misteriosa non avesse deviato la pallottola che lo ferì (il Papa diceva a proposito: “una mano ha sparato e un’altra ha guidato la pallottola”); la seconda a qualche mese di distanza da un avvenimento di interesse mondiale: l’inizio del Terzo Millennio, che vedeva il Papa Giovanni Paolo II alla guida della Barca di Pietro e che non iniziava certo sotto i “migliori auspici” (solo un anno dopo ci fu il tragico attentato alle Torri Gemelle, l’11 settembre 2001).

L’inferno è causato dal nostro rifiuto

TRA FATIMA E LE SCRITTURE
La visione dell'Inferno mette in moto la preghiera





Stando al resoconto di Lucia, il 13 luglio 2017 a Fatima la Madonna mostrò ai veggenti «un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri» (Suor Lucia Dos Santos, IV Memoria: EV 19/987).

E chi cambia la liturgia, cambia tutto


BELLEZZA DELLA LITURGIA
  

È la bellezza della liturgia a educare il cuore. Il cattolicesimo aveva una tradizione straordinaria invidiata da tutti: la Chiesa ha sempre saputo che la liturgia non è solo la forma ma la anche sostanza del servizio divino
di Francesco Lamendola   


 
  
 Anche il cuore deve essere educato, non solo la mente; anche e soprattutto per quanto riguarda la sfera religiosa. I nostri nonni, i nostri antenati, lo sapevano benissimo; noi, non più. Il cattolicesimo aveva una tradizione straordinaria, ricchissima, invidiata da tutti: la Chiesa ha sempre saputo che la liturgia non è solo la forma, ma la anche sostanza del servizio divino. Poi è arrivata la conclamata “stagione” del Concilio, i modernisti hanno rimesso fuori la testa dalle fogne nelle quali s’erano rintanati per una sessantina d’anni, si sono silenziosamente impadroniti, con un colpo di mano, del timone della Chiesa, non senza inconfessabili, ma potenti spinte, “suggerimenti” e connivenze da parte dei grembiulini e dei circoncisi, ed è iniziato lo smantellamento sistematico, anche dal punto di vista architettonico, della sacra liturgia. E chi cambia la liturgia, cambia tutto, cambia la sostanza stessa di una religione. Si sono spezzati e rovesciati gli altari, venduti all’ingrosso i secolari arredi sacri, e si sono costruite chiese nuove secondo lo spirito nuovo, che non paiono luoghi sacri, ma brutte scatole di cemento, paiono fabbriche, o palazzi amministrativi, o spelonche da quanto sono buie; si è gettato via il latino dopo duemila anni, e chi si ostina a usarlo viene discriminato, guardato con estremo sospetto, perseguitato (vedi i Francescani dell’Immacolata); è stata radicalmente riformata la liturgia della Parola, che è diventata liturgia della parola, cioè di una parola puramente umana, non più della Parola divina; alla musica d’organo, in molte chiese, si sono sostituite le chitarre, al canto gregoriano, le danze e i balletti moderni, magari in versione multietnica; le omelie sono diventate improvvisazioni neomarxiste e neomoderniste, senza un’ombra di spiritualità, le “preghiere dei fedeli” sono diventate delle banali e ripetitive giaculatorie laiciste e progressiste; e, da ultimo, si è iniziato a modificare perfino la traduzione delle Sacre Scritture, sulla base di nuovissimi criteri filologici il cui scopo è, come direbbe padre Sosa Abascal, “contestualizzare”, cioè individuare l’ambito preciso, il destinatario preciso, in cui quella certa frase di Gesù, o di san Paolo, è stata pronunciata, in modo da evitare “l’errore” di assolutizzarla: errore, evidentemente, in cui per duemila anni la chiesa pre-conciliare si era attardata, per sua colpevole ignoranza.

Il Natale bergogliano

Comunione e Liberazione mette i migranti nel presepe al posto di Gesù

Polemica sulla scelta di Comunione e Liberazione per il volantino natalizio di quest'anno: una foto di migranti al posto della capanna con Gesù Bambino
Un campo profughi al posto del presepe con Gesù Bambino, la Sacra Famiglia e i pastori.
La foto ritrae una giovane donna all'interno della tenda, il viso illuminato da una lampada: il richiamo alla scena della Natività è chiarissimo. A lanciare l'iniziativa - nel consueto volantino natalizio - la fraternità di Comunione e Liberazione, il movimento ecclesiale fondato più di quarant'anni fa da don Luigi Giussani e molto popolare soprattutto nelle regioni del Nord Italia.

I nuovi “farisei”

IL “CERCHIO MAGICO” DEL PONTEFICE REAGISCE ALL’INTERVISTA DI MÜLLER. QUALCUNO SI È SENTITO CHIAMATO IN CAUSA?


Il cerchio magico intorno a papa Bergoglio si è sentito toccato dalle critiche del cardinale Müller nell’intervista al Corriere della Sera di ieri? Sembra proprio di sì, a giudicare da qualche reazione. Vediamo prima che cosa diceva il porporato tedesco, che il Pontefice Regnante non ha rinnovato – come sarebbe stato prevedibile, e forse auspicabile – nella carica di Prefetto della Congregazione per la Fede.

Il “cerchio magico”

 NON ASCOLTA NESSUNO


Non risponde non ascolta nessuno. Sassolini nelle scarpe? Il cardinale Müller ha rilasciato una sofferta intervista: "Il rischio è di una dinamica scismatica difficile da recuperare la soluzione è un dialogo chiaro e schietto" 
di Francesco Lamendola  


 

Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, dice Gesù Cristo ai suoi discepoli, e, attraverso di loro, a ciascuno di noi, a ciascuno di noi che abbiamo creduto e che crediamo in Lui. Ed è lo stesso Gesù Cristo il quale, in un’altra occasione, ha detto loro: Non c’è servo che sia superiore al padrone. Dunque, se qualcuno vuole essere suo seguace, deve prendere Lui quale modello perfetto e insuperabile: non ce ne sono altri, né mai ce ne saranno. E Gesù è umile; e ha esaltato l’umiltà come la virtù fondamentale di chi lo vuol seguire. Lo ha fatto in tutte le occasioni possibili, lo ha ripetuto sino allo sfinimento. Chi vuol essere il primo, sarà l’ultimo; chi vuol essere degno di Lui, deve servire i suoi fratelli; chi lo vuole imitare, deve imparare a farsi piccolo, perché solo facendosi piccoli si entra nel regno di Dio.
Esteriormente, si direbbe che il papa Francesco si ricordi di queste raccomandazioni. Non tralascia mai, in occasione della santa Pasqua, di lavare i piedi a dodici poveri, meglio se stranieri e musulmani, in ricordo del gesto fatto da Gesù con i dodici. Inoltre, loda volentieri i suoi amici, anche se sono modelli di vita diametralmente contrari al Vangelo, come Eugenio Scalfari, Emma Bonino e Marco Pannella: e già qui, più che nella sfera dell’umiltà, siamo in quella dell’ambiguità, o peggio; perché nella vita di Gesù, il solo modello al quale ci dobbiamo ispirare, non si trova nulla del genere. 

Potere é volere

Se puoi, alle ore 17 del 27 novembre recita la Supplica alla Madonna della Medaglia Miracolosa

SUPPLICA ALLA MADONNA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA
Da recitarsi alle 17 del 27 novembre, festa della Medaglia Miracolosa, in ogni 27 del mese e in ogni urgente necessità.
O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia.
Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest’ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d’affetto e pegno di protezione. 

domenica 26 novembre 2017

Controvento

Venti luterani 

Questo è quello che avviene. In molte chiese, i sacerdoti, dai pulpiti, affermano: «Dio non può essere offeso dal peccato»; «L’uomo non può peccare perché non è libero di resistere al male»; «L’uomo, dunque, non contrae alcun dovere di riparazione»; «D’altra parte, il sacrificio di espiazione non è cristiano, perché residuo di paganesimo»; «La morte di Cisto non è un sacrificio di espiazione»; «Egli non ha redento l’uomo»; «L’uomo, perciò, rimasto fondamentalmente traviato, non è capace di bene ed è schiavo del maligno»; «Per salvarsi, gli basta riconoscersi peccatore e credere nella potenza di Cristo risorto»; «Il quale non è affatto un suo modello di vita»; «Per cui è inutile per l’uomo promettere e sforzarsi di correggersi»; «Egli può soltanto affidarsi alla misericordia di Dio, che salva tutti»; «La Messa non è un vero sacrificio, ma un banchetto comunitario che celebra la potenza salvifica del Cristo risorto»; «Il pane consacrato non si trasforma nella sostanza del Corpo e del Sangue di Cristo, non avendo altra funzione che quella di simboleggiare la presenza spirituale di Lui, che, risorto, tutti trascina sul Suo carro di fuoco».

                    

E’ così negato il sacrificio incruento che si rinnova durante la celebrazione della Santa Messa, essendo esclusa la presenza reale di Cristo ed è quindi reso vano il culto di adorazione. Eliminando il sacrificio si elimina anche il Sacerdozio ministeriale: l’Eucaristia è celebrata dalla comunità dei credenti, tutti indistintamente partecipi dell’unico sacerdozio. Escludendo il Sacerdozio ministeriale crolla la Gerarchia ecclesiastica, l’Ordine Sacro. Si mira a distruggere la Chiesa, perché questa non ha alcuna ragion d’essere senza l’Ordine Sacro. Della Chiesa restano i soli credenti in Cristo (pietre vive), che animati dal suo spirito, traggono i propri lumi dalla Bibbia, interpretata secondo la personale ispirazione di ciascuno. 

La “dottrina del caso per caso”

Liturgia e traduzioni, il rovesciamento delle gerarchie

Il Motu Proprio Magnum Principium, riguardo alle traduzioni dei testi liturgici nelle lingue nazionali, ha provocato un acceso dibattito dopo che l'interpretazione autorevole data dal cardinal Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, è stata smentita dallo stesso papa Francesco. Al centro della controversia sta il corretto rapporto tra Sede apostolica e conferenze episcopali riguardo la liturgia. Abbiamo chiesto all'esperto monsignor Nicola Bux un approfondimento. Data la complessità del tema e i numerosi aspetti da prendere in considerazione, l'intervento di monsignor Bux viene presentato in due puntate.

Sempre dire Mai..

"Un movimento contro il Papa", ecco il piano contro Bergoglio

"Un movimento contro il Papa", il cardinale Mueller dichiara che alcuni vogliono vederlo a capo della fronda, ma ribadisce fedeltà e rilancia
Il cardinale Gherard Muller - intervistato da Massimo Franco - ha svelato l'intenzione di alcuni di creare un fronda antibergoglio: "C’è un fronte dei gruppi tradizionalisti, così come dei progressisti, che vorrebbe vedermi a capo di un movimento contro il Papa", ha detto l' ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

"Ma io non lo farò mai", ha specificato. E ancora: "Ho servito con amore la Chiesa per 40 anni da prete, 16 anni da cattedratico della teologia dogmatica e 10 anni da vescovo diocesano. Credo nell’unità della Chiesa e non concedo a nessuno di strumentalizzare le mie esperienze negative degli ultimi mesi ".

Per riconoscere la menzogna

DA COSA LI RICONOSCIAMO


Ecco da cosa li riconosciamo San Giovanni ha mostrato il modo per distinguere i falsi cattolici dai veri ora tocca a noi coraggio non siamo soli lo Spirito di Verità che Gesù ha promesso ci guiderà in questo difficile passaggio 
di Francesco Lamendola   

 
  
Anche se gli uomini della neochiesa agiscono con astuzia e secondo un piano metodico, abile, studiato fin nei dettagli - il disordine è solo apparente, oppure serve a dare l’impressione della spontaneità e della naturalezza, e, comunque, riguarda solo i livelli inferiori e inconsapevoli della manovra – vi sono dei segni, degli indizi, i quali permettono di riconoscere sia loro che le tappe successive del loro disegno. La principale abilità da essi mostrata è quella di agire a piccoli passi, però in maniera costante e quotidiana; inoltre, di conservare sempre un certo margine di possibile smentita, di muoversi in un alone di ambiguità perfettamente voluta, in modo da poter sempre smentire le insinuazioni e sostenere la perfetta ortodossia del loro modo di agire. 

Sgualdrina chi?

L'indegna impostura di Ravasi sulle Sacre Scritture. Si tratta forse Santa Madre Chiesa come una prostituta?



Lo Spirito dichiara apertamente
che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede,
dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche,
sedotti dall'ipocrisia di impostori,
turpemente macchiati nella coscienza.

I Tim 4, 1-2

Leggo con raccapriccio l’articolo apparso oggi su La Stampa, dal titolo: Violenza sulle donne, Ravasi: “La Chiesa faccia un esame di coscienza sul tema” (qui). 

Il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Card. Gianfranco Ravasi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne organizzata dal Ministero dell’Istruzione e dal Cortile dei Gentili, dopo aver detto che la violenza contro le donne «è uno dei temi più angoscianti nei cui confronti l’educazione ma anche la Chiesa stessa devono fare un esame di coscienza», ha osato affermare:

«Questo è l’aspetto più drammatico, non è un elemento accidentale. Se noi guardiamo i libri di storia, le pagine sono striate di sangue femminile, a cominciare dalla Bibbia. Provate a leggere il capitolo 34 della Genesi, lì si parla di uno stupro veramente impressionante, commesso da un principe che si ritiene legittimato a compiere questo atto su una straniera». 

Il capitolo 34 della Genesi parla del ratto di Dina, figlia di Lia e Giacobbe, ad opera di Sichem, figlio di Camor, un Eveo. La violenza perpetrata ai danni della ragazza israelita da parte di un gentile - uno di quelli, per intenderci, cui è dedicato il Cortile di Ravasi - viene vendicato dai fratelli di Dina con la morte del responsabile, di suo padre e di tutti i maschi di quel popolo idolatra. E quando Giacobbe si lamenta con i suoi figli Simeone e Levi per averlo messo in difficoltà con i pagani, essi gli rispondono: «Si tratta forse la nostra sorella come una prostituta?» (Gen. XXXIV, 31). 

Ma dalle parole di Ravasi, virgolettate nell’articolo di Vatican Insider News, si insinua che lo stupro ad opera di «un principe che si ritiene legittimato a compiere questo atto su una straniera» sia approvato dalla Bibbia, mentre questo contraddice  palesemente il testo della Genesi. 

Gospofania


Intorno a Medjugorje. La relazione del Professor Manfred Hauke per la presentazione del libro di D.A. Foley a Lugano e a Seregno
Il 13 novembre 2017 a Lugano presso la Facoltà Teologica e, il giorno successivo, a Seregno, presso la Sala Civica “Monsignor Gandini”, a cura del Circolo Culturale Card. J.H. Newman, è stato presentato il libro di Donal Anthony Foley,Comprendere Medjugorje. Visioni celesti o inganno religioso? (Cantagalli, Siena 2017) (vedi quiqui e qui). In entrambe le occasioni il pubblico ha potuto ascoltare le relazioni del Professor Dott. Manfred Hauke e del Dottor Andrea Sandri cui si deve la traduzione italiana del volume. A Lugano è intervenuto anche il Dottor don Giorgio Ghio.
Pubblichiamo qui di seguito, per prima, la relazione di don Manfred Hauke che è Professore di Dogmatica presso la Facoltà di Teologia di Lugano, Presidente della “Deutsche Arbeitsgemeinschaft für Mariologie” e membro ordinario della
 Pontificia Academia Mariana Internationalis. Si può accedere alla biografia e alla bibliografia del Professor Hauke qui. Segnaliamo inoltre la tavola rotonda curata dalla Radio Svizzera Italiana tenutasi Lugano nel contesto della presentazione (vedi qui). 

sabato 25 novembre 2017

E loro che cosa farebbero, al posto nostro?


COSA PENSEREBBERO LORO?


Che cosa ne penserebbero loro? No, non è possibile dire ciò che penserebbero e che farebbero l’arciprete, il vescovo e quel formidabile sacerdote organista, né tutti gli altri che hanno concorso alla nostra formazione cristiana 
di Francesco Lamendola  


È un bel mattino d’aprile, fresco e soleggiato, a metà degli anni ’60; nell'aria si respira il profumo della primavera, sugli alberi spuntano le foglie e la città è immersa nella pace domenicale, con tutti i negozi chiusi. All'uscita della santa Messa, un sacerdote dalla figura imponente, dritto come un ufficiale di cavalleria, si rivolge con un sorriso cordiale ad uno dei suoi parrocchiani,  salutandolo, come al solito, con un amabile Oh, my dear professor!, e i due si trattengono qualche minuto sul sagrato, a conversare come buoni amici, in un clima di stima reciproca. L’altro, infatti, è un professore di lingua inglese ed è, lui sì, un ex militare di carriera: ora è insieme alla famiglia, che si sofferma un poco lì vicino, i bambini sbirciando l'edicola dove fra poco la mamma, forse, comprerà loro un giornalino a fumetti; poi, prima di tornare a casa, passeranno dalla pasticceria sotto i portici, prenderanno l’aperitivo e compreranno le pastine, le più buone della città.
Quel sacerdote è l'arciprete del duomo di Udine, monsignor Riccardo Travani, un uomo assai conosciuto e stimato, autorevole sin dall'aspetto fisico, che parla con gravità e nello stesso tempo con dolcezza, e guarda le persone dritto negli occhi, da dietro gli occhiali con la montatura d'acciaio: ha accompagnato il suo piccolo gregge negli anni difficili della guerra e ora sta assistendo alle trasformazioni recate dal miracolo economico, che, per la verità, in questa parte d'Italia ancora non si è visto, se non per qualche assai timido accenno. 

Todos caballeros

LA "DIABOLICA" CONTRO-CHIESA 


Non è neanche una chiesa parallela. Perché la neochiesa è una contro-chiesa?La sua finalità è antitetica a quella della vera Chiesa. Todos caballeros tutti santi tutti in paradiso le parole"chiave" del vocabolario bergogliano
di Francesco Lamendola 

  
  
Il vocabolo neochiesa è un neologismo con il quale si designa, da parte di quei cattolici che vengono di solito identificato come “tradizionalisti”, mentre sono cattolici e basta, l’odierna deriva della Chiesa cattolica, o di settori importanti di essa, verso qualcosa che non è più cattolico: alterando, rimuovendo, sostituendo, pezzo a pezzo, il vecchio edificio per erigerne uno nuovo e diverso, ma senza che la maggior parte dei fedeli se ne renda conto, così da realizzare una apostasia generalizzata, però silenziosa e quasi indolore, finché, un bel giorno – anzi, un brutto, un bruttissimo giorno – i cattolici si alzeranno il mattino e vedranno che la Chiesa non c’è più: niente più santa Messa, niente Presenza Reale, niente santa Eucarestia, niente Incarnazione, niente Resurrezione, niente Redenzione, niente divinità di Cristo, niente Santissima Trinità, niente comunione dei Santi, niente peccato né grazia, niente Giudizio finale, niente inferno e paradiso,  niente immortalità dell’anima, insomma niente di niente. Solo l’Uomo. L’Uomo al centro di tutto, l’Uomo signore dell’universo, l’Uomo padrone della vita e della morte.

“Merry XMas”

COL CALENDARIO DEL MARKETING, LA NUOVA RELIGIONE HA SEPOLTO LA VECCHIA.

Prima: Halloween, vendita  di zucche-teschio di plastica, ragni e scorpioni ed altri para-infernalia,  commesse nei supermarket col cappello da streghe, costumi satanici & lugubri  e scheletrini fosforescenti per grandi  e piccini  – un bel fatturato. Immediatamente, segue il Black Friday:   svendite di tutti  i  fondi di magazzino abbigliamento, elettronica & lusso:  folle di zombies che si accampano la notte prima davanti ai grandi magazzini,  e  all’alba si spintonano e pestano per essere i primi a entrare a spendere, scene apocalittiche  della stupidità sub-umana ma  anche bei fatturati per il Mercato.  Mentre scrivo  è in corso la Giornata contro la Violenza sulle Donne: vendite di scarpette rosse col tacco per signori, sta andando così così, ma l’anno prossimo andrà meglio: tutti i media ci stanno inondando di prediche educative,  vedrete che anche voi lettori ne comprerete un paio  per mostrare che rispettate le donne (per forza: non avete potere di nessun genere,   non siete ministri né registi o proprietari di tv o aziende, dunque non potete  chiedere il “pedaggio” alla aspirante all’assunzione…).

Solo degno di commiserazione?

  PAPA FRANCESCO AVALLA I PRETI IN JEANS




Mi ha fatto molto, ma molto male vedere qualche giorno fa al telegiornale un sacerdote, tale D. Marco Pozza, “intervistare” il S. Padre, presentandosi davanti a Lui vestito come un qualunque giovanotto, cioè in jeans attillati e artificialmente consunti (come ritualmente richiesto dalla moda giovanile, anche se D. Marco tanto giovane poi non è), scarpe sportive e altri indumenti casual. [E’ possibile vederlo in fotografia sul n. 11 dic. 2017 di Vita Pastoralea pag. 20, dove il Pozza è ritratto anche nell’atto di mettere una mano dietro il collo del Papa, così come un adulto fa verso un bambino: che bell’atteggiamento di rispetto verso la persona del Pontefice!].
Tale sacerdote veniva presentato dal giornalista  come il cappellano del carcere di Padova. Mi son detto: se è un sacerdote cappellano di un carcere, non è un giornalista e non c’è quindi nulla che giustifichi una sua “intervista” al Papa. Un sacerdote, per sapere cosa pensa il Papa, ha bisogno di andarlo a intervistare? E perché? E per che cosa? E a che titolo?

"Vietato pregare"

Palermo, bimbi in classe con il rosario nella scuola dove è "vietato pregare"

È l'iniziativa dei genitori dei piccoli studenti della Ragusa Moleti di Palermo che oggi hanno deciso di mandare i propri figli a scuola con al collo rosari e crocifissi in segno di protesta contro la decisione del preside di "vietare le preghiere"
Tutti in classe con il rosario al collo. È questa la risposta dei genitori dei piccoli studenti della scuola elementare Ragusa Moleti, di Palermo, alla decisione del preside, Nicolò La Rocca, che tramite una circolare aveva vietato le preghiere all’interno dell’istituto.


Tutto è nato dall’abitudine degli insegnanti di far recitare ai piccoli delle brevi preghiere prima delle lezioni o della merenda. Ma la pia pratica, evidentemente, è stata giudicata inopportuna da alcuni genitori, che l’hanno segnalata al dirigente scolastico, il quale non ci ha pensato due volte e tramite una circolare interna ha ammonito le maestre rammentando loro che, secondo un parere dell’Avvocatura dello Stato, non è possibile celebrare “atti di culto, riti o celebrazioni religiose durante l'orario scolastico o durante l'ora di religione cattolica". A scuola, insomma, è “vietato pregare”, ha chiarito perentoriamente il preside che, a scanso di equivoci, ha disposto anche la rimozione dei ritratti di Papa Francesco appesi alle pareti e delle statue di Gesù e della Madonna sistemate nelle aule e nei corridoi.