ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 19 aprile 2018

Ma verrà il tempo della verità

QUALE PROGETTO EDUCATIVO?


Dobbiamo tornare ad avere un progetto educativo. Verrà il tempo della verità quando la menzogna sarà svergognata e i falsi pastori appariranno per ciò che sono: traditori asserviti al nemico, utili idioti nelle mani del diavolo 
di Francesco Lamendola  
  
 0 340 PADRE SCHINING

La sempre più evidente latitanza di un progetto educativo nella società odierna è forse l'effetto più vistoso della lenta ma costante e metodica conquista della cultura di massa da parte della concezione naturalistica del reale. Detto in parole semplici: se la natura umana è buona in se stessa, allora basta accompagnarla: non c'è bisogno di educare, ma è sufficiente lasciare che il bambino si auto-educhi, ossia basta favorire le condizioni che fanno venire a galla, spontaneamente, le sue qualità e le sue virtù naturali. E siccome la natura è buona, non c'è nulla da vietare, non c'è nulla da sconsigliare: tutte le esperienze vanno bene, tutti gli istinti sono positivi, l'importante è che l'individuo si realizzi, senza limitazioni o mortificazioni da parte della società. Strana combinazione: i fautori della bontà naturale, alla Rousseau, sono anche gli accusatori della società, di qualsiasi società, in quanto portatrice di condizionamenti e pressioni che limitano la libera esplicazione dell'individuo e, appunto, la sua realizzazione. Ricordate la trappola sociale di Pirandello, e l'inferno sono gli altri di Sartre? Realizzarsi, ecco la meta della vita umana: ma una meta generica, che ciascuno può riempire coi contenuti che ritiene più confacenti al caso suo: perché si tratta di una "realizzazione" del tutto soggettiva, il cui criterio fondamentale è, in definitiva, l'utile, se non il piacere; e dal cui orizzonte viene bandito tutto ciò che sa di sacrificio, di rinuncia, di sublimazione di alcuni aspetti della propria natura. Logico: se la natura è buona, perché si dovrebbe reprimere qualcosa? E se il bambino è buono, perché vietargli qualcosa? Ed ecco la pedagogia del "vietato vietare" di sessantottesca memoria, o meglio l'anti-pedagogia del '68, in base alla quale chiunque osi dire "no" a qualcun altro, non può essere che un reazionario, un tiranno, un fascista, meritevole del massimo disprezzo e le cui parole non devono esser prese neanche in considerazione.

Troppi leoni avranno il cuore dell’asino

La "battaglia finale" tra Maria e Satana: Montfort, Suor Lucia, T. Neumann e gli "anni di Caino"...


La Profezia cattolica aggiunge apporti rilevanti per illuminare le ragioni profonde dei « Tempi di Maria » ovvero delle numerose manifestazioni della Beatissima Vergine Maria nell'evo moderno-contemporaneo.

In quest’area di riflessione va tenuto presente il pluriforme carisma profetico suscitato dello Spirito Santo in alcuni uomini e donne di Dio che hanno intravisto, preannunciato, descritto e motivato i Tempi di Maria.

Per la sua densità contenutistica, trovo più che sufficiente prendere in esame quanto afferma il “padre e profeta” dei Tempi di Maria, San LUIGI GRIGNION DE MONTFORT, colui forse che meglio di ogni altro ne ha saputo indicare l’intima caratterizzazione e le ragioni fondamentali.

“E' sempre successo così, in tutti i tempi”?



Uno degli aspetti più devastanti e al contempo insopportabili dell’attuale situazione tragica del mondo cattolico è il riduzionismo. Che in fondo è una versione edulcorata, ma forse ancora più velenosa, del negazionismo tout-court (di cui una sorta di escrescenza purulenta è il “bufalismo”, ovvero il far passar per “bufale” tutte le verità che non piacciono). Questo, infatti, è talmente assurdo in sé che tutti coloro che vi aderiscono sono sconfitti in partenza. Hanno avuto gioco abbastanza facile nei decenni postconciliari, con Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, i quali, come noto, tenendo duro su alcune posizioni permettevano la valanga dissolutoria su altre (vedi ecumenismo, ma non solo). Ma oggi… dove la valanga dissolutoria agisce a 360 gradi, il loro gioco è divenuto insostenibile. Nessuno al mondo può negare la crisi della Chiesa e le nefandezze del clero attuale a tutti i livelli e su tutti i fronti e tutti i giorni. Del resto, nemmeno molti esponenti dello stesso clero negano, e quindi… E quindi il negazionismo in fondo è l’arma degli stupidi e dei palesi traditori.
Molto più sottile, invece, è il riduzionismo. Vi è un riduzionismo plebeo, “becero” (come si dice a Roma), cafone: è quello di coloro che tacciono sul 99,99% delle quotidiane malefatte del clero (e il loro silenzio è inversamente proporzionale al livello gerarchico del chierico in questione), per poi sbraitare di gioia alla prima vaghissima affermazione che ancora trasuda qualche gene di cattolicità, facendo finta di non capire che è stata buttata lì proprio per ingannare i polli che vogliono farsi ingannare nel vano tentativo di stare a posto con la coscienza o, molto più, con lo scopo di avvalorare esattamente tutte le altre eresie e bestemmie quotidiane.
Ma vi è anche un riduzionismo un poco più colto (solo un poco, in realtà), o almeno apparentemente tale. È il riduzionismo che potremmo definire “storico”: ovvero, quello che non nega affatto il disastro odierno (lo attenua solo), ma lo giustifica con la fatidica sentenza: “è sempre successo così, in tutti i tempi”. Oppure, con l’altra ancor più fatidica e intollerabile sentenza: “la Chiesa ha vissuto crisi peggiori di questa” (e giù con Ario, Lutero, e quant’altro…).

Il cambio di paradigma lascia sgomenti




Il Cattolicesimo romano e il suo rapporto con la modernità

Dopo l'elezione al pontificato del Papa argentino qualcosa è cambiato, l'entusiasmo del primo momento sta lasciando spazio ad una certa inquietudine. Un buon motivo per scoraggiarsi?
  
Il direttore Sebastiano Caputo ha recentemente presentato il breve manifesto generazionale dell’Intellettuale Dissidente, in omaggio non solo ad un progetto che nasce contro l’assuefazione culturale a cui la nostra società (in primis i giovani) è sottoposta quotidianamente, ma per testimoniare e ribadire quale è la linea da seguire, facendo quadrato attorno a delle coordinate ben precise.

L’Intellettuale Dissidente riunisce una generazione cresciuta dopo la caduta del muro di Berlino che odia essere definita “millennials” e non si riconosce nel nuovo mondo liberale e libertario dove tutto permesso ma è niente è possibile.[…] alla base del nostro impegno politico c’è il sabotaggio culturale che mira a destrutturare le colonne portanti della modernità: il culto del progresso, la globalizzazione economica e il buoncostume umanitario occidentale che impone al resto del mondo una civiltà senz’anima né gloria. Così mentre i partiti entrano in campagna elettorale, noi combattiamo la battaglia generazionale. 
Ci vediamo nel futuro.

Ebbene, credo che al fine di poter correttamente leggere, analizzare la nostra società, sia quanto più opportuno scostare le tendine che si frappongono fra il nostro sguardo e il mondo esterno, provando ad esaminare un elemento in particolare: il Cattolicesimo romano e il suo rapportarsi con la modernità.

Senza che sia fatta una diagnosi..



A seguito dell’articolo pubblicato martedì sulla vicenda di Alfie, ho ricevuto il messaggio di un sacerdote che non conoscevo: “Ho seguito passo passo una vicenda simile a quella di Alfie due anni fa con l’aiuto del Prof. Ramenghi (per la neonatologia) e del Prof. Bellini (per il trasporto aereo) di un bambino italiano all’estero al Gaslini di Genova. Tramite i genitori di quel bambino, gli stessi professori sono disponibili a prendersi in carico la questione e appoggiare l’ultimo ricorso dei legali della famiglia di Alfie. Ho letto il suo articolo di ieri e molti altri e l’apprezzo moltissimo in tutta sincerità. Le chiedo se ha qualche idea sul come affrontare l’ultima battaglia legale. I due prof. del Gaslini dicono che, non essendoci una diagnosi, i genitori non possono sapere nulla di questa malattia neppure per il futuro (chiaro che può essere un’arma a doppio taglio, ma intanto salviamo questo bambino). Forse sarebbe una buona leva per liberarlo dall’ospedale inglese! Inoltre non capisco come mai non si riesca a ridicolizzare la motivazione della sentenza che condanna il bambino a morire perché durante il trasporto potrebbe avere delle convulsioni. Questo significa che tutte le persone a rischio non possono essere trasportate? Eliminiamo le ambulanze? Grazie! Faccia quello che può!”

Due più due fa cinque!

Diario di Bordo – 19 aprile 2018: è tempo di tornare ad essere uomini

La società hegeliana vocata alla disintegrazione di ogni valore
morale espone ogni singolo ad un pericolo mortale.
Che fare?
DIARIO DI BORDO
  
 Diario di bordo                                                          
Sanremo di Chiara Mangolini - Il mare è grosso, minaccioso, le onde s’ingrossano a vista ma i marinai sembrano non curarsene e sonnecchiano a prua. Troppe parole e troppi silenzi.
                          Ormai si naviga in uno scandirsi quotidiano
                                di notizie da prima pagina non dette
di sconcertanti fatti che qualche anno fa lasciavano il tempo per il giusto clamore, ma oggi son finiti in una sordida massificazione, nel dimenticatoio della storia che tutti i giorni si scrive sotto i nostri occhi. Guerre indotte e mascherate da operazioni di pace, crisi economiche provocate (fittizie) e disintegrazione di ogni valore, aborti di massa, povertà dilagante, schiavitù di massa di interi popoli, ecc.., sono fenomeni che sembrano non destare più il pubblico sconcerto. Stiamo navigando così. Abbiamo perso la rotta da un pezzo e non vediamo la riva da troppo. 

Cum lavat manus, dicat:

Paolo VI e la riforma liturgica. La approvò, ma gli piaceva poco


"Lo vuole il papa". È così che monsignor Annibale Bugnini (1912-1982), l'artefice della riforma liturgica che seguì al Concilio Vaticano II, metteva ogni volta a tacere gli esperti che contestavano l'una o l'altra delle sue innovazioni più sconsiderate.
Il papa era Paolo VI, che in effetti aveva affidato proprio a Bugnini il ruolo di segretario e factotum del consiglio per la riforma della liturgia, presieduta dal cardinale Giacomo Lercaro.
Bugnini godeva di pessima reputazione presso alcuni dei componenti del consiglio. "Scellerato e mellifluo", "manovratore", "sprovvisto di cultura come di onestà": così l'ha definito nelle sue "Memorie" il grande teologo e liturgista Louis Bouyer (1913-2004), stimatissimo da Paolo VI.

Dopo l’unzione degli infermi

In viaggio con Thomas tra notti in bianco e aerei persi: "Lottiamo perché lotta Alfie"

Quelle di Thomas Evans non sono solo battaglie, ma lotte spirituali piene di inciampi. Il nostro viaggio con lui inizia dopo la sentenza di Appello. "Voglio incontrare il Papa". Martedì, dopo la nostra richiesta, il vescovo Cavina ci annuncia: "Domani da Francesco alle 9". Una corsa all'ultimo respiro, la paura di lasciare Alfie in balia dei medici, un "dirottamento" ad Atene e un forza misteriosa che non sente ragione di stanchezza, notti in bianco e pressioni disumane. Poi di corsa a Santa Marta dove il Papa lo ascolta dire che "se lotta Alfie, lottiamo anche noi". Il reportage della Nuova BQ sull'odissea che ha portato il papà all'appuntamento che potrebbe dare una svolta sul caso di Alfie. 


Lo abbiamo visto proteggere la vita di suo figlio Alfie come un leone per mesi, ma assistere dal vivo e solo per pochi giorni a quello che Dio sta chiedendo a Thomas Evans, pare troppo, soprattutto per un 20enne. E invece no, Dio ci ha visto lungo scegliendo lui per la sua audacia e tenacia, per la sua spontaneità senza convenevoli né schemi tanto da saper far saltare i nervi a chiunque, ma anche da averlo portato fino a qui.

mercoledì 18 aprile 2018

Una realtà "farsa"

REAGIRE A DITTATURA DEL FATTO


Dobbiamo reagire alla dittatura del fatto. La degenerazione intellettuale che si esprime in un relativismo assoluto eretto a dogma del politically correct è la dittatura del fatto e della prassi rispetto al valore e al pensiero di Francesco Lamendola   

 0 62 DIAVOLO AFORISMA  

Se dovessimo sintetizzare in una sola formula i tratti essenziali della odierna degenerazione intellettuale, spirituale, morale, che si esprime in un relativismo pressoché assoluto, eretto al rango di dogma fondamentale del politically correct, diremmo che ciò a cui siamo di fronte è la dittatura del fatto, della prassi, dell’agire, rispetto al valore, al pensiero, al volere: una svolta rivoluzionaria che scardina secoli e millenni di tradizione.
La dittatura del fatto, che oggi grava su di noi con tutto il suo peso, è la fase culminante di una lunga, paziente, metodica e non sempre visibile marcia di avvicinamento che alcune minoranze molto decise, bene organizzate e sostenute nascostamente da potenti lobby finanziarie, hanno portato avanti con incrollabile tenacia, favorite, peraltro, da un dato oggettivo dello statuto ontologico della creatura umana: la tendenza ad adagiarsi nella posizione più comoda e meno faticosa, ogni qualvolta si affievolisce e si attenua la struttura morale che sostiene la società. Esula dalla presente riflessione approfondire tale aspetto, che pure è d’immensa importanza; ci limiteremo a ricordare che , mentre il pensiero razionalista, che incomincia con Machiavelli, attribuisce quella tendenza a una debolezza intrinseca della natura umana, per il pensiero cristiano si tratta di una ferita recata dal Peccato originale, da cui si è originata, nell’umanità decaduta, una propensione al male, chiamata dai teologi concupiscenza. Sia come sia – non è questa la sede per sviluppare adeguatamente il concetto, e, del resto, lo abbiamo fatto altre volte, in contesti specifici – su di un punto l’analisi razionalista e quella cristiana convergono e parzialmente coincidono: il giudizio pessimistico sulla natura umana, così come essa è al presente, cioè nella dimensione storica. Subito dopo le due prospettive tornano a divergere: perché per gli uni la condizione umana è questa e non può mutare; per gli altri esiste una dimensione ulteriore, di ordine soprannaturale, grazie alla quale, con l’aiuto della grazia divina, gli uomini possono elevarsi dalla condizione presente, dominata dalla concupiscenza, ad uno stato di “giustizia” di cui, da soli, non sarebbero capaci: in ogni caso, non tutti indiscriminatamente, ma solo a livello individuale, quelli che accolgono la chiamata di Dio e si aprono all’azione rigenerante dello Spirito Santo.

Le cose stanno veramente così?

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Gli atei, il paradiso e la libertà cristiana

    Dopo che domenica scorsa, durante la visita in una parrocchia romana, papa Francesco ha risposto a una domanda fatta da un bambino circa il destino dell’anima del padre ateo, molti giornali, oltre a sottolineare quanto sia stato commovente il momento, hanno proposto titoli come Tuo papà in cielo anche se ateo, Il bimbo piange per il padre morto, Il papa: era buono, è con Dio, e via così.
La notizia forse la ricordate. Ecco il bambino Emanuele, in lacrime, abbracciare Francesco e sussurrargli qualcosa all’orecchio. Poi ecco il papa rivelare che Emanuele gli ha chiesto: il mio papà, che era ateo ma volle far battezzare i suoi figli, sarà adesso in paradiso? Risposta di Francesco: «Chi dice chi va in cielo è Dio, ma com’è il cuore di Dio davanti a un papà così? Dio ha un cuore di papà. Voi pensate che Dio sarebbe capace di lasciarlo lontano? Dio abbandona i suoi figli? Li abbandona, quando sono bravi? Emanuele, questa è la risposta: Dio sicuramente era fiero di tuo papà, perché è più facile battezzare i figli essendo credente che non essendolo. E sicuramente a Dio questo è piaciuto tanto. Parla con tuo papà, prega tuo papà».

Guardare la realtà più che le idee

PEZZO GROSSO TROVA CHE NON CI SIA MOLTO DA GAUDERE ET EXSULTARE…
Cari stilumcuriali, Pezzo Grosso è tornato. Con un articolo ironico e un po’ triste, come è nella sua vena da qualche tempo. Eccolo:
“Caro Tosatti, quando leggiamo o ascoltiamo qualcosa riferito al nostro Pontefice sappiamo che dobbiamo esser pazienti e comprensivi, in totale umiltà. Ciò poiché non ci è sempre dato saper comprendere quello che il Vicario di Cristo, ci spiega . E questo lo dovremmo aver ben capito dopo le non risposte ai DUBIA dei 4 Cardinali che spiega, senza dubbio, che ci sono cose la cui comprensione è superiore alle nostre facoltà, ma non saremo ugualmente “giustificati” e perdonati per non avere capito e obbedito .. .

Non c’è da farsi illusioni

Siria, giallo sulla dichiarazione comune tra il Papa e il Patriarca Kirill: la firma di Bergoglio non c'è


Città del Vaticano - Giallo sulla mancata firma di Papa Francesco a un documento sulla pace in Siria proposto dal Patriarcato di Mosca. Alcuni giorni fa la  telefonata tra il Patriarca Kirill e il Pontefice a seguito dell’attacco missilistico americano, francese e inglese, era servita per concordare tra i due leader religiosi una iniziativa comune, un documento da diffondere in tutto il mondo capace di avere un respiro ecumenico e ampio. In serata sul sito del Patriarcato è stato pubblicato in tre lingue, inglese, russo e francese, il testo della riflessione ma tra le firme – tra cui quelle di diversi patriarchi cristiani – non figura quella papale. Al momento non sono state date spiegazioni. Il documento è stato presentato nel pomeriggio  presso il monastero Danilov a Mosca. Secondo Hilarion Alfeev, metropolita di Volokolamsk e presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato  il testo sarebbe stato naturalmente concordato durante la conversazione telefonica anche se non risulta firmato.

Sul piano inclinato

La femminilizzazione artificiale della Chiesa conciliare è in atto…



In una udienza generale del dicembre 2017


La donna ha sempre fatto parte della vita della Chiesa, checché ne dica l’odierna ignoranza femminista, che concepisce il ruolo della donna solo in rapporto a quello dell’uomo, cioè in una visione molto mascolina e riduttiva. La donna ha la sua specifica vocazione ad imitazione della Madre di Cristo, divenuta Madre di tutti gli uomini.
Il filosofo Jean Guitton, con una formula incomparabile, chiude il becco a tutte le pasionarie della femminilizzazione artificiale della società civile ed ecclesiale: «la persona più perfetta del nostro mondo morale si trova che è stata scelta tra il sesso più debole»!

E San Paolo, nella sua Epistola ai Galati (III, 28), afferma:
«Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù

Il che testimonia l’uguaglianza dei due sessi agli occhi di Dio, nella religione cattolica. Ma uguaglianza di dignità non significa identica missione! A ciascuno il suo mestiere e le mucche saranno ben tenute! – dice un proverbio francese.

In spe

Il Papa incontra Thomas: "Trasferiamo Alfie a Roma"

Thomas Evans, il papà di Alfie, è arrivato questa mattina a Roma accompagnato dall'inviata de La Nuova Bussola Quotidiana Benedetta Frigerio, per una udienza privata con papa Francesco, poi nell'incontro in piazza San Pietro l'appello del Pontefice: "E' nostro dovere fare di tutto per custodire la vita". L'incontro è durato 20 minuti ed è stato reso possibile dal vescovo di Carpi (MO) monsignor Francesco Cavina. Il Papa ha incaricato Cavina di mantenere i rapporti tra la Segreteria di Stato e i genitori del piccolo affinché si mettano in campo tutte le iniziative per trasferire il piccolo al Bambin Gesù di Roma. Il colloquio commovente con il giovane papà inglese: "Stai combattendo per tuo figlio con coraggio, il coraggio con cui Dio difende i suoi figli". 


-LE IMMAGINI DELL'INCONTRO
-L'ETICA DELLA MORTE SI FA SENTENZA, di Tommaso Scandroglio
- CASO ALFIE, COSA C'È IN GIOCO, di Riccardo Cascioli (English II Español)
- DOSSIER: LA BATTAGLIA DI ALFIE

Thomas bacia l'anello di Papa Francesco alla fine dell'incontro (foto La Nuova BQ)
Thomas Evans, il papà di Alfie, è arrivato questa mattina a Roma accompagnato dall'inviata de La Nuova Bussola Quotidiana Benedetta Frigerio, per una udienza privata con papa Francesco. (GUARDA LE IMMAGINI)

L'incontro si è svolto alle 9 a Casa Santa Marta ed è durato 20 minuti nel corso dei quali il papà del bambino ricoverato all'Alder Hey Hospital ha illustrato al pontefice la vicenda giudiziaria del figlio chiedendo aiuto per impedire che al piccolo venga staccato il ventilatore così come disposto dal giudice inglese. 

martedì 17 aprile 2018

Buoni sì, ma fessi no

E' TEMPO DI RIALZARSI


Da alcuni anni, chi appartiene ad una "minoranza protetta", etnica, sessuale ecc. ha partita vinta: "a parità di ragioni", nei confronti di qualsiasi controparte, che abbia il torto di appartenere alla maggioranza dei “normali” 
di Francesco Lamendola  


 0 700 VATICAN CADE BUFFO
  
Se siamo caduti così in basso, è stato in sostanza per nostra colpa o negligenza. Certo, possiamo invocare cento attenuanti, e trovare chi sa quanti responsabili, sui quali scaricare ogni responsabilità: dalla élite finanziaria globale fino ai politici nostrani, arrivisti e cialtroni; ma la nuda e impietosa verità è che non saremmo scesi ai livelli attuali se non avessimo abdicato a tutte le nostre responsabilità, se non avessimo disertato i nostri doveri, se non avessimo disatteso tutti i nostri impegni.Anche sul piano morale; anzi, soprattutto sul piano morale. Il bello è che siamo disposti a prenderci sulla groppa anche delle colpe che non sono tali, e soprattutto che non sono nostre: il debito pubblico dell’Italia, per esempio, che è sostanzialmente un trucco e una invenzione della Banca Centrale Europea per farci pagare, attraverso il meccanismo perverso degli interessi sui prestiti, la nostra vera e unica colpa: quella di essere, o di essere stati, nonostante tutte le storture del sistema Italia, giudiziarie, fiscali, politiche, strutturali, largamente concorrenziali all’industria tedesca. Invece non siamo capaci di prenderci quelle che veramente ci spettano: la nostra latitanza come padri e come madri, come contribuenti, come dipendenti pubblici, come insegnanti e come sacerdoti, insomma come formatori delle nuove generazioni, alle quali non siamo stati in grado di trasmettere neppure un decimo di quel patrimonio di esperienza, di saggezza e di moralità che avevamo ricevuto, a nostra volta, dai nostri genitori e dai nostri nonni. 

Più povero lui..

Don Nicola Bux: la povera chiesa di don Tonino

Noi conosciamo solo un don Tonino: una serie televisiva degli anni ’80 ed in onda sulle reti Mediaset. Protagonista era un parroco (interpretato dall’attore Andrea Roncato), che, aiutato dall'amico commissario, si trovava spesso a investigare su casi misteriosi.
Questo prete, sempre in talare, era più vero rispetto ad un altro Tonino, che, si vorrebbe persino “beatificare”, e che oggi è stato assunto, dall’odierno vescovo romano, quale emblema, prototipo della sua povera chiesa.
Eppure proprio quel Tonino, o come si è soliti chiamarlo “don Tonino”, durante tutta la sua missione, con parole suadenti, talora con venature poetiche, con un linguaggio accattivante e ad effetto, ha avuto una principale occupazione: de-sacralizzare il sacro e mondanizzarlo, abbassandolo sino quasi al limite della blasfemia. A tutti sono noti, ad es., i suoi famosi auguri “scomodi” di Natale, in cui il nostro autore s’immaginava un Gesù deposto dalla Vergine, non già in una mangiatoia, luogo caldo ed asciutto, come narrano i Vangeli, bensì sul letame (sì avete letto bene!), sugli escrementi cioè degli animali! Ora, quale madre, anche la più sciagurata tra le donne, avrebbe mai posato suo figlio, appena nato, tra gli escrementi???? Figuriamoci Maria!!! Avrebbe mai potuto posare il Suo e Nostro Signore tra gli escrementi di animali???? Una vera e propria offesa blasfema alla Santa Vergine ed al Bambino Gesù! Probabilmente, il nostro autore non conosceva cosa fosse la mangiatoia … e forse ha pensato che Maria fosse una madre disattenta e poco amorevole verso Suo Figlio, che era anche Suo Dio, e non si fosse preoccupata di ripulire quel luogo da tutto ciò che potesse recare offesa al Creatore o che fosse poco accorta per ciò che era contrario alla purezza rituale tanto più alla presenza di Dio che era Suo Figlio (non dimentichiamo che la Vergine Maria, come anche S. Giuseppe del resto, erano di religione giudaica: a quel tempo, l'unica vera religione!).

No gas?

ISRAELE: “MISSIONE INCOMPIUTA. RIFARE”



Il ripristino della Chiesa


Il Patriarca cattolico greco Elia: “Ex Papa, salva la Chiesa!”


Pubblicato il 14 apr 2018
 Qual è la situazione nella Chiesa oggi?
Intervista con il Patriarca del Patriarcato Cattolico Bizantino

Permettetemi di interpretare la seguente lettera scritta dal Patriarca Elia del Patriarcato cattolico bizantino che ha al cuore il restauro della Chiesa. Citazione: Stimato ex papa Benedetto XVI, il Patriarcato cattolico bizantino si rivolge a voi con una richiesta, il cui scopo è il ripristino della Chiesa. Riguarda principalmente la questione del Concilio Vaticano II e i suoi frutti che oggi stiamo raccogliendo.

La tempesta è arrivata

E' QUI, SOPRA DI NOI


 La tempesta morale della modernità ci sta presentando il conto, il cielo è tutto nero da far paura: i “cattivi” cristiani sono oggi diventati quelli che vogliono restare cattolici e la religione ridotta ad una ideologia sociale 
di Francesco Lamendola  

 0 super nubis

Come una tromba d’aria prevista dai meteorologi, attesa, temuta, ora un fantastico e minaccioso muraglione di nuvole nere come l’inchiostro, enorme, incombente, si è materializzato all’orizzonte, si è avvicinato e adesso è proprio sopra di noi. Sapevamo che sarebbe giunto, e così è stato. Potevamo sforzarci di pensare ad altro, di far finta di nulla, però sapevamo quel che doveva accadere e adesso dobbiamo fare i conti con la realtà: il momento preannunciato è adesso, non più domani.
Ne avevamo avuto, in verità, molti segnali. Se la tromba d’aria è un evento meteorologico ben definito e che può essere localizzato con una certa precisione, la tempesta morale che si sta per scatenare contro di noi era stata intuita, prevista, annunciata, e perfino descritta in anticipo, almeno per alcuni suoi aspetti, da più parti: voci che, naturalmente, erano state sovrastaste da tutt’altri cori e da discorsi di tenore completamente diverso. Tuttavia, chi aveva voluto udirle, le aveva udite; chi aveva voluto ascoltarle, le aveva ascoltate. Quel che ci si presenta oggi non è né del tutto inatteso, né, tanto meno, qualcosa d’imprevisto e d’impensabile; al contrario,è il logico risultato di molti decenni, nel corso dei quali si sono coltivate le forze e si sono incoraggiate le tendenze che ora ci sgomentano per la grandiosità degli sconvolgimenti che sono in arrivo. Certo, sarebbe più facile, per molti, continuare a fare ciò che hanno fatto sinora, la politica dello struzzo: mettere la testa sotto la sabbia ed evitare, così, di vedere la realtà, quando essa è particolarmente dura da accettare, o sgradevole, o anche minacciosa.

Gaudeamus et exultemus

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GAUDETE ET EXSULTATE IN SALSA UNGHERESE/ BATOSTA PER SOROS & CO.

Sono stati pubblicizzati poche ore fa i risultati definitivi delle elezioni politiche ungheresi dell’8 aprile. Orban, Fidesz, il card. Erdoe e il voto dei cattolici. Una premessa d’attualità su Alfie e sulla Siria.  
PREMESSA
Drammatiche le sfide cui in questi giorni sono confrontati i cristiani su diversi fronti. Oltre a quella che vede il piccolo Alfie Evans e i suoi eroici genitori lottare disperatamente– con il sostegno morale di tanti cattolici di Liverpool e nel mondo - contro il cinismo dell’ospedale Alder Hay Hospital e la disumanità di una certa giustizia inglese (con la vergognosa insensibilità e complicità delle gerarchie della Chiesa cattolica d’Inghilterra), c’è quella che si sta sviluppando sul fronte siriano, con l’attacco dell’altra notte portato da USA, Gran Bretagna, Francia contro obiettivi governativi a Damasco e Homs.
Su tale atto presumibilmente illegale e certo potenzialmente pericolosissimo riproduciamo la reazione del francescano padre Bahjat Elia Karakach, superiore del convento dedicato alla conversione di san Paolo, la parrocchia principale di rito latino di Damasco. Ha detto il religioso all’agenzia Sir della Cei: “Sapevamo che esisteva l’intenzione di bombardare da parte degli Usa dopo il presunto attacco chimico alla Ghouta orientale ma la speranza era riposta in un’indagine oggettiva sull’uso di armi chimiche e che per questo non ci sarebbero stati lanci di missili”. Speriamo “non si ripeta quanto già avvenuto in Iraq che fu invaso nel 2003 perché il regime di Saddam Hussein era stato accusato di possedere armi di distruzione di massa. Armi che non furono mai trovate. La volontà è distruggere la Siria. Il progetto va avanti con queste bombe. Non ci resta che pregare per la pace ora”.
Leggiamo anche quanto dichiarato all’agenzia Dire da monsignor Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo e presidente di Caritas Siria: Usano l’argomento degli attacchi chimici solo per continuare la guerra, alimentare il commercio di armi e compiacere l’Arabia Saudita. Vogliono dimostrare il loro potere ma come vescovi e come cristiani diciamo che alla storia delle armi chimiche non crediamo”.
“E’ solo un argomento per alimentare la guerra in Siria e il commercio delle armi, sfruttando la lotta tra sunniti e sciiti e compiacendo l’Arabia Saudita e le altre potenze del Golfo”.
C’è un governo legittimo che sta avendo la meglio su gruppi islamisti terroristi nella Ghouta, dopo aver ripreso il controllo di Aleppo e di Deir Ezzor. Proprio allora cominciano a parlare di armi chimiche, sostenendo di voler difendere diritti umani e democrazia”.  “La Siria è al centro di un conflitto geostrategico, nel quale ha un ruolo pure la competizione per le risorse petrolifere. Il risultato è che a pagare sono sempre i civili, i poveri e chi non è in grado di proteggersi. Come cristiani non crediamo nella giustizia di Trump. Aspettiamo quella di Dio”

Per fermare questa barbarie

Sentenza Alfie, un segnale inquietante per tutti

Seguire il dibattimento alla Corte d’Appello di Londra sul caso Alfie ha significato partecipare a una specie di teatro dell’assurdo. Uno schieramento di giudici già abbondantemente orientato - e non lo nascondevano affatto – parlava in perfetta sintonia con il legale dell’ospedale, sfidando il minimo buon senso.


Seguire il dibattimento alla Corte d’Appello di Londra sul caso Alfie ha significato partecipare a una specie di teatro dell’assurdo. Uno schieramento di giudici già abbondantemente orientato - e non lo nascondevano affatto – parlava in perfetta sintonia con il legale dell’ospedale, sfidando il minimo buon senso. Come quando il giudice spiegava che un viaggio in aeroambulanza avrebbe aumentato i rischi per la condizione di Alfie,sorvolando sul fatto che l’alternativa ai rischi è la morte certa per soffocamento.

O come quando il giudice ha duramente stigmatizzato gli schiamazzi in ospedale causati dal tentato blitz di giovedì scorso e dalle migliaia di persone radunate all’esterno che in questi giorni hanno cantato e chiesto la liberazione di Alfie. Cattivi comportamenti non tollerati nel tempio della legge, che invece guarda con grande ammirazione il lavoro di sanitari che, dopo aver abbondantemente trascurato la cura di Alfie, oggi sono più che mai decisi a sopprimerlo.

lunedì 16 aprile 2018

Qualcosa non torna?


“Siria, non c’erano armi chimiche”   La verità nascosta dietro gli attacchi


76 dei 105 missili da crociera lanciati da Usa, Gran Bretagna e Francia contro la Siria nella nottedel 14 Aprile, hanno colpito il Centro di Ricerca di Barzah a Damasco.
Sono stati “precisi, travolgenti ed efficaci” come ha affermato Kenneth Mc Kenzie, Direttore del Joint Chief Staff dello Stato Maggiore americano nella dettagliatissima conferenza stampa.

Onesti e intelligenti





DAVANTI AGLI ESITI DI QUESTO PONTIFICATO

NON POSSIAMO TACERE

Ci insegnano a stare al mondo

La Chiesa Cristiana Ortodossa e Cattolica Greca si Schierano contro l’Occidente e Gli Stati Uniti

Ciò che state per leggere è la traduzione di una dichiarazione congiunta e ufficiale dei Patriarchi Cristiani Ortodossi di  Grecia e di Siria e del Patriarca della chiesa Cattolica Melchita (wiki), la dichiarazione in originale la trovate qui.

Occupazione : stato di fatto

Occupazione modernista della Chiesa

Nella terza esortazione apostolica di papa Francesco, Gaudete et exsultate, datata 19 marzo 2018, si stagliano tre affermazioni di stampo certamente più massonico che cattolico.
La prima è una denigrazione del monachesimo contemplativo. Dice il papa: “Non è sano amare il silenzio ed evitare l’incontro con l’altro, desiderare il riposo e respingere l’attività, ricercare la preghiera e sottovalutare il servizio. Siamo chiamati a vivere la contemplazione anche in mezzo all’azione” (paragrafo 26). È un’affermazione che ribadisce uno dei capisaldi dell’azione del gesuita argentino che non ha esitato a commissariare i Francescani e le Francescane dell’Immacolata, ed a permettere che il nuovo arcivescovo De Kesel come primo atto cacciasse da Bruxelles la Fraternità dei Santi Apostoli, un’altro dei pochi ordini ecclesiali fiorenti.
Curiosamente questa sua irritazione è in linea col pensiero rivoluzionario di sempre, basti citare i giacobini francesi (tra le loro vittime ricordiamo le 16 carmelitane di Compiègne, ghigliottinate nel 1794 per aver rifiutato di abbandonare la vita monastica), i politici liberali piemontesi (che dopo aver, nel 1855, avocato il riconoscimento civile a vari ordini religiosi incamerandone i beni, nel 1866 decretarono tout-court la soppressione degli ordini religiosi monastici), i massoni messicani di Plutarco Calles e i comunisti spagnoli del 1936.
Le ideologie immanentiste, di matrice sia liberale che marxista, come conseguenza ineludibile del loro rifiuto di accettare il dramma umano (peccato originale e separazione del mondo da Dio), cercano di realizzare lo stato di perfezione qui in terra. E dunque inevitabilmente concedono tutte il primato all'azione (tecnica, economica, finanziaria, ribellistica) sulla contemplazione.