ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 7 giugno 2016

Ho proprio l’impressione che siamo in piena Babele

                                           
                          CHIEDO UN PO’ DI CHIAREZZA AL CODICE DI DIRITTO CANONICO

                                                                                                   di don Enzo Boninsegna*

Le Leggi della Chiesa ieri 
         Il cristiano si trova davanti a delle leggi divine che nessuno, neanche il papa può cambiare, perché il Sommo Pontefice non è la sorgente della legge divina, né il padrone della Chiesa, semmai ne è il servitore, il “servo dei servi di Dio”: dev’essere il custode delle verità e della volontà di Dio, manifestate a noi da Gesù Cristo.
        Ma accanto alle leggi divine ci sono anche leggi che il Papa può fare, o modificare, o abolire e sono le leggi ecclesiastiche, contenute prevalentemente nel Codice di Diritto Canonico. Cito alcuni esempi, i più conosciuti, di leggi ecclesiastiche che erano valide fino a qualche decennio fa, contenute nel vecchio Codice di Diritto Canonico approvato nel 1917: l’obbligo di mangiar di magro il venerdì, l’obbligo del digiuno dalla mezzanotte per chi desiderava ricevere la Comunione, ecc.

Solo un ingenuo?

"L'Europa deve molto all'Islam". Ecco l'errore di Papa Bergoglio


bergoglio beatificazione paolo VI 09

Solo un ingenuo oppure una persona profondamente in malafede potrà azzardarsi ad affermare -come ha fatto don Bergoglio, che in un improvvido raffronto ha comparato il Vangelo, libro d’amore per eccellenza, al Corano, nel momento in cui gli è stato conferito il Premio “Carlo Magno”- che l’Europa debba molto all’Islam. Esternare questo concetto, soprattutto da parte di un pontefice romano, significa semplicemente voler negare, in maniera proterva, la Chiesa stessa e la sua storia; una storia intrinsecamente veneranda i cui protagonisti, lungo il corso della sua bimillenaria esistenza, sebbene appesantiti dagli umani difetti di ciascun individuo, innumeri volte hanno cambiato non soltanto le vicende dell’Europa e dell’Occidente, ma anche gli accadimenti delle plaghe orientali dell’orbe terracqueo senza avvertire necessità alcuna di ricorrere a succedanei di natura diversa e di filosofie esistenziali diametralmente agli opposti sul piano antropologico e scientifico.

Il vuoto spirituale non esiste


HANNO IL DIAVOLO PER PATRONO

    Il silenzio assordante della stampa ufficiale sulla cerimonia d’inaugurazione tenutasi il 1° giugno all’apertura del tunnel del San Gottardo. Chi o che cosa voleva celebrare lo spettacolo offerto? Il Dio cristiano, no di certo
                                                                            di Francesco Lamendola 
Più ancora che il fatto in sé, colpisce il silenzio intorno al fatto: il silenzio assordante della stampa ufficiale e delle televisioni ufficiali sulla cerimonia d’inaugurazione tenutasi il 1° giugno 2016, in Svizzera, presenti i maggiori capi di Stato europei, dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, al presidente francese François  Hollande, a premier italiano Matteo Renzi, per festeggiare l’apertura del tunnel di base del San Gottardo.
Si tratta di un’opera colossale, avveniristica, costata 17 anni di lavori e una spesa di 11 miliardi di euro: 57 km. di galleria per portare la linea ferroviaria dal versante sud al versante nord delle Alpi, agevolando enormemente le comunicazioni fra l’Europa meridionale e quella settentrionale: il tunnel più lungo del mondo, costruito secondo le concezioni più moderne e con le tecniche più avanzate in questo particolare ramo dell’ingegneria.
Naturalmente, non c’era l’ombra di un prete, o di un vescovo, a benedire l’opera e a recitare una preghiera per l’edificazione dei presenti; in omaggio al laicismo dello Stato moderno, la religione deve strasene fuori da qualsiasi evento pubblico, a maggior ragione se si tratta di un evento di carattere non solo tecnologico, ma anche politico. Si sa, però, che, se Dio viene cacciato dalla porta, qualcun altro si affretta a introdursi dalla finestra: il vuoto spirituale non esiste, e, di regola, i più accaniti nemici del cristianesimo sono i primi a sentire il richiamo del sacro, magari d’un sacro rovesciato. Ed è appunto quel che si è visto allo sbocco nord del tunnel del San Gottardo. Alla presenza stupefatta e imbarazzata (speriamo) dei capi di stato e di governo, si è svolto uno spettacolo grandioso, curato dal regista tedesco Volker Hesse e costato la bellezza di 8 milioni di euro, con la partecipazione di 600 “artisti” o figuranti, che dir si voglia, e contornato da coreografie gigantesche, in uno stile kolossal di gusto estremamente dubbio. Ma forse si è trattato di qualcosa di più, e di peggio, che di una semplice manifestazione di cattivo gusto.
La prima parte dello spettacolo si è svolta all’interno del tunnel, in un enorme salone sotterraneo, e ha immediatamente trasportato il pubblico in una atmosfera strana, ambigua, quasi surreale. Sul ritmo di un incessante, ossessivo rullar di tamburi, dapprima è sfrecciata una carrozza nera lanciata al galoppo, poi si è fatta avanti una legione di lavoratori in tuta arancione, lo sguardo spento, la postura rigida, il passo cadenzato e pesante, lentissimo, simile a quello di un esercito di zombie. Finché, di colpo, gli “operai”, in gran parte donne, hanno cominciato ad agitarsi, e, sempre continuando a camminare, si sono prodotti in una serie di contorsioni e di scatti improvvisi, decisamente inquietanti; ogni tanto acceleravano il passo, si mettevano a correre, come inseguiti da qualcosa o qualcuno, sempre sotto l’incalzar dei tamburi. A questo punto è arrivato il treno, con i vagoni scoperti: a bordo, in piedi, alcune decine di giovani di ambo i sessi, i quali indossavano solo la biancheria intima, tutta di colore bianco. Mano a mano che il treno si avvicinava, quei giovani cominciavamo ad abbrancarsi, a palpeggiarsi, ad afferrarsi (non ci vengono in mente parole più dolci o verbi più rassicuranti), anche fra persone del medesimo sesso: non sembravano, però, dei veri amplessi sessuali, o, se lo erano, tutto trasmettevano, tranne che un senso di gioia e di piacere; era, piuttosto, un brancicare smanioso, cieco, rabbioso, con le carni dell’altro, come se questi fosse una bambola di plastica o una creatura inanimata.
Poi, di colpo, scende dall’alto una creatura orripilante, disgustosa: una sorta di uccello umanoide, con due enormi ali setose e con un volto da bambino idiota in un corpo di donna giunonica, forse incinta, con le tette al vento; la bestiaccia, dall’espressione inespressiva, si dimena per un poco, agita gambe e braccia, semina il disordine fra le persone che si trovano sotto di lei; poi dilegua. Ma è solo l’inizio. Adesso si fa avanti un altro personaggio, se possibile ancor più sinistro, un uomo-caprone, con due enormi corna, tali e quali quelle del dio Pan o, piuttosto, del Diavolo cristiano, così come lo si vede raffigurato nei codici medievali. E così, di bruttura in bruttura, nella luce cupa del sotterraneo, con i tamburi che rullano all’impazzata, lo spettacolo continua, senza offrire mai alla vista dei presenti un volto amico, o anche solo sorridente; mai un gesto aggraziato o armonioso, mai una luce gioiosa, mai una nota serena.
Quando lo spettacolo si trasferisce all’esterno (in tutto crediamo che sia durato un bel po’: certo non meno di un’ora, un’ora e mezza), la luce del cielo e il magnifico spettacolo dei monti ancora innevati non valgono ad attenuare il senso di tetraggine, di angoscia, quasi di paura, che domina la scena. Di nuovo la marcia degli “operai”, più che mai ritmata: paiono uno squadrone di SS (e, stavolta, i tamburi sono quelli di una banda militare “ordinaria”), battono le scarpe al suolo con violenza; poi, di colpo, prendono lo slancio e salgono una specie di rampa alla base di un immenso maxi-schermo, alto qualche decina di metri, sul quale si succedono immagini caleidoscopiche, nessuna rassicurante e serena, anzi, una più incomprensibile e sinistra dell’altra; infine si spogliano a metà è, rimasti a torso nudo, si dispongono su due file, indi cominciano a brandire delle aste, con le quali eseguono dei movimenti guerreschi, le battono a terra con forza, scandiscono il ritmo. Dopo di che si allontanano e il loro posto è occupato, di nuovo, dai giovani in biancheria intima, i quali ricominciano ad agitarsi, si gettano addosso della farina (o qualche polvere bianca), si agitano, si contorcono come negli spasimi del’epilessia; quindi, di nuovo, prendono a toccarsi, ad abbrancarsi, ma stavolta in maniera ancor più sofferta, ancor più dolorosa, come se non provassero alcun piacere, anzi, come se si dibattessero negli spasimi dell’agonia. Da ultimo cadono a terra, uno dopo l’altro, come fantocci, e prendono a rotolare giù per la china, finché si fermano, esausti, ansimanti, i volti piegati a terra, morti o morenti - non si sa -, fiaccati da una forza sconosciuta. Alla fine si rialzano, ma solo per essere nuovamente investiti e dispersi da una forza misteriosa e maligna, che separa i loro abbracci e divide le loro mani.
Lo spettacolo prosegue. Di nuovo appare l’uomo caprone, che si mette a saltare qua e là, e davanti al quale tutti quanti si prostrano, adoranti; il suo volto mostruoso, ringhiante, compare al centro del maxi schermo, ingrandito decine di volte: è una maschera di odio e di rabbia, un ghigno che ben difficilmente si può dimenticare. Compare anche, sul maxi schermo, il volto di una vecchia: un volto decrepito, mangiato dalle rughe, che non ha niente di augusto, niente di nobile, ma è solamente orribile, come quello di un cadavere in putrefazione. Poi va in scena la coreografia più impressionante: una folla di uomini e donne velati di bianco, che si agita, ondeggia, emettendo lamenti, gemiti e urla spaventose: sembrano i dannati dell’Inferno descritti da Dante Alighieri (diverse lingue, orribili favelle, ecc.), oppure degli indemoniati, che si contorcono sotto la violenza brutale, incontenibile, della possessione satanica. Tre spiriti biancovestiti, dalle tuniche e dalle ali lunghissime, si stagliano sullo sfondo: ma non paiono angeli, non hanno la bellezza, né la semplicità iconografica degli angeli; si direbbero, semmai, degli spiriti malvagi, che hanno indossato abiti bianchi per una beffa sacrilega o per qualche altra ragione blasfema.
Si va verso la conclusione: un immenso orologio appare sul maxi schermo, dopo che una serie di altre immagini circolari si sono succedute, componendo figure fantastiche e di non semplice decifrazione; e tutti gli attori si genuflettono e si mettono ad adorarlo. Il tempo simboleggia forse Saturno, ma potrebbe anche alludere a Satana, il signore del mondo e di ciò che lo caratterizza, come, appunto, lo scorrere del tempo. Certo è che nessuno dei figuranti ha mai dato l’impressione di possedere una libera volontà, di poter fare delle scelte autonome, o riflettere un sentimento di pace e armonia con se stesso e col mondo; e l’adorazione finale dell’orologio/Satana completa e ribadisce tale impressione, come se l’intera umanità fosse schiava di forze potenti, alle quali si è votata e alla cui signoria non può ormai sottrarsi. Sembravano tutti dei manichini telecomandati, spenti, privi di vita e volontà proprie. Ora, la domanda è: chi o che cosa voleva celebrare, lo spettacolo offerto alle massime autorità europee, il 1° giugno scorso?
Il Dio cristiano, no di certo. Forse le antiche divinità pagane, selvagge, sfrenate, sessualmente incontrollabili, e gli impulsi umani da esse ispirati? O forse l’oscuro Pantheon gnostico-massonico, venato di occultismo e di simbologia esoterica, e finalizzato alla resurrezione di divinità obliate da secoli e millenni, e tuttavia segretamente adorate da tenebrose élites di sedicenti illuminati? Oppure, ancora, veniva adorato Satana, il signore dell’abisso, e il tunnel del San Gottardo veniva a lui dedicato,  e lui veniva ringraziato per la conclusione dell’immane lavoro? Una ulteriore possibilità è che quello spettacolo blasfemo, angosciante, sinistro, fosse un inno all’uomo: un manifesto della volontà dell’uomo di auto-divinizzarsi, di celebrare la propria audacia e la propria intelligenza, la propria capacità di esercitare il dominio sulla natura. Ma ciascuna di queste quattro possibilità potrebbe anche incrociarsi con le altre, completandosi a vicenda l’una con l’altra. Forse si è voluto celebrare il dio Pan con le altre divinità del mondo antico; forse, il Grande Architetto dell’universo; forse, il Demonio; e forse l’Uomo, con la “u” maiuscola: l’Uomo prometeico che ruba il fuoco ai celesti, o l’Uomo faustiano che stringe un patto col Diavolo per ottenere potenza, conoscenza e ricchezza: e forse tutto questo insieme.
Certo è che spettacoli simili non sono del tutto nuovi, in questi ultimi anni. Alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra, nel 2012 (una cerimonia intitolata, si badi, Pandemonio, cioè con il nome che John Milton, nel Paradiso perduto, attribuisce alla città del demonio), si era già visto qualcosa del genere. E anche l’iniziativa denominata Fiat Lux, che ha avuto per sfondo la facciata della Basilica di San Pietro, a Roma, la notte dell’8 dicembre 2015, in coincidenza con il Giubileo straordinario indetto da papa Francesco, si era visto qualcosa di anomalo: pantere, leoni, scimmie, coccodrilli, cannibali con l’osso al naso, si erano succeduti sulle pietre del più augusto edificio cristiano del mondo. È come se qualcuno volesse mettere la propria firma sui grandi eventi del terzo millennio; qualcuno che, forse, agiva da tempo, ma nell’ombra, e che ora sta venendo allo scoperto, e vuol farci sapere che esiste e che si prepara a nuove manifestazioni. Qualcuno che ha in mente un Nuovo Ordine Mondiale e che pensa di avere il diritto/dovere di prendere in mano le redini dell’umanità, per guidarla nel periglioso cammino di questi difficili tempi. Fra parentesi, nello spettacolo del San Gottardo, a un certo punto, si è vista una ragazza mostrare un agnello morto: e l’agnello, come tutti sanno, è il simbolo di Gesù Cristo. Il messaggio cifrato era forse che il tempo di Gesù è finito, e incomincia il tempo di Pan/Satana?
È difficile parlare di queste cose, perché farlo significa esporsi al ridicolo: significa passare per una vittima della paranoia di un Grande Complotto. La cultura ufficiale non ne parla, o, al massimo, ci scherza sopra; ma nessuno degli intellettuali di prestigio si sporca la reputazione per lanciare l’allarme. Ci tengono troppo alle poltrone, tutti quanti. E nessun giornalista, che noi sappiamo, ha posto a Renzi, o a Hollande, o alla Merkel, le scomode domande: Ma lei, cosa ne pensa dello spettacolo del 1° giugno? Le è piaciuto? Lei condivide l’impostazione e i contenuti? Oppure non se l’’aspettava? Se non se l’aspettava non pensa che qualcuno possa aver sfruttato la sua presenza come una sorta di avallo ufficiale a una politica occulta, parallela alla politica “ufficiale”, portata avanti da poteri di cui non si quasi nulla? E le sembra normale che la stampa e le televisioni non parlino mai delle riunioni annuali del Gruppo Bilderberg? Se quei signori non hanno niente da nascondere, perché si ritrovano in segreto? Perché non rilasciano comunicati stampa, per spiegare all’opinione pubblica di che cosa si sono occupati?
Domande; domande senza risposta; domande che non verranno mai fatte a chi di dovere. Perché? Non si torva più un solo giornalista, un solo proprietario di giornale, una sola rete televisiva ancora liberi? Son tutti a libro paga di quei tali poteri occulti? O, se non lo sono, sono tutti, però, intimiditi quanto basta per starsene buoni e zitti, e occuparsi solo di quelle cose delle quali hanno il permesso di occuparsi e di riferire? Tornando allo spettacolo del San Gottardo: chi ha deciso di pagare 8 milioni di euro per una cosa simile? Chi ha concordato col regista Volker Hesse i temi e i modi dello spettacolo stesso? Chi ne ha visionato e approvato l’anteprima? Il governo svizzero lo sapeva? Lo sapevano i governi tedesco, francese, italiano, che hanno finanziato l’imponente lavoro? E il signor Hesse, che cosa ha voluto fare? A chi ha voluto rendere omaggio? Chi era l’uomo-caprone?

 
Hanno scelto il Diavolo per patrono e vogliono imporlo anche a noi
di Francesco Lamendola
http://www.ilcorrieredelleregioni.it/index.php?option=com_content&view=article&id=8899:hanno-il-diavolo-per-patrono&catid=131:mistero-a-trascendenza&Itemid=162

«Ma è preconciliare! Sì, ma fa bene!».

Misericordia, giustizia, verità. Nuove noterelle

Anche se a questo mondo ci sono tante cose importanti da fare (per esempio seguire i playoff di basket tra Milano e Reggio Emilia, e capire che fine farà l’Inter in mani cinesi), continuo a studiare la questione che mi sta a cuore dopo le perplessità sorte in me in seguito alla lettura e rilettura di Amoris laetitia, specialmente per quanto riguarda la pastorale del «caso per caso». Due le domande.
La prima: può una norma morale generale  essere ridimensionata e resa meno stringente per adattarla al caso particolare? E qual è la relazione tra misericordia, giustizia divina e verità rivelata?
Voi direte: amico mio, continua a dedicarti al basket e all’Inter, forse è meglio! Posso essere d’accordo, però sapete che cosa c’è? Sono entrato in un’età in cui mi succede sempre più spesso di pensare alla morte, ma non alla morte in generale: dico alla mia morte. Non ho paura, ma prendo molto sul serio il buon Dio, che mi ha donato la fede e mi ha dotato di ragione. Di qui le domande.

La verità é omofoba!

Processo pubblico al cardinale che s’è scagliato contro l’ideologia gender

Le associazioni lgbt denunciano l'arcivescovo di Valencia, mons. Antonio Cañizares Llovera: “Odia i gay”


L'arcivescovo di Valencia, cardinale Antonio Cañizares Llovera (LaPresse)
Roma. Le Cortes valenciane, cioè il parlamento regionale della Comunità valenciana, voterà presto una mozione di condanna dell’arcivescovo cardinale Antonio Cañizares Llovera, reo d’aver preso posizione contro la diffusione dell’ideologia gender in una lectio magistralis tenuta nei giorni scorsi presso la sede spagnola dell’Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia.

Forse questa è l'ora dei profeti

Alice nel paese di "Amoris laetitia"


La folgorante critica di una studiosa australiana all'esortazione postsinodale. "Abbiamo perso ogni punto d'appoggio e siamo caduti come Alice in un universo parallelo, dove nulla è ciò che sembra essere"

di Sandro Magister


ROMA, 7 giugno 2016 – Occhio all'autrice del volume qui sopra, prima edizione critica di un capolavoro di san Basilio il Grande andato perduto nell'originale greco ma giunto a noi grazie a un'antica versione in siriaco attestata in cinque manoscritti, pubblicato due anni fa dalla storica editrice Brill attiva in Olanda dal XVII secolo.

L'autrice è Anna M. Sllvas ed è studiosa tra le più rinomate al mondo dei Padri della Chiesa, soprattutto orientali. Appartiene alla Chiesa grecocattolica di Romania e vive in Australia, ad Armidale, nel Nuovo Galles del Sud.

Insegna nella University of New England e nella Australian Catholic University. I suoi principali soggetti di studio sono i Padri Cappadoci, Basilio, Gregorio di Nazianzo, Gregorio di Nissa, lo sviluppo del monachesimo, l'ascetismo femminile nella prima cristianità e nel Medioevo.

Tiene inoltre corsi sul matrimonio, la famiglia e la sessualità nella tradizione cattolica al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia di Melbourne.

Quello che segue è il suo commento all'esortazione apostolica postsinodale "Amoris laetitia", pronunciato davanti a un folto pubblico con vescovi e sacerdoti e poi pubblicato sul sito web della parrocchia del beato John Henry Newman a Caulfield North, nei pressi di Melbourne:

Roma tace ancora su questi falsi maestri.

                   

                                   GESÙ CRISTO OGGI

Gesù è nome significativo. Significa “Salvatore”. Questa parola, “salvare”, ha un significato pregnante, piuttosto drammatico. La si usa, propriamente, a fronte del pericolo di perdere tutto, di perdere la vita, le ragioni stesse di vivere. Gli apostoli la pronunciarono durante una tempesta che aveva fatto temere il peggio: «Salva nos, perimus!». Questo nome compete propriamente al Redentore dell’umanità. Egli salva l’umanità, ogni uomo, tutto l’uomo. Nella illimitatezza di questa redenzione, egli rivela anche l’illimitatezza del suo essere. Il vero Salvatore è infinito. Gesù è Dio. Come potrebbe salvare ogni uomo passato presente e futuro se non fosse Dio? È assolutamente necessario che il Salvatore dell’umanità sia Dio; la salvezza di cui abbiamo bisogno è proprio senza speranza se non è compiuta da Dio stesso.

“Il maiale lavato torna a rotolarsi nel fango”.

FALSI PROFETI E FALSI MAESTRI

    E' l’ora del peccato contro lo Spirito. Qualcuno ha mai udito un rabbino, dopo che i cristiani si sono scusati con il mondo intero per i propri errori, scusarsi a sua volta perché i suoi antenati misero in croce un certo Gesù Cristo 
di F. Lamendola 


Vi sono parecchi sedicenti cristiani i quali leggono poco la Bibbia e leggono poco perfino il Nuovo Testamento; conoscono a mala pena iVangeli e gli Atti degli Apostoli, forse qualcuna delle epistole paoline. Non sanno quasi niente delle altre lettere cattoliche; e, quanto all’Apocalisse, la conoscono forse meno di qualsiasi altro libro, sia del Vecchio che del Nuovo Testamento: con la scusa che è troppo “difficile”, non provano nemmeno a sfogliarlo e non tentano affatto di capire che cosa significhino le visioni escatologiche in esso descritte. Per il resto, si affidano a quel che si sente dire in giro. Della dottrina, sanno quel che è stato insegnato loro quando frequentavano il catechismo, da bambini; il Catechismo degli adulti non hanno mai provato il bisogno di leggerlo. Del Magistero, sanno ancor meno: si fidano di quanto ne riportano i media, la stampa e la televisione; se, poi, si tratta della stampa “cattolica”, la prendono a scatola chiusa, come fosse oro colato. Basta che Avvenire, o magari Famiglia cristiana, riferiscano che il Papa ha detto questo, o fatto quest’altro, e quella è, per loro, la pura verità.

lunedì 6 giugno 2016

Emmerickhaus


    
48:30
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Anna Katharina Emmerick

Il documentario è di "Canale 5" mentre l'articolo qui riportato è de "Il Foglio"

Le profezie della mistica Emmerick e la rovina della chiesa con due papi.

Chissà se Giovanni Paolo II, nel 2004,avrebbe mai immaginato che un giorno
neanche troppo lontano la monaca tedesca che si accingeva a beatificare sarebbe divenuta di grande attualità? Sono passati solamente 9 anni da quel 3 ottobre del 2004 quando, il grande Papa polacco, il più grande “canonizzatore” della storia della chiesa, elevò agli onori degli altari Anna Katharina Emmerick,monaca agostiniana tedesca vissuta tra il 1774 e il 1824, proclamandola beata. La Emmerick, nata da una famiglia di origini contadine, viene venerata dalla chiesa universale per le sue doti mistiche e di veggente. Grazie alle sue visioni tramandateci è stata dissotterrata, vicino a Efeso, la casa che, secondo gli archeologi, avrebbe ospitato Maria e Giovanni in seguito alla morte di Gesù. I diari “La dolorosa Passione del Nostro Signore Gesù Cristo” rivelano alcuni particolari inediti relativi alla morte di Gesù.

Europa cattolica o massonica* ?

D'AVIANO E DIFESA DELL'EUROPA

Marco d’Aviano mostra come si può e si deve difendere il Cristianesimo e l’Europa. Egli ci dimostra che il diritto e il dovere alla difesa di ciò in cui si crede non cade mai in prescrizione, anche con il trascorrere dei secoli 
di Francesco Lamendola  
  


Il beato Marco d’Aviano (al secolo Carlo Domenico Cristofori, nato a Villotta di Aviano, nel Friuli, il 17 novembre 1631 e morto a Vienna, dove si era recato su ordine del papa, benché malato, il 13 agosto 1699) rappresenta un aspetto della cristianità che oggi si tende a ignorare, e cioè la strenua volontà di difesa contro un terribile nemico esterno, l’islam: volontà che non solo non contraddice la mitezza del Vangelo, ma si unisce ad una intensa, straordinaria spiritualità.

“Riedificare bastioni di santità”


Ciò che conta … è non pensare a grandi agglomerati o a complesse organizzazioni. Non abbiamo la forza per istituirli, ma, soprattutto non è quanto ci viene chiesto e non è quanto riuscirebbe a rimanere fedele al proprio scopo nel tempoBisogna formare piccoli gruppi che manifestino l’integrità delle fede di chi vi appartiene attraverso un compito specifico… Pensi quanto bene porterebbero all’intero Corpo Mistico tante minuscole aggregazioni di cristiani che esercitassero la misericordia vera e non quella massonica intronizzata a Roma via Buenos Aires.
Lunedì 6 giugno 2016

Proprio motu?

Un motu proprio per rimuovere i vescovi "negligenti". Tranne qualcuno
cile
Sabato 4 giugno, il motu proprio con cui papa Francesco ha rafforzato i suoi poteri di rimozione dei vescovi colpevoli di "negligenza nell'esercizio del loro ufficio", specie riguardo ai casi di abusi sessuali su minori, è stato salutato come un ennesimo passo avanti nella cosiddetta "tolleranza zero" contro la pedofilia.
In realtà, il motu proprio ha un campo d'intervento più ampio. E ancora una volta salta la procedura giudiziaria – con tutte le garanzie che comporta per l'accertamento della verità e per i diritti della difesa – a vantaggio di un'intervento per sola via amministrativa, discrezionale, con la decisione finale nelle mani del papa.

Un feeling imperfetto?

Le simpatie del Pontefice
Parecchi lettori mi hanno scritto per commentare l’articolo,  scritto qualche giorno fa, sulla mancata partecipazione, salvo ripensamenti, del Pontefice al Congresso Eucaristico nazionale che avrà luogo a Genova dal 14 al 18 settembre. Ne riportiamo due.

Lepanto invertita

Francesco a Lesbo:
L’immigrazione musulmana è un dono per l’Europa



Francesco saluta gli immigrati in un centro per rifugiati di Lesbo

Proemio: 
Stavo pensando di scrivere qualcosa su Fornicationis Laetitia (1), il nuovo sforzo escatologico di «papa Francesco», però visto che sull’argomento è stato pubblicato tanto buon materiale, a dire il vero non saprei cosa aggiungere a quanto è stato detto; invece mi è capitato di dare un’occhiata alla recente «gita apostolica» lesbica dell’umile e misericordioso ospite di Casa Santa Marta e ho pensato che non fosse male parlarne.

Autentica Lepanto invertita, con un «Sommo Pontefice» certamente molto diverso da San Pio V, il quale invece di respingere l’invasore musulmano, gli spalanca le porte di una Europa moribonda e risolutamente decisa a «eutanasiarsi» in tutta dignità…

Il sesso del priore


Enzo Bianchi: La sessualità è cambiata. Includere divorziati e omosessuali


bianchi«Quello di cui la Chiesa deve occuparsi sono le storie d’amore quindi dell’inclusione di separati e divorziati, delle famiglie “atipiche” e degli omosessuali».
Lo ha detto Enzo Bianchi intervenuto ad Ostuni presso la sede della Fraternità di Bose in Ostuni. Il suo commento all’esortazione post-sinodale Amoris laetitia, così come riportato dal portale web Ostunilive.it, appare veramente significativo.

Happy church

I TEMPI MODERNI DELLA CHIESA MODERNISTA

Cogliendo qua e là  
Parte seconda




1 – CARITÀ CON BUROCRAZIA (quando fa comodo).
«Allo stupore di vedere Papa Francesco volare, sabato scorso (16 aprile 2016) sull’isola greca di Lesbo per incontrare i profughi, si è aggiunta la sorpresa di sapere che al ritorno, 12 nuovi passeggeri avrebbero trovato posto sul volo che ha riportato il Pontefice in Italia. 12 persone, tre famiglie siriane, 6 adulti e altrettanti bambini tutti musulmani…  Sono stati individuati questi 3 nuclei familiari perché avevano tutti i documenti in regola. In una prima lista c’erano anche famiglie cristiane, ma “le carte necessarie non erano in regola”» (Laura Badaracchi: Il mio Papa, 20 aprile 2016).      

domenica 5 giugno 2016

« Solo i cattolici sono odiosi, odiati e odiabili »

Cattolici online? violenti assassini! 
Parola del portavoce vaticano T. Rosica!


rosica
I cattivi cattolici che seminano odio e violenza su internet sono dei veri e propri “assassini”, promotori di una “cultura della morte”, che stanno trasformano la rete in un “cimitero di cadaveri”. Ad affermarlo non è un attivista anticattolico che ha in odio la Chiesa, ma un prete, anzi di un monsignore; ancora di più, uno dei portavoce ufficiali della Sala Stampa del Vaticano addetto alle comunicazioni in lingua inglese, il reverendo brasiliano-canadese mons. Thomas Rosica (foto).
Ne riporta la notizia un articolo del quotidiano americano Crux che sintetizza un passaggio dell’intervento di mons. Rosica durante la conferenza tenuta a Brooklin (NY) nella Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, lo scorso 11 maggio, promossa dall’archidiocesi di Brooklin e dalla DeSales Media Group (organo diocesano per le comunicazioni). Sebbene il discorso sia stato molto più ampio ed articolato e non si sia limitato all’accusa contro i cattolici, si sa che i giornali cercano lo scoop e – in questo caso – l’asprezza delle parole di mons. Rosica merita una riflessione.

Il falso messia

La biblioteca di Pandora: “Sionismo, il vero nemico degli ebrei” di Alan Hart




                                                    http://www.pandoratv.it/?p=8064

Pastori x Pecorismo

“Il ‘pastoralismo’, malattia infantile del catto-pietismo”.



Nell’attuale desolante panorama del mondo cattolico è davvero raro, purtroppo, trovare voci coraggiose e intelligenti. Una di queste è senz’altro quelle di Stefano Fontana, direttore dell’Osservatorio internazionale Cardinale Van Thuan sulla Dottrina sociale della Chiesa.
Rileggevo qualche giorno fa un suo splendido intervento pubblicato sulla Nuova Bussola Quotidiana lo scorso gennaio, dal titolo “Il ‘pastoralismo’, malattia infantile del catto-pietismo”.

Scappa dal tunnel..!


La cerimonia di apertura della galleria più lunga del mondo è stata uno strano rituale occulto

Hanno partecipato le persone più potenti d’Europa, la cerimonia di apertura di un tunnel alla base del San Gottardo in Svizzera è stata un un oscuro, inquietante, rituale satanico. Ecco uno sguardo a un’altra celebrazione delle élite occulte.

Manifesto dei non bergogliani (?) brucia la coda del grillo (!?)


Il vaticanista del Tg1 all’attacco del Papa

Aldo Maria Valli è il vaticanista del Tg1, esperto e stimato. Il giornalista gestisce un portale in  Internet che alimenta con lunghe riflessioni, mai banali. Con un pezzo di tre pagine, qualche giorno  fa, ha stroncato il pontificato di papa Francesco, che avrebbe introdotto una fastidiosa confusione  nella Chiesa con la logica del “ma anche” (per chi è appassionato di politica, rievoca la retorica di  Walter Veltroni): “Da qualche tempo (...) sembra di notare che alla logica dell’et et  si stia  sostituendo nella nostra Chiesa una logica diversa: quella del non  solum, sed etiam , cioè del ‘non  solo, ma anche’. Potrebbe sembrare che, tutto sommato, non vi siano differenze, ma non è così”. 

Padre Pio, dunque sei tornato?

Padre Pio è tornato nel Gargano


Padre Pio, dunque sei tornato? Io pensavo che ormai aleggiassi solo a Pietrelcina, che tenessi il Gargano a distanza perché sdegnato dalla chiesa-hangar che i vescovi iconoclasti hanno commissionato a Renzo Piano, e invece da San Giovanni Rotondo giunge una notizia che lascia immaginare la tua presenza.

Nei periodi più critici

La cosiddetta “contro-riforma”. Vera riforma e trionfo di santità
La perenne vitalità del Cattolicesimo prorompe con più vigore e forza proprio nei periodi più critici, e dimostra che lungo i secoli la Chiesa romana non ha mai perso nulla perché ha sempre conservato il dono della santità, da cui è sbocciata una fioritura ...
«Il XVI secolo, tempo di prove terribili nella prima metà, epoca di trionfo nella seconda. Lo storico non mancherà di provare con i fatti che la santità vi appare in proporzione analoga. San Gaetano domina quasi da solo la prima metà; ma non appena scocca l’anno 1550, una fioritura meravigliosa sboccia sui rami dell’albero secolare del Cristianesimo; e mentre il Protestantesimo si arresta finalmente nelle sue conquiste, Dio si compiace di mostrare che la Chiesa romana non ha perduto nulla perché ha conservato il dono della santità.

Le loro dottrine

Essenza del Modernismo

In questi giorni tremendi in cui la parola di Nostro Signor Gesù Cristo viene portata davanti al sinedrio per essere vagliata e accantonata, può essere utile riflettere ancora una volta sulla causa remota di tale inaudita sovversione, ossia il Modernismo [1].
Le tre radici del Modernismo – 1. le filosofie moderne
In una serie di articoli abbiamo dato conto dei debiti del Modernismo nei confronti delle filosofie moderne. Cosa ovvia, dato che l’assunto base del movimento è l’imperativo di avvicinare la Chiesa al mondo moderno.
Alcune di queste filosofie – ad esempio: razionalismo, spiritualismo, liberalismo religioso – sono uno sviluppo naturale del soggettivismo connaturato al protestantesimo, che, avendo posto la Scrittura al vaglio della persona singola, ha dato origine ad una varietà di concezioni disparate.
Anche nel pensiero acristiano si riscontra una eterogeneità di concezioni, sia antropocentriche – come deismo e illuminismo – che immanentiste – come panteismo e idealismo.

sabato 4 giugno 2016

«Vedo quello che non vedi tu»...

Il mistico Sole del cristiano. La Santissima Eucaristia
La Santa Messa è fonte e culmine di tutta la vita cristiana, anticipo del banchetto celeste dove ci è dato il pegno della Vita futura. Come nella parabola del Vangelo, però, non tutti vi prendono parte o vi assistono in modo degno. Ecco alcune istruzioni e consigli per non sciupare una grazia tanto grande.

Nella sua prima lettera san Giovanni, il Discepolo prediletto del Signore, ci ricorda che l’amore di Dio per noi, fino all’eccesso, deve essere come il modello e la ragione per la quale dobbiamo amare il nostro prossimo: «Da questo abbiamo conosciuto l’amore di Dio: Egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli» (1Gv 3,16). «Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi» (Gv 13,15), ha detto Nostro Signore nella notte durante la quale ha istituito il suo divino Sacrificio. Una pagina del Vangelo di san Luca, poi, offre come un complemento degli insegnamenti della festa del Corpus Domini.

“Come una cerva anela..”

nuova stangata burocratica sulla rimozione dei vescovi

Notizia 1: il lugubre e ambiguo Müller ha dichiarato che la Fraternità San Pio X per poter rientrare formalmente nella Chiesa Cattolica deve riconoscere senza riserva e pubblicamente l'obbligo dell'ecumenismo:

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1533_Pentin_Muller_si_aspetta_dalla_FSSPX.html

Bisogna essere un po' tonti per illudersi che il Papa dichiaratamente persecutore dei Francescani dell'Immacolata faccia rientrare la FSSPX senza trabocchetti, insidie e trappole, "unilateralmente", lasciandola libera di agire.

Intanto gli anni passano, e si avvicina il momento in cui la Fraternità avrà bisogno di un nuovo vescovo. Cioè il momento in cui Fellay si troverà nei panni del Williamson che ha espulso - cioè negli stessi panni del Lefebvre.

Abyssus abyssum invocat

C’è un abisso fra papa Benedetto e papa Francesco sul concetto di peccato 


Nel ritiro spirituale in occasione del giubileo dei sacerdoti – terza meditazione – nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, il 2 giugno 2016, papa Bergoglio ha di nuovo fatto trasparire la sua (singolare e personalissima) concezione della Legge di Dio e del perdono. Lo ha fatto commentando il passo evangelico dell’adultera (VEDI QUI ). Su questo stesso passo “Il Timone” ha confrontato QUI l’insegnamento (soggettivo) di Bergoglio con quello di Benedetto XVI (che è conforme a tutta la tradizione cattolica). E’ un confronto illuminante e impietoso.

Un colpo di Stato

La chiesa dei rivoluzionari e il popolo bue (prima parte)

dalla rubrica Il Libraio
“Quanto a me, io vi battezzo con l'acqua perché facciate penitenza, ma Colui che verrà dopo di me, è più potente di me e io non son degno di portare i suoi sandali; Egli vi battezzerà nello Spirito Santo e nel fuoco. Nella sua mano tiene il vaglio per pulire per bene la sua aia; raccoglierà il suo frumento nel granaio e brucerà la pula con un fuoco che non si estingue” (Mt3, 11-12)

Un colpo di Stato. Questo è ciò che è avvenuto nella Chiesa attraverso il Concilio Vaticano II. Con il passare degli anni, e dei Pontefici che vi si sono succeduti dal 1962 ad oggi, appare evidente la continua, incessante, inesorabile distruzione di tutto ciò che la Chiesa ha sempre detto e fatto ante quel Concilio.

Mosca terza Roma?

La Chiesa Ortodossa russa si schiera contro la globalizzazione liberale. l’usura, l’egemonia del dollaro ed il neocolonialismo


La Chiesa Ortodossa Rusa del Patriarcato di Mosca ha pubblicato in questi giorni un importante documento dal titolo “L’economia nel contesto della Globalizzazione”. Questo documento mostra le posizioni chiave adottate dalla Chiesa Russa su una serie di questioni collegate al sistema economico attuale ed alle relazioni internazionali.
In particolare la Chiesa Russa al primo punto del documento mette in risalto la sua incompatibilità con le tendenze moderniste ed i processi internazionali che hanno come loro obiettivo la costruzione di un mondo globalizzato ed unipolare. Al contrario la Chiesa ortodossa auspica la realizzazione di un mondo multipolare che preveda il dialogo fra le varie civiltà e culture sulla base dei valori tradizionali e del rispetto di ogni cultura, delle identità dei popoli in opposizione alla visione globalista e neo liberale del mercato come unico fattore predominante.