ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 3 ottobre 2017

Il loro carisma dà fastidio a qualcuno


NEOCHIESA E CARISMA MARIANO

Il carisma mariano che non piace alla neochiesa il caso dei Francescani dell’Immacolata: come è possibile che un papa perseguiti come fossero dei nemici mortali i più fedeli campioni e custodi della pietà francescana e mariana? 
di Francesco Lamendola  


Ormai la neochiesa ha riabilitato tutti, o quasi tutti, quelli che voleva riabilitare, per ragioni funzionali al cambiamento ch’essa ha voluto imprimere alla vita della vera Chiesa cattolica, non solo sul piano liturgico e pastorale, ma anche su quello dottrinale e teologico. Ha riabilitato don Milani e don Mazzolari; ha riabilitato i preti operai e i teologi di strada, e ora anche il progressista cardinal Lercaro; ha riabilitato perfino Lutero e la sua sedicente riforma, che altro non è stata se non lo sfascio della Chiesa – con relative confische dei suoi beni – e uno scisma mirante a sovvertire le ragioni stesse della fede, mediante la formula della salvezza con la sola fede: formula riabilitata anch’essa, incredibilmente, da papa Francesco, sull’aereo che lo riportava dall’Armenia, nel viaggio del giugno 2016. Solo i cattolici che non si sono mai ribellati contro la Chiesa e contro il papa - beninteso, prima del Vaticano II -, solo i teologi, i preti e le suore che sono sempre rimasti perfettamente uniti alla dottrina e alla pratica cattolica, solo i fedeli che si son tenuto stretti alla Tradizione, al culto mariano, al Rosario, e che si sono sempre affidati agli Angeli e ai Santi, accettando umilmente la dottrina cattolica, così come l’avevano ricevuta e come, per secoli, è stata insegnata e vissuta, solo quelli non vengono “riabilitati”, non salgono agli onori delle cronache, non ricevono attenzioni dalla C.E.I. e da Avvenire, da monsignor Paglia e da Famiglia Cristiana; solamente loro non ricevono mai l’onore di una citazione da parte del papa, nelle sue quotidiane omelie dalla Casa di Santa Marta, e meno ancora una parola di stima o d’incoraggiamento dal pontefice, nel corso delle sue numerose ed estemporanee interviste, programmate o a braccio, e rivolte con una certa preferenza ai campioni del radicalismo e dell’anticlericalismo, a cominciare dal quotidiano La Repubblica

Il secondo dei socialisti

E dopo Staino sull'Avvenire, Papa Francesco sul Manifesto: "Terra, casa, lavoro"

 E dopo Staino sull'Avvenire, Papa Francesco sul Manifesto: 'Terra, casa, lavoro'

"Terra, casa e lavoro. E' strano ma se parlo di questo per alcuni il papa è comunista". E' la vignetta su Il Manifesto con Papa Francesco su uno sfondo rosso che sembra benedire il popolo, a questo punto occorre parlare adeguandosi alla satira, che sta facendo il giro della rete. Sembrava quasi vera, e infatti la news, risate a parte, c'è tutta. Anche Antonio Socci su Twitter aveva ripreso la notizia portandola all'attenzione dei suoi follower. Il libro è proprio in uscita e presenta i discorsi del Pontefice con i Movimenti popolari raccontando anche la “svolta” di quegli incontri. E la Stampa già sottolinea: "Letti insieme i tre testi bergogliani qui presentati (sui quali i media non hanno molto insistito), si avvicinano ad una sorta di manifesto tipo Rerum Novarum del XXI secolo". 

Come rifondare una morale sul nulla

Gli originali Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro (quest’ultimo da lassù) mi perdoneranno se prendendo spunto da una loro pubblicazione mi cimento in questa ideale, benché indegna, opera di continuazione nella denuncia di insegnanti da cui è preferibile stare alla larga. Tra l’altro il soggetto oggi preso in considerazione venne già da essi analizzato a suo tempo e classificato in modo molto opportuno come “teologo demolitore”. Queste vogliono essere solo alcune righe a completamento e a conferma della assodata nocività dello stesso.
I cattivi maestri che si manifestano così palesemente hanno un pregio: possono diventare dei punti di riferimento se presi dalla parte giusta, cioè al contrario. Ogni volta che aprono bocca o scrivono un libro, sappiamo che sarà contro la vera dottrina, la vera filosofia, la vera antropologia, per cui l’antidoto ad essi è abbastanza semplice: prendere ciò che dicono, cambiargli di segno ed ecco fatto, la verità è ripristinata.

La saggia Gospa..

Quel giorno che la Madonna rimandò l’apparizione. E avvisò delle ‘cimici’ che spiavano i veggenti


P. Livio: Mi pare che in questo messaggio, come anche in quello dato a Mirjana il 2 aprile, la Madonna voglia chiamare tutti i suoi figli a diventare le sue mani tese verso tutti, come missionari.
Marija: La Madonna ci dice: “Amate, pregate, testimoniate”: ci chiede di essere apostoli, missionari. Anche il Santo Padre ci sta chiedendo questo. C’è relazione tra il missionario e il martire, perché dobbiamo morire a noi stessi per poter testimoniare. Il seme deve morire per dare la vita. Ci dice: “Con la vostra vita e con l’amore che Dio vi dà, testimoniate!”. Ci chiede di amare Dio sopra ogni cosa, ci chiede di pregare Dio e il frutto di tutto questo sarà la testimonianza. Ci chiede di attaccare bottone con ogni persona, anche con i lontani, con coloro che sono confusi per parlare loro di Lei. Come gli apostoli a Pentecoste: riempiti di Spirito Santo, hanno perso la paura e hanno cominciato a testimoniare. Così a noi chiede di essere testimoni di fede, di amore, di preghiera, testimoni di Dio e della sua grazia.

La specie più insidiosa dei nemici

Quando San Tommaso disse: “Amoris laetitia che…?”



Et non tradat eum in animam inmicorum eius… 
quando si prega per il Pontefice, la Chiesa chiede a Dio di non consegnarlo all'anima dei suoi nemici, ovvero di non farlo cadere nel loro stesso giro mentale, e che la mens del Papa non sia secondo i loro desideri.
La specie più insidiosa dei nemici è costituita poi dai falsi fratelli (cf. 2 Cor 11,26); e tra i falsi fratelli del Papa ci sono senz'altro quei ghost-writer che hanno contribuito alla redazione di Amoris laetitia "copia-incollando" maldestramente alcune citazioni di San Tommaso [1], e quei consiglieri che hanno indotto lo stesso Pontefice a pensare che Amoris laetitia sia un testo tomista.
Non si spiegano altrimenti le parole del Papa, pronunciate nel corso di un incontro privato con alcuni gesuiti colombiani il 10-9-2017, e riportate dal sito WEB della Civilità Cattolica:
"…sento molti commenti – rispettabili, perché detti da figli di Dio, ma sbagliati – sull’Esortazione apostolica post-sinodale. Per capire l’Amoris laetitia bisogna leggerla da cima a fondo. A cominciare dal primo capitolo, per continuare col secondo e così via… e riflettere. E leggere che cosa si è detto nel Sinodo. Una seconda cosa: alcuni sostengono che sotto l’Amoris laetitia non c’è una morale cattolica o, quantomeno, non è una morale sicura. Su questo voglio ribadire con chiarezza che la morale dell’Amoris laetitia è tomista, quella del grande Tommaso. Potete parlarne con un grande teologo, tra i migliori di oggi e tra i più maturi, il cardinal Schönborn. Questo voglio dirlo perché aiutiate le persone che credono che la morale sia pura casistica. Aiutatele a rendersi conto che il grande Tommaso possiede una grandissima ricchezza, capace ancora oggi di ispirarci. Ma in ginocchio, sempre in ginocchio…" [2]. 

Materialiter

Che cosa è stata e che cosa è la Correctio filialis rivolta da alcuni sacerdoti e da alcuni laici a Papa Francesco? i

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Che cosa è stata e che cosa è la Correctio filialis rivolta da alcuni sacerdoti e da alcuni laici a Papa Francesco? Occorre, innanzitutto, rispondere a questa domanda, per comprendere l’eco da essa suscitata e le reazioni inusuali ed apparentemente contradditorie della Santa Sede.

Si tratta di un passo formale, attraverso il quale i firmatari accusano, dinanzi alla suprema autorità della Chiesa, Jorge Mario Bergoglio di diffondere, tramite scritti (in modo particolare, anche se non esclusivo, l’Esortazione apostolica Amoris laetitia), parole ed omissioni, vere e proprie eresie. Il documento precisa che non può considerarsi come la formale accusa del peccato e del crimine di eresia. La Correctio non può accusare il Pontefice del peccato di eresia, in quanto questo presuppone, come tutti i peccati, la piena avvertenza e il deliberato consenso, che sono conoscibili e, dunque, sindacabili, sia nell’ an che nel quantum, solo da Dio e dall’interessato. Il testo in parola precisa anche di non poter accusare il Papa del crimine canonico di eresia, poiché, perché questo sussista, occorre la pertinacia, vale a dire la riproposizione delle tesi eretiche anche dopo il formale ammonimento e la formale ingiunzione a ritrattare di un’autorità superiore ed a ciò preposta; poiché il Pontefice non ha e non può riconoscere alcuna autorità superiore a sé sulla terra, egli non può, formalmente, essere pertinace, in quanto non può essere richiamato. È unicamente per questo motivo che Bergoglio non può venire accusato di essere eretico formaliter, ma solo materialiter, vale a dire sostenitore, costante e recidivo, di proposizioni eretiche.

Latinorum?

Quando viene buono il latino



Nel mio post del 27 aprile 2016, a proposito dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, scrivevo:
Nonostante il titolo latino, che di per sé dovrebbe riprendere le prime parole del documento, non esiste il testo latino di Evangelii gaudium. Non solo non lo si trova sul sito della Santa Sede, ma neppure negli ActaApostolicae Sedis, dove è stato pubblicato esclusivamente il testo italiano (vol. 105/2013, pp. 1019-1137) … È lecito supporre che anche Amoris laetitia non verrà mai tradotta in latino.
Ebbene, la mia previsione si è rivelata sbagliata. Infatti, Amoris laetitia può ora essere letta anche in latino, sia in formato digitale che in formato cartaceo. Da quanto tempo? Non saprei. Certamente, quando scrissi quel post, una ventina di giorni dopo la pubblicazione dell’esortazione apostolica (8 aprile 2016), il testo latino non era disponibile. Probabilmente esso è apparso per la prima volta sugli ActaApostolicae Sedis (vol. 108/2016, pp. 311-446). La data del fascicolo n. 4 di AAS (1° aprile 2016) non deve trarre in inganno: non saprei con precisione quando esso sia uscito; certamente non nell’aprile del 2016; molto probabilmente nel corso del 2017 (basti pensare che l’ultimo fascicolo pubblicato, il n. 7/2016, reca la data del 1° luglio 2016).

L’abito non fa il monaco


TRA "PUBBLICANI E PROSTITUTE"        

Come la "neochiesa" stravolge la parola di Cristo. Riuscendo a capovolgere il senso di una parabola evangelica in 4 mosse, secondo il modello della finestra di Overton, per far dire a Gesù il contrario di quel che Egli ha detto 
di Francesco Lamendola  


Domenica 1° ottobre 2017, sulla frequenza di Rete 2000, don Dino Pirri, classe 1972, parroco a Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno, e conduttore di una serie di commenti televisivi al Vangelo festivo intitolata (ma guarda che originalità…) Sulla strada, tanto per far capire da che parte sta in tempi di preti di strada e di vescovi di strada, ha parlato della pagina evangelica di Matteo, 21, 28-32 (XXVI del Tempo Ordinario, anno A), in cui Gesù racconta la parabola del padre e dei due figli ai quali aveva chiesto di andare a lavorare nella vigna, per poi affermare davanti ai sacerdoti e agli anziani del popolo che i pubblicani e le prostitute passeranno loro avanti nel Regno di Dio. È stata una magnifica occasione per paragonare gli scribi e i farisei ai cattolici, fermo restando il secondo termine di paragone: i peccatori e le prostitute. 

Dimenticare e ignorare la storia della Chiesa


Pranzo in Basilica, i buchi di Tornielli


Avevo voluto scrivere al Direttore una semplice lettera (qui), nella quale si chiedeva di rivedere questa prassi di usare le chiese per finalità diverse da quelle per cui sono state dedicate, e nella quale si tentava di far riflettere sulle conseguenze nefaste circa l’eliminazione della distinzione tra sacro e profano, che un atto come quello avvenuto domenica, nella basilica di san Petronio a Bologna, avrebbe provocato. Ma già porre la questione ha fatto saltare i nervi a qualcuno, al punto che si è messa in moto la contraerea, nella persona di Andrea Tornielli su La Stampa (vedi qui). Intendo sorvolare sui soliti toni usati, che ovviamente cercano di banalizzare fin dall’inizio la questione, come una cosa di qualche stupido che non conosce la storia della Chiesa e di squalificare come “tradizionalista” che deve cercare la sua quotidiana accusa contro il Papa chi ha dissentito dall’iniziativa di monsignor Matteo Zuppi.

Veniamo però alle argomentazioni, che sono fondamentalmente racchiuse nell’affermazione di Tornielli di dimenticare e ignorare la storia della Chiesa.

lunedì 2 ottobre 2017

Essendo sommo sacerdote profetizzò..?


Il messaggio di Fatima opportunamente ripresentato dai Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II nel corso dei loro quattro pellegrinaggi a Fatima (uno di Paolo VI e tre di Giovanni Paolo II) ebbe il suo “CORONAMENTO PROFETICO” nei contenuti offerti dal terzo Papa pellegrino, Benedetto XVI. Mi sembra di poter dire che, nella considerazione attenta di tutti gli interventi dei Pontefici che si recarono alla Cova da Iria, si riceve il pieno disvelamento del mistero di Fatima, anche se insieme a tante affermazioni esplicite se ne trovano altre velate da allusioni indirette che tuttavia, a chi li sa cogliere, trasmettono contenuti importanti.
Questo accade soprattutto per quei nuclei tematici più decisamente profetici a cui papa Benedetto XVI ha fatto discretamente riferimento nel 2010, quando si portò anche lui a Fatima in occasione del 10° anniversario della beatificazione di Francisco e Giacinta.

Se lo conosci lo eviti

EL PAPA: “UN RAPPORTO PERSONALE CON GESU’ E’ NOCIVO E PERICLOSO” . LUI INFATTI LO PREFERISCE CON SCALFARI.


Parlando durante una delle sue prediche in Vaticano, il Papa ha rotto migliaia di anni di tradizione cristiana quando ha detto ai suoi seguaci di evitare di avere un rapporto personale con Gesù Cristo, anche avvertendo che farlo potrebbe risultare “pericoloso e molto dannoso ‘.

Il dito nella piaga

Bux e Valli. Che cosa sta accadendo, oggi, nella Chiesa?


Venerdì 29 settembre sono riprese le conferenze promosse dall’Associazione Culturale Oriente Occidente, delle quali si è parlato quiqui e qui. Gli incontri si tengono, come avvenuto precedentemente, nella sala conferenze della chiesa san Carlo Borromeo, in via Vincenzo Gentiloni 4 ad Ancona.

La prima conferenza di questo secondo ciclo di appuntamenti è stata una conversazione ‘a due voci’ con gli interventi di Aldo Maria Valli (giornalista, vaticanista del TG1, laureato in scienze politiche all’università cattolica di Milano) e di mons. Nicola Bux (sacerdote dell’arcidiocesi di Bari, esperto di liturgia orientale e di sacramentaria, consultore della congregazione della dottrina della Fede e della congregazione per le cause dei santi, collabora con la rivista Communio). Lo spunto di riflessione da cui ha preso avvio l’incontro è la parola “confusione”, termine che viene usato sempre più spesso dai fedeli, che vivono in un crescente disorientamento; la causa di tutto ciò in cosa è rintracciabile? Nella penetrazione di pensieri spuri nella Chiesa? Stiamo vivendo ciò che il beato Paolo VI dichiarò a Jean Guitton, ossia che siamo di fronte alla presenza dentro la Chiesa cattolica di un pensiero non cattolico il quale, seppur divenisse maggioritario, non sarà mai il pensiero ufficiale della Chiesa?

Non saremo soli


ECCO QUAL'E' IL PUNTO           
  
Una Weltanschauung cattolica: una chiesa compendio di tutte le chiese del mondo. Composizione perfetta che riassume il senso di una civiltà, quella italiana ed europea. Un universo dell’ordine morale del Vangelo di Gesù Cristo 
di Francesco Lamendola   
 

 Uscendo dal centro rinascimentale, avevo varcato un portone di legno, enorme, carico di secoli, un oggetto quasi impensabile in altre parti d’Europa, per non parlare degli Stati Uniti, che si apre nella cinta muraria, e avevo proseguito lungo la strada in discesa che porta all’antico borgo, appollaiato a mezza costa della collina, su cui si affacciavano alcune botteghe e locali nello stile degli anni ’50 del Novecento, come se il tempo si fosse fermato; di lì, andando ancora dritto, avevo scoperto un altro borgo ancora, attraversato da un’arteria assai lunga e fiancheggiata da muretti su un lato, da case sull’altro, che parevano sospese sul ripido versante del colle, affacciato sulle Alpi maestose, vicinissime, i profili dentellati e quasi surreali, sotto un cielo estivo azzurrissimo.  Le case, come in tutti i borghi prealpini, con i vasi di gerani alle finestre, presentavano il ballatoio di legno e le scale esterne e avevano la caratteristica struttura a cortivo, con degli spazi interni che s’intravvedevano dai portoni incorniciati d’edera, sormontati da archi secolari. Ora il movimento si era fatto scarsissimo, ma s’intuiva, da vari particolari urbanistici, che il borgo, un tempo, doveva essere stato tutt’altro che la periferia in senso economico, bensì la parte pulsante di quella splendida cittadina ai piedi delle montagne, coi suoi opifici e magazzini, con le sue fontane e botteghe; mentre il centro storico, più antico, era stato interamente occupato dai prestigiosi palazzi della nobiltà, coi loro mascheroni in pietra e i loro terrazzi di marmo, con le chiese eleganti e i vari uffici amministrativi e direzionali.

Saremo ottimisti?

                                                
                   L’Europa e San Tommaso

Viaggio, guidato dal Chesterton, tra la filosofia ed il pensiero di San Tommaso. Un'analisi capace di confrontare l'opera del teologo italiano con il pensiero moderno.

Ma se la crisi dell’Occidente, l’epoca del nichilismo e l’era della tecnica non fossero il capolinea definitivo, l’alba dell’apocalisse? Se dietro a quest’epoca di spaesamento e obsolescenza di tutti i valori si preparassero una rinascita, una redenzione e una riscossa? E se questa rinascita non passasse da simboli ed ideologie nuove, ma dalla Fede cristiana, dalla promessa di redenzione della Croce e di salvezza della resurrezione? Non stiamo fantasticando, ma solo cercando di riportare, in modo forse un po’ troppo ottimistico, ma comunque lucido, una sensazione che riscontriamo, un sentore diffuso che ci sembra di cogliere, una percezione di reale e concreta inversione di tendenza. Si notano molti ragazzi che, stanchi dello sballo da discoteche, ritornano in oratorio a costruire progetti e a rinsaldare comunità vive; altri che ritornano a sposarsi in Chiesa, guardando con diffidenza o con insoddisfazione la semplice convivenza; perfino in merito alle vocazioni – pur in un tempo di calo verticale delle ordinazioni – ci sembra di vedere in giro più preti giovani, freschi di sacerdozio e con un entusiasmo diverso nella predicazione e nell’aggregazione di ragazzi.

Sensus fidei


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Perché abbiamo inviato la lettera Corretio filialis a Papa Francesco

Chi sono i firmatari della Correctio filialis indirizzata a Papa Francesco? Non “eretici”, “lefevriani” e nemmeno “tradizionalisti”, come vengono definiti, ma cattolici, apostolici romani, mossi solo – come scrivono nel loro documento – “dalla fedeltà a Nostro Signore Gesù Cristo, dall’amore alla Chiesa e al Papato”, e dalla devozione filiale verso Papa Francesco, ma costretti a rivolgere al Santo Padre, “una correzione a causa della propagazione di alcune eresie sviluppatesi per mezzo dell’esortazione apostolica Amoris laetitia e mediante altre Sue parole, atti e omissioni”.
Questo gesto non è sembrato scandaloso né al cardinale Gerhard Müller, ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha proposto un dibattito teologico tra alcuni cardinali, nominati dal Papa, e gli autori dei Dubia e della Correctio, né al cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Papa Francesco, che ha dichiarato: “Le persone che non sono d’accordo esprimono il loro dissenso ma su queste cose si deve ragionare, cercare di capirsi”. Malgrado il loro attaccamento al papato i firmatari del documento, il cui numero si è quadruplicato in questi giorni, non hanno rinunciato all’uso della ragione, perché la fede cattolica ha un fondamento razionale.

Dalla P2 a P3

Poveri, pane e Parola: il Papa "riabilita" Lercaro


Il viaggio emiliano romagnolo di papa Francesco si è concluso ieri con la messa allo stadio Dall’Ara di Bologna, dove il vescovo della città, monsignor Matteo Zuppi nel suo indirizzo di saluto ha citato indirettamente le parole del cardinale Giacomo Lercaro. «Abbiamo condiviso il pane del cielo, impariamo tanto a condividere il pane della terra».

Pane, parole e poveri, sono le tre “P” che papa Francesco ha richiamato nell’omelia, tre parole molto care proprio al cardinale Lercaro, indiscusso protagonista di una stagione ecclesiale carica di profezia e controversie. L’arcivescovo di Bologna Giacomo Lercaro (1891 – 1976) fu uno dei tre punti di riferimento di papa Paolo VI al concilio ecumenico Vaticano II, insieme al cardinale tedesco Dofpner e al Primate del Belgio Suenens;  fu promotore del rinnovamento liturgico e di una “chiesa dei poveri”. Celebre il suo discorso al Concilio del 6 dicembre 1963, in cui affermò chiaramente una sorta di “opzione preferenziale per i poveri”, per Lercaro quello della povertà doveva essere «l’unico tema di tutto il Vaticano II».

Con Dio non si scherza?

MARTIN LUTERO NELLA LITURGIA DOMENICALE 



La testata e la pag. 2 del foglio pubblicato da La Domenica

La figura di Lutero troneggia oggi, Domenica 1 ottobre, 26.ma del tempo ordinario, sui fogli della liturgia domenicale come grande conquista ecumenica di Papa Bergoglio! Che merito c’è in questo? Basta rinnegare Gesù Cristo e si può andare a braccetto con tutti: Buddisti, Musulmani, atei… perfino col diavolo. Semplice no?

Ma allora a che è servito dare la vita per amore di Gesù Cristo per milioni di cristiani perseguitati e tuttora in carceri terribili? Come Asia Bibi da sette anni in carcere in Indonesia per non voler rinnegare Gesù abbracciando Maometto.

domenica 1 ottobre 2017

La questione è complicata

CONTRO L’ERESIA. CARDINALE BURKE: “Il male nella Chiesa, il papa e l’unica salvezza”



Pubblichiamo il testo integrale del discorso del cardinal Burke tenuto lo scorso 21 luglio a Louisville (Kentucky) all’incontro annuale del forum americano Church Teaches, da titolo “Il messaggio di Fatima: la pace del mondo“.
Recentemente ho partecipato ad una conferenza di tre giorni sulla Sacra Liturgia a cui erano presenti molti giovani e bravi preti. Ci sono state diverse occasioni per parlare del loro ministero sacerdotale. Dal momento che la mia esperienza in molti luoghi che visito è quella di preti che esprimono una grande preoccupazione circa la situazione in cui il mondo e la Chiesa si trovano. È un momento che può essere semplicemente descritto come una confusione, una divisione e un errore. Alla fine della conferenza, un giovane sacerdote mi ha avvicinato chiedendomi: “Cardinale, pensa che siamo giunti alla fine dei tempi?”. L’espressione sul suo volto mi ha fatto comprendere la sincerità della sua domanda e la preoccupazione profonda che lo animava. Non ho quindi esitato a rispondere: “Potrebbe essere”.

Per le fusa della gatta Ipazia?

Cardinal Burke: Società di San Pio X "scismatica"


"La Società di San Pio X (FSSPX) è scismatica da quando lo scomparso arcivescovo Marcel Lefebvre ordinò quattro vescovi senza il mandato del Pontefice Romano", ha detto il cardinale Raymond Burke in luglio alla conferenza della Sacra Liturgia a Medford, Oregon.

Secondo un audio del discorso pubblicato su Aka Catholic, Burke ha detto che "non è legittimo frequentare la Messa o ricevere sacramenti" in una chiesa della SSPX.

Coincidenze?

Vescovi italiani uniti contro il nemico


Il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire ha assunto come vignettista Sergio Staino, redattore de L’Unità, che era stata fondata come quotidiano ufficiale del Partito Comunista Italiano. Staino è il presidente onorario dell'Unione Razionalisti Ateisti e Agnostici, un gruppo d'odio che opera con slogan come "La cattiva notizia è che Dio non esiste. La buona notizia è che non ti serve".

Antonio Socci commenta: "Staino è l'uomo perfetto per il quotidiano della Chiesa italiana a cui non piacciono i credenti".

Foto: Sergio Staino, © Niccolò Caranti, CC BY-SA#newsOcgdmpodju

PEZZO GROSSO SU UN BEATO PIEMONTESE TROMBATO NEL 1852 DAL POTENTE DI TURNO. INDOVINATE PERCHE’…COINCIDENZE CHE SI RIPETONO.


Sterquilīnum

Pensieri su Lutero a confronto ..... Foglietto domenicale versus due Santi .... ed il magistero della Chiesa

Foglietto liturgico "La Domenica" di domenica 1.10.2017

Immagine goliardica della "canonizzazione" de facto dell'eresiarca tedesco da parte della neo-chiesa. V. blog Opportune Importune, 3.12.2016


Il cammino del letame

Vatileaks III?

Molinari, Tornielli, Becciu, alla presentazione dell’ultimo libro di Tornielli
Nella nota intervista al Corriere Libero Milone, “ex revisore dei conti vaticani… addita Giovanni Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, e Domenico Giani, capo della gendarmeria vaticana, due fedelissimi di Bergoglio”.

La radice dell’incredulità dell’uomo moderno


IL DRAMMA DELL'UOMO MODERNO                 
Dramma e paradosso dell’uomo moderno, con la sua superbia intellettuale è "Non poter credere". La civiltà moderna si basa sul rifiuto di Dio e la controprova è che solo l’uomo occidentale sta vivendo questa fase d’irreligiosità 
di Francesco Lamendola   


L’uomo moderno rappresenta un tipo antropologico particolarissimo: la sua caratteristica fondamentale, e il suo intimo dramma, è non riuscire più a credere, ad aver fede in Dio, ad accogliere una verità soprannaturale. Per l’uomo pre-moderno, la fede in Dio non era un problema, anzi: era il fondamento della vita stessa. Ovunque andava, il pius Aeneas innalzava altari, recitava preghiere, interrogava la divinità per mezzo dei responsi, interpretava i sogni; non trascurava mai una cerimonia, non faceva nulla che potesse tradire mancanza di rispetto e di devozione verso il mondo dell’invisibile; non tralasciava né le solenni esequie funebri, né i loro anniversari: e i morti gli erano accanto quanto i vivi, erano presenze autentiche nella sua esistenza. La stessa attitudine era condivisa dall’uomo medievale: non si vive solo per se stessi, si vive per Dio, con Dio e in Dio; la vita è un pellegrinaggio, la nostra meta, la nostra patria vera è il Cielo; i santi e le anime beate sono al nostro fianco nella battaglia terrena contro il male, mentre il diavolo e le sue schiere cercano di sviarci, di perderci. 

Un vero complimento all'arte culinaria..^


SAN PETRONIO, BOLOGNA. AH NO, SCUSATE…ERA UNA PREVISIONE PER IL FUTURO. ASPETTANDO I SALAFITI…:-)))

Invece l’aspetto della cattedrale felsinea trasformata in sala da pranzo con bagni annessi era questo: