ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 4 ottobre 2017

«La Chiesa sarà forte, umile, pia, povera, zelante...»

LA MATERNA APOCALISSE DELLA MADRE DI DIO: il messaggio segreto di La Salette pubblicato con imprimatur nel 1879

INTRODUZIONE
Quella che segue è la redazione del messaggio segreto consegnato dalla Vergine di La Salette a Melania Calvat e che fu pubblicata con l’imprimatur del vescovo di Lecce, mons. Zola, nel 1879.

Del segreto di La Salette (quello confidato dalla Madonna a Melania) esistono diverse redazioni. Il motivo di questa diversità anche contenutistica dei diversi testi (anche se nella sostanza chiaramente tutti corrispondono) sta nel fatto che, come la stessa Melania spiego in diverse occasioni, la Madonna le aveva preannunciato già nell’apparizione del 1846 che sarebbe in seguito ritornata per “dirle altre cose”, aggiungendo nuovi dettagli profetici e completando anche contenutisticamente quanto disse alla pastorella nel corso dell'appparizione del 19 settembre 1846.

“Uno deve obbedire a Dio più che all’uomo”


Robert Spaemann sul caso Seifert, Amoris Laetitia e la testimonianza della Verità  
                    

Nota dell’editore: quanto segue è un’intervista al professor Robert Spaemann, condotta dal Dr. Maike Hickson di OnePeterFive. Il Prof. Spaemann è un eminente filosofo cattolico tedesco ed ex membro della Pontificia Accademia per la Vita.
Maike Hickson (MH): il professor Josef Seifert è uno dei suoi studenti che ha scritto la sua tesi di abilitazione sotto la sua guida. Pertanto lei conosce personalmente lui e il suo lavoro. Inoltre, entrambi avete alzato le vostre voci a favore di una critica benevola del documento papale, Amoris Laetitia. Qual è stata la sua reazione alla decisione dell’Arcivescovo di Granada (Spagna) di licenziare il professor Seifert a causa della sua critica ad Amoris Laetitia?

La gente non ama i guastafeste

BIFFI: «PROFETI DI SVENTURA»? A PROCLAMARE ORE SERENE E TRANQUILLE, NELLA BIBBIA SONO SEMMAI I FALSI PROFETI

Biffi: «Profeti di sventura»? A proclamare ore serene e tranquille, nella Bibbia sono semmai i falsi profeti

[...] Papa Roncalli morì nella solennità di Pentecoste, il 3 giugno 1963. Anch’io lo rimpiangevo, perché avevo un’invincibile simpatia per lui. M’incantavano i suoi gesti “irrituali”, ed ero rallegrato dalle sue parole spesso sorprendenti e dalle sue uscite estemporanee.

Solo la valutazione di alcune frasi mi lasciava esitante. Ed erano proprio quelle che più facilmente di altre conquistavano gli animi, perché apparivano conformi alle istintive aspirazioni degli uomini. 

Petronius iceberg

Pranzo in San Petronio, è solo la punta dell'iceberg


Mentre la polemica sul pranzo nella Basilica di San Petronio a Bologna tiene ancora banco, viene documentato un altro clamoroso caso di profanazione, questa volta in Spagna, nel contesto della battaglia politica per l’indipendenza della Catalogna da Madrid. Domenica nella chiesa di Vila-rodona, diocesi di Tarragona, gremita di fedeli, si è svolta una strana liturgia (il prete è vestito con i paramenti sacri) in cui preghiere e canti hanno accompagnato lo spoglio delle schede che avveniva proprio davanti all’altare. Video mostrano anche il grande applauso della folla all’ingresso dell’urna che conteneva le schede votate.

Scene francamente sconcertanti, ma quel che qui si vuole sottolineare è che ormai non si tratta più di episodiche trasgressioni compiute da sacerdoti o vescovi border-line, ma di una chiara linea di tendenza che investe la Chiesa intera e che, con il pretesto di avvicinare Dio all’uomo, abolisce il confine tra sacro e profano.

Francesco papa?



Del San Francesco contestatore, sciamano e alieno…


Ci sono alcune date, nel corso dell’anno, in cui un cattolico è costretto, nonostante la loro festività, ad arrabbiarsi: in primis, Pasqua e Natale (divenute, soprattutto la seconda, la sagra del consumismo), il 31 ottobre (la Vigilia di Ognissanti, rimpiazzata da quell’americanata di Halloween) e, venendo a noi, il 4 ottobre, giorno della festa di San Francesco d’Assisi.
Il Serafico Patriarca, uno dei più grandi e venerati santi della Chiesa Cattolica, di cui era devoto figlio, dovette subire una prima travisazione da parte di alcuni dei suoi stessi frati (stiamo parlando delle vere e proprie lotte che videro contrapposti diversi rami di francescani immediatamente dopo la morte del fondatore e per almeno un secolo) e, soprattutto, da parte dei primi riformatori protestanti (vedasi alcune stampe che mostravano San Francesco sdegnato per la corruzione papista e supportatore delle idee di Lutero e Calvino); si trattò, tuttavia, di fenomeni circoscritti, e dal tempo (la crisi dell’ordine, durata un secolo) e da altri motivi (i protestanti finirono per rifiutare in sé la mediazione e il culto dei santi, Serafico Patriarca compreso).

“Corani Laetitia“?

 Il Corano è la NUOVA BIBBIA? L'inganno del fornaio.


Dichiarazione Shock di Bergoglio!




Durante la Messa di Domenica, il Papa ha fatto una dichiarazione incredibile, sembra infatti che sia stato scoperto un nuovo testo antico in Santa Sede, che dimostri che Corano e Bibbia, non sono altro che due “Volumi” diversi di uno stesso testo: “Italiani, il Corano è la nuova bibbia! Non fraintendete queste mie parole, ma ho passato queste ultime settimane a studiare in modo approfondito il Corano Musulmano insieme ai miei sacerdoti, e siamo arrivati a una conclusione straordinaria. Sembra che il Corano e la Bibbia siano state entrambe scritte dagli stessi Apostoli.” La conferma scientifica l’abbiamo avuta dal ritrovamento nelle grotte del Vaticano di un antichissimo testo cristiano scritto dagli stessi apostoli dei Vangeli, chiamato “Corano Fidelis“, quasi sovrapponibile all’attuale testo sacro islamico.. Il sacerdote Muzio Giovardi ha inoltre dichiarato: “Siamo di fronte a una svolta epocale, da sempre Musulmani e Cristiani si sono scontrati sul piano religioso sulla veridicità delle proprie religioni. Da oggi non esisteranno miscredenti nè infedeli. Ma saremo tutti figli di uno stesso Padre, nostro signore Dio, o Allah, come preferite chiamarlo.” Sembra che quindi non vi sia nessuna differenza tra Allah e Dio, tra dogmi islamici e dogmi Cristiani, forse un giorno potremo leggere anche nella nostra chiesa il Corano oltre che Vangelo e Bibbia.

Incoscienti ed egoisti


ATTENTI AI FALSI MAESTRI               

Attualità di san Pietro nella II^lettera: «Per causa loro la via della verità sarà denigrata». Dio ama e perdona ma Dio sa anche punire e castigare perché Dio è somma giustizia e nemmeno l’amore è perfetto se manca la giustizia 
di Francesco Lamendola  

 

Come suonano di attualità, purtroppo, le parole di san Pietro, nella seconda lettera che porta il suo nome (2, 1-22; tradizione a cura di U. Vanni):

Ci furono falsi profeti nel popolo: ugualmente anche tra voi ci saranno falsi maestri, i quali introdurranno divisioni pericolose e, rinnegando il loro padrone che li riscattò, attireranno su se stessi una rovina veloce. Molti seguiranno le loro lascivie e per causa loro la via della verità sarà denigrata.  Nella loro cupidigia cercheranno di comprarvi con discorsi artefatti: ma il loro giudizio di condanna già da tempo è in azione e la loro perdizione non ritarda.
Dio infatti non perdonò agli angeli che avevano peccato, ma, condannandoli al tartaro, li confinò nelle fosse tenebrose perché vi fossero trattenuti fino al giudizio. Non perdonò al mondo antico, ma quando scatenò il diluvio sul mondo degli empi, custodì Noè come ottavo in quanto annunciatore di giustizia; condannò le città di Sodoma e Gomorra, incenerendole, dando un esempio agli empi di quanto accadrà nei tempi futuri; salvò il giusto Lot, tormentato dalla condotta sfrenata di gente senza legge. Infatti abitando, lui giusto, in mezzo a loro, sentiva la sua anima retta tormentata giorno per giorno da ciò che vedeva ed udiva in opere inique: il Signore seppe salvare i buoni dalla prova e conservare i cattivi fino al giorno del giudizio per punirli, specialmente coloro che seguivano la carne nella bramosia di turpitudini e disprezzavano la dignità del Signore.

Non c’è scampo?

A proposito della Correctio filialis 




Reso pubblico il documento col quale chierici e laici richiamano Papa Francesco per avere scritto, detto ed agito in maniera da favorire la diffusione di eresie, era inevitabile che si facessero sentire molte voci a favore e contro questo documento che si è voluto chiamare “correctio filialis”.

Esporremo qui alcune considerazioni relative a certi aspetti controversi contenuti nei vari interventi, prendendo in considerazione, ovviamente, gli elementi più importanti, aventi una portata generale, e trascurando quelli marginali che in questi casi finiscono inevitabilmente col presentarsi mischiati ai primi.

E’ stato detto che non poteva trattarsi di un formale atto di accusa di eresia, e questo è logico, perché i firmatari del documento non hanno titolo per formularne uno.
Ma, se questo è vero, così come titola il documento stesso: “correctio filialis”, evitando tecnicamente di presentarsi come “correctio fraterna”, meno vera è la giustificazione che un atto di accusa equivarrebbe a riconoscere che il Papa avrebbe  commesso il crimine di eresia, riconoscimento che, è stato obiettato, non è sostenibile, perché solo Dio conosce le vere intenzioni dei peccatori e dei colpevoli.

martedì 3 ottobre 2017

Il loro carisma dà fastidio a qualcuno


NEOCHIESA E CARISMA MARIANO

Il carisma mariano che non piace alla neochiesa il caso dei Francescani dell’Immacolata: come è possibile che un papa perseguiti come fossero dei nemici mortali i più fedeli campioni e custodi della pietà francescana e mariana? 
di Francesco Lamendola  


Ormai la neochiesa ha riabilitato tutti, o quasi tutti, quelli che voleva riabilitare, per ragioni funzionali al cambiamento ch’essa ha voluto imprimere alla vita della vera Chiesa cattolica, non solo sul piano liturgico e pastorale, ma anche su quello dottrinale e teologico. Ha riabilitato don Milani e don Mazzolari; ha riabilitato i preti operai e i teologi di strada, e ora anche il progressista cardinal Lercaro; ha riabilitato perfino Lutero e la sua sedicente riforma, che altro non è stata se non lo sfascio della Chiesa – con relative confische dei suoi beni – e uno scisma mirante a sovvertire le ragioni stesse della fede, mediante la formula della salvezza con la sola fede: formula riabilitata anch’essa, incredibilmente, da papa Francesco, sull’aereo che lo riportava dall’Armenia, nel viaggio del giugno 2016. Solo i cattolici che non si sono mai ribellati contro la Chiesa e contro il papa - beninteso, prima del Vaticano II -, solo i teologi, i preti e le suore che sono sempre rimasti perfettamente uniti alla dottrina e alla pratica cattolica, solo i fedeli che si son tenuto stretti alla Tradizione, al culto mariano, al Rosario, e che si sono sempre affidati agli Angeli e ai Santi, accettando umilmente la dottrina cattolica, così come l’avevano ricevuta e come, per secoli, è stata insegnata e vissuta, solo quelli non vengono “riabilitati”, non salgono agli onori delle cronache, non ricevono attenzioni dalla C.E.I. e da Avvenire, da monsignor Paglia e da Famiglia Cristiana; solamente loro non ricevono mai l’onore di una citazione da parte del papa, nelle sue quotidiane omelie dalla Casa di Santa Marta, e meno ancora una parola di stima o d’incoraggiamento dal pontefice, nel corso delle sue numerose ed estemporanee interviste, programmate o a braccio, e rivolte con una certa preferenza ai campioni del radicalismo e dell’anticlericalismo, a cominciare dal quotidiano La Repubblica

Il secondo dei socialisti

E dopo Staino sull'Avvenire, Papa Francesco sul Manifesto: "Terra, casa, lavoro"

 E dopo Staino sull'Avvenire, Papa Francesco sul Manifesto: 'Terra, casa, lavoro'

"Terra, casa e lavoro. E' strano ma se parlo di questo per alcuni il papa è comunista". E' la vignetta su Il Manifesto con Papa Francesco su uno sfondo rosso che sembra benedire il popolo, a questo punto occorre parlare adeguandosi alla satira, che sta facendo il giro della rete. Sembrava quasi vera, e infatti la news, risate a parte, c'è tutta. Anche Antonio Socci su Twitter aveva ripreso la notizia portandola all'attenzione dei suoi follower. Il libro è proprio in uscita e presenta i discorsi del Pontefice con i Movimenti popolari raccontando anche la “svolta” di quegli incontri. E la Stampa già sottolinea: "Letti insieme i tre testi bergogliani qui presentati (sui quali i media non hanno molto insistito), si avvicinano ad una sorta di manifesto tipo Rerum Novarum del XXI secolo". 

Come rifondare una morale sul nulla

Gli originali Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro (quest’ultimo da lassù) mi perdoneranno se prendendo spunto da una loro pubblicazione mi cimento in questa ideale, benché indegna, opera di continuazione nella denuncia di insegnanti da cui è preferibile stare alla larga. Tra l’altro il soggetto oggi preso in considerazione venne già da essi analizzato a suo tempo e classificato in modo molto opportuno come “teologo demolitore”. Queste vogliono essere solo alcune righe a completamento e a conferma della assodata nocività dello stesso.
I cattivi maestri che si manifestano così palesemente hanno un pregio: possono diventare dei punti di riferimento se presi dalla parte giusta, cioè al contrario. Ogni volta che aprono bocca o scrivono un libro, sappiamo che sarà contro la vera dottrina, la vera filosofia, la vera antropologia, per cui l’antidoto ad essi è abbastanza semplice: prendere ciò che dicono, cambiargli di segno ed ecco fatto, la verità è ripristinata.

La saggia Gospa..

Quel giorno che la Madonna rimandò l’apparizione. E avvisò delle ‘cimici’ che spiavano i veggenti


P. Livio: Mi pare che in questo messaggio, come anche in quello dato a Mirjana il 2 aprile, la Madonna voglia chiamare tutti i suoi figli a diventare le sue mani tese verso tutti, come missionari.
Marija: La Madonna ci dice: “Amate, pregate, testimoniate”: ci chiede di essere apostoli, missionari. Anche il Santo Padre ci sta chiedendo questo. C’è relazione tra il missionario e il martire, perché dobbiamo morire a noi stessi per poter testimoniare. Il seme deve morire per dare la vita. Ci dice: “Con la vostra vita e con l’amore che Dio vi dà, testimoniate!”. Ci chiede di amare Dio sopra ogni cosa, ci chiede di pregare Dio e il frutto di tutto questo sarà la testimonianza. Ci chiede di attaccare bottone con ogni persona, anche con i lontani, con coloro che sono confusi per parlare loro di Lei. Come gli apostoli a Pentecoste: riempiti di Spirito Santo, hanno perso la paura e hanno cominciato a testimoniare. Così a noi chiede di essere testimoni di fede, di amore, di preghiera, testimoni di Dio e della sua grazia.

La specie più insidiosa dei nemici

Quando San Tommaso disse: “Amoris laetitia che…?”



Et non tradat eum in animam inmicorum eius… 
quando si prega per il Pontefice, la Chiesa chiede a Dio di non consegnarlo all'anima dei suoi nemici, ovvero di non farlo cadere nel loro stesso giro mentale, e che la mens del Papa non sia secondo i loro desideri.
La specie più insidiosa dei nemici è costituita poi dai falsi fratelli (cf. 2 Cor 11,26); e tra i falsi fratelli del Papa ci sono senz'altro quei ghost-writer che hanno contribuito alla redazione di Amoris laetitia "copia-incollando" maldestramente alcune citazioni di San Tommaso [1], e quei consiglieri che hanno indotto lo stesso Pontefice a pensare che Amoris laetitia sia un testo tomista.
Non si spiegano altrimenti le parole del Papa, pronunciate nel corso di un incontro privato con alcuni gesuiti colombiani il 10-9-2017, e riportate dal sito WEB della Civilità Cattolica:
"…sento molti commenti – rispettabili, perché detti da figli di Dio, ma sbagliati – sull’Esortazione apostolica post-sinodale. Per capire l’Amoris laetitia bisogna leggerla da cima a fondo. A cominciare dal primo capitolo, per continuare col secondo e così via… e riflettere. E leggere che cosa si è detto nel Sinodo. Una seconda cosa: alcuni sostengono che sotto l’Amoris laetitia non c’è una morale cattolica o, quantomeno, non è una morale sicura. Su questo voglio ribadire con chiarezza che la morale dell’Amoris laetitia è tomista, quella del grande Tommaso. Potete parlarne con un grande teologo, tra i migliori di oggi e tra i più maturi, il cardinal Schönborn. Questo voglio dirlo perché aiutiate le persone che credono che la morale sia pura casistica. Aiutatele a rendersi conto che il grande Tommaso possiede una grandissima ricchezza, capace ancora oggi di ispirarci. Ma in ginocchio, sempre in ginocchio…" [2]. 

Materialiter

Che cosa è stata e che cosa è la Correctio filialis rivolta da alcuni sacerdoti e da alcuni laici a Papa Francesco? i

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Che cosa è stata e che cosa è la Correctio filialis rivolta da alcuni sacerdoti e da alcuni laici a Papa Francesco? Occorre, innanzitutto, rispondere a questa domanda, per comprendere l’eco da essa suscitata e le reazioni inusuali ed apparentemente contradditorie della Santa Sede.

Si tratta di un passo formale, attraverso il quale i firmatari accusano, dinanzi alla suprema autorità della Chiesa, Jorge Mario Bergoglio di diffondere, tramite scritti (in modo particolare, anche se non esclusivo, l’Esortazione apostolica Amoris laetitia), parole ed omissioni, vere e proprie eresie. Il documento precisa che non può considerarsi come la formale accusa del peccato e del crimine di eresia. La Correctio non può accusare il Pontefice del peccato di eresia, in quanto questo presuppone, come tutti i peccati, la piena avvertenza e il deliberato consenso, che sono conoscibili e, dunque, sindacabili, sia nell’ an che nel quantum, solo da Dio e dall’interessato. Il testo in parola precisa anche di non poter accusare il Papa del crimine canonico di eresia, poiché, perché questo sussista, occorre la pertinacia, vale a dire la riproposizione delle tesi eretiche anche dopo il formale ammonimento e la formale ingiunzione a ritrattare di un’autorità superiore ed a ciò preposta; poiché il Pontefice non ha e non può riconoscere alcuna autorità superiore a sé sulla terra, egli non può, formalmente, essere pertinace, in quanto non può essere richiamato. È unicamente per questo motivo che Bergoglio non può venire accusato di essere eretico formaliter, ma solo materialiter, vale a dire sostenitore, costante e recidivo, di proposizioni eretiche.

Latinorum?

Quando viene buono il latino



Nel mio post del 27 aprile 2016, a proposito dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, scrivevo:
Nonostante il titolo latino, che di per sé dovrebbe riprendere le prime parole del documento, non esiste il testo latino di Evangelii gaudium. Non solo non lo si trova sul sito della Santa Sede, ma neppure negli ActaApostolicae Sedis, dove è stato pubblicato esclusivamente il testo italiano (vol. 105/2013, pp. 1019-1137) … È lecito supporre che anche Amoris laetitia non verrà mai tradotta in latino.
Ebbene, la mia previsione si è rivelata sbagliata. Infatti, Amoris laetitia può ora essere letta anche in latino, sia in formato digitale che in formato cartaceo. Da quanto tempo? Non saprei. Certamente, quando scrissi quel post, una ventina di giorni dopo la pubblicazione dell’esortazione apostolica (8 aprile 2016), il testo latino non era disponibile. Probabilmente esso è apparso per la prima volta sugli ActaApostolicae Sedis (vol. 108/2016, pp. 311-446). La data del fascicolo n. 4 di AAS (1° aprile 2016) non deve trarre in inganno: non saprei con precisione quando esso sia uscito; certamente non nell’aprile del 2016; molto probabilmente nel corso del 2017 (basti pensare che l’ultimo fascicolo pubblicato, il n. 7/2016, reca la data del 1° luglio 2016).

L’abito non fa il monaco


TRA "PUBBLICANI E PROSTITUTE"        

Come la "neochiesa" stravolge la parola di Cristo. Riuscendo a capovolgere il senso di una parabola evangelica in 4 mosse, secondo il modello della finestra di Overton, per far dire a Gesù il contrario di quel che Egli ha detto 
di Francesco Lamendola  


Domenica 1° ottobre 2017, sulla frequenza di Rete 2000, don Dino Pirri, classe 1972, parroco a Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno, e conduttore di una serie di commenti televisivi al Vangelo festivo intitolata (ma guarda che originalità…) Sulla strada, tanto per far capire da che parte sta in tempi di preti di strada e di vescovi di strada, ha parlato della pagina evangelica di Matteo, 21, 28-32 (XXVI del Tempo Ordinario, anno A), in cui Gesù racconta la parabola del padre e dei due figli ai quali aveva chiesto di andare a lavorare nella vigna, per poi affermare davanti ai sacerdoti e agli anziani del popolo che i pubblicani e le prostitute passeranno loro avanti nel Regno di Dio. È stata una magnifica occasione per paragonare gli scribi e i farisei ai cattolici, fermo restando il secondo termine di paragone: i peccatori e le prostitute. 

Dimenticare e ignorare la storia della Chiesa


Pranzo in Basilica, i buchi di Tornielli


Avevo voluto scrivere al Direttore una semplice lettera (qui), nella quale si chiedeva di rivedere questa prassi di usare le chiese per finalità diverse da quelle per cui sono state dedicate, e nella quale si tentava di far riflettere sulle conseguenze nefaste circa l’eliminazione della distinzione tra sacro e profano, che un atto come quello avvenuto domenica, nella basilica di san Petronio a Bologna, avrebbe provocato. Ma già porre la questione ha fatto saltare i nervi a qualcuno, al punto che si è messa in moto la contraerea, nella persona di Andrea Tornielli su La Stampa (vedi qui). Intendo sorvolare sui soliti toni usati, che ovviamente cercano di banalizzare fin dall’inizio la questione, come una cosa di qualche stupido che non conosce la storia della Chiesa e di squalificare come “tradizionalista” che deve cercare la sua quotidiana accusa contro il Papa chi ha dissentito dall’iniziativa di monsignor Matteo Zuppi.

Veniamo però alle argomentazioni, che sono fondamentalmente racchiuse nell’affermazione di Tornielli di dimenticare e ignorare la storia della Chiesa.

lunedì 2 ottobre 2017

Essendo sommo sacerdote profetizzò..?


Il messaggio di Fatima opportunamente ripresentato dai Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II nel corso dei loro quattro pellegrinaggi a Fatima (uno di Paolo VI e tre di Giovanni Paolo II) ebbe il suo “CORONAMENTO PROFETICO” nei contenuti offerti dal terzo Papa pellegrino, Benedetto XVI. Mi sembra di poter dire che, nella considerazione attenta di tutti gli interventi dei Pontefici che si recarono alla Cova da Iria, si riceve il pieno disvelamento del mistero di Fatima, anche se insieme a tante affermazioni esplicite se ne trovano altre velate da allusioni indirette che tuttavia, a chi li sa cogliere, trasmettono contenuti importanti.
Questo accade soprattutto per quei nuclei tematici più decisamente profetici a cui papa Benedetto XVI ha fatto discretamente riferimento nel 2010, quando si portò anche lui a Fatima in occasione del 10° anniversario della beatificazione di Francisco e Giacinta.

Se lo conosci lo eviti

EL PAPA: “UN RAPPORTO PERSONALE CON GESU’ E’ NOCIVO E PERICLOSO” . LUI INFATTI LO PREFERISCE CON SCALFARI.


Parlando durante una delle sue prediche in Vaticano, il Papa ha rotto migliaia di anni di tradizione cristiana quando ha detto ai suoi seguaci di evitare di avere un rapporto personale con Gesù Cristo, anche avvertendo che farlo potrebbe risultare “pericoloso e molto dannoso ‘.

Il dito nella piaga

Bux e Valli. Che cosa sta accadendo, oggi, nella Chiesa?


Venerdì 29 settembre sono riprese le conferenze promosse dall’Associazione Culturale Oriente Occidente, delle quali si è parlato quiqui e qui. Gli incontri si tengono, come avvenuto precedentemente, nella sala conferenze della chiesa san Carlo Borromeo, in via Vincenzo Gentiloni 4 ad Ancona.

La prima conferenza di questo secondo ciclo di appuntamenti è stata una conversazione ‘a due voci’ con gli interventi di Aldo Maria Valli (giornalista, vaticanista del TG1, laureato in scienze politiche all’università cattolica di Milano) e di mons. Nicola Bux (sacerdote dell’arcidiocesi di Bari, esperto di liturgia orientale e di sacramentaria, consultore della congregazione della dottrina della Fede e della congregazione per le cause dei santi, collabora con la rivista Communio). Lo spunto di riflessione da cui ha preso avvio l’incontro è la parola “confusione”, termine che viene usato sempre più spesso dai fedeli, che vivono in un crescente disorientamento; la causa di tutto ciò in cosa è rintracciabile? Nella penetrazione di pensieri spuri nella Chiesa? Stiamo vivendo ciò che il beato Paolo VI dichiarò a Jean Guitton, ossia che siamo di fronte alla presenza dentro la Chiesa cattolica di un pensiero non cattolico il quale, seppur divenisse maggioritario, non sarà mai il pensiero ufficiale della Chiesa?

Non saremo soli


ECCO QUAL'E' IL PUNTO           
  
Una Weltanschauung cattolica: una chiesa compendio di tutte le chiese del mondo. Composizione perfetta che riassume il senso di una civiltà, quella italiana ed europea. Un universo dell’ordine morale del Vangelo di Gesù Cristo 
di Francesco Lamendola   
 

 Uscendo dal centro rinascimentale, avevo varcato un portone di legno, enorme, carico di secoli, un oggetto quasi impensabile in altre parti d’Europa, per non parlare degli Stati Uniti, che si apre nella cinta muraria, e avevo proseguito lungo la strada in discesa che porta all’antico borgo, appollaiato a mezza costa della collina, su cui si affacciavano alcune botteghe e locali nello stile degli anni ’50 del Novecento, come se il tempo si fosse fermato; di lì, andando ancora dritto, avevo scoperto un altro borgo ancora, attraversato da un’arteria assai lunga e fiancheggiata da muretti su un lato, da case sull’altro, che parevano sospese sul ripido versante del colle, affacciato sulle Alpi maestose, vicinissime, i profili dentellati e quasi surreali, sotto un cielo estivo azzurrissimo.  Le case, come in tutti i borghi prealpini, con i vasi di gerani alle finestre, presentavano il ballatoio di legno e le scale esterne e avevano la caratteristica struttura a cortivo, con degli spazi interni che s’intravvedevano dai portoni incorniciati d’edera, sormontati da archi secolari. Ora il movimento si era fatto scarsissimo, ma s’intuiva, da vari particolari urbanistici, che il borgo, un tempo, doveva essere stato tutt’altro che la periferia in senso economico, bensì la parte pulsante di quella splendida cittadina ai piedi delle montagne, coi suoi opifici e magazzini, con le sue fontane e botteghe; mentre il centro storico, più antico, era stato interamente occupato dai prestigiosi palazzi della nobiltà, coi loro mascheroni in pietra e i loro terrazzi di marmo, con le chiese eleganti e i vari uffici amministrativi e direzionali.

Saremo ottimisti?

                                                
                   L’Europa e San Tommaso

Viaggio, guidato dal Chesterton, tra la filosofia ed il pensiero di San Tommaso. Un'analisi capace di confrontare l'opera del teologo italiano con il pensiero moderno.

Ma se la crisi dell’Occidente, l’epoca del nichilismo e l’era della tecnica non fossero il capolinea definitivo, l’alba dell’apocalisse? Se dietro a quest’epoca di spaesamento e obsolescenza di tutti i valori si preparassero una rinascita, una redenzione e una riscossa? E se questa rinascita non passasse da simboli ed ideologie nuove, ma dalla Fede cristiana, dalla promessa di redenzione della Croce e di salvezza della resurrezione? Non stiamo fantasticando, ma solo cercando di riportare, in modo forse un po’ troppo ottimistico, ma comunque lucido, una sensazione che riscontriamo, un sentore diffuso che ci sembra di cogliere, una percezione di reale e concreta inversione di tendenza. Si notano molti ragazzi che, stanchi dello sballo da discoteche, ritornano in oratorio a costruire progetti e a rinsaldare comunità vive; altri che ritornano a sposarsi in Chiesa, guardando con diffidenza o con insoddisfazione la semplice convivenza; perfino in merito alle vocazioni – pur in un tempo di calo verticale delle ordinazioni – ci sembra di vedere in giro più preti giovani, freschi di sacerdozio e con un entusiasmo diverso nella predicazione e nell’aggregazione di ragazzi.

Sensus fidei


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Perché abbiamo inviato la lettera Corretio filialis a Papa Francesco

Chi sono i firmatari della Correctio filialis indirizzata a Papa Francesco? Non “eretici”, “lefevriani” e nemmeno “tradizionalisti”, come vengono definiti, ma cattolici, apostolici romani, mossi solo – come scrivono nel loro documento – “dalla fedeltà a Nostro Signore Gesù Cristo, dall’amore alla Chiesa e al Papato”, e dalla devozione filiale verso Papa Francesco, ma costretti a rivolgere al Santo Padre, “una correzione a causa della propagazione di alcune eresie sviluppatesi per mezzo dell’esortazione apostolica Amoris laetitia e mediante altre Sue parole, atti e omissioni”.
Questo gesto non è sembrato scandaloso né al cardinale Gerhard Müller, ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha proposto un dibattito teologico tra alcuni cardinali, nominati dal Papa, e gli autori dei Dubia e della Correctio, né al cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Papa Francesco, che ha dichiarato: “Le persone che non sono d’accordo esprimono il loro dissenso ma su queste cose si deve ragionare, cercare di capirsi”. Malgrado il loro attaccamento al papato i firmatari del documento, il cui numero si è quadruplicato in questi giorni, non hanno rinunciato all’uso della ragione, perché la fede cattolica ha un fondamento razionale.

Dalla P2 a P3

Poveri, pane e Parola: il Papa "riabilita" Lercaro


Il viaggio emiliano romagnolo di papa Francesco si è concluso ieri con la messa allo stadio Dall’Ara di Bologna, dove il vescovo della città, monsignor Matteo Zuppi nel suo indirizzo di saluto ha citato indirettamente le parole del cardinale Giacomo Lercaro. «Abbiamo condiviso il pane del cielo, impariamo tanto a condividere il pane della terra».

Pane, parole e poveri, sono le tre “P” che papa Francesco ha richiamato nell’omelia, tre parole molto care proprio al cardinale Lercaro, indiscusso protagonista di una stagione ecclesiale carica di profezia e controversie. L’arcivescovo di Bologna Giacomo Lercaro (1891 – 1976) fu uno dei tre punti di riferimento di papa Paolo VI al concilio ecumenico Vaticano II, insieme al cardinale tedesco Dofpner e al Primate del Belgio Suenens;  fu promotore del rinnovamento liturgico e di una “chiesa dei poveri”. Celebre il suo discorso al Concilio del 6 dicembre 1963, in cui affermò chiaramente una sorta di “opzione preferenziale per i poveri”, per Lercaro quello della povertà doveva essere «l’unico tema di tutto il Vaticano II».

Con Dio non si scherza?

MARTIN LUTERO NELLA LITURGIA DOMENICALE 



La testata e la pag. 2 del foglio pubblicato da La Domenica

La figura di Lutero troneggia oggi, Domenica 1 ottobre, 26.ma del tempo ordinario, sui fogli della liturgia domenicale come grande conquista ecumenica di Papa Bergoglio! Che merito c’è in questo? Basta rinnegare Gesù Cristo e si può andare a braccetto con tutti: Buddisti, Musulmani, atei… perfino col diavolo. Semplice no?

Ma allora a che è servito dare la vita per amore di Gesù Cristo per milioni di cristiani perseguitati e tuttora in carceri terribili? Come Asia Bibi da sette anni in carcere in Indonesia per non voler rinnegare Gesù abbracciando Maometto.

domenica 1 ottobre 2017

La questione è complicata

CONTRO L’ERESIA. CARDINALE BURKE: “Il male nella Chiesa, il papa e l’unica salvezza”



Pubblichiamo il testo integrale del discorso del cardinal Burke tenuto lo scorso 21 luglio a Louisville (Kentucky) all’incontro annuale del forum americano Church Teaches, da titolo “Il messaggio di Fatima: la pace del mondo“.
Recentemente ho partecipato ad una conferenza di tre giorni sulla Sacra Liturgia a cui erano presenti molti giovani e bravi preti. Ci sono state diverse occasioni per parlare del loro ministero sacerdotale. Dal momento che la mia esperienza in molti luoghi che visito è quella di preti che esprimono una grande preoccupazione circa la situazione in cui il mondo e la Chiesa si trovano. È un momento che può essere semplicemente descritto come una confusione, una divisione e un errore. Alla fine della conferenza, un giovane sacerdote mi ha avvicinato chiedendomi: “Cardinale, pensa che siamo giunti alla fine dei tempi?”. L’espressione sul suo volto mi ha fatto comprendere la sincerità della sua domanda e la preoccupazione profonda che lo animava. Non ho quindi esitato a rispondere: “Potrebbe essere”.