ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 13 aprile 2017

Che c'azzecca con quella di Jorge?

LA LAVANDA DEI PIEDI DEL GIOVEDÌ SANTO. IL MISTERIOSO GESTO CON CUI GESÙ CI AMA NEL PROFONDO

La lavanda dei piedi del Giovedì santo. Il misterioso gesto con cui Gesù ci ama nel profondo

Tra gli episodi misteriosi, c’è sicuramente la lavanda dei piedi e il suo significato profondo. Perché Gesù lavò i piedi ai discepoli dopo aver cominciato la cena?

“Per capirlo è necessario tenere presente che era abitudine d’allora lavare i piedi prima dell’inizio dei banchetti. L’anfitrione soleva offrire dell’acqua per i piedi ai suoi ospiti; si trattava di una cortesia di cui abbiamo un esempio in Lc 7,36-50 il compito di offrire l’acqua, di lavare e risciacquare i piedi ai commensali spettava ai servitori. Nel racconto di Giovanni, il collegamento tra la lavanda dei piedi e la cena è ovvio. La cosa sorprendente è che venga realizzata proprio da Gesù, a cena già iniziata. In questo modo risalta ancor di più la trascendenza del gesto, la cui rilevanza non può che derivare dall’associazione con ciò che accadrà “dopo”, cioè l’Eucaristia.

Ora come allora

Il Processo di Cristo e il processo della Chiesa       
    

(di Cristiana de Magistris) Nel Tempo di Passione, che abbraccia le due settimane che precedono la Pasqua, la Chiesa contempla in lutto i dolorosi avvenimenti che segnarono l’ultimo anno della vita del Redentore del mondo (Settimana di Passione) e l’ultima settimana della Sua vita mortale (Settimana Santa).
Con l’avvicinarsi del Venerdì Santo, la voce di dolore della Chiesa diviene più vibrante e commossa, e tra breve essa farà sentire i suoi lamenti inconsolabili per la morte del suo divino Sposo. «Il Cielo della Santa Chiesa si oscura sempre più», scrive dom Guéranger. Il Redentore divino, fattosi uomo per amore dell’uomo, sta per espiare l’umano peccato sostituendosi ai suoi fratelli colpevoli. Egli si riveste dei nostri peccati, dice il Profeta, come di un mantello, e si fa peccatore per noi per poterlo portare nella sua carne sulla croce e distruggerlo con la sua morte (cf 1 Pt 2,24).

Agni non dei?

SULLA PERICOLOSITA’ POLITICA E SOCIALE DELLA TENEREZZA

Ivanka è stata determinante. “E’ stata profondamente colpita dalle immagini” dei bambini siriani gasati: “Ha detto: è terribile. Lei è mamma di tre  bambini, ed ha influenza” sul presidente: “Basta una sua lacrima e papà attacca”.  Così Eric Trump, il fratello  minore.
Lo so, non vorreste crederlo. Ma questo conferma  diverse voci interne alla Casa Bianca:  le lacrime di Ivanka hanno mosso il vecchio a rovesciare la sua politica verso la Russia in pochi minuti, e a ordinare l’attacco all’aereoporto siriano, e a pretendere la morte di Assad,    che ancora il giorno prima accettava rimanesse al suo posto.  Donald non resiste alle  lacrime della figlia.  Sono tutti cuori teneri.  Bisogna arrendersi all’evidenza:  sul  comandante in capo della massima potenza bellica mai apparsa nella storia, sono Ivanka e Jared Kushner  ad avere influenza: due figli di papà nati ricchi,  che del mondo conoscono solo i resort di lusso, i cocktail-parties a Manhattan, le piscine della Florida, le sfilate di moda;  due teste vuote  e arroganti, ma molto, molto sentimentali.

Il rifiuto della croce

FIN DOVE VOGLIONO ARRIVARE ? 

    Una diabolica contraffazione: in una società sana i sofferenti ricevono assistenza e fin dove possibile consolazione in una malata tutti devono convertirsi alla "Religione del senso di colpa"ed espiare il peccato di essere sani 
di Francesco Lamendola  





In una società sana, i sofferenti ricevono assistenza e, fin dove possibile, consolazione; in una società malata, tutti devono convertirsi alla religione del senso di colpa, ed espiare il peccato di essere sani ed autonomi. Nelle società sane vi è posto per la bontà, in quelle malate domina il buonismo, che ne è la diabolica contraffazione. Nelle società sane vi è uno sforzo per sostenere e innalzare chi non può stare al passo; nelle società malate, si attua una politica sistematica di abbassamento di tutti, per punirli di star bene. La nostra è una società profondamente malata. Lo si capisce dal fatto che, da noi, la sofferenza non viene sublimata in vista di un bene più alto, e questo perché è venuta meno la fede religiosa, che aiuta ed incoraggia il sofferente a sentirsi non un disgraziato, ma un privilegiato, un amato da Dio, che ha scelto lui per effondere più abbondante la Sua grazia, anche a edificazione delle altre anime. Di conseguenza, nella nostra società la sofferenza è diventata una maledizione, e chi ne è colpito, o, più spesso, i suoi parenti, sono animati da un fortissimo spirito di rivalsa, di solito dissimulato da qualcosa di ben più nobile: per esempio, dalla volontà di “sensibilizzare” gli altri alla questione che li tocca da vicino.

Lavanda cerebrōrum


I neo cardinali entusiasti del libro omoeretico
I cardinali Farrel e Tobin appoggiano il libro di un sacerdote statunitense, che si batte per la normalizzazione dell’omosessualità e deplora il Catechismo sul tema. E con loro anche il vescovo di San Diego. E' la solita studiata confusione tra il rispetto per gli omosessuali e l'accettazione della vita gay con tanto di nozze e adozioni.

In nomine Domini?

Prima sedes a nemine judicatur


Se è vero che Prima Sedes a nemine judicatur, ossia che il Romano Pontefice non è soggetto alla giurisdizione di alcuno, è nondimeno altrettanto vero che vi sono dei limiti ontologici a questo principio.

Prima o poi o mai?

Burke a 360°:correzione, dubia e ordine di Malta
Infovaticana intervista il porporato. Dubia e correzione? «Prima i cardinali dovrebbero parlare al Santo Padre per dirgli che il problema è così grave che dobbiamo correggerlo e io ho fiducia che il Papa risponderà»; Malta? «Sono stato estromesso»; «La Cdf dovrebbe intervenire col generale dei Gesuiti».
Il cardinale Raymond Leo Burke, Patrono dell’Ordine di Malta, ex Prefetto della Segnatura Apostolica e uno dei quattro cardinali dei Dubia, ha rilasciato una lunga intervista a Gabriel Ariza, pubblicata da Infovaticana. Moltissimi i temi trattati: dai Dubia alla presenza di esponenti discutibili al convegno organizzato dall’Accademia delle Scienze, alle dichiarazioni sui Vangeli dei Preposito Generale dei gesuiti, dall’Ordine di Malta alle dichiarazioni del card. Ravasi sui massoni. Ne abbiamo tradotto qualche brano.

Jesus autem tacebat..?



Ho letto il commento pubblicato da Riscossa Cristiana alla dichiarazione della Casa Generalizia della Fraternità San Pio X. Un commento che condivido in toto. Mi permetto di aggiungere qualche riflessione. 

Si rimane invero sconcertati dall'atteggiamento - almeno apparentemente - rinunciatario tenuto dai vertici della Fraternità San Pio X. 

Per chi, chierico o laico, ha dovuto subire decenni di persecuzioni, emarginazioni, calunnie ed ostracismi, gli eventi di questi ultimi anni paiono sconfessare le ragioni che hanno motivato in passato scelte tanto dolorose e coraggiose, e danno ragione a quanti sostenevano che la Fraternità si trovasse in una situazione di grave disobbedienza nei confronti della Santa Sede. 


Miserendo miserabiles


Miserabili. Non ho altre parole per definire l'infame oltraggio con cui è stata volta in blasfema parodia l'Ultima Cena, uno dei momenti più sacri della Settimana Santa, proprio mentre la Chiesa celebra la Passione del Signore. 

Miserabili. E' facile, troppo facile offendere Gesù Cristo, in questa società scristianizzata che si mostra sollecita ed accogliente verso i vizi più turpi, e che rimane sorda davanti all'amore redentore di Dio, al Suo sacrificio, alla Sua Croce.

Ma gli oltraggi, gli schiaffi, gli sputi, i colpi di bastone, le frustate vengono dai nemici di Cristo: da costoro non possiamo aspettarci altro, perché sono accecati dall'odio ed hanno per padre Satana. Ciò che addolora maggiormente il Cuore divino del Signore è il silenzio imbarazzato, il tradimento complice, il rinnegamento dei Suoi apostoli. Et, relicto eo, fugerunt


lunedì 10 aprile 2017

La reliquia più preziosa della Cristianità

Un documentario sulla sacra Sindone

Una dura, difficile, ma anche gioiosa Quaresima


  EFFICACIA DELLA QUARESIMA 

      La Santa Quaresima, come tutti ben sappiamo, è un periodo penitenziale di purificazione in preparazione alla solennità della Santa Pasqua, la solennità della nostra redenzione e della vita eterna che in Cristo ci è stata donata. La Quaresima ha un grande significato in quanto diventa anche figura di tutta la vita umana. La liturgia, infatti, ricorda una prima Pasqua prefigurata nella liberazione dalla schiavitù d’Egitto del popolo ebreo, condotto da Dio al possesso della terra promessa. In questa Pasqua la dura schiavitù che gli Israeliti avevano vissuto in Egitto aveva costituito una Quaresima, in quanto purificazione e preparazione al passaggio del Mar Rosso e alla liberazione dal faraone e dal suo esercito. Quindi c’è una seconda Pasqua, per così dire, realizzata, la Pasqua di Cristo, la Pasqua della salvezza, che realizza le antiche promesse, conducendo ad una terra non più materiale e geograficamente identificabile, ma spirituale, perché conduce alla vita eterna e alla beatitudine divina. Anche questa Pasqua ha avuto il suo preliminare nella passione, nella croce e nella morte del Salvatore per condurre alla gloria della resurrezione. Infine c’è una terza Pasqua che potremmo chiamare “compiuta”, ed è la nostra Pasqua, la Pasqua del banchetto eterno nel cielo.

L'eutanasia cattolica

Da Lovanio a Roma, l'eutanasia dei "principi non negoziabili"

Lovanio
Ha fatto rumore la vicenda dell'Università Cattolica di Lovanio, che ha sospeso e infine licenziato un proprio professore di filosofia, Stéphane Mercier, per aver scritto in una nota per i suoi studenti che "l’aborto è l’omicidio di una persona innocente".
La cosa non ha sorpreso, visti i precedenti di questa università pur insignita della qualifica di "cattolica", nella cui clinica si praticano da tempo alla luce del sole anche interventi di eutanasia, "dai 12 ai 15 all'anno" a detta del rettore della gemella università fiamminga di Lovanio, il canonista Rik Torfs.
Ma ciò che più colpisce è la sostanziale approvazione che i vescovi del Belgio hanno dato alla cacciata del professor Mercier.
Così come impressiona la reticenza del giornale della conferenza episcopale italiana "Avvenire", che nel dare uno stringato resoconto della vicenda – la cui documentazione più completa è apparsa finora nel blog Rossoporpora – ha evitato di prendere posizione, limitandosi a un: "Rimane da comprendere il significato di ciò che è stato dichiarato dal portavoce della conferenza episcopale belga".
Per non dire del silenzio di papa Francesco, che pure non ha mancato in altre occasioni di definire l'aborto "crimine orrendo".

Jorge's Pope


Peter Sutherland, “pontefice” del Nuovo Ordine Mondiale

L’agognato governo planetario, nonostante alcune resistenze, come quella di Viktor Orban, continua la sua costruzione. Peter Sutherland, rappresentante delle Nazioni Unite per immigrazione, è uno dei suoi principali architetti. Lui stesso ha lanciato un significativo avviso: “bisogna affossare l’omogeneità nazionale degli Stati”.
Peter Sutherland è un multimilionario irlandese considerato uno dei grandi pontefici del mondialismo allo stesso livelli di George Soros, dei Rockefeller o di Kissinger.

Aper de silva



   












IL CINGHIALE DELLA SELVA

 Mi fa imbufalire che si dica, anche spesso oggi e soprattutto oggi, che Lutero (1483/1545) fu “un’anima religiosa” e che il “Vescovo di Roma” sia andato il 31 ottobre 2016 a Lund in Svezia a celebrare il 500° anniversario della sua terribile “riforma”. Girate la questione come volete, ma religione significa obbedienza: a Dio, a Gesù Cristo, alla sua Chiesa. Lutero invece fu ed è tuttora la sovversione, la ribellione totale, alla Chiesa, a Cristo, a Dio stesso.
      Non è ancora chiaro perché si sia fatto frate agostiniano: pare per sfuggire al carcere, a causa di un omicidio. Sul suo equilibrio e serenità di spirito esiste più di un dubbio. È vero che a Roma, quando nel 1511 lui, giovanotto di 27, anni vi giunse pellegrino dalla sperduta Erfurt in Sassonia c’erano parecchi angoli non proprio puliti, ma se lui se fosse stato radicato in Cristo e nella sua Verità, avrebbe guardato più a fondo, vi avrebbe visto il Volto del divino Maestro e Redentore Gesù e si sarebbe comportato come San Francesco d’Assisi e S. Domenico di Guzman. Che direbbe oggi un tedesco come Lutero se noi volessimo giudicare il suo popolo solo attraverso i campi di sterminio nazisti?  

La dimensione spirituale del dono

AMORE DI DIO E DEL PROSSIMO

    Non si può amare il prossimo senza passare per l’amore di Dio. Il rischio della trappola buonista: se noi lo scusassimo sempre in tutte le sue debolezze l’altro potrebbe farsi una professione dell’essere eternamente bisognoso 
di Francesco Lamendola  




Quella che si è instaurata nella catechesi e nella pastorale degli ultimi decenni, peraltro logica conseguenza della cosiddetta “svolta antropologica” in teologia, è una vera e propria inversione della giusta prospettiva del rapporto fra l’uomo e Dio. Oggi quel che fanno moltissimi sacerdoti e parecchi vescovi e cardinali, e quel che sta facendo lo stesso papa Francesco, è un continuo battere e ribattere sul tema dell’amore del prossimo: e lo fanno un termini talmente prescrittivi, talmente ultimativi, talmente – ci si passi l’espressione, un po’ rozza, ma sostanzialmente adeguata – ricattatori, che non si può non restare fortemente perplessi, specie se si è in grado di ricordare, per motivi anagrafici, quale fosse il linguaggio che adoperava la Chiesa prima del Concilio Vaticano II, quale l’accento posto sull’annuncio del Vangelo, quale la prospettiva da cui si guardavano le cose del mondo. In buona sostanza, quel: noi abbiamo l’obbligo di accogliere tutti i profughi che bussano alla nostra porta (a prescindere dal fatto che solo il 5% di quelli che si dichiarano profughi lo sono per davvero, e a prescindere anche dal fatto che costoro non “bussano” affatto, ma sfondano la porta di casa nostra a colpi d’ariete, o, peggio, a colpi di ricatto morale, con tanto d’immagini di bambini annegati sulla spiaggia), ricorda molto da vicino, nel migliore dei casi, il tu devi di kantiana memoria: non si spiega perché si debba agire in un certo modo, lo si ordina e basta; non si vuol convincere, si vuol essere obbediti come in caserma. Ma è questo il Vangelo dell’amore insegnato da Gesù Cristo? 

Kýrie, eléison, Christe, eléison: miserere nobis!

Rosy Bindi lascia la politica: "Voglio ritornare alla teologia"

Dopo 27 anni da parlamentare, la Bindi dice basta. Si dedicherà agli studi e ai viaggi. Ma avverte: "Non mi ritirerò a vita privata"
"Ho lavorato in questo Palazzo per ventitré anni, e prima ancora altri cinque a Strasburgo.

La passione mi ha tenuta viva e integra". Rosy Bindi ha deciso di lasciare la politica. A 66 anni, 27 dei quali trascorsi in Parlamento, ha raccontato al Fatto Quotidiano perché non si candiderà più. "Fare politica non è un mestiere, ed è impossibile servirla senza quel fuoco che arde - ha promesso - finita questa legislatura lascerò il campo".

Uovo pasquale sprecato per santamarta (ndo se magna ma nun se legge)

Mezzo secolo di risposte dottrinali nei documenti della CDF
                                                                                     Il volume Documenti (1966-2013), disponibile da febbraio di quest’anno, raccoglie 119 documenti della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF). «La raccolta offre risposte dottrinali e sicure a diverse questioni importanti per la vita e la missione della Chiesa», scrive il cardinal Müller nella prefazione all'edizione italiana: sufficiente per far sospirare di consolazione alcuni e far digrignare i denti ad altri.

domenica 9 aprile 2017

Il “quinto Vangelo”

L'INEFFABILE MISTERO DELL'UOMO DELLA SINDONE. INTERVISTA A EMANUELA MARINELLI, SPECIALISTA DOC

L'ineffabile mistero dell'Uomo della Sindone. Intervista a Emanuela Marinelli, specialista doc
Oggi arriva alle sue conferenze con passo deciso e spesso porta con sé un proiettore, le diapositive e anche quella valigetta con dentro una copia del sacro telo a dimensione naturale, che poi fa aprire a qualcuno del pubblico presente. Ma tutto è cominciato quasi per caso, oltre quarant’anni fa. «La prima volta che ho visto l’immagine del volto di Cristo come è impresso sulla Sindone era il 1975 ed ero in via della Conciliazione a Roma. Ero affacciata alla vetrina di un negozietto di souvenir e vedendo questo volto rimasi colpita. Lo riconobbi, certo, ma non sapevo chi fosse l’autore, pensavo fosse una litografia o qualche tecnica particolare. Così entrai e chiesi alla suora che era lì. Mi disse che era la Sindone e mi spiegò cosa fosse. Uscii scettica, pensando che, se la fede si riduceva a questo, era ben poca cosa. A quel tempo avevo 25 anni e non stavo certo a pensare a queste reliquie».

«Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?»



L’AMORE STRAORDINARIO DELLA MASSONERIA PER IL PONTEFICE. UNO STUDIO DOCUMENTA UNA STORICA “PRIMA VOLTA”.

Abbiamo ricevuto uno lungo documento, corredato di note e riferimenti facilmente utilizzabili, che documenta un fatto certamente nuovo nella storia della Chiesa. E cioè l’apprezzamento – che continua anche adesso – delle organizzazioni massoniche mondiali per l’attuale pontificato. E’ uno studio molto interessante, perché a nostra conoscenza mai niente del genere è avvenuto nei confronti di papi moderni, o recenti, e testimonia se non altro delle aspettative di novità nei confronti del mondo attuale create dal Pontefice. Il documento che riportiamo, e il cui autore preferisce restare anonimo, è frutto di un lungo lavoro di ricerca, intrapreso da tempo, e che probabilmente sta ancora continuando. Credo che si debba essere grati a chi si è impegnato con tanta acribia e diligenza in questa opera di ricerca e documentazione, dal valore storico indubitabile. Lo pubblichiamo integralmente, senza nessuna modifica. Un testo in inglese è stato pubblicato dal sito OnePeterFive nei giorni scorsi. 

Oggi dominano le tenebre

Per un Papa che definisce Gesù “diavolo e serpente” né applausi né soldi, ma solo preghiere 


serpenteIeri “Avvenire”, il giornale dei vescovi, mi ha attaccato per il mio ultimo articolo su “Libero”. Siccome è l’ennesima volta – e bordate simili ricevo pure da ecclesiastici e annessi – mi sento autorizzato, almeno “per fatto personale”, a negare nel 2017 il mio “8 per mille”. A nessuno infatti si può chiedere di finanziare chi lo bersaglia da anni. Oltretutto in un modo sleale.


Infatti “Avvenire” mi accusa di aver definito certe espressioni di papa Bergoglio assai simili alla bestemmia e poi afferma che io – per tale grave critica – non porterei “nessun argomento valido a sostegno”.

Come se io lanciassi al papa irresponsabili accuse senza motivo. Il fatto è che “Avvenire” si è ben guardato dal riferire le frasi testuali di Bergoglio da cui partiva quella mia critica: egli ha detto che Gesù “si è fatto peccato, si è fatto diavolo, serpente, per noi”.

" Il terrorismo non ha religione"

Egitto, cristiani nel mirino: 40 attacchi in soli tre anni

Solo dal 2013 vi sono stati una quarantina fra aggressioni di cristiani e attacchi a chiese, in pratica un episodio al mese, con decine di morti
Gli attentati di oggi sono l'ennesimo attacco contro i cristiani in Egitto, comunità cristiana con radici millenarie che vanta 10 milioni di fedeli, moltissimi appartenenti alla diaspora, che formano il 10% della popolazione del Paese a stragrande maggioranza musulmana.


Dalle Primavere Arabe del 2011 e dalla cacciata di Hosni Mubarak, che godeva del sostegno dell'ex patriarca Shenouda III, i copti hanno vissuto in uno stato di crescente tensione che ha avuto il suo apice durante il periodo del governo del presidente islamista, Mohamed Morsi. Solo dal 2013 vi sono stati una quarantina fra aggressioni di cristiani e attacchi a chiese, in pratica un episodio al mese, con decine di morti. L'epicentro delle violenze è l'Egitto rurale e in particolare la regione di Minya, il turbolento governatorato con il mix esplosivo di un 35% di popolazione cristiana e un forte radicamento jihadista.

Anche le scimmie hanno i loro cardinali*?


Smontare il gender? Basta vedere le scimmie...
Nel libro di Giuliano Guzzo Cavalieri e Principesse una solida carrellata di prove che smontano uno per uno i cosiddetti stereotipi di genere e ideologie connesse. Con tanto di chimica e scienza a comprovare una differenza, quella tra maschio e femmina, che è riscontrabile anche nelle scimmie. Come? Provate a farle giocare con una bambola...
E’ sempre interessante vedere come dalle battaglie contro gli stereotipi, veri o presunti, finiscano per nascere altri stereotipi, che poi tocca a scrittori e libri attenti e acuti contraddire e smascherare, per riportare equilibrio e razionalità in temi delicati. E’ il caso di Cavalieri e Principesse, scritto da Giuliano Guzzo per I Tipi della casa editrice Cantagalli, in uscita in questi giorni nelle librerie, il cui sottotitolo è eloquente: “Donne e uomini sono davvero differenti, ed é bello cosi?”.  L’indice dà un’idea dei campi in cui l’autore entra in lizza, armato di dati rigorosamente scientifici, ricerche, e sondaggi contro alcune delle idee con cui la marea superegualitarista della vulgata politically correct tenta di affogare buon senso ed evidenza.

Meglio il quartiere..!*


La Via Crucis di quartiere

    La croce di legno è portata da un bambino. Attorno a lui i coetanei che frequentano il catechismo. Il parroco raccomanda a tutti: «La croce davanti! Noi dietro! La croce deve precederci!».
La serata è fresca, quasi fredda, ma tantissime persone si sono riunite. La Via Crucis parte dal piazzale della parrocchia e si snoda lungo una strada in salita. Le stazioni sono di fronte ad alcune case, dove sono stati allestiti piccoli altari. Qualche automobile è costretta a fermarsi e a spegnere il motore, in attesa che la processione passi, ma nessuno suona il clacson o protesta.