ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 15 maggio 2017

Intelligenti pauca?

SE 5 VI SEMBRANO POCHE . . .

    Dal discusso conclave del 1958 per l’elezione del papa dopo la morte di Pio XII all'elezione di Bergoglio del 13/3/2013: "Le 5 stranezze". Gregorio XVII o Giovanni XXIII? Siri delfino di Pacelli fu costretto a rinunciare? 
di Francesco Lamendola  





Dal 25 al 28 ottobre 1958 ebbe luogo un evento d’immensa importanza per la vita della Chiesa cattolica: il conclave per l’elezione del nuovo papa, dopo la morte di Pio XII. Da quel conclave uscì nuovo pontefice Giuseppe Angelo Roncalli, patriarca di Venezia, che assunse il none di Giovanni XXIII. L’intero conclave si svolse in un’atmosfera molto tesa: Roma era stata turbata da alcune rivelazioni scandalistiche sui particolari più macabri relativi all’imbalsamazione del corpo di Pio XII, e, nell’assemblea dei cardinali elettori, vi era una forte dialettica fra “conservatori” e “progressisti”. Tutti sapevamo che il “delfino” del defunto pontefice era Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova, suo fidato consigliere e collaboratore, che all’epoca aveva solo 52 anni, e, proprio per questo, non piaceva ai “progressisti”, i quali avrebbero preferito che la scelta cadesse su di un cardinale anziano e dalla personalità modesta, in modo da porre un pontificato “di transizione” fra quello di Pio XII e il prossimo, al quale sarebbe stato rinviato lo scontro decisivo tra le due tendenze.  Comunque, più tardi, corse voce che, il giorno 26 ottobre, fosse stato eletto proprio Siri, e che questi avrebbe accettato e scelto il nome di Gregorio XVII; ma, pochi minuti dopo, sarebbe stato obbligato a rinunciare e, al suo posto, sarebbe stato eletto Roncalli, che era sostenuto compattamente dai cardinali francesi e che, di anni, ne aveva settantasette.

Promoveatur nec amoveatur!



ORDINE DI MALTA. RIFLESSIONE A FREDDO SU FALSE ACCUSE, INTERESSI, RUOLO DEL PAPA E DIPLOMATICI. UNA BRUTTA STORIA.

Adesso che il clamore intorno all’Ordine di Malta si è placato, e l’attenzione intorno all’antica istituzione è meno febbrile, mi sembra opportuno rivedere questa vicenda, mettendo in fila tutta una serie di elementi; quelli noti da tempo, e altri che sono emersi nelle ultime settimane, grazie anche e soprattutto alla pubblicazione da parte dikath.net di una relazione che un Cavaliere ha fatto, e distribuito internamente, dopo un’udienza con il Patrono dell’Ordine, il cardinale Raymond Leo Burke; e la pubblicazione, sempre da parte del sito tedesco, della lettera che il Pontefice scrisse al cardinale per dargli disposizioni su come agire.

Qualche ora gratis..

L’inchiesta decisiva di un grande reporter (VOLUME INTEGRALE)

Renzo Allegri è una grande firma del giornalismo italiano con alle spalle importantissime inchieste, reportage e interviste e in questo libro sulle apparizioni di Fatima mostra tutta la sua abilità di grande cronista. Per questo noi di Aleteia abbiamo deciso di mettere a disposizione di voi lettori, in maniera gratuita e integrale sul nostro portale fino alle ore 20:00 del 15 maggio, questo prezioso volume in formato PDF.
In questo libro, Allegri ci conduce per mano nei meandri di una vicenda iniziata in uno sperduto paesino del Portogallo, riportando testimonianze importantissime, come quella del fratello dei due pastorelli Francesco e Giacinta, o del nipote di suor Lucia padre José Valinho, uno dei pochissimi che aveva accesso a lei che si era rinchiusa in un convento di clausura a Coimbra, o quella di monsignor Pavel Hnilica, vescovo consacrato clandestinamente durante le persecuzioni del regime comunista e che poi, per conto di Papa Giovanni Paolo II, ha svolto missioni segrete riguardanti Fatima.

Tutto e il contrario di tutto?


Perché Papa Francesco ha scelto Fatima per svelare il suo giudizio su Medjugorje   
     

Le ventiquattro ore di Papa Francesco a Fatima hanno scandito il tempo del suo viaggio internazionale più breve, uno dei più complessi. Pace e guerra, misericordia e inferno, penitenza e conversione. E, non a caso, nel giorno del centenario delle apparizioni della Madonna ai tre pastorelli – due dei quali ha canonizzato – ha scelto di chiarire il suo pensiero sul fenomeno Medjugorje. Nel contesto della “più profetica delle apparizioni mariane moderne” – per usare le parole di Benedetto XVI riferite a Fatima – Francesco ha scolpito il profilo del veggente autentico. Quanto alle attuali, presunte apparizioni nella cittadina bosniaca, ha precisato che “non hanno tanto valore”.

Il problema non è l’interpretazione, è il fatto

Quale Madonna di Fatima?
«Quale Maria?», chiedeva venerdì sera papa Francesco a Fatima. È una domanda che si pone anche per la sua interpretazione del messaggio ai pastorelli, visto che nelle sue parole non hanno trovato spazio la visione dell'Inferno, la penitenza, la riparazione dei peccati, le conseguenze storiche del peccato. Tutte cose che fanno parte della realtà di Fatima e che dovrebbero provocare la nostra libertà.

«Quale Maria?», chiedeva venerdì sera il Papa nel suo discorso pronunciato a Fatima prima della benedizione delle candele, nella cappella delle apparizioni.  «Quale Maria?», si è chiesto per dare una risposta che – come spesso accade – divide i cattolici in buoni (pochi) e cattivi (la stragrande maggioranza). Ma «quale Maria?» e soprattutto «quale Madonna di Fatima?», si sono chiesti anche tantissimi cattolici, dopo aver ascoltato la personale interpretazione di papa Francesco a proposito degli eventi accaduti a Cova da Iria giusto cento anni fa. Nel discorso del Papa infatti non c’è traccia di invito alla conversione, di penitenza, di sacrificio per la riparazione dei peccati, della visione dell’inferno, di conseguenze storiche del peccato (eh sì che le guerre continuano e il comunismo non smette di propagare le sue nefaste conseguenze, anche all’interno della Chiesa). 

Devastante?

La demolizione di Medjugorje 

conferenza stampa

La clamorosa demolizione di Medjugorje fatta da papa Bergoglio, sul volo di ritorno da Fatima, è arrivata con gli effetti di una “bomba”. Ma vediamo precisamente cos’ha detto perché già certi “pompieri” stanno cercando di minimizzare, sopire e troncare: sono quelli che finora hanno sostenuto che la “Madonna di Medjugorje” era entusiasta di Bergoglio e Bergoglio era entusiasta della “Madonna di Medjugorje”….



Dunque alla domanda sull’autenticità delle apparizioni nel villaggio bosniaco, Bergoglio ha risposto:


Come Maria converte i suoi figli, a nostra insaputa?

La Bella Signora delle Tre Fontane


Quella che presentiamo è la storia della Vergine della rivelazione, un’apparizione della Madonna che sarebbe avvenuta a Roma in tempi relativamente recenti. Usiamo il condizionale perché l’apparizione non è stata ancora riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa, però è cara al popolo cristiano di Roma. Tanto che nel ’56 papa Pio XII ha acconsentito alla costruzione di una cappella per il culto e ne ha affidato la custodia ai Francescani minori conventuali.

Una storia che ci è cara per tanti motivi, questa, non ultimo il fatto che volevamo scrivere qualcosa riguardante la Madonna in questo mese di maggio e avevamo incontrato difficoltà. Così la storia si è scritta da sola, o meglio ci è stata scritta da Paolo Lanzetta, conosciuto per un caso felice proprio in questi giorni…

domenica 14 maggio 2017

La Madonna sta ancora aspettando

13 maggio: papa Francesco reinterpreta Fatima

   13 maggio: papa Francesco reinterpreta Fatima

(Roberto de Mattei su “Il Tempo” del 14 maggio 2017) Cinquecentomila persone aspettavano papa Francesco sullla spianata del santuario di Fatima per la canonizzazione dei due pastorelli Francesco e Giacinta, di 9 e 11 anni, che, assieme alla cuginetta Lucia dos Santos videro e ascoltarono le parole della Madonna tra il 13 maggio e il 13 ottobre del 1917. La canonizzazione è avvenuta e la Chiesa ha iscritto nell’albo dei santi i più piccoli bambini non martiri della sua storia. Della cugina Lucia, morta nel 2010, è in corso il processo di beatificazione.
Ciò che però i devoti di Fatima di tutto il mondo aspettavano non era solo la canonizzazione, dei veggenti, ma anche l’adempimento da parte del Papa di alcune delle richieste della Madonna, fino ad oggi inascoltate.

Messaggio di pace? Ne siamo proprio sicuri?



MA CHE QUARTO SEGRETO! DOPO IL VIAGGIO DEL PONTEFICE A FATIMA ANCHE I PRIMI TRE, CHI LI HA VISTI?

Ero curioso di sapere se in qualche modo – magari durante il volo di ritorno da Fatima – il Pontefice avrebbe toccato la questione del Terzo Segreto, e la vexata quaestio della pubblicazione del Terzo Segreto– completa o no – che è tornata di attualità di recente grazie ad alcune interviste e libri. Pensavo che forse qualche collega avrebbe buttato lì una domanda. Poi ho capito che non poteva essere; l’intervista registrata dal cardinale Parolin, Segretario di Stato, era chiara: “Credo che il messaggio di Fatima sia il messaggio centrale del cristianesimo, quello che stiamo vivendo soprattutto in questo periodo pasquale, cioè l’annuncio che Gesù è risorto, che Gesù è vivo, che Gesù è il Signore della storia. Si è tanto speculato e sì, forse si continua ancora a speculare sui segreti di Fatima, ma sono in un certo senso speculazioni inutili, perché quello che Fatima voleva dirci ce lo ha detto pubblicamente e apertamente. Ed è proprio questo il messaggio centrale della fede, della nostra fede cristiana, della nostra fede cattolica”.
E il messaggio era chiaro soprattutto ai colleghi sensibili al vibrare di umori e spifferi che aleggiano da Santa Marta e dintorni. Figuriamoci poi di eventuali sgradevoli illazioni su apostasia nella Chiesa che comincia dall’alto.

Farneticazioni del piccolo mondo bergogliano

Fatima secondo Francesco 


Il viaggio a Fatima poneva il papa davanti a una scelta. Nel luogo di una devozione spesso curvata  politicamente in senso anticomunista, c’era chi sperava che Bergoglio abbandonasse la sua teologia  della storia. Francesco infatti contempla il patimento degli innocenti come il crinale evangelico nel  quale il cuore dell’uomo decide fra l’indifferenza e la comunione col Cristo povero. Mentre la  devozione dei “segreti” aveva sempre valorizzato Fatima come il luogo che metteva al centro le  minacce contro la chiesa. Una lettura che andava da Pio XII, consacrato vescovo proprio il 13  maggio 1917, a Giovanni Paolo II che pensò di essere salvato nell’attentato del 13 maggio 1981,  sulla scorta dei “segreti” che Ratzinger avrebbe dimensionato come rivelazioni private e che dunque la chiesa riconosce senza obbligare nessuno a credervi. 

E forse non c’è nemmeno più fede..


La Chiesa e il Dio unico (ma non cattolico?)


Il cattolicesimo attraversa una crisi profonda e prolungata. La frequenza e la pratica religiosa sono in diminuzione, vittime di un declino che è anche demografico e anagrafico: nelle chiese si incontrano soprattutto persone anziane oppure giovanissimi, come se nella maturità insorgesse un rifiuto fisiologico. Ma persino le vecchiette che un tempo si incontravano ai rosari, magari anche per passare il tempo, ora sembrano distratte da altro: probabilmente dalla televisione, che nella fascia agée resta un mainstream potente, forse pure da Internet e dai social network, dove gli anziani sono meno infrequenti di quanto si pensi. Le chiese sono vuote e il patriarca di Venezia propone di destinare le meno frequentate ad altri utilizzi, seguendo una tendenza già in corso: a Bitonto, per esempio, nei giorni scorsi la splendida cattedrale è stata destinata a una serata culturale e tanti luoghi di culto, come Santa Maria in Trastevere, sono adibiti almeno occasionalmente a sala da pranzo o dormitorio per persone bisognose.

Nella Chiesa stessa la famiglia viene minata


Gay perseguitati e cristiani, trova le differenze anche sui media

Le persecuzioni del 2000. Quali e quante sono, siamo riusciti con le democrazie e lo spirito laico a rendere il mondo migliore, più aperto e libero? Andiamo a vedere i casi e scopriamo che i problemi ci sono, e che riguardano con stupore (anche dei media evidentemente che li ignorano), una precisa categoria: i cristiani. Eppure si parla tanto di gay. 

Tiramolla new?



                                         
                                                  https://youtu.be/b5x2YNOi3mg

Da Fatima a Medjugorie: i ’dubia‘ del Papa

Clamoroso sull'aereo di ritorno da Fatima: il Papa rivela il contenuto della commissione Ruini e si dice perplesso sulle presunte apparizioni attuali. Molto altro nella consueta intervista a 360°: l'accordo con i Lefevbriani vicino e il vescovo vestito di bianco: “Non ho scritto io la preghiera, sono stati i padri del santuario”.

La tempistica

12 maggio 2017 Lutero a Fatima





Se sembra impossibile dal punto di vista fisico, non lo è dal punto di vista ideale, perché ciò che conta è lo spirito che anima il pellegrino che si reca a rendere omaggio alla Madonna, nei luoghi in cui cento anni fa Ella apparve ai pastorelli per avvisare il mondo intero che senza penitenza e preghiera sul mondo sarebbe piombato inesorabile il castigo di Dio.

E lo spirito che anima il pellegrino Bergoglio che si reca a Fatima per il centenario sembra essere proprio lo spirito di Lutero.

Particolarmente osteggiate?

Ora LA CHIESA è giunta a ZITTIRE anche LA MADONNA!


Dopo la persecuzione ai Francescani dell'Immacolata (QUI) e all'Ordine di Malta (QUI), nonché ai tanti bravi sacerdoti ligi alla loro missione, come Don Minutella(QUI), ora la Chiesa ha imposto di TACERE anche a EDSON GLAUBER,veggente brasiliano con tanto di approvazione del vescovo locale monsignor Carillo Gritti, di origini bergamasche. (La storia di Itapiranga QUI).

È grazie alle sue rivelazioni che, attraverso l'interessante intervista e il servizio completo di Paolo Brosio – https://gloria.tv/video/vTk2svCkjTPP11ViBYgshdNrT – si è venuti a sapere che la Madonna gli ha confermato di essere realmente apparsa alla bimba di 7 anni, Adelaide Roncalli, a Ghiaie di Bonate (BG) negli anni '40 (ved. QUI e QUI), e a Fontanelle di Montichiari (BS) a Pierina Gilli (QUI).

Entrambe queste apparizioni italiane NON sono state accolte dalla Chiesa e particolarmente osteggiate; d'altronde rientrano nel novero di tutte le mariofanìe che negli ultimi 50 anni sono state bollate frettolosamente con la formula: "non consta la soprannaturalità degli eventi." (Cfr. anche QUI).


Si dice..


L’inferno di Fatima che convertì Salvador Dalí


Accanto alla presenza consolatrice di Maria, a Fatima Lucia, Francesco e Giacinta sperimentarono anche l’orrore dell’Inferno. Una visione che decenni più tardi avrebbe ispirato – e si dice convertito – anche Salvador Dalí.

«Essa ancora una volta aprì le Sue mani, come aveva fatto i due mesi precedenti. I raggi [di luce] apparvero per penetrare la terra e noi vedemmo come un vasto mare di fuoco e vedemmo i dèmoni e le anime [dei dannati] immersi in esso». Inizia così, nelle sue Memorie, la descrizione che suor Lucia fa della visione dell’Inferno così come mostrato dalla Vergine a lei, a Francesco e a Giacinta. Proprio quest’ultima, che al tempo aveva solo sette anni, fu particolarmente colpita dall’orrore di quanto le era apparso. Anche Lucia avrebbe in seguito ricordato come «deve essere stata questa visione a farmi piangere, come dice la gente che mi udì […]. Questa visione è durata solamente un attimo, grazie alla nostra buona Madre Celeste, che nella sua prima apparizione aveva promesso di portarci in Paradiso. Senza questa promessa, credo che saremmo morti di terrore e spavento».

sabato 13 maggio 2017

Fatimafobia

Le parrocchie italiane si impegnano per la Giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia

        


La scristianizzazione della società non provoca impegni del genere: dozzine di parrocchie italiane hanno deciso di essere in prima linea contro ciò che i benpensanti chiamano «l’omofobia». Così hanno architettato diverse iniziative per la Giornata mondiale di lotta contro l’omofobia e la transfobia, che avrà luogo il prossimo 17 maggio: veglie e incontri sono al centro dei preparativi per combattere «le discriminazioni»… e cambiare le mentalità nei confronti dell’omosessualità e di tutte le deviazioni che ne derivano.

Un’offensiva pro-Lgbt diretta da ecclesiastici molto gay-friendly e certamente ispirati dalle diverse prese di posizioni di Papa Francesco sull’argomento: più di una volta il pontefice argentino ha espresso dichiarazioni o compiuto delle azioni equivoche a favore del mondo arcobaleno. Dal suo «Chi sono io per giudicare?» alla sua richiesta di «accompagnare le persone che intraprendono un cambiamento di sesso», egli ha dato il via al grande cantiere per la trasformazione della dottrina della Chiesa su queste questioni morali.

Inimica vis


Vaticano okkupato

Il terrore è palpabile negli uffici della Curia Romana. Cellulari e caselle di posta elettronica dei suoi funzionari sono tenuti sotto controllo. I membri di interi dicasteri sono stati rinnovati in senso progressista, i loro titolari – se rimasti al loro posto – completamente esautorati. I vescovi del mondo vivono con l’incubo di una rimozione infamante per “negligenza” nel trattamento dei casi di abusi. I professori delle facoltà teologiche vengono sorvegliati e le loro lezioni passate al vaglio per verificare che siano in linea con il “nuovo corso”. Chierici e religiosi sono segnalati ai superiori, se parlano anche solo un po’ troppo del Papa; chi lo attacca pubblicamente (cosa che sotto Giovanni Paolo II e Benedetto XVI era all’ordine del giorno) è prontamente fatto a pezzi. Dal colle vaticano, dove regna un clima di sospetto e paura, alle estreme “periferie” della Chiesa Cattolica, dove può sparire chi non è omologato, ci si sente prigionieri di un vero e proprio regime totalitario. Non c’è che dire: è proprio la “chiesa della misericordia”…

La mia madonna non é la vostra!

 Il Papa a Fatima "rilegge" la Madonna
«Grande ingiustizia si commette contro Dio e la sua grazia, quando si afferma in primo luogo che i peccati sono puniti dal suo giudizio, senza anteporre – come manifesta il Vangelo - che sono perdonati dalla sua misericordia!». Forte il richiamo di Papa Francesco sulla spianata del Santuario di Fatima alla Cova da Iria, con una parola sul primato della misericordia che è risuonata davanti alla folla convenuta per la recita del Rosario in occasione del centenario delle apparizioni mariane che più hanno segnato la storia recente della Chiesa. 
Un viaggio breve quello di Papa Francesco a Fatima, è arrivato ieri pomeriggio alle 16,30 ora portoghese, e tornerà a Roma oggi, atterrando a Ciampino verso le 19 ora italiana. Un viaggio importante, a ricordo di quel 13 maggio 1917 in cui tre pastorelli, Lucia dos Santos e i suoi due cugini Francesco e Giacinta Marto, mentre pascolavano le pecore presso il terreno della Cova da Iria videro la Santa Vergine Maria. Fino al 13 ottobre di quello stesso anno, per sei volte, la Madonna apparve ai tre bambini, consegnando loro un messaggio per tutta l’umanità: l’urgenza di un ritorno a Dio degli uomini e delle nazioni, la preghiera e la penitenza.
QUALE MARIA?

Parole doppiamente strane

CHI O COSA E' MAESTRO DI VITA?

    Lo strano "storicismo" e i misteriosi piani della Divina Provvidenza di Giovanni XXIII: non è più l’uomo che s’innalza verso Dio è Dio che viene abbassato a forza al livello degli uomini perché la Sua altezza dà fastidio 
di Francesco Lamendola  




Nel suo discorso d’apertura del Concilio Vaticano II, il’11 ottobre 1962, Giovanni XXIII, fra le altre cose, polemizzava con i “profeti di sventura” che, nel tempo presente, “non sanno vedere altro che rovine e guai”, mentre non vedono “ i misteriosi piani della Divina Provvidenza”, e si fissano su ciò che va male, “quasi incombesse la fine del mondo”.
Parole strane, incongrue, dissonanti dalla retta dottrina e dallo stesso Magistero, e per vari motivi; primo fra tutti, perché il cristiano sa che la fine del  mondo verrà certamente, anche se non è possibile dire con certezza quando verrà; ma sa, comunque, perché lo ha insegnato Gesù Cristo, che occorre vegliare sempre e stare pronti a scorgere i segni, perché il regno di Dio verrà all’improvviso, portando con sé il Giudizio, e bisogna farsi trovare pronti e svegli, con la lucerna accesa, e non al buio, come gli sciocchi e gl’imprevidenti.

venerdì 12 maggio 2017

Dietro le quinte

FATIMA: Ecco perché SI NEGÒ la Richiesta di MARIA!


"Nulla vi è di nascosto che non sarà reso manifesto,
né di segreto che non debba essere conosciuto, 
poiché la Verità verrà annunciata dai tetti."
Lc. 12, 2-3


A cento anni dalle apparizioni più famose della storia, almeno per quanto concerne la presenza esorbitante di persone presenti al miracolo del sole, avvenuto il 13 ottobre 1917, ritengo giusto esporre alcune parti di resoconti e testimonianze, riportate in rete, riguardo alle inosservanze gravissime di cui si è macchiata la Chiesa di Roma nei confronti della Vergine Maria.

Questo, al fine di contribuire a fare chiarezza nei cuori e nelle menti di quanti, allo scadere di tale centenario, si domandano come mai la Consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato non sia stata ancora effettuata, così come l'intero svelamento del Terzo Segreto, nonostante l'annunciato pericolo di espansione planetaria del comunismo ateo, e di un'altra guerra (la seconda), seguita da persecuzioni e carestie.

Tutto cominciò a delinearsi nel 1948 quando Pio XII, iniziando a considerare l'idea di un Concilio generale, ne fu dissuaso ad opera di certi prelati progressisti per la sua intransigenza verso la dottrina Apostolica, sancita anche dall'enciclica "Humani Generis" che condannava le idee moderniste.

«Una leggerissima nuvoletta trovavasi davanti»

Pio XII e Fatima, l’appunto segreto sul “miracolo del sole”

Nella vigilia del Centenario della Prima Apparizione della Vergine a Fatima, rilanciamo questo contributo. Buon centenario!


Pio XII e Fatima, l’appunto segreto sul “miracolo del sole”

Tra le carte di Papa Pacelli il resoconto asciutto e notarile di quanto il Pontefice vide alla vigilia della proclamazione del dogma dell’Assunta, nel 1950: il globo solare roteava come accadde durante l’ultima delle apparizioni portoghesi


DI ANDREA TORNIELLI

CITTÀ DEL VATICANO
Fino a pochi anni fa era una vicenda conosciuta ma senza un fondamento documentale. Nel 1950, poco prima di proclamare il dogma mariano dell’Assunzione di Maria con il suo corpo in cielo al momento della morte, l’ultimo dei dogmi proclamati dalla Chiesa cattolica, Pio XII assistette a un fatto straordinario. Mentre passeggiava nei giardini vaticani vide più volte allo stesso fenomeno verificatosi il 13 ottobre 1917 al termine delle apparizioni di Fatima, quando la folla accorsa accanto ai tre pastorelli in una giornata di pioggia, ad un tratto vide il sole roteare e avvicinarsi: i presenti poterono fissare questa strana “danza” senza accecarsi. 

Pedagogia di lassù


OMAGGIO A GIACINTA, PICCOLA GUERRIERA.


Questa è un omaggio a Giacinta, intrepida bambina. Riguardo la sua foto, quella che scattò ai tre ragazzini non so quale nobiluomo che disponeva di un  apparecchio.

I tre guardano tutti aggrottati, come facevano i contadini davanti alla macchina fotografica una volta, prima che della civiltà dell’immagine, così da sembrare scontrosi, ma perché essendo il fotografo con le spalle al sole, loro erano abbacinati –  e intimiditi. Sono vestiti della festa, Francesco con un copricapo a maglia, le due ragazzine hanno la testa coperta non da un velo, ma da una specie di spessa copertina. Un’immagine da folklore.
Giacinta però spicca: è vistosamente la più piccolina di statura, avrà avuto otto anni, ha messo la mano sull’anca con un gesto di imperiosa, innata eleganza, e ci guarda dritto negli occhi, proprio noi. Lo sguardo e la bocca fermamente chiusa (tutti e tre nascondono segreti che non saranno rivelati se non decenni dopo: troppo intimi per parlarne, dirà la sopravvissuta) esprimono un sentimento preciso: determinazione. Determinazione di accettare anche questo «per i peccatori». Non fu il loro minor tormento, allora, vedersi circondati dalle folle, la curiosità degli estranei, le persone sconosciute che gli facevano domande indiscrete; sappiamo che Giacinta specialmente correva a nascondersi. Adesso, in posa, incantevole bambina, Giacinta offre anche questo sacrificio con assoluta determinazione.

Ma chi parla così, oggi?

       Il mistero di Fatima

Pensate un po’. Una mamma che prende tre suoi bambini, buoni e tranquilli, e mostra loro che cosa? L’inferno!
Con la mentalità di oggi, anno 2017, una mamma così sarebbe da denuncia per maltrattamenti. Cent’anni fa invece la Madonna si presentò a tre bambini, Lucia, Giacinta e Francesco, e non si fece tanti problemi: mostrò loro i dannati, le fiamme e tutto il resto.
Si dice spesso che in cent’anni il mondo è completamente cambiato, ma è completamente cambiata anche la Chiesa. Oggi parliamo di misericordia, apertura, tenerezza, bontà. Immaginiamo se a un parroco o a una suora venisse in mente di prendere tre bambini delle elementari e mostrare loro l’inferno, con tutti i dettagli spiattellati in primo piano. Le mamme dei pargoli insorgerebbero e sui giornali ci sarebbero polemiche a non finire.
E poi ci sono quelle parole della Madonna: «Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Molte anime vanno infatti all’inferno perché non c’è nessuno che preghi e si sacrifichi per loro».

Proprio anticristiano


Santi gay? Il problema sono gli atti non la tendenza

Il consulente del Vaticano Martin "spara": "Ci potrebbero essere santi gay in Paradiso". Che fare? Niente di eclatante: Il problema sono gli «atti», non la «tendenza». Anche gli eterosessuali devono astenersi da atti al di fuori del matrimonio. Lo stesso San Pier Damiani denunciava che anche nella Chiesa si era insinuato il vizio.

Le sorprese da un po’ di tempo a questa parte arrivano, chissà perché, dai gesuiti. Già papa Francesco, gesuita, ci ha abituati a uno stile diciamo così pop, con, ogni tanto, qualche affermazione a braccio che lì per lì può apparire sconcertante (e magari anche dopo). Poi il generale, addirittura, dei gesuiti, che ha affermato di non potersi conoscere le esatte parole di Gesù perché a quel tempo non c’erano i registratori. Ora arriva il terzo, James Martin, consulente della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede. E’ in carica da appena un mese e già ci comunica, via Facebook, quanto segue: «Una certa parte dell’umanità è gay. Anche una certa parte dei santi poteva esserlo. Potresti essere sorpreso quando in Paradiso verrai salutato da uomini e donne Lgbt».

Metodo o merito?

Nuova frattura in seno alla Fraternità San Pio X

                           

I decani della Fratenità che dissentono da Menzingen



Se c’è una cosa che procura particolare dispiacere ai fedeli cattolici tradizionali è la difficoltà in cui si è venuta a trovare la Fraternità San Pio X in questi ultimi anni, soprattutto a partire dalle alterne vicende relative alla tentata riconciliazione con il Vaticano.
Quello che addolora di più è vedere la Fraternità, che nonostante tutto è ancora un serio baluardo contro il dilagare dello sfacelo in seno al cattolicesimo odierno, frazionarsi gradualmente sempre a causa delle divergenze che continuano a sorgere tra i suoi membri e la dirigenza. Inutile chiedersi dove sta la maggiore responsabilità: di fronte al manifestarsi delle divergenze, ormai da più di cinque anni, ciò che conta sono le conseguenze più che le recriminazioni.

Il fatto evidente che nella Fraternità sia in atto, tra il corpo e la testa, una frattura latente che si manifesta ad ogni nuova occasione, sta a dimostrare che la sua conduzione non è come dovrebbe essere. E dal momento che il principale oggetto del contendere è questa contrastata riconciliazione col Vaticano, si deve pensare che non di metodo si tratti, ma di merito.