«Modernismo significava, politicamente, democrazia cristiana».
(Antonio Gramsci)
Prima la notizia “buona”: il Grande Centro Cattolico ( d’ora in poi G.C.C.) – «un’area che va dalle A.C.L.I. alla Compagnia delle Opere» – ha scelto il prossimo candidato per assumere la guida di Regione Lombardia; si tratta di Gabriele Albertini.
Ora che abbiamo tirato un sospiro di sollievo, veniamo alle notizie davvero cattive. Su La Stampa del 10 novembre scorso, Andrea Tornielli ha presentato il resoconto dell’ultima riunione di Todi, alla quale hanno partecipato cattolici e laici. Qui giunti, però, è necessario che il buon lettore mi soccorra: io, come cattolico non chierico, risulto essere un laico a tutti gli effetti. Un laico, che – per giunta – si sforza di esser fedele, pur con tutti i suoi limiti, a Santa Romana Chiesa. E, fin qui, tutto va bene. Le cose si complicano quando si tiene a mente che l’accezione di laico sposata dal mondo giornalistico è la seguente: laico è colui che «nel campo della propria attività rivendica un’assoluta indipendenza e autonomia di scelte nei confronti della Chiesa cattolica o di altra confessione religiosa». Chiediamo quindi al lettore di aiutarci a capire come possano cattolici e laici mettere in pratica (come è scritto nel Manifesto del G.C.C.) la dottrina sociale della Chiesa.
(Antonio Gramsci)
Prima la notizia “buona”: il Grande Centro Cattolico ( d’ora in poi G.C.C.) – «un’area che va dalle A.C.L.I. alla Compagnia delle Opere» – ha scelto il prossimo candidato per assumere la guida di Regione Lombardia; si tratta di Gabriele Albertini.
Ora che abbiamo tirato un sospiro di sollievo, veniamo alle notizie davvero cattive. Su La Stampa del 10 novembre scorso, Andrea Tornielli ha presentato il resoconto dell’ultima riunione di Todi, alla quale hanno partecipato cattolici e laici. Qui giunti, però, è necessario che il buon lettore mi soccorra: io, come cattolico non chierico, risulto essere un laico a tutti gli effetti. Un laico, che – per giunta – si sforza di esser fedele, pur con tutti i suoi limiti, a Santa Romana Chiesa. E, fin qui, tutto va bene. Le cose si complicano quando si tiene a mente che l’accezione di laico sposata dal mondo giornalistico è la seguente: laico è colui che «nel campo della propria attività rivendica un’assoluta indipendenza e autonomia di scelte nei confronti della Chiesa cattolica o di altra confessione religiosa». Chiediamo quindi al lettore di aiutarci a capire come possano cattolici e laici mettere in pratica (come è scritto nel Manifesto del G.C.C.) la dottrina sociale della Chiesa.