ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 15 gennaio 2018

“Momenti duri si preparano per voi"


13_Fatima, Tre Fontane, Akita: “tre formulazioni di uno stesso segreto”. Da Fatima alle Tre Fontane (terza parte)


Le apparizioni mariane (soprattutto quelle degli ultimi due secoli, a partire da Parigi 1830) sono interconnesse da un meraviglioso “filo d’oro” assimilabile a quell’unico progetto mariano salvifico che la Vergine Maria, per volontà di Dio, sta portando avanti con le sue apparizioni e manifestazioni nel mondo. Per queste intime e misteriose relazioni talvolta i singoli eventi mariofanici si comprendono meglio, assumono sfumature contenutistiche più profonde e svelano ulteriori misteri se le si mettono in relazione le une con le altre. È quello che avviene in modo avvincente con Fatima accostata alle manifestazioni della Vergine della Rivelazione a Bruno Cornacchiola: attraverso le rivelazioni della Vergine a Cornacchiola, infatti, è possibile scoprire il contenuto ed il significato integrale del Segreto di Fatima per “una via alternativa ed indiretta”. 

Guai ai seminatori di scandali...

L'UNDICESIMO COMANDAMENTO



Il (falso) papa Bergoglio ha ufficializzato l'undicesimo comandamento: "acconsenti all'invasione della tua patria, allo snaturamento della tua terra, alla sommersione della religione cattolica da parte di milioni d'islamici" 
di Francesco Lamendola  

  

Finalmente ha parlato del peccato. Non lo fa mai, e alcuni milione di cattolici cominciavano a dubitare che proprio la parola peccato non esistesse nel suo vocabolario. ma ieri il (falso) papa Bergoglio, nella sua omelia dalla Basilica Vaticana del 14 gennaio 2018, Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, finalmente ha parlato del peccato e, nello stesso tempo, ha ufficializzato l'undicesimo comandamento: acconsenti all'invasione della tua patria, allo snaturamento della tua terra , alla sommersione della religione cattolica da parte di milioni d'islamici. Lo ha fatto alla sua maniera, stravolgendo come al solito le Sacre Scritture, fino a piegarle al suo pensiero, come quando ha citato il "Venite e vedete" (Gv 1,39) rivolto da Gesù a due nuovi discepoli, che non c'entra assolutamente nulla né coi migranti, né con l'accoglienza, ma tanto, chi se ne frega?, quel che conta è il Bergoglio-pensiero, mica quel che ha detto, duemila anni fa, un certo Gesù Cristo (e chissà cosa ha detto, poi, in realtà, come osserva con straordinaria sagacia padre Sosa Abascal, il generale dei gesuiti: mica c'erano i registratori, a quei tempi!). 

Gli apostoli della Globalizzazione.

CHIESA CATTOLICA E MODERNISMO
Il nuovo “alto consigliere” del Papa Bergoglio
Papa Bergoglio in partenza

Il Papa Bergoglio, nell’intervallo fra una predica a favore dei migranti ed un’altra per esortare all’accoglienza, ha lasciato la sua sede in Vaticano e si trova in viaggio per Santiago del Cile dove lo aspettano le autorità di quel paese e la comunità dei cattolici delle Chiese cilene.

Questo viaggio porterà il Papa per una settimana prima in Cile e poi in Perù, si tratta del ventiduesimo viaggio all’estero del suo pontificato, la sesta volta che tocca Paesi dell’America Latina. L’aereo dell’Alitalia atterrerà a Santiago del Cile, dopo quasi 16 ore di volo, intorno alla mezzanotte di oggi, le ore 20.00 locali. Grandi attese nella comunità cattolica di quei paesi.
Non si sa se il Papa pronuncerà anche in questo viaggio, come ha fatto la scorsa Domenica, qualcuna delle sue parole d’ordine che sono quelle dell’ “accogliere, proteggere, promuovere, integrare“: tali sono stati i 4 verbi scelti da papa Francesco per la 104esima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si è celebrata domenica 14 gennaio a Roma, appare tuttavia  sicuro che, anche in terra cilena, non dimenticherà di menzionare il grande tema a favore delle migrazioni e della accoglienza dei migranti che sono ormai una sorta di ossessione dei suoi discorsi, una “ispirazione” forse avuta dall’alto o forse un suggerimento molto più terra terra, fornito da uno o più dei suoi “consiglieri”.

Pensano che siamo scemi?

   Sembra proprio che pensino che siamo scemi
                           


Attenti ai “teologi morali” da copertina ...
Mentre papa Francesco continua la sua quinquennale tiritera contro gli immaginari farisei cattolici che difendono l’insegnamento della Chiesa sull’indissolubilità del matrimonio e la relativa disciplina eucaristica integrale - ancora ieri (9 gennaio 2018) - lui e i suoi collaboratori si sono ingegnosamente industriati a mettere in essere neo farisaiche scappatoie dai precetti negativi della legge divina e naturale, derivate dal sesto comandamento.

Cosa si deve fare contro i falsi maestri e le favole?

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«Verrà giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina»

Per varie ragioni in questi giorni ho ripreso in mano la seconda Lettera di Paolo a Timoteo e devo dire che mi ha sorpreso per l’attualità dei contenuti. Direi che è stata una folgorazione. A parte i problemi di attribuzione, nei quali non è il caso di entrare, la lettera colpisce per come riesce a delineare le sofferenze alle quali va incontro l’autentico seguace di Gesù e per la chiarezza con cui indica il dovere di lottare contro gli errori presenti e di prepararsi a combattere i futuri.

Marketing della santità


SOTTO ATTACCO: LA SCURE DI REVISIONISTI E CENSORI SUI BEATI E I SANTI. TROPPO “CATTOLICI”? UN LIBRO DI MATTEO ORLANDO.

“Sotto attacco: La scure di revisionisti e censori sui beati e i santi” è il nuovo libro (120 pagine, Edizione Chorabooks) del giovane teologo Matteo Orlando, classe 1978, docente IRC e pubblicista che, come leggiamo nella contro-copertina, è anche studioso di demonologia cattolica. L’opera, scritta con stile giornalistico, è preceduta da un’introduzione del noto scrittore e apologeta Rino Cammilleri, che apprezza come il libro esponga “una quantità di figure da meditare una per una, in un caleidoscopio in cui una tessera non è uguale all’altra. Perché i Santi sono la prova che il Vangelo è vero e che vero è tutto quello che Cristo vi dice”.

Ciò che però non si riesce a capire

Una domanda ai liturgisti “essenzialisti”: si farebbero operare da un chirurgo non attento ai dettagli?

Sappiamo che chi pretende difendere a spada tratta il Novus Ordo Missae, cioè il Nuovo Rito della Messa, pur di sorvolare sulle significative e per certi versi gravi questioni teologiche che pone questo Rito, si sofferma sulla questione dei gesti affermando che la riforma liturgica avrebbe giustamente semplificato.


Ciò che però non si riesce a capire -e che invece se si ha un animo semplice si capisce eccome- è che c’è una differenza tra forma e formalismo. Quest’ultimo si giudica da sé, ma quest’ultimo non è dato dal numero dei gesti o dei dettagli, quanto dallo spirito con cui si compiono i gesti e si rispettano i dettagli. Se si è privi della giusta fede, se si pensa di mettersi in pace con il Signore rispettando certe forme e non convertendo realmente il cuore e conservando in grazia l’anima, è evidente che si cade nel fariseismo e quindi si cade in un colpevole formalismo.

“Bergoglio non ha sprecato tempo”

BESTIARIO CLERICALE. ANZI, VESCOVILE. DA BOLOGNA A TORINO, DA PESCARA A TRENTO. PRANZI IN CHIESA E IPER MIGRANTISMO.


Qualche giorno fa è giunto a Stilum Curiae il messaggio di un lettore, così concepito:
“A: Segreteria Arcivescovo di Bologna <segreteria.arcivescovo@chiesadibologna.it>
Ho appena letto che avete aperto anche a Santa Maria dei Servi.
Sinceramente il locale di San Petronio non è di mio gusto, anche per via di quella facciata incompleta.
Sarei, invece, interessato a festeggiare il mio compleanno (il prossimo 6 giugno) presso il vostro nuovo ristorante.
Pensavo, se possibile, ad un pranzo all’interno e ad un aperitivo a buffet nella zona del portico con diversi punti di preparazione dei fritti (di pesce e di carne), dei salumi, dei formaggi, etc.
Vi prego di farmi avere un preventivo.
Cordiali saluti.”.

Al gioco di Paglia

Abortista premiata in Vaticano. A che gioco giochiamo?

Liliane Ploumen mostra l'onorificenza ricevuta da papa Francesco
La Santa Sede ha conferito l'onorificenza pontificia dell’Ordine equestre di San Gregorio Magno - fondato da papa Gregorio XVI nel 1831 - all'ex ministro olandese per il commercio estero e la cooperazione allo sviluppo Lilianne Ploumen (qui il primo resoconto pubblicato dal sito 1P5), nota per le sue iniziative a favore di aborto e delle rivendicazioni del mondo LGBT. L’onorificenza è assegnata solo a personalità cattoliche che si sono distinte per il servizio offerto alla Chiesa, alla Santa Sede e alla comunità locali. “In segno di apprezzamento e riconoscenza per il servizio prestato” si legge precisamente nell’Istruzione sul conferimento di Onorificenze Pontificie della Città del Vaticano del 13 maggio 2001.
Nel 2017 quando Donald Trump aveva ripristinato la cosiddetta Mexico City Policy che bloccava i finanziamenti alle ONG pro-aborto, la Ploumen aveva pensato bene di istituire la ONG “She Decides” (“E’ lei a decidere”) volta a sostenere economicamente tutte quelle organizzazioni non governative abortiste colpite dalla Mexico City Policy, quali la United Nations Population Fund (UNPFA), l’International Planned Parenthood Federation e la Marie Stopes International, ossia le principali agenzie pro-aborto a livello mondiale. In merito all’attività di queste organizzazioni così si espresse: “Questi sono programmi efficaci e di successo: supporto diretto, distribuzione di preservativi, sicurezza che le donne siano accompagnate nel momento del parto e sicurezza che l’aborto sia privi di rischi, se la donna non ha altra scelta”. La Ploumen riuscì a raccogliere fino a 300 milioni di dollari.
Intervistata dal New York Times (clicca qui) sulla Mexico City Policy l’ex ministro olandese ed oggi membro dell’Ordine di San Gregorio Magno dichiarò: “Ovviamente sono stata profondamente delusa e un po’ scioccata poiché, sa, siamo nel 2017. Ti aspetteresti che nel 2017 i diritti delle donne e delle ragazze di essere padroni dei propri corpi e delle proprie vite sessuali siano un dato di fatto acquisito“. Stessa musica in un’altra intervista, questa volta rilasciata al Financial Times (clicca qui), in cui sollecitava i governi europei ad opporsi alle decisioni di Trump in materia di aborto ed aggiungeva: “Le politiche regressive dell’America sull’aborto sono una calamità per i diritti delle donne e delle bambine che il resto del mondo deve contrastare“. Inoltre, come riporta il sito Osservatorio gender  (clicca qui) “il curriculum della Ploumen attesta che dal 2004 al 2007  è stata direttrice dei programmi di Cordaid, la Caritas olandese, accusata di distribuire contraccettivi e fornire fondi a Planned Parenthood, la multinazionale americana degli aborti”.
Ma non c’è solo l’aborto. Nel settembre 2017, in qualità di ministro, la Ploumen partecipò al Core Group LGBTI delle Nazioni Unite. In quell’occasione affermò che “i diritti LGBTI sono diritti umani“ e che “non possiamo essere accomodanti […] Lo stigma a danno delle persone LGBT continua in tutto il mondo. Il mio invito a tutti voi è di tenere alta l’attenzione, sebbene vediamo molti progressi, soffriamo anche di battute di arresto”. Nel 2010, sempre in qualità di ministro per la cooperazione, invitò gli attivisti LGBT a partecipare ad una Santa Messa che si sarebbe svolta presso la Cattedrale di San Giovanni Battista di Den Bosch, mostrando in bella vista triangoli rosa (il simbolo usato dai nazisti per indicare le persone omosessuali) con sopra scritto “Gesù non esclude nessuno”. Lei stessa si sarebbe appuntata al petto tale triangolo partecipando alla messa.
Viene da chiedersi come si può qualificare questa persona come cattolica. E’ la medesima domanda che il New York Times, nell’intervista a cui abbiamo fatto cenno sopra, ha posto alla diretta interessata la quale così rispose: “Alcune persone pensano che quando sei cattolico tu fai solamente quello che ti dicono di fare. Ma essere cattolico vuol dire semplicemente formare la propria coscienza attraverso certe norme e regole. Mia madre mi ha sempre insegnato che la tua coscienza è la tua cornice basilare di riferimento“.
Ma al di là delle autocertificazioni di cattolicità presentate dalla Ploumen, ciò che scandalizza, ovviamente, è il conferimento di una simile onorificenza da parte della Santa Sede ad una peccatrice manifesta – per usare un’espressione indicata dal Codice di diritto canonico – che combatte attivamente e con tenacia a danno di alcuni principi non negoziabili difesi dalla Chiesa, presentandosi de facto e anche de iure come nemica della Chiesa cattolica e non certo come paladina della fede.Questa onorificenza è la prova che al di là delle mura leonine vi sono personalità ben inserite nelle alte sfere che appoggiano l’omosessualismo e l’abortismo. Ossia credono con convinzione che l’omosessualità, la teoria del gender e l’aborto – per tacere di altri nefasti fenomeni sociali – siano un bene per l’uomo, per il cristiano e per tutta la società.

Non regge più la scusa della confusione dottrinale. Qui al contrario siamo in presenza di persone che agiscono scientemente per il male e che quindi operano in mala fede. Il dialogo, la misericordia, l’inclusione, l’ingegneria pontificia – cioè la pastorale tutta protesa a gettare ponti ovunque e con chiunque – in questi casi sono solo una cortina fumogena per occultare la promozione di politiche in netto contrasto con la dottrina, gli insegnamenti di Cristo e il vero bene della persona.

I Pannella, le Bonino, gli Scalfari, i Sachs, i von Boeselager (il cavaliere di Malta accusato di essere favorevole alla contraccezione), i Biggar, le Le Blanc (scienziati membri della Pontifica Accademia per la Vita favorevoli rispettivamente ad aborto, eutanasia e fecondazione artificiale), i Chiodi (membro anch’esso della PAV e favorevole alla fecondazione extracorporea e alla contraccezione) e le Ploumen non solo non dovrebbero ricevere premi, onorificenze, nomine e attestati di stima – siamo alla spiegazione del lapalissiano – ma dovrebbero ricevere severe condanne per il loro operato. Ciò sarebbe di estrema utilità per la salvezza della loro anima e per l’anima dei semplici. Sarebbe un tendere loro la mano per non farli cadere nel baratro e per impedire che altri ci cadano. Assegnare loro una onorificenza pontificia – oltre ad insultare coloro i quali realmente se le meritano e che mai potranno fregiarsene - significa non solo insozzare il prestigio dell’Ordine cavalleresco di San Gregorio Magno, ma anche prostituire tutto il portato di fede e morale della Chiesa cattolica. E, da ultimo, far imbufalire non pochi cattolici.
Tommaso Scandroglio

Ploumen, leader abortista olandese, premiata con la medaglia di San Gregorio Magno dalla Santa Sede

di Marco Tosatti.
Secondo notizie rimbalzate sui social media, e un video in cui la protagonista conferma il fatto, Lilianne Ploumen avrebbe ricevuto la medaglia di cavaliere dell’Ordine Pontificio di San Gregorio Magno.
La notizia è stata data ufficialmente prima da questo sito, il LepantoInstitute, e poi rilanciata su altre piattaforme. Lilianne Ploumen, già ministro olandese per il commercio e lo sviluppo alla cooperazione, è particolarmente attiva nella diffusione a livello mondiale dell’aborto, e dei diritti delle associazioni LGBT.  Nel video afferma che la medaglia “è un’alta distinzione dal Vaticano, dal Papa”. Un anno fa, dopo che Donald Trump aveva deciso di sospendere i fondi destinati alle organizzazioni che promuovono l’aborto all’estero, Ploumen ha creato una nuova ONG, chiamata “She decides” (Lei decide) raccogliendo oltre 300 milioni di dollari. Nell’ottobre in un articolo sul Financial Times aveva scritto che “la politica regressiva dell’America sull’aborto è una calamità per i diritti delle donne e delle ragazze che il resto del mondo deve contrastare”.
Ploumen è stata direttrice dei programmi di Cordaid, un’agenzia di aiuti cattolica olandese dal 2004 al 2007, che fu accusata di fornire fondi a Planned Parenthood, la multinazionale americana degli aborti, e fornire contraccettivi.
Nel settembre 2017 Ploumen faceva parte del gruppo centrale LGBTI delle Nazioni Unite. Nel febbraio 2010 aveva incitato attivisti LGBT a intervenire e interrompere una messa nella cattedrale di San Giovanni Battista, recando triangoli rosa e cartelli con la scritta “Gesù non esclude nessuno”. Era contraria all’insegnamento morale della Chiesa sull’omosessualità.
L’ordine equestre di San Gregorio fu stabilito nel settembre 1831, e viene conferito a persone per il loro servizio personale alla Santa Sede e alla Chiesa cattolica romana, tramite uno sforzo inusuale, il loro appoggio alla Santa Sede e i loro eccellenti esempi offerti nelle loro comunità e Paesi.
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Se il Vaticano dà l’onorificenza alla leader olandese pro-aborto

di Giuseppe De Lorenzo.
Non sono ancora chiare le motivazioni che avrebbero spinto la Santa Sede a inviare la croce dell’Ordine Pontificio di San Gregorio Magno, una delle più alte onorificenze vaticane, a Lilianne Ploumen.
Ma le polemiche non mancano (e ci mancherebbe). La 55enne politica olandese, ex ministro per il commercio estero e la cooperazione allo sviluppo dei Paesi Bassi, è famosa infatti non tanto per la sua devozione a Santa romana Chiesa, ma per aver più volte portato avanti battaglie in favore dell’aborto e dei gay.
A riportare la notizia è il sempre ben informato Marco Tosatti, che sul suo blog ha rilanciato l’articolo pubblicato da Lepantoinstitute.org. Il portale sostiene di “poter confermare” l’avvenuta ricezione del “premio” e la stessa Ploumen appare in un video (guarda) in cui mostra la medaglia appena ricevuta dal “Papa”. Al di là della sua carriera politica nel partito laburista olandese, a scandalizzare gli ambienti cattolici (soprattutto quelli tradizionalisti) è il fatto che la Ploumen un anno fa abbia dato il via ad una nuova Ong, intitolata “She decides” (Lei decide), per contrastare le politiche anti abortiste di Donald Trump. Forse ricorderete: tra i primi decreti del neo presidente Usa, ci fu un ordine esecutivo con cui mise un freno ai finanziamenti statali verso le organizzazioni che praticano (e sponsorizzano) l’interruzione di gravidanza. In tutta risposta l’attivista mise in piedi una struttura in grado di raccogliere 300milioni di euro da indirizzare alle cliniche abortiste.
“Siamo nati – si legge nel sito di She decides – per sostenere i diritti fondamentali delle ragazze e delle donne di decidere liberamente e autonomamente sulla propria vita sessuale: se, quando, con chi e quanti figli avere”. Insomma, un inno al libero aborto in risposta alla decisione di Trump di “tornare” alla cosiddetta politica di Città del Messico, ovvero la legislazione che impedisce alle Ong non Usa di ricevere denaro se diffondo informazioni sull’interruzione di gravidanza.
Ognuno combatte le proprie battaglie, per carità. Sorprende però, se confermato, che il Vaticano si prodighi a premiare chi si è spesa in favore dell’aborto. Per di più con un ordine equestre che viene conferito solo a persone che in qualche modo abbiano svolto un importante servizio per la Chiesa. La Ploumen non ha mai negato di apprezzare i programmi messi in campo da Unpfa, da International Planned Parenthood Federation e da Marie Stopes International definendole realtà “efficaci e di successo” nel “supporto diretto, nella distribuzione di preservativi e nell’assicurarsi che l’aborto sia sicuro se (e donne, Ndr) non hanno altra scelta”. Non proprio in linea con il Magistero.
Non solo. Perché l’attivista olandese è stata anche direttrice dei programmi di Cordaid, l’agenzia cattolica accusata di aver fornito contraccettivi e di aver sostenuto le pratiche di Planned Parenthood in Sierra Leone. “Negare a una ragazza o una donna informazioni sulla pianificazione familiare – scriveva la Ploumen sul Financial Times – e sulla salute sessuale significa prendere decisioni per lei sul suo corpo e sulla sua vita, decisioni che dovrebbero essere soltanto sue”. E ancora: nel settembre scorso l’ex ministro olandese ha anche partecipato – come oratore – al United Nation LGBTI Core Group, l’incontro internazionale per promuovere politiche in favore di omosessuali e transessuali. “I diritti LGBTI sono diritti umani – ha detto la Ploumen – Non possiamo essere compiacenti. In oltre 70 paesi l’omosessualità è ancora criminalizzata…la lotta contro le persone LGBT continua in tutto il mondo”.
Fonte: il Giornale

Riassunto del lunedì. Fra Bibbia e psicoanalisi?

di Francesco Filipazzi
Veniamo a sapere che in Gregoriana andranno in onda dei seminari su rapporto fra Bibbia e Psicoanalisi. Il titolo è "L'avvenire di un'illusione", che è in realtà il titolo di un libro di Freud. Stando a Gesuiti News, l'intento è di dimostrare che "le radici della psicanalisi sono bibliche". Se non fosse ciarpame vecchio di 60 anni ci preoccuperemmo.

Un po' più preoccupante è l'esternazione di Galantino per cui chi non è d'accordo con le aperture di questo periodo è un fallito, un infelice, uno con problemi esistenziali. In effetti sapere che l'episcopato italiano è tenuto in pugno da lui ci rende decisamente infelici.
Preoccupantissima è poi la notizia che rimbalza a cavallo dell'Oceano. Una nota abortista olandese sarebbe stata insignita nientepopodimenoche dell'Ordine Equestre di San Gregorio Magno, una onirificenza vaticana. Poiché questa tizia, come unica azione pubblica, ha sostenuto e raccolto fondi per diffondere l'aborto, non vorremmo che promuovere l'aborto sia un merito agli occhi della Sede.
Esiste anche una petizione per chiedere la revoca dell'onorificenza.  

A livello internazionale, è stata una grande settimana trumpiana. Dopo aver fatto inviperire tutti per aver definito "cessi" i paesi africani (in realtà lui nega categoricamente e noi gli crediamo), ha anche dichiarato di avere ottimi rapporti con il nord coreano Kim. In effetti sembra vero, visto il disgelo fra le due coree. L'impressione è che il buon Donald stia prendendo tutti per il naso, applicando la Madman Theory.

Nel frattempo papa Bergoglio si sta dirigendo in queste ore in Sud America. Non andrà però in Argentina, il che è apparentemente inspiegabile. Secondo alcuni il motivo è che se si recasse nella sua terra di origine riscuoterebbe ben poco successo e anzi correrebbe il rischio di essere contestato! 
Sembra infatti che tutti i pagliacci argentini si stiano accreditando come "amici del Papa", tanto che la conferenza episcopale ha dovuto emettere un comunicato per dire loro di finirla!
In Cile invece alcuni contestatori sono arrivati addirittura a mettere bombe e a minacciare l'incolumità di Francesco. Probabilmente si tratta di tentativi politici da parte di qualcuno per assumere visibilità più che un'avversione vera al Papa, ma la situazione è surreale.
Nel frattempo attendiamo il viaggio di ritorno, ansiosi di ascoltare il discorso in aereo.

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domenica 14 gennaio 2018

E adesso torniamo alla vera Chiesa

VERA CHIESA E "PENTIMENTO"



La vera Chiesa esorta al pentimento la falsa no. Un criterio infallibile per riconoscere gli autentici ministri di Cristo dai lupi travestiti da agnelli. La nuova religione del "Naturalismo radicale" dove la natura diventa dio 
di Francesco Lamendola  


In questi tempi di somma e rovinosa a confusione, quando i fedeli non sanno più chi siano i loro veri pastori, e se possono fidarsi di loro, c’è un criterio quasi infallibile per riconoscere gli autentici ministri di Gesù Cristo dai lupi travestiti da agnelli, e per distinguere la sua vera Chiesa dalla sinagoga di satana, meretrice e seminatrici di scandali, di bestemmie e di eresie:osservare se si predica il pentimento dei peccati, oppure no. La vera Chiesa sa bene che il pentimento è l’atto fondamentale mediante il quale l’uomo si pone nella giusta relazione con Dio: non a testa alta, non con orgoglio, non confidando nelle proprie forze ma con umiltà, con timore e con la piena coscienza della propria fragilità e della propria predisposizione al peccato, cioè alla concupiscenza. Il pentimento è il ponte che ristabilisce il rapporto fa l’uomo e Dio, turbato e interrotto dal peccato; senza pentimento, nessuna preghiera può salire fino a Dio, e, del resto, è ben raro che l’uomo rivolga a dio una preghiera, perché è dal pentimento che scaturisce la richiesta dell’uomo di essere restituito alla condizione originaria di figlio di Dio. La falsa chiesa, invece, non parla mai del pentimento, anche perché parla pochissimo del peccato, e, se pure ne parla, lo fa solo per assicurare – ingannevolmente – che non c’è peccato che non venga rimesso da Dio, e che l’amore di Gesù è così grande da abbracciare tutti i peccatori; dimenticandosi di specificare che ciò è vero solo se il peccatore si pente, non se rimane chiuso e ostinato nel suo rifiuto verso Dio.

“Oh, Madonna mia, che cosa fanno di Te!”

La “veggente” Vicka appare e sorride

Il sacerdote italiano Michele Barone di Napoli, “carismatico, mistico e guaritore”, come lo presentano i media, ha pubblicato le sue conversazioni con Vicka Ivanković Mijatović nel libro intitolato A Medjugorje con Maria, 2015. Il libro, che contiene 44 brevi capitoli, è stato pubblicato in francese nell’agosto 2016[1] e in tedesco nell’ottobre 2017[2] da una casa editrice svizzera che si occupa sia della riconosciuta Fatima sia di luoghi di apparizioni non riconosciute: San Damiano, San Martino di Schio, Medjugorje e altri.
Prendiamo due brevi brani autobiografici di Vicka dall’edizione italiana originale. La sedicente veggente narra aneddoti al rev. Michele del suo potere di bilocazione, inconscia, della sua bellezza giovanile che con soddisfazione mette in rilievo, delle sue “apparizioni” ad altre persone che lei non conosceva, delle sue “guarigioni” di altre persone e di altri prodigi morali. Ecco le sue parole:

La ragione resiste all’autorità in errore?

ERESIA PALESE, RESISTENZA APERTA


31:46

Intervento Don Minutella 13 gennaio 2018

In principio..?

Storie di curia. La rivincita del cardinale segretario di Stato



Il discorso che ad ogni inizio d'anno il papa rivolge al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede ha denotato lunedì 8 gennaio un'impronta inconfondibile: quella del segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin.
È stato un discorso da grande professionista della diplomazia, del tutto privo di quelle rampogne terzomondiste che sono care a Jorge Mario Bergoglio. Segno che la "rivincita" di Parolin, arrivato ormai a riconquistare il pieno controllo della curia vaticana, ha fatto breccia persino su Francesco.
All'inizio del pontificato le cose non stavano così. Attorno a sé Francesco aveva costituito un gran consiglio di otto cardinali, e il segretario di Stato non era tra questi, anzi, la riforma della curia di cui si favoleggiava aveva di mira soprattutto il suo ufficio, che dai tempi di Paolo VI concentrava il massimo dei poteri, eccessivi a giudizio di molti curiali.

Sine ira et studio

Léon Bertoletti chiarisce come leggere il libro del professore Radaelli


Cari Amici Lettori,
vi abbiamo già ragguagliato, dopo le velenose ripercussioni contro il libro del professore Enrico Maria Radaelli, clicca qui, interpellando lo stesso mons. Antonio Livi il quale, appunto, ci consegnò proprio per voi una chiara risposta al vero problema che ci viene dischiuso, invece, grazie anche al faticoso contributo di Radaelli, cliccare qui per leggere la risposta di mons. Livi.
Cari Amici, come il Vangelo insegna (cfr.Lc.16,31) per chi non vuol sentire, non ci sarà mai una spiegazione valida. Ma noi non ci arrendiamo! Chi ama davvero “La Chiesa” e il Papa, non teme di conoscere la realtà dei fatti, non teme di scoprire ciò che nell’amata Chiesa non và, non teme di scoprire che uno, due, quattro Pontefici avendo un cuore pur grande, hanno però remato con delle innovazione che forse non hanno proprio giovato alla Chiesa….
Purtroppo, oggi, in pieno relativismo e dittatura delle proprie opinioni, spesso assunte quale verità indiscutibile, i progressisti più fondamentalisti, in una straordinaria cooperazione con i modernisti,  hanno imposto – sull’immagine del Pontefice – una visione a senso unico: “pro” quando fa comodo ai propri disegni di devastazione della Chiesa, la Sposa di Cristo, e “contro” quando si volesse descrivere, con cognizione di causa, quei problemi che gli stessi Pontefici non hanno mai nascosto, a riguardo del proprio pensiero….
Vi offriamo allora l’ennesima opportunità,  leggere questa brevissima recensione che è stata fatta al libro in questione. Starà a voi, Amici Lettori, comprenderne il senso, in nome proprio di quella “libertà dei figli di Dio” che non si lasciano fermare dai clamori mediatici, o da chi fa sempre la voce più grossa.

E' permesso rimproverare il Papa?

Francesco è eretico?
La correzione filiale




Una lettera di venticinque pagine, del 16 luglio scorso e firmata da quaranta chierici e universitari, è stata inviata a Papa Francesco l’11 agosto. Essa è stata resa pubblica il 24 settembre (1).
Il suo titolo: Correctio filialis de haeresibus propagatis (Correzione filale in ragione della propagazione di eresie). Essa afferma che il Papa, con la sua esortazione apostolica Amoris laetitia, come con altre parole, occasioni, ed omissioni a questa relative, ha sostenuto sette proposizioni eretiche riguardo al matrimonio, alla vita morale e alla ricezione dei sacramenti, e che essa è stata all’origine della diffusione di tali opinioni eretiche in seno alla Chiesa cattolica.

Citiamo alcuni estratti:

Per mezzo di queste parole, atti e omissioni e per mezzo dei suddetti passaggi del documento Amoris laetitia, Vostra Santità ha sostenuto, in modo diretto o indiretto (con quale e quanta consapevolezza non lo sappiamo né vogliamo giudicarlo), le seguenti proposizioni false ed eretiche, propagate nella Chiesa tanto con il pubblico ufficio quanto con atto privato:
1) “Una persona giustificata non ha la forza con la grazia di Dio di adempiere i comandamenti oggettivi della legge divina, come se alcuni dei comandamenti fossero impossibili da osservare per colui che è giustificato; o come se la grazia di Dio, producendo la giustificazione in un individuo, non producesse invariabilmente e di sua natura la conversione da ogni peccato grave, o che non fosse sufficiente alla conversione da ogni peccato grave”. [seguono sei altre «proposizioni eretiche»]
Tutte queste proposizioni contraddicono verità divinamente rivelate che i cattolici devono credere con assenso di fede divina.

I gesuiti bollandisti


ROMANA VULNERATUS CURIA INDICA UN LEGAME FRA PLOUMEN, GIOACCHINO DA FIORE, OBAMA E LA CHIESA DI OGGI. VEDETE COME….
Gli interventi di Romana Vulneratus Curia (RVC per amici e nemici) sono rari, ma preziosi. In particolare di quello che segue potrete apprezzare l’ampiezza culturale, l’ironia e la maestria nel creare collegamenti. Insomma, una perfetta lettura domenicale. 
“Caro Tosatti, ho letto sul suo sito dell’onorificenza di S. Gregorio magno concessa dal Papa alla signora Ploumen, abortista, LGBT, sostenitrice della Planned Parenthood ecc. Come lei sa questa onorificenza viene concessa dal 1831 a chi serve la Chiesa cattolica romana. E così infatti è. La signora Ploumen sta effettivamente salvando la chiesa, concorrendo a realizzare il processo di secolarizzazione necessario a cancellare definitivamente la metafisica cristiana con i suoi dogmi e dottrina, fino a ieri sostenuti dalla Chiesa “oscurantista” di Benedetto XVI. 

sabato 13 gennaio 2018

I maestri dell'ambiguità

 KIERKEGAARD E LA SCELTA



Aut, aut. La Verità di Cristo è una immutabile, luminosa perenne ed auto-evidente. Tornare a rileggersi Kierkegaard: uno che va dritto al cuore dei problemi e mostra, senza tanti fronzoli, la nuda essenza del Vangelo di Gesù 

di Francesco Lamendola  

  

È sempre un piacere e una consolazione, specie in questi tempi di crisi spirituale, morale e religiosa, tornare a rileggersi il buon vecchio Kierkegaard, un pensatore luterano come il cattolicesimo, negli ultimi due secoli, ne ha avuti pochi: uno che va dritto al cuore dei problemi, e che mostra al suo lettore, senza tanti fronzoli e abbellimenti, la nuda essenza del Vangelo di Gesù Cristo: la disponibilità a caricarsi sulle spalle la propria croce, per mettersi alla sequela di Lui. I nostri tempi sono i tempi del sì, ma, del sì, però, e anche, qualche volta (ma più raramente) del no, tuttavia; sono tempi di misera furbizia, nei quali gli uomini vanno in giro cercando il cavillo, l'eccezione, la deroga alla legge, perché non hanno abbastanza faccia tosta da dichiarare abolita la legge, ma neppure abbastanza umiltà e purezza di cuore da sottomettersi ad essa. Sono tempi di eresia e di apostasia, con la pretesa di essere perfettamente fedeli al Vangelo, anzi, di averne penetrato più chiaramente il significato. E costoro, disgraziati, nemmeno si rendono conto che una simile affermazione è, né più né meno, una dichiarazione di gnosticismo: perché la gnosi consiste nella pretesa che esista una verità per i sapienti e una verità per i semplici, pur essendo, esteriormente, la stessa verità. In tempi come questi, la maggioranza dei credenti è confusa, molti sono turbati, alcuni sono angosciati: pare che tutto stia franando, e che tutto stia cambiando, e nulla è oggi com'era ieri, benché ci avessero insegnato che la Verità di Cristo è una, immutabile, luminosa, perenne ed auto-evidente. 

A sua immagine




La nuova Chiesa? Sarà adeguata ai tempi. Lo desidera Francesco

Ci occupiamo delle “cronache” di questo pontificato, cercando di mantenere – per quel che possiamo – una certa onestà nel riportare i fatti e cercare sempre le fonti ufficiali. Questi editoriali non sono dei processi alla persona augusta del Pontefice, ma una analisi attenta e rigorosa “agli atti” di questo ministero petrino che spesso confonde, smarrisce, delle volte incute anche un senso di frustrazione e di sgomento, di angosciosa attesa per un “sempre peggio” che par debba avvenire di qui a breve tempo.

La nostra difficoltà principale, ma anche la nostra passione cattolica, è spesso quella di far comprendere ai nostri lettori che – qui – non si fanno tifoserie pro o contro un Pontefice, non è lo sfogatoio di quattro persone annoiate dalla vita, ma si cerca di analizzare, scrutare, riflettere su questo pontificato alla luce, principalmente, di quella promessa di Gesù nel suo: “non praevalebunt” (Mt.16,17-19), quella Preghiera di cui ci possiamo fidare che “le porte degli inferi non prevarranno”.

Una scellerata combriccola

I SOFISMI DELLA NEOCHIESA


Smontare, uno ad uno, i sofismi della neochiesa, che si sta sostituendo alla vera Chiesa cattolica, e che si regge su una costruzione di "cartapesta" resa possibile solo dall’ignoranza e dal conformismo di milioni di cattolici
di Francesco Lamendola 

 

La neochiesa modernista, eretica e apostatica che si sta sostituendo, a passi da gigante, alla vera Chiesa cattolica, sempre più relegata dietro le quinte, si regge su una costruzione di cartapesta, in una maniera che è resa possibile solo dall’ignoranza, dall’accidia e dal conformismo di milioni di cattolici; laddove basterebbero pochi uomini di fede e di coraggio per smontare i suoi sofismi ad uno ad uno, mostrando la loro natura ingannevole, la loro inconsistenza, i trucchi da quattro soldi dei neoteologi e la raffinata malizia del neoclero, una scellerata combriccola di vescovi e sacerdoti massoni i quali hanno venduto l’anima al diavolo in cambio di potere, ricchezza e facile popolarità.
In fondo, tutto il loro inganno, avente quale obiettivo ultimo la sovversione della Chiesa stessa e la distruzione finale della fede in Gesù Cristo – un Gesù che intendono ridurre alle proporzioni di un semplice uomo, spogliandolo della sua divinità, e quindi spogliando la sua morte (e la sua resurrezione, in cui non credono) del valore di Redenzione universale - si può ridurre a cinque o sei parole d’ordine, parole-chiave, destinate a diffondere i pestilenziali errori del modernismo, già denunciati e combattuti con vigore da san Pio X, sotto una nuova veste, forse un poco più abilmente dissimulati ma, in definitiva, proprio gli stessi di allora, insieme ad altri, nuovi e, se possibile, ancor peggiori dei primi. Vediamole.

Date queste premesse..

Rahner, la chiave per scardinare duemila anni di fede




Molti hanno commentato le affermazioni di don Maurizio Chiodi, teologo e membro della Pontificia Accademia per la Vita, sulla contraccezione, e tra di essi anche noi de la Nuova Bussola Quotidiana (vedi qui e qui). In genere però ci si è soffermati sulle sue affermazioni e meno sulle motivazioni o assunzioni di principio. Queste ultime, da lui espressamente indicate, sono due: il principio della interpretazione di Humanae vitae alla luce di Amoris Laetitia e la “svolta antropologica” di Karl Rahner.

L'andamento del lato B

PAOLO VI: "LUCI E OMBRE"



Paolo VI: luci e ombre di un Papa presto Santo. L'importante ruolo svolto dal cardinale Ottaviani. Un curioso aneddoto. Non praevalebunt ! Paolo VI: la riforma protestante e le simpatie per il "comunista-satanista" Saul Alinski 
di Cinzia Palmacci  


Alla morte di Pio XII, nel 1958, si presentò un grande dilemma nella Chiesa.
Da una parte il lungo Pontificato di Pacelli era stato segnato dal prestigio indiscutibile di un pontefice che, più passavano gli anni, più concentrava potere nelle sue mani, anche perchè era cosciente delle tensioni che crescevano all'interno del mondo cattolico. Dall'altra parte la Seconda Guerra Mondiale, con i suoi totalitarismi ed orrori, aveva aperto il dilemma non soltanto a nuove possibili distruzioni a livello mondiale, ma soprattutto alla necessità di un dialogo più aperto verso un mondo che voleva scardinare i valori tradizionali e perfino Dio. In questo scenario si rafforzarono alcuni quadri all'interno della Chiesa che credevano più importante l'apertura ad un dialogo con il mondo sacrificando la parte magisteriale dogmatica e dottrinale della Chiesa, mentre si fecero più pressanti quelle parti definite poi "conservatori" che ritenevano più importante invece mantenere ad ogni costo la purezza del dogma e della morale cattolica, nonostante il pericolo di naufragare con chi si sarebbe potuto invece salvare. Nascono così negli anni Quaranta e Cinquanta dei movimenti come quello della Nouvelle Théologie e dei sacerdoti operai che mantennero prima una posizione d'avanguardia tanto da essere tollerati dalla Chiesa, salvo poi, quando furono oggetto di condanna papale, agire più cautamente per non perdere un pò di tolleranza e agire così ugualmente efficacemente. 
Non è un segreto di oggi che molti all'epoca desideravano la morte di Pio XII che consideravano il maggior ostacolo alla vera riforma della Chiesa e non si può negare l'importante ruolo svolto dal cardinale Ottaviani, che si rivelò essere un vero e provvidenziale "angelo custode" per il Pontefice ma anche per la conservazione dottrinale della Chiesa contro la deriva "progressista-modernista".