ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 29 novembre 2017

Recitano una macabra sceneggiata..


LA MANIPOLAZIONE DI DIO


La Chiesa vuole innalzare l’uomo fino a Dio, la neochiesa vuole abbassare Dio e l’uomo. Dentro la vera Chiesa si è insediata una chiesa falsa, eretica e apostatica che ha tuttavia l’ardire di spacciarsi per quella vera 
di Francesco Lamendola   



Ormai è divenuto evidente, purtroppo, che dentro la vera Chiesa si è insediata una chiesa falsa, eretica e apostatica, la quale tuttavia ha l’ardire di spacciarsi per quella vera: una neochiesa che è fonte di errori e che spinge i cattolici nella direzione opposta a quella che conduce al vero Dio. E il pericolo per le anime, oltre che lo scandalo continuo e la confusione sempre più dilagante, è divenuto gravissimo. Se volessimo sintetizzare in una formula breve, ma chiara ed incisiva, ciò che permette di riconoscere la vera Chiesa cattolica da quella falsa, potremmo dire così: lo scopo della vera Chiesa è quello d’innalzare gli uomini fino a Dio, il nostro Signore Gesù Cristo; l’obiettivo della neochiesa, invece, è esattamente l’opposto: degradare il sacro e abbassare Dio al livello dell’uomo, non per redimerlo, ma per scusarlo nei suoi peccati – ovvero, naturalmente, per dargli l’illusione che i suoi peccati siano scusati e giustificati - senza bisogno né di un vero pentimento, né di un cammino di conversione. Il che significa abbassare anche l’uomo. La neochiesa, davanti al peccatore, dice, con un sorriso furbo: Chi sono io per giudicare?, e intanto se ne lava le mani. Ma Gesù non agiva in tal modo; Gesù giudicava, eccome, non per durezza o per il gusto di affaticare e umiliare l’uomo, ma per salvarlo. Alla donna adultera, sorpresa in flagrante adulterio e minacciata di lapidazione dalla folla, Egli rivolge queste semplici, ma chiarissime parole:Nemmeno io ti giudico; ora vai, ma non peccare più! Gesù chiama l’adulterio “peccato”, e le raccomanda di non ricadervi. Ma non peccare più: questa seconda frase della sua raccomandazione, nel linguaggio della neochiesa, chi sa come, sparisce, forse dentro qualche cappello di prestigiatore, o in qualche doppio fondo della valigia; e resta solo la prima: Io non ti giudico.

Due pesi e due misure


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I “SILENZI” DI PIO XII ED I “SILENZI” DI FRANCESCO I 


I “SILENZI” DI PIO XII ED I “SILENZI” DI FRANCESCO I
Nota sul diverso destino di Papa Pacelli e Papa Bergoglio
Ieri – è notizia data da tutti i tg – Papa Francesco in Birmania ha fatto un discorso contro le persecuzioni etniche e religiose, senza nominare la minoranza islamica perseguitata in quel Paese, attualmente governato in condominio dalla sua Premier, nobel per la Pace, e dai militari al potere da sessant’anni. I tg hanno commento il “silenzio” del Papa regnante – ossia il fatto che non ha menzionato esplicitamente la minoranza mussulmana perseguita – osservando che ragioni diplomatiche e di opportunità, per non inasprire la situazione già difficile, hanno consigliato Papa Bergoglio a dire sottendendo. Tanto – hanno affermato i giornalisti di commento – tutti hanno capito lo stesso a cosa ed a chi si riferiva il Papa.
Ebbene, nel 1943, nel suo radiomessaggio natalizio, Papa Pio XII deplorò “la persecuzione di tanti per la sola ragione della loro appartenenza ad un stirpe“. Le notizie che si avevano di quanto stava accadendo in Germania erano del tutto frammentarie e nessuno, neanche le diplomazie occidentali, avevano sicuri riscontri del genocidio in atto. Si avevano solo notizie di massacri, di imprecisata consistenza, e di deportazioni. Era già accaduto, un anno prima, che i vescovi olandesi avevano pubblicamente criticato i metodi della Gestapo contro gli ebrei con il risultato che i nazisti, penetrando nei conventi, deportarono, per rappresaglia , anche gli ebrei convertiti al Cattolicesimo. Tra i quali la nota mistica e filosofa Edith Stein che si era fatta monaca. Fu per questo che i vescovi polacchi sconsigliarono a Papa Pacelli di fare una denuncia pubblica troppo esplicita.

Nei momenti più critici della storia

Il significato straordinario del messaggio profetico di Fatima



Il 7 ottobre 2017, nel Santuario della Madonna delle Grazie di Montenero, Livorno, in occasione del decimo pellegrinaggio del Coordinamento toscano Summorum Pontificum, il vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana S.E.R. Monsignor Schneider ha dato una conferenza dal titolo: Il significato straordinario del messaggio profetico di Fatima.
di S.E. Mons. Athanasius Schneider ORC*
L’ineffabile sapienza e misericordia della provvidenza divina dona ad ogni epoca della storia umana e della storia della Chiesa quei mezzi d’aiuto, che sono più necessari per sanare le piaghe spirituali e salvare gli uomini da grandi disastri spirituali e materiali. Di solito Dio interviene nei momenti più critici della storia umana e sacra per mezzo di quelle profezie autentiche che sono esaminate ed accettate dalla Chiesa. Tali interventi divini sono avvenuti nel corso della storia della Chiesa e avverranno fino alla fine del tempo.

Le grandezze del Signore

NOVENA ALL'IMMACOLATA CONCEZIONE (29 novembre - 7 dicembre) IN PREPARAZIONE ALLA SOLENNITA'

        

Immacolata Concezione della beata Vergine Maria, che veramente piena di grazia e benedetta tra le donne, in vista della nascita e della morte salvifica del Figlio di Dio, fu sin dal primo momento della sua concezione, per singolare privilegio di Dio, preservata immune da ogni macchia della colpa originale, come solennemente definito da papa Pio IX, sulla base di una dottrina di antica tradizione, come dogma di fede, proprio nel giorno che oggi ricorre.

I° GIORNO: INVOCAZIONE D'AIUTO A MARIA

O Vergine Immacolata, primo e soave frutto di salvezza, noi ti ammiriamo e con Te celebriamo le grandezze del Signore che ha fatto in Te mirabili prodigi. Guardando Te, noi possiamo capire ed apprezzare l'opera sublime della Redenzione e possiamo vedere nel loro risultato esemplare le ricchezze infinite che Cristo, con il suo Sangue, ci ha donato. Aiutaci, o Maria, ad essere, come Te, salvatori insieme con Gesù di tutti i nostri fratelli. Aiutaci a portare agli altri il dono ricevuto, ad essere "segni" di Cristo sulle strade di questo nostro mondo assetato di verità e di gloria, bisognoso di redenzione e di salvezza. Amen. 3 Ave Maria

La stoffa di un Vicario di Cristo?

IL PAPA DITTATORE: UN LIBRO SUL PONTIFICATO DI JORGE MARIO BERGOGLIO. UNA LUCIDA SCALATA AL POTERE.


 Da qualche giorno è presente su Amazon un libro il cui titolo dice già tutto: “Il Papa dittatore”. L’autore è Marcantonio Colonna, che viene descritto come un laureato a Oxford, con una profonda esperienza nel campo della ricerca storica, e in altri campi. Vive a Roma dall’inizio del pontificato di papa Bergoglio, e ha – dice la breve biografia che accompagna l’opera – “stretti contatti con molte persone che lavorano in Vaticano”. 

Essi stanno mentendo


LA NUOVA RELIGIONE DEL DIALOGO

È un non senso il “dialogo” fra Cristo e mondo. Oggi pare che dialogare sia il supremo dovere, anzi, la naturale ragion d’essere di quanti si dicono seguaci di Gesù Cristo: Lui però "il Maestro" non dialogava bensì insegnava 
di Francesco Lamendola  





Da molto, troppo tempo, i teologi neomodernisti ci rintronano gli orecchi con la parola “dialogo”, e il clero della neochiesa dietro ad essi, ripetendolo sempre più forte, come un mantra, martellandocela a un punto tale che molti fedeli, in buona fede, avendola sentita ripetere un milione di volte, fin da quand’erano bambini, hanno finito per crederci, anzi, per ritenerla una delle cose più normali, nonché più belle e buone, che un cattolico possa fare: “dialogare” col mondo. Pare infatti che il cattolicesimo, grazie a questo coro assordante, ma sempre più stonato, sia, per definizione, la “religione del dialogo”; e pare che “dialogare” sia il supremo dovere, anzi, la naturale ragion d’essere di quanti si dicono seguaci di Gesù Cristo. Strano, perché nei quattro Vangeli e in tutto il Nuovo Testamento la parola e il concetto del dialogare non ricorrono affatto. Gesù non era un Socrate della Palestina e non si dilettava per niente a dialogare con la gente. Nossignore: Gesù era un maestro spirituale, era – per chi crede in Lui – il Maestro; e quel che faceva con la gente, non era affatto dialogare, bensì insegnare, il che è una cosa molto, ma molto diversa.

La chiesa universale prega per bocca dei suoi figli

 Le ragioni del ritorno del latino in chiesa

Da milleseicento anni la lingua ufficiale della Chiesa cattolica romana è il latino, come della Chiesa di Costantinopoli è il greco antico, di quella di Mosca lo slavo ecclesiastico, dei luterani il tedesco medievale. Il latino è quindi anche la lingua della liturgia romana, come di altre liturgie occidentali: segno di unità ecclesiale che travalica tempo e spazio, perché collega le generazioni cristiane dai primi secoli sino ad oggi, e perché permette a tutti i cattolici di unirsi in una sola voce; è la chiesa universale che prega per bocca dei suoi figli senza distinzione di razza e cultura.

Che cosa è successo con la riforma liturgica? Per quanto siano stati tradotti nelle lingue parlate, molti testi liturgici non si potevano rendere con la stessa efficacia; per non parlare del canto gregoriano e polifonico legato ad esso. Inoltre, la tesi in sé positiva dell’inculturazione della liturgia in un luogo e cultura - per la quale fu promulgata l'Istruzione Varietates legitimae, da leggere complementariamente a Liturgiam authenticam - non può offuscar l’altra che la precede e la segue: la liturgia deve esprimere l’unità e la cattolicità della Chiesa. Joseph Ratzinger osservava che tradurre la liturgia nelle lingue parlate sia stata una cosa buona, perché dobbiamo capirla, dobbiamo prendervi parte anche con il nostro pensiero, ma una presenza più marcata di alcuni elementi latini aiuterebbe a dare una dimensione universale, a far sì che in tutte le parti del mondo si possa dire: "io sono nella stessa Chiesa" …per avere una maggiore esperienza di universalità, per non precludersi la possibilità di comunicare tra parlanti di lingue diverse, che è così preziosa in territori misti. Col latino i sacerdoti possono dire messa per qualsiasi comunità nel mondo ed essere compresi.

Gran Maetro dell'Oriente

Discorso del Gran Maetro dell'Oriente di Roma
in occasione della sua visita a Nay Pyi Taw,capitale del Myanmar 28 novembre 2017


Pubblichiamo il discorso pronunciato dal Dott. Jorge Mario Bergoglio,
nell'incontro di benvenuto con le Autorità del Myanmar
svoltosi all'“International Convention Centre” della capitale Nay Pyi Taw

martedì, 28 novembre 2017
I lettori ci perdoneranno la licenza di un titolo tanto ironico, ma la nostra intenzione è di mettere in risalto la totale acattolicità di questo intervento del vescovo di Roma, nel quale il Dott. Bergoglio, biancovestito, non solo non parla di Dio, limitandosi a parlare genericamente di “religioni”, ma elenca una serie di obiettivi, non tutti lodevoli, che sono propri della Massoneria universale e del suo relativo strumento: il Nuovo Ordine Mondiale; nei cui confronti  il cattolicesimo avrebbe solo il ruolo di collaboratore.


Signora Consigliere di Stato,
Onorevoli Membri del Governo … bla, bla, bla…

martedì 28 novembre 2017

Se le parole hanno un senso


EPPURE LO AVEVANO DETTO


L'intervista sul Concilio e le affermazioni sempre più ambigue o scioccanti di altissimi esponenti del clero, sedicente cattolico: "Si direbbe che costoro si ritengano degli iniziati, membri di una chiesa che non è la nostra" 
di Francesco Lamendola   


  

Nel libro-intervista che Jean Guitton ha pubblicato con il titolo Il secolo che verrà (Le siècle qui s'annonce; traduzione di Antonietta Francavilla, Milano, Bompiani, 1997, pp. 141 sgg.), in cui risponde alle domande di Philippe Guyard, parlando del Concilio Vaticano II e del cardinale Newman, di cui era un grande ammiratore e che considerava come il precursore di quell'evento, il filosofo francese, fra l'altro, diceva: 
Penso che il Concilio attuale, nei tempi futuri, considererà con ragione che il personaggio che lo ha più ispirato e meglio spiegato a quelli che non lo comprendono sia il cardinale Newman. Perché? Perché un Concilio ha due aspetti: è un agente della verità, e la verità è che "due più due fanno quattro". Di conseguenza il Concilio è newmaniano nella misura in cui si dedica alla ricerca della verità. Però nel XX secolo la verità è cambiata. E la difficoltà di questo Concilio consiste nell'armonizzare l'identità col cambiamento, cioè nell'adattamento; quello che il papa Giovanni XXIII chiamava l'aggiornamento. [...]
[Alla domanda se la santa Messa esprima il ministro dell'eternità nel tempo] Sì, però penso che la messa attuale sia una messa di decadenza, e che la formula "wonderful solemnity" [di Newman] non possa applicarsi alle messe sconsacrate che ci hanno presentato talvolta dopo la fine del Concilio. [...]

Per significare lo straordinario


L’Antico Rito della Messa è incomprensibile! Ti diciamo come rispondere a chi afferma questo  


Quando si parla dell’Antico Rito della Messa l’attenzione va senz’altro alla questione della lingua, cioè del latino. Tant’è che questo Rito è da tutti ricordato come “Messa in latino”.
Prima di tutto va detto che questa questione della lingua è secondaria e non primaria. Come abbiamo avuto modo di dire, la differenza tra Antico e Nuovo Rito non sta essenzialmente nella lingua ma in ben altro. Visto però che dobbiamo trattare questa questione, è bene che la capiamo nella maniera più corretta.

PravdaFake

Le Fake News e la Pravda



La Repubblica di oggi annuncia trionfante la prossima nuova legge sulla Fake News. Non ci sarebbe che da felicitarsi per la realizzazione di una norma riguardante il selvaggio web, luogo in cui dilaga la diffamazione e la violenza verbale grazie all’anonimato e all’immunità garantita.
Però, a questa giusta opera di legiferare sull’odio via etere, si affianca un’opera di contrasto alle notizie false, le cosiddette Fake News, le cui finalità restano dubbie. Anzi pare siano proprio queste ultime il punto cruciale della questione.
I media spiegano che l’esigenza di avere una regolamentazione di internet nasce proprio dalla necessità di porre un freno a tali Fake news.
Un’esigenza, spiegano tanti analisti, nata dopo la vittoria della Brexit, di Trump e in parte dalla vittoria del No al referendum italiano sulla riforma costituzionale.

Il gomitolo


Le storie di San Randazio: la misura dell’amore
Si racconta che il santo monaco Randazio un giorno fu invitato a predicare dal Conte Guiberto davanti alla sua corte. Il conte era uomo giusto e severo, ma tra i presenti ve ne erano alcuni che erano soliti farsi beffe della religione, lodando le virtù dell’amore terreno su quello celeste. Il sant’uomo, sapendo questo, si presentò davanti a quel consesso con un gomitolo di spago. “Questo gomitolo, vedete”, disse agli astanti, “è di una corda speciale benedetta, intrecciata dalle vergini del monastero. Serve a misurare l’amore”.
Gli ascoltatori mormoravano: “Ma cosa intende dire?”
“Ve lo spiego subito”, replicò quello.

Viva il Papa!

PEZZO GROSSO SI DIVERTE CON MŪLLER E -AHIMÈ – ANCHE CON TOSATTI. LO FA INTERVISTARE DAL CORSERA…





L’intervista del cardinale Mūller al Corriere della Sera, in cui si rifiuta di farsi attribuire la leadership del partito anti-Bergoglio, chiede – che stranezza, vero? -che invece di insultare perplessità e dubbiosi si dialoghi con loro – e rivela alcune cose dell’uomo Bergoglio che ahimè ne danno la misura, ha scatenato i peggiori istinti di Pezzo Grosso. Che come vedete non risparmia neanche il suo povero anfitrione…Grazie a Pezzo Grosso, un sorriso di questi tempi è un dono raro.

Una tristezza senza fine..


NEOCHIESA E RIFIUTO DI CRISTO


La neochiesa rifiuta la croce perché rifiuta Cristo. Quando il papa Francesco alla domanda angosciata di un ragazzino rimasto orfano risponde a sua volta con una domanda ancor più "angosciata", ma costui è degno di essere papa?
di Francesco Lamendola

 


Il 2 giugno 2017 il papa Francesco ha incontrato i ragazzi del Gruppo “Cavalieri”, nell’aula dedicata a Paolo VI, e ha risposto ad alcune domande poste da loro. Di particolare interesse è stato quanto ha detto sul tema della sofferenza, specialmente la sofferenza dei bambini, allorché è stato sollecitato da un giovane studente di origine bulgara, Tanio, raccolto dall’orfanotrofio a cinque anni e adottato da una famiglia italiana, il quale aveva perso, di recente, sia la mamma adottiva, sia i nonni con i quali viveva, e che ora gli domandava lumi, appunto, sul mistero della sofferenza. Non possiamo riportare tutto il discorso; chi lo desiderasse, lo troverà facilmente in rete; ne riportiamo il passaggio in questione, che ci è sembrato particolarmente significativo:

lunedì 27 novembre 2017

Perché mi fai vedere iniquità e dolori?


Feria Tertia infra Hebdomadam XXIV post Octavam Pentecostes V. Novembris ~ IV. classis
Ad Matutinum
Lettura 1
Incomincia il Profeta Abacuc
Hab 1:1-4
1 Profezia su ciò che vide il profeta Abacuc.
2 Fino a quando, o Signore griderò io, e tu non mi esaudirai? alzerò la voce a te per la violenza che patisco, e tu non mi salverai?
3 Perché mi fai vedere iniquità e dolori, vedere la rapina e l'ingiustizia di fronte a me, si fa lite e la soverchieria prevale?
4 Per questo è straziata la legge e senza corso la giustizia; perché l'empio prevale contro il giusto, perciò ne riesce pervertita la giustizia.

Dio vuole che nessuno si perda

I tre pellegrinaggi di Giovanni Paolo II a Fatima. Il messaggio nella sua urgenza


Tra i discorsi tenuti a Fatima da Giovanni Paolo II in occasione dei suoi tre pellegrinaggi, due meritano maggiore attenzione: l’Omelia del 13 maggio 1982 e quella del 13 maggio 2000. Entrambe pronunciate in due momenti di grandissima importanza per la vita del Pontefice e della Chiesa:la prima a ridosso di quell’attentato che gli avrebbe tolto prematuramente la vita se una “mano” misteriosa non avesse deviato la pallottola che lo ferì (il Papa diceva a proposito: “una mano ha sparato e un’altra ha guidato la pallottola”); la seconda a qualche mese di distanza da un avvenimento di interesse mondiale: l’inizio del Terzo Millennio, che vedeva il Papa Giovanni Paolo II alla guida della Barca di Pietro e che non iniziava certo sotto i “migliori auspici” (solo un anno dopo ci fu il tragico attentato alle Torri Gemelle, l’11 settembre 2001).

L’inferno è causato dal nostro rifiuto

TRA FATIMA E LE SCRITTURE
La visione dell'Inferno mette in moto la preghiera





Stando al resoconto di Lucia, il 13 luglio 2017 a Fatima la Madonna mostrò ai veggenti «un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri» (Suor Lucia Dos Santos, IV Memoria: EV 19/987).

E chi cambia la liturgia, cambia tutto


BELLEZZA DELLA LITURGIA
  

È la bellezza della liturgia a educare il cuore. Il cattolicesimo aveva una tradizione straordinaria invidiata da tutti: la Chiesa ha sempre saputo che la liturgia non è solo la forma ma la anche sostanza del servizio divino
di Francesco Lamendola   


 
  
 Anche il cuore deve essere educato, non solo la mente; anche e soprattutto per quanto riguarda la sfera religiosa. I nostri nonni, i nostri antenati, lo sapevano benissimo; noi, non più. Il cattolicesimo aveva una tradizione straordinaria, ricchissima, invidiata da tutti: la Chiesa ha sempre saputo che la liturgia non è solo la forma, ma la anche sostanza del servizio divino. Poi è arrivata la conclamata “stagione” del Concilio, i modernisti hanno rimesso fuori la testa dalle fogne nelle quali s’erano rintanati per una sessantina d’anni, si sono silenziosamente impadroniti, con un colpo di mano, del timone della Chiesa, non senza inconfessabili, ma potenti spinte, “suggerimenti” e connivenze da parte dei grembiulini e dei circoncisi, ed è iniziato lo smantellamento sistematico, anche dal punto di vista architettonico, della sacra liturgia. E chi cambia la liturgia, cambia tutto, cambia la sostanza stessa di una religione. Si sono spezzati e rovesciati gli altari, venduti all’ingrosso i secolari arredi sacri, e si sono costruite chiese nuove secondo lo spirito nuovo, che non paiono luoghi sacri, ma brutte scatole di cemento, paiono fabbriche, o palazzi amministrativi, o spelonche da quanto sono buie; si è gettato via il latino dopo duemila anni, e chi si ostina a usarlo viene discriminato, guardato con estremo sospetto, perseguitato (vedi i Francescani dell’Immacolata); è stata radicalmente riformata la liturgia della Parola, che è diventata liturgia della parola, cioè di una parola puramente umana, non più della Parola divina; alla musica d’organo, in molte chiese, si sono sostituite le chitarre, al canto gregoriano, le danze e i balletti moderni, magari in versione multietnica; le omelie sono diventate improvvisazioni neomarxiste e neomoderniste, senza un’ombra di spiritualità, le “preghiere dei fedeli” sono diventate delle banali e ripetitive giaculatorie laiciste e progressiste; e, da ultimo, si è iniziato a modificare perfino la traduzione delle Sacre Scritture, sulla base di nuovissimi criteri filologici il cui scopo è, come direbbe padre Sosa Abascal, “contestualizzare”, cioè individuare l’ambito preciso, il destinatario preciso, in cui quella certa frase di Gesù, o di san Paolo, è stata pronunciata, in modo da evitare “l’errore” di assolutizzarla: errore, evidentemente, in cui per duemila anni la chiesa pre-conciliare si era attardata, per sua colpevole ignoranza.

Il Natale bergogliano

Comunione e Liberazione mette i migranti nel presepe al posto di Gesù

Polemica sulla scelta di Comunione e Liberazione per il volantino natalizio di quest'anno: una foto di migranti al posto della capanna con Gesù Bambino
Un campo profughi al posto del presepe con Gesù Bambino, la Sacra Famiglia e i pastori.
La foto ritrae una giovane donna all'interno della tenda, il viso illuminato da una lampada: il richiamo alla scena della Natività è chiarissimo. A lanciare l'iniziativa - nel consueto volantino natalizio - la fraternità di Comunione e Liberazione, il movimento ecclesiale fondato più di quarant'anni fa da don Luigi Giussani e molto popolare soprattutto nelle regioni del Nord Italia.

I nuovi “farisei”

IL “CERCHIO MAGICO” DEL PONTEFICE REAGISCE ALL’INTERVISTA DI MÜLLER. QUALCUNO SI È SENTITO CHIAMATO IN CAUSA?


Il cerchio magico intorno a papa Bergoglio si è sentito toccato dalle critiche del cardinale Müller nell’intervista al Corriere della Sera di ieri? Sembra proprio di sì, a giudicare da qualche reazione. Vediamo prima che cosa diceva il porporato tedesco, che il Pontefice Regnante non ha rinnovato – come sarebbe stato prevedibile, e forse auspicabile – nella carica di Prefetto della Congregazione per la Fede.

Il “cerchio magico”

 NON ASCOLTA NESSUNO


Non risponde non ascolta nessuno. Sassolini nelle scarpe? Il cardinale Müller ha rilasciato una sofferta intervista: "Il rischio è di una dinamica scismatica difficile da recuperare la soluzione è un dialogo chiaro e schietto" 
di Francesco Lamendola  


 

Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, dice Gesù Cristo ai suoi discepoli, e, attraverso di loro, a ciascuno di noi, a ciascuno di noi che abbiamo creduto e che crediamo in Lui. Ed è lo stesso Gesù Cristo il quale, in un’altra occasione, ha detto loro: Non c’è servo che sia superiore al padrone. Dunque, se qualcuno vuole essere suo seguace, deve prendere Lui quale modello perfetto e insuperabile: non ce ne sono altri, né mai ce ne saranno. E Gesù è umile; e ha esaltato l’umiltà come la virtù fondamentale di chi lo vuol seguire. Lo ha fatto in tutte le occasioni possibili, lo ha ripetuto sino allo sfinimento. Chi vuol essere il primo, sarà l’ultimo; chi vuol essere degno di Lui, deve servire i suoi fratelli; chi lo vuole imitare, deve imparare a farsi piccolo, perché solo facendosi piccoli si entra nel regno di Dio.
Esteriormente, si direbbe che il papa Francesco si ricordi di queste raccomandazioni. Non tralascia mai, in occasione della santa Pasqua, di lavare i piedi a dodici poveri, meglio se stranieri e musulmani, in ricordo del gesto fatto da Gesù con i dodici. Inoltre, loda volentieri i suoi amici, anche se sono modelli di vita diametralmente contrari al Vangelo, come Eugenio Scalfari, Emma Bonino e Marco Pannella: e già qui, più che nella sfera dell’umiltà, siamo in quella dell’ambiguità, o peggio; perché nella vita di Gesù, il solo modello al quale ci dobbiamo ispirare, non si trova nulla del genere. 

Potere é volere

Se puoi, alle ore 17 del 27 novembre recita la Supplica alla Madonna della Medaglia Miracolosa

SUPPLICA ALLA MADONNA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA
Da recitarsi alle 17 del 27 novembre, festa della Medaglia Miracolosa, in ogni 27 del mese e in ogni urgente necessità.
O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia.
Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest’ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d’affetto e pegno di protezione. 

domenica 26 novembre 2017

Controvento

Venti luterani 

Questo è quello che avviene. In molte chiese, i sacerdoti, dai pulpiti, affermano: «Dio non può essere offeso dal peccato»; «L’uomo non può peccare perché non è libero di resistere al male»; «L’uomo, dunque, non contrae alcun dovere di riparazione»; «D’altra parte, il sacrificio di espiazione non è cristiano, perché residuo di paganesimo»; «La morte di Cisto non è un sacrificio di espiazione»; «Egli non ha redento l’uomo»; «L’uomo, perciò, rimasto fondamentalmente traviato, non è capace di bene ed è schiavo del maligno»; «Per salvarsi, gli basta riconoscersi peccatore e credere nella potenza di Cristo risorto»; «Il quale non è affatto un suo modello di vita»; «Per cui è inutile per l’uomo promettere e sforzarsi di correggersi»; «Egli può soltanto affidarsi alla misericordia di Dio, che salva tutti»; «La Messa non è un vero sacrificio, ma un banchetto comunitario che celebra la potenza salvifica del Cristo risorto»; «Il pane consacrato non si trasforma nella sostanza del Corpo e del Sangue di Cristo, non avendo altra funzione che quella di simboleggiare la presenza spirituale di Lui, che, risorto, tutti trascina sul Suo carro di fuoco».

                    

E’ così negato il sacrificio incruento che si rinnova durante la celebrazione della Santa Messa, essendo esclusa la presenza reale di Cristo ed è quindi reso vano il culto di adorazione. Eliminando il sacrificio si elimina anche il Sacerdozio ministeriale: l’Eucaristia è celebrata dalla comunità dei credenti, tutti indistintamente partecipi dell’unico sacerdozio. Escludendo il Sacerdozio ministeriale crolla la Gerarchia ecclesiastica, l’Ordine Sacro. Si mira a distruggere la Chiesa, perché questa non ha alcuna ragion d’essere senza l’Ordine Sacro. Della Chiesa restano i soli credenti in Cristo (pietre vive), che animati dal suo spirito, traggono i propri lumi dalla Bibbia, interpretata secondo la personale ispirazione di ciascuno. 

La “dottrina del caso per caso”

Liturgia e traduzioni, il rovesciamento delle gerarchie

Il Motu Proprio Magnum Principium, riguardo alle traduzioni dei testi liturgici nelle lingue nazionali, ha provocato un acceso dibattito dopo che l'interpretazione autorevole data dal cardinal Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, è stata smentita dallo stesso papa Francesco. Al centro della controversia sta il corretto rapporto tra Sede apostolica e conferenze episcopali riguardo la liturgia. Abbiamo chiesto all'esperto monsignor Nicola Bux un approfondimento. Data la complessità del tema e i numerosi aspetti da prendere in considerazione, l'intervento di monsignor Bux viene presentato in due puntate.

Sempre dire Mai..

"Un movimento contro il Papa", ecco il piano contro Bergoglio

"Un movimento contro il Papa", il cardinale Mueller dichiara che alcuni vogliono vederlo a capo della fronda, ma ribadisce fedeltà e rilancia
Il cardinale Gherard Muller - intervistato da Massimo Franco - ha svelato l'intenzione di alcuni di creare un fronda antibergoglio: "C’è un fronte dei gruppi tradizionalisti, così come dei progressisti, che vorrebbe vedermi a capo di un movimento contro il Papa", ha detto l' ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

"Ma io non lo farò mai", ha specificato. E ancora: "Ho servito con amore la Chiesa per 40 anni da prete, 16 anni da cattedratico della teologia dogmatica e 10 anni da vescovo diocesano. Credo nell’unità della Chiesa e non concedo a nessuno di strumentalizzare le mie esperienze negative degli ultimi mesi ".

Per riconoscere la menzogna

DA COSA LI RICONOSCIAMO


Ecco da cosa li riconosciamo San Giovanni ha mostrato il modo per distinguere i falsi cattolici dai veri ora tocca a noi coraggio non siamo soli lo Spirito di Verità che Gesù ha promesso ci guiderà in questo difficile passaggio 
di Francesco Lamendola   

 
  
Anche se gli uomini della neochiesa agiscono con astuzia e secondo un piano metodico, abile, studiato fin nei dettagli - il disordine è solo apparente, oppure serve a dare l’impressione della spontaneità e della naturalezza, e, comunque, riguarda solo i livelli inferiori e inconsapevoli della manovra – vi sono dei segni, degli indizi, i quali permettono di riconoscere sia loro che le tappe successive del loro disegno. La principale abilità da essi mostrata è quella di agire a piccoli passi, però in maniera costante e quotidiana; inoltre, di conservare sempre un certo margine di possibile smentita, di muoversi in un alone di ambiguità perfettamente voluta, in modo da poter sempre smentire le insinuazioni e sostenere la perfetta ortodossia del loro modo di agire. 

Sgualdrina chi?

L'indegna impostura di Ravasi sulle Sacre Scritture. Si tratta forse Santa Madre Chiesa come una prostituta?



Lo Spirito dichiara apertamente
che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede,
dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche,
sedotti dall'ipocrisia di impostori,
turpemente macchiati nella coscienza.

I Tim 4, 1-2

Leggo con raccapriccio l’articolo apparso oggi su La Stampa, dal titolo: Violenza sulle donne, Ravasi: “La Chiesa faccia un esame di coscienza sul tema” (qui). 

Il Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Card. Gianfranco Ravasi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne organizzata dal Ministero dell’Istruzione e dal Cortile dei Gentili, dopo aver detto che la violenza contro le donne «è uno dei temi più angoscianti nei cui confronti l’educazione ma anche la Chiesa stessa devono fare un esame di coscienza», ha osato affermare:

«Questo è l’aspetto più drammatico, non è un elemento accidentale. Se noi guardiamo i libri di storia, le pagine sono striate di sangue femminile, a cominciare dalla Bibbia. Provate a leggere il capitolo 34 della Genesi, lì si parla di uno stupro veramente impressionante, commesso da un principe che si ritiene legittimato a compiere questo atto su una straniera». 

Il capitolo 34 della Genesi parla del ratto di Dina, figlia di Lia e Giacobbe, ad opera di Sichem, figlio di Camor, un Eveo. La violenza perpetrata ai danni della ragazza israelita da parte di un gentile - uno di quelli, per intenderci, cui è dedicato il Cortile di Ravasi - viene vendicato dai fratelli di Dina con la morte del responsabile, di suo padre e di tutti i maschi di quel popolo idolatra. E quando Giacobbe si lamenta con i suoi figli Simeone e Levi per averlo messo in difficoltà con i pagani, essi gli rispondono: «Si tratta forse la nostra sorella come una prostituta?» (Gen. XXXIV, 31). 

Ma dalle parole di Ravasi, virgolettate nell’articolo di Vatican Insider News, si insinua che lo stupro ad opera di «un principe che si ritiene legittimato a compiere questo atto su una straniera» sia approvato dalla Bibbia, mentre questo contraddice  palesemente il testo della Genesi.