ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 9 ottobre 2014

Ut unum non sint!

Papa Bergoglio, la comunione e la falsificazione della verità
  



Nell’udienza generale dell’8 ottobre 2014, papa Bergoglio ha svolto il tema dell’unità di tutti i cristiani, con riferimento ai cristiani non cattolici.

Dopo il consueto “buongiorno!” - datosi che l’udienza si svolge di giorno - papa Bergoglio ha esordito dicendo: «Non dobbiamo, però, dimenticare che ci sono tanti fratelli che condividono con noi la fede in Cristo, ma che appartengono ad altre confessioni o a tradizioni differenti dalla nostra ».
Ora, che ci possano essere, e ci sono, dei cristiani che hanno tradizioni diverse dalla nostra, cioè dalla cattolica-apostolica-romana, è cosa lapalissiana, ma che ci possano essere dei cristiani che appartengano ad altre confessioni, è cosa quanto meno contraddittoria. Se i cattolici confessano lo stesso credo in Nostro Signore Gesù Cristo, che cosa confesseranno mai questi altri cristiani di “altre confessioni”?
Se confessano lo stesso Signore e sottostanno ai suoi comandi, sono cattolici, se non sono cattolici, non confessano lo stesso Signore e negligono i suoi comandi.
La cosa è così elementare che sorprende che papa Bergoglio non si accorga della contraddizione.

Imprescindibile

Sinodo, i più contro Kasper


Dall'interno il Sinodo è diverso da come lo filtra l'informazione. La larghissima maggioranza degli intervenuti ha convenuto su alcuni punti. La dottrina non è modificabile; è così chiara che non è pensabile toccarla, senza provocare conseguenze devastanti. Bisogna però saperla spiegare bene, in profondità, e soprattutto usare un linguaggio attento a fare sì che nessuno si senta offeso. Ma è impresindibile insegnare quella che è la verità della Chiesa di sempre. Questo suona, o può essere interpretato, come una sconfessione del teorema Kasper, la cui attività prima del Sinodo è stata espressamente criticata da un vescovo non italiano.

Non quanto ma cosa..?

FUMATE BIANCHE - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IN DOTAZIONE FINO A 500 PACCHETTI DI SIGARETTE AL MESE, DI CUI 200 DA COMPRARE SCONTATI? NON E’ CHE ALCUNE PORPORELLE RIVENDONO LE STECCHE SU EBAY? AH, SAPERLO…

Tra le altre agevolazioni, prodotti alimentari scontati del 15%, abbigliamento low cost e l’assegnazione di 400 litri al mese di carburante a prezzi scontatissimi. E poi le sigarette - Ma chi fuma, allora, tra i cardinali di Curia? Nomi in Vaticano non se ne fanno…

Marco Ansaldo per “la Repubblica

SIGARETTESIGARETTE
Ma quanto fumano i cardinali? Secondo una lettera inviata dal Governatorato della Santa Sede a uno degli eminentissimi porporati, alla testa di uno dei ministeri chiave della Curia romana, il numero di sigarette in dotazione è altissimo: fino a 500 pacchetti al mese. Di cui almeno 200 da poter comprare scontati. Ma qualcuno ha mai visto un cardinale fumare? Nessuno. Almeno in pubblico. Cosa se ne faranno, dunque, i porporati di una tale quantità di stecche di “bionde”, è un vero mistero.

A colpi di canonisti


Il conclave non è una grigliata tra amici. Socci risponde ai critici.


Il giuramento del card. Bergoglio al conclave. Città del Vaticano, 12 marzo 2013.
Il giuramento del card. Bergoglio al conclave. Città del Vaticano, 12 marzo 2013.
IMBARAZZO
Al cardinale Lorenzo Baldisseri, il 3 ottobre, il Fatto quotidiano ha chiesto: “Nel suo ultimo libro Non è Francesco, Antonio Socci afferma che durante il conclave sono state violate le norme che lo regolano e quindi che l’elezione di Bergoglio è ‘nulla e invalida’. Lei che era il segretario del conclave cosa risponde?” Risposta: “Escludo nel modo più assoluto che sia stata violata alcuna norma. L’elezione di Papa Francesco è avvenuta regolarmente e Bergoglio è stato eletto validamente”.  Sarà, ma il prelato così non dà alcuna risposta alle questioni sollevate nel mio libro. Non porta argomenti. E poi Baldisseri il 13 marzo 2013 era ancora monsignore: stava forse nella Cappella Sistina durante il voto? Se no come fa a smentire qualcosa che non conosce?

Io sto con...?


Ecco come il Sinodo parla anche di coppie gay

Ecco come il Sinodo parla anche di coppie gay

Era considerato il d-day, il giorno in cui i nodi sarebbero venuti al pettine. Si discuteva, infatti, di sfide pastorali sulla famiglia, e in modo particolare di tutte quelle situazioni problematiche che si traducono in comunione ai divorziati risposati, coppie omosessuali, unioni di fatto, ragazze madri. Insomma, le tematiche che finora più avevano diviso teologicamente e pastoralmente cardinali e vescovi. E nell’Aula Nuova del Sinodo s’è discusso, con almeno 70 interventi tra il pomeriggio di martedì e la mattinata di mercoledì.

Chi apre a chi bussa ?

Quella coppia di sposi che bussa alle porte del sinodo

Ludmila e Stanislaw Grygiel insegnano nell'istituto pontificio di studi sulla famiglia creato da papa Karol Wojtyla, loro amico di una vita. Non sono stati invitati. Ma avevano molto da dire ai padri sinodali. E l'hanno detto. Con chiarezza e coraggio

ROMA, 9 ottobre 2014 – Un sinodo "aperto" come si invoca da ogni parte, a cominciare da papa Francesco, è un sinodo pronto ad ascoltare anche le voci che gli arrivano da fuori, tanto più se da persone competenti.

Subito alla vigilia del sinodo, a far da ponte autorevole tra dentro e fuori le sue mura è stata l'assemblea plenaria tenuta a Roma dal 2 al 4 ottobre dal "Consilium Conferentiarum Episcoporum Europæ".

L'assemblea era direttamente proiettata sul sinodo, fin dal suo titolo: "La famiglia e il futuro dell'Europa".

Tra gli oratori c'erano padri sinodali di primo piano come il cardinale ungherese Péter Erdõ, presidente del CCEE e relatore generale al sinodo, il cardinale canadese Marc Ouellet, prefetto della congregazione per i vescovi, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della conferenza episcopale italiana, e sua beatitudine Fouad Twal, patriarca latino di Gerusalemme.

Ma soprattutto c'era una coppia di sposi filosofi, Ludmila e Stanislaw Grygiel, polacchi, amici fin dalla giovinezza di Karol Wojtyla sacerdote, vescovo e papa, entrambi docenti al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia.

Soffia il vento, infuria la bufera? Il clima è roncalliano..

Soffia il vento Giovanneo

Al Sinodo irrompono misericordia e unioni civili, si citano Roncalli e Concilio. Per il teologo di Francesco “la dottrina si può approfondire e sviluppare, non è chiusa”. Senza paura che Müller “vi salti addosso”

Foto LaPresse
Roma. Lo spirito soffia, e soffia forte in direzione della salvezza misericordiosa del naufrago andato incontro al fallimento matrimoniale. Nell’Aula nuova del Sinodo ieri si è iniziato a squadernare il cuore del problema: si discute delle situazioni difficili, dai matrimoni misti ai divorziati risposati, fino alla riflessione “sul riconoscimento civile delle unioni tra persone dello stesso sesso”. Anche ieri gli interventi sono stati una settantina. Qualche padre sinodale, citando passi del Gaudet Mater Ecclesia con cui Giovanni XXIII aprì il Concilio, ricorda che “la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore”.

Fiaccola o faro? ( o lumicino che fumiga?°)

I due sinodi, dentro le mura e fuori

latinitas
Aprendo il sinodo sulla famiglia, Francesco ha chiesto ai padri sinodali di esprimersi con “parresìa”, con franchezza e in libertà, senza il timore che “il papa pensi qualcosa di diverso”.
Ma questo era proprio ciò che era accaduto nei mesi precedenti, pro e contro le proposte del cardinale Walter Kasper, che si sapevano concordate col papa. Solo che, curiosamente, proprio Kasper e i suoi sostenitori si erano mostrati intolleranti alle critiche, tanto più se da parte di cardinali di primo piano.

mercoledì 8 ottobre 2014

Il Sinodo della voglia matta

La chiesa di Francesco e quel fastidio liberatorio per il “giogo soave” di dottrina e sacramento

di Alessandro Gnocchi
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Laddove non sia sopportabile il giogo del sacramento arrivi il palpito del cuore, “el latido del corazón”, per dirla nel misericordioso ispanico con cui papa Francesco immagina la nuova chiesa, o magari “der Herzschlag”, come si traduce nell’inflessibile alemanno del cardinale Walter Kasper. Ideato, annunciato e avviato sotto il segno della tenerezza, difficilmente il Sinodo straordinario sulla famiglia prenderà altre vie da quella della pastorale aperta alle voglie matte del mondo.

Barabba's church

Il liturgista Grillo oltre Kasper: per i divorziati pieno riconoscimento delle seconde nozze


Il liturgista Grillo oltre Kasper: per i divorziati pieno riconoscimento delle seconde nozze
Sandro Magister ha definito Andrea Grillo, docente di teologia sacramentaria al Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma e presso l'Istituto di Liturgia Pastorale di Padova, «il numero uno dei liturgisti italiani», intendendo la figura più rappresentativa dei liturgisti di orientamento “progressista”. Sicuramente lo è per preparazione e profondità di pensiero. Dal 1996 al 2000 ha fatto anche parte della Commissione Cei incaricata di tradurre e adattare il nuovo rito del sacramento del matrimonio.

Profeta del c.v.d.*

"Può esserci più amore cristiano in una coppia irregolare che in una sposata in chiesa"

Un abbraccio tra Francesco e il "papa nero"
UN ABBRACCIO TRA FRANCESCO E IL "PAPA NERO"

Parla padre Adolfo Nicolas, superiore generale dei gesuiti, il “papa nero” che guida 18mila religiosi sparsi in 112 nazioni

“Può esserci più amore cristiano in un’unione canonicamente irregolare che in una coppia sposata in chiesa”. Padre Adolfo Nicolas, superiore generale dei gesuiti, attraversa a piedi l’ingresso vaticano del Petriano con la borsa nera in mano: sul bavero del clergyman la traduzione araba del motto assegnato da Sant'Ignazio di Loyola alla Compagnia di Gesù: “Per la maggior gloria di Dio”. Il “papa nero” che guida 18mila religiosi sparsi in 112 nazioni riscontra che “Il Sinodo sta completando il Concilio”.

Ringraziamenti Illuminati? ( C'era una volta era Dio..)

Papa Ratzinger alla Cia: “Grazie perchè proteggete il mondo”
papa ratzinger[1]-Redazione- Leon Panetta  è  ex capo della Cia e del Pentagono.
 Ha dato alle stampe un libro di memorie, Worthy Fights, dove ripercorre la sua vita professionale, sfiora gli intrighi del potere e dello spionaggio e, a pagina 457 – come sottolinea La Stampa - alza il velo su uno degli incontri personali più toccanti che ebbe nella sua carriera: quello con Papa Benedetto XVI, Joseph Ratzinger.
 Scrive Panetta: "Io baciai il suo anello e lui posò la sua mano sulla mia, Grazie - mi disse - grazie per il suo servizio nel proteggere il mondo. 

NON SI PUÒ EVANGELIZZARE A COLPI DI VANGELO ?

ADOLFO NICOLAS, GENERALE DEI GESUITI: "PUÒ ESSERCI PIÙ AMORE CRISTIANO IN UN’UNIONE IRREGOLARE CHE IN UNA COPPIA SPOSATA IN CHIESA. NON SI PUÒ EVANGELIZZARE A COLPI DI VANGELO"

Secondo  Adolfo Nicolas, generale dei sedicenti gesuiti, “Può esserci più amore cristiano in un’unione canonicamente irregolare che in una coppia sposata in Chiesa”.
Questa espressione, in puro spirito modernista, può sedurre ad una prima lettura e, nell’ottica dell’ignoranza religiosa contemporanea, potrebbe sembrare anche una frase condivisibile, eppure è evidentemente uno spot in matematico marketing diabolico.
Contro la perniciosa affermazione di Adolfo Nicolas, la verità di fede cattolica ce la enuncia e spiega, per esempio, san Giovanni:

“El latido del corazón”

Laddove non sia sopportabile il giogo del sacramento arrivi il palpito del cuore


Laddove non sia sopportabile il giogo del sacramento arrivi il palpito del cuore, “el latido del corazón”, per dirla nel misericordioso ispanico con cui papa Francesco immagina la nuova Chiesa, o magari “der Herzschlag”, come si traduce nell’inflessibile alemanno del cardinale Walter Kasper. 
Ideato, annunciato e avviato sotto il segno della tenerezza, difficilmente il Sinodo straordinario sulla famiglia prenderà altre vie da quella della pastorale aperta alle voglie matte del mondo.
I gesti, i discorsi, le interviste, gli incontri di cui è intessuto l’attuale pontificato possono condurre solo lì, dove paginate di giornale e minuti di televisione divorano ingordamente il viatico affidato da Francesco ai padri sinodali contro “i cattivi pastori” che “caricano sulle spalle della gente pesi insopportabili che loro non muovono neppure con un dito”. 

Il facilismo

Il Papa contro l’intelligenza

Il pastore dell’essere deve nutrire di spirito l’ascolto sinodale. Ma il facilismo è ambiguo, diffidare dell’intelligenza è ambiguo, la verità è affidata ai piccoli non agli stupidi. Rischi del Vaticano III

Una guardia svizzera saluta il Pontefice dopo la seduta mattinale del sinodo (foto AP)
Ci siamo arrivati, e sarà una sorpresa (di cui non si accorgeranno) per i presunti illuministi che applaudono la chiesa del cristianesimo povero e sentimentale, questi ipocriti che traballano per gola tra l’infame di Voltaire e il sublime del cuore di Francesco. La chiesa in assemblea è invitata formalmente dal Papa (domenica in San Pietro) a diffidare dell’intelligenza, delle idee chiare e distinte. Il dibattito è ascolto, cioè non è dibattito. Lo spazio dello spirito, che a un’assemblea sinodale non si può negare, non si nutre delle proprie ineffabili ragioni e della dicibile ragione umana universale, direi cattolica.

Lo spirito soffia ?

Lo spirito soffia dalla parte dei novatori di dottrina, clima effervescente


(foto LaPresse)
Roma. S’era parlato di sinodo segreto, al pari d’un Conclave, con il Papa che nel comporre l’elenco dei padri aveva usato il bilancino: tredici conservatori per la difesa della dottrina e tredici progressisti desiderosi di aggiornare allo spirito del tempo l’insegnamento in fatto di morale sessuale, perché così chiedono le masse dei fedeli di qualche regione dell’occidente secolarizzato. Poi, quando le porte dell’Aula nuova si sono chiuse e il dibattito è iniziato, i padri hanno fatto a gara per intervenire: in settanta hanno preso la parola solo nella prima giornata e mezza, quella dedicata alla riflessione sul Vangelo della famiglia e la famiglia naturale. E la sorpresa è stata l’avanzata del fronte pro Kasper, apparso ben più numeroso di quanto accreditato all’inizio.

martedì 7 ottobre 2014

Le ricostruzioni bruniane..

La sospensione a divinis di sei Frati Francescani dell’Immacolata. Risposta al comunicato di P. Alfonso M. Bruno 

In questo hai detto il vero! (Gv 4,18). P. Bruno conferma la sospensione a divinis (fasulla) dei FFI. E mette in piazza cose estremamente riservate.  Ma il Commissario apostolico in tutto questo che fa? Dove sta?

di Fabio Cancelli

zzffimssSul sito ufficiale dei FFI è uscito, a firma del Portavoce ufficiale dell’Istituto, p. Alfonso M. Angelo Bruno, un comunicato di risposta a vari articoli (clicca qui) di blog riguardanti sei sospensioni a divinis fulminate dal Commissario apostolico, P. Fidenzio Volpi, ofmCap., contro sei frati francescani dell’Immacolata.
Nonostante lo sforzo del Portavoce, i motivi di tale estremo provvedimento ancora non sono chiari. Anzi, egli accumula in questa lunga pagina parecchie brutte figure, perché non smentisce nulla delle fasulle procedure adottate per emanare le sanzioni. Cerca in modo arruffato di spiegare alcuni fatti che sarebbero all’origine dei provvedimenti, ma non fa altro che creare maggiore incertezza nei lettori, ignari di tanti elementi chiave delle ricostruzioni bruniane.

L'evoluzione del metodo Volpi?



Aggrediteli, difendono la famiglia


Da una parte c'erano i cannibali, gli incivili, gli antidemocratici, gli omofobiche manifestavano in cento città d'Italia il loro composto dissenso, inermi,inerti, silenziosi, in piedi, con un libro in mano. Dall'altra c'erano gli umanitari, i libertari, i civili, i democratici, gli omolatri, gli antifascisti, che li aggredivano, lanciavano uova e preservativi pieni d'acqua (uno al Vomero ha colpito un bambino nel passeggino), li insultavano, urlavano e bestemmiavano e li costringevano ad andarsene. È successo a Napoli, a Rovereto, a Torino, a Pisa, a Bologna, ad Aosta... 
I primi si chiamano Sentinelle in piedi, si riconoscono in movimenti come Manif pour tous e Pro-Vita, contestano il reato d'omofobia perché persegue un reato d'opinione.

Il Sinodo e la premiata ditta Kasper & C.

Il Sinodo e la premiata ditta Kasper & C. Sul tema della comunione ai divorziati risposati non si gioca soltanto la morale familiare, ma si rischia di profanare tre sacramenti in sola volta: il matrimonio, la confessione e l’eucaristia.

martedì 7 ottobre 2014

È pervenuta in Redazione:
Caro Dott. Gnocchi,
il segretario generale del prossimo Sinodo sulla famiglia, cardinale Baldisseri, ha dichiarato quanto segue: “Dobbiamo calare la dottrina autentica nella realtà attuale della famiglia. Noi camminiamo nella storia, la religione cristiana non è ideologia, la famiglia di oggi è diversa, se neghiamo questo restiamo a 2000 anni fa”.

Lo strappo

Le avventure dell’anatema che impedisce la chiesa del divorzio. Una puntuta risposta al gesuita causidico

Lo strappo nella morale Tradizionale non ha basi storiche e teologiche. I gesuiti cercano le radici nella Chiesa orientale, ma non va bene nemmeno il divorzio greco.
Il Sinodo che si è aperto non entrerà nella storia per i suoi documenti ma per il significato che viene attribuito all’evento: quello di uno “strappo” nella morale tradizionale, riassunto dalla formula del primato della prassi pastorale sulla dottrina.
La tesi viene suffragata da interventi storici e teologici deliberatamente fuorvianti, come l’articolo del gesuita Giancarlo Pani apparso, alla vigilia del Sinodo, sulla “ Civiltà Cattolica”, con il titolo Matrimonio e seconde nozze al Concilio di Trento (Quaderno n. 3943 del 4 ottobre 2014). In questo saggio l’autore rievoca la storia di «uno dei decreti più innovativi del Concilio di Trento: quello sul matrimonio, detto “Tametsi”», affermando che nel canone settimo del documento, la Chiesa, mentre condanna la dottrina di Lutero e dei riformatori, «lascia impregiudicate le tradizioni dei greci che, nel caso specifico, tollerano le nuove nozze».

Le cose si chiariranno ?

(Gian Guido Vecchi)  «Guardi, diamo tempo al tempo e le cose si chiariranno. Se troveremo una soluzione che mette in pace queste coscienze, sarò l’uomo più felice del mondo. Purché siano vere soluzioni e non cose posticce, prive di consistenza». Il cardinale Velasio De Paolis, canonista vaticano, è uno dei cinque porporati che alla vigilia del Sinodo hanno «firmato» il libro Permanere nella verità di Cristo, contrario alle aperture sui divorziati e risposati prospettate da Walter Kasper nella rivelazione introduttiva che gli ha affidato Francesco. «Ma io quel testo lo avevo scritto tre anni fa, si figuri, era un parere per la Penitenzieria. Un editore mi ha chiesto se potevano ristamparlo, e io ho accettato come un contributo da canonista al dibattito. Del resto, quando c’è stato il concistoro a febbraio, l’avevo già consegnato alla segreteria del Sinodo. Si trovava pure su internet. Altro che complotto».

La bussola del Titanic

Via la dottrina c'è il vangelo
Il Foglio

(Massimo Faggioli) Il Sinodo che si celebra in Vaticano è un Sinodo che riprende un discorso interrotto nella chiesa del post concilio Vaticano II. Il “dove eravamo rimasti?” di Papa Francesco è la citazione del Concilio sine glossa nel discorso (di chiara impronta roncalliana) della sera del 4 ottobre alla veglia in piazza San Pietro: la collegialità, “le gioie e le speranze”, la storia della chiesa come magistra, il vento della Pentecoste. Bollato sia da destra che da sinistra come evento generazionale, il Vaticano II è ancora “la bussola” (come dice il testamento di Giovanni Paolo II) – una bussola che la gerarchia della chiesa cattolica aveva smarrito dopo la morte di Papa Wojytla, l’ultimo Papa già padre conciliare.

Pastorali sì, ma con vera dottrina ?

Toh, si riparte dalla Humanae vitae

Si parla italiano, ma niente tweet. Pastorali sì, ma con vera dottrina

Papa Francesco presiede la seduta pomeridiana del sinodo (foto AP)
Roma. Il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, richiama all’ordine i padri in apertura di seduta, alle nove precise: “Vietato usare Twitter!”. Non si sa mai che qualche spiffero di troppo possa uscire dall’Aula nuova, o che qualcuno possa distrarsi, magari maneggiando il telecomando simil televoto per dare (o negare) il placet alle risoluzioni e perdere il filo del discorso tenuto dai colleghi lì convenuti – quattro minuti a testa, si raccomanda dal banco della presidenza – ché il Sinodo straordinario è breve e c’è poco tempo. Ultima novità annunciata, è che d’ora in poi si parlerà in italiano e non più in latino, “così ha deciso il Papa”.  Prima giornata dedicata alle grandi relazioni, quella di Baldisseri che ricorda l’ultimo sinodo, nel 2012, guidato “dall’allora Santo Padre Benedetto XIV”, venendo subito corretto da Francesco, e quella molto più lunga e articolata del relatore generale, il cardinale arcivescovo di Budapest, Péter Erdö.

I padri sanno tutto ?

I padri sanno tutto e da oggi entrano nei nostri letti disfatti


Papa Francesco celebra la messa per l'anniversario dei gesuiti (foto LaPresse)
La chiesa mi fa impazzire. Ogni tanto colgo intorno a me qualche sguardo vuoto, qualche grugnito di imbarazzo, quando produco e chiedo la produzione di pagine e pagine su matrimonio, famiglia (che sbadigli), dottrina, capelli spaccati in quattro, gesuitismi, conclavi, pastorale, a chi dare l’ostia, come si accoppia l’essere umano e che ne fa del suo piacere, sinodalità eccetera. Ma la gioia sensuale e intellettuale che provo nell’entrare in cattedrale, sia pure dalla porta di servizio della vaticanistica, della teoria, dell’indagine laica, piuttosto che dalla porta che dà sull’altare maggiore illuminato direttamente da Dio, e a piedi invece che in ginocchio, è ineguagliata.

lunedì 6 ottobre 2014

l sinoncilio adogmatico Vaticano III

Bergoglio: "Mondo cambiato, Chiesa non può chiudersi in presunte interpretazioni dogma"

Francesco, come riportato da America Oggi e da Il Secolo XIX, ha detto: "Il mondo è cambiato e la Chiesa non può chiudersi nelle presunte interpretazioni del dogma. Dobbiamo avvicinarci ai conflitti sociali, nuovi e vecchi, e cercare di dare una mano di conforto, non di stigmatizzazione e non solo d'impugnazione".
Nessun commento necessario.
I-due-papi-incontro-Francesco-Benedetto-papa-Bergoglio-papa-Ratzinger-01
Il compimento del Concilio

Le omilie del ragioniere

S. M. degli Angeli e dei Martiri (2): curiosità e facezie

Un dato di fatto su cui credo tutti convengano è che internet è indubbiamente un mezzo che offre sterminate possibilità ma praticamente altrettante insidie, soprattutto quando vi si naviga con le idee poco chiare di quel che si intende fare, lasciandosi trasportare dal vento delle proprie curiosità momentanee. Mi sembra che si trattasse proprio di uno di quei giorni in cui, avendo un po’ di tempo da perdere, è più facile abbandonarsi alla corrente. Si comincia da uno o due siti che si frequentano abitualmente, attendere che si accenda una lampadina e poi andare ad approfondire. Accadde più o meno così, che mi imbattei nell’ottimo e succulento scambio epistolare di Mons. Livi con il Rag. Enzo Bianchi, noto opinionista di materie religiose.
Incuriosito da tal figura che, lo confesso, conoscevo e conosco ben poco, decisi di perdere un po’ di tempo per curiosare nel sito dell’associazione ch’egli presiede: la comunità di Bose. Così, sorvolando le varie sezioni e spiluccando in po’ qua e un po’ là, finii a sbattere non so come in una omelia (sic) che il Rag. Bianchi avrebbe pronunciato ai funerali di un certo Sig. Tommaso Padoa Schioppa, pensate un po’, proprio in quella chiesa intitolata a Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, di cui abbiamo già parlato qui.

L'ora del Guru..


Kasper: "Attenti a non perdersi in discussioni dottrinali, è ora di ascoltare i fedeli"

Il cardinale delle riforme si sta preparando per il suo intervento che avverrà già quest'oggi, dopo che il cardinale relatore, l'ungherese Péter Erdö, pronuncerà (per volere di Francesco per la prima volta non in latino, bensì in italiano) la sua Relatio ante disceptationem
CITTÀ DEL VATICANO. "Piaccia o meno, il tema principale del Sinodo sulla famiglia non è la questione della comunione ai divorziati risposati o altre questioni che molto stanno a cuore più che altro a noi europei e occidentali, quanto quale visione di Chiesa avere di qui in avanti. Mi sembra chiaro che per il Papa ciò che più conta, prima delle soluzioni che sulle singole questioni il Sinodo stesso saprà trovare, è che attraverso l'incontro di questi giorni la comunità ecclesiale sappia esprimere una sua effettiva sinodalità, e cioè un ascolto sereno e costruttivo di tutte le voci".

La Chiesa, la fede e le “aperture”

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L’avvio del Sinodo straordinario sulla famiglia è stato preceduto, come ben sa chiunque abbia seguito anche parzialmente il dibattito delle ultime settimane, da accese discussioni ed interventi appassionati da parte degli stessi Cardinali, interventi in qualche caso sfociati in veri e propri botta e risposta sulla stampa. Al di là di considerazioni circa l’opportunità di più di qualcuno di detti interventi, che hanno di fatto animato un Sinodo “mediatico” antecedente quello in corso in questi giorni, e senza addentrarci al cuore delle questioni più dibattute – in primis la possibilità di concedere la Comunione ai divorziati risposati -, alcune brevi riflessioni, in particolare per quanto riguarda il rapporto fra fede, condotta morale e famiglia, possono forse fornire elementi utili per confronti su argomenti che spesso, purtroppo, non solo non sono affrontati con la necessaria prudenza, ma vengono liquidati a colpi di slogan.

Perché ho dovuto querelare Roberto De Mattei

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PERCHÉ HO DOVUTO QUERELARE ROBERTO DE MATTEI

L’ingiuria è un’ingiustizia commessa con le parole
S. Tommaso d’Aquino nella Somma Teologica (S. T., II-II, q. 72) tratta della contumelia, ossia dell’ingiuria verbale fatta apertamente. La contumelia lede l’onore, la diffamazione lede la buona fama e la derisione toglie il rispetto, ai quali ogni uomo ha diritto. Ora S. Tommaso nota che, sebbene le parole non facciano fisicamente male (S. T., II-II, q. 72, a. 1, ad 1um), tuttavia, in quanto significano le cose, esse possono arrecare molti danni morali, che sono peggiori di quelli fisici.
Gravità morale dell’ingiuria
La contumelia, che rinfaccia i difetti davanti a molte persone, è più grave dell’insulto rivolto da solo a solo, il quale manca di rispetto soltanto a chi ascolta o è ingiuriato. Il fine della contumelia consiste nel menomare l’onorabilità dottrinale e morale del prossimo (S. T., II-II, q. 72, a. 1, ad 3um) rinfacciandogli i suoi difetti intellettuali e morali reali o presunti e nell’ultimo caso diventa anche calunnia. La contumelia è qualcosa di più grave del semplice insulto, col quale si rinfaccia al prossimo un difetto fisico (per es. dare del cieco o del gobbo a qualcuno), perché la contumelia rinfaccia un difetto morale o spirituale (per es. dare del pazzo, del ladro o dell’ubriacone a qualcuno).

SI-NODO DA SCIOGLIERE

- LA MISSIONE DI CAMBIAMENTO DELLA CHIESA, IL PAPA SE LA GIOCA AL SINODO DELLA FAMIGLIA - DOVRÀ FAR DIGERIRE AI CATTO-CONSERVATORI CAMBIAMENTI SU OMOSESSUALITÀ DIVORZIO E ABORTO

Papa Francesco ha già puntato l’indice contro i “cattivi pastori” che “caricano sulle spalle della gente pesi insopportabili che loro non muovono neppure con un dito” - Nel mirino dell’ala conservatrice non c’è tanto la comunione ai divorziati risposati quanto la discussione libera e “creativa” al Sinodo…

1 - “NON CARICATE PESI SULLE FAMIGLIE” - NELLA MESSA INAUGURALE FRANCESCO CRITICA I “CATTIVI PASTORI”: BASTA SETE DI POTERE
Giacomo Galeazzi per “la Stampa

«Dio ci indichi il cammino». Il Papa affida al Sinodo della famiglia le questioni fondamentali della Chiesa odierna e nella messa inaugurale a San Pietro mette in guardia dai «cattivi pastori che caricano sulle spalle della gente pesi insopportabili»: basta sete di potere. E chiede umiltà e creatività avvertendo i partecipanti: «Non è gara di intelligenze».

I Francescani dell’Immacolata come carne da macello

ovvero
Chi pecora si fa il lupo se lo mangia
 




La notizia è partita dal sito Rorate Caeli, ripresa da Messa in latino e riportata dal vaticanista Marco Tosatti sul suo “San Pietro e dintorni”.
Sei Francescani dell’Immacolata che chiedevano di lasciare l’Ordine sono stati “sospesia divinis”!
Inaudito, si dice!
Impossibile, si commenta!
Forse non è vero, si sospetta!

Fatto sta che a tutt’oggi, 6 ottobre 2014, questa notizia del 2 ottobre non è stata smentita. Peraltro, Rorate Caeli afferma di essere in possesso dei nomi, mentre Messa in latinosostiene che se ne aveva sentore da qualche settimana.
Cosa fatta, capo ha!

Che succede?

domenica 5 ottobre 2014

Francesco.0

Frate Francesco, il Sultano e la guerra (parte I)

san francesco pace
Tirano venti di guerra dall’Est, ma oggi è San Francesco. Cos’ha da dirci il Poverello d’Assisi? Perché qualcosa avrà da dirci, visto che lo chiamate sempre in causa quando si tratta della causa della pace, della causa del dialogo e a volte anche della causa degli animali. Allora mi permetto di farlo anch’io citazioni alla mano (tralasciando, per adesso gli animali).

Imbecillità teologiche (profeta più di Martini..)

Sinodo della famiglia, Don Franco Barbero: “Papa Francesco volti pagina sui gay”


Alla vigilia del Sinodo intervistiamo l'ex sacerdote, ora sposato, che anima un gruppo di omosessuali cattolici: "Il sinodo è una buona occasione, ma serve una nuova antropologia. Aspetto Papa Francesco al varco".

Sinodo della Famiglia, Papa Francesco aprirà domani l’assemblea straordinaria dei vescovi della cristianità che si occuperà dei temi della famiglia, della pastorale verso i divorziati risposati, delle difficoltà del Popolo dei credenti a creare e a mantenere una famiglia davanti alle sfide della modernità e che per la prima volta porterà dentro le mura del Vaticano un discorso esplicito sugli omosessuali nella Chiesa.
SINODO DELLA FAMIGLIA, GLI OMOSSESSUALI CREDENTI -  Il tema infatti sarà al centro della discussione di una delle Congregazioni Generali del Sinodo: salvo sorprese però, non ci si aspettano grandi aperture o mutazioni del tradizionale magistero cattolico. L’intento di Papa Francesco non è condurre la Chiesa verso una rottura o un cambiamento radicale, piuttosto discutere apertamente e con trasparenza dei temi. E però, ci dice Franco Barbero, alla riflessione del Sinodo mancherebbe proprio la voce degli omosessuali cattolici che non saranno ascoltati in prima persona; il documento preparatorio dei lavori inoltre è per alcuni spunti apprezzabile, ma in generale ribadirebbe quelle che per l’ex sacerdote cattolico sono delle vere e proprie “imbecillità teologiche“.
15 ANNI DI LAVORO CON I GAY CREDENTI - Don Franco Barbero è il fondatore e l’animatore della comunità di base di Pinerolopresso Torino. Ordinato sacerdote nel 1963, è da sempre su posizioni radicalmente critiche nei confronti del magistero tradizionale, in particolare per la sua scelta dibenedire l’amore di coppie omosessuali nel gruppo di preghiera “La Scala di Giacobbe“. Nel 2003 viene dimesso dallo stato clericale e ridotto al laicato per ordine di Giovanni Paolo II e successivamente si sposa. Lo abbiamo raggiunto via Skype nella sua casa di Pinerolo.
Domani si apre il sinodo della Famiglia: che augurio fa ai padri Sinodali?
Il sinodo rappresenta una buona occasione, ma non bisogna illudersi a priori. E’ un sinodo che mette in evidenza e in discussione gli atteggiamenti della Chiesa verso la sessualità, le donne, la struttura stessa della gerarchia. Dovrà accendere un fuoco, deve raccogliere gli stimoli che vengono dal popolo di Dio. In ogni caso ci vorrà del tempo, un sinodo da solo non può cambiare le cose, spero ci siano tante voci coraggiose che colgano i segni del presente.
Ci può raccontare che lavoro fate con gli omosessuali credenti?
Da almeno 51 anni sono quotidianamente in contatto con molti omosessuali e lesbiche credenti: 15 anni di storia di un gruppo che è partito dalla libertà, dalla documentazione, dall’accoglienza delle persone. Ed è diventato un segnale raccolto da altre realtà della chiesa: in questi anni continuiamo questo lavoro sapendo che siamo ancora una minoranza, ma la voce della Scala di Giacobbe trova molta accoglienza presso la riflessione teologica. Ci sono persone che sono liete del dono che Dio ha fatto a loro, che sia l’eterosessualità o l’omosessualità. Dobbiamo combattere perché finisca il nascondiglio, la paura, perché finisca quell’idea di un Dio che avrebbe volutoun modello solo di famiglia e di amore.
Don Franco Barbero
Don Franco Barbero
Il documento preparatorio del Sinodo però, nell’aprire la discussione anche sul tema dell’omosessualità nella Chiesa, ribadisce innanzitutto la linea consolidata del magistero. Leggo dall’Instrumentum Laboris: “Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione”.
Questo linguaggio di “accoglienza con compassione e rispetto” è la più altaipocrisia del magistero. Accogliere vuol dire smettere di discriminare: quando benedico l’amore omosessuale, non c’è alcuna differenza di qualità o di valore rispetto all’amore etero. Se amore è, lì c’è Dio. Se la gerarchia non ritratta quei documenti pieni di ignoranza, queste parole continueranno ad umiliare gli omosessuali. Essi hanno bisogno di essere accettati come sono. Serve una conversione strutturale e ideologica di queste imbecillità, oppure gli omosessuali devono iniziare ad alzare la voce e dire: noi non entriamo per la porta della compassione, ma dalla porta principale della Chiesa.
D’altronde in un altro passo si legge: “Nell’insieme, si ha l’impressione che le reazioni estreme nei confronti di queste unioni, sia di accondiscendenza che di intransigenza, non abbiano facilitato lo sviluppo di una pastorale efficace, fedele al Magistero e misericordiosa nei confronti delle persone interessate”.
Però bisogna dire che l’intransigenza è venuta dalla gerarchia. Qui qualcuno vuole dare un contentino a queste persone? E’ vero, ci sono sacerdoti che azzannano e poi ci sono quelli morbidi che usano questo linguaggio, c’è anche buona volontà. Ma è tempo di voltare pagina. E’ tempo di assumersi la responsabilità di una antropologia diversa. Il modello unico di famiglia è teologicamente assurdo. Bisogna porre teologicamente e approfonditamente le questioni vere: basta con le buone parole. Serve una ritrattazione da parte della Chiesa, bisogna dare la parola agli omosessuali e alle lesbiche perché è l’ascolto reciproco che ci guarisce.
AP Photo/Alessandra Tarantino
AP Photo/Alessandra Tarantino
Nonostante la sua dimissione dallo stato clericale si sente ancora dentro la Chiesa Cattolica, apostolica e romana?
Mi sento dentro la Chiesa Cattolica che non è quella romana, ma è quella universale. Io ho sempre detto: non mi portate via nemmeno con il Tir; perchè qui posso fare una bella rete di contatti, di relazioni e di lavoro. La romanità non mi interessa, voglio una Chiesa universale e accogliente, fatta della pratica di vita di Gesù che non ha escluso nessuno dall’amore di Dio. E mi sento in buonissima compagnia di milioni di omosessuali, di teologi, di teologhe nella grande carovana dei credenti e dei militanti per la libertà. Gli omosessuali non possono attendere, “la Chiesa è indietro di due secoli” diceva il cardinale Carlo Martini, io dico che è indietro almeno di quattro; dobbiamo avere il coraggio di trasgredire, dobbiamo porre dei passi per andare oltre, dobbiamo avere il coraggio di porre azioni di cambiamento. Io annuncio a tutti l’Eucarestia allo stesso modo, a me interessa che queste persone si amino: mi appartiene la gioia di vedere l’amore dentro queste persone.
Le piace papa Francesco?
Mi piace papa Francesco, non sembra venire dal freezer come era Papa Ratzinger, non ha una teologia imbalsamata, è più caldo. Lui ha scelto una vita semplice, su alcuni temi come quello del disarmo è molto più avanti degli stati o dell’Onu. Su questi temi è vivo, ma rimangono i grandi nodi teologici. Vedremo come la Chiesa saprà cogliere le nuove sorgenti di vita, le esperienze che la scienza e il mondo moderno possono regalare. Io lo aspetto fiducioso al varco dei problemi. Lui è vicino alla gente ma il cammino è ancora lungo.