ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 26 gennaio 2017

Cari laicisti

Il Papa detta la linea sui migranti, banani in Piazza Duomo e quel bullismo radical sul figlio di Trump


“Quanti fuggono dai propri Paesi a causa della guerra, delle violenze e delle persecuzioni hanno diritto di trovare adeguata accoglienza e idonea protezione nei Paesi che si definiscono civili”. Queste le parole pronunciate ieri da Papa Francesco durante l’incontro con la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, esortando i magistrati a “dedicare ogni sforzo, specialmente nel contrasto della tratta di persone e del contrabbando dei migranti”. Se poi vi avanza tempo per espellerne qualcuno o evitare che nascano ghetti tipo Molenbeek, meglio, altrimenti poco male.
Cari laicisti dei miei coglioni, quelli che non appena arriva l’inizio di dicembre cominciano a rompere i coglioni contro presepi e recite scolastiche nelle scuole, in nome dello Stato laico, nulla da dire al riguardo? Tutto bene che un capo di Stato estero, perché tale è il Papa nella loro visione della cose, metta becco nell’amministrazione della giustizia italiana e nelle priorità del contrasto alla criminalità? Perché se così fosse, allora non è la laicità dello Stato a starvi a cuore, vi sta sui coglioni il Natale, perché dovete fare i Charlie Hebdo de noantri. Ma si sa, quando c’è di mezzo il migrante, va bene tutto, si fanno i patti anche con il diavolo. O con l’acquasanta, a scelta.

La Domenica andando alla Messa?

BOSNIA: Ogni domenica a messa con l’imam



di Đenana Kaminić (N1) 
Nei villaggi tra Jablanica e Prozor, che al tempo della guerra in Bosnia si trovavano sulla linea del fronte tra milizie croate e bosgnacche, i tempi del conflitto sembrano ormai alle spalle.
Amir Effendi Drežnjak è l’imam del villaggio di Lizoperci nel comune di Jablanica. Da tre anni e mezzo ormai, ogni domenica accompagna in auto i fedeli cattolici dal vicino villaggio di Slatina fino al villaggio di Gračac per la messa. Nello stesso villaggio l’imam tiene lezioni alla scuola coranica (mekteb)
“Mi hanno detto che non hanno un autobus o automobili. Li ho accompagnati una domenica, e poi la successiva. Alla terza domenica di fila ho detto loro che non vi è alcuna necessità per loro di aspettare che qualcun altro li passi a prendere, perché io vado a Gračac ogni domenica. Ho detto loro che possono contare su di me e che li porterò io in chiesa a pregare Dio finché io sono lì“, ha dichiarato Amir Drežnjak alla televisione bosniaca N1.

Lo scrociato

Il Cavaliere e il pezzente


festing-bergoglio
di Alberto Di Janni
Bergoglio ha chiesto le dimissioni del Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, fra’ Matthew Festing. Il Gran Maestro ha obbedito.
Forse non poteva fare altrimenti, data la sua condizione di religioso (tanto per evitare equivoci e polemiche, mi metto qui nell’ottica di chi, come appunto il Gran Maestro Festing, riconosce pacificamente Francesco come legittimo Papa della vera Chiesa).
Forse è stato ricattato o ha cercato di salvare il salvabile, sacrificando la sua persona per il bene dell’Ordine: illudendosi che il suo sacrificio avrebbe calmato l’ira e l’ingordigia del despota.

E' lui o non é lui?

P.LIVIO IN CRISI: NON CREDE PIÙ A MEDJUGORJE?


C’è chi pensa stia vivendo una profonda crisi spirituale (qualcuno azzarda trattarsi di una vera e propria crisi di fede) e chi addirittura ritiene che non creda più alle apparizioni di Medjugorje: troppo lunghe, la gente si è stufata…


266 o 666?

Atti, misfatti e soprusi di “266” il misericordioso

Malta come le Falkland?

Il Papa "commissaria" l'Ordine di Malta, ora si aspetta la punizione per il cardinale Burke
Clamorosa decisione del Papa contro l'Ordine di Malta: "impone" le dimissioni al Gran Maestro Festing e annuncia un Delegato Pontificio per il governo dell'Ordine. Si distrugge così la sovranità di un Ordine che vanta rappresentanze diplomatiche in oltre cento paesi. Ma si capisce che obiettivo è il cardinale Burke, patrono dell'Ordine, da tempo nel mirino per le resistenze alla lettura progressista dell'Amoris Laetitia.





Il duro e inusuale intervento di papa Francesco che ha forzato alle dimissioni il Gran Maestro Robert Matthew Festing per poi annunciare una sorta di commissariamento del Sovrano Militare Ordine di Malta, pare essere soltanto l’inizio di un terremoto sia nella Chiesa sia nel campo dei rapporti internazionali.

mercoledì 25 gennaio 2017

E domani?

Lettera di un giovane cattolico perplesso


Mons-Lefebvre_Mons-de-Castro-Mayer
 di Cristiano Lugli
Carissimi amici di Radio Spada,
I pregi dell’essere giovani sono tanti e siamo soliti affermarlo accoratamente. Ancor meglio è essere giovani e cattolici, cosa che, in epoca pre-illuminista, poteva considerarsi cosa normale e tipica di ogni famiglia.
Certo oggi si evidenzia un terzo aspetto nell’essere giovani e perlopiù cattolici, ovvero essere giovani cattolici al giorno d’oggi. Il giochetto di parole derivante da questo terzo aspetto non è casuale, tanto meno irrisorio, ma è segno di una realtà tangibile a tutti. Penso che la differenza di età conti senza dubbio poco, tuttavia essere giovani cattolici al giorno d’oggi ha un non so che di difficile, commisto ad un non so che di altrettanto stimolante. Intanto limitiamoci al primo aspetto.
Penso non sia sbagliato asserire che una persona di vent’anni e poco più, quale il sottoscritto, è nato al cospetto del peggio: una società degradata all’ennesima potenza, una generazione cresciuta senza arte né parte, un’educazione generale soggetta in quasi totale parte allo spirito del mondo ed infine, non per importanza, una Chiesa scarnata della Sua essenza principale.

Spiriti attaccaticci e crudeli

La beata Anna Katharina Emmerick e le visioni dell’Angelo Custode, di San Michele e del demonio

                          

Per molti cattolici, la figura di Anna Katharina Emmerick (1774-1824) beatificata da Giovanni Paolo II nel 2004, è essenzialmente legata al famosissimo film dell’attore regista australiano Mel Gibson “La Passione di Cristo”, la cui sceneggiatura è in buona parte, per gli aspetti non tratti ovviamente dai vangeli canonici, basata sulle visioni attribuite alla monaca agostiniana tedesca. La beata nacque l’8 settembre 1774 da una famiglia di contadini e non potè frequentare regolarmente la scuola, dovendo lavorare nei campi e aiutare in casa. Sin dalla più tenera età ebbe un profondo desiderio di consacrarsi a Dio nella vita religiosa. Come accadeva a quell’epoca, diverse congregazioni di suore la rifiutarono la rifiutarono perché non aveva a disposizione la necessaria dote economica per entrare in monastero. Solo nel 1802 venne finalmente accolta nel monastero delle Agostiniane di Agnetenberg presso Dulmen e l’anno seguente prese i voti religiosi.

Il centro del villaggio


  
 La chiesa torni al centro del villaggio

La ricostruzione delle chiese non può non essere una priorità per l'Ue ed il governo italiano, in gioco c'è l'identità di un continente intero.

Ospite sgradito e tragicamente familiare, il terremoto è tornato a bussare alle porte degli italiani scuotendone le case e – con esse- quella sicurezza sociale che da sempre rappresentano nell’immaginario collettivo. La congiuntura con l’ondata di maltempo, fatalmente, ne ha riproposto il suo carico di morte oltre che di distruzione. La scossa del 18 Gennaio ha ricondotto l’attenzione del Paese sul dramma che dal 24 Agosto scorso sta vivendo quotidianamente la popolazione delle zone colpite: la sepoltura di parenti ed amici, risparmi e ricordi di una vita finiti sotto le macerie, il gelo e gli sciacalli, le pastoie burocratiche e la corsa della solidarietà che rallenta. Un tale disastro naturale, oltre ad aver procurato insanabili sofferenze individuali, rischia di mettere a repentaglio l’esistenza stessa di intere comunità, fiaccate dalla devastazione dei tradizionali contesti aggregativi, dal conseguente stravolgimento del tessuto sociale e dalla necessità di una ricostruzione veloce e non troppo divisiva.


Un uomo si giudica anche dai suoi nemici





3 BUFALE dette dai giornalisti CONTRO DONALD TRUMP


http://www.pandoratv.it/?p=14108






FUOCOATRUMP

    Salviamo il clandestino Donald ! Scriveva Joseph Conrad che un uomo si giudica anche dai suoi nemici, ed il neo presidente Usa, che di nemici ne ha davvero tanti, sembra meno peggiore di gran parte di loro 

                                                                                                                                                                                                                di Roberto Pecchioli  
                                                                                                      


Chi scrive e chi pubblica queste righe non è un tifoso sfegatato di Donald Trump, né si attende dalla sua presidenza miracoli o rivoluzioni nell’assetto del mondo. Tuttavia, scriveva Joseph Conrad che un uomo si giudica anche dai suoi nemici, ed il neo presidente Usa, che di nemici ne ha davvero tanti, sembra meno peggiore di gran parte di loro, e comunque ha diritto ad essere messo alla prova. I sedicenti nemici dei “pregiudizi”, i sacrestani integerrimi della democrazia hanno emesso la sentenza contro di lui prima e senza processo, senza prove e diritto di replica. Alla larga da questi insopportabili talebani del Bene, del progresso, e dei “diritti”.
Bianco, maschio, eterosessuale.  Per di più credente: ha giurato da presidente degli Stati Uniti su due Bibbie, una delle quali è quella che gli donò la madre più di sessant’anni fa. Mentitore, anche, Donald Trump, archetipo del Male: ha confidato che per un uomo ricco e potente è facile ricevere favori sessuali dalle donne, il che è una vergognosa, millenaria menzogna ! Nel discorso di insediamento ha osato affermare che il potere , suo tramite, ritorna al popolo americano, cui era stato espropriato e che, massimo degli orrori, egli si impegna a difendere i confini, il popolo ed il lavoro degli Usa.

Dimmi specchio delle sue brame..chi é il prossimo?

Il Gran Maestro dei Cavalieri di Malta si dimette dopo una disputa col Vaticano

Colpirne uno per educarne cento

Riportiamo questa notizia ancora indicativa del clima intimidatorio e repressivo che vige in Vaticano ad opera del misericordioso Bergoglio.

Tra i cento da educare ci sono senz'altro certi tradizionalisti che non vedono l'ora di entrare nel circo diretto da Bergoglio a colpi di frusta e di pungoli elettrici.
Questa volta l'ingerenza di Bergoglio è fin troppo sfacciata, visto che i Cavalieri di Malta sono un istituto di laici costituito come Ordine Sovrano che non dipende da nessuno e ancor meno dal Vaticano… figuriamoci cosa potrebbe succedere a certi istituti ecclesiastici formati da chierici, dipendenti per ciò stesso dalle Congregazioni romane.

Meditate gente… meditate!

Mala tempora currunt, sed peiora parantur




Robert Matthew Festing, Principe e Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta durante l’udienza privata in Vaticano il 23 giugno 2016

La Chiesa si sta arrendendo?

NIETZSCHE E L'ULTIMO PAPA

    Inquietante attualità dell’ultimo papa di Nietzsche. In Così parlò Zarathustra pubblicata nel 1885 mette in scena l’incontro fra il suo eroe e uno strano personaggio, un vecchio che gli confessa di essere l’ultimo papa 
di Francesco Lamendola  




Nel sesto episodio della quarta e ultima parte di Così parlò Zarathustra, pubblicata nel 1885, Friedrich Nietzsche mette in scena l’incontro fra il suo eroe e uno strano e patetico personaggio, un vecchio dall’aria malinconica e delusa, che gli confessa di essere l’ultimo papa, e che ormai si è ritirato in solitudine, quando si è reso conto che il suo ruolo era diventato inutile, avendo compreso la verità già annunziata da Zarathustra, ossia che Dio è morto.
L’episodio, intitolato Fuori servizio (Außer Dienst; “a riposo” nella traduzione di Giuseppina Quattrocchi) si presta a molte riflessioni, specialmente in chiave di attualità, e ha un sapore quasi profetico, se si pensa che è stato concepito e scritto circa centotrenta anni prima dell’abdicazione di Benedetto XVI – che alcuni preferiscono chiamare, pudicamente, “rinuncia al ministero petrino - e della elezione di un pontefice come Francesco; e questa è storia dei nostri giorni.
Vale la pena di rileggersi almeno la parte iniziale di questo episodio nella splendida, e ormai classica, traduzione di Liliana Scalero (da: F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra,  a cura di L. Scalero, Milano, Longanesi & C., 1972, vol. 2, pp. 135-139):

La fallacia umanistica al posto della verità rivelata



Sul saggio di Danilo Quinto, “Disorientamento Pastorale” – Recensione di don Antonio Livi


(MB. Danilo Quinto è stato per un ventennio  militante radicale, collaboratore di primo piano di Marco Pannella, tesoriere del Partito Radicale per il quale ha raccolto decine di milioni di euro. Nel 2003,la conversione alla fede cristiana.   Contro di lui si scatena il potere :  e viene isolato,   ridotto in povertà,   gli vengono negati i diritti per il lavoro prestato per vent’anni come dirigente, viene perseguitato  anche giudiziariamente – perché invece di tacere,  dice e della “ideologia di morte e dissoluzione”  bandita da Marco Pannella, le sopraffazioni, gli abusi, la violenza ideologica e morale cui ha assistito.  Il vuoto che si fa’ attorno a lui –  anche nel mondo politico dove le sua capacità di raccoglitore di fondi e la sua intelligenza strategica dovrebbero aprirgli le porte, e persino nel mondo cattolico – la dicono lunga sulla dimensione del potere  radicale in Italia, che supera enormemente l’elettorato del partitino.
Ed ora, ecco il peggio: il neoconvertito Danilo Quinto, invece di trovare nella Chiesa  la casa  avita, trova  “l’ospedale da campo”, aperto a tutti i venti, pullolante di infezioni e di miasmi,  di Francesco  –  quel Papa  che dichiara la Bonino “grande italiana” e  di un Vaticano che loda “la eredità umana e spirituale importante”  di Pannella;  un  ospedale da campo dove non si può vivere, se non si è molto, ma molto malati  di tutti i virus ideologici alla moda  – precisamente  quelli  da cui Danilo è risanato.
Invece di scoraggiarsi e perdere la fede, Danilo Quinto scrive  e scrive: scrive  e grida addolorato  su questa Gerarchia malata, protesta il suo sgomento di averla trovata “Ancilla Hominis” invece che Ancilla Domini, o come in questo ultimo libro, di averla trovata a insegnare “la fallacia umanistica   al posto della verità rivelata” di cui lui (e noi) ha sete.
E’ il sottotitolo del suo  ultimo saggio: Danilo Quinto, Disorientamento pastorale, Casa Editrice Leonardo da Vinci,265 pagine, 20  euro.  I  titoli dei capitoli sono per sé eloquenti: Una fabbrica di impedimento ai sacramenti? – Ignorare il dogma –   La glorificazione dell’eresia – la misericordia ad etti – Perché rendere omaggio a peccatori impenitenti? E  anzitutto: Si possono criticare le scelte pastorali del Papa?
Sì, si può, dice nella  introduzione il teologo e amico  monsignor Antonio Livi; si deve, di fronte al disorientamento pastorale” prodotto da Bergoglio. Qui di seguito, la recensione che d  don Livi ha scritto per il nostro sito)


LʼAnticristo non esiste, è solo frutto di fantasia ?

LʼAnticristo alla luce delle Scritture e dei segni dei tempi
Lʼanticristo rappresentato, nellʼaffresco del Signorelli, come straordinariamente somigliante al Cristo.

«Simone, Simone, ecco satana vi ha reclamato per vagliarvi come il grano. Ma Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22, 31-32).
LʼAnticristo. Era da tempo che non se ne parlava più come di una persona. Alì Agca ne ha evocato la presenza, ha detto che lʼAnticristo è vivo, che la gerarchia romana lo conosce: se ne parli, lo si additi, «cosicché lʼumanità possa ravvedersi ed affrontare meglio questo periodo della fine del mondo». Le parole del vecchio lupo turco, grigio di nome ed ormai anche di fatto, sono di quelle che nel bene o nel male lasciano il segno. È stata la morte di Suor Lucia di Fatima ad armare la penna di Alì, che in perfetto italiano, in una “lettera aperta al Vaticano”, ha esordito, bruciante: «Io esprimo il mio cordoglio per la morte della suora Lucia di Fatima. Il segreto di Fatima è collegato anche alla fine del mondo». La notizia, pubblicata in Italia il 20 febbraio, è rimbalzata immediatamente in tuttʼEuropa, provocando inevitabili malumori.

martedì 24 gennaio 2017

Non veni pacem mittere, sed gladium.

Tirare Monsignore per la talare 

Una sempre più consolidata abitudine del mondo cosiddetto tradizionalista consiste nel tirare per la talare Mons. Lefebvre, e con lui altri prelati di riferimento, per far sottoscrivere ex post linee di condotta discutibili. Si badi, “discutibili” non in senso strettamente spregiativo ma nel senso proprio della parola, ovvero “soggette a dibattito, a discussione”.
di Andrea Giacobazzi
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Una sempre più consolidata abitudine del mondo cosiddetto tradizionalista consiste nel tirare per la talare Mons. Lefebvre, e con lui altri prelati di riferimento, per far sottoscrivere ex post linee di condotta discutibili. Si badi, “discutibili” non in senso strettamente spregiativo ma nel senso proprio della parola, ovvero “soggette a dibattito, a discussione”.
Non è una ovviamente un approccio solo tradizionalista. La rivendicazione del passato e il suo uso nelle contingenze attuali è un fatto proprio della natura umana, si pensi a come viene citato Marx dai suoi contrapposti sostenitori.
Tornando dalle rosse bandiere alle nere talari, recentemente non è mancato chi, ricorrendo a fior di citazioni, ha accomodato Mons. Lefebvre nel dibattito sulla “regolarizzazione canonica” della Fraternità Sacerdotale San Pio X, sottolineando la fedeltà romana del prelato francese e il suo desiderio di vedere ricomposta la ferita delle sanzioni.
Tutto vero, ma pensare di ridurre Mons. Lefebvre ad un “accordista” è operazione piuttosto complicata. Nella celebre giornata delle consacrazioni episcopali del 1988 l’amico e collaboratore storico, Mons. de Castro Mayer (che insieme a lui fu “scomunicato” per i fatti di quel giorno) alla fine della cerimonia, di fronte ad autorevoli testimoni, disse: “Non abbiamo un Papa!”. È altresì noto che nella Fraternità fosse ampiamente tollerato, sebbene non in maniera troppo “pubblica”, che sacerdoti celebrassero Messe “non una cum”, ovvero senza menzionare nel Canone il nome di Paolo VI, Giovanni Paolo II, ecc.

VadeJorge!

Una bussola nella babele di "Amoris laetitia"

AL
Un "Vademecum" come questo proprio ci voleva, per indicare la strada nella babele delle opposte interpretazioni di "Amoris laetitia" e soprattutto del suo controverso capitolo ottavo, quello sulla comunione ai divorziati risposati:
Chiaro, argomentato, autorevole, questo "Vademecum" è stato pensato e scritto proprio in quell'istituto pontificio che Giovanni Paolo II ha voluto creare a sostegno della pastorale della famiglia, con sede centrale a Roma nella Pontificia Università Lateranense, con sedi periferiche in tutto il mondo e con primo suo animatore e preside Carlo Caffarra, poi arcivescovo di Bologna e cardinale.

Gli eretici e gli apostati non ci sono più?

UN CASO DI COSCIENZA

    La Chiesa non espelle e non scomunica più nessuno: significa che gli eretici e gli apostati non ci sono più? Per inseguire un ecumenismo scriteriato si sta mettendo in pericolo l’unità della Chiesa e non si può più tacere 
di Francesco Lamendola  



È notte, gli uffici sono chiusi, tutti gli impiegati se ne sono andati a casa, da tempo, a godersi il meritato riposo. Solo il signor X, impiegato di modestissimo livello, si è fermato alla sua scrivania per smaltire del lavoro arretrato: anche se non molto apprezzato dai superiori, a causa della sua scarsa propensione alla modernità e alle innovazioni, in compenso è un uomo onesto e un lavoratore scrupolosissimo: il pensiero di avere del lavoro arretrato lo disturba profondamente, vuole mettersi a posto e chiudere tutte le pratiche aperte, non perché qualcuno gli stia con il fiato sul collo – semmai vorrebbero da lui un maggiore spirito d’iniziativa, un maggiore dinamismo, che comprende una certa quota di discrezionalità nel giudicare quali siano gli aspetti prioritari del suo lavoro – ma perché solo così si sente a posto con se stesso. Il signor X sta lavorando già da alcune oltre il normale orario d’ufficio, tutto è silenzio nei locali deserti, quand’ecco, ode una porta che si apre e dei passi, in corridoio, che a un certo punto si fermano, poi un’altra porta che si apre, ma non viene richiusa. Le videocamere, a quell’ora, sono spente: infatti, non dovrebbe esserci più nessuno, e, per ciò che riguarda le possibili minacce dall’esterno, bastano le telecamere fissate davanti all’ingresso della banca. Sì, perché il signor X lavora in una banca. Incuriosito, e anche un po’ allarmato, il signor X si alza e, badando a non far rumore, esce sul corridoio: vede subito la luce provenire dalla stanza del vicedirettore. La cosa si fa sempre più strana: in venti anni di lavoro, non lo ha mai visto tornare in banca, di notte, per nessuna ragione. Decide di non farsi vedere e di aspettare, al buio, quel che accadrà; dopo un poco, il vicedirettore esce, tenendo in mano una borsa, e si dirige con passo spedito verso il caveau, al piano sotterraneo, scendendo per le scale invece di usare l’ascensore e facendosi strada con una torcia elettrica, per non accendere la luce. Il signor X lo segue, sempre con la massima cautela, finché deve arrendersi davanti all’evidenza: il suo superiore sta facendo qualcosa non solo di molto irregolare, ma, quasi certamente, di losco.

Lo smacchiatore

Non facciamo di don Santoro una macchiettaL'assassino del sacerdote ucciso nel 2006 in Turchia è uscito dal carcere e ha raccontato di avergli sparato perché voleva battezzare alcuni musulmani. Ma le agenzie cattoliche si sono affrettate a "smentire" la versione, accertata dalla verità processuale. Il vizietto cattolico di apparire portatori di un proselitismo che altro non è che evangelizzazione. 
Nel 2006 l’assassino turco di don Andrea Santoro aveva sedici anni. Fu condannato a quasi vent’anni di galera ed è stato rimesso in libertà nello scorso agosto. Cioè, dieci anni gli sono stati condonati. Eh, le carceri turche non sono più quella di un tempo. Ricordate il film Fuga di Mezzanotte di Alan Parker? Fu premiato nel 1978 con l’Oscar alla colonna sonora (Giorgio Moroder) ed era tratto da una storia vera. Descrive un sistema giudiziario-carcerario da incubo in un Paese a quel tempo laico, membro della Nato e antemurale dell’Occidente contro l’Urss.

La quarta persona della quaternità?

I professionisti della Tradizione.

Martedì 24 gennaio 2017
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Ho letto l’articolo con cui don Angelo Citati risponde dal sito della Fraternità Sacerdotale San Pio X alle mie recenti considerazioni sull’istituto di cui è divenuto da poco sacerdote (per leggere l’articolo clicca qui). Confesso che, se non fossi venuto a conoscenza dei retroscena riguardanti la pubblicazione dell’articolo, non avrei risposto. Non ve ne sarebbero state le condizioni perché la naturale simpatia che nutro per lo zelo di giovani virgulti come don Citati è inversamente proporzionale alla considerazione di cui dispongo per la loro produzione. Come si fa a non trovare simpatico un giovane sacerdote che, a nome della Fraternità San Pio X, arriva persino a perdonare volentieri la mia irruenza di incipiente sessantenne?

Fatti in qua, ribalda Chiesa..



Il domenicano Girolamo Savonarola iniziò la predicazione dei Quaresimali - era il 17 Febbraio 1496 - con queste parole: 

Fatti in qua, ribalda Chiesa, fatti in qua ed ascolta quello che il Signore ti dice: Io ti avevo dato le belle vestimenta, e tu ne hai fatto idolo. I vasi desti alla superbia; i sacramenti alla simonia; nella lussuria sei fatta meretrice sfacciata; tu sei peggio che bestia; tu sei un mostro abominevole. Una volta ti vergognavi dei tuoi peccati, ma ora non più. 

“Perché suocera intenda”?

ECCO LA VERITÀ SU PAPA FRANCESCO (ED IL PRETE COLOMBIANO SOSPESO) 

 
https://linformatoreweb.wordpress.com/2017/01/24/ecco-la-verita-su-papa-francesco-ed-il-prete-colombiano-sospeso/
«Amoris laetitia»"Molta confusione che solo un cieco può negare"

Quattro porporati chiedono al Papa di chiarire alcuni dubbi riguardanti l’interpretazione dell’esortazione post-sinodale «Amoris laetitia» sul matrimonio e la famiglia. Sono i cardinali Walter Brandmüller, già presidente del Pontificio comitato di scienze storiche; Raymond L. Burke, patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, e gli arcivescovi emeriti Carlo Caffarra (Bologna) e Joachim Meisner (Colonia).“La divisione tra pastori è la causa della lettera che abbiamo spedito a Francesco. Non il suo effetto. Insulti e minacce di sanzioni canoniche sono cose indegne”. “Una Chiesa con poca attenzione alla dottrina non è più pastorale, è solo più ignorante”.
Già nei mesi scorsi in molti han parlato ormai di vere e proprie epurazioni in atto all’interno della Chiesa. Quanto accaduto in Colombia, per la precisione a don Luis Carlos Uribe Medina (nella foto), ne è probabilmente, suo malgrado, una triste icona, uno degli esempi più lampanti ed evidenti.

Mi consenta..


Lettera al Papa
del Prof. Luciano Pranzetti


A SUA SANTITÀ
PAPA FRANCESCO I
00120    Città del Vaticano


Santità:
              sento l’urgenza, per serenità di mente e di coscienza, di aver chiaro il senso esatto di alcune Sue enunciazioni -  datando dalla sua visita all’isola di Lampedusa (2013) per giungere all’Esortazione “Amoris Laetitia” e concludere con la visita a Lund (2016) presso la comunità scismatica luterana - urgenza che egualmente avverto in moltissimi fedeli, in tanti sacerdoti, in alcuni prelati e prìncipi della Chiesa. Ora, se essi, teologi e pastori, manifestano la necessità che Lei diradi i dubbî che nascono dalle sue affermazioni che le elencherò in appresso, può ben comprendere come un semplice laico come me, pur fornito delle fondamentali conoscenze dottrinarie della Fede cattolica, provi disagio di fronte a concetti che vanno a collidere con la Dottrina della Chiesa la quale è espressione scolpita della Parola di Dio.
  
Vengo, quindi, alla escussione dei passi che, fra i tanti, sono motivo di inquietudine e di incertezza per essere in conflitto col dogma, e ai quali oppongo l’espressione delle mie obiezioni:

lunedì 23 gennaio 2017

Suum Cuique..

I Gesuiti e la scristianizzazione della Chiesa



Chi sta de-cattolicizzando la Chiesa cattolica? Ma si tratta proprio del glorioso ordine fondato da Sant’Ignazio di Loyola. In questo studio, cercheremo di capire il come e il perché di questa diabolica deriva, che segue l’intuizione del prete apostata Ernesto Buonaiuti, “guru” del modernismo italiano: «Fino ad oggi si è voluto riformare Roma senza Roma, o magari contro Roma. Bisogna riformare Roma con Roma».
L’arcivescovo di Milano, San Carlo Borromeo, che approvò  l’insediamento dei Gesuiti a Lucerna nel 1578, ben presto comprese quali sarebbero state le conseguenze di quell’atto, come ci ricorda J. Huber«Carlo Borromeo scrisse al suo confessore che la Compagnia di Gesù, governata da leader che erano più politici che religiosi, stava diventando troppo potente per preservare la moderazione e la sottomissione che erano necessari… Essa domina re, principi e signoreggia, sia sulle faccende temporali, che su quelle spirituali. Questa “pia” istituzione ha perso lo spirito che originariamente l’animava e per questo motivo saremo costretti ad abolirla…».[1] L’ordine fu poi soppresso da papa Clemente XIV[2] nel 1773 – la Compagnia sopravvisse però nei territori cattolici della Russia, perché la zarina Caterina II non concesse l’exequatur al decreto papale di soppressione –, fu ricostituito da papa Pio VII nel 1814.

Eretico e scismatico e apostata chi?


AMORIS LAETITIA FA IL PRIMO “MARTIRE”. È UN SACERDOTE COLOMBIANO. NEGA L’EUCARESTIA PER I DIVORZIATI RISPOSATI.


E’ purtroppo confermata una notizia che quando l’ho letta parecchie ore fa mi è sembrata irreale. Un sacerdote colombiano è stato sospeso a divinis da suo vescovo per aver espresso le sue critiche e il suo disaccordo con l’esortazione apostolica Amoris Laetitia, nella parte che si riferisce all’eucarestia per i divorziati risposati. La notizia è stata data da Adelante La Fè, che ha postato anche una testimonianza audio, in spagnolo del sacerdote.
Luis Alberto Uribe Medina, così si chiama il sacerdote, della diocesi di Pereira, è stato convocato dal suo vescovo, Rigoberto Corredor. Uribe Medina, secondo quanto afferma un comunicato della diocesi, ha “espresso pubblicamente e privatamente il suo rifiuto del magistero dottrinale e pastorale del Santo Padre Francesco, soprattutto per quanto riguarda il matrimonio e l’eucarestia”. E’ inutile spiegare che si tratta delle famose noticine del documento che contraddicono il magistero precedente; quello della Chiesa fino al 2016, ciò che hanno insegnato San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, oltre al Catechismo della Chiesa cattolica, che si presume sia ancora valido.