ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 7 maggio 2017

La buona strada


Fatima. Il rinnegamento degli inganni della modernità...
A Fatima la Madonna propone una via di conversione radicale che si presenta come conversione dal naturalismo alla Fede soprannaturale, dal primato dell’immanenza al primato della trascendenza, dal primato dell’uomo al primato di Dio.

Se l’evangelico messaggio di Fatima è un nutrito e santificante programma di spiritualità cattolica, indica anche con estrema chiarezza che l’umanità deve preparare la strada a questo programma di santità offerto dagli appelli della Madonna e dell’Angelo della Pace (“pars construens”) applicando un rimedio previo necessario (“pars destruens”) se si vuole intraprendere la strada di un’autentica conversione di vita. Questo rimedio previo ha tutto il valore di una predisposizione imprescindibile ed è la necessità di rifiutare, di rinnegare gli inganni della modernità ritornando ad una concezione della vita sacrale, alla stregua di quella che caratterizzò la Civiltà cristiana del Medioevo.
Infatti «a Fatima la Madonna ha fatto una lettura decisamente negativa della modernità [...]. Dare ascolto alle parole della Madonna di Fatima significa [...] rigettare la mentalità che è alla base degli aspetti rivoluzionari del mondo moderno; vuol dire intraprendere un cammino di conversione, nel senso proprio della parola, cioè un tornare indietro salvo poi riprendere la buona strada laddove si era lasciata. E la buona strada non è altra che quella della Civiltà cristiana, che si tratterebbe dunque di restaurare» (1).

Chi nuoce e chi no..

Nuoce gravemente alla salute eterna

Postato da 

Contro l'acidità di stomaco


THE POLITICAL POPE. UN LIBRO NEGLI USA ANALIZZA CRITICAMENTE IL PONTIFICATO DI BERGOGLIO.


Ci sembra interessante rilanciare qualche brano dell’intervista che Maike Hickson, di OnePeterFive, ha fatto a George Neumayr, autore del libro “The Political Pope”, e il cui sottotitolo è: “Come papa Francesco sta deliziando la Sinistra liberal e abbandonando i Conservatori”. Il libro di Neumayr, che è uscito il 2 maggio scorso negli Stati Uniti, è un’analisi critica dei primi quattro anni del regno di papa Bergoglio. Non sappiamo se e quando uscirà in Italia; ma certamente è un contributo al dialogo sulla situazione della Chiesa far sentire una voce come quella di Neumayr.

Zitti e quatti

La fondatrice di Moas: "Indagini sulle Ong? In aula e con segretezza"

Regina Catrambone: "Se bisogna fare un'indagine ben venga, ma non gli stillicidi mediatici, facciamoli nelle aule dei tribunali con le porte chiuse e con la segretezza..."
"Io non lo vedo il procuratore Zuccaro. Noi vorremmo collaborare con tutti.

Tutti mi chiedono di questo procuratore, ma io non lo conosco e credo che lui non conosca né me né mio marito. Se bisogna fare un'indagine ben venga, ma non gli stillicidi mediatici, facciamoli nelle aule dei tribunali con le porte chiuse e con la segretezza...". Lo ha detto Regina Catrambone, fondatrice dell'Ong Moas, oggi a Catania, dopo lo sbarco di 394 migranti e del cadavere di un ragazzino trovato morto sul gommone ucciso da un colpo di arma da fuoco.

Disorientamento Pastorale



⇛⇛ DAL CANALE "thomaquinas" link qui ⇓⇓⇓ https://www.youtube.com/channel/UCIXD...
"L’ Autore del saggio - DANILO QUINTO (Bari 1956), giornalista e saggista. Dirigente per molti anni del Partito Radicale, se ne allontanò dopo la conversione alla fede cattolica, come egli stesso racconta nel libro-verità intitolato Da servo di Pannella a figlio di Dio (2012). Sugli argomenti di questo libro ha pubblicato vari libri, tra i quali il saggio intitolato “Ancilla hominis”: la Chiesa è il Corpo Mistico dell’uomo? (2015)."
⇛⇛⇛ https://www.youtube.com/watch?v=-0GT2...

Disorientamento Pastorale - Danilo Quinto - Firenze 2017

Altro che «effetto Bergoglio»!

La messa è finita: tre italiani su quattro non vanno in chiesa

A salvare piccole e grandi parrocchie restano soltanto gli anziani: sono il 40% dei fedeli


Roma - Don Gabriele da 25 anni presta servizio tra i residenti di Corviale, alle periferie occidentale della Capitale.

Se provate a chiedergli perché la parrocchia di San Paolo della Croce è sempre mezza vuota, allarga le braccia, sorride di un sorriso amaro, e risponde: «Qui non è che manca la fede. Qui il problema è che c'è troppa modernità e troppo cemento». I pochi residenti che frequentano le messe preferiscono prendere un autobus (anche se per la maggior parte di loro, vista l'età, è un sacrificio) e andare a prendere la comunione a San Girolamo, verso la Portuense, con la sua aria rassicurante fatta di tetto spiovente e facciata a cortina.

Ma Gesù avrà mai riso?

L’umorismo di Dio 


di Carla D’Agostino Ungaretti

“Signore, / dammi una buona digestione / e naturalmente anche qualcosa da digerire . / Donami la salute del corpo / e il buonumore necessario per mantenerla … /  Dammi, Signore, il senso dell’umorismo. / Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo, / per scoprire nella vita un po’ di gioia e farne parte anche agli altri. / Amen”. (S. Tommaso Moro).
Quando molti anni fa lessi l’anticristiano, ancorché pregevole, romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa”, mi sentii stimolata ad andare alla ricerca del mio antico testo di religione del Liceo per rinfrescarmi un po’ la memoria in merito ad un problema  catechistico di cui avevo sentito parlare durante la mia formazione cristiana ma che, col passare degli anni, avevo finito per dimenticare.  Il problema riguardava l’umorismo nella Sacra Scrittura e suscitava un interrogativo davvero intrigante: “Gesù avrà mai riso?”. Ma anche allora le pressioni esercitate su di me dal lavoro e dalla famiglia mi costrinsero ad occuparmi di altre priorità, il tempo passò inesorabilmente e la mia curiosità si affievolì nel dimenticatoio.

Forse che si scotterebbero la lingua

GESU'E'IL SOLO CAPO DELLA CHIESA

    «Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa». A lui e solamente a lui è giusto e doveroso guardare, quando la fede vacilla; a lui e solamente a lui spetta di condurre la barca di Pietro, servendosi dell’opera umana 
di Francesco Lamendola  



In questo momento storico così delicato per la vita della Chiesa e per tutti i seguaci di Gesù Cristo, quando le folle appaiono sedotte da un pastore del gregge che non agisce da pastore, ma da lupo travestito da pastore, e che non si cura della salute delle sue pecorelle, ma che incessantemente ricerca l’applauso e la lode per se stesso, e intanto semina errori teologici e pessimi esempi pastorali, il tutto nella cornice di una liturgia che non ha più nulla di sacro ma che pare ideata apposta per allontanare la anime da Dio, si può trovare un grande conforto nella rilettura di quel poema in prosa che è anche un altissimo documento dogmatico, contenuto quasi al principio della Lettera ai Colossesi (1, 13-20), in cui san Paolo tocca uno dei vertici della scienza delle cose divine, ma anche della sua ricca, profonda e generosa umanità

Noi non sappiamo quando avverrà ciò

Perché il terzo segreto di Fatima non è stato rivelato nel 1960?

Intervista ad Antonio Borelli

a cura di Benoît Bemelmans
Siamo nel centenario delle apparizioni della Madonna di Fatima, un tema scottante sul quale gravano ancora tante domande. Per esempio: perché il “terzo segreto” non è stato rivelato nel 1960 come, invece, sollecitato dalla stessa Madonna? Lo abbiamo chiesto al celebre specialista Antonio Borelli, autore del best seller internazionale (più di tre milioni di copie) «Fatima: messaggio di tragedia o di speranza?».

Tradizione Famiglia Proprietà - Nel consegnare il terzo segreto di Fatima, suor Lucia chiese di non renderlo pubblico prima del 1960. L’attesa per la sua rivelazione raggiunse quindi l’apice quell’anno. Ciò non avvenne, provocando grande frustrazione nei fedeli. Tuttavia, lungi dal diminuire, l’attesa andò aumentando, incoraggiando perfino speculazioni non sempre prudenti. Sembrerebbe che la Santa Sede non si aspettasse una tale reazione.
Antonio Borelli - Quando finalmente la Santa Sede rivelò la terza parte del Segreto, il 26 giugno 2000, volle compensare il suo precedente riserbo dandole un’ampia divulgazione. I giornalisti accreditati presso la Sala stampa del Vaticano furono tutti convocati e ricevettero una copia del libretto «Il Messaggio di Fatima», in una sessione presieduta dal cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, con la partecipazione di mons. Tarcisio Bertone, segretario della stessa congregazione e del direttore della Sala stampa Joaquín Navarro Vals. La sala era strapiena. Canali televisivi di tutto il mondo trasmisero la sessione in diretta.
Dopo gli interventi del cardinale Ratzinger e di mons. Bertone, il direttore della Sala stampa diede la parola ai giornalisti per eventuali domande. Vari reporter chiesero i motivi per cui i Papi avessero posticipato la pubblicazione del Segreto per ben quarant’anni. La domanda più articolata, a mio parere, fu quella dello scrittore e vaticanista Gian Franco Svidercoschi, già vice-direttore de L’Osservatore Romano.
Ecco la sua domanda, tratta dal video fornito dalla Sala stampa:

sabato 6 maggio 2017

Uno strano spiritello

Quando un pontificato scende a patti con Mammona!



Lo abbiamo provato in diversi articoli: se alla Dottrina sociale della Chiesa si toglie la Dottrina, resta solo il sociale con tutte le deformazioni e le complicazioni che ne derivano.
Noi non ci occupiamo di politica, ma di apologetica cattolica di questa nostra Chiesa oggi travagliata, e di un mondo moderno sociale e culturale votato al suicidio. Un recente articolo pubblicato su La_Nuova_Bussola_Quotidiana, clicca qui, ha però attirato la nostra attenzione su quel genere di notizia che è poi lo stesso pontefice a dirigere quando, appunto, parla a ruota libera nelle interviste come è accaduto anche nell’ultimo volo di ritorno dall’Egitto, clicca qui per il testo ufficiale.
La periodista Marinellys Tremamunno, giornalista italo-venezualana, ha scritto un articolo su la Bussola dal titolo chiarissimo:” Il Papa vuole mediatori socialisti per il Venezuela” confermando per noi, che seguiamo con trepidazione e preghiera quando parla, uno strano spiritello che anima il governo di questo pontificato che pur dicendosi in linea con la Dottrina sociale della Chiesa, in verità ha tolto la “Dottrina” lasciando a quel “sociale” una interpretazione tutta politica, per esempio vedi quied anche qui.

Basta solo aspettare

Sulla chiarezza di Amoris Laetitia. Note a margine di un recente convegno romano 


… i richiami al valore assoluto del matrimonio indissolubile e ai principi inderogabili della morale famigliare, seguiti dalla loro sistematica decostruzione, sta a dimostrare che ad essi è stata assegnata solo la funzione ornamentale di cimeli capaci di abbellire ancora il salotto di casa, tranquillizzando tanti cattolici ferventi ai quali viene offerto l’alibi per non riconoscere il piano distruttivo di Bergoglio e della sua nuova chiesa.
di Patrizia Fermani


Si è tenuto recentemente a Roma un convegno dal titolo significativo: “A un anno dall’Amoris Laetitia, Fare Chiarezza”. Ora, a chiunque capiti di leggere l’“esortazione apostolica”, non può sfuggire la sua contraddizione insanabile con la Tradizione e il Magistero secolare della Chiesa, al di là di certe disinvolte e studiate incongruenze, e tutti i relatori, con una singolare eccezione, hanno tracciato da angolature diverse, un quadro lucidissimo della portata eversiva del documento. Infatti la domanda di chiarezza investe in realtà le vere intenzioni di Bergoglio, ed è quella stessa che i noti cardinali gli hanno rivolto in forma di dubbio retorico per stringerlo, come ha osservato Pierantoni, in una specie di vicolo cieco, da cui egli potrebbe uscire solo o con il ripudio ufficiale della dottrina cattolica su matrimonio e famiglia, oppure sconfessando l’A.L. che la contraddice di fatto. Tuttavia è ragionevole pensare che nessuna di queste ipotesi possa realizzarsi in concreto.

Aliens

Cronache da un mondo alieno. Mese Mariano e incontro con gli eretici valdesi

di Paolo Deotto

Ci si sono messi in due decanati della diocesi ambrosiana (Paderno Dugnano e Bresso) per partorire la nuova scandalosa mattana: il 10 maggio, in pieno Mese Mariano, il monastero francescano Maria Madre della Chiesa, di Paderno Dugnano, ospiterà un irrinunciabile incontro con un signore che si chiama Giuseppe Platone e che ci dicono sia un “pastore” della “chiesa” valdese di Milano. In verità nel volantino del doppio decanato, che riportiamo qua sotto e che potete anche scaricare in pdf cliccando qui, la parola “chiesa” è scritta al maiuscolo e, ovviamente, senza virgolette. Poiché, come tutti coloro che hanno mantenuto la Fede sanno, la Chiesa è una, santa, cattolica, apostolica, ci pare improprio definire come “chiesa” un’associazione di persone che sostengono un’eresia e comunque qualsiasi “aggregazione” che non sia la Chiesa Cattolica.
Ecco il volantino che annuncia l’incontro (cliccateci sopra per ingrandirlo):

                                                   

Tutti al mare, tutti al mare, a mostrar..?

sabato 6 maggio 2017

la letizia dell'amore tra immigrati ... una pagina romana di Vangelo secondo Bergoglio!


la sintesi perfetta del pontificato bergogliano: sesso (pardon AMORE LIETO) libero tra immigrati in Urbe; in un semplice amplesso l'immigrazionismo spacciato per carità e la letizia della fornicazione spacciata per amore sono sublimemente portati a visibile sintesi!

https://www.youtube.com/watch?v=mhLnxiSxp24

Luca, il blogger che ha tracciato le barche. “I giornali cattolici e di sinistra mi attaccano”

                                                          luca-donadel
di Chiara Giannini.
In un articolo da Avvenire, il video del giovane è stato definito «immorale». l’Unità ha parlato di «video bufala che anche la destra cavalca», mentre il Manifesto ha titolato «La bufala rilanciata da Striscia prepara nuove stragi in mare». Insomma, ora un 23enne diventa, almeno per alcuni giornali, complice delle morti nel Mediterraneo per aver anche solo provato a denunciare che le Ong entrano nelle acque territoriali libiche per recuperare i migranti.

Ne sa una di più?

MA IL DIAVOLO CHE NE SA DI NOI?

Il diavolo ci conosce bene: può dedurre i nostri pensieri per introdurvisi, anche per interposta persona servendosi del suo cattivo esempio, magari di un amico del quale abbiamo fiducia per spingerci verso il male di Francesco Lamendola
  

Generalmente, chi prende sul serio l’esistenza del diavolo, e il pericolo che la sua azione costituisce per la nostra anima e per la nostra vita morale, è portato a farsi, in primo luogo, la domanda su che cosa sia possibile, per noi uomini, sapere di lui, in modo da poterne scorgere le insidie e mettersi al riparo, per quanto possibile, dal pericolo di cadere in tentazione, cosa cui egli costantemente mira e che non esitò a tentare perfino con il nostro Signore Gesù Cristo.
Ebbene, diciamo subito che, per questa strada, non è possibile andare molto lontano, e ciò per la buona ragione che, tranne nei casi estremi, cioè quelli della possessione e dell’ossessione diabolica, l’antico nemico è talmente abile e astuto che riesce a mascherare quasi del tutto la sua presenza, per non dire la sua opera nefasta; anche laddove è lecito sospettarne la presenza, infatti, esistono quasi sempre dei margini di dubbio tali, per cui si possono benissimo interpretare le cose alla luce di una spiegazione puramente razionale e naturale.

Argentini si diventa..

1517-2017:500 anni di sovversione protestante
                

Dalla messa di Lutero alla messa di Paolo VI






La rivoluzione teologica di Lutero

La teologia di Martin Lutero è nata dalla sua angoscia. Invece di basare la sua vita spirituale in cerca equilibrio sugli insegnamenti della sacra dottrina, Lutero fa al contrario: «Egli trasforma i suoi bisogni in verità teologiche e il suo personale stato di fatto in legge universale della natura umana» (1). Il centro della teologia non è più Dio – chi Egli è e cosa vuole da noi – ma Lutero che cerca l’assicurazione della sua salvezza.

Quel Cuore immacolato

Il Santo Eremo
In questo tempo di grandi tribolazioni, abbiamo un grande privilegio: possiamo vivere in quel Santo Eremo che è il Giardino del Cuore Immacolato di Maria, attorniato dal profumo di tanti Santi e Beati, in attesa che la purificazione dei cuori, che Dio porterà a compimento, porti al mondo un periodo di Pace, in cui rifiorirà l’Unità della Chiesa.
Con queste ispirate parole, un’anonima lettrice ci svela un segreto di importanza vitale in quest’epoca di prova e smarrimento. Esiste un luogo benedetto in cui possiamo stabilirci subito, soprattutto se ci sembra di non farcela più o di non avere più risorse. È un rifugio inattaccabile in cui regna una pace inalterabile, un eremo interiore che non ci separa fisicamente dal mondo in cui la volontà di Dio ci ha posto né dalle persone affidate alle nostre cure, ma che ci permette di abitare spiritualmente nel giardino di una Regina amabile e gentile, alla Sua presenza indescrivibilmente soave e in compagnia di tanti nobili dame e cavalieri. Là si è inebriati dal profumo di virtù sublimi e ricreati dalle acque cristalline della vita divina, nutriti dei saporosi frutti di luminose dottrine e rinfrancati dalla brezza rugiadosa dell’Eden. Là si può sicuramente incontrare il Re che passeggia, deliziandosi, nel Suo possedimento prediletto, in cui non è penetrato neanche il più piccolo germe di mala erba né mai alcuna bestia nociva.

venerdì 5 maggio 2017

Eppure la Madonna era stata chiara


Non si capiscono e segni

Gli Ebrei spesso chiedevano a Gesù un segno dal Cielo, ma Egli li rimproverava di non saperli cogliere. Così la Madonna aveva dato a Lucia un segno dell’imminenza della seconda guerra mondiale, ma non lo si capì,
Giovanni Paolo I ebbe il segno della fede perfetta del metropolita di Leningrado, ma forse non ne capi’ la portata.
Giovanni Paolo II, tre anni dopo l’attentato in cui fu ferito, ebbe il segno di Severomonrsk, dove, il 13 maggio 1984, esplosero i due terzi degli armamenti della flotta sovietica, ma non trasse la decisione di consacrare la Russia.
Anche Papa Francesco ebbe il segno, dopo la sua invocazione pubblica di non accrescere la guerra in Siria, ottenendo da Putin di convincere Obama a desistere.
Anzi, lo stesso Papa Francesco, che è tanto trepidante per il degrado climatico, ebbe il segno, proprio il 13 maggio del 2016, della firma statunitense tesa a diminuire il rischio.

L’interregno della profezia di Fatima

La profezia di Fatima sull’ora del Mysterium Iniquitatis
                      
                      Luca Signorelli, L'anticristo cappella di San Brizio Orvieto

Sull’Evento di Fatima, molti capirono subito che significava una vera esplosione del soprannaturale in terra. E, in vista dei suoi straordinari segni e messaggio profetico, che rappresentasse la grazia di un avvertimento divino per mezzo della maternale mediazione di Maria; avvertimento estremo per tempi di grandi sciagure spirituali, determinanti quelle sociali. Era diretto alla Chiesa, istituita con vescovi, che sono i «vigilanti» attenti a ogni avvertimento per la difesa della Fede.
Il Papa è il vescovo dei vescovi e perciò il supremo vigilante sulla Fede nella Chiesa. Come doveva accogliere la Profezia data con il sigillo divino del «Miracolo del sole» di dimensioni cosmiche? Naturalmente la vera difesa è nel ricorso e successiva accoglienza di un aiuto divino. “Senza di Me niente potete”, insegna Gesù. Perciò, nel senso inverso, la vera sconfitta si avvera quando nella Chiesa s’ignorano gli aiuti divini offerti come segni profetici. A Fatima non era forse l’aiuto offerto attraverso la Madre di Dio? Si badi bene, Gesù, Capo della Chiesa, non inviò allora un semplice profeta a garantire i Suoi avvisi, ma la «Regina dei Profeti». Ecco che, mancata l’accoglienza alla profezia di Maria a Fatima, il risultato fu l’immane aumento dei problemi del mondo e della Chiesa, com’è accaduto dal 1917 al 1958, tempo dei Papi di Fatima e oggi viviamo la più grave crisi spirituale d’ogni tempo, che evoca tremendi castighi!

In nome della nostra vita

L’aborto è l’omicidio di una persona innocente

“L’aborto è l’omicidio di una persona innocente”. Stéphane  Mercier – Università di Lovanio.
Ho deciso di intitolare quest’articolo con le parole del prof. Mercier dell’Università di Lovanio in Belgio (o meglio Belgistan), che è stato punito 1 per avere semplicemente acclarato un fatto reale: l’aborto è l’omicidio di una persona innocente.

Sono un ladro?


Nessuna resa e nessuna rinuncia

Rompo il silenzio che mi ero imposto perché mi ha colpito uno dei commenti che ho letto nella mia pagina facebook. Ha scritto un lettore: “A volte senti la rinuncia come la cosa più facile da fare. Ma la cosa più facile non ha mai prodotto qualcosa di più che un giardino di erbacce” (Richelle E. Goodrich). Lo stesso lettore, condividendo il mio post, ha scritto: “Un'altra arresa! La battaglia è appena incominciata e già…”.

Confermo quello che ho scritto: non si può combattere contro i mulini a vento. Dovevo aggiungere “da soli”, perché questa è la mia storia. Perché io ho combattuto e sto combattendo da solo, insieme a mia moglie e a mio figlio.

Alla maggior parte del mondo cattolico, questa mia storia andava bene – gli “piaceva”, perfino - quando mi faceva scrivere sui suoi giornali e sulle sue testate on line o mi invitava per raccontare la “favoletta” della conversione di uno che ha lavorato con Pannella. Ero quasi un fenomeno da baraccone.

Quando questo mondo cattolico ha compreso che si trovava di fronte uno che pensa, è iniziato l’ostracismo e l’isolamento.

Verbalmente si dicono cose che non si scrivono

E il teologo disse "non diffondete l'audio"

Ho avuto modo di partecipare, quando i cinque dubia dei quattro ancora non erano stati né inviati privatamente né portati alla pubblica conoscenza per un dibattito vivo e vivace ancora oggi, ad un incontro presso una realtà ecclesiale non parrocchiale, in quanto la parrocchia è amministrati dai frati francescani.

In poche parole mi sono trovato di fronte a un lupo vestito da agnello, un prete protestante travestito da sacerdote cattolico, un apostata della fede cattolica apostolica romana di sempre, uno dei tanti Giuda traditori del Figlio di Dio Gesù Cristo venuto a corrompere la sacra dottrina in quanto è andato oltre la fumosità di Amoris Laetitia.

L’"apparsa" si schierò

Foto:
Arhivski snimak
Nella festa del grande Vescovo e Dottore della Chiesa universale Sant’Atanasio d’Alessandria, il 2 maggio, ricordiamo nelle Diocesi erzegovinesi il 46o anniversario dell’Ordinazione Episcopale impartita nella chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo a Mostar dal Vescovo Petar Čule, insieme all'Arcivescovo Smiljan Čekada di Sarajevo e all'Arcivescovo Frane Franić di Split, al Sacerdote dell'Arcidiocesi di Split-Makarska e Rettore del Seminario minore don Pavao Žanić. Egli fu nominato Coadiutore, successore del Vescovo Čule, il 9 dicembre 1970.[1] Assunse l’amministrazione delle Diocesi nove anni dopo, nella festa dell’Esaltazione della S. Croce, il 14 settembre 1980, diventando Vescovo residenziale della Diocesi di Mostar-Duvno e Amministratore Apostolico di quella di Trebinje-Marcana. Il suo motto episcopale fu lo stesso di quello presbiterale: In fide, spe et caritate. Nel periodo tra il 3 novembre 1988 e il 14 gennaio 1990, su nomina di San Giovanni Paolo II, prese cura anche della Diocesi di Dubrovnik come Amministratore Apostolico.

Qualcuno in Vaticano ha cercato di rifilarci una patacca


UNA POLPETTA AVVELENATA PER “STILUM CURIAE”. E UN ATTACCO – INDEGNO – A PAPA BENEDETTO XVI.



Per certi versi, non si può negare che non abbia fatto piacere. In fondo è un riconoscimento: vuol dire che il lavoro che si sta compiendo, dal settembre 2016, dopo che La Stampa ha deciso di chiudere San Pietro e Dintorni, funziona, ha un senso e forse da’ fastidio. Tanto da spingere qualcuno a cercare di rifilarci una polpetta avvelenata, nel probabile tentativo di screditare “Stilum Curiae”. Che, come sa chi ci segue, si sforza di raccontare una realtà trascurata dalla maggior parte dei colleghi, troppo intenti a esaltare i “balconazos” e le meraviglie di simpatia e misericordia del regno vigente.
La storia è questa.

La malattia della Chiesa cattolica

LA MALATTIA DELLA CHIESA

    Rimettere la santificazione all’ordine del giorno. James Martin grande amico delle associazioni Lgbt influente gesuita statunitense è stato promosso dal papa a consultore della Segreteria per la Comunicazione 
di Francesco Lamendola  





E così, padre James Martin, editorialista della rivista dei gesuiti statunitensi America, è stato promosso dal papa Francesco consultore della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, in pratica il centro nevralgico per la diffusione in tutto il mondo delle notizie sul papa e sulla Chiesa. Questo James Martin è un grande amico delle associazioni LGBT e, fra le altre cose, ha appena scritto e pubblicato un libro intitolato Building a Bridge,  cioè “costruire un ponte”, una tipica espressione bergogliana; con questo chilometrico, ma, in compenso, chiarissimo sottotitolo: How the Catholic Church and the LGBT Community can enter into a Relationship of Respect, Compassion, and Sensitivity, ossia “come la Chiesa cattolica e la Comunità LGBT possono instaurare dei rapporti basati sul rispetto, la compassione e la sensibilità”.