ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 28 maggio 2017

Fatima 100 anni dopo

Aleppo Consacrazione Madonna di Fatima




La processione della Madonna di Fatima a Aleppo - un evento impensabile negli ultimi anni.

Anche se la città di Aleppo è stata duramente colpita dalla guerra civile in Siria,il 13 maggio 2017, ha visto un raggio di speranza giorno di cui ricorre il centenario della prima apparizione della Madonna di Fatima.
Consacrazione e Santa Messa è stata celebrata nella Cattedrale di San Francesco di Assísi, da padre Ibrahim Alsabagh, e concelebrata dai vescovi e sacerdoti della città. Nella Messa era presente un'immagine benedetta della Madonna di Fatima, che è stata inviata direttamente as Aleppo dal santuario in Portogallo, dove nello stesso giorno Papa Francesco ha celebrato il 100 ° anniversario della prima apparizione mariana a Fatima.


Un ritorno al passato

Socci, le schegge impazzite ora sono a capo della Chiesa



Il nuovo presidente della Cei voluto da papa Bergoglio, il card. Gualtiero Bassetti, come ha notato ieri Vittorio Feltri, di fronte all' eccidio dei 35 cristiani egiziani compiuto dai terroristi, se n' è uscito dicendo: «Non sono le religioni che provocano violenze e terrorismo». Eppure proprio l' editoriale dell' Avvenire (quotidiano della Cei) ieri spiegava che quei poveretti sono stati uccisi perché «hanno chiesto loro di rinunciare a Cristo e di diventare musulmani. Se avessero accettato li avrebbero risparmiati, ma hanno rifiutato».
Dunque perché Bassetti parla di «religioni» (al plurale)? Non sono tutte la stessa cosa. C' è la religione dei carnefici e c' è quella delle vittime. Non si possono confondere vittime e carnefici. La causa della strage è stata proprio religiosa: l' odio per la fede cristiana. Con buona pace di Bassetti. Del resto dopo aver affermato che non sono «le religioni» a compiere questi orrori, il cardinale ha aggiunto: «sono loro schegge impazzite». Ma «loro» e «schegge» sono al plurale. Quindi ci sarebbero «schegge impazzite» di tutte le religioni che fanno massacri? A Bassetti risulta che vi siano organizzazioni di terroristi cattolici che uccidono quei musulmani che non si fanno battezzare in Chiesa? Nessuno può sostenere una tale assurdità. Bassetti - che già si arrampicava sugli specchi - ha aggiunto: «Vediamo creature pazze di furore e impazzite di odio, ma anche per noi in passato è stato così visto che i terroristi rossi venivano anche dalle nostre università cattoliche». La superficialità di queste parole lascia di stucco. 

L'illusione di Medjugorje

Notizie da segnalare



Turiboli di qua, turiboli di là



NUOVO VICARIO DI ROMA: TURIFERARI IN TILT

Stavolta i turiferari ci hanno offerto la possibilità di farci quattro sane risate. E chi lanciava un turibolo in una direzione e chi in un’altra ,in  un roteare impazzito con il serio rischio di bernoccoli dolorosi. Poi la decisione papale di nominare mons. Angelo De Donatis. E i turiferari si sono ritrovati a raccogliere i cocci e a curarsi i bernoccoli rimediati nel bailamme.

Oggi, venerdì 26 maggio 2017, alle 12.00, il card. Vallini e la Sala Stampa vaticana hanno reso nota la nomina di mons. Angelo De Donatis, vescovo ausiliare, a vicario di Roma. Tale nomina può dare origine a riflessioni diverse, ma oggi dedichiamoci a un aspetto collaterale che però può indurre a considerazioni di fondo anche sul modo di governare di papa Francesco.

Ipsi dixerunt

Dovevamo capirlo subito: l’ha detto lui stesso


C’è una cosa che fa quasi rabbia, nel pontificato di papa Francesco: il fatto che ci sia voluto così tanto tempo perché una minima parte dei cattolici realizzasse che non è un papa e che non è cattolico; mentre ancora la maggioranza dei credenti lo crede, imperterrita, e, anzi, va in estasi davanti a questo pontefice così cordiale, così alla mano, così anticonformista, insomma, così  autentico sul piano umano…
Fa quasi rabbia, perché gli elementi per capire che egli non agisce come un papa deve agire, e che, anzi, agisce e parla al contrario di come un papa deve parlare e agire, c’erano tutti, fin dall’inizio, fin dal primo istante, cioè dal suo saluto alla folla dal balcone di Piazza San Pietro, quella sera del 13 marzo 2013. C’erano prima ancora, a dire il vero: nelle inverosimili “dimissioni” di Benedetto XVI (ma un papa può davvero dimettersi, così come un ragioniere si licenzia dal suo ufficio, o come un altro, la sera, si toglie il suo vestito spiegazzato, e lo mette nella cesta della roba da lavare?), e anche nella mancata elezione del cardinale Angelo Scola, che tutti sapevano, che noi tutti sapevamo, essere il naturale erede di Ratzinger, dal momento che era il suo delfino e avrebbe rappresentato il necessario elemento di continuità, appunto se si voleva limitare il danno, già gravissimo, di quelle inaudite dimissioni, e medicare, se possibile ricucire, la piaga che s’era aperta nella coscienza dei fedeli…

Di ciurma in ciurma

Il potere del diavolo
Come gli Angeli buoni, anche i demoni, in senso contrario, conservano una loro gerarchia di autorità e di potere nell’infelice regno di cui Lucifero è il principe. Essi lavorano per la perdizione degli uomini e tuttavia, senza volerlo, rimangono pur sempre strumenti nelle mani di Dio.
Dante chiama Lucifero l’imperatore del doloroso regno. Egli, infatti, è a tutti gli effetti “principe” e grande è il suo regno. Un regno che si estende non solo sugli angeli ribelli, ma anche «su coloro che disprezzano i Comandamenti di Dio» (Sant’Agostino). Un regno però “doloroso”. Cos’è, infatti, tutto questo possesso in confronto al godimento di Dio perso per sempre e per propria colpa? A ragione Dante lo dipinge come l’infelicità impersonata: «Con sei occhi piangea e per tre monti gocciava il pianto e sanguinosa bava». Questo dolore satanico è da lui riversato su tutti i suoi inferiori, i quali gli sono simili in proporzione alla gerarchia di appartenenza e al proprio demerito. Ogni diavolo, infatti, conserva la propria natura e gerarchia in base all’appartenenza al proprio coro.

Achab e la ciurma

Un papa molto popolare, ma non tra i vescovi


Con la nomina a presidente del cardinale Gualtiero Bassetti, dopo quella tre anni fa del segretario generale, papa Francesco ha ormai il pieno controllo della conferenza episcopale italiana, nella quale già un terzo dei vescovi sono stati insediati da lui, anche in diocesi di prima grandezza come Bologna, Palermo, il vicariato di Roma e presto anche Milano.
Le nomine sono un elemento chiave della strategia di Jorge Mario Bergoglio. Basti vedere come sta rimodellando a sua immagine il collegio dei cardinali, quello che in futuro eleggerà il suo successore. Dopo l'ultima infornata di porpore, annunciata una settimana fa per la fine di giugno, si fa più lontana l'ipotesi che il prossimo papa possa segnare un ritorno al passato.
Italia a parte, la conquista del consenso dei vescovi è però per Francesco un'impresa tutt'altro che facile.

A domanda, risponde...

C’era una volta un bastimento…


C’era una volta un bastimento, una valorosa nave a vela adibita al trasporto delle merci più varie, in mezzo alle ormai dilaganti navi a vapore: quando la vedevi, in porto, faceva uno strano effetto, era praticamente l’ultima della sua categoria, l’ultima di un’epoca ormai tramontata, quella della navigazione a vela, quando il mestiere del marinaio era proprio quello di un tempo, quello di sempre, e non, come a bordo delle superpetroliere, quello di un tecnico o un impiegato trasferito su una gigantesca tinozza galleggiante, dove fanno tutto gli strumenti elettronici e dove il pilota automatico ti porta sicuro a destinazione con qualsiasi tempo, burrasca o bonaccia, estate e inverno, sole o nebbia, iceberg o mare sgombro. Eppure, nonostante tutto, quella vecchia nave fuori moda, incongrua in mezzo a tutti quegli scafi di ferro e a quelle ciminiere,  che aveva affrontato e superato mille tempeste, e che aveva doppiato Capo Horn almeno una dozzina di volte, pur se guardata con alterigia dai giovani capitani degli altri bastimenti, godeva di una segreta ammirazione presso i capitani più anziani; i quali, nelle taverne dei porti, dopo qualche sigaro e qualche boccale di birra, finivano per confessare, magari a denti stretti, che quella vecchia signora di un’altra epoca sapeva tenere il mare meglio di tante navi moderne e super-accessoriate, e che, quanto a loro, avrebbero scommesso ad occhi chiusi sulla sua efficienza e sulla sua puntualità, cosa che non avrebbero fatto con tantissimi altri bastimenti, anche se dotati del radiogoniometro, dei riflettori antinebbia,  delle doppie o triple paratie stagne, e di cento altre meraviglie della tecnologia moderna.

Una chiesa alquanto “strana”, con sacerdoti “strani”.

Perché l'ostilità conciliare alla messa di sempre?

Ciò che segue è la risposta a quanti mi chiedono di spiegare i motivi dell'ostilità che in un batter di ciglia si materializza ogni qual volta un fedele richiede la celebrazione della S.Messa tridentina al clero aderente alla nuova chiesa nata dal Concilio Vaticano II.

Nuova chiesa nata dal Concilio Vaticano II ?
Precisamente, perché tutte le riforme e gli orientamenti ufficiali di Roma sono delegati e imposti a nome del Concilio. Dopo il Vaticano II infatti, la maggior parte del clero ha assunto un orientamento nettamente opposto alla Tradizione, cioè al Magistero ufficiale della Chiesa. I sacerdoti hanno abbracciato in massa l'eresia protestante e liberale. Essi hanno voltato le spalle alla Chiesa di sempre, alla Messa di sempre, infettando il Corpo Mistico di Cristo con nuovi dogmi, nuove istituzioni, nuovo sacerdozio, nuovo culto, nuovo insegnamento, nuova morale... e tutto ciò a nome del Concilio al quale i fedeli si DEVONO uniformare.

sabato 27 maggio 2017

No davvero; tutt’altro…

Per chi o cosa perirono i 317 martiri d’Inghilterra?



Il 4 maggio la Chiesa ricorda i Santi martiri di Gran Bretagna e Irlanda, che affrontarono il patibolo per restare fedeli al papa e alla fede cattolica, ad opera dei riformati della Chiesa scismatica anglicana, che li fecero perire in odio al Vangelo e alla Santa Messa.
Oggi si parla tanto – anche troppo – di ecumenismo, parola divenuta improvvisamente di gran moda a partire dal Concilio Vaticano II, e ormai assolutamente indispensabile nel corredo del vocabolario del cattolicesimo politically correct, cioè debitamente progressista e semi-modernista. Parola che vuole esprimere un legittimo ed encomiabile desiderio, il ritorno all’unità dei cristiani; ma che non può e non deve diventare, come invece sta diventando, specie ad opera di papa Francesco, e di una schiera di pseudo teologi e di falsi pastori, il travestimento per una sporca, blasfema operazione: inquinare e infettare la Chiesa cattolica con gli errori del protestantesimo, trasformandola in una specie di contro-chiesa sincretista, per metà cattolica e per metà protestante. 

Gli Agenti del Male

L’Isis fa strage in Egitto



Hanno assaltato un gruppo di pellegrini. Un’azione vigliacca, al solito, preparata e perseguita come un’azione militare. Il bus, con alcune macchine al seguito, era diretto al monastero di San Samuele il Confessore. E portava un gruppo di gente, tanti i bambini, che andava a pregare. L’Isis ha colpito e ne ha ammazzati 28.

L’assalto è avvenuto nella regione egiziana di Minya: gli assassini, una decina, hanno bloccato la strada con dei Suv, poi hanno iniziato l’assalto, rubando i pochi averi dei pellegrini e intimando loro di convertirsi all’islam, come riferito da padre Antonio Gabriel, parroco di  San Mina a Roma. Non hanno abiurato, sono stati uccisi. Martiri, appunto.

Gli assassini hanno pure filmato l’azione, come vuole la società dell’immagine di cui sanno usare, in maniera più che sofisticata, tutti gli strumenti e di cui si servono in maniera altrettanto sofisticata. Altro che islam tradizionale, ci troviamo di fronte a una perversione post-moderna. Ma questa è un’altra storia…

Quanta ipocrisia

Non c’è vero amore per il peccatore senza odio per il suo peccato



Uno dei più gravi malintesi della teologia morale contemporanea, specialmente a partire dalla cosiddetta “svolta antropologica” inaugurata dal Concilio Vaticano II, consiste nel pensare e nel dire che Gesù è venuto per i peccatori, senza precisa che Egli è venuto per convertire i peccatori, e non per assolverli e lasciarli tranquillamente nei loro peccati. Un po’ tutto il clima della Chiesa cattolica, negli ultimi anni, ha reso possibile il diffondersi di questa dottrina sbagliata. Può darsi che in passato si sia commesso l’errore, come sostiene padre Ermes Ronchi, di puntare troppo su una “pedagogia della paura”, insistendo esageratamente sull’aspetto punitivo della giustizia divina; ma è certo,  a nostro avviso, che, da qualche tempo in qua, si è imboccata, sempre più decisamente, la via dell’errore opposto e speculare: quella di minimizzare, sottovalutare, ignorare il peccato, e presentare il Vangelo come una dottrina morale che esorta le anima, genericamente, alla vita buona, ma non dice chiaramente quel che accade alle anime allorché scelgono di allontanarsi da Dio, sia in questa vita, sia nell’altra; anzi, a dirla tutta, dell’altra vita, e quindi anche del Giudizio finale, non si sente parlare ormai quasi per nulla.

Ora, da bombardare c’è altro

“Simulazione di matrimonio gay alle elementari”. E’ vero, l’Isis ammazza i nostri figli. E noi, invece?

Ho sacro rispetto dei morti, soprattutto quando si tratta di nemici. Ma ci sono alcune eccezioni, una delle quali stamattina ha deciso di rimettere l’anima al Signore e andare a rendergli conto di quanto combinato in terra: a 89 anni, è morto Zbigniew Brzezinski, consigliere per la sicurezza nazionale sotto l’amministrazione Carter, falco della Guerra Fredda e, soprattutto, padre nobile (si fa per dire) della delirante dottrina neo-con sorta dalle macerie delle Due Torri.

Le Idi di Luglio ?

 Muller "stoppa" il Papa sui divorziati risposati

La televisione americana EWTN ha mandato in onda il 25 maggio una lunga intervista di Gerhard Muller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Qui trovate il link al video, che è in inglese (anche Muller risponde in inglese alle domande poste da Raymond Arroyo).
Arroyo ha posto diverse questioni al porporato. In particolare sull’esortazione post-sinodale Amoris Laetitia, e sulla confusione che è nata dalle diverse interpretazioni date, a causa dell’ambiguità del testo, il cardinale ha dichiarato: «È assolutamente impossibile che il Papa, come successore di San Pietro, il Vicario di Cristo per la Chiesa universale presenti una dottrina che sia apertamente contro le parole di Gesù Cristo». Il Papa e il magistero sono «semplicemente gli interpreti» delle parole di Cristo, e «la dottrina dell’indissolubilità matrimoniale è assolutamente chiara».

Inedito, oggi?

Papa Anatema I

cattura

C’è qualcosa di inedito, oggi, per milioni di cattolici: all’assedio di una cultura avversa, nichilista ed atea, cui gli europei sono ormai abituati, più o meno, da due secoli, si aggiunge il quotidiano fuoco amico. Sino a quattro anni orsono, infatti, la Chiesa aveva una sua unità: non mancavano, come non sono mai mancati, accanto gli approfittaotori e agli ipocriti, gli eretici, cioè coloro che miravano a distruggere il patrimonio profondo della fede. Ma dovevano in quale modo mimetizzarsi. Oggi non serve più: i media laicisti e la sede apostolica cantano e suonano sempre la stessa canzone. Aprite radio radicale: l’idolo è Bergoglio. Leggete Repubblica: l’idolo è Bergoglio. Ascoltate i discorsi dei campioni del mondialismo: non mancherà un ossequioso tributo all’attuale inquilino di santa Marta. Coloro che detestavano Benedetto e la Chiesa,oggi venerano Bergoglio.

Peregrinatio Sancti Nicolae

S.Nicola in Russia: "E' il frutto di Fatima"
Don Ubaldo in Siberia

Nel 1995 un giovane missionario della Fraternità San Carlo, don Ubaldo Orlandelli, da pochi anni arrivato ad evangelizzare la Siberia reduce dalla terribile esperienza sovietica passava per le strade di Novosibirsk portando in processione eucaristica il Santissimo Sacramento con appena cinque o sei fedeli dietro di lui. Una piccolissima processione del Corpus Domini che si snodava inosservata in una terra che aveva vissuto l’ateismo per mezzo secolo.
22 anni dopo a Mosca arriva da Bari la reliquia di San Nicola, viene accolta solennemente dal patriarca Kirill e per l’occasione si mobilita il governo: cinque km di fila per poter baciare la reliquia. Protagonista è la Chiesa ortodossa che è andata fino a Bari per farsi consegnare la sacra reliquia del santo venerato in Russia e che rimarrà in Russia fino a luglio. I giornali hanno raccontato fotograficamente la straordinaria testimonianza di fede di un popolo che 70 anni di comunismo non ha fiaccato nella devozione ai santi e alla Madonna.
Due foto che a modo loro parlano, ma che si possono accostare l’una all’altra sebbene si tratti di contesti ed epoche diverse.
Come inquadrare questo fenomeno senza ricorrere ai soliti clichè del devozionalismo? E soprattutto, che cosa è successo in questi 22 anni nei quali si è passati da una situazione di deserto a una rinascita spirituale? La distinzione tra Chiesa ortodossa o cattolica è importante da fare, ma non è decisiva in questo discorso.

La più ostacolata delle richieste della Madonna a Fatima


Mosca, Benedetto XVI e la consacrazione della Russia


La consacrazione richiesta è al contempo un riconoscimento dell’importanza che la Russia continua ad avere nel piano di Dio per la pace e un segno di profondo amore per i nostri fratelli e sorelle in Russia. Certo, il 25 marzo 1984 papa san Giovanni Paolo II ha consacrato il mondo, inclusa la Russia, al Cuore Immacolato di Maria. Ma oggi, ancora una volta, udiamo l’appello di Nostra Signora di Fatima a consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato in accordo con le sue esplicite istruzioni (cardinale Raymond Leo Burke – Roma, 19 maggio 2017).

Incredibile. Una delle voci più autorevoli della Chiesa Cattolica del nostro tempo, alla presenza di un qualificato pubblico internazionale, lo ha affermato senza mezzi termini: la più ostacolata delle richieste della Madonna a Fatima è più che mai attuale. Fra le righe, si insinua che la consacrazione del mondo effettuata da Giovanni Paolo II nel 1984 non abbia corrisposto pienamente alle esplicite istruzioni della Vergine: che la Russia fosse nominata e che l’atto coinvolgesse tutti i vescovi. Il motivo che gli aveva impedito di ottemperare al requisito principale fu rivelato dal Papa stesso, in una conversazione privata, al cardinale Paul Josef Cordes, come quest’ultimo ha rivelato il 13 maggio scorso in una conferenza a Karaganda, in Kazachistan: «Per lungo tempo, ovviamente, il Papa si era occupato della significativa missione che la Madre di Dio aveva affidato ai tre piccoli veggenti. Tuttavia si trattenne dal menzionare esplicitamente la Russia perché i diplomatici vaticani gli avevano chiesto con insistenza di non menzionare quel Paese, perché altrimenti sarebbero forse scoppiati conflitti politici».


venerdì 26 maggio 2017

“e questa consacrazione è stata accolta dal Cielo” ?

Quando ci sarà il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria? Ecco come rispose suor Lucia, veggente della Madonna. 

Nel bollettino ufficiale  della Postulazione per la beatificazione e quindi per la canonizzazione dei pastorelli di Fatima troviamo una interessantissima indicazione di suor Lucia, veggente di Fatima, sul trionfo del Cuore Immacolato di Maria profetizzato dalla Madonna a Fatima.

“Quando alcune decine di anni fa qualcuno chiese a suor Lucia quando si sarebbe convertita la Russia e se ci sarebbe voluto ancora molto tempo perché ciò accadesse, lei rispose: “la Russia si convertirà non appena ci saranno persone in numero sufficiente che traducano in pratica le richieste della Madonna”.

…il s. Padre Giovanni Paolo II, in unione con tutti i vescovi, consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria, facendo riferimento in modo particolare alla Russia.

“Pippo buono”

26 Maggio Festa di S. Filippo Neri "Breve biografia"



San Filippo Neri. il santo della gioia,definito Apostolo di Roma,
viveva nello spirito della Preghiera,della Carità, dell'Umiltà e della fraternità
e con una attenzione preferenziale ai giovani.


Breve biografia di San Filippo Neri a cura dell'Oratorio della Chiesa Nuova di Roma che custodisce il corpo del Santo

Filippo Neri nasce a Firenze il 21 luglio 1515, e riceve il battesimo nel "bel san Giovanni" dei Fiorentini il giorno seguente, festa di S. Maria Maddalena.

La famiglia dei Neri, che aveva conosciuto in passato una certa importanza, risentiva allora delle mutate condizioni politiche e viveva in modesto stato economico. Il padre, ser Francesco, era notaio, ma l'esercizio della sua professione era ristretto ad una piccola cerchia di clienti; la madre, Lucrezia da Mosciano, proveniva da una modesta famiglia del contado, e moriva poco dopo aver dato alla luce il quarto figlio.


La famiglia si trovò affidata alle cure della nuova sposa di ser Francesco, Alessandra di Michele Lenzi, che instaurò con tutti un affettuoso rapporto, soprattutto con Filippo, il secondogenito, dotato di un bellissimo carattere, pio e gentile, vivace e lieto, il "Pippo buono" che suscitava affetto ed ammirazione tra tutti i conoscenti.

Dal padre, probabilmente, Filippo ricevette la prima istruzione, che lasciò in lui soprattutto il gusto dei libri e della lettura, una passione che lo accompagnò per tutta la vita, testimoniata dall'inventario della sua biblioteca privata, lasciata in morte alla Congregazione romana, e costituita di un notevole numero di volumi. La formazione religiosa del ragazzo ebbe nel convento dei Domenicani di San Marco un centro forte e fecondo. Si respirava, in quell'ambiente, il clima spirituale del movimento savonaroliano, e per fra Girolamo Savonarola Filippo nutrì devozione lungo tutto l'arco della vita, pur nella evidente distanza dai metodi e dalle scelte del focoso predicatore apocalittico.


Diamo tempo al tempo

Il pugno di Anagni

Un santo dei nostri tempi, un campione di spiritualità,
un difensore della cultura occidentale (al suo fianco, Bergoglio)
No, non c’è stata alcuna scomposizione nella tessitura del continuum tempo-spazio: l’incontro tra Donald Trump e Papa Francesco si è svolto nel migliore dei modi possibili, contemplando anche un delizioso siparietto tra Bergoglio e Melania, quando il Pontefice le ha chiesto se per caso al marito dà da mangiare la potica (“putizza”), tipico dolce sloveno.
L’ineguagliabile First Lady, per alleviare le sofferenze dei tradizionalisti che si aspettavano un’ammucchiata pazzesca durante la discussione sullo scisma Lefebvre, ha poi anche parlato italiano durante la visita al Bambin Gesù:


Scooppiato

Come ti scredito la veggente "monzese" di Medjugorje
Un settimanale di Monza annuncia la sparizione di Marija Pavlovic dopo le parole di papa Francesco su Medjugorje, lasciando intendere che dietro ci sia tutta una storia di truffe e business. Il giornale ovviamente va a ruba, ma è tutto falso: Marija è a casa e deve subire un'altra ondata di fango. E le scuse del giornalista sono da non credere....

La pagina interna del Giornale di Monza
Immaginatevi la sorpresa ieri mattina quando passando in auto davanti a un’edicola vengo attirato da una locandina che a caratteri cubitali annuncia, a proposito di Medjugorje, che «la veggente monzese è sparita», con tanto di foto di Marija Pavlovic, una dei sei veggenti, sposata con un ingegnere di Monza, dove risiede con la sua famiglia. Una notizia clamorosa, una esclusiva del Giornale di Monza, un settimanale locale che infatti è diventato subito introvabile in edicola. Bisogna fare un bel giro per trovarlo dove è già stata consegnata una ristampa: troppo ghiotta la notizia, tutti vogliono sapere.

Chi é è eretico e eterodosso?



Il “Remilia Pride” che mette alla prova anche la Chiesa.


Il 3 giugno avrà luogo a Reggio Emilia il primo gay pride dell'area mediopadana, il “Remilia Pride”.

L'evento è il più atteso dell'anno nel panorama LGBT, perché per la prima volta l'Arcigay di Bologna, di Parma, di Piacenza, di Modena e di Mantova, coadiuvati dalla locale sezione, la “Gioconda”, e patrocinati dal comune reggiano, sfileranno per le strade cittadine per chiedere il matrimonio egualitario per tutti. Al grido “Si, lo vogliamo!” gli attivisti sono pronti a rivendicare quello che per loro è un “sacrosanto diritto”: una legge che equipari le unioni civili tra persone dello stesso sesso alle normali unioni matrimoniali, godendo degli stessi diritti e degli stessi doveri delle coppie eterosessuali, regolarmente sposate.

Un «vecchio rancoroso» ?

Egitto, attacco ai cristiani copti: almeno 26 uccisi su un autobus

I cristiani copti stavano viaggiando verso il monastero di Anba Samuel. Un commando armato ha sparato contro l'autobus: almeno 35 morti, molti dei quali bambini

In Egitto torna a scorrere il sangue. E a essere brutalmente ammazzati sono, per l'ennesima volta, i cristiani copti.
Questa mattina, a Minya, città di quasi 200mila abitanti a circa 250 chilometri a sud del Cairo, è stato preso d'assalto un autobus. Ad attaccarlo è stato un commando formato da dieci persone a volto coperto che, imbracciando armi automatiche, hanno aperto il fuoco sui quaranta cristiani copti che, dalla città di Beni Suef, stavano andando al monastero di San Samuele. Ne ha ammazzati 35, alcuni dei quali erano bambini. I feriti, una ventina in tutto, sono stati trasportati presso l'ospedale di Maghagha (guarda il video).

Non sono certo Francesco d’Assisi

Dio non è cattolico; e il papa?



Chi non ricorda la conversazione, poi resa nota sotto forma d’intervista al giornale La Repubblica, con la quale il papa, eletto da pochi mesi, annunciava il suo programma e dichiarava di voler “cambiare la Chiesa”? Vale la pena di andare a rileggersi, a quasi quattro anni di distanza, quella famosa e sconcertante chiacchierata, tutta infiocchettata di “grazie”, “prego”,”le dispiace”, “ma si figuri”, “cosa gradisce bere?”, “magari un bicchier d’acqua”, “subito un bicchier d’acqua fresca per il papa!”, che somiglia più a un duetto in cui due interlocutori gigioneggiano fra loro a beneficio del pubblico. Le domande di Scalfari e le risposte del papa acquistano, a tanta distanza di tempo, un significato ancor più chiaro, e ancora più fosco, quasi sinistro, alla luce di tutto quel che è accaduto nel frattempo, fuori e soprattutto dentro la Chiesa (da: Papa Francesco ed Eugenio Scalfari, Dialogo tra credenti e non credenti, Torino, Giulio Einaudi Editore, 2013,  pp. 65-69): 

Almeno meno peggio del prevedibile?


 Il “saudita” Trump non incanta Papa Bergoglio


Alberto Negri, Il Sole 24 Ore*

 A Papa Francesco, fine analista della guerra mondiale combattuta a pezzi, non è sfuggito il prossimo guaio che stanno preparando Trump e gli americani in Medio Oriente. E infatti ha liquidato il presidente americano in 40 minuti, lo stesso tempo del meeting tra Abbas e Trump. Il resto probabilmente lo hanno detto il segretario di Stato Parolin e Gallagher. I rapporti dal Medio Oriente da settimane sono abbastanza chiari e la visita in Arabia Saudita deve avere rafforzato le convinzioni della Santa Sede: più che la lotta all'Isis e ai foreign fighters del Califfato, gli Stati Uniti si stanno preparando ad aprire un fronte contro l'Iran e gli Hezbollah che ovviamente coinvolge la Siria di Assad.