Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
Dichiarazione del Superiore generale a tutti membri della Fraternità San Pio X alla fine della riunione dei Superiori maggiori, tenutasi ad Anzère (Vallese) il 28 giugno 2016 28 giugno 2016 Pubblicato da DICI
Alla fine della riunione dei Superiori della Fraternità San Pio X, oltre alcomunicato letto il 29 giugno 2016 in occasione delle ordinazioni sacerdotali a Ecône, il giorno prima Mons. Bernard Fellay ha rivolto ai sacerdoti una dichiarazione che DICI pubblica in esclusiva.
Rio de Janeiro, GMG 2013, visita in ospedale, abbraccio con un ragazzo
Mutuato, anzi, trasferito da Nietzsche, il titolo del nostro servizio con cui ci apprestiamo a riportare l’ultimo ritratto di Papa Bergoglio pennellato dalla prosa di Alicia Barrios, «giornalista argentina molto vicina a Papa Francesco da oltre 20 anni, autrice del libro “Mi amigo padre Jorge”, singolare racconto che narra un’amicizia profonda, sincera e che svela, ancora una volta, la solida umanità dell’uomo e del sacerdote che ormai da più di tre anni svolge il ministero di vescovo di Roma» (Il Secolo d’Italia, 17 luglio 2016 – h. 17,28).
Altro che Facebook e suore, il Papa ricorda la “dimensione religiosa insopprimibile” di ogni uomo
Udienza del papa a Lione (foto LaPresse)
Viva il Papa e abbasso Facebook, demonio meridiano. Purtroppo della Vultum Dei quaerere, emanata quest'oggi da Francesco, resterà soltanto l'esortazione a che le monache di clausura non esagerino coi social network, consentendo ai malevoli d'immaginare monasteri in cui lo Spirito Santo viene scacciato dalle onde del wifi.
Quando Benedetto XVI diceva "La Turchia stia fuori dall'Europa". L'allora cardinal Ratzinger scrisse parole di fuoco sulla Turchia, descrivendola come un mondo islamico troppo lontano dai valori occidentali e cristiani
di Giuseppe De Lorenzo
Il golpe in Turchia e le successive epurazioni di Erdogan mettono a nudo le differenze insanabili tra due mondi: quello occidentale, costruito sui valori cristiani, e quello turco, figlio del mondo ottomano.
Signori vescovi e cardinali, guai a sfuggire al martirio!
Supplichiamo i signori Vescovi e Cardinali a dare testimonianza di vero martirio, prima di ritrovarci a dover festeggiare “san Lutero, martire della Chiesa — brutta e cattiva — del passato”.
Cosa può aver spinto un antiliturgo come Jorge Bergoglio a fare della "memoria" una "Festa", sulla scia dei martinianravasiani ?
Cantico Benedictus{Antiphona dal Proprio dei Santi} Ant. Maria * unse i piedi di Gesù, e li asciugò coi suoi capelli, e la casa fu ripiena dell'odore del profumo. ^
Omelia di sant'Agostino Vescovo Libro 50 Omelia 23 tom. 10 Avete ascoltato molto attentamente la lettura del Vangelo: ed il fatto che riporta è stato rappresentato esattamente agli occhi del vostro cuore. Voi avete visto non cogli occhi del corpo, ma della mente, il Signore Gesù Cristo sedere a mensa in casa d'un fariseo, il cui invito non aveva disdegnato. Avete visto anche una donna famosa, e certo di mala fama, ch'era stata peccatrice nella città, irrompere, non invitata, nel convito dove sedeva il suo medico, e domandare con santo ardire la sua guarigione; irrompe importuna per il convito, ma opportuna per il beneficio. Sapeva bene da qual morbo essa era travagliata; e conosceva che colui dal quale era andata, era capace di guarirlo. S'appressò adunque non al capo del Signore, ma ai piedi.
Un papa che non s'era mai visto. Un po' protestante
L'idillio tra Francesco e i seguaci di Lutero. L'allarme di cardinali
e vescovi contro la "protestantizzazione" della Chiesa cattolica. Ma
anche la diffidenza di autorevoli teologi luterani
di Sandro Magister
ROMA, 22 luglio 2016 – Nell'allarmata lettera che tredici
cardinali di cinque continenti si apprestavano a consegnare a papa
Francesco all'inizio dell'ultimo sinodo, essi lo mettevano in guardia
dal portare anche la Chiesa cattolica al "collasso delle chiese
protestanti liberali nell’epoca moderna, accelerato dal loro abbandono
di elementi chiave della fede e della pratica cristiana, in nome
dell'adattamento pastorale":
Papa Francesco e altri nemici pubblici. La fabbrica dei migranti e i
suoi numeri incredibili: il Papa si presenta come colui che garantisce
la possibilità di immigrare in Europa un salvatore ma sta facendo
marketing a spese nostre
di Marco della Luna
Dopo
le recenti e frequenti stragi islamiche, molti intellettuali e
opinionisti hanno ritrovato la libertà di parola, di dire pane al pane.
Senza temere di essere emarginati. Ad esempio, dire che non tutti gli
islamici sono terroristi, ma tutti i terroristi sono islamici.
Pochi
giorni fa Giampaolo Pansa ha giustamente osservato che la paura diffusa
del terrorismo consente di introdurre uno stretto sistema di controllo
sulla gente, cioè di realizzare lo Stato di polizia. Viene quindi
da pensare che la scelta politica di consentire un’immigrazione
indiscriminata sia diretta a creare le condizioni per realizzare uno
stato di polizia o di sorveglianza utile alla casta per restare al
potere anche in un clima di degrado economico e di tensioni sociali
dovuto alla sua inefficienza e corruzione.
Dice Baudelaire: «Il capolavoro di Satana è di aver fatto perdere le sue tracce e di aver convinto gli uomini che egli non esiste".
Eppure senza la presenza di Satana resta inspiegabile tutto il male che
c'è nel mondo, come senza la presenza di Dio resta inspiegabile tutto
il bene che c'è.
Hanno cominciato col negare Satana gli atei, i
positivisti, i razionalisti; hanno finito col negarlo una buona quantità
di teologi e, naturalmente, dietro di loro una immensa quantità di
cattolici. Una teologia nell'uomo e per l'uomo. Non c'è più posto per i
diavoli e per l'inferno. A stento essi, siano atei o cattolici "di
comodo", trovano il posto per Dio e per Gesù Cristo. Sembra quasi che
Freud e Marx siano stati assunti al rango di quasi Padri della Chiesa.
Tra
i responsabili di queste. "teorie erronee", un posto di primo piano
spetta a P. Herbert Haag, noto teologo e già professore dell'università
di Tubinga, e consulente della Conferenza Episcopale Tedesca.
L'eresia modernista si sta avventando con accanimento contro tutto ciò che è cattolico, tra cui la devozione alla Madonna. Ho discusso di questo ed altri argomenti con Riesina, una giovane collaboratrice del blog (si è laureata a febbraio all'età di 22 anni).
- I santi nutrivano molta devozione verso la Beata Vergine Maria, invece i modernisti che sostengono posizioni più estremiste dicono che la devozione mariana è un ostacolo al dialogo coi luterani, e che quindi bisogna sopprimerla. Non ti sembra una cosa assurda abolire la devozione alla Madonna, la quale è la Mediatrice universale di tutte le grazie?
- Certamente, si tratta di una scelta assurda e insensata. Proprio la Beata Vergine si è fatta veicolo preferenziale della Parola di Dio, prima accettando che nel Suo Grembo si incarnasse il Figlio Unigenito di Dio e poi trasmettendo con una certa frequenza i messaggi di Dio ai veggenti, per fare sì che l’umanità potesse rigettare il peccato e gli inganni del Demonio per abbracciare una vita secondo la Volontà di Dio. Inoltre è l’unica creatura umana ad essere stata concepita senza il peccato originale, e ad essere stata assunta al Cielo in Anima e Corpo. In tutto questo sta la straordinarietà della figura di Maria e la sua enorme importanza per noi Cattolici; di conseguenza abolire la devozione alla Madonna significa di fatto rinunciare ad essere Cattolici.
“Più che l’islam, scontiamo la debolezza del cristianesimo nel continente”, dice il card. Koch
Il card. Schönborn: “Sono necessarie prese di posizione più chiare dalle autorità musulmane”
(foto LaPresse)
Roma. “Il problema non è tanto nella forza dell’islam, quanto nella debolezza del cristianesimo in Europa”. A dirlo è stato il cardinale svizzero Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, chiamato anni fa a Roma da Benedetto XVI per succedere a Walter Kasper e confermato nell’incarico da Francesco. Koch ha rilasciato un’ampia intervista al sito cattolico in lingua tedesca Kath.net, in cui tocca vari argomenti, a cominciare dalle relazioni con la vasta e variegata realtà ortodossa. Ma è su Europa, islam e cristianesimo che il porporato si sofferma in modo particolare, specie dopo l’ennesima strage animata dal fondamentalismo islamico, che lo scorso 14 luglio, a Nizza, ha lasciato distese sulla Promenade des Anglais ottantaquattro persone (decine sono i feriti, molti dei quali ancora in gravi condizioni).
(di Lorenzo Benedetti) Nell’accostarsi ai papi dei primi secoli è sempre necessaria una buona dose di cautela: la Chiesa degli albori, infatti, appariva molto diversa da quella, a noi più familiare, medievale, e le dispute religiose erano all’ordine del giorno, in quanto molti aspetti dottrinali non erano stati ancora chiariti a sufficienza ed il potere legato alla religione faceva gola a molti apostati.
Se davvero Dio è morto muore anche l’uomo. Un mondo dove non c’è più la Grazia diventa l’Inferno: non più adatto ad essere abitato dagli uomini ma dai demoni e dalle anime dannate. La falsificazione sistematica delle parole
di Francesco Lamendola
Un mondo che annuncia la morte di Dio è un mondo in cui muore anche l’uomo, perché l’uomo non può sopravvivere in un mondo senza Dio, abbandonato dalla Grazia. Un mondo dove non c’è più la Grazia diventa l’Inferno: non più adatto ad essere abitato dagli uomini, ma dai demoni e dalle anime dannate. E forse è proprio questo che è diventato il mondo moderno: un mondo abbandonato dalla Grazia e consegnato alle potenze del Male; per dire meglio: un mondo che deliberatamente e scientemente ha voluto voltare le spalle a Dio, per consegnarsi da se stesso, caparbiamente, ostinatamente, pervicacemente, alle potenze delle tenebre.
(di Cristina Siccardi) Marco Alessandro Giusta (classe 1981), già presidente dell’Arcigay di Torino, chiamato dal sindaco Chiara Appendino a ricoprire la carica di Assessore alle Famiglie (non più Famiglia), è cresciuto a Boves (Cuneo), all’ombra della parrocchia di Mellana, dove ha poi svolto servizio come animatore dell’oratorio e dei campeggi.
L’Haec Sancta (1415), un documento conciliare che fu condannato dalla Chiesa
(di Roberto de Mattei) Il Concilio di Costanza (1414-1418) è annoverato tra i 21 Concili ecumenici della Chiesa, ma un suo decreto, la Haec Sancta del 6 aprile 1415 è considerato eretico, perché afferma la supremazia del Concilio sul Romano Pontefice. A Costanza, la Haec Sanctaebbe la sua applicazione nel decreto Frequens, del 9 ottobre 1417, che indiceva un Concilio cinque anni più tardi, il successivo dopo altri sette anni e poi uno ogni dieci anni.
Con ciò attribuiva di fatto al Concilio la funzione di organo collegiale permanente, che si affiancava al Papa e di fatto gli era superiore. Martino V, eletto Papa a Costanza nel 1417, nella bolla Inter cunctas del 22 febbraio 1418, riconobbe l’ecumenicità del Concilio di Costanza e tutto ciò che esso aveva deciso, sia pure con la formula genericamente restrittiva: «in favorem fidei et salutem animarum».
Georg Gänswein, segretario di papa Benedetto XVI, e Prefetto della Casa pontificia, nei giorni scorsi ha rilasciato una lunga intervista allo Schwäbische Zeitung, in cui con molto candore ha parlato di sé, del Pontefice regnante e della Chiesa tedesca.
Georg Gänswein, segretario di papa Benedetto XVI, e Prefetto della Casa pontificia, nei giorni scorsi ha rilasciato una lunga intervista allo Schwäbische Zeitung, in cui con molto candore ha parlato di sé, del Pontefice regnante e della Chiesa tedesca. Chi è interessato può trovare qui l’originale.
Qual è il compito del cristiano sulla terra? Essere cristiani significa
anche annunciare il Vangelo: testimoniare apertamente la propria fede e
invitare il prossimo con l’esempio a convertirsi cioè ad accostarsi al
Vangelo di Francesco Lamendola
Si
dice: essere cristiani (oppure no). Va bene; ma che cosa significa?
Molti pensano che essere cristiani significhi vivere osservando la
morale cristiana, frequentando la Chiesa e accostandosi ai Sacramenti.
Senza dubbio, questo è l’essenziale per dirsi cristiani (con buona pace
di quei sedicenti cristiani che pretendono, appunto, di dirsi tali,
calpestando la morale del Vangelo e disconoscendo il sacro Magistero);
ma è sufficiente anche per esserlo? Essere cristiani non
significa soltanto credere a ciò che ha insegnato Cristo, così come lo
ha tramandato la Chiesa; non significa soltanto credere alla morte e
alla Risurrezione di Gesù, e che il suo sacrificio si rinnova sempre
nell’Eucarestia; non significa neppure limitarsi ad attendere la morte e
il Giudizio, coltivando le virtù teologali della fede, speranza e
carità. Essere cristiani non significa aggiungere qualcosa,
meccanicamente, al precedente modo di vivere, bensì morire all’uomo
vecchio, poi rinascere; e dell’altro ancora.
Non abbiamo il diritto di difenderci e di difendere soprattutto gli innocenti adottando anche misure drastiche che potrebbero arrivare all’espulsione di tutti i musulmani presenti in Europa in quanto potenziali fiancheggiatori degli assassini dell’ISIS? Questo fecero nel XV secolo i Re Cattolici di Spagna Ferdinando e Isabella, ammirati ed onorati per questo nei secoli successivi, ma condannati e disprezzati in questo nostro tempo scristianizzato in cui si aprono le porte a tutti e si arriva a costruire le moschee col denaro dei contribuenti italiani.
di Carla D’Agostino Ungaretti
. Che cosa può aggiungere un’umile cattolica “bambina” al grido di orrore, di esecrazione e, mi sia concesso dirlo, anche agli umanissimi sentimenti di rabbia e di furore che si levano in tutto l’Occidente (quello rimasto cristiano, perché l’altro, rassegnato all’ineluttabile, sembra capace solo di leccarsi le ferite in un fiume di retoriche deplorazioni) di fronte alla barbarie musulmana che non si ferma neppure di fronte alla concreta possibilità di uccidere insieme agli “infedeli” anche i suoi correligionari? Non può aggiungere nulla, se non piangere e pregare per le vittime innocenti, e cercare di reprimere i sentimenti di odio che sente montare dentro di sé perché sarebbero solo frutto dell’influsso del demonio.
Finalmente scoperta la Fonte della Sapienza: i Puffi
Ci sono livelli di demenzialità che toccano le vette sublimi dell’Arte. Riproduciamo un articolo di Carlo Climati, pubblicato sull’Agenzia Zenit, nel quale, partendo dalla constatazione che “stiamo vivendo un momento bellissimo”, ci viene spiegato che chi critica (OMISSIS) non è altro che un Puffo Brontolone. È chiaro fin dall’inizio che si tratta di una cosa seria: infatti l’articolista ci avvisa subito che “I fumetti dei Puffi sono eccezionali. Ogni storia riesce a trasmettere un messaggio”. Segue il prezioso testo; in chiusura siamo invitati a “percepire la straordinaria bellezza del momento che stiamo vivendo fuori e dentro la Chiesa”.
Non facciamo ulteriori commenti, perché solo la lettura dell’articolo può fare gustare fino in fondo queste vere perle di saggezza. Comunque vorremmo sapere anche il parere di Gargamella e del gatto Birba. Buona lettura a tutti e, mi raccomando, siete avvisati: il momento che stiamo vivendo, fuori e dentro la Chiesa, è di straordinaria bellezza. PD
.
I Puffi brontoloni che non capiscono il Papa
di Carlo Climati
. Stiamo vivendo un momento bellissimo. Perché tante persone non se ne rendono conto ed attaccano il Santo Padre?
In un lungo articolo sull’Osservatore Romano, rilanciato da Andrea Tornielli su Vatican Insider, Rocco Buttiglione, il politico cattolico che ha votato per la legge Cirinnà, fa le pulci a chi ha messo in luce la discontinuità di alcuni passi di Amoris laetitia con il magistero precedente.
L’articolo è molto lungo, fa sfoggio di grandi conoscenze, per lo più fumo negli occhi del lettore (applicando verità evidenti al contesto sbagliato) e raggiunge il suo momento di chiarezza in questo passaggio:
Il cammino che il Papa propone ai divorziati risposati, osserva dunque Buttiglione «è esattamente lo stesso che la Chiesa propone a tutti i peccatori: va a confessarti e il tuo confessore, valutate tutte le circostanze, deciderà se darti l’assoluzione e ammetterti all’eucaristia oppure no. Che il penitente viva in una situazione oggettiva di peccato grave è, salvo il caso limite di un matrimonio invalido, sicuro. Che porti la piena responsabilità soggettiva della colpa è invece da vedere. Per questo va a confessarsi»… “La differenza fra Familiaris consortio e Amoris laetitia è tutta qui.
La storia, in sintesi, sarebbe questa: il tassista, che, come riferirà
Vicka, "tornava da Medjugorje, dalla parte di Cerno" [J. Bubalo, Mille incontri,
cit. p. 144: quindi la "veggente" lo presenta come un episodio vero e
concreto] incontra per strada Gesù, che gli consegna un fazzoletto
insanguinato dicendogli di buttarlo nel fiume. Proseguendo, lo stesso
tassista incontra la Madonna, che si fa consegnare il fazzoletto
insanguinato e poi gli dice che se lui l’avesse invece gettato nel
fiume, ci sarebbe stata la fine del mondo.
Per volere di papa Francesco il 22 luglio, per la prima volta, si
celebra la festa di santa Maria Maddalena, che sino a oggi era memoria
obbligatoria. La storia di questa donna nelle parole dei Vangeli e nei
commenti di Gianfranco Ravasi, Carlo Maria Martini, Cristiana Dobner e
Timothy Verdon
Immigrazione, terrorismo e ascesa del clero
neo pauperista. Il cattochitarrismo non basta. Perché l’Europa rantola
da quando ha rinnegato la sua vera religione
foto Tom Sartain via Flickr
Europa che sembri alla fine della decadenza e che
guardi passare piccoli e grandi barbari neri, o ambrati dal sole feroce
del deserto, mentre componi editoriali pensosi, tweet ironici, post
commossi, tutti ugualmente inutili, ti scrivo. Europa che hai lasciato
circondare il castello di Bouillon, in Belgio, da gruppi di donne
fazzolettate: me lo racconta, turbato, un amico che lavora in
Lussemburgo e che nel tempo libero visita le senescenti province di
Fiandre e Vallonia. Come e quando tante maomettane sono arrivate nel
pittoresco, verdeggiante paese? Goffredo di Buglione, “il capitano / che
il gran sepolcro liberò di Cristo”, scese da quelle mura per scalare
quelle di Gerusalemme: ma tu Europa non leggi più Torquato Tasso e la
nemesi ti punisce. Europa decrepita che dimostri valida la tesi di Todd
Buchholz, l’economista di “The price of prosperity”: “Con l’aumento
della ricchezza, la natalità crolla e l’età media della popolazione
cresce. Questo richiede un flusso di nuovi operai e comporta l’apertura
delle frontiere agli immigrati che hanno il potenziale per frantumare la
cultura prevalente”.
Ormai le voci sono più che insistenti: il cardinale Christoph
Schönborn, oggi arcivescovo di Vienna, dovrebbe sostituire il cardinale
Gherard L. Muller come prefetto della Congregazione della Dottrina della
Fede. Lo riporta Religion Digital, ma le voci si rincorrono da
diversi mesi; dopo l’estate, al massimo dopo la conclusione dell’Anno
della Misericordia, potrebbe avvenire questo importante passaggio di
consegne. Voluto, dicono, da Papa Francesco.
La giustificazione,
Lutero, il Sinodo
sulla famiglia
Con l’approssimarsi delle commemorazioni per il quinto centenario
delle 95 tesi affisse da Martin Lutero, è tornato d’attualità il tema
della “giustificazione”, centrale per comprendere la divisione tra
cattolici e luterani. Il tema è stato toccato dapprima dal papa emerito
Benedetto XVI, con una intervista in occasione di un convegno proprio su
questo argomento, e poi da papa Francesco in una risposta durante la
tradizionale conferenza stampa in aereo di ritorno dall’Armenia, il 26
giugno scorso. Abbiamo perciò cercato di approfondire i termini esatti
della questione, intervistando monsignor Antonio Livi, professore
emerito di Filosofia della conoscenza nella Pontificia Università
Lateranense, studioso di fama internazionale, autore di numerose
pubblicazioni, tra cui Vera e falsa teologia. Come distinguere l’autentica “scienza della fede” da un ‘equivoca filosofia religiosa”, Casa editrice Leonardo da Vinci, 2012.
Nel VI secolo fu convocato il secondo Concilio di Costantinopoli (553) che si propose di trattare una materia delicata: la condanna del monofisismo. L’eresia monofisita, che considerava la sola natura divina di Gesù Cristo rifiutando quella umana, nonostante la condanna del primo Concilio di Calcedonia (451) era presente ancora in gran parte della Chiesa orientale. Lo sfondo decisivo di questa vicenda è caratterizzato dalle azioni dell’imperatore Giustiniano (527-565) da una parte impegnato a conferire ordine all’impero in Oriente e dall’altra a risolvere in Occidente l’instabilità creata dalla invasioni barbariche.
I cattolici progressisti e modernisti:"Maestri dell'indifferentismo
religioso, bugiardi che adulterano l’essenza del Vangelo allo scopo di
distruggerlo dall’interno e vili perchè incapaci di confessare a se
stessi i loro veri scopi"
di F. Lamendola
Due
espressioni son venute di gran moda, nella cultura cattolica e nella
Chiesa stessa, dopo il Concilio Vaticano II: ecumenismo e dialogo
inter-religioso. Belle espressioni; suonano bene. Ma che cosa
significano, esattamente? Certo non possono e non devono equivalere ad
un’altra espressione, passata di moda proprio in quegli anni, ma ben
presente nei manuali di teologia e di catechetica fino a quel momento:
indifferentismo religioso. Indifferentismo, non nel senso di un
sentimento d’indifferenza, ma nel senso che tutte le fedi e tutte le
religioni andrebbero bene, non ha importanza quale si segua, tanto
conducono tutte alla stessa meta, cioè a Dio, infallibilmente, magari
dopo un percorso più lungo o più breve.
1. Si va affermando da qualche tempo che Lutero deve fare da ispiratore alle grandi riforme, spirituali e di governo, che attendono la Chiesa (cattolica) nei prossimi anni. Lo ha detto, per esempio, recentemente il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera e Frisinga e attualmente presidente della Conferenza Episcopale Tedesca. L’opinione è diffusa. In alto e in basso. Tanto che in qualche Chiesa particolare (italiana) sono già state prese iniziative per «beatificare» Lutero, un tempo considerato eretico ed apostata e contro la cui Riforma la Chiesa (cattolica) ha riunito uno dei suoi principali Concilî, quello di Trento.
Nasce l’edizione argentina dell’Osservatore Romano. A dirigerla viene chiamato un protestante
Bisogna dare atto a (OMISSIS) di una chiarezza che ormai rasenta la spudoratezza. Nella neochiesa la Fede cattolica non viene messa in discussione; semplicemente, non interessa più, è una tra le tante offerte sugli scaffali dell’ateismo illuminato.
di Paolo Deotto
. L’interessante notizia l’abbiamo letta sull’Agenzia Zenit di ieri (clicca qui).
“Un protestante alla guida dell’edizione argentina dell’Osservatore Romano Tra i tumultuosi cambiamenti nei media della Santa Sede, spiccano due novità importanti in cui facilmente si intuisce l’intervento in prima persona di papa Francesco.In primo luogo la nascita di una edizione argentina dell’Osservatore Romano, che aggregherà i propri contenuti all’edizione settimanale in lingua spagnola e porterà in modo completo la “voce” del Santo Padre nel suo paese d’origine. Secondo quanto riferisce La Nacion, l’edizione argentina dell’organo ufficiale di stampa della Santa Sede inizierà le pubblicazioni a settembre e si caratterizzerà per un numero di pagine da 4 a 8 interamente indirizzate ai lettori del paese latinoamericano, con firme scelte ed autorizzate dal Pontefice.
La nuova contrapposizione svelata da Bergoglio è quella più radicale e più brutale tra un potere ecclesiale iniquo che si manifesta in un magistero blasfemo e la resistenza di chi continua a testimoniare i diritti di Dio in una Chiesa che se ne fa beffe … il potere iniquo e brutale incarnato da Bergoglio non viene turbato … Vuole, desidera, brama che chi ha “particolare sensibilità religiosa” possa manifestarla dentro i suoi domini, a patto che ne riconosca la signoria assoluta senza esercitare una critica vera, limitandosi a un ossequioso dissenso. Martedì 19 luglio 2016
. È pervenuta in Redazione:
.
Gentile dottor Gnocchi,
penso di poter dire di essere un suo lettore da sempre, fin dai suoi primi libri su Guareschi, e ho sempre seguito con interesse l’approfondimento del suo pensiero, lineare e coerente. Ma non le scrivo per dire questo. Le scrivo per dirle quanta fatica devo fare per spiegarlo a certi cattolici cosiddetti tradizionali che si spaventano davanti alla realtà e accusano di sedevacantismo più o meno nascosto chi ha il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. E qui vengo a toccare un tasto che per lei sarà doloroso e quindi se non vuole parlarne in pubblico le chiederei almeno una risposta privata. Mi riferisco al fatto che c’è chi sostiene che se fosse vivo Mario Palmaro lei oggi non direbbe certe cose e con certi toni. Se sono stato indelicato me ne scuso. Se non risponderà, la capirò benissimo, ma un po’ ci conto.
Un saluto sincero Davide Roversi
Ci son 3 modi di guardare ai propri vizi. Nel 3° la legge morale viene
contestata e rifiutata frontalmente, il caso della omosessualità:
secondo il Catechismo di san Pio X era uno dei 4 peccati che gridano
vendetta al cospetto di Dio
di F. Lamendola
Esistono
tre modi, sostanzialmente, di porsi davanti ai propri vizi. I primi due
appartengono alle fasi storiche nelle quali vi è ancora un forte
sentimento del bene e del male, una diffusa convinzione che è necessario
fare il bene ed evitare il male. Il primo consiste nel dolersi dei vizi
e nel proporsi di non ricadervi nuovamente, per quanto possibile; e, se
mai ciò dovesse accadere, di tornare a pentirsene e di cercare tutti
gli aiuti, umani e – per chi ci crede – divini, onde evitare di cadervi
ancora nel futuro. Il secondo modo, invece, consiste nell’assumere la
sfida di praticare i vizi, di non piegarsi ai dettami della morale, di
non ascoltare la voce della coscienza, ma di indulgere nelle proprie
debolezze, non già elaborando una filosofia morale alternativa a quella
vigente, la quale non viene contestata e rifiutata: non in linea
generale, almeno, ma, semmai, per se stessi e a titolo personale;
trovando, ad esempio, tutte le giustificazioni e tutte le scusanti che
possano rendere più accettabile l’infrazione alla regola, la deroga alla
legge.
Il
terzo modo è caratteristico delle epoche storiche nelle quali si
verifica un cambio di paradigma, ivi compreso il paradigma etico. In
esse, la legge morale viene contestata e rifiutata frontalmente;
di più: i valori vengono rovesciati come un guanto, e si proclama che è
bene ciò che, fino a ieri, veniva considerato male, e che è male ciò
che, prima, appariva come bene (ve ne è traccia, ad esempio, nel Decameron
di Boccaccio). In tali momenti storici, non solo i vizi vengono
praticati, ma le persone si vantano di farlo, solo che non sopportano di
essere chiamate viziose; pretendono di essere considerate virtuose, ed
esigono che i vizi siano chiamati virtù, o, semmai, che siano
considerati come assolutamente normali.
Qualche giorno fa la Conferenza Episcopale tedesca ha fornito cifre
che testimoniano di costante e preoccupante declino del cattolicesimo
nella patria di Benedetto XVI. Nel 2015 l’hanno abbandonata 181.925
persone. Una strana storia sul discorso del Pontefice ai vescovi.
Qualche giorno fa la Conferenza Episcopale tedesca ha fornito cifre
che testimoniano di costante e preoccupante declino del cattolicesimo
nella patria di Benedetto XVI. A dispetto dei numeri, il cardinale di
Monaco, Reinhard Marx, ha definito la Chiesa come una “forza energica,
il cui messaggio è ascoltato e accettato”.
Ieri mi sono imbattuto casualmente in un articolo sul “Patto delle
Catacombe”. Mi sono stropicciato gli occhi e mi son detto, alla toscana
(un querciolino non rinnega mai le sue radici): oh icchegliè?
Incomincio a leggere l’articolo e, man mano che procedo nella lettura,
mi sento sempre piú smarrito. Scopro che il 16 novembre 1965, pochi
giorni prima della chiusura del Concilio Vaticano II, quaranta Padri
Conciliari, nelle Catacombe di Domitilla, firmarono il “Patto delle
Catacombe”. Cado dalle nuvole: in cinquant’anni, non avevo mai sentito
parlare di simile patto.
Come Pio XI avrebbe riposto a Kasper, Forte, Spadaro… sul matrimonio
Brano dall’enciclica di Pio XICasti Connubi(1930)
[…] Ma ciò che soprattutto impedisce la restaurazione e la perfezione del matrimonio stabilito da Cristo Redentore, è, come avvertimmo, Venerabili Fratelli, la sempre crescente facilità dei divorzi. Anzi, gli odierni fautori del neopaganesimo, per nulla fatti saggi dall’esperienza, vanno sempre più acremente contestando la sacra indissolubilità del coniugio e le leggi che la sostengono, e affermano doversi dichiarare lecito il divorzio, e che una legge nuova e più umana venga a sostituire leggi antiquate e sorpassate.
Nizza e l’islam. Brevi riflessioni sull’attentatore e sull’attentato
Dopo l’attentato di Nizza torno a parlare di Islam, ripetendo concetti già detti, ma che – ahimé! – mi rendo conto vanno ancora una volta ricordati a motivo di ciò che si sta leggendo e si sta ascoltando in questi giorni. Mi limito a poche riflessioni sull’attentatore e sull’attentato.
La proposta del cardinal Sarah si celebrare ad orientem, altro non è che la riproposizione di quanto Benedetto XVI ha scritto e proposto in molte occasioni.
Il riferimento di Benedetto era mons. Klaus Gamber, di cui riportiamo un bel testo.
di mons. Klaus Gamber
Fine della “riforma della riforma” (/2): una necessaria verifica per “Summorum Pontificum”
Le notizie diffuse nelle ultime settimane dal fronte lefebvriano, le esternazioni imprudenti del Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Nota della Sala Stampa sul rapporto tra “rito ordinario” e “rito straordinario” impongono un supplemente di riflessione.
Circa 9 anni fa, nel luglio del 2007, le disposizioni che il Motu Proprio “Summorum Pontificum” (=SP) introduceva nella esperienza liturgica ecclesiale avevano bisogno di accurata verifica, come lo stesso documento indicava con chiarezza. Possiamo riassumere gli “steps” di quei primi anni in questo modo:
L’orgoglio è lo spirito del mondo, la misura della distanza fra l’uomo e Dio. Gli zelanti operai del Diavolo, utili idioti che credono di vivere da cristiani all’ombra delle idee illuministe, marxiste e psicanalitiche
di Francesco Lamendola
Quasi tutti i vizi umani, anche i peggiori, anche i più ripugnanti, possono essere dissimulati, con un grado maggiore o minore di abilità, si capisce; ma ve n’è uno che si rivela immediatamente, senza maschere e infingimenti, anche perché non ne vuole, è incapace di sopportarli: la superbia, e specialmente la superbia che si nutre di orgoglio.
L’orgoglio, la presunzione dell’uomo di poter fare da solo, il rifiuto di riconoscersi creatura, peccatore e penitente: questa è la radice di ogni altro male: questo è l’abisso che separa l’uomo da Dio; abisso che può essere superato con la lenta, paziente, tenace costruzione dell’umiltà, ma sempre con l’aiuto della grazia, altrimenti non sarebbe che una falsa umiltà ed un nuovo, diabolico travestimento dell’orgoglio medesimo.
Quanto più l’uomo è impastato di orgoglio, tanto più è lontano da Dio, perché l’orgoglio consiste in questo: nel rendersi il piccolo dio di se stesso; quanto più ci si è spogliati dell’orgoglio e rivestiti di umiltà, tanto più si è amici di Dio, si è vicini a Lui, si è pervasi dalla sua grazia.