Contro la secolarizzazione “il vaccino della Tradizione”
(di Cristina Siccardi) Il tasso numerico dei cattolici in Italia diminuisce sempre più ed è impressionante la velocità con la quale, negli ultimi anni, la nazione in cui la Chiesa risiede, la secolarizzazione ha proceduto nel suo estendersi a macchia d’olio.
La Fondazione Critica liberale (dal 1969 la voce del pensiero laico e liberale italiano, che segue le linee di: Giovanni Amendola, Benedetto Croce, Piero Gobetti, fratelli Rosselli, Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Luigi Einaudi, il Mondo di Pannunzio, gli «azionisti» e Norberto Bobbio) ha denunciato, nei programmi televisivi, un «monopolio assoluto della confessione cattolica» rispetto alle altre religioni. Il rapporto [MinCulPap – Ministero Cultura Papista – V Rapporto sulle confessioni religiose e TV e il VI Rapporto sui telegiornali – L’informazione televisiva al servizio di francesco (scritto in minuscolo)] è stato presentato il 24 febbraio scorso alla Camera dei deputati da Critica Liberale e in essa erano contenuti questi dati: nella stagione 2014-2015, l’86,6% dei soggetti confessionali presenti nei principali talk show è di religione cattolica; nonostante ciò solo un’ora (1,7% del tempo), delle 60 complessive dedicate a temi religiosi, è stata riservata agli scandali finanziari vaticani.