Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
Il Gr3 delle 6,45 ha dato notizia che la Arcidiocesi di Friburgo seguendo le “indicazioni “ (sic!) di Papa Francesco sulla “misericordia” ha deciso di riammettere i divorziati/risposati ai Sacramenti … La “ notizia “ era circolata ieri sera su Internet
Segreti e strategie di un social network chiamato Papa Francesco
Per capire l’atteggiamento che la Chiesa sta maturando verso le
nuove forme di comunicazione, e nello specifico verso il web e i social
network, occorre ritornare al 13 marzo, giorno dell’elezione di Jorge
Mario Bergoglio al soglio petrino. Papa Francesco è un vero social network
Ne è convinto padre Antonio Spadaro, direttore della
rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica, che in occasione della
presentazione del suo libro “Cyberteologia. Pensare il cristianesimo al
tempo della rete” (Edizioni Vita e Pensiero, p. 150, euro 14,00),
tenutasi alla Camera dei Deputati, indaga come lo spazio digitale
tocchi direttamente anche la fede, e spiega: “Quando Papa Francesco si è
affacciato dal balcone di piazza San Pietro e, prima di dare la
benedizione, si è chinato e ha chiesto lui una benedizione e una
preghiera per il ministero che stava per intraprendere, ha dimostrato di
essere egli stesso un social network, rendendo ‘attive’ in quel momento
le migliaia di persone presenti e connettendole con la sua persona e
con quanto stava accadendo”.
A
seguito delle ultime ambigue e, pertanto, pericolose affermazioni di
Bergoglio (papa Francesco) molti cattolici si sono sentiti “spiazzati” o
perlomeno confusi, sentendo per la prima volta concetti ed idee
totalmente estranee al depositum fidei cattolico di sempre. Siamo arrivati ad un punto tale che un cattolico deve comprare Repubblica per
conoscere le direttive morali e dottrinali di un pontefice, quotidiano
da sempre palesemente laicista, e leggere così le ultime novità e
lettere inviate ad un improbabile ricercatore della Verità, Eugenio
Scalfari.
Sono
vicende totalmente inedite nella storia della Chiesa, “rivoluzionarie”
nel senso più giacobino e spregiativo del termine. Questo insieme di
lettere, scritti, affermazioni, interventi che Francesco fa
pubblicamente costituisce per molti una parte integrante del Magistero
vivente della Chiesa. Ma è realmente così?
Richiamo l'attenzione su due affermazioni di Bergoglio che riguardano il
cuore della nostra Fede: Incarnazione e Redenzione. Parto dalla prima,
nella nota intervista a Scalfari, per poi proseguire con l'esame di altri peculiari aspetti dell'incarnazione contenuti in reiterate catechesi e discorsi.
«... Il Figlio di Dio si è incarnato per infondere nell’anima degli
uomini il sentimento della fratellanza. Tutti fratelli e tutti figli di
Dio. Abba, come lui chiamava il Padre. Io vi traccio la via, diceva.
Seguite me e troverete il Padre e sarete tutti suoi figli e lui si
compiacerà in voi. L’agape, l’amore di ciascuno di noi verso tutti gli
altri, dai più vicini fino ai più lontani, è appunto il solo modo che
Gesù ci ha indicato per trovare la via della salvezza e delle
Beatitudini »
Cristo non «si è incarnato per infondere nell’anima degli uomini il sentimento della fratellanza», ma per redimerli,
da una Croce, dalla schiavitù del peccato originale, ri-generandoli
nella Risurrezione, unica ragione che rende possibile ogni autentica
fratellanza, che non è quella di conio umanitaristico che emerge da
questi discorsi!
Cattolici in rivolta nel campus dei gesuiti dai princìpi molto negoziabili
La Loyola Marymount University di LA era un pulpito ideale per lo spirito del mondo. Ora qualcuno dice basta
Non bisogna essere ossessionati dai princìpi non negoziabili, dice da Santa Marta e a mezzo stampa il Papa. Dall’altra parte del mondo, però, la battaglia per la difesa di quei valori continua. Può un’università cattolica ammettere che l’aborto faccia parte delle prestazioni coperte dall’assicurazione medica?
Chi avrebbe mai immaginato che papa Francesco, davanti ai giovani radunati ad Assisi di fronte alla basilica di Santa Maria degli Angeli, avrebbe messo in mostra tutto il suo più autentico e sano tradizionalismo?
Dopo le aperture significative nei confronti dei divorziati risposati, delle coppie conviventi, degli omosessuali, dopo il colloquio a tutto campo con il “cardinale laico” Eugenio Scalfari, il Santo Padre ha approfittato della presenza di tanti giovani riuniti nella città di San Francesco per parlare di matrimonio, celibato e verginità; tre tematiche che, affrontate oggi, per giunta da un papa considerato progressista, non hanno mancato di meravigliare.
Nell’intervista ufficiale a Padre Spadaro di Civiltà Cattolica, quel gesuita, del Papa dice: «…il Papa mi aveva parlato della sua grande difficoltà a rilasciare interviste. Mi aveva detto che preferisce pensare, più che dare risposte di getto in interviste sul momento. Sente che le risposte giuste gli vengono dopo aver dato la prima risposta: “non ho riconosciuto me stesso quando sul volo di ritorno da Rio de Janeiro ho risposto ai giornalisti che mi facevano le domande”». So’ soddisfazioni certi sdoppiamenti di personalità in un pontefice!
SALUTO,
RINGRAZIAMENTO E AUGURIO A CAMILLO LANGONE
Per
la prima volta, a quanto mi risulta, Radio Spada è stata citata su
un quotidiano a diffusione nazionale. Si tratta de il Foglio del 3
ottobre scorso, in un articolo di Camillo Langone, che si definisce
nostro (e di altri blog) “fratello cattolico tradizionalista”,
seppur critico del nostro, a suo dire, eccessivo pessimismo.
Dice di essere vittima di una cospirazione e violazione della sua corrispondenza privata
Francesca Chaouqui assicura che resti "corvi e sciacalli" in Vaticano
L'unica donna nominata dalla Commissione Bergoglio ministeri economici della Santa Sede
Francesca Chaouqui
L'unica donna nominata dalla Commissione Bergoglio ministeri economici della Santa Sede
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FI Chaouqui
Alcuni per "sessismo" mascherato. Altri, prurito della "resistenza indiretta" per le riforme di Francesco, il fatto è che Francesca Immacolata Chaouqui ha subito una sorta di persecuzione da parte dei media principali organi dei media laici e clericali. Finora, "lobbista del Papa," l'unica donna nominata dalla Commissione Bergoglio ministeri economici della Santa Sede, era stato in silenzio. Stanco di tante invenzioni circa decisivo a contrastare.
Con due lunghe interviste-quello pubblicato su L'Espresso on line e uno in Panorama - l'italiano-egiziano 31 proclama la sua verità e dice vittima di "corvi" e "sciacalli" della Santa Sede.
CORVO VATICANO, UN ANNO DI SILENZIO GABRIELE RIFIUTA INTERVISTE E MILIONI
NON SVOLAZZANOpiù corvi sopra il Cupolone di San Pietro. E anche l’ex maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, la gola profonda condannata dalla giustizia vaticana per la clamorosa trafugazione di documenti riservati dalla scrivania di Benedetto XVI, ha smesso di parlare. Non per sempre, ci mancherebbe, ma con i giornalisti che, grazie a quelle carte riservatissime — il libro Sua santità di Gianluigi Nuzzi ne è l’emblema — hanno messo a nudo gli intrighi e le fazioni intestine alla Curia romana, almeno allora tutt’altro che a servizio della Chiesa e del Santo padre come oggi pretende Francesco.
Hola, Jorge Mario, buon giorno! Anzi, un augurio più laico, “hoy, para Ud., sea un dìa peronista!”
La mia non è una classica confessione da dietro la grata e da genuflesso, ma una chiacchierata a viso aperto, da hombre a hombre, come hai fatto di recente e senza tanti preamboli anche confrontandoti col più superbo rivendicatore del proprio incrollabile ateismo.
In fondo, se dialoghi con chi ostentatamente nega l’esistenza di Dio e manifesti deferente stima nei suoi confronti senza l’ombra di volerlo neppure avvicinare all’ovile, perché non ascoltare uno come me, che già fa parte, indegnamente fin che si vuole, della tua stessa stalla?
Il cardinale Maradiaga racconta cosa stanno facendo nel Consiglio dei Cardinali. Idee, ipotesi e segreti della più rivoluzionaria scelta di Bergoglio. Sullo Ior riforma profonda chiesta da tutti. Il Concilio è sconosciuto anche ai preti.
«Noi siamo lì in mezzo a tante difficoltà». Il cardinale Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras, 71 anni, è il coordinatore del Consiglio dei Cardinali, che Papa Francesco ha voluto al suo fianco per aiutarlo nella riforma della Chiesa e che si è riunito la scorsa settimana in Vaticano. Parla il giorno dopo la storica visita di Bergoglio ad Assisi.
Come va il vostro lavoro?«Ci sono tante speranze, ma non è facile. Il Papa ha partecipato a tutti i tre giorni di lavoro. Stiamo riflettendo e abbiamo deciso di partire dal problema dei Sinodo dei vescovi. Ci sono molti suggerimenti sul tavolo e sarà cambiato profondamente nella sua struttura».
Intervista di S. Ecc. Mons. Richard Williamson, FSSPX rilasciata al sito della Repubblica Ceca REX!il 30 settembre 2013Motto: Vi è del marcio in Danimarca. (Shakespeare, Amleto)
Intervista
Eccellenza, innanzi tutto voglio ringraziarla per avere accettato di rispondere ad alcune domande che possono interessare i nostri lettori.
REX!: Molte persone vogliono conoscere la vostra opinione su diverse cose, tuttavia mi sembra che nessuno Le pone una prima semplice domanda: Come si sente un anno dopo essere stato espulso dalla FSSPX? E in rapporto a questo, può dire ai nostri lettori come impiega giornalmente adesso il suo tempo?
Mons. Williamson: Per quanto riguarda i sentimenti, non biasimo nessuno perché non mi chiede come mi sento. Come direbbero i Francesi, non è questo il problema. Il problema è l’apostasia globale!
È la modalità preferita da papa Francesco per parlare ai
fedeli e al mondo. Con tutti i rischi del caso. Pietro De Marco analizza
criticamente i primi atti di questo "magistero"
di Sandro Magister
ROMA, 7 ottobre 2013 – Passano i giorni e le due interviste di papa Francesco
al gesuita Antonio Spadaro, direttore de "La Civiltà Cattolica", e
all'ateo professo Eugenio Scalfari, fondatore del principale quotidiano laico
italiano, "la Repubblica", appaiono sempre di più come pietre miliari
di questo inizio di pontificato.
In esse Jorge Mario Bergoglio dichiara i suoi criteri ispiratori, dice come
vede lo stato attuale della Chiesa, indica le sue priorità, enuncia il suo
programma.
È anche molto esplicito nel marcare i punti su cui prende le distanze dai suoi
predecessori Benedetto XVI e Giovanni Paolo II:
(In margine all’udienza privata concessa da papa Bergoglio al sig. Eugenio Scalfari il 24 settembre 2013).
Avevamo, in una nostra precedente nota (Fino a quando?), pronunciato voto perpetuo di silenzio su tutto quanto papa Bergoglio avrebbe detto o scritto, ammettendo la nostra stanchezza e l’impossibilità di star dietro a quantità omeriche di affermazioni che non ci peritiamo di ritenere eretiche e devianti. Infastidisce, innanzi tutto, questa maniacale esposizione massmediatica giornaliera, e contemporaneamente questo suo stravolgere, capovolgere e umiliare in senso antropologico, modernista e giacobino l’immagine di sé, pontefice cattolico, VICARIO DI CRISTO, ridotto in un qualunque sciatto personaggio, “uno come tanti, uno come voi” che dicono la sua ma non si preoccupano di dire quella di Dio.
Non mi importa che Scalfari continui a dire che non gliene importa di Dio, che lui all’anima non crede, che… tutte le parole con cui vuole difendere la sua posizione. Mi importa che il Papa Francesco tenti, con sovrana libertà, di aprire le porte del suo proprio cuore e del cuore dell’altro a una misura più grande, ad orizzonti più veri. Certo, quello che corre il Papa nel dialogo con Scalfari è un bel rischio: del giornalista si può dire che «ne sa una più del diavolo», e che conosce bene il suo mestiere, e che sa portare dalla sua parte le affermazioni più diverse. Abbiamo visto che ne è della «verità non assoluta», o di quell’amore a Gesù che è iniziato «quando ha abbandonato la fede della Chiesa»…
/ Francesco spiazza gli atei devoti (e i cattolici) alla ricerca del Nemico
Caro direttore, da qualche tempo il mondo culturale che ruota attorno al Foglio di Giuliano Ferrara mostra una certa insoddisfazione. La svolta gesuitica della Chiesa cattolica, guidata dal primo latino-americano della storia, ha frenato la determinazione e gli entusiasmi provenienti dall'universo degli "atei devoti".
La preoccupazione di cui questo mondo si fa portavoce è, in realtà, più diffusa di quanto non si pensi in certi settori conservatori del cattolicesimo, attoniti per l'armistizio firmato da Francesco con la cultura moderna, convinti fino a un certo punto della continuità piena tra il pontificato del Papa tedesco e quello attuale.
Il beato Rivi: "“Era troppo piccolo per avere nemici”
ROLANDO RIVI, NUOVO BEATO
Card. Amato ha presieduto il rito per il seminarista ucciso dai partigiani comunisti. Oggi il Papa l'ha definito “eroico testimone del Vangelo” e grande “esempio per i giovani”
Papa Francesco nell'Angelus di oggi l'ha ricordato così: “Un seminarista ucciso nel 1945, quando aveva 14 anni, in odio alla sua fede, colpevole solo di indossare la veste talare in quel periodo di violenza scatenata contro il clero, che alzava la voce a condannare in nome di Dio gli eccidi dell’immediato dopoguerra. Ma la fede in Gesù vince lo spirito del mondo! Rendiamo grazie a Dio per questo giovane martire, eroico testimone del Vangelo”.
Bergoglio, Ratzinger e Wojtyla, analogie e differenze
Bergoglio non intende solo, come è largamente richiesto, ripulire la curia, ma anche inventare una nuova pastorale, che si lascia alle spalle «la solenne sciocchezza del proselitismo» e accetta gli uomini per quel che sono, non li giudica, ma li consola e conforta.
Per il catto-clericale parrebbe di no. Poco importa che la Divina Commedia sia da sempre ritenuta una rappresentazione sublime della teologia tomistica.
Dante ha osato criticare il Papa. Peggio, l’ha piazzato all’Inferno. E questo basta per farne un proto-protestante. O un proto-tradizionalista, fate voi.
Assurdo, ovviamente. Ma non per il catto-clericale.
Se tutto il pontificato di Papa Francesco dovesse rivelarsi una
ripetizione della giornata di Assisi, allora dubito che si sarebbe
potuto chiedere di più allo Spirito Santo. Una giornata perfetta! Sono
passati mesi e ormai sono rimasti in pochi a far le pulci al Papa:
questo sì, questo no, questo forse. No, in realtà non si tratta di
esaminare ogni dettaglio e criticare. Ci sono oggettivi problemi che
derivano da una eccessiva confusione. Ma la confusione non nasce ora, è
in circolazione da decenni. Qui servirebbe avere una visione univoca e
chiara e purtroppo la visione manca a molti nella Chiesa, anche a coloro
che non sono "progressisti", che non hanno vissuto gli ultimi 50 anni
con l'ansia e l'obiettivo di "cambiare volto alla Chiesa".
Faccio una premessa: io credo a Medjugorje! Alle apparizioni, intendo…. a Medjugorje ci sono stato di persona, ho toccato, visto, riflettuto e compreso che in quel luogo la Madonna appare sul serio ai veggenti (e non solo!).
Veniamo da anni di retorica sul Battesimo, dimenticando il cuore del Battesimo.
Mai come in questi anni di Post-Concilio si è parlato tanto del Battesimo, del fatto che tutto nasce dal Battesimo, che il cristiano è generato dal Battesimo, che dal Battesimo nasce la vocazione del cristiano a vivere nella Chiesa e nel mondo il suo ruolo laicale... si sono spesi fiumi di inchiostro e conferenze su conferenze, corsi di catechesi e di aggiornamento del clero per ridare valore al Battesimo, da cui i laici ricevono il pieno mandato ad essere protagonisti, in una Chiesa sempre meno incentrata sul prete. Si sono inventate anche esperienze ecclesiali per appropriarsi “esperienzialmente” della propria vocazione battesimale, troppo spesso dimenticata in un angolo oscuro dell’inizio della propria vita.
Cominciò tutto la sera dell’elezione. Annunciato con difficoltà da un
cardinale ammalato, la prima sorpresa: il nome Francesco. Che coraggio!
Sapevo che nessun Papa nel corso dei secoli si era voluto paragonare al
santo di Assisi, nessuno ne aveva perciò assunto il nome, così come
nessuno aveva mai voluto chiamarsi Pietro II.
E’ arrivato nel balcone con un inchino inaspettato per farsi quasi benedire dalla folla...
1. Come è possibile che un Istituto religioso di diritto pontificio
debba fare un “rinnovato cammino di ecclesialità”? Analogamente, cosa
significa per un Istituto religioso (regolarmente approvato dalla Santa
Sede) correre il rischio della “autoreferenzialità”? Il caso del
Commissariamento dei Francescani dell’Immacolata ha posto, tra gli altri
gravi quesiti di natura teologica e giuridica, anche il problema del
significato dell’ecclesialità. Il che, come è evidente, andando ben
oltre la vicenda particolare, presenta una questione di rilievo
universale.
- RIFORMARE LA CURIA SI', IL RESTO E' “FANTASIA”. I VERI NEMICI SONO LA RICCHEZZA NELLA CHIESA E I RICCHI FUORI DALLA CHIESA
Niente repulisti negli armadi d’oltretevere: i cardinali continueranno a vestire gli abiti corali purpurei, i vescovi quelli violacei. Le indiscrezioni sul Papa pronto a tagliare mozzette e abolire titoli ecclesiastici, dopo aver annunciato la riforma della curia, erano tutte “fantasie”….
“La tradizione è fedeltà, anche a una sposa che non piace più tanto”
afferma, giustamente, Camillo Langone. E lo fa a conclusione del suo
sfogo sulle ansie dei cosiddetti tradizionalisti. Lo sfogo è legittimo,
ci mancherebbe, quel che colpisce è la parziale esposizione della realtà
del mondo tradizionalista.
PER EVITARE UN ALTRO CORVO, 4 AUTISTI PER BERGOGLIO -
CADUTO UN FORMIGONI, COMUNIONE & FATTURAZIONE SI RILANCIA COI MINISTRI LUPI E MAURO
Palamara candidato romano di “Unicost” per acclamazione (ma le regole vorrebbero il voto segreto) - 5,4 milioni alle fondazioni culturali. Senza procedure o motivazione - La faida tra Renzi e Pelù - I consiglieri molisani si fanno un regalo - Troppi permessi ai dipendenti pubblici…
Un interessante controcanto laico al colloquio-intervista di papa Francesco con Eugenio Scalfari è apparso il 3 ottobre sul “Corriere del Trentino”, edizione regionale del “Corriere della Sera”.
A farlo è il professor Giovanni Fornero, torinese, coautore assieme a Nicola Abbagnano della “Storia della filosofia” più studiata nei licei e del “Dizionario di filosofia” più consultato nelle università, oltre che studioso particolarmente attento al confronto tra il pensiero laico e il pensiero cattolico,
Fa sempre un po’ pena dover scrivere certe cose, ma mi sembra importante per aiutare i lettori a capire meglio alcune dinamiche “troppo umane”.
Il 29 settembre, il sito mediatrice.net, diretto da padre Alfonso Bruno, nuovo Segretario generale dei Francescani dell’Immacolata all’epoca del commissario Fidenzio Volpi, riporta un intervento dal titolo “Corsi e ricorsi storici: dalla violenza verbale alla violenza fisica”, che si snoda a mostrare come spesso la violenza verbale delle ideologie, in particolare negli anni Settanta, che videro l’esplodere del terrorismo, si sia poi tradotta in azioni violente.
Addio alla “corte del lebbrosi”, Francesco pronto a riformare la curia
Niente maquillage o aggiustamenti di facciata. La curia romana, governo della chiesa universale, cambierà in modo radicale. La rivoluzione chiesta a gran voce nel pre-Conclave sarà totale e andrà a toccare ogni ufficio, consiglio, piccolo organismo. La costituzione apostolica che ne regola il funzionamento, la “Pastor Bonus”, promulgata da Giovanni Paolo II nel 1988, sarà archiviata e sostituita da un testo del tutto nuovo.
Dispiace ripetere quello che gli storici sanno benissimo e da tempo, ma l’approssimarsi del discorso che Papa Francesco terrà domani ad Assisi – e delle ormai consuete strumentalizzazioni -, impone un riassunto: san Francesco (1182 – 1226) fu un uomo diverso dalla caricatura dolciastra che, purtroppo con successo, gli è stata cucita addosso. Perché?
NON SOLO DACCÒ! IL FORMIGONE NOVELLO “RESPONSABILE” AVEVA UN ALTRO FACCENDIERE CHE GLI PAGAVA VACANZE, ELICOTTERI E JET PRIVATI: È GIANLUCA GUARISCHI (ATTUALMENTE IN CARCERE)
C’è un’indagine a Milano in cui Formigoni è accusato di corruzione per i regali ricevuti da Guarischi per favorire Giuseppe Lo Presti e figli, imprenditori della sanità, che hanno patteggiato - A settembre 2012, nel pieno dello scandalo, i due svaccanzavano in Croazia. Guarischi ha speso 65mila euro per far divertire il Celeste…
Ovvero Conversazioni intelligenti per bambini deficienti
Ed eccoci all’informazione di massa che diventa diluvio… e non ci si raccapezza più, si rimane storditi e attoniti… e non si riesce più a star dietro alle notizie… si finisce con l’essere travolti da esse. È la fine della razionalità umana. Lo sforzo per rimanere lucidi di fronte all’oggettiva realtà che fluisce sotto i nostri occhi, si trasforma in impotenza che soggiace alla valanga di frasi e di gesti… l’oggettiva osservazione si trasforma in mera sensazione soggettiva … il soggetto pensante in oggetto pensato. E tutto fluisce in un mare di fango ribollente che come fuscello sradicato trascina l’uomo e il suo pensiero a valle, sempre più caoticamente, sempre più ineluttabilmente verso l’inevitabile sbocco nel mare cosmico dell’indifferenziato e del nulla.
VA BENE BONIFICARE LO IOR, MA COSA DIRÀ LO STALKER DI EUGENIO SCALFARI SU DIVORZIATI E RISPOSATI?
Bergoglio e la sua ridotta di cardinali lavorano per cambiare la Curia, razionalizzare le spese e accorpare gli enti inutili - Ma il Papa deve iniziare a dare risposte anche sulle questioni dottrinali, sulle quali troverà più ostilità rispetto alla pulizia in Curia - Cosa pensa Francesco di divorziati e risposati?... -
l 22 dicembre 2005, otto mesi dopo la sua elezione, Benedetto XVI, presentando gli auguri natalizi, pronunciò un discorso di una certa importanza, che toccò alcuni punti essenziali del momento. Da allora quel discorso, per il suo contenuto, è stato considerato il discorso programmatico del nuovo Papa.
Il 19 settembre scorso, il quotidiano della CEI, Avvenire, ha pubblicato il testo integrale dell'intervista del Direttore de La Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, a Papa Francesco. L’intervista, condotta anche per conto delle altre testate della Compagnia di Gesù, è stata raccolta dal 19 al 23 agosto 2013, in quel di Santa Marta, albergo vaticano in cui alloggia il nuovo Papa.
Nonostante la sua complessiva pochezza e la sua evidente povertà concettuale, questa intervista, pubblicata sei mesi dopo l’elezione di Bergoglio, si presenta come l’equivalente del discorso alla Curia di Benedetto XVI, poiché, per i punti che tocca, delinea con chiarezza il pensare e il sentire di questo nuovo Papa e, quindi, la linea direttrice del suo pontificato.
Ho ritenuto necessario commentare alcuni recenti pronunciamenti di papa Bergoglio (tra i quali una sua lettera a Scalfari) e poi anche di una lettera di papa Ratzinger (quella a Odifreddi) perché si tratta di interventi pubblici dei più alti esponenti della Gerarchia (il papa attuale e il suo predecessore) che logicamente hanno suscitato grande curiosità nell’opinione pubblica generale e acceso dibattito in seno alla comunità cattolica. Con i miei commenti intendevo chiarire, sulla base dei principi fondamentali dell’ermeneutica teologica, che non si trattava di atti del Magistero (ossia di insegnamenti dottrinali formalmente destinati a confermare o a riformare la fede della Chiesa nei suoi contenuti) ma di iniziative pastorali la cui opportunità e la cui efficacia possono non risultare evidenti a tutti i fedeli, ragione per cui qualcuno di loro può anche manifestare il proprio rispettoso dissenso, pur riconoscendo la legittimità delle scelte e la bontà delle intenzioni.