MARTIN LUTERO PER NIETZSCHE
«Lutero? Non sapeva quel che faceva» (Nietzsche). Quella di Lutero fu una sedicente riforma che si trasformò in una rivoluzione e nel principio di un processo di disgregazione fatale progressiva, inarrestabile del cristianesimo
di Francesco Lamendola
Una delle parole più acute e, secondo noi, più veritiere, sul significato complessivo della cosiddetta riforma protestante, e anche sulla psicologia di Lutero nella genesi di essa, è stata pronunciata da un filosofo tutt’altro che tenero verso il cristianesimo, tedesco come Lutero, e, proprio perché tedesco, straordinariamente acuto nel cogliere la mentalità di quel popolo, del quale vedeva con impietosa chiarezza i limiti di carattere intellettuale: Friedrich Nietzsche. Lasciamo perdere la diagnosi finale e complessiva, secondo cui Lutero sbagliò perché non comprese che, per reggersi, una Chiesa, in quanto struttura di potere, aveva e ha bisogno di quella “distanza”, di quell’aura, di quell’altezza che la pone al di sopra del normale livello dell’esistenza, e che, pertanto, distruggendo quella “distanza”, egli distrusse la Chiesa e inferse, al tempo stesso, un colpo decisivo, probabilmente mortale, all’edificio stesso del cristianesimo. Lasciamola perdere perché Nietzsche, quale erede dell’illuminismo, non vide né seppe vedere nel cristianesimo altro che una suprema forma di alienazione, e nella Chiesa una struttura di potere creata per stabilire e perpetuare quell’alienazione: qui la sua vista, tante volte così penetrante, rimase decisamente in superficie e non seppe andare oltre, rimase soffocata dai suoi stessi pregiudizi di matrice razionalista. Soffermiamoci, invece, sull’analisi del senso complessivo dell’opera di Lutero: una sedicente riforma che si trasformò in una rivoluzione e nel principio di un processo di disgregazione fatale, progressiva, inarrestabile del cristianesimo, in quanto volle togliere, uno ad uno, meticolosamente, con meticolosità tutta tedesca e tutta “contadina”, quei puntelli sui quali la superba costruzione si reggeva da millecinquecento anni: qui l’analisi di Nietzsche è veramente profonda e originale.