Da alcuni anni, chi appartiene ad una "minoranza protetta", etnica, sessuale ecc. ha partita vinta: "a parità di ragioni", nei confronti di qualsiasi controparte, che abbia il torto di appartenere alla maggioranza dei “normali”
di Francesco Lamendola
Se siamo caduti così in basso, è stato in sostanza per nostra colpa o negligenza. Certo, possiamo invocare cento attenuanti, e trovare chi sa quanti responsabili, sui quali scaricare ogni responsabilità: dalla élite finanziaria globale fino ai politici nostrani, arrivisti e cialtroni; ma la nuda e impietosa verità è che non saremmo scesi ai livelli attuali se non avessimo abdicato a tutte le nostre responsabilità, se non avessimo disertato i nostri doveri, se non avessimo disatteso tutti i nostri impegni.Anche sul piano morale; anzi, soprattutto sul piano morale. Il bello è che siamo disposti a prenderci sulla groppa anche delle colpe che non sono tali, e soprattutto che non sono nostre: il debito pubblico dell’Italia, per esempio, che è sostanzialmente un trucco e una invenzione della Banca Centrale Europea per farci pagare, attraverso il meccanismo perverso degli interessi sui prestiti, la nostra vera e unica colpa: quella di essere, o di essere stati, nonostante tutte le storture del sistema Italia, giudiziarie, fiscali, politiche, strutturali, largamente concorrenziali all’industria tedesca. Invece non siamo capaci di prenderci quelle che veramente ci spettano: la nostra latitanza come padri e come madri, come contribuenti, come dipendenti pubblici, come insegnanti e come sacerdoti, insomma come formatori delle nuove generazioni, alle quali non siamo stati in grado di trasmettere neppure un decimo di quel patrimonio di esperienza, di saggezza e di moralità che avevamo ricevuto, a nostra volta, dai nostri genitori e dai nostri nonni.