ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 19 settembre 2017

Fuga dalla verità


Intervista a S. E. Mons. Schneider su: Prof. Seifert, il Cardinale Caffarra e il dovere di resistere


Maike Hickson, 17 settembre 2017, Nota dell’editore: quanto segue è un’intervista al vescovo Athanasius Schneider, condotta dal Dr. Maike Hickson di OnePeterFive.     
Il vescovo Schneider è vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Astana, Kazakistan.
Maike Hickson (MH)Lei ha firmato, insieme al professore Josef Seifert (tra molti altri), l’Appello Filiale che conferma l’insegnamento tradizionale della Chiesa sul matrimonio. Il professor Seifert è stato ora rimosso dal suo arcivescovo spagnolo dalla sua cattedra Dietrich von Hildebrand presso l’Accademia Internazionale di Filosofia di Granada, Spagna – con l’esplicito riferimento avverso alla sua critica su alcune affermazioni contenute in Amoris Laetitia. Possiamo chiederle la sua risposta a una misura così punitiva, giustificata dall’argomentazione che il professor Seifert stava sconvolgendo l’unità della Chiesa cattolica e confondendo i fedeli?
Mons. Athanasius Schneider (BAS): il professor Josef Seifert ha compiuto un atto urgente e meritorio nel formulare domande critiche su alcune affermazioni palesemente ambigue contenute nel documento papale Amoris Laetitia, considerando che queste affermazioni stanno causando un’anarchia morale e disciplinare nella vita della Chiesa, un’anarchia che è sotto gli occhi di tutti e che, nessuno che ancora usi la propria ragione e abbia vera fede e onestà, può negare.

La misura punitiva contro il professor Seifert da parte di una autorità ecclesiastica non è solo ingiusta, ma rappresenta in definitiva una fuga dalla verità, un rifiuto di dibattito oggettivo e di dialogo, mentre, contemporaneamente la cultura del dialogo viene proclamata come un’importante priorità nella vita della Chiesa dei nostri giorni.

Chi spara ai corvi?


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Il documento su Emanuela Orlandi è un attacco a Papa Francesco? Fatti, commenti e ipotesi


Cosa si cela dietro le carte fatte uscire lunedì da Emiliano Fittipaldi sulla vicenda di Emanuela Orlandi? C’è una regia per attaccare Papa Francesco e le riforme in Curia? O è solo un’operazione effimera che, ancora una volta, nessun elemento di chiarezza porterà in una storia dolorosa per la famiglia della ragazza scomparsa nel 1983? La stampa italiana riserva titoli e analisi. Decisamente meno interesse, almeno fino ad oggi, da parte di quella anglosassone. Un dato che non si può non rilevare: non solo perché la vicenda Orlandi è sempre stata raccontata negli anni come uno dei nodi più misteriosi intorno al Vaticano. La madre di tutti i gialli veri e presunti all’ombra di San Pietro, con interconnessioni con le finanze d’Oltretevere e la malavita. Nonostante il luogo del “sequestro” della giovane figlia di un dipendente della Santa Sede sarebbe stato a Londra, dove sarebbero finiti mezzo miliardo di lire della Chiesa per il suo mantenimento, oltre Manica e negli Usa questa ultima pretesa svolta è affrontata al limite dell’indifferenza.

Sempre stata sullo stomaco


Il “genio femminile”


In un giornale, “trenta righe”, sono come un sigaro toscano e una medaglia di cavaliere: non si negano a nessuno. Sono perfette per i primi balbettii di un praticante, per i funambolismi del vecchio cronista, per l’elzeviro del professore un po’ dandy e per l’editoriale del direttore. Dunque bastano anche a noi per dare un taglio veloce ed esaustivo a questa rubrica che commenta quanto accade dentro e fuori la Chiesa. Ma per favore, anche se la forma non è più quella della risposta alle vostre lettere, continuate a scrivere. Gli spunti migliori vengono sempre da voi.
Alessandro Gnocchi
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KillerPaglia

Tanti saluti a Wojtyla e Caffarra. Con Francesco si cambia famiglia


Il terremoto che ha cambiato faccia alla Pontificia Accademia per la Vita ha colpito anche l'istituto di studi sul matrimonio e la famiglia creato da Giovanni Paolo II e con suo primo preside il teologo e poi cardinale Carlo Caffarra.
Da oggi questo storico istituto è stato azzerato e sostituito da un altro istituto con nome diverso.

Redde rationem villicationis tuae

Verso la profanazione dell’eucarestia? Quali conseguenze per l’umanità?

Verso messe ecumeniche con Valdesi, Ortodossi, Anglicani e Luterani: la profanazione della Santa Messa,in ossequio a Lutero 
di Patrizia Stella 
Verso messe ecumeniche in ossequio a Lutero




  



   
    

 Verso messe ecumeniche                                         
Verona, Roma di Patrizia Stella - Quello che molti di noi speravano non arrivasse mai, si è invece avverato (o almeno così pare – Ndr): Bergoglio con una lettera apostolica in forma di Motu proprio "Magnum Principium", Quibus nonnulla in can.838 Codici Juris Canonici immutantur, 09.09.2017”, sulla base del lavoro di una commissione di Vescovi ed “esperti” da lui istituita,
                                      ha modificato detto Canone
  riguardante la pubblicazione dei testi liturgici e la loro futura applicazione,
              allo scopo di favorire la partecipazione di tutti alla liturgia.
In pratica si tratta delle già annunziate "Messe ecumeniche" da celebrare insieme a Valdesi, Ortodossi, Anglicani e Luterani dove, in nome di una falsa unità,
                                   vengono cambiati i testi liturgici
        e "modificate" le Parole di Gesù al momento della Consacrazione,
          "conditio sine qua non" perchè si realizzi la Transustanziazione

Oh my God (o Gadu?)!

Fra linguaggio inclusivo e banalità



A qualcuno il problema delle traduzioni bibliche e liturgiche, affrontato nel post della settimana scorsa, a seguito della pubblicazione del motu proprio Magnum principiumpotrebbe apparire una questione di lana caprina; primo, perché si tratta di traduzioni (e si suppone che queste siano affidate ad esperti); secondo, perché, in fondo, cambia ben poco (invece di recognoscere, la Santa Sede si limiterà d’ora in poi a “confermare” le traduzioni, già approvate dagli episcopati nazionali). Per dimostrare che, invece, si tratta di una questione di non poco conto, prenderò un esempio dalla liturgia odierna. Prima lettura: prima lettera di San Paolo a Timoteo 2:1-8; vangelo: Luca 7:1-10. Farò riferimento alle traduzioni inglesi rispettivamente del Lezionario e del Messale Romano, che sono state entrambe condotte sulla base dell’istruzione Liturgiam authenticam (2001) e che, in base al recente motu proprio, potrebbero essere riviste.


La Chiesa Cattolica non è un’Onlus ?


Immigrazione e ius soli: il papa torni a fare il papa

Già speravamo in un cambio di rotta. Bergoglio, di ritorno dalla Colombia, era parso più moderato del solito in merito al suo cavallo di battaglia preferito: l’immigrazione incontrollata. «Un governo – aveva detto – deve gestire questo problema con la virtù propria del governante, cioè la prudenza. Cosa significa? Primo: quanti posti ho? Secondo: non solo riceverli, ma anche integrarli».
Noi però stavamo in campana, perché sperare è una bella cosa, ma conoscendo i nostri polli temevamo che le prudenti parole del papa, a conti fatti, non significassero granché. Ed effettivamente, su Repubblica, giornale preferito di Bergoglio, è comparsa la notizia di un patto segreto tra Gentiloni e il Vaticano per far annegare definitivamente questo sventurato paese: approvare lo ius soli in fretta e furia. “Missionario” inviato per questo delicato incarico, monsignor Rino Fisichella, che avrebbe l’arduo compito di forzare la mano al tetragono Angelino Alfano.

I “divisivi”


"Avvenire", ormai è solo ideologia

Avvenire di domenica scorsa ha stupito i lettori con una copertina apposita per spingere politicamente per l’approvazione della legge sullo ius soli. Una copertina che avvolgeva il giornale come si fa per i grandi eventi o per le grandi battaglie. Completava il quadro un editorialone del direttore. Qualsiasi cattolico che avesse delle perplessità di qualsiasi genere su questo disegno di legge è stato così indotto o a temere di non essere cattolico oppure a non rinnovare l’abbonamento ad Avvenire. In ogni caso la copertina divideva i cattolici, sia tra di loro che rispetto ad Avvenire. Ne valeva la pena?

lunedì 18 settembre 2017

Fatima è ancora da compiersi

PROFEZIE DI SANTA  ILDEGARDA DI BINGEN – IL SUO VOLTO ERA COSPARSO DI POLVERE IL VESTITO STRAPPATO…


– Il volto della Chiesa “cosparso di polvere”, il suo vestito “strappato” –
«Nell’anno 1170 dopo la nascita di Cristo ero per un lungo tempo malata a letto. Allora, fisicamente e mentalmente sveglia, vidi una donna di una bellezza tale che la mente umana non è in grado di comprendere. La sua figura si ergeva dalla terra fino al cielo. Il suo volto brillava di uno splendore sublime. Il suo occhio era rivolto al cielo. Era vestita di una veste luminosa e raggiante di seta bianca e di un mantello guarnito di pietre preziose. Ai piedi calzava scarpe di onice. 
Ma il suo volto era cosparso di polvere, il suo vestito, dal lato destro, era strappato. Anche il mantello aveva perso la sua bellezza singolare e le sue scarpe erano insudiciate dal di sopra. 

Sollevò il coperchio della pentola


OTTUSI IERI O IMPAZZITI OGGI

Erano ottusi allora o sono impazziti adesso? C’è una domanda che inquieta coloro che hanno assistito alla stupefacente metamorfosi della Chiesa negli ultimi 50 anni:"ne hanno davvero coscienza costoro di quel che hanno fatto?"
di Francesco Lamendola   

 

C’è una domanda che inquieta, e non può non inquietare, coloro i quali hanno assistito alla stupefacente metamorfosi della Chiesa cattolica nell’arco degli ultimi cinquant’anni, e hanno visto gran parte del clero passare a dire e fare tutta una serie di cose che prima sarebbero state semplicemente inconcepibili; hanno visto monsignori e sacerdoti, e da ultimo anche il papa, arrivare a dire e fare delle cose che sono l’esatta antitesi di ciò che dicevano e facevano i loro predecessori di mezzo secolo fa; che hanno visto, infine, e vedono ogni giorno, tutto questo vasto mondo di persone che si dicono cattoliche, dai teologi che insegnano nelle Facoltà universitarie fino all’ultimo credente che pratica, bene o male, la sua religione, andare continuamente a caccia di novità, di “svolte”, di ”riforme”, e inventarsi senza posa qualche ulteriore “progresso”, in modo da spostare sempre più avanti il baricentro della Chiesa, con la pretesa di modificare, dopo la liturgia, la stessa dottrina, e, incredibile a dirsi, di fabbricarsi una “fede” nuova di zecca, la quale, benché a parole lo neghino, è ben differente da quella dei loro padri, anzi, per dirla tutta, è qualcosa di completamente diverso, se non addirittura la sua antitesi radicale e inconciliabile. Ora, la domanda è questa: Ma hanno davvero coscienza, costoro, e specialmente i più anziani, i preti di una certa età, i religiosi coi capelli bianchi, i fedeli ormai pensionati e nonni con figli e nipoti, hanno davvero coscienza di quel che hanno fatto e che continuano a fare? 

Il titolo corretto..


Che sia «fake news»? Nuovo ‘Credo’ della Chiesa Universale    

Il titolo corretto non è quello sopra riportato, ma non può che essere questo: “CREDO UNIVERSALE DELLA NUOVA (FALSA) CHIESA” …   
    
L’altro giorno il sito del Sussidiario riportava la seguente notizia: “NUOVO ‘CREDO’ DELLA CHIESA UNIVERSALE” (QUI). Secondo il prof. Melloni nel prossimo incontro in Italia con il Patriarca Bartholomeos verrà donata dalla Chiesa una diversa traduzione della preghiera del Credo che supererebbe così le divisioni tra Occidente e Oriente. In sostanza un nuovo “Credo” per provare ad andare incontro alle “richieste ed esigenze” delle “due grandi Chiese cristiane mondiali”, ma in realtà della Grande Chiesa Massonica Universale.

Ma è tutto così liscio?


Outing di Francesco sulla #psicoanalisi

«Oggi non si tratta più di poli opposti, e la cosiddetta «confessione» di papa Francesco 
rientra serenamente nella realtà di una Chiesa in vera «in uscita» dalle certezze mondane 
e non evangeliche.» Ma è tutto così liscio?
Da tempo su CulturaCattolica.it il confronto è serio e aperto
     
Finalmente! Il 5 Settembre 2017 viene segnalato un problema importante. A parlare è Matteo Sacchi, editorialista de Il Giornale, che s’interroga sul rapporto tra la psicoanalisi e la Chiesa Cattolica. “Embè?” potrebbe mugolare qualcuno. In effetti la questione si presenta con sfumature vintage: non è forse un argomento trito e ritrito? Magari fosse così. Che Dio esista e curi amorevolmente ognuno di noi è una verità indelebile, conoscibile anche attraverso la ragione. Ma quante mattine capita di andare al lavoro senza neanche averci pensato? Le cose più ovvie, purtroppo, rischiano di essere anche le meno riflesse. 

Chiesa sinistra al potere

PEZZO GROSSO E LO JUS SOLI. DOPPIO CAOS POLITICO E VATICANO. NOSTALGIA DELLE ARTICOLESSE DI DENUNCIA SULLE INTERFERENZE VATICANE.

C’era da aspettarselo: la storia dello Jus Soli, il pressing che alcuni pezzi di sinistra e di governo, e del Vaticano fanno per approvare prima delle elezioni una legge di cui moltissimi non sentono il bisogno, ha solleticato l’attenzione di Pezzo Grosso. Che ha scritto sul neo-collateralismo ormai evidente (ai tempi della DC erano bazzecole, al confronto) fra pezzi di Chiesa al potere e la sinistra al potere. Le unioni civili, con la legge Cirinnà-Galantino (permettete che si scherzi!) erano solo l’antipasto; e ormai con i giudici che approvano step-child adozioni a tutto andare se ne sono visti i frutti. Una volta – ai tempi di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI se tanto tanto qualche uomo di Chiesa sfiorava un tema che avrebbe potuto avere riferimenti politici fioccavano gli editoriali e le condanne sulle “Interferenze” e gli interventi “A Gamba Tesa”. Adesso, chissà perché, tutti zitti…Ma ecco Pezzo Grosso:

E loro pagano..o pregano?


1. “483 MILIONI DI LIRE SPESI DAL VATICANO PER L'ALLONTANAMENTO DI EMANUELA ORLANDI”
2. UN DOCUMENTO CHOC ESCE DALLA SANTA SEDE E FA PARTE DEL LIBRO-INCHIESTA DI EMILIANO FITTIPALDI: SI TRATTA DI MATERIALE DI ACCOMPAGNAMENTO A UNA SERIE DI FATTURE E ALLEGATI DI QUASI 200 PAGINE CHE PROVEREBBERO LE SPESE SOSTENUTE PER LA ORLANDI DAL '83 AL '97
2. SE IL DOCUMENTO FOSSE VERO, APRIREBBE SQUARCI CLAMOROSI SULLA VICENDA DELLA RAGAZZINA SCOMPARSA. SE FOSSE UN FALSO, SAREBBE L’INIZIO DI UN NUOVO VELENOSISSIMO SCONTRO DI POTERE ALL'INTERNO DELLA CURIA, MAI DAVVERO DOMATA, DA PAPA FRANCESCO 

Non è un concetto logico?


Il mito del "pueblo". Francesco svela chi glielo ha raccontato

Quella di essersi affidato per sei mesi a una psicoanalista ebrea non è l'unica rivelazione inedita fatta da papa Francesco al suo intervistatore Dominique Wolton, nel libro uscito in Francia ai primi di settembre.
A metà del primo capitolo Jorge Mario Bergoglio fa anche per la prima volta il nome dell'antropologo che gli ha ispirato la sua concezione di "popolo":
"C'è un pensatore che lei dovrebbe leggere: Rodolfo Kusch, un tedesco che viveva nel nordovest dell'Argentina, un bravissimo filosofo e antropologo. Lui ha fatto capire una cosa: che la parola 'popolo' non è una parola logica. È una parola mitica. Non si può parlare di popolo logicamente, perché sarebbe fare unicamente una descrizione. Per capire un popolo, capire quali sono i valori di questo popolo, bisogna entrare nello spirito, nel cuore, nel lavoro, nella storia e nel mito della sua tradizione. Questo punto è veramente alla base della teologia detta 'del popolo'. Vale a dire andare con il popolo, vedere come si esprime. Questa distinzione è importante. Il popolo non è una categoria logica, è una categoria mitica".
E poche pagine più avanti Francesco torna sull'argomento per rimproverare a "L'Osservatore Romano" di aver travisato il suo pensiero:
"L'ho detto e lo ripeto: la parola 'popolo' non è un concetto logico, è un concetto mitico. Non mistico, ma mitico. […] Una volta avevo detto 'mitico' e all'Osservatore Romano si sono involontariamente sbagliati nella traduzione, parlando di 'popolo mistico'. E sapete perché? Perché non hanno capito ciò che significa il popolo mitico. Si sono detti: No, è il papa che si è sbagliato, mettiamo 'mistico'!".

L' «evoluzione teologica»?

Se la Chiesa non fa più politica
sarà la politica a zittire la Chiesa



Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera di venerdì scorso offre un’importante ma piuttosto sofisticata spiegazione sulla fine del messaggio cristiano a prestarsi a divenire politico. In pratica sulla fine dell’influenza della Chiesa cattolica sulla politica.

Galli della Loggia, storico e finissimo intellettuale, non propone certamente un simile messaggio fine a sé stesso. Vediamo però se ho ben capito. A supporto delle sue affermazioni porta varie ragioni di carattere geopolitico sui grandi cambiamenti di potere che necessariamente hanno influenzato le esigenze sociali di morale religiosa, e quindi il ruolo della religione cattolica (e della Chiesa), che non può pertanto pretendere più di essere parte di una «religione civile» (da sempre avversata dal laicismo), sacralizzando in qualche modo alcuni valori politici. Tanto che l’attuale Pontefice (suppongo differentemente dal predecessore) avrebbe assunto come principale direttiva strategica, al fine di assicurare alla Chiesa cattolica «presenza sociale», il comandamento della Misericordia (che nella prassi si deve intendere: diritti umani), rinunciando così ad altri ruoli politici.
Ma nell’ambito della cura dei diritti umani la Chiesa compete con istituzioni internazionali (Onu soprattutto) e dovrebbe venire a patti con personaggi misteriosi che hanno valori «lievemente» differenti (tipo George Soros).

domenica 17 settembre 2017

Metodi da Scientology, diremmo..

Bergoglio: una carriera e le sue macerie – 2

“Sono un po’ furbo, mi so muovere”, ha detto una volta di sé Bergoglio.  “Sa gestire molto bene i fili del potere”, ha confermato padre Eduardo de la Serna, del Segretariato di Cura per i poveri, che lo ha conosciuto bene.  Come e con quali metodi, lo ha spiegato Alejandro Brittos, un giornalista argentino che ha condotto un’inchiesta sul passato di Francesco, a cui ha dato il titolo: “Come l’“umile” Bergoglio preparò la scalata ai vertici della Chiesa”.   E’ un articolo da leggere integralmente,  perché è anch’esso a modo suo un referto. Ne  riporto l’essenziale:
Come provinciale della Compagnia gesuitica  e come rettore del Colegio Màximo di Buenos Aires,  “nel giro di poco tempo, il futuro papa poté esibire al resto della Compagnia e della Chiesa i suoi successi:  Mentre nel mondo il numero di giovani che aderivano agli studi sacerdotali diminuiva, nella provincia argentina andava crescendo”.
Solo che “alcuni dei novizi di allora ricordano con dolore quella tappa. In una lettera inedita che è stata scritta recentemente da due di loro si legge: “Esisteva una chiara politica di reclutamento dei giovani. Si aveva bisogno di loro per fondare una nuova provincia. […] Si approfittò dell’età vulnerabile di quei ragazzi, in realtà poco più che bambini, per fini personali”  – Con metodi di “ manipolazione degli affetti con l’obiettivo di influire nel comportamento”,   ragazzi spesso tredicenni venivano instradati al sacerdozio così: “Nella pratica, si cercava di fare in modo che i novizi perdessero i vincoli affettivi con le proprie famiglie, con gli amici e in generale con tutte le relazioni private”.

A pedate dove non batte il sole.


Ecco i nuovi successori degli Apostoli nella chiesa arcobaleno di Bergoglio” 
Solo una piccola lista di quelli che dovrebbero essere i “successori” degli Apostoli nei nostri giorni:
– Il Vescovo di Palermo -alias vescovo in bicicletta- (http://blog.messainlatino.it/2016/04/palermo-larcivescovo-in-bici-nel.html);
– Il Vescovo di Cosenza – alias vescovo della tarantella- (https://www.youtube.com/watch?v=t7mb7YIrNYA);

I cattolici della strada

I fedeli in rivolta stoppano l'omoeretico Martin




Negli Stati Uniti i cattolici qualsiasi, i cattolici della strada, si sono fatti sentire e hanno impedito con le loro proteste che istituzioni di rilievo del mondo cattolico dessero spazio al gesuita James Martin, autore di un libro (Building a bridge) che viene visto dai suoi critici come una forma di appoggio al modo di vita LGBT. James Martin è stato nominato da mons. Dario Viganò, per ragioni che non ci è dato di conoscere, come consultore dell’istituzione che gestisce l’informazione della Santa Sede. James Martin è noto per le sue esternazioni filo LGBT.

Una ‘rivoluzione di tenerezza’

Cosa ha detto Papa Francesco che ha cambiato la vita di Hillary Clinton?

Il discorso del Pontefice al Ted è stato un momento rivoluzionario per l'ex First Lady, uscita provata dalla sconfitta contro Trump
DON EMMERT / AFP 

Dopo la cocente delusione prodotta dai risultati del voto per le presidenziali, Hillary Clinton poteva fare due cose: “arrendersi all’amarezza oppure aprire di nuovo il suo cuore alla gentilezza e all’amore”. Ha scelto la seconda ma, forse, se non fosse stato per papa Francesco non avrebbe mai virato verso il meglio. E probabilmente Bergoglio non lo ha mai saputo fino a quando non lo ha raccontato la stessa ex First Lady nel libro di memorie intitolato “What’s Happend”, appena pubblicato in America con l’editore Simon & Schuster.

La neolingua tradisce la neochiesa


LA "NEO" CHIESA DELLE PERIFERIE

La totale inconsistenza teologica della neochiesa del gesuita Bergoglio: ma che cos’è questa "Chiesa delle periferie"? forse esiste una "Chiesa del centro"? Come nel caso dei "Preti di strada" la neolingua tradisce la neochiesa 
di Francesco Lamendola  

 

Francesco, il papa delle periferie: è lo slogan più amato, o uno dei più amati, dai fan di questo papa. È già abbastanza triste che un papa abbia dei fan, come una qualsiasi popstar; che i cattolici abbiano voglia di essere fan del papa, piuttosto che cercar di essere dei veri seguaci di Gesù Cristo; che la figura del papa venga oltremodo spettacolarizzata, mentre della dimensione trascendente delle fede non si parla quasi più. Ma non basta: bisognava anche inventarsi la retorica sulla Chiesa delle periferie. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda dei preti di strada: la neolingua tradisce la neochiesa. 
L’espressione preti di strada non è solamente brutta, è quasi blasfema. 

«È sempre Chiesa di Cristo e non di Pietro»?

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Le parole di Pietro

Le numerose e sempre vivaci reazioni a quanto Francesco dice durante le conferenze stampa sui voli di rientro dai viaggi apostolici internazionali (l’ultimo, quello dalla Colombia),  spingono ad alcune riflessioni sul modo di comunicare del papa e sulla portata delle sue opinioni personali. Indagine che si lega da un lato alla questione del rilievo assunto dalla figura papale nella sfera pubblica, dall’altro a un’analisi degli autentici compiti  del successore di Pietro.