ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 5 ottobre 2017

Poche parole, ma importanti

Cosa insegna la preghiera che l’Angelo insegnò ai pastorelli di Fatima?


Si avvicina il 13 ottobre, Centenario dell’ultima apparizione della Madonna a Fatima.
Offriamo una breve riflessione su una preghiera insegnata ai pastorelli dall’Angelo, apparso loro qualche tempo prima della Madonna.
Mio Dio! Io credo, adoro, spero e Vi amo; Vi chiedo perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano”.
È fatta di poche parole, ma importanti, che, se meditate, lasciano un segno.
Riflettiamoci.

Che la Divina Provvidenza intervenga a favore della Chiesa


E ora? Dopo la «Correctio», quali sviluppi?

    «Eresia» e «scisma», parole dal sapore antico e che sembravano quasi sparite dal vocabolario dei cattolici,  stanno tornando al centro di numerose analisi e osservazioni sulla situazione attuale della Chiesa. Per molti cattolici, che hanno a cuore la salvaguardia della fede così come l’unità della Chiesa, queste parole sono fonte di inquietudine. Di qui una domanda che, pur senza mai perdere la fiducia nello Spirito di Verità, «assiduo Avvocato e Difensore dell’opera della salvezza» (definizione di san Giovanni Paolo II) è spesso carica di angoscia: e ora?
In particolare, dopo la pubblicazione, avvenuta il 24 settembre 2017, della «Correctio filialis de haeresibus propagatis» («Correzione filiale in ragione della propagazione di eresie»), l’idea che il papa stesso, mediante il suo magistero, sia incorso in affermazioni di contenuto eretico è ormai al centro di un vasto e vivace dibattito, che di giorno in giorno si fa sempre più appassionato.
All’origine di tutto, come ben sappiamo, c’è  l’esortazione apostolica «Amoris laetitia», nella quale, secondo i quaranta firmatari della «Correctio» (saliti nel frattempo a duecentosedici, senza contare le migliaia di adesioni a raccolte di firme collegate all’iniziativa) sarebbero rintracciabili ben sette proposizioni eretiche riguardanti il matrimonio, la vita morale e la ricezione dei sacramenti.

Perennemente in retroguardia


 MACCHE' PRETI SCOMODI

I preti scomodi "Nuove star televisive": non più scomodi per nessuno hanno preso il controllo della navicella di San Pietro e continuano ad essere scomodi solo per i veri cattolici questi ultimi più che mai confusi e incomodati 
di Francesco Lamendola   

Si credono perennemente all’avanguardia, fin da prima del Concilio Vaticano II, e non vedono la contraddizion che nol consente: essere perennemente all’avanguardia significa essere perennemente alla retroguardia, perché il loro dio, la modernità, corre comunque più in fretta di loro, e chi è all’avanguardia oggi, sarà un fossile vivente dopodomani. Nel 1965 si credevano e parevano dei rivoluzionari; oggi si credono ancora tali, ma sono semplicemente dei cascami di un passato morto e sepolto in tutto il resto del mondo: solo qui, nella neochiesa catto-progressista di papa Bergoglio, possono illudersi che non sia cambiato niente e che loro siano sempre giovani e ruspanti come lo erano più di cinquant’anni fa. Parliamo dei preti di sinistra, modernisti e “di strada”: gente invecchiata male, come il vino inacidito nelle botti: non hanno capito niente né della Chiesa, né del mondo moderno, tanto è vero che hanno creduto di poter unire e mescolare le due realtà, tranquillamente, come se fosse la cosa più naturale e più giusta, il loro destino e la loro missione storica: ma sono solo dei falliti, sbugiardati dai fatti e così cocciuti e presuntuosi, così malati di superbia e narcisismo, da non voler neppure rendersene conto. 

Ciò che è certa è la confusione

Card. Leo Burke:Fraternità San Pio X:
o riconciliata o scismatica 
 




In occasione di una Conferenza sulla Sacra Liturgia, tenutasi a Medford, nell’Oregon, USA, il 15 luglio 2017, un fedele ha chiesto al Card. Leo Burke: E’ mai lecito assistere alla liturgia della FSSPX e ricevervi la Comunione?

Questa domanda è stata formulata molte volte nel corso di questi ultimi quarant’anni, e la stessa Commissione Ecclesia Dei, interpellata sempre dai fedeli, ha risposto in modo ondivago, riuscendo di fatto a non dare una risposta definitiva.
Quando era Presidente della stessa Commissione, il Card. Castrillon Hoyos ebbe modo di affermare più volte che la Fraternità non era in stato di scisma.
Ciò nonostante, dal momento che il Motu Proprio Ecclesia Dei del 2 luglio 1988 non è stato mai abrogato, almeno in quella sua parte che riconosce il crimine di scisma a carico dei vescovi della Fraternità e quindi di tutti coloro che li seguono o sostengono, allo stato attuale l’intera Fraternità può essere considerata scismatica.
Questo però non costituisce un punto fermo e incontrovertibile, poiché i distinguo e gli stessi atti della Santa Sede permettono di lasciare in sospeso la questione, che nessuno mai ha voluto realmente risolvere, né dal punto di vista teologico, né dal punto di vista canonico. Ciò che è certa è la confusione, come accade per tutto ciò che in dottrina, in liturgia e in disciplina ecclesiastica è seguito al Vaticano II.

Più uguali che diversi


Trento e Lutero per me pari sono. Un'indagine choc su cattolici e protestanti   
                          

Capita sempre più spesso che scolaresche protestanti del Nord Europa, in visita a Roma, siano portate dai loro insegnanti ad assistere a una messa cattolica, per vedere com'è, e facciano tranquillamente la comunione.
È anche questo l'effetto di un crescente avvicinamento al ribasso tra le due fedi, nel sentire di molti protestanti e cattolici d'Europa e d'America, di cui ha dato conferma una capillare indagine condotta in una quindicina di paesi dal Pew Research Center di Washington:
A 500 anni dall'affissione a Wittenberg delle sue 95 tesi, quindi, Martin Lutero non è più quel fomentatore di discordia che è stato per secoli.

Ciò che manca di peso


Correctio filialis un primo bilancio


(di Roberto de Mattei) Il 25 settembre, all’indomani della pubblicazione della Correctio filialis a papa Francesco, il portavoce della Sala Stampa Vaticana, Greg Burke, ha smentito con ironica sufficienza la notizia diffusa dall’Ansa, secondo la quale l’accesso al sito della Correctio sarebbe stato bloccato dalla Santa Sede: «Figurarsi se facciamo questo per una lettera con 60 nomi». Il direttore della Sala Stampa, che giudica le iniziative in base al numero dei “followers”, può essere interessato a sapere che www.correctiofilialis.org, a otto giorni dalla sua messa on-line, ha avuto oltre 180mila singoli visitatori e 330 mila pagine visitate. Le visite vengono da 200 diversi paesi dei cinque continenti. L’Italia e gli Stati Uniti guidano il numero degli accessi. Inoltre, la lettera di correzione indirizzata a papa Francesco da 62 studiosi, è stata condivisa, al 3 ottobre, da 216 teologi, pastori, professori, studiosi di tutte le nazionalità, le cui firme sono visibili sul sito. Ad essi vanno aggiunti decine di migliaia di aderenti,che hanno apposto le loro firme sul sito ufficiale o su altri siti cattolici, che sostengono attivamente l’iniziativa quali onepeterfive.com, lifesitenews.com, katholisches.Info.

Può avvenire ancora oggi?

 Un "angelo di luce", le mille facce di Satana oggi                


Tra le difficoltà incontrate dall’apostolo Paolo a Corinto, ci fu la presenza di falsi apostoli, descritti come un «primo venuto», che se predica «un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato noi» o un altro spirito o un altro vangelo, «voi siete ben disposti ad accettarlo» (2Cor 11,4-5). E fin qui tutto normale, almeno per san Paolo. Quanto segue invece è una bomba: «Ciò non fa meraviglia, perché anche Satana si maschera da angelo di luce. Non è perciò gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere» (2Cor 11,14-15). Dunque Satana si maschera come pensiero e suggestione positiva, e con lui altri si mascherano come ministri di giustizia, anche’essi rivestiti di luce a tutta prima rassicurante.
Viene subito da domandarsi: può avvenire ancora oggi? E se sì, come avviene? Un po’ di pazienza: prima di passare all’oggi, bisogna mettere qualcosa a fuoco.

Il Papa omonimo


FRATICELLI D'ITALIA                 
          
Ai miei tempi il 4 ottobre era vera festa nazionale condivisa perché San Francesco è l’unico italiano che mette d’accordo tutti credenti e laici. Ripartire da San Francesco? Il Santo di Assisi ci unisce il Papa omonimo ci divide di Marcello Veneziani  



Ai miei tempi il 4 ottobre era festa a scuola e in giro. Non facevi in tempo a tornare a scuola il 1° ottobre che il terzo giorno San Francesco ti resuscitava dai banchi e ti restituiva agli ultimi bagliori di settembre.
Era la vera festa nazionale condivisa perché San Francesco è l’unico italiano che mette d’accordo tutti, credenti e laici.
Piace ai cattolici, naturalmente, perché è santo, converte alla santità e alla carità, è cristianissimo, ha pure le stimmate. Non dispiace ai filo-islamici perché dialogava col sultano e i seguaci di Allah al tempo delle Crociate.
Piace ai comunisti, socialisti e loro derivati perché è coi poveri e i bisognosi ma il suo è l’unico comunismo che ammiriamo tutti, perché è volontario e personale, scontato sulla propria pelle e non imposto con la violenza da una dittatura.
Piace ai mistici e ai credenti perché la sua scelta di povertà non nasce da pauperismo ideologico o da rivolta sociale ma è una rinuncia ai beni del mondo, spogliarsi di tutto per entrare nudi e puri nel regno dei cieli al cospetto di Dio.

mercoledì 4 ottobre 2017

«La Chiesa sarà forte, umile, pia, povera, zelante...»

LA MATERNA APOCALISSE DELLA MADRE DI DIO: il messaggio segreto di La Salette pubblicato con imprimatur nel 1879

INTRODUZIONE
Quella che segue è la redazione del messaggio segreto consegnato dalla Vergine di La Salette a Melania Calvat e che fu pubblicata con l’imprimatur del vescovo di Lecce, mons. Zola, nel 1879.

Del segreto di La Salette (quello confidato dalla Madonna a Melania) esistono diverse redazioni. Il motivo di questa diversità anche contenutistica dei diversi testi (anche se nella sostanza chiaramente tutti corrispondono) sta nel fatto che, come la stessa Melania spiego in diverse occasioni, la Madonna le aveva preannunciato già nell’apparizione del 1846 che sarebbe in seguito ritornata per “dirle altre cose”, aggiungendo nuovi dettagli profetici e completando anche contenutisticamente quanto disse alla pastorella nel corso dell'appparizione del 19 settembre 1846.

“Uno deve obbedire a Dio più che all’uomo”


Robert Spaemann sul caso Seifert, Amoris Laetitia e la testimonianza della Verità  
                    

Nota dell’editore: quanto segue è un’intervista al professor Robert Spaemann, condotta dal Dr. Maike Hickson di OnePeterFive. Il Prof. Spaemann è un eminente filosofo cattolico tedesco ed ex membro della Pontificia Accademia per la Vita.
Maike Hickson (MH): il professor Josef Seifert è uno dei suoi studenti che ha scritto la sua tesi di abilitazione sotto la sua guida. Pertanto lei conosce personalmente lui e il suo lavoro. Inoltre, entrambi avete alzato le vostre voci a favore di una critica benevola del documento papale, Amoris Laetitia. Qual è stata la sua reazione alla decisione dell’Arcivescovo di Granada (Spagna) di licenziare il professor Seifert a causa della sua critica ad Amoris Laetitia?

La gente non ama i guastafeste

BIFFI: «PROFETI DI SVENTURA»? A PROCLAMARE ORE SERENE E TRANQUILLE, NELLA BIBBIA SONO SEMMAI I FALSI PROFETI

Biffi: «Profeti di sventura»? A proclamare ore serene e tranquille, nella Bibbia sono semmai i falsi profeti

[...] Papa Roncalli morì nella solennità di Pentecoste, il 3 giugno 1963. Anch’io lo rimpiangevo, perché avevo un’invincibile simpatia per lui. M’incantavano i suoi gesti “irrituali”, ed ero rallegrato dalle sue parole spesso sorprendenti e dalle sue uscite estemporanee.

Solo la valutazione di alcune frasi mi lasciava esitante. Ed erano proprio quelle che più facilmente di altre conquistavano gli animi, perché apparivano conformi alle istintive aspirazioni degli uomini. 

Petronius iceberg

Pranzo in San Petronio, è solo la punta dell'iceberg


Mentre la polemica sul pranzo nella Basilica di San Petronio a Bologna tiene ancora banco, viene documentato un altro clamoroso caso di profanazione, questa volta in Spagna, nel contesto della battaglia politica per l’indipendenza della Catalogna da Madrid. Domenica nella chiesa di Vila-rodona, diocesi di Tarragona, gremita di fedeli, si è svolta una strana liturgia (il prete è vestito con i paramenti sacri) in cui preghiere e canti hanno accompagnato lo spoglio delle schede che avveniva proprio davanti all’altare. Video mostrano anche il grande applauso della folla all’ingresso dell’urna che conteneva le schede votate.

Scene francamente sconcertanti, ma quel che qui si vuole sottolineare è che ormai non si tratta più di episodiche trasgressioni compiute da sacerdoti o vescovi border-line, ma di una chiara linea di tendenza che investe la Chiesa intera e che, con il pretesto di avvicinare Dio all’uomo, abolisce il confine tra sacro e profano.

Francesco papa?



Del San Francesco contestatore, sciamano e alieno…


Ci sono alcune date, nel corso dell’anno, in cui un cattolico è costretto, nonostante la loro festività, ad arrabbiarsi: in primis, Pasqua e Natale (divenute, soprattutto la seconda, la sagra del consumismo), il 31 ottobre (la Vigilia di Ognissanti, rimpiazzata da quell’americanata di Halloween) e, venendo a noi, il 4 ottobre, giorno della festa di San Francesco d’Assisi.
Il Serafico Patriarca, uno dei più grandi e venerati santi della Chiesa Cattolica, di cui era devoto figlio, dovette subire una prima travisazione da parte di alcuni dei suoi stessi frati (stiamo parlando delle vere e proprie lotte che videro contrapposti diversi rami di francescani immediatamente dopo la morte del fondatore e per almeno un secolo) e, soprattutto, da parte dei primi riformatori protestanti (vedasi alcune stampe che mostravano San Francesco sdegnato per la corruzione papista e supportatore delle idee di Lutero e Calvino); si trattò, tuttavia, di fenomeni circoscritti, e dal tempo (la crisi dell’ordine, durata un secolo) e da altri motivi (i protestanti finirono per rifiutare in sé la mediazione e il culto dei santi, Serafico Patriarca compreso).

“Corani Laetitia“?

 Il Corano è la NUOVA BIBBIA? L'inganno del fornaio.


Dichiarazione Shock di Bergoglio!




Durante la Messa di Domenica, il Papa ha fatto una dichiarazione incredibile, sembra infatti che sia stato scoperto un nuovo testo antico in Santa Sede, che dimostri che Corano e Bibbia, non sono altro che due “Volumi” diversi di uno stesso testo: “Italiani, il Corano è la nuova bibbia! Non fraintendete queste mie parole, ma ho passato queste ultime settimane a studiare in modo approfondito il Corano Musulmano insieme ai miei sacerdoti, e siamo arrivati a una conclusione straordinaria. Sembra che il Corano e la Bibbia siano state entrambe scritte dagli stessi Apostoli.” La conferma scientifica l’abbiamo avuta dal ritrovamento nelle grotte del Vaticano di un antichissimo testo cristiano scritto dagli stessi apostoli dei Vangeli, chiamato “Corano Fidelis“, quasi sovrapponibile all’attuale testo sacro islamico.. Il sacerdote Muzio Giovardi ha inoltre dichiarato: “Siamo di fronte a una svolta epocale, da sempre Musulmani e Cristiani si sono scontrati sul piano religioso sulla veridicità delle proprie religioni. Da oggi non esisteranno miscredenti nè infedeli. Ma saremo tutti figli di uno stesso Padre, nostro signore Dio, o Allah, come preferite chiamarlo.” Sembra che quindi non vi sia nessuna differenza tra Allah e Dio, tra dogmi islamici e dogmi Cristiani, forse un giorno potremo leggere anche nella nostra chiesa il Corano oltre che Vangelo e Bibbia.

Incoscienti ed egoisti


ATTENTI AI FALSI MAESTRI               

Attualità di san Pietro nella II^lettera: «Per causa loro la via della verità sarà denigrata». Dio ama e perdona ma Dio sa anche punire e castigare perché Dio è somma giustizia e nemmeno l’amore è perfetto se manca la giustizia 
di Francesco Lamendola  

 

Come suonano di attualità, purtroppo, le parole di san Pietro, nella seconda lettera che porta il suo nome (2, 1-22; tradizione a cura di U. Vanni):

Ci furono falsi profeti nel popolo: ugualmente anche tra voi ci saranno falsi maestri, i quali introdurranno divisioni pericolose e, rinnegando il loro padrone che li riscattò, attireranno su se stessi una rovina veloce. Molti seguiranno le loro lascivie e per causa loro la via della verità sarà denigrata.  Nella loro cupidigia cercheranno di comprarvi con discorsi artefatti: ma il loro giudizio di condanna già da tempo è in azione e la loro perdizione non ritarda.
Dio infatti non perdonò agli angeli che avevano peccato, ma, condannandoli al tartaro, li confinò nelle fosse tenebrose perché vi fossero trattenuti fino al giudizio. Non perdonò al mondo antico, ma quando scatenò il diluvio sul mondo degli empi, custodì Noè come ottavo in quanto annunciatore di giustizia; condannò le città di Sodoma e Gomorra, incenerendole, dando un esempio agli empi di quanto accadrà nei tempi futuri; salvò il giusto Lot, tormentato dalla condotta sfrenata di gente senza legge. Infatti abitando, lui giusto, in mezzo a loro, sentiva la sua anima retta tormentata giorno per giorno da ciò che vedeva ed udiva in opere inique: il Signore seppe salvare i buoni dalla prova e conservare i cattivi fino al giorno del giudizio per punirli, specialmente coloro che seguivano la carne nella bramosia di turpitudini e disprezzavano la dignità del Signore.

Non c’è scampo?

A proposito della Correctio filialis 




Reso pubblico il documento col quale chierici e laici richiamano Papa Francesco per avere scritto, detto ed agito in maniera da favorire la diffusione di eresie, era inevitabile che si facessero sentire molte voci a favore e contro questo documento che si è voluto chiamare “correctio filialis”.

Esporremo qui alcune considerazioni relative a certi aspetti controversi contenuti nei vari interventi, prendendo in considerazione, ovviamente, gli elementi più importanti, aventi una portata generale, e trascurando quelli marginali che in questi casi finiscono inevitabilmente col presentarsi mischiati ai primi.

E’ stato detto che non poteva trattarsi di un formale atto di accusa di eresia, e questo è logico, perché i firmatari del documento non hanno titolo per formularne uno.
Ma, se questo è vero, così come titola il documento stesso: “correctio filialis”, evitando tecnicamente di presentarsi come “correctio fraterna”, meno vera è la giustificazione che un atto di accusa equivarrebbe a riconoscere che il Papa avrebbe  commesso il crimine di eresia, riconoscimento che, è stato obiettato, non è sostenibile, perché solo Dio conosce le vere intenzioni dei peccatori e dei colpevoli.

martedì 3 ottobre 2017

Il loro carisma dà fastidio a qualcuno


NEOCHIESA E CARISMA MARIANO

Il carisma mariano che non piace alla neochiesa il caso dei Francescani dell’Immacolata: come è possibile che un papa perseguiti come fossero dei nemici mortali i più fedeli campioni e custodi della pietà francescana e mariana? 
di Francesco Lamendola  


Ormai la neochiesa ha riabilitato tutti, o quasi tutti, quelli che voleva riabilitare, per ragioni funzionali al cambiamento ch’essa ha voluto imprimere alla vita della vera Chiesa cattolica, non solo sul piano liturgico e pastorale, ma anche su quello dottrinale e teologico. Ha riabilitato don Milani e don Mazzolari; ha riabilitato i preti operai e i teologi di strada, e ora anche il progressista cardinal Lercaro; ha riabilitato perfino Lutero e la sua sedicente riforma, che altro non è stata se non lo sfascio della Chiesa – con relative confische dei suoi beni – e uno scisma mirante a sovvertire le ragioni stesse della fede, mediante la formula della salvezza con la sola fede: formula riabilitata anch’essa, incredibilmente, da papa Francesco, sull’aereo che lo riportava dall’Armenia, nel viaggio del giugno 2016. Solo i cattolici che non si sono mai ribellati contro la Chiesa e contro il papa - beninteso, prima del Vaticano II -, solo i teologi, i preti e le suore che sono sempre rimasti perfettamente uniti alla dottrina e alla pratica cattolica, solo i fedeli che si son tenuto stretti alla Tradizione, al culto mariano, al Rosario, e che si sono sempre affidati agli Angeli e ai Santi, accettando umilmente la dottrina cattolica, così come l’avevano ricevuta e come, per secoli, è stata insegnata e vissuta, solo quelli non vengono “riabilitati”, non salgono agli onori delle cronache, non ricevono attenzioni dalla C.E.I. e da Avvenire, da monsignor Paglia e da Famiglia Cristiana; solamente loro non ricevono mai l’onore di una citazione da parte del papa, nelle sue quotidiane omelie dalla Casa di Santa Marta, e meno ancora una parola di stima o d’incoraggiamento dal pontefice, nel corso delle sue numerose ed estemporanee interviste, programmate o a braccio, e rivolte con una certa preferenza ai campioni del radicalismo e dell’anticlericalismo, a cominciare dal quotidiano La Repubblica

Il secondo dei socialisti

E dopo Staino sull'Avvenire, Papa Francesco sul Manifesto: "Terra, casa, lavoro"

 E dopo Staino sull'Avvenire, Papa Francesco sul Manifesto: 'Terra, casa, lavoro'

"Terra, casa e lavoro. E' strano ma se parlo di questo per alcuni il papa è comunista". E' la vignetta su Il Manifesto con Papa Francesco su uno sfondo rosso che sembra benedire il popolo, a questo punto occorre parlare adeguandosi alla satira, che sta facendo il giro della rete. Sembrava quasi vera, e infatti la news, risate a parte, c'è tutta. Anche Antonio Socci su Twitter aveva ripreso la notizia portandola all'attenzione dei suoi follower. Il libro è proprio in uscita e presenta i discorsi del Pontefice con i Movimenti popolari raccontando anche la “svolta” di quegli incontri. E la Stampa già sottolinea: "Letti insieme i tre testi bergogliani qui presentati (sui quali i media non hanno molto insistito), si avvicinano ad una sorta di manifesto tipo Rerum Novarum del XXI secolo". 

Come rifondare una morale sul nulla

Gli originali Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro (quest’ultimo da lassù) mi perdoneranno se prendendo spunto da una loro pubblicazione mi cimento in questa ideale, benché indegna, opera di continuazione nella denuncia di insegnanti da cui è preferibile stare alla larga. Tra l’altro il soggetto oggi preso in considerazione venne già da essi analizzato a suo tempo e classificato in modo molto opportuno come “teologo demolitore”. Queste vogliono essere solo alcune righe a completamento e a conferma della assodata nocività dello stesso.
I cattivi maestri che si manifestano così palesemente hanno un pregio: possono diventare dei punti di riferimento se presi dalla parte giusta, cioè al contrario. Ogni volta che aprono bocca o scrivono un libro, sappiamo che sarà contro la vera dottrina, la vera filosofia, la vera antropologia, per cui l’antidoto ad essi è abbastanza semplice: prendere ciò che dicono, cambiargli di segno ed ecco fatto, la verità è ripristinata.

La saggia Gospa..

Quel giorno che la Madonna rimandò l’apparizione. E avvisò delle ‘cimici’ che spiavano i veggenti


P. Livio: Mi pare che in questo messaggio, come anche in quello dato a Mirjana il 2 aprile, la Madonna voglia chiamare tutti i suoi figli a diventare le sue mani tese verso tutti, come missionari.
Marija: La Madonna ci dice: “Amate, pregate, testimoniate”: ci chiede di essere apostoli, missionari. Anche il Santo Padre ci sta chiedendo questo. C’è relazione tra il missionario e il martire, perché dobbiamo morire a noi stessi per poter testimoniare. Il seme deve morire per dare la vita. Ci dice: “Con la vostra vita e con l’amore che Dio vi dà, testimoniate!”. Ci chiede di amare Dio sopra ogni cosa, ci chiede di pregare Dio e il frutto di tutto questo sarà la testimonianza. Ci chiede di attaccare bottone con ogni persona, anche con i lontani, con coloro che sono confusi per parlare loro di Lei. Come gli apostoli a Pentecoste: riempiti di Spirito Santo, hanno perso la paura e hanno cominciato a testimoniare. Così a noi chiede di essere testimoni di fede, di amore, di preghiera, testimoni di Dio e della sua grazia.

La specie più insidiosa dei nemici

Quando San Tommaso disse: “Amoris laetitia che…?”



Et non tradat eum in animam inmicorum eius… 
quando si prega per il Pontefice, la Chiesa chiede a Dio di non consegnarlo all'anima dei suoi nemici, ovvero di non farlo cadere nel loro stesso giro mentale, e che la mens del Papa non sia secondo i loro desideri.
La specie più insidiosa dei nemici è costituita poi dai falsi fratelli (cf. 2 Cor 11,26); e tra i falsi fratelli del Papa ci sono senz'altro quei ghost-writer che hanno contribuito alla redazione di Amoris laetitia "copia-incollando" maldestramente alcune citazioni di San Tommaso [1], e quei consiglieri che hanno indotto lo stesso Pontefice a pensare che Amoris laetitia sia un testo tomista.
Non si spiegano altrimenti le parole del Papa, pronunciate nel corso di un incontro privato con alcuni gesuiti colombiani il 10-9-2017, e riportate dal sito WEB della Civilità Cattolica:
"…sento molti commenti – rispettabili, perché detti da figli di Dio, ma sbagliati – sull’Esortazione apostolica post-sinodale. Per capire l’Amoris laetitia bisogna leggerla da cima a fondo. A cominciare dal primo capitolo, per continuare col secondo e così via… e riflettere. E leggere che cosa si è detto nel Sinodo. Una seconda cosa: alcuni sostengono che sotto l’Amoris laetitia non c’è una morale cattolica o, quantomeno, non è una morale sicura. Su questo voglio ribadire con chiarezza che la morale dell’Amoris laetitia è tomista, quella del grande Tommaso. Potete parlarne con un grande teologo, tra i migliori di oggi e tra i più maturi, il cardinal Schönborn. Questo voglio dirlo perché aiutiate le persone che credono che la morale sia pura casistica. Aiutatele a rendersi conto che il grande Tommaso possiede una grandissima ricchezza, capace ancora oggi di ispirarci. Ma in ginocchio, sempre in ginocchio…" [2]. 

Materialiter

Che cosa è stata e che cosa è la Correctio filialis rivolta da alcuni sacerdoti e da alcuni laici a Papa Francesco? i

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Che cosa è stata e che cosa è la Correctio filialis rivolta da alcuni sacerdoti e da alcuni laici a Papa Francesco? Occorre, innanzitutto, rispondere a questa domanda, per comprendere l’eco da essa suscitata e le reazioni inusuali ed apparentemente contradditorie della Santa Sede.

Si tratta di un passo formale, attraverso il quale i firmatari accusano, dinanzi alla suprema autorità della Chiesa, Jorge Mario Bergoglio di diffondere, tramite scritti (in modo particolare, anche se non esclusivo, l’Esortazione apostolica Amoris laetitia), parole ed omissioni, vere e proprie eresie. Il documento precisa che non può considerarsi come la formale accusa del peccato e del crimine di eresia. La Correctio non può accusare il Pontefice del peccato di eresia, in quanto questo presuppone, come tutti i peccati, la piena avvertenza e il deliberato consenso, che sono conoscibili e, dunque, sindacabili, sia nell’ an che nel quantum, solo da Dio e dall’interessato. Il testo in parola precisa anche di non poter accusare il Papa del crimine canonico di eresia, poiché, perché questo sussista, occorre la pertinacia, vale a dire la riproposizione delle tesi eretiche anche dopo il formale ammonimento e la formale ingiunzione a ritrattare di un’autorità superiore ed a ciò preposta; poiché il Pontefice non ha e non può riconoscere alcuna autorità superiore a sé sulla terra, egli non può, formalmente, essere pertinace, in quanto non può essere richiamato. È unicamente per questo motivo che Bergoglio non può venire accusato di essere eretico formaliter, ma solo materialiter, vale a dire sostenitore, costante e recidivo, di proposizioni eretiche.

Latinorum?

Quando viene buono il latino



Nel mio post del 27 aprile 2016, a proposito dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, scrivevo:
Nonostante il titolo latino, che di per sé dovrebbe riprendere le prime parole del documento, non esiste il testo latino di Evangelii gaudium. Non solo non lo si trova sul sito della Santa Sede, ma neppure negli ActaApostolicae Sedis, dove è stato pubblicato esclusivamente il testo italiano (vol. 105/2013, pp. 1019-1137) … È lecito supporre che anche Amoris laetitia non verrà mai tradotta in latino.
Ebbene, la mia previsione si è rivelata sbagliata. Infatti, Amoris laetitia può ora essere letta anche in latino, sia in formato digitale che in formato cartaceo. Da quanto tempo? Non saprei. Certamente, quando scrissi quel post, una ventina di giorni dopo la pubblicazione dell’esortazione apostolica (8 aprile 2016), il testo latino non era disponibile. Probabilmente esso è apparso per la prima volta sugli ActaApostolicae Sedis (vol. 108/2016, pp. 311-446). La data del fascicolo n. 4 di AAS (1° aprile 2016) non deve trarre in inganno: non saprei con precisione quando esso sia uscito; certamente non nell’aprile del 2016; molto probabilmente nel corso del 2017 (basti pensare che l’ultimo fascicolo pubblicato, il n. 7/2016, reca la data del 1° luglio 2016).

L’abito non fa il monaco


TRA "PUBBLICANI E PROSTITUTE"        

Come la "neochiesa" stravolge la parola di Cristo. Riuscendo a capovolgere il senso di una parabola evangelica in 4 mosse, secondo il modello della finestra di Overton, per far dire a Gesù il contrario di quel che Egli ha detto 
di Francesco Lamendola  


Domenica 1° ottobre 2017, sulla frequenza di Rete 2000, don Dino Pirri, classe 1972, parroco a Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno, e conduttore di una serie di commenti televisivi al Vangelo festivo intitolata (ma guarda che originalità…) Sulla strada, tanto per far capire da che parte sta in tempi di preti di strada e di vescovi di strada, ha parlato della pagina evangelica di Matteo, 21, 28-32 (XXVI del Tempo Ordinario, anno A), in cui Gesù racconta la parabola del padre e dei due figli ai quali aveva chiesto di andare a lavorare nella vigna, per poi affermare davanti ai sacerdoti e agli anziani del popolo che i pubblicani e le prostitute passeranno loro avanti nel Regno di Dio. È stata una magnifica occasione per paragonare gli scribi e i farisei ai cattolici, fermo restando il secondo termine di paragone: i peccatori e le prostitute. 

Dimenticare e ignorare la storia della Chiesa


Pranzo in Basilica, i buchi di Tornielli


Avevo voluto scrivere al Direttore una semplice lettera (qui), nella quale si chiedeva di rivedere questa prassi di usare le chiese per finalità diverse da quelle per cui sono state dedicate, e nella quale si tentava di far riflettere sulle conseguenze nefaste circa l’eliminazione della distinzione tra sacro e profano, che un atto come quello avvenuto domenica, nella basilica di san Petronio a Bologna, avrebbe provocato. Ma già porre la questione ha fatto saltare i nervi a qualcuno, al punto che si è messa in moto la contraerea, nella persona di Andrea Tornielli su La Stampa (vedi qui). Intendo sorvolare sui soliti toni usati, che ovviamente cercano di banalizzare fin dall’inizio la questione, come una cosa di qualche stupido che non conosce la storia della Chiesa e di squalificare come “tradizionalista” che deve cercare la sua quotidiana accusa contro il Papa chi ha dissentito dall’iniziativa di monsignor Matteo Zuppi.

Veniamo però alle argomentazioni, che sono fondamentalmente racchiuse nell’affermazione di Tornielli di dimenticare e ignorare la storia della Chiesa.