Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
P.Manelli e le incredibili accuse: "Ha una morale e una lezione questa vicenda?"
Un acuto commento di Piero Mainardi in margine alla richiestadi archiviazione della posizione di Padre Manelli, disposta dalla Procura della Repubblica di Avellino.
Rilancio sulla questione p. Manelli e Francescani dell'Immacolata dopo la richiesta di archiviazione del PM della procura di Avellino dalle accuse infamanti che gli erano state rivolte.
Ha una morale e una lezione questa vicenda?
Sì e non una sola.
La prima e più importante è questa: non si lascia solo col pretesto della fiducia in Dio e nelle autorità della Chiesa un innocente, fidando nel fatto che Dio farà trionfare la verità.
Invasione islamica, apostasia e castigo divino. L'invasione che rischia di minare le nostre radici cristiane dalle fondamenta e alcune frasi alquanto discutibili pronunciate da Papa Francesco durante omelie e discorsi ufficiali
di Cinzia Palmacci
"Perché, se fate apostasia e vi unite al resto di queste nazioni che sono rimaste fra di voi e vi imparentate con loro e vi mescolate con esse ed esse con voi, allora sappiate che il Signore vostro Dio non scaccerà più queste genti dinanzi a voi, ma esse diventeranno per voi una rete, una trappola, un flagello ai vostri fianchi; diventeranno spine nei vostri occhi, finché non siate periti e scomparsi da questo buon paese che il Signore vostro Dio vi ha dato. Ecco io oggi me ne vado per la via di ogni abitante della terra; riconoscete con tutto il cuore e con tutta l'anima che neppur una di tutte le buone promesse, che il Signore vostro Dio aveva fatto per voi, è caduta a vuoto; tutte sono giunte a compimento per voi: neppure una è andata a vuoto. Ma, come ogni buona parola che il Signore vostro Dio vi aveva detta è giunta a compimento per voi, così il Signore farà giungere a vostro danno tutte le sue parole di minaccia, finché vi abbia sterminati da questo buon paese che il vostro Dio, il Signore, vi ha dato. Se trasgredite l'alleanza che il Signore vostro Dio vi ha imposta, e andate a servire altri dèi e vi prostrate davanti a loro, l'ira del Signore si accenderà contro di voi e voi perirete presto, scomparendo dal buon paese che egli vi ha dato".
Sul misericordismo e i danni che continua a mietere
di Marco Manfredini
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Vorrei commentare alcuni passaggi significativi di un articolo comparso su Noi famiglia & vita, supplemento di Avvenire del 30 ottobre (1), per capire dove sta andando la CEI.
Si inizia con una minaccia:
Amoris Lætitia non è un punto d’arrivo ma è un punto di partenza. Il testo, pur ampio e articolato, non intende mettere la parola fine dopo l’intenso lavoro sinodale.
Ampio è ampio, non c’è che dire: duecentosessantaquattro interminabili pagine. Che non intenda mettere la parola fine sull’argomento è un po’ riduttivo però; ci si aspettava una sintesi che mettesse chiarezza ed un minimo di ordine al caos sinodale, invece ne è uscito un documento che ha elevato la confusione e l’indeterminatezza a metodo, con l’aggravante di essere atto di magistero.
Il papa tace, ma i cardinali suoi amici parlano. E accusano
Il prefetto del nuovo dicastero per la famiglia attacca l'arcivescovo di Philadelphia, Charles J. Chaput, per come attua "Amoris laetitia" nella sua diocesi. Ecco le linee guida finite sotto processo
di Sandro Magister
ROMA, 23 novembre 2016 – Non una parola è uscita dalla bocca di papa Francesco, dopo che quattro cardinali gli hanno pubblicamente chiesto di sciogliere cinque grossi "dubbi" sollevati dai passaggi più controversi di "Amoris laetitia":
O meglio, una non risposta il papa l'ha data, quando nell'intervista a Stefania Falasca per "Avvenire" del 18 novembre a un certo punto ha detto, dando del tu all'intervistatrice, sua amica di lunga data:
"Alcuni – pensa a certe repliche ad 'Amoris laetitia' – continuano a non comprendere, o bianco o nero, anche se è nel flusso della vita che si deve discernere".
E un'altra non risposta l'ha data nell'udienza generale di mercoledì 23 novembre, dedicata proprio all'opera di misericordia "consigliare di dubbiosi":
"Non facciamo della fede una teoria astratta dove i dubbi si moltiplicano".
In compenso, si sono messi a parlare al posto del papa non pochi ecclesiastici della sua cerchia, i quali hanno fatto a gara nel dire che l'esortazione postsinodale "Amoris laetitia" è già in sé chiarissima e non può dar adito a dubbi, e quindi chi li solleva in realtà attacca il papa e disubbidisce al suo magistero.
Il Papa non lo declassa a “dramma superficiale”, ma “non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere”. La svolta, la dottrina, la percezione e la fine di un’epoca di valori non negoziabili
Roma. “Concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto”. Lo scrive il Papa al punto dodici della Lettera apostolica Misericordia et misera, pubblicata ieri a conclusione del Giubileo straordinario della misericordia.“Quanto avevo concesso limitatamente al periodo giubilare viene ora esteso nel tempo, nonostante qualsiasi cosa in contrario”. Frasi che subito hanno indotto a parlare di sanatoria, di declassamento del peccato d’aborto a qualcosa paragonabile a una lite tra nuora e suocera da illustrare con dovizia di particolari al confessore più o meno distratto. O a teorizzare paragoni tra l’aborto e un reato di mafia, mettendo sul bilancino i due elementi e controllando con occhio attento quale pesa di più ai fini della salvezza.
Il papa assolve l’aborto? Non basta una bella confessione per lavarsi la coscienza non è come dopo un furto di caramelle. Per un cattolico è un omicidio: visto che non lo dice il papa diciamolo noi l’importante è che qualcuno lo dica
di F. Lamendola
Sulle prime pagine dei giornali è stato un coro all’unisono: il papa assolve l’aborto. Tutti hanno dato questa chiave di lettura della Lettera apostolica Misericordia et misera, con la quale ha voluto concludere l’Anno Santo, e con la quale viene resa permanente la delega ai sacerdoti (e non più solo ai vescovi) per assolvere i credenti dal peccato di procurato aborto volontario: tanto le madri che hanno abortito, quanto medici e infermieri che hanno eseguito l’intervento.
Fra tutti, spicca il quotidiano La Repubblica, capofila di un vero e proprio “partito”, quello della cultura gnostico-massonica, che vorrebbe assorbire e rimodellare, secondo le sue idee ispiratrici, la Chiesa cattolica, e che mai come in questi ultimi tempi sembra essere giunto a un passo dal trionfo della sua paziente ed abile strategia d’infiltrazione. Il titolone del 22 novembre 2016 recita: Aborto: la battaglia sui temi etico, così Francesco sfida i vescovi conservatori, dove il tutto sembra ridursi a una battaglia ideologica fra conservatori e progressisti, con il papa all’attacco dei primi e alla testa dei secondi, ben deciso a far prevalere la sua fazione. Tristissima (e interessata) interpretazione; ma anche, paradossalmente, fin troppo veritiera.
Misericordia et Miserachiude l’Anno della Misericordia con la sorpresina finale: Aborto? Sì, è peccato… però… insomma, non facciamone un dramma… E appare più chiaro perchè il bilancio in rosso del Giubileo non ha scosso Bergoglio. Aveva in serbo altri programmi…
di Elisabetta Frezza
. Mio figlio più piccolo è venuto da me, ieri sera, dopo aver sentito non so quale spezzone di tiggì, a dirmi che Papa Francesco aveva bestemmiato Gesù.
Dal suo punto di vista, aveva rinunciato a proteggere i suoi colleghi bambini nel grembo della loro mamma. Di fatto – aggiungo io dal mio punto di vista – assolvendo ex ante le strutture di morte e i loro boia e becchini, ha rinunciato anche a proteggere le povere mamme, mollate senza più imbracature nel precipizio dell’omicidio/suicidio, seriale e sterilizzato, in balia del sinistro tamtam che le coarta a fare “scelte consapevoli” distruttive.
Ed è proprio così, la notizia vera è questa, appena nascosta dietro il velo non più pietoso delle parole vuote che servono solo a farla digerire agli esegeti acculturati, che si affretteranno a dire che la dottrina è salva perché l’aborto resta un “peccato grave”.
La Chiesa del dubbio rifiuta i “dubia” dei cardinali
Nel leggere l’intervista apparsa il 17 novembre scorso su Avvenire, Papa Francesco ha risposto a tutti coloro che si pongono il problema di un Pontificato più aperto agli usi e costumi del mondo piuttosto che agli insegnamenti di sempre della Chiesa. Non esitiamo pertanto a pensare che abbia risposto indirettamente anche ai quattro cardinali (Walter Brandmüller, Raymond Leo Burke, Carlo Caffarra, Joachim Meisner) che lo scorso 19 settembre hanno presentato alla Congregazione per la Dottrina della Fede, presieduta dal cardinale Gerhard Müller, un ricorso formulato secondo la modalità classica dei dubia, che esige risposta positiva o negativa. Il Papa non ha risposto ai membri del Sacro Collegio personalmente, tuttavia, facendo uso pedissequo dei media per il suo governo, egli parla «a nuora, perché suocera intenda».
Nel 2017 vedremo segni grandiosi nel cielo. Sono quelli dell’Apocalisse?
L’autore dell’articolo originale da cui è tratto il seguente ha fatto una scoperta meravigliosa. Sorge un altro segno grandioso nei cieli, nell’ora che le profezie attuali dicono essere quella dell’Apocalisse. Questa scoperta rischia però di essere affogata tra dubbi e prese di distanza a non finire. Eppure, almeno un’interpretazione è possibile e sembrerebbe anche plausibile, come diciamo nella nostra conclusione.
di Don Richard Heilman
«Parla al mondo della Mia Misericordia… Questo è un segno per gli ultimi tempi, dopo i quali arriverà il Giorno della Giustizia. Fintanto che c’è tempo ricorrano alla sorgente della Mia Misericordia.» (Diario di Santa Faustina)
Quanto segue è tratto da un brillante articolo di Patrick Archbold. Lo potete leggere per intero sul sito di «The Remnant» QUI.
[Nota editoriale: nel seguente articolo, intendo presentare una serie di fatti e osservazioni dai quali non ricavo una conclusione definitiva. Eppure, questi fatti e osservazioni sono di natura tale, per la sola ragione dell’osservazione e del resoconto che se ne fa, che si prestano a un’interpretazione sbagliata. Quindi permettete che sia chiaro: nel seguente articolo, io non predìco niente. Sto offrendo le mie osservazioni su dei fenomeni che si presentano, sia celesti che opera dell’uomo, potenzialmente di grande rilievo, che le persone potrebbero trovare interessanti e dei quali le persone dovrebbero essere messe a conoscenza.]
Abbiamo visto per caso un film di quelli che non si dimenticano: Corpo celeste, di Alice Rohrwacher.
Un film che parli della Chiesa cattolica nell’Italia meridionale uno se lo immagina pieno di feroci baroni mafiosi e donne afflitte dal senso di peccato, nel contesto di una cupa bellezza barocca. Insomma, un’orgia potenziale di luoghi comuni anticlericali/antimedievali, che però si nutre di quanto di esotico – e quindi di affascinante – c’è in quei mondi.
Alice Rohrwacher ha fatto qualcosa di diverso, usando mezzi tecnici minimi e attori eccezionali.
Il film, come sottolinea la stessa regista, non ha intenti anticlericali; infatti, il vero cuore del film non è la critica al Sud o alla Chiesa, ma un messaggio di altro tipo, presentato attraverso un delicato gioco di simboli, e che si può quindi cogliere solo guardando il film.
Oggi più che mai la Chiesa ha bisogno di santi, non di teologi, specie progressisti. Preghiamo che nascano dei santi, per mostrarci la via. Ma preghiamo anche per diventare noi stessi dei santi
di Francesco Lamendola
Quando si dice, e lo dicono in molti, che la Chiesa ha soprattutto bisogno di santi, si dice una cosa ovvia, ma sovente fraintesa, o sottovalutata nella sua reale portata: perché bisognerebbe aggiungere, subito dopo, che la Chiesa ha bisogno di martiri, perché i santi danno fastidio. Danno fastidio al mondo, e danno fastidio alla Chiesa stessa: a quella parte della Chiesa, modernista e progressista, che sforna una quantità impressionante e pressoché inesauribile di sapientoni, di teologi, di vescovi e sacerdoti dalle idee audaci e dalle parole suadenti, che piacciono al mondo: cosa che dispiace, invece, ai santi. I santi non vogliono piacere al mondo, ma solamente a Dio. I santi, inoltre, si tengono nascosti: è la fama della loro santità che li rivela, qualche volta. Quando ciò accade, il mondo li odia doppiamente: infatti il loro esempio può riportare a Dio molte anime, ed è proprio ciò che il mondo non vuole, e che non vuole neppure una certa chiesa secolarizzata, anche se, a parole, afferma il contrario.
Tra le chiavi di interpretazione del pontificato di papa Francesco c’è sicuramente il suo amore per la contraddizione. Questa disposizione di animo risulta evidente dalla lettera apostolica‘Misericordia et misera‘, firmata a conclusione del Giubileo straordinario della misericordia. In questa lettera papa Bergoglio, stabilisce che quanti frequentano le chiese officiate dai sacerdoti della Fraternità san Pio X possano ricevere validamente e lecitamente l’assoluzione sacramentale. Il Papa sana dunque quello che, costituiva il principale fattore di “irregolarità” della Fraternità fondata da mons. Lefebvre: la validità delle confessioni. Sarebbe contraddittorio immaginare che una volta riconosciute valide e lecite le confessioni non siano considerate altrettanto lecite le Messe celebrate dai sacerdoti della Fraternità, che sono in ogni caso certamente valide. A questo punto non si capisce che necessità c’è di un accordo tra Roma e la Fraternità fondata da mons. Lefebvre, visto che la posizione di questi sacerdoti è di fatto regolarizzata e che i problemi dottrinali ancora sul tappeto, al Papa, come è noto, interessano scarsamente.
Col “perdono all’aborto”, El Papa autorizza la persecuzione dei medici obiettori.
Aborto, il perdono del Papa”, titola ilCorriere.Ma che dico? Tutte le prime pagine dei giornali, tutte le aperture dei radio-giornali e delle tv sono per lui ed esultano con lui a grandi strilli: El Papa che ha depenalizzato l’aborto. Perché così l’hanno voluta intendere i media. “Il via libera all’aborto facile: tanto poi basta una bella confessione e tutto è a posto”. Lo ha tolto dai “valori non negoziabili”. Adesso, è negoziabile.
Ora, vi dico subito quale sarà l’effetto di questo ennesimo atto di infinita miserikordia, malvagia e furbissima, di El Bergoglio: la persecuzione dei medici obiettori. Corre già da mesi sui media una campagna strisciante contro di loro. Una campagna che si è valsa di falsità mediatiche evidenti, come quando a ottobre i giornali e tv strillarono che una donna era morta a Catania perché il medico si era rifiutato di estrarle il feto perché obiettore: “Finchè è vivo non faccio niente”, avrebbe detto ….Solo che l’indagine ha mostrato la completa infondatezza di questa circostanza. Pura invenzione di un gruppuscolo abortista e radicale locale.
La leggenda del Grande Inquisitore: «Diremo che permettiamo loro di peccare perché li amiamo»
Un capolavoro nel capolavoro: La leggenda del Grande Inquisitore che Ivan racconta al fratello Alësa nell’opera di Fedor Dostoevskij I fratelli Karamazov.
La Leggenda è nota: Gesù Cristo torna sulla terra (per la precisione a Siviglia nel XVI secolo), vi compie miracoli e subito viene acclamato dalle folle come Salvatore, ma prima che la gente lo riconosca come il Cristo, viene arrestato dall’Inquisizione. Nella cella di reclusione, mentre scende a notte, riceve la visita del novantenne capo dell’Inquisizione, che immediatamente Lo riconosce.
Bergoglio, la misericordia e i rinnegatori di Cristo
Così si è chiuso, finalmente, l’anno di questa incredibile misericordia bergogliana e l’ha chiuso lo stesso Bergoglio assestando un sonoro schiaffo a Nostro Signore Gesù Cristo e facendosi beffe di Dio e delle Sue leggi.
Questo tizio vestito da papa ne sa davvero una più del diavolo. Dopo aver dilaniato la legge e la disciplina morale della Chiesa con il “suo” sinodo e la sua “letizia dell’amore” con cui ha inaugurato la demolizione della famiglia cristiana, questa volta ha lanciato la prima pietra per demolire il sacerdozio cattolico, in vista del prossimo “suo” sinodo dove – ormai è certo dopo questo suo gesto blasfemo e rivoluzionario – si industrierà per far passare il matrimonio per i preti – e magari, chissà, per le suore – sempre che il Signore non provveda prima a chiamarlo per giudicare il suo operato di vescovo traditore.
Bravo Francesco! Verrebbe da dire, se non fosse che un tale gesto equivale a mettere una carica esplosiva nelle fondamenta del sacerdozio della Chiesa cattolica, forse con l’intento, diabolico e perciò stesso vano, di distruggere la Chiesa di Cristo.
Alcune considerazioni sulla lettera di Papa Francesco “Misericordia e pace”
Oggi, 21 novembre 2016, a conclusione dell’anno giubilare è stata pubblicata la lettera di Papa Francesco “Misericordia e pace.” Inutile invocare le lauree e le specializzazioni in diritto canonico, in teologia o in altre discipline per avere il diritto di commentarla. Infatti è rivolta a tutti, a ciascuno di noi per ciò che può riguardarlo, e visto che pratico la religione cattolica da molti decenni e la mia preparazione dottrinale è sufficiente a farmene capire i significati, anche ai sensi del n. 907 del nostro Catechismo, mi permetto di commentarla.
Scritta bene, a una prima lettura sembra molto convincente e rassicurante. Certamente si leveranno lodi da parte dei catto-progressisti e soprattutto da parte di chi, trascinando la sua vita nel peccato e non avendo alcuna intenzione di cambiarla, si racconta la favola che tanto “Dio perdona sempre.”
Aborto, il dialogo immaginario tra papa Francesco e Jude Law
In «The Young Pope» un dialogo che sembra quasi un confronto
a distanza tra le posizioni progressiste di papa Bergoglio e quelle
intransigenti di papa Belardo
Non è la prima profezia di Paolo Sorrentino in The Young
Pope. Ma se quella su Bob Dylan e il Nobel il regista l’aveva aggiunta a
notizia avvenuta — con un’inquadratura di spalle a mascherare il trucco —
quella su papa Francesco e l’aborto lascia stupefatti, sembra quasi un
confronto a distanza tra le posizioni progressiste di papa Bergoglio («assolvetemedici e donne che abortiscono») e quelle intransigenti espresse nella serie da
papa Belardo (il Pio XIII interpretato da Jude Law).
PADRE MANELLI: ARCHIVIATE LE ACCUSE CONTRO IL FONDATORE DEI
FRANCESCANI DELl’IMMACOLATA
Archiviate le accuse contro padre Stefano Manelli, il fondatore dei Frati Francescani dell’Immacolata. Dopo circa un anno di indagini, il Pubblico Ministero presso il Tribunale di Avellino, Sost. Dott. A. Del Bene, ha chiesto l’archiviazione del procedimento nei confronti del religioso, il cui ordine é ancora commissariato, senza che sia stata data dopo anni, una motivazione valida da parte della Congregazione per i religiosi.
La nuova Chiesa va avanti con determinazione nel suo progetto. Così come non “s'immischia” sulle leggi che sanciscono l'unione tra persone dello stesso sesso e introduce il “caso per caso” sui divorziati risposati, sull'aborto concede ai sacerdoti di assolvere dal peccato di aborto.
Scrive il Papa, nell’Esortazione Apostolica, Misericordia et misera: “(…)Perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio, concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto.
“Personalmente prego il Signore perché l’indispensabile ricerca delle pecore smarrite non metta in difficoltà le coscienze delle pecore fedeli”. (Card. Camillo Ruini)
di Carla D’Agostino Ungaretti
. La frase con la quale il Card. Camillo Ruini conclude l’intervista rilasciata al Corriere della Sera del 22 settembre scorso, pag. 25, mi sembra diretta a confortare tutti i cattolici “bambini” come me, perché è consolante constatare che nella Chiesa istituzionale ci sono ancora delle menti e dei cuori che comprendono i turbamenti e le perplessità che affliggono oggi una parte considerevole del gregge di Cristo.
Chi porta attacchi come questo non è un “scontento” o un “oppositore” ma qualcuno che punta a “dividere” la chiesa. Il che nel diritto canonico è un crimine, punibile. All’inizio del giubileo Francesco aveva chiesto alle autorità gesti di clemenza verso i detenuti: clemenza che lui per primo non ha mai applicato ai suoi imputati del processo detto Vatileaks. A fine giubileo si capisce il perché: lui non vedeva in quel processo una procedura penale, ma un gesto pedagogico verso gli avversari.
Bergoglio gesuita il finto buono mi hai stufato! Bergoglio "pacifinto" invoca la fine della violenza ad Aleppo su vittime innocenti guarda caso proprio adesso che i siriani, con l’aiuto russo, sono vicini alla vittoria finale di Eugenio Orso
Mentre l’azione congiunta russo-siriana sta procedendo verso la piena liberazione di Aleppo e l’annichilimento delle strutture terroristiche, presenti intorno ad Aleppo e nell’Idlib, le “colombelle” che portano nel becco non il ramoscello d’ulivo, ma la “sola” dei diritti umani, tubano disperate perché si fermino i bombardamenti, non si lancino più kalibr (i cruise russi) … risparmiando i terroristi annidati nella parte centro-orientale della città e intorno ad essa affinché si riorganizzino per contrattaccare.
Costoro – le “colombelle” occidentali – fanno appello ai buoni sentimenti, all’umana pietà e ci fanno vedere con finestra oraria 24×7 foto e filmati di bimbi feriti, di genitori disperati, di vecchi sotto le bombe. Strepitano, costoro, che i bombardamenti russi colpiscono scuole, asili e ospedali, come se i russi (e i siriani e tutti gli altri liberatori di Aleppo) fossero dei coglioni totali che lasciano intatti i covi jihadisti, i comandi di al-qaeda, i depositi di munizioni, accanendosi con le bombe, sadicamente, solo sulla popolazione civile, su scolari e neonati, sui malati in degenza ospedaliera.
Papa Francesco ha chiuso la Porta Santa, ma il suo messaggio è accompagnato dal brontolio di una crisi sotterranea. Una guerra civile è in corso nella Chiesa. Uno scontro che tocca l’autorità del pontefice e il suo programma riformatore. Sono in gioco visioni opposte sul ruolo della Chiesa, il “peccato”, la salvezza delle anime. E come in tutte le guerre civili il conflitto non contempla compromessi.
San Pio da Pietrelcina non piace ai progressisti perché non glorificò il Concilio. Avete notato? Di Lui di questo uomo di Dio straordinario i cattolici progressisti non parlano mai: il grande "equivoco" del concilio
di Francesco Lamendola
Avete notato? Di san Pio da Pietrelcina, frate cappuccino che non si è quasi mai mosso dal suo convento di San Giovanni Rotondo, sul Gargano, ma che è stato uno dei più grandi santi del XX secolo, se non il più grande; stigmatizzato come san Francesco d’Assisi, intermediario di guarigioni miracolose, dotato dei doni della chiaroveggenza, della lettura delle anime, della bilocazione; infaticabile confessore (una media di 70 persone al giorno, fin quasi agli ultimi giorni: il che vuol dire dalle 12 alle 16 ore in confessionale, estate e inverno), padre amorevole e pietoso, consigliere e consolatore dei penitenti, dei tribolati, degli afflitti, maestro di vita e di fede, sacerdote dotato di una spiritualità intensissima, commovente (la sua Messa poteva durare anche tre ore, perché cadeva letteralmente in estasi davanti al Mistero Eucaristico), nonché uno dei più incompresi, calunniati, perseguitati (l’espressione non è eccessiva), anzi, perseguitato per due volte, a trent’anni di distanza, e proprio per volere dei suoi superiori, dal vescovo della sua diocesi, Manfredonia, su, su, fino alla Santa Sede (cioè fino a Pio XI e a Giovanni XXIII, che, se non ordinarono le persecuzioni, certo non vi furono estranei, né vi si opposero, tutt’altro): ebbene, di questo uomo di Dio assolutamente straordinario, come ne nascono uno su molte generazioni, i cattolici progressisti non parlano quasi mai, e, comunque, non ne parlano volentieri.
Papa Francesco, il Pontefice del politicamente corretto
Smarriti camminiamo tra le macerie del mondo. I capisaldi della società liberal stanno crollando. Le torri d’avorio costruite negli ultimi 70 anni vacillano davanti alla realtà. La Brexit in Inghilterra, Donald J. Trump negli Stati Uniti d’America e domani, magari, il No alla farsa costituzionale di Matteo Renzi porterà sussulti, incalcolabili, anche in Italia. I padroni del vapore restano alla finestra e maledicono gli ignoranti. In un mondo che vive di scossoni spirituali un uomo, dovrebbe, portare la parola del Signore in Terra e dissipare le nubi dentro di noi, eppure la sua voce suona lontana. Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, ha intrapreso un percorso distante dai fedeli.
Papa Francesco con i cardinali incontra Benedetto XVI (Lapresse)
Stralci dalle Profezie della
Beata Anna Caterina
Emmerich (XIX sec.)
"Vidi anche il rapporto tra i due papi
... Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa
falsa chiesa.
L'ho veduta aumentare di
dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero locale
diventava tiepido, e vidi una grande oscurità... Allora la visione sembrò
estendersi da ogni parte. Intere comunità cattoliche erano oppresse, assediate,
confinate e private della loro libertà.
Vidi molte chiese che
venivano chiuse, dappertutto grandi sofferenze, guerre e spargimento di sangue.Una plebaglia selvaggia e
ignorante si dava ad azioni violente.
Intervista a don Matteo De Meo: La Chiesa non ci appartiene
Il fallimento della pastorale post-conciliare è senz’altro dovuta alla confusione dottrinale che regna nel mondo cattolico contemporaneo. Ne abbiamo parlato con il sacerdote Don Matteo De Meo, parroco, teologo ed esorcista della diocesi di San Severo in provincia di Foggia.
L’ECUMENISMO IERI ED OGGI
DOMANDA: Rev. Don Matteo De Meo, prima di tutto, La ringraziamo per averci concesso quest’intervista. Vorremmo cominciare partendo da un tema di stretta attualità: l’ecumenismo. Può spiegarci che cosa intende veramente la Chiesa cattolica per “unità dei cristiani”? E quale dev’essere il rapporto con le religioni non cristiane?
Ieri il “New York Times” parlava della “corsa contro il tempo” di papa Bergoglio per trasformare definitivamente la Chiesa in un club “progressista” come piace ai radical-chic. Per riuscirci – secondo il NYT – dovrebbe creare un numero di cardinali bergogliani in grado di eleggere un successore a sua immagine e somiglianza. Ma l’operazione è ardua. Non basta il Concistoro di ieri. Negli ambienti cattolici c’è ormai la sensazione che questo pontificato sia finito in un vicolo cieco, venuto meno oltretutto il contesto politico in cui è nato (la presidenza Obama/Clinton).
Il Concistoro di ieri, la fine dell’Anno Santo (oggi) e l’80° compleanno di Bergoglio (il 17 dicembre) dicono che è stagione di bilanci per questo papa, ritenuto (a mezza bocca) deludente dai modernisti che sognavano la rivoluzione e giudicato disastroso dai cattolici ortodossi (fra l’altro le statistiche parlano di ulteriore diminuzione della pratica religiosa). Vediamo le singole voci.