ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 11 novembre 2015

Pax utinam !?

Progetto di pace globale

Pace! Utinam! Ne parla continuamente il Papa. L’ha promessa la Madonna di Fatima, a certe condizioni ancora non realizzate. Ma stamani ho sentito alla radio che gli interventi dell’aviazione russa contro i guerrafondai di Siria sono già 300. Penso che i guerrafondai non possono ormai più resistere e che la pace ritornerà in Siria. Ma il pensiero vola … Se la pace si afferma nel Medio Oriente anche l’Africa si calmerà.
In Europa alla pace in Ucraina molto potrebbe giovare il fraterno incontro tra il Papa Romano e il Patriarca Moscovita, certamente influente nel rapporto tra ortodossi ucraini dell’Est e i cattolici dell’ovest.

Cosa stanno nascondendo?

La parte mancante del Segreto di Fatima
Papa Giovanni Paolo II ci da la chiave
La Madonna di Fatima ha detto, “in Portogallo, si conserverà sempre il dogma della fede, ecc.” Cos’è un dogma? E cosa ha a che vedere con il Terzo Segreto? Padre Gruner ci dimostra magistralmente il modo con cui possiamo proteggere le nostre anime; come possiamo comprendere, senza ombra di dubbi, cosa ci viene richiesto dalla Nostra Fede Cattolica; e come questo ci aiuti a comprendere i contenuti più profondi del Terzo Segreto.

Scherzo (profetico) da Dio !!?

Effetto nebbia sul Vaticano: scompare il Cupolone

di San Pietro

Niente arcikommissari qui!

Montecassino, indagato l'ex abate Pietro Vittorelli: "Sottratti all'Abbazia 500mila euro destinati alle opere caritatevoli"VITTORELLI

Arci truffa all'arci abbazia. Il soldi dei fedeli, quelli destinati alle opere caritatevoli e alle finalità di culto, finivano direttamente in tasca all'abate. "Sua Eccellenza" Pietro Vittorelli, oggi abate emerito, che guidò Montecassino dal 2007 e 2013 è indagato e accusato di essersi appropriato di 500mila euro che appartenevano ai conti dell'Abbazia.

Aspetta e spera?


È COMINCIATA LA CRISI DEL PARTITO BERGOGLIANO (CHE LASCERA’ UNA CHIESA DEVASTATA)



“Ignaro” anche Bergoglio, come Marino? Forse è più una battuta che una nemesi storica, ma l’accostamento del papa argentino al “sindaco marziano” in questi giorni è suggestiva.
Devo fare una premessa personale. Nel 2012 scrissi una specie di fantaromanzo, “I giorni della tempesta”, dove raccontavo di un nuovo papa straniero che sarebbe arrivato nel 2015, che avrebbe chiuso lo Ior, ospitato i cristiani perseguitati nei palazzi vaticani e si sarebbe trasferito nella parrocchia della borgata romana di Torpignattara. Tanto mi piaceva l’idea di un rinnovamento evangelico.

Smaltimento rifiuti

http://opportuneimportune.blogspot.it/2015/11/il-cassonetto-conciliare-e-la-raccolta.html

I Francescani e le Francescane dell'Immacolata nell'occhio del ciclone. E la Chiesa?
Cosa sta accadendo ai Francescani e alle Francescane dell'Immacolata?

Il recente Decreto di commissariamento della Suore Francescane dell'Immacolata, ha ridestato l'attenzione sulla dolorosa e per molti versi sconcertante vicenda dell'Ordine. In un documentato articolo (da noi ripreso qui) Maurizio Blondet riporta gli esiti dell’incontro di uno dei commissari, Sabino Ardito, coi Francescani dell’Immacolata – in pratica, coi superiori dei conventi e dei loro organismi – lo scorso 28 settembre. L’incontro doveva essere segreto. Da qualcuno che c’era, si son potuti ricavare per sommi capi gli ordini che l’Ardito ha impartito,di fatto configurando un altro Ordine, senza peraltro tener conto che le costituzioni dello stesso, in tal mondo sovvertite, sono state approvate da Giovanni Paolo II nel 1990: è forse questo il frutto della tradizione vivente che cambia con le mode del tempo?
  1. Non sarà concesso a nessuno di loro di lasciare l’ordine per operare, ad esempio, come sacerdoti secolari incardinati in qualche diocesi,  Potranno andarsene solo per essere ridotti allo stato laicale (cosa che implica una decisione del papa diretta) e sposarsi.
  2. Dovranno strapparsi la “medaglietta miracolosa” che portano cucita sul saio (una particolarità degli Azzurri). La motivazione data dal commissario: “Se no, qualcuno potrebbe pensare che è davvero miracolosa”.
  3. Dovranno spogliarsi del saio quando si coricano.
  4. Dovranno cancellare dai loro statuti il “Voto Mariano” [vedete bene qui di che si tratta]
  5. È stato infine loro intimato di non parlare più e non fare più riferimento a San Massimiliano Kolbe.

In infernum detrusi

Il “Patto delle catacombe” e i “soliti noti” del concilio

(di Mauro Faverzani) Con la BollaMisericordiae Vultus, con cui ha indetto l’imminente Giubileo straordinario, papa Francesco già aveva detto di voler collegare tale evento ai 50 anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II.
Ma di quale volto del Concilio si trattasse appare oggi, in qualche modo, più chiaro col riemergere del “Patto delle catacombe”, per ricordare il quale il prossimo 14 novembre è stato promosso presso l’aula magna della Pontificia Università Urbaniana un seminario, al quale è prevista la partecipazione, tra gli altri, del card. João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica, dello storico Alberto Melloni, leader della cosiddetta “Scuola di Bologna”, ed anche di quel Jon Sobrino, teologo gesuita, le cui opere nel 2007 furono giudicate «errate» su punti essenziali dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.

La «razza di vipere» (ipaziane) non muore mai!

Farisei e Sadducei del nostro tempo

(di Roberto de Mattei) La critica ai “farisei” è ricorrente nelle parole di Papa Francesco. In numerosi discorsi, tra il 2013 e il 2015, egli ha parlato della «malattia dei farisei» (7 settembre 2013), «che rimproverano a Gesù di non rispettare il sabato» (1 aprile 2014), della «tentazione della sufficienza e del clericalismo, quel codificare la fede in regole e istruzioni, come facevano gli scribi, i farisei e i dottori della legge del tempo di Gesù» (19 settembre 2014).
Nell’Angelus del 30 agosto ha detto che, come per i farisei, «esiste anche per noi il pericolo di considerarci a posto o, peggio, migliori degli altri per il solo fatto di osservare delle regole, delle usanze, anche se non amiamo il prossimo, siamo duri di cuore, siamo superbi, orgogliosi».

Svolto ergo sum?

A domanda, risponde...
 D:

Dixerunt discipuli * ad beatum Martinum: Cur nos pater deseris, aut cui nos desolatos relinquis? Invadent enim gregem tuum lupi rapaces.

 R:
Dal libro della Sapienza
Ascoltate, o re, e cercate di comprendere;
imparate, o governanti di tutta la terra.
Porgete l’orecchio, voi dominatori di popoli,
che siete orgogliosi di comandare su molte nazioni.
Dal Signore vi fu dato il potere
e l’autorità dall’Altissimo;
egli esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi:
pur essendo ministri del suo regno,
non avete governato rettamente
né avete osservato la legge
né vi siete comportati secondo il volere di Dio.
Terribile e veloce egli piomberà su di voi,
poiché il giudizio è severo contro coloro che stanno in alto.
Gli ultimi infatti meritano misericordia,
ma i potenti saranno vagliati con rigore.
Il Signore dell’universo non guarderà in faccia a nessuno,
non avrà riguardi per la grandezza,
perché egli ha creato il piccolo e il grande
e a tutti provvede in egual modo.
Ma sui dominatori incombe un’indagine inflessibile.
Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole,
perché impariate la sapienza e non cadiate in errore.
Chi custodisce santamente le cose sante sarà riconosciuto santo,
e quanti le avranno apprese vi troveranno una difesa.
Bramate, pertanto, le mie parole,
desideratele e ne sarete istruiti
Sap 6, 2-12 (da http://www.maranatha.it/Feriale/santiL/1111page.htm)

martedì 10 novembre 2015

Mysterium non Fidei: Iniquitatis!

Postato da 

“Chichì”, il diminutivo di Francesco!




Papa Francesco cita don Camillo e Peppone: «Persone che sono vicine alla gente»

Bergoglio al convegno della Chiesa italiana cita i due personaggi inventati da Guareschi: «La preghiera unita alla vicinanza alle persone»

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Il tentativo di Bergoglio di appropriarsi di Don Camillo con una citazione fasulla è inutile, perchè l’attuale Papa non si potrebbe trovare a suo agio in nessun angolo del Mondo piccolo e tantomeno nella povera chiesa di don Camillo, dove il Crocifisso parla davvero e lo fa sempre in punta di dottrina, perché è proprio su quel culmine affilato, e non nei giubilei della misericordia un tanto al chilo, che si trova la vera carità… e guardiamo anche cosa Guareschi pensasse del Vaticano II.

Martedì 10 novembre 2015
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È pervenuta in redazione:
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Egregio dottor Gnocchi,
nella sua visita a Firenze, proprio oggi, papa Francesco ha citato don Camillo e Guareschi. Non è contento neanche di questo?
Distinti saluti
Domenico Vitaliani
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zrbrpsCaro Vitaliani,
no che non sono contento, perché, se sono fedeli le cronache a cui lei si riferisce, papa Francesco ha detto: “Ma pensiamo anche alla semplicità di personaggi inventati come don Camillo che fa coppia con Peppone. Mi colpisce come nelle storie di Guareschi la preghiera di un buon parroco si unisca alla evidente vicinanza con la gente. Di sé don Camillo diceva: ‘Sono un povero prete di campagna che conosce i suoi parrocchiani uno per uno, li ama, che ne sa i dolori e le gioie, che soffre e sa ridere con loro’. Vicinanza alla gente e preghiera sono la chiave per vivere un umanesimo cristiano popolare, umile, generoso, lieto. Se perdiamo questo contatto con il popolo fedele di Dio perdiamo in umanità e non andiamo da nessuna parte”.
Si tratta dell’ennesima citazione sbagliata, o mal ricordata, o inventata da Bergoglio a proprio uso e consumo. Anzi a proprio abuso e consumo. Lo aveva già fatto con Gilbert K. Chesterton e, su Riscossa Cristiana, lo aveva spiegato da par suo Fabio Trevisan (clicca qui).
Quindi, caro Vitaliani, cominciamo togliendo di mezzo l’equivoco e falso “don Camillo che fa coppia con Peppone”. Don Camillo non “fa coppia con Peppone”, ma, ogni volta, fa la fatica di ricondurre alla casa di Dio il povero sindaco traviato dal comunismo. E con quali metodi lo faccia è spiegato molto bene in un racconto che si intitola “La processione”, quello che si conclude con la benedizione del Po nonostante il divieto dei comunisti. Quando don Camillo si trova la strada sbarrata da Peppone e compagni, imbraccia il crocifisso come fosse un arma e poi, una volta arrivato in riva al fiume, va a finire così:
“‘Gesù – disse ad alta voce don Camillo – se in questo sporco paese le case dei pochi galantuomini potessero galleggiare come l’arca di Noè, io vi pregherei di far venire una tal piena da spaccare l’argine e da sommergere tutto il paese. Ma siccome i pochi galantuomini vivono in case di mattoni uguali a quelle dei tanti farabutti, e non sarebbe giusto che i buoni dovessero soffrire per le colpe dei mascalzoni tipo il sindaco Peppone e tutta la sua ciurma di briganti senza Dio, vi prego di salvare il paese dalle acque e di dargli ogni prosperità. ‘Amen’, disse dietro le spalle di don Camillo la voce di Peppone. ‘Amen’ risposero in coro, dietro le spalle di don Camillo, gli uomini di Peppone che avevano seguito il Crocifisso”.
Questa, caro Vitaliani, è l’immagine letteraria più efficace della Regalità Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo: la Croce al Vertice, poi il sacerdote e quindi, a piramide tutto il resto del corpo sociale, autorità civile in testa, in totale deferenza rispetto a Cristo. Non mi pare che sia esattamente l’idea di rapporto con il mondo praticata dall’attuale Pontefice.
Don Camillo non è quella robetta sdolcinata spacciata per prete cattolico dal vescovo venuto dalla fine mondo. Se c’è un concetto completamente estraneo al prete di Mondo piccolo e al suo creatore è quello di “umanesimo”: che non può essere “cristiano” e, quindi, neppure “popolare, umile, generoso, lieto”. Alla fine, il discorrere di Bergoglio, anche quando ci mette di mezzo la preghiera, anche quando parla del Vangelo, anche quando indica come esempio Nostro Signore, arriva sempre lì, all’uomo come centro e fine ultimo dell’universo. Il mondo che piace a questo Francesco è letteralmente invertito rispetto a quello in cui vive don Camillo, che ha al suo vertice, come principio e come fine, Gesù Crocifisso. Il mondo di Bergoglio è quella della “Gaudium et spes”, uno dei documenti più importanti del Concilio Vaticano II. E, per capire che cosa Guareschi, il padre di don Camillo, pensasse del Vaticano II, si guardi queste due vignette, pubblicate sul Borghese nel 1965 (cliccare sulle vignette per ingrandirle).
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No, caro Vitaliani, proprio non mi piace questa fasulla citazione di don Camillo, perché ne fa un sacerdote dell’uomo invece che un sacerdote di Cristo. Se mi chiedesse di trovare un concetto che riassuma il don Camillo vero, quello creato da Guareschi e non quello inventato da Bergoglio, le direi che sta nell’opposizione a tutti coloro che vantano anche il minimo diritto dell’uomo davanti al Creatore. È proprio lì il vero don Camillo, perché è proprio lì il vero Guareschi: davanti a Dio l’uomo ha solo dei doveri perché solo Dio ha diritti.
Mi dica lei, caro Vitaliani, se un prete così può trovare posto nella chiesa da campo che questo Francesco sta erigendo a sua immagine e somiglianza. Non c’è un argine, non c’è un campo, non c’è una strada di Mondo piccolo in cui l’attuale Papa si possa trovare a suo agio. E meno ancora si potrebbe trovare bene nella povera chiesa di don Camillo, dove il Crocifisso parla davvero e lo fa sempre in punta di dottrina, perché è proprio su quel culmine affilato, e non nei giubilei della misericordia un tanto al chilo, che si trova la vera carità.
In Don Camillo e don Chichì, l’ultima opera dedicata a Mondo piccolo, il vecchio parroco è costretto a sopportare il giovane curatino che è venuto a spiegargli l’aggiornamento voluto dal Vaticano II. Tra i molti episodi narrati da Guareschi, c’è un dialogo che mostra la differenza tra la Chiesa vera, quella fondata da Cristo, che non muore mai anche se troppi fanno di tutto per oscurarla, e la parodia messa su da chi nomina invano il nome di Cristo.
“’La sua campagna contro la guerra’” dice don Camillo al curatino “’per esempio, è giusta: ma non si può trattare da criminali coloro che l’hanno combattuta e, magari, ci hanno rimesso la salute o la vita’”
“’Chi uccide è un assassino’ gridò don Chichì. Non esistono né guerre giuste né guerre sante: ogni guerra è ingiusta o diabolica! La legge di Dio dice: ‘non uccidere’, ‘amerai il tuo nemico’. Reverendo: questa è l’ora della verità e bisogna dire pane al pane e vino al vino!’”
“’Pericoloso dire pane al pane e vino e al vino là dove il pane e il vino sono il corpo e il sangue di Gesù!’ borbottò don Camillo testardo”.
Capisce, caro Vitaliani, si tratta di due fedi diverse. E direi che è discretamente significativo che “Chichì”, il nomignolo con cui Guareschi chiama il curatino aggiornatore, sia il diminutivo di Francesco. Che quel pretino fastidioso ed arrogante sia diventato Papa?
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo

“FUORI MODA”. La posta di Alessandro Gnocchi


La fine del Cristianesimo ...?

"L'anticristo procurerà la fine della Messa ... e ci riuscirà!"!

La fine del Cristianesimo ...
"Se il Signore ha promesso che le porte degli inferi non avrebbero prevalso contro la Chiesa non ha mai detto che non avrebbero prevalso verso i suoi singoli membri" (Beato Papa Pio IX).

«Carissimi, è veramente cambiato tutto e niente è più come prima! Questo è un dato di fatto che nessuno, - se non chi si mangia il cervello - può negare! Nulla è più come prima. Da cosa... si vede? Dal rifiuto della croce! Questa cosa non cambia un aspetto del cristianesimo ma cambia tutto. Chi ha vissuto la vita delle parrocchie negli ultimi anni ha visto che l'accento, la sottolineatura, è tutta sulla resurrezione, perchè tu sei già stato salvato da Cristo e devi diventare cosciente di questa salvezza. Credo che nessuno possa negare di aver sentito questo. Anche chi vuole rimanere in continuità con il passato della Chiesa di fatto legge il passato alla luce di questa accentuazione spropositata sulla resurrezione e con una negazione di fatto della croce, della croce e della sofferenza. Non sopportiamo più la croce, non sopportiamo più la nostra croce e perciò non sopportiamo più la croce di Cristo. Non credo ci siano degli ideologizzati contro la croce di Cristo, ma abbiamo di fatto paura della nostra sofferenza e quindi rifiutiamo la croce di Cristo. 

“il nuovo stile sinodale”



Ricalibrare il GPS del Titanic?

Il sinodo ha perso la strada, ma c'è la bussola del gesuita

Padre Spadaro non ha dubbi. Sa lui la destinazione del sinodo, non importa se in contrasto con il precedente "insegnamento della Chiesa". La severa critica di un teologo di New York al direttore de "La Civiltà Cattolica"

di Sandro Magister



ROMA, 10 novembre 2015 – Il racconto del sinodo fatto da padre Antonio Spadaro su "La Civiltà Cattolica", ha suscitato un acceso dibattito, perché era fin troppo facile ravvisarvi l'anticipazione di ciò che deciderà il papa:

> Francesco tace, ma un altro gesuita parla per lui

In particolare ha colpito la perentorietà con cui padre Spadaro ha tratto dalla "Relatio finalis" del sinodo – un testo effettivamente aperto a più interpretazioni – un orientamento tutto a senso unico: a favore della comunione ai divorziati risposati,

Il commento che segue mostra però come il direttore de "La Civiltà Cattolica" e confidente di Francesco non possa mascherare che queste sue conclusioni contraddicono "l'insegnamento della Chiesa" che pure la "Relatio sinodi" ammonisce di rispettare.

L'agenda e le minacce dei peanisti

Papa Francesco usa Vatileaks contro gerontocrati in Chiesa?

Lo scandalo Vatileaks, attribuito a Francesca Chaouqui e mons.Vallejo Balda, serve a Papa Francesco contro chi si oppone a rinnovare la Chiesa e salvarla dal declino

Francesca Chaouqui: usata e gettata
da Papa Francesco nella guerra contro
la gerontocrazia  vaticana? 
ROMA – C’è una cosa che mi sfugge nello scandalo del Vatileaks, quale sia il ruolo e l’interesse di Papa Francesco. Non riesco a togliermi dalla testa un dubbio: che dietro Vatileaks ci sia proprio lui, il Papa che è impegnato nella missione di ridare vita alla Chiesa cattolica romana. Forse non proprio lui ha architettato la catena di indiscrezioni che ha portato in pubbklico lo scandalo. Forse non c’è una mente, che sarebbe da definire diabolica se non fossimo in chiesa, che ha mandato allo sbaraglio Francesca Immacolata Chaouqui e mons. Lucio Angel Vallejo Balda per mettere in piazza le magagne di tanti sommi sacerdoti che sono anche i nemici di Papa Francesco. Ma allora è stato proprio lo Spirito Santo a guidarli, perché il risultato è dirompente.

Avanti con le riforme!

El Papa: “Avanti con le riforme!”. Come Mario Monti, Renzi, la Fornero…

Che notizia consolante, vero? El Bergoglio non si tira indietro; non si lascia intimidire; “Vado avanti con le riforme”. Tutti i media, ovviamente, applaudono. Come sempre. Ma stavolta con un motivo in più per i loro applausi. I media, applaudono sempre “le riforme”, e ancor più chi promette o annuncia “riforme”.
Hanno applaudito Monti Mario. Applaudito la “Riforma Fornero”. Applaudono Mario Draghi quando ammonisce il governo a “fare le riforme”. Quando Tsipras, che aveva alzato la testa dall’inferno, vi è stato cacciato da Bruxelles con tutto il popolo greco a fare le riforme, tutti hanno capito e approvato.

Cosa c'é da chiarire.. ?

Qualcuno chiarisca quel che ha detto il Papa a ScalfariCaro direttore, Scalfari attribuisce al Papa l'intenzione di accettare il divorzio, anche dal punto di vista sacramentale. A parte le precisazioni di p. Federico Lombardi a un giornale statunitense (Scalfari intervista il Papa senza registrare né prende appunti), per il resto silenzio assordante. Perché?
Eugenio Scalfari e Papa Francesco
Caro Direttore,
Mentre la maggior parte dei media sguazza nella notizia di una nuova fuga di informazioni dai palazzi vaticani, una questione ben più grave è sotto gli occhi di tutti e, per ora, rimane lì nel silenzio generale.
Domenica mattina (1 novembre), in bella vista sul sito de La Repubblica, il giornalista Scalfari riporta nel suo articolo parole (virgolettate) del papa che hanno dell’incredibile: in sostanza vi si dice che la Chiesa accetta la fine della famiglia e del matrimonio per tutta la vita e dà il caloroso benvenuto alle cosiddette “famiglie aperte”. Per giunta, un silenzio assordante dei media ha accompagnato queste dichiarazioni papali e questo francamente confonde ancor di più. Delle due l’una, infatti: o l’universo mondo reputa che questo pensiero del pontefice sia tutto sommato “accettabile” oppure l’imbarazzo è tale che si preferisce non proferir parola e sperare che la cosa finisca da sola nel dimenticatoio, confidando che sia l’ennesima bufala “repubblichina”.

Altri croccanti per gatte castrate


P. Giertych OP: Molta gente confonde la coscienza con il sentimento



“Molta gente confonde la coscienza con il sentimento”, mentre i “sentimenti sono secondari: la coscienza è una finestra per la verità, la coscienza deve essere formata per vedere la verità.”
Per questo, ha detto il teologo domenicano Wojciech Giertych a Lifesitenews, “non dobbiamo confondere la nostra coscienza con i nostri sentimenti”. In riferimento al recente Sinodo la questione delle coscienza risulta essere molto importante per poter valutare quanto indicato nella Relatio finale in merito a diversi punti sensibili.

lunedì 9 novembre 2015

Il sofisma ipaziano


8 Novembre 2015.Monsignor Antonio Livi risponde ancora a Padre Cavalcoli.

DIFESA “SCIENTIFICA” DELLA VERITÀ CATTOLICA SUI SACRAMENTI DEL BATTESIMO, DEL MATRIMONIO, DELLA PENITENZA E DELL’EUCARISTIA.
CONTRO QUELLE PROPOSTE DI RIFORMA CHE PRETENDONO DI IMPORSI ALL’OPINIONE PUBBLICA, NON CON ARGOMENTI TEOLOGICICAMENTE FONDATI MA CON SOFISMI E VUOTA RETORICA DELLA VERITA' CATTOLICA SUI SACRAMENTI DEL BATTESIMO SUL MATRIMONIO, DEL BATTESIMO
di Antonio Livi
Come ho spiegato fin dall’inizio nel dare vita all’Unione Apostolica “Fides et ratio”, essa è impegnata in una difesa “scientifica” - e pertanto non ideologica, non retorica, non faziosa - della verità cattolica.  Ora, si può considerare “scientifica” un’argomentazione teologica solo quando parte dal dogma – riconosciuto come verità assoluta - e da lì trae ipotesi di interpretazione che, da un punto di vista rigorosamente logico, siano compatibili con il dogma. 



A Cesare e a Dio

Spendete quel che vi pare ma portatemi in Paradiso
Omelie
Spendete quel che vi pare. Ma portatemi in Paradiso. Avari e faraoni? I preti e i vescovi che ho conosciuto io sono spesso degli spendaccioni che il più delle volte agiscono d'impulso riempiendo le canoniche di cianfrusaglie. Per il solo gusto di non dire di no o di apparire avari, di far sembrare che mancano di qualche attenzione alle loro comunità. Io li conosco questi preti.
Sono stati i preti della mia infanzia, i miei padri nella fede. Avevano sempre la stessa giacca, un po' sciattina, sgualcita e vivevano senza perpetua in stanze fumose mischiate all'odore del ragù abbrustolito. Però quando avevi bisogno aprivano il portafoglio: con una generosità commovente e a volte stupida: fosse per un venditore di fazzoletti magrebino capitato alla porta o per un piazzatore di enciclopedie agiografiche o ammenicoli da sagrestia.

Kasper Games

– il canto della rivoluzione in tiara e piviale     
  

Per un anno intero, dalla prima manche del sinodo sulla famiglia, l’attenzione ha gravitato attorno al cardinal Walter Kasper, presentato come l’elemento chiave del Sinodo e il rappresentante dello schieramento “riformatore”. Il Papa, invece, rimaneva nell’ombra senza esposizioni imprudenti né dichiarazioni chiare sul suo pensiero in merito alla “comunione ai divorziati risposati”. Ora invece Kasper scompare improvvisamente dalla scena e il focus si sposta tutto sul Papa, il “grande perseguitato”.

Dio e Cristo ordinati all’uomo.

Un Dio sminuito, svuotato, tagliato via,
Non è attraente. A Cristo si deve rendere la sua corona
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AVaticano II sradicatoHo appena riletto Pope John’s Council [Il Concilio di Papa Giovanni] di Michael Davies, scritto nel 1977 e che non necessita di essere aggiornato dopo quasi 40 anni. Certo, Michael Davies fu troppo gentile con il Concilio, ma nel libro ci sono molte verità fondamentali, così che possa essere caldamente raccomandato a chiunque inizi a studiare il Concilio. Particolarmente interessante è l’appendice VI, costituito da un esame del professor Luigi Salleron del libro del 1936 del filosofo francese Jacques Maritain (1882-1973), Umanesimo Integrale, ristampato di recente. Quel libro interessò così tanto un sacerdote italiano, Giovanni Battista Montini, che egli lo tradusse in italiano. Più tardi lo stesso divenne Papa Paolo VI, il principale artefice del Vaticano II. Per tal via, Salleron scopre le radici del Concilio, 26 anni prima che cominciasse.

La chiesa-circo di Jorge&Joao


Di cosa si accusano le Suore Francescane dell'Immacolata?

Di "non essere riuscite ad assimilare adeguatamente e applicare nel contesto della propria vita e missione le ricchezze dell`insegnamento conciliare e del successivo magistero papale sulla vita consacrata".

Ecco gli esempi delle ricchezze dell'insegnamento conciliare:


Sciacallaggio teologico

Sinodo: indissolubilità fa rima con povertà. Matrimonio e patrimonio in Mt 19.

camionmigranti
Nel dibattito che ha attraversato il Sinodo appena concluso, molte volte si è fatto riferimento al testo centrale del capitolo 19 del Vangelo di Matteo. Ma molto spesso, per non dire quasi sempre, il riferimento al testo evangelico è avvenuto mediante la pratica, secolare, dell’isolamento di alcuni versetti dal loro contesto. Mentre, su suggerimento della esperienza del bravo esegeta, non si dovrebbe mai smarrire la coscienza che il senso di un testo accade sempre nel contesto di un libro, e anzitutto di un capitolo. Ora, se si osserva anche sommariamente il capitolo di Mt 19, si possono trovare, in fila, questi 4 temi:

Lo sciacallo e i corvi

Repubblica
(Marco Ansaldo) Una costellazione internazionale contro Papa Francesco. È questo il quadro che emerge, e dai contorni sempre più precisi, mentre gli inquirenti del caso Vatileaks procedono con le loro indagini sui corvi e sui vari filoni dell' inchiesta. Un' idra a più teste. Composta da una cerchia interna al Vaticano, ma attiva pure in Italia, che riunisce pezzi di ecclesiastici di mezzo livello «capaci di prendere la forma dell' acqua » (copyright di un anonimo cardinale), strati di massoneria, ombre di funzionari e faccendieri di vario tipo. E da un vasto gruppo internazionale, fatto di chierici conservatori legati alla dottrina, di confraternite tradizionaliste, di siti agguerritissimi, e di servizi segreti di alcuni importanti Stati.

"Les priants des campagnes",


Dal diario di un laico di campagna. Riflessione postsinodale


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Che l'accesso di tutti alla comunione eucaristica sia un gesto di "routine" di ogni messa è convinzione ampiamente diffusa. E testimonia quanto tale sacramento sia decaduto a puro gesto di amicizia e "condivisione", al quale diventa maleducato sottrarsi o sottrarre qualcuno.
Non c'è alcun dubbio che la battaglia per ammettere alla comunione i divorziati risposati risenta notevolmente di tale opinione.
La riflessione inedita che ci è offerta più sotto suona appunto come una nativa reazione a questo decadimento e come un ritorno alla verità e alla realtà dell'eucaristia, con i comportamenti che ne possono derivare, anche quello qui suggerito, per chi lo voglia adottare in piena libertà.